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Autore: katyjolinar    11/09/2012    2 recensioni
Crossover Doctor Who-Fringe.
Il Dottore, inseguendo ricordi di secoli prima, si ritrova nel 2036.
60 anni prima di quella data, quando era 800 anni più giovane, si era temporaneamente stabilito sulla Terra, in incognito, facendosi passare per uno scienziato militare della base di Jacksonville. Le persone con cui aveva vissuto in quel periodo avevano lasciato un segno indelebile nei suoi cuori: Marilyn, Olivia e Rachel. riuscirà a ritrovarle a 60 anni di distanza?
spoiler per chi non ha visto la 4x19 di Fringe
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda.

Nel TARDIS il silenzio era talmente intenso che quasi si sentivano i respiri di tutti i suoi componenti, nonostante fossero sparsi in varie stanze.

Peter non riusciva a dormire, troppi pensieri affollavano la sua mente; poche ore prima avevano estratto dall’Ambra i quattro componenti rimasti della Divisione Fringe alternativa, diventati anch’essi membri della Resistenza, dopo l’invasione degli Osservatori. Due di loro non li conosceva, e gli altri due non li vedeva da quando aveva chiuso il ponte, mesi prima della nascita di sua figlia.

Avrebbe voluto andare subito a recuperare anche Olivia ad Harvard, ma il Dottore era stato intransigente: nonostante anche lui volesse riabbracciare la figlia perduta, bisognava pianificare tutto alla perfezione; per quanto anche a lui piacesse agire d’istinto, quello non era il momento, troppe vite dipendevano dalle loro azioni.

Più conosceva quello strambo individuo in completo, cravatta e scarpe da tennis, più vedeva somiglianze con Olivia: cocciuto, riflessivo in certi momenti, impetuoso in altri, ma che sapeva dimostrare compassione, rispetto e affetto nei momenti giusti. Non c’erano dubbi che lui e Olivia fossero parenti.

Preso dai suoi pensieri era andato in cucina, aveva aperto tutte le ante e aveva trovato una bottiglia di whisky. Prese un bicchiere e si sedette al tavolo, versandosi da bere.

Stava sorseggiando il suo drink in silenzio, quando Lincoln si affacciò alla porta, con l’aria di essersi perso nei corridoi del TARDIS. Indossava ancora gli abiti che aveva quando lo avevano estratto dall’Ambra, e per Peter era strano vederlo così: l’ultima volta che lo aveva visto indossava ancora quel completo giacca e cravatta che lo faceva sembrare un contabile nerd.

“Oh… ciao, Peter. Credo di essermi perso.” spiegò Lincoln, entrando in cucina.

“Questo posto è un labirinto.” Disse Peter, prendendo un altro bicchiere e offrendogli il whisky “Ci vuole un po’ ad orientarsi.”

Lincoln annuì e si sedette al tavolo, prendendo il bicchiere che gli veniva offerto.

“E’ un po’ che non ci si vede.” disse.

“Già.” confermò Peter “L’ultima volta è stata quando ho chiuso il ponte.”

“Sono successe un sacco di cose da allora.” continuò l’altro “Molte cose sono cambiate.”

“Lo vedo.” sospirò Bishop, fissando la mano sinistra dell’amico, su cui spiccava una piccola fede d’oro lucente. Lincoln seguì lo sguardo e si fissò la mano.

“Ah, sì. Sono sposato.” confermò “Anche se è stato un lungo corteggiamento.”

“Sono contento per te.” disse Peter, sorridendo “Avete dei figli?”

Lincoln scosse la testa.

“Non abbiamo fatto in tempo.” spiegò “Olivia ne avrebbe voluti, ma poi sono arrivati gli Osservatori…”

“Per noi, invece, è stato il contrario. Abbiamo avuto Henrietta, ma non abbiamo fatto in tempo a sposarci.” confessò, svuotando il bicchiere in un sorso “Raccontami cosa è successo da voi dopo che ho chiuso il ponte.”

“Beh, non c’è molto da dire. Sono rimasto alla Divisione Fringe come ufficiale in campo. Facevo squadra con Olivia, quindi mi sono subito inserito. Dopo qualche mese, il Segretario Bishop ha deciso di contattare la Gran Bretagna e di firmare un accordo di collaborazione tra noi e la loro Agenzia Torchwood. Così da noi sono arrivati gli agenti inglesi, e alla nostra squadra si sono aggiunti Rose Tyler, tra le altre cose figlia del capo di Torchwood, e John Smith, un esperto di tecnologie aliene.” Raccontò, sorseggiando il whisky.

“John Smith ha detto di essere il clone del Dottore e di possedere i suoi stessi ricordi.” riferì Peter.

