Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: DaughterOfDawn    13/09/2012    4 recensioni
Ogni mille anni sulla terra compare un tipo particolare di anima per ottenere la quale sia i demoni che gli shinigami sono disposti a fare di tutto.
Kyler aveva una vita forse un po’ diversa da quella dei molti, ma comunque niente di particolare. Almeno fino a quando non si troverà coinvolto in una contesa tra la sua nuova guardia del corpo, un ragazzino dagli inquietanti occhi cremisi comparso dal nulla, e due tizi non meno strani, uno dai capelli rosso fuoco, scatenato e vestito quasi come una donna, l’altro moro, sempre gelido e controllato, che sembrano determinati a rapirlo. E la sua “guardia del corpo” sembra conoscere molto bene uno dei due, con il quale ha un certo conto in sospeso…
[Ambientata nei due anni che precedono l’inizio del manga. Possibile OOC (io ci provo a tenere i personaggi, ma non è detto che ci riesca!), shonen-ai (WillxGrell / OCxOC)].
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Tieniti stretto la tua volontà”. Quelle parole rimbombarono nella testa di Zachary mentre lui si metteva in posizione d’attacco, lo sguardo fisso sul quello che era da secoli il carceriere della libertà. Suo fratello la faceva facile, lui non si era mai ritrovato sotto l’influsso di quel bastardo e non poteva neanche lontanamente comprendere che cosa significasse avere quegli occhi ardenti puntati addosso. Occhi che lo smembravano, che gli penetravano dentro, più a fondo di quanto lui stesso fosse mai andato. Però su una cosa non poteva dargli torto: era stato lui a cacciarsi in quel guaio e lui doveva tirarsi fuori. Poi sarebbe andato da suo fratello e gli avrebbe sbattuto in faccia il fatto che anche lui sapeva, a modo suo, cavarsela da solo, che era in grado di farsi carico delle sue responsabilità. E allora anche l’altro avrebbe dovuto riconoscere che lui non era più solo un ragazzino pestifero e sconsiderato. Se si comportava come tale era per personale e consapevole scelta.
Squadrò attento la figura di Gremory, il quale teneva a sua volta gli occhi fissi su di lui ignorando gli shinigami. Non gliene fregava nulla dei due dei della morte, non ci voleva molto a capirlo. Per il suo “capo” quella era una faccenda privata tra loro due, esattamente come lo era stata decenni prima all’Inferno. Da ciò poteva dedurre che si sarebbe innanzitutto occupato di quelle che per lui erano solo delle seccature indesiderate per poi potersi dedicare tranquillamente al suo obiettivo. Gremory di sicuro sapeva che lui aveva capito cosa voleva fare, eppure il ghigno che stazionava sul viso dell’altro demone non gli piaceva per nulla. Aveva di certo in mente qualche brutto tiro per prenderli alla sprovvista. Il suo sguardo si spostò sui suoi due imprevisti alleati, un po’ preoccupato.
“State attenti, non è un avversario facile. Ed è molto peggio di quello che sembra” fece, anche se il suo tono suonò contrariato. Odiava riconoscere la forza del suo “superiore”, ma sapeva che non farlo sarebbe stato da stupidi. “Guardatevi sempre le spalle. Ama giocare sporco”.
Fantastico! Ora sì che mi sento molto più pronto ad affrontarlo” borbottò sarcastico Grell. Quella era forse la prima volta in tutta la sua “carriera” che si trovava costretto a prendere un combattimento sul serio perché rischiava di rimetterci la pelle. E sinceramente sperava che fosse l’ultimo. Lanciò un’occhiata al suo capo. Doveva ammettere che avere di fianco William lo rassicurava. Era certo che non avrebbe permesso che a qualcuno di loro accadesse qualcosa di troppo brutto. Era uno che teneva ai suoi uomini, sebbene non lo desse a vedere. E in quel momento sia lui sia i due mocciosi potevano essere etichettati come tali. In qualche modo li avrebbe protetti dal peggio. “La prossima volta scegliti un boss più tranquillo da far incazzare, Zack-chan! Ma per questa volta vedremo di aiutarti a salvare la pelle, visto che ci sono poche alternative!”.
“Saprò sdebitarmi, Grell” rispose il demone, regalandogli l’ombra di un ghigno. “Non avrei mai voluto cacciarvi in questo guaio”.
“Ormai lo hai fatto, moccioso, quindi vedi di chiudere la bocca e di concentrati. E lo stesso vale per te, Sutcliff” si intromise William, fulminando entrambi con lo sguardo. “Basta chiacchiere, stiamo facendo spazientire il nostro ospite”.
“Esatto, shinigami. E Zack sa bene che non sono famoso per la mia pazienza” fece Gremory con un ghigno da squalo. Ormai era a pochi metri da loro e li guardava con l’aria di chi sa già di avere la vittoria in pugno. “Quindi vediamo di sbrigarci, ho altri affari che ho dovuto lasciare in sospeso per prendermi cura del mio sottoposto preferito”.
Zachary digrignò i denti a quelle parole. Sempre a sfottere, quel dannato. Quanto lo odiava. Ma ora gliel’avrebbe fatta pagare una volta per tutte. “E sia. Visto che sei tanto ansioso iniziamo pure! Anche io ho delle faccende da portare a termine una volta che mi sarò liberato della tua bella faccia!”. Sollevò gli artigli. “Siamo alla resa dei conti, Gremory! O tu o io!”. E senza attendere oltre si lanciò sul loro avversario, che però parò in tutta calma i suoi attacchi, senza mai smettere di sorridere divertito.
“Ah, Zack, non cambi proprio mai!” lo prese in giro l’altro demone, respingendo le sue unghie con le proprie. “Troppo facile. Stesso stile, stessi attacchi…”. I suoi occhi si illuminarono, mentre gli spezzava la guardia. “…E stessi punti deboli!”.
Ma invece di sentire i propri artigli affondare nella carne di Zack avvertì le dita di quest’ultimo bloccargli il polso e scansarlo. Gremory si lasciò sfuggire una smorfia sorpresa mentre i due si separarono, il suo sguardo irritato che incontrava inevitabilmente il ghigno canzonatorio dell’altro demone. Dannazione, quel moccioso lo aveva preso in giro. A quanto pareva in quegli anni aveva lavorato sulle sue lacune e il risultato non era niente male. Peccato che si trovasse costretto a doversene liberare, era raro trovare sottoposti tanto in gamba. Ma la cosa non lo sorprendeva, sapendo di chi era fratello. Proprio il fatto che era così sveglio, però, rappresentava un altro motivo per cui doveva assolutamente sbarazzarsi di quella peste. Si faceva troppi pochi problemi a sfidare la sua autorità e in più rischiava di diventare abbastanza forte da potersi sottrarre ad essa. E lui non poteva permetterlo, quel genere di comportamento era contagioso. Aveva un posto nella gerarchia infernale e una reputazione che doveva difendere.
“Sorpreso, Gremory?” lo provocò Zachary con un sorriso spavaldo, anche se non era neanche lontanamente sicuro come cercava di mostrarsi. “Non ti conviene sottovalutarmi. Non puoi immaginare da quanto preparo il momento in cui avrei avuto la possibilità di liberarmi di te!”.
“Lo immagino eccome, Zack…Peccato che non arriverà mai!” rispose lui per nulla impressionato e si scagliò sull’altro senza attendere oltre. Quel moccioso si permetteva anche di provocarlo? Ora gli avrebbe insegnato a moderare le parole. Avrebbe voluto giocare ancora un po’ con lui, ma a quanto pareva era più urgente ricordargli con chi aveva a che fare. Gli avrebbe strappato la volontà con una tale violenza che non si sarebbe più rialzato. E lui non si sarebbe dovuto sporcare le mani con quegli shinigami.
Zack lo schivò a stento e fu costretto a rimettersi immediatamente sulla difensiva perché l’altro gli fu subito addosso di nuovo. I suoi attacchi erano decisamente più violenti e veloci di quello che ricordava. Forse perché l’altra volta Gremory non lo aveva preso sul serio come stava facendo in quel momento. E la cosa non gli piaceva per nulla.
Un colpo lo raggiunse in pieno stomaco senza quasi che lui potesse vederlo, strappandolo ai suoi pensieri e spedendolo a terra con un tonfo sordo. Un gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra. Aveva evitato per un soffio di essere trapassato da parte a parte, ma aveva lo stesso risentito dell’impatto. Non poteva permettersi distrazioni di alcun genere, nemmeno per un secondo. Sollevò lo sguardo appena in tempo per ritrovarsi il sul “capo” quasi addosso e fu costretto a rotolare su un fianco per schivare le sue lame avvelenate. Dannazione, era troppo veloce. Non gli dava neanche il tempo di pensare a come difendersi.
Scattò in piedi, ma non ebbe la possibilità di recuperare l’equilibrio perché gli artigli di Gremory arrivarono a pochi millimetri da suo viso. Lui li schivò con un balzo all’indietro, senza però riuscire ad evitare di cadere nuovamente al suolo. Il suo “capo” non perse tempo e scattò in avanti, pronto ad approfittare della sua guardia aperta. Gli occhi di Zachary si fissarono sulle lame che si avvicinavano al suo petto quasi al rallentatore. Vedeva i bagliori delle luci del porto percorrerle lentamente, quasi le affilassero con cura in modo che potessero infliggergli il massimo dolore. Una voce, probabilmente quella di Kyler, stava urlando il suo nome, ma lui non riusciva a liberarsi da quella stasi irreale. Era come paralizzato, il suo corpo si rifiutava di muoversi, combattuto tra istinto di sopravvivenza e terrore.
Ma il colpo non arrivò mai a destinazione perché all’improvviso una mano lo afferrò da dietro per il colletto della giubba, spostandolo fuori dalla traiettoria del suo avversario all’ultimo momento. Il mondo riprese a scorrere a velocità normale e lui si ritrovò a rotolare sul pavimento sporco alle spalle di William. Lo shinigami lo aveva letteralmente lanciato da parte, bloccando al tempo stesso l’attacco di Gremory con la su falce. Quest’ultimo rivolse al moro uno sguardo carico d’odio, che lui ricambiò con un altro gelido.
“Ci siamo anche noi nello scontro, demone” lo apostrofò, sprezzante. “Vedi di non dimenticarlo”. Poi si rivolse a Zack che lo guardava con gli occhi sgranati, ancora impegnato a cercare di capire quello che era appena successo: “Mi sembrava di averti detto di restare concentrato, idiota di un moccioso. Devi saldare il tuo conto con me prima di farti ammazzare”.
La creatura infernale parve finalmente riscuotersi e gli rivolse un ghignetto furbo. “Oh, sì! Però mi sa che rincarerò la dose rispetto all’altra volta nel nostro prossimo scontro!”.
William lo fulminò con lo sguardo. “Questo è tutto da vedere. Per il momento, mi devi già due favori. Non credere che mi diverta a salvare di continuo una pesta demoniaca come te” gli fece notare. “Se non ci fosse nulla tra noi ti avrei già lasciato morire. Non dimenticarlo”.
L’altro non rispose, ma dalla sua espressione divertita si intuiva benissimo che non credeva a una sola parola di quello che lui aveva detto. Lo shinigami tornò a voltarsi, vagamente irritato da quel comportamento impertinente, ma non poteva negare a sé stesso che, conto in sospeso o no, lui non avrebbe permesso a Gremory di uccidere Zachary, non in quel momento almeno. Se si fosse trattato di un qualsiasi altro demone non gliene sarebbe fregato molto. Ma Zack li aveva invitati ad andarsene e avrebbe trattenuto il suo “capo” e forse sarebbe anche arrivato a consegnare loro l’umano se fosse stato necessario per convincerli a mettersi in salvo. Inoltre si era sempre rifiutato di uccidere o ferire gravemente gli shinigami che gli davano la caccia, anche quando questi ultimi si erano dimostrati pronti a prendersi la sua vita. No, quel mocciosetto non meritava di essere trattato come un bastardo infernale qualunque, era decisamente un caso anomalo tra i suoi simili. Si era dimostrato un avversario leale e rispettoso, nonostante tutti i suoi giochini irritanti, e come tale lui lo avrebbe trattato, soprattutto ora che avevano un nemico comune.
“Tu, demone. Ascoltami bene. Temo che tu non abbia ben capito come stanno le cose qui quindi mi vedo costretto a chiarirle nuovamente” fece freddo, rivolto a Gremory. “Il mio nome è William T. Spears e sono stato mandato qui per recuperare l’anima di Kyler Bysse ed eliminare chiunque minacci la buona riuscita della missione. E tu lo stai facendo. Ragione per cui, secondo i miei ordini, io e il mio sottoposto abbiamo il dovere di eliminarti”. Si sistemò gli occhiali. “Non mi importa quanto tu possa essere forte, quali questioni tu abbia in sospeso con Zachary e se tu non hai intenzione di calcolarci nei tuoi piani. Io ho una missione da compiere e non sarà di certo una creatura immonda come te ad impedirmi di farlo. Quindi ci terrei a ricordarti che tra i tuoi avversari ci sono anche io”.
“E non dimenticarti della sottoscritta! Mi avete ignorato tutti fino ad adesso ed è una cosa che non posso sopportare! Uomini, tutti ugualmente maleducati!” esclamò con foga Grell comparendo senza preavviso al fianco del suo superiore. Aveva osservato lo scontro tra i due demoni tenendosi un po’ in disparte e quello che aveva visto non gli era piaciuto proprio per nulla. Gremory era anche più forte di quello che aveva pensato. Ma non poteva lasciarsi spaventare. Era la sua occasione per rimediare a tutti i guai che aveva combinato durante quella missione. Certo, ci sarebbe stato un bagno di sangue durante quel combattimento, ma in fondo quello era il suo campo. E poi la decisione che Will aveva dimostrato lo aveva riscosso dallo stato d’ansia in cui era caduto quando il loro avversario si era rivelato loro. Non poteva certo permettere che un simile cafone, per quanto affascinante, gli mettesse i piedi in testa senza neanche rivolgergli uno sguardo. “Zack-chan è impegnato con noi, quindi dovresti metterti in coda! Ma, dal momento che da quanto ho capito non ti va proprio di aspettare, dovremmo eliminare prima te e poi separare i due piccioncini qui presenti!”.
Zachary non poté trattenere un sorrisetto, gli occhi fissi sulle schiene dei suoi due avversari e ora improbabili protettori. Perché, che i due se ne rendessero conto o meno, in quel momento stavano facendo la stessa cosa che suo fratello aveva fatto nelle lande infernali quasi un secolo prima: lo stavano difendendo dall’ira del suo “capo”, mettendo a rischio la loro incolumintà per lui. Da un lato ciò gli dava fastidio e lo frustrava perché gli dimostrava che da solo non poteva ancora nulla contro l’altro demone, ma dall’altro gli ridava carica e determinazione. Balzò in piedi e affiancò i due. Doveva sconfiggere Gremory anche per ricambiