Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Delirious Rose    29/03/2007    5 recensioni
All'inizio di OotP, Ginny ed il suo boggart.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
.: Come quel giorno, come ogni notte :.


Come ogni venerdì pomeriggio, alle cinque e un quarto, sono diretta al San Mungos per la mia sessione settimanale di terapia di gruppo, ormai è più di un anno e mezzo che la seguo e devo dire che ci sono stati dei risultati: sono riuscita a superare la mia cotta per Harry; riesco a relazionarmi meglio con chi non appartiene alla mia famiglia; ma soprattutto adesso riesco ad accettare che non sono più la stessa persona di tre anni fa, che sono cambiata. La Ginny di un tempo morì quel maledetto giorno nella Camera dei Segreti e per tutto questo tempo mi sono attaccata al suo fantasma.
Da oggi inizieremo ad affrontare le nostre paure: il dottor Galenus Otis, per otto sedute consecutive, ci farà affrontare un boggart. Negli ultimi due giorni il Professor Lupin mi ha insegnato l'incantesimo e mi ha fatto fare un po’ di pratica: da quando ci siamo trasferiti nel Quartier Generale dell'Ordine della Fenice, la mamma, Fred, George, Ron, e io passiamo le nostre giornate a disinfestare la Casa dei Black; Sirius ha avuto un'idea geniale ad offrire la sua vecchia casa di famiglia, anche se è un posto alquanto lugubre e dobbiamo fare attenzione a non svegliare i ritratti -quello di sua madre strilla come un ossesso vomitando insulti. Questa mattina sono andata al Ministero con papà per ottenere l'autorizzazione per fare incantesimi fuori Hogwarts.

Io, Ms. Come-diavolo-si-chiama, bla bla bla, dell'ufficio Controllo della Magia Minorile, autorizzo Ms. Ginevra Molly Weasley, bla bla bla, ad eseguire l'incantesimo "Morpho Ridens" bla bla bla bla.

Mentre aspettavo nell'atrio, davanti alla fontana, ho visto Percy e anche lui mi ha vista, lo so perché mi stava venendo incontro: ho sbuffato e ho girato la testa, il naso in aria; scommetto che voleva cercare di tirarmi dalla sua parte, il traditore. E' davvero un idiota per bere tutte le baggianate che s’inventa il Ministro: come può credere ad un tizio che non vede altro che lo scintillio dei galloni che quel Death Eater di Lucius Malfoy gli passa regolarmente? Come può credere che Harry sia un bugiardo e Dumbledore un vecchio rincretinito? Come può credere che Voldemort sia morto quando è vivo e si prepara a scatenare una nuova guerra? Come può non credere a me, che sono sua sorella, quando dico che lui è tornato e che riprenderà i suoi vecchi piani e ucciderà tante, tantissime parsone. Che verrà a prendere me, che sono sua sorella. Come faccio a saperlo? Semplice, è lui stesso a dirmelo nei miei sogni, o meglio, incubi: ogni notte è sempre lo stesso incubo; prima il basilisco, poi il diario e poi lui.
“Ehi Ginny, stai bene?”
Tonks mi chiede vedendomi rabbrividire: lei è un'Auror ed un membro dell'Ordine; giacché nessuno dei miei mi poteva accompagnare oggi, lei si è gentilmente offerta di scortarmi. E' davvero una persona simpatica e divertente: oggi ha i capelli di un rosso acceso e una cascata di lentiggini. A prima vista sembrerebbe una Weasley, ma è solo un camuffamento: a San Mungos potrebbero insospettirsi vedendomi arrivare con un estraneo.
“Sto bene, grazie. Sono solo un po’ spaventata.”
“Beh, l'importante è che ricordi le istruzioni di Remus: prima di lanciare l'incantesimo, devi decidere in che modo prenderti gioco della tua paura.”
Come se fosse semplice! Il basilisco e il diario non sarebbero un problema: il primo potrei farlo diventare cieco e fargli cadere i denti; mentre il diario potrebbe diventare una copia del libro preferito di Fred e George oppure di Passionate Trousers –Tom odiava quel genere di racconto. Ma il problema è Tom: in che modo potrei renderlo ridicolo? Non ho chiuso occhio per due notti, ma non ho trovato niente. Spero che la seduta termini prima che arrivi il mio turno, non so cosa potrebbe accadere se mi trovassi davanti quello che consideravo il mio più caro e fidato amico.