“Chi è questo Dottore? Come fa a sapere così tante cose sugli alieni?” chiese Lincoln.

“E’ un alieno egli stesso, un Signore del Tempo. Ed è anche il padre di Olive.” disse “Continua a raccontare…”

Lincoln annuì e fece un respiro profondo.

“Sì, dunque… abbiamo collaborato fino al 2015, quando c’è stata l’invasione e l’unione degli universi. Me lo ricordo bene quando è successo, perché eravamo appena tornati dalla luna di miele. Avevamo ancora qualche giorno, ma ci hanno chiamati d’urgenza alla base. Gli Osservatori avevano preso il controllo, così la nostra squadra ha tentato di contrastarli, e siamo entrati in clandestinità.” chiuse gli occhi e fece un altro respiro profondo, raccogliendo le idee “Tramite degli informatori abbiamo saputo che anche voi stavate combattendo, così ho proposto di venirvi a cercare.”

“Quindi siete venuti ad Harvard.” completò Peter.

L’altro annuì e riprese a parlare.

“Lì abbiamo trovato Olivia e Henrietta. Ci ha detto che vi eravate dovuti separare per poter proteggere la bambina. Aveva perso le speranze anche lei, e aveva deciso di farsi ambrare perché non la trovassero. Ci ha affidato vostra figlia; l’abbiamo tenuta con noi, proteggendola. Ma era dura, eravamo ricercati, e stavamo pianificando di spostarci da Harvard, quando Jack ci ha trovati e si è unito al gruppo. Subito dopo ci siamo trasferiti alla vostra casa sul Lago Reiden, ma ci stavano trovando…”

“Così avete affidato Etta a Jack e avete attivato il Protocollo Ambra.”

Lincoln annuì di nuovo, finì di bere il suo whisky e se ne versò dell’altro.

“Dimmi una cosa. Come hai conquistato Olivia?” chiese Peter. Doveva allentare la tensione, e aveva deciso di cambiare argomento.

L’altro sorrise, riportando alla mente vecchi ricordi felici.

“A dire la verità non so bene se io ho conquistato lei, o lei me. Te l’ho detto, è stato un lungo corteggiamento… a dire la verità, non so neanche se c’è stato un vero corteggiamento. Io avevo preso il posto del suo collega morto, ricordi? Poi sono rimasto con loro.” raccontò “Spesso siamo usciti la sera, come amici, lei mi raccontava di lui… io la lasciavo parlare, ne aveva bisogno…”

“Capisco. Non deve essere stato semplice.” Commentò Peter. Lincoln annuì.

“Però stando a contatto con lei sono cambiato, ho ritrovato me stesso, un posto che potevo chiamare davvero casa.” fece una pausa e si indicò i vestiti “Questo sono io, adesso. Prima mi mancava qualcosa…”

Fece di nuovo silenzio, sorseggiando il whisky. Nel corridoio sentirono qualcuno camminare verso la cucina. Entrambi gli uomini si voltarono verso la porta quando apparve Olivia.

Lincoln le sorrise, guardandola; gli occhi dell’uomo si erano illuminati non appena lei aveva fatto la sua comparsa.

“Come mai sei già in piedi? Non riesci a dormire, tesoro?” chiese Lincoln. Peter notò un quasi impercettibile cambio di tonalità: la sua voce era più bassa, tranquilla e preoccupata allo stesso tempo. Era un tono che conosceva bene, perché lo aveva usato molte volte con la sua Olivia. Era la voce di un uomo innamorato.

La donna si avvicinò sorridendo.

“Non eri a letto, così sono venuta a cercarti, Tyrone.” spiegò, con voce dolce, dandogli un leggero bacio sulle labbra.

“Colpa mia.” si scusò Peter “L’ho trattenuto qui per fare due chiacchiere.”

“Oh… e di cosa avete parlato?” domandò lei, aprendo il frigo in cerca di qualcosa da mangiare. Trovò una fetta di tiramisù, la prese e la posò sul tavolo. Lincoln tirò indietro la propria sedia e lei si sedette sulle sue ginocchia, rivolta verso il tavolo, guardando Peter e assaggiando il dolce.

“Niente di ché, piccola, solo dei vecchi tempi.” rispose il marito, tirandole indietro i capelli con un gesto automatico della mano e afferrandole delicatamente quella che teneva il cucchiaino, per assaggiare anche lui il dolce.

Peter osservava in silenzio la coppia. La Rossa non era la sua Olivia, ma gli faceva comunque male vederla in atteggiamenti così intimi con il suo migliore amico. Fino a quel momento non si era reso conto di quanto gli mancasse la sua compagna, di quanto gli mancassero quei piccoli gesti automatici che facevano di loro due un’unica entità. Non si era reso conto di quanto gli mancasse la semplice vita famigliare.

