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Autore: kymyit    12/09/2012    2 recensioni
In seguito alla morte di Kurt, Logan ha tentato di andare avanti, di non vanificare ciò per cui questi si è sacrificato, ma quando la tomba di Nightcrawler viene violata, la rabbia l'acceca, e finché non scopre chi è il colpevole di un tale indegno crimine Wolverine non si da pace.
Bisogna aver fede e col tocco di un angelo forse...
-Perciò l’elfo è diventato uno zombie adesso?-
-Non sono in vena di scherzare Wade.-
-Io non sto scherzando, sai quanto è difficile per quelli come noi restare morti per più di una decina di numeri?-
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Logan/Wolverine, Nightcrawler/Kurt Wagner, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Logan!-
-Non adesso Bobby!-
Bobby avrebbe voluto davvero non dover fermare un Logan furibondo, ma non poteva fare altrimenti. Anche perché dire furibondo è dir poco. Logan era stravolto, non ragionava, non spiccicava più di tre parole e tutte le sue frasi terminavano con un minaccioso punto esclamativo. C’era da rischiare la vita solo ad osare stargli tre passi indietro, ma doveva impedirgli di lasciare la scuola. Doveva costringerlo a riflettere.
-Logan, Logan, accidenti fermati!- esclamò parandosi coraggiosamente di fronte a lui, supportato dalla presenza di Hank e Rogue che si pararono di fronte all’uscita.
-Logan, calmati ti prego…- tentò di farlo desistere Rogue -Non stai dando il buon esempio agli studenti…-
Il preside della Jean Grey School for Higher Learning si voltò appena per incrociare gli sguardi preoccupati di alcuni studenti e quelli divertiti di altri, uno fra tutti Quentin Quire, ma sarebbe stato strano il contrario.
-Non dovrebbe esserci lezione adesso?-
-Le tue imprecazioni hanno riversato nel corridoio l’intera scolaresca.- rispose ancora Rogue -Adesso calmati.-
-Non posso calmarmi, Rogue! Hanno profanato la tomba dell’elfo, a te questo non fa incazzare?!-
Gli altri X-men si guardarono fra loro con occhi mesti. Sì, certo che provavano dolore, ma dovevano sopravvivere, andare avanti, mostrarsi forti. Logan sotto la sua scorza d’adamantio era quello col cuore ridotto in pezzi più piccoli e impossibili da rimettere insieme. E quando pareva aver trovato un po’ di pace pareva che il mondo gli venisse a ricordare che lui non poteva tirare un sospiro di sollievo, che ciò che di buono aveva l’aveva perduto per sempre e giaceva metri e metri sottoterra. E marciva ogni giorno di più, cenere alla cenere, polvere alla polvere, di terra è fatto l’uomo e in essa tornerà. Nightcrawler era un uomo, un po’ più azzurro del normale e con un buffo accento tedesco, un diavolo con modi da santarellino e un corpo snello e leggero d’acrobata, spariva in sbuffi di zolfo e ti compariva alle spalle giocoso o benevolo, per prenderti in giro fraternamente o per salvarti la pelle. Lui aveva salvaguardato il loro futuro senza curarsi della propria esistenza e se n’era andato lasciandoli con fra le mani solo la speranza della razza mutante.
Hope.
Logan non era il tipo da illudersi, ma alle volte ci sperava che tutto fosse un tremendo sogno e da quando era comparso quell’altro Kurt, non sapeva più dove battere la testa. Perché era Kurt, ma non era lui. Non sorrideva come lui, era sarcastico, scorbutico, esibizionista, con fastidiose manie omicide e odiava essere chiamato elfo. Logan doveva tenere a freno i propri istinti per non tradire l’amata memoria con quell’immagine parallela e cupa. Grazie al caratteraccio di quell’altro riusciva a trattenersi, ma se un giorno avesse ceduto? Le missioni lo tenevano ben distante da lui, nello sguainare le sue lame d’adamantio aveva ben altro in testa che tentare approcci poco casti con l’elfo mestruato.
-Ascolta, agire così non servirà a nulla, dobbiamo indagare e lo faremo, datti una calmata.- lo ammonì Hank e Logan annuì stringendo i pugni.
-Va bene.- rispose a denti stretti e seguì gli altri all’esterno, si lasciò guidare, non tentò pazzie come seguire un profanatore di tombe di cui non conosceva neppure il volto, avrebbe solo sprecato tempo. Chiunque fosse stato l’avrebbe cacciato e costretto a restituire il maltolto anche con i pugni se avesse potuto.


-Perciò l’elfo è diventato uno zombie adesso?-
-Non sono in vena di scherzare Wade.-
-Io non sto scherzando, sai quanto è difficile per quelli come noi restare morti per più di una decina di numeri?-
-Una decina di cosa? Quelli come noi?-
-Sapessi come gira il mondo prenderesti le cose più alla leggera. Secondo me sta per arrivare uno di quei colpi di scena col botto, spero si pianga da morire, amo le scene toccanti.-
Logan mandò giù il whisky d’un sorso, il ghiaccio tintinnò sul fondo del bicchiere, il liquido alcolico gli bruciò la gola e per un attimo il suo cervello si spense. Dolce momento.
Quando riaprì gli occhi, Wade continuava a farneticare di cose che capiva solo lui. Quanto lo invidiava a volte, sembrava uno che ha davvero capito tutto della vita, non un idiota patentato che canta sotto la doccia “I was made for loving you” con una cuffietta di plastica rosa in testa e la spazzola a mo’ di microfono.
L’occhio gli cadde sulla notizia dell’infermità mentale di Warren Worthington sul Dayle Bugle. A quanto pareva la foto delle sue chiappe aveva fatto il giro del mondo in pochi minuti.
“Un angelo riporta un cane in vita.”
Logan rilesse il titolo su Globe altre due volte per assimilare il concetto, poi saltò in piedi.