Arriviamo all'ospedale e raggiungiamo la stanza dove trascorro un'ora ogni venerdì: c'è già qualcuno e il dottor Otis ci viene incontro con il suo solito, largo sorriso.
“Mio zio mi ha detto di consegnarle questo,” dice Tonks porgendo l'autorizzazione allo psicanalista. “Verrò a prenderti fra un'ora Ginny, ok?”
Le sorrido, poi entro e saluto gli altri: sono la più piccola del gruppo e per questo tutti mi coccolano un po’. Quando ci siamo tutti, il dottor Otis ci spiega lo scopo di questa serie di sedute: alla fine dovremmo essere in grado di controllare le nostre paure; poi porta un vecchio baule davanti al semicerchio di sedie e inizia a chiamarci. Non bado alla forma che il boggart assume davanti agli altri o in che modo è ridicolizzato, penso a come potrei rendere ridicola la versione adolescente del Signore Oscuro e a sperare che l'ora di terapia sia finita prima che arrivi il mio turno.
“Ginny, ora tocca a te: prendi un respiro profondo, immagina la cosa che più ti spaventa con un aspetto buffo e quando apro il baule lancia l'incantesimo. L'incantesimo è Ridikkulus, è nel programma ministeriale del terzo anno ma noi sappiamo che tu puoi farcela.” Il dottor Otis sa come farci sentire meglio, è davvero bravo. 
Faccio un po’ di pratica ripetendo a mezzavoce l'incantesimo, poi prendo un respiro profondo e annuisco: il dottore apre il baule. All’inizio non si capisce bene che forma abbia il boggart, è solo una massa di fumo o nebbia che prende forma e sostanza, assumendo l'aspetto di un bel prefect Slytherin. 
Sono come paralizzata dal terrore: esattamente come nei miei incubi, Tom è davanti a me, un sorriso malefico sulle sue belle labbra carnose, gli occhi di un verde mielato affamati. Registro appena il rumore della mia bacchetta che cade sul pavimento. Come nei miei incubi, Tom avanza verso di me mentre io ritrovo lo stesso misto di paura, sfiducia, odio, affetto e piacere che provai quel giorno e ogni notte -paura della morte imminente; sfiducia causata dal tradimento subito; odio per me stessa, per essere stata così stupida da credere alle sue belle parole; affetto che nonostante quello che mi aveva fatto provavo e provo ancora per lui; e un insano piacere nel pregustare il suo abbraccio, il suo bacio con cui allora sentenziò la mia condanna a morte e adesso annuncia il mio futuro. Come nella Camera dei Segreti, come nel mio incubo, Tom posa una mano sul mio fianco e con l'altra accarezza la mia guancia chinando la testa sulla mia, le sue labbra sfiorano le mie. E proprio come quel giorno, proprio come ogni notte, sento la paura spronarmi a scappare e il piacere anticipatore del suo tocco apportatore di morte: sento le ginocchia farsi molli, voglio svegliarmi ma questo non è un incubo e il piacere è tangibile.
Le parole di allora.
“Davvero credevi fosse così facile sbarazzarsi di me, Ginevra mio bocciolo di rosa? Sai che adesso la tua vita appartiene a me.”
Le parole di adesso.
“Verrò per te molto, molto presto, Ginevra mio bocciolo di rosa: e né Potter né nessun altro potrà salvarti.”
E come nella Camera dei Segreti, come nei miei incubi, Tom mi bacia, mentre dentro di me urlo di paura e piacere, proprio come quel giorno, proprio come ogni notte.
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Delirious Rose