Si alzò e lavò il suo bicchiere, poi tornò al tavolo.

“E’ meglio se torno a dormire.” Annunciò, stringendo la mano di Lincoln e baciando la fronte di Olivia.

Lei gli sorrise, mentre lui andava verso la porta.

“Peter?” lo chiamò. L’uomo si fermò, voltandosi di nuovo, e lei riprese a parlare “Non smettere mai di guardare il cielo. Prima o poi finirà di piovere.”

Peter annuì e uscì quasi di corsa, sparendo nel corridoio.

Nel frattempo, nella sala comandi del TARDIS, il Dottore fissava lo schermo del computer di bordo, su cui scorrevano delle vecchie foto.

Rose entrò, fermandosi accanto a lui. guardò lo schermo, occupato da una grossa foto, probabilmente degli anni 70, rappresentante un uomo e una donna, il giorno del loro matrimonio.

“Io questa donna la conosco!” esclamò “Cioè… quando l’ho conosciuta io era molto più anziana, ma… questa è la madre di Olivia!”

Il Dottore si voltò verso di lei, guardandola. Fu sorpreso di notare che, nonostante gli anni trascorsi e la gravidanza, l’espressività dei suoi occhi fosse sempre la stessa della Rose che aveva viaggiato con lui per due anni.

“John non ti ha mai detto nulla?” domandò.

“Solo che conoscevi l’altra Marilyn, secoli fa. Ma non mi ha mai detto altro. Su questo argomento è sempre stato molto riservato.”

L’alieno sospirò e annuì, indicando l’uomo nella foto.

“Questo è Jacob Dunham, il nonno di Henrietta.”

Rose si sedette e fissò l’immagine.

“Sembrano molto felici.” Commentò.

“Lo eravamo. Era il 21 marzo 1977, il giorno del nostro matrimonio.” confessò il Dottore.

La ragazza spalancò gli occhi e lo fissò, sorpresa.

“Ma… Dottore, non mi hai mai detto nulla.”

“Non ti ho detto molte cose. Non c’era bisogno che tu sapessi.” rispose l’uomo, guardando un punto lontano di fronte a sé.

“Eri… diverso.” commentò la giovane, guardando la foto.

“Mi sono rigenerato nove volte da allora.”

“Perché l’hai lasciata, se eravate felici? Non la amavi?”

“Certo che la amavo, come amavo le mie figlie. Marilyn è la donna che ho amato di più al mondo, dopo te e Sarah Jane.” disse, quasi senza prendere fiato.

“Allora perché le hai abbandonate?” insistette Rose.

“Prima di tutto, ero ricercato. Avevo rubato il TARDIS e sono scappato, per i Signori del Tempo ero un ladro e un traditore.” rispose, finalmente, quindi si girò per guardarla negli occhi “E secondo, ti ricordi cosa ti dissi una volta? Lei, o tu, o chiunque altro, potete passare la vostra vita con me, ma io non potrei mai fare lo stesso. Io non muoio, mi rigenero. Non credere che sia stato facile… non è mai facile.”

Rose lo fissò, senza sapere che dire. Il Dottore sostenne il suo sguardo, serio, per poi cambiare improvvisamente espressione, sorridendo orgoglioso.

“Ma guardati, Rose Tyler! Ti ho lasciato che eri solo una ragazzina, e ti ritrovo giovane donna e futura madre!” esclamò.

“Futura madre in un mondo in frantumi…” completò lei, abbassando lo sguardo e sfiorandosi la pancia “Quando è iniziato tutto, è stata la prima volta che ho visto John tentennare.” continuò “Lui era sempre stato l’esperto, sicuro di sé, per questo lo amo, ma quando sono arrivati gli Osservatori e hanno compiuto quel massacro…” si asciugò una lacrima “non sapeva più che fare, le sue sicurezze erano state infrante. Abbiamo combattuto, ma poi io sono rimasta incinta…” si fermò, presa da un’improvvisa crisi di pianto “Dottore, io non voglio che mio figlio cresca in un mondo dominato dagli Osservatori…” concluse “in molti hanno perso la speranza, ormai.”

Il Dottore la strinse, cercando di farla calmare.

“C’è sempre una speranza, Rose. Ora sono qui io, vi aiuterò.”

Rose non rispose, continuando a piangere disperata. John era entrato e li guardava a distanza; il Dottore lo guardò e gli fece cenno di avvicinarsi.

“Portala in camera e falla calmare.” disse “Non lasciarla sola per nessun motivo, lei ha bisogno di te.” Gli consigliò.

   
 
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