La consapevolezza gli aveva illuminato la mente come uno strale divino, anche se solo per un attimo aveva capito, poi si era posto delle domande, poi aveva capito ancora.
Non c’erano tracce perché lui non aveva bisogno di lasciarne. Volava! Logan bussò alla porta della sua stanza con inaudita violenza, avrebbe potuto buttarla giù, ma non era poi così lucido da pensare a cosa fare, la sua mente era confusa fra la rabbia e la speranza e le sue mani picchiavano e picchiavano e picchiavano con insistenza feroce e frustrata.
-Warren aprì la porta!- sbottò furibondo, non si accorse di chi usciva dalle stanze alla spicciolata per scoprire chi diavolo era a fare tutto quel casino. Non si accorse di nulla e di nessuno, sentiva una voce, un vocio sommesso, un accento familiare. Era solo un soffio leggero, confuso, la sua immaginazione lo stava prendendo per i fondelli, quel whisky era davvero scadente. Sfondò la porta con un calcio.
-Warren!- ruggì.
Poi lo vide.
Warren si alzò piano, gli occhi illuminati dalla consapevolezza di aver agito per il bene, in nome della divina bontà. Un sorriso idiota il suo e Logan avrebbe voluto spaccarglielo. Avrebbe voluto afferrarlo per le ali e sbatterlo fuori dalla finestra come un tappeto piumato, farlo volare a calci in culo su fino alla luna! “Non sei un moccioso Warren! Non sei neppure un Angelo, ti si è solo rincretinito il cervello, ma adesso ti faccio tornare io la memoria, non si scherza coi morti. Non sei un angelo vero, Warren, non lo sei!”
Il concetto confuso gli sfiorò appena la soglia del pensiero che Logan si precipitò oltre Warren, sul suo letto, sulla sagoma scura che respirava con leggero affanno.
-Oh mio… elfo?-
La sagoma scura sorrise e annuì appena.
-Ciao Logan.- rispose con voce roca. L’altro crollò davanti a lui, incapace di credere a quanto gli si era manifestato, e cavolo, lui era un duro, davvero un duro, ma le lacrime gli sfuggirono dagli occhi, le braccia s’avvolsero intorno al corpo minuto dell’altro e lo strinse con forza a se. Era vero, meravigliosamente vero.
-Elfo…- disse piano. Kurt ricambiò l’abbraccio con calore.
-Logan.-
Cercò le sue labbra, le assaporò. La sua pelle scura e calda, la sua coda agitata per l’imbarazzo, la timidezza dei suoi tocchi leggeri.
-Ma come… com’è possibile?- domandò fra i singhiozzi mentre un imbarazzato Bobby trascinava fuori dalla stanza un compiaciuto Warren e chiuse la porta alla scolaresca, isolando i due nel loro idilliaco angolo di paradiso.
-E’ stato Warren…- spiegò Kurt, sottovoce -Qualche giorno fa… non ero in buone condizioni, non potevo mostrarmi subito. Sarebbe stato uno spettacolo disgustoso.-
-Comincio a pensare che Wade abbia qualche strano potere di preveggenza…- commentò Logan, sorridendo appena.
-Lui non ricorda davvero nulla?- domandò poi, mestamente, Kurt.
-Warren? No, ora è convinto di essere un altro. Un angelo…- Logan sospirò profondamente. Stava davvero abbracciando il suo Kurt? Non è che forse Wade e quell’altro elfo mestruato si erano misteriosamente messi d’accordo per giocargli qualche scherzo idiota?
-Sono sicuro che presto tornerà.- disse Kurt -Non tutto il male viene per nuocere… Logan, abbi fede.-
-Non riniziare con le ramanzine…- Logan si asciugò una lacrima col dorso della mano. Accidenti se non era lui. Era lui davvero! -Ma hai ragione, non tutto il male viene per nuocere…-
Aveva temuto con tutto il cuore di non svegliarsi da quell’incubo terrificante, aveva lottato con tutto se stesso per andare avanti e poi il miracolo. Logan rimase sdraiato accanto al corpo di Kurt, stringendolo possessivamente a sé, nel timore di svegliarsi il mattino dopo e scoprire di aver solo sognato, di averlo perso di nuovo. Se fosse stato solo un meraviglioso sogno, non sarebbe sopravvissuto alla realtà.



Ma non era un sogno.



Note: Ok, ho appena finito di leggere il volume di questo mese di Wolverine e gli X-men, mi sono fatta un bel po' di teorie e mi appresto a sfogliare Deadpool... altro? Ascolto Never gonna be alone dei Nickelback, il che la dice lunga su sta cosa qua sopra. Grazie per aver letto, incrociate le ditine nella speranza che quel Warren rinco... angelico e benevolo, bello come il sole, ecc ecc... non serva solo a divertirci con spogliarelli davanti ai suoi uffici e che Bobby non schiatti prima cercando di tenerlo a bada.
Bacioni figlioli! ^^

   
 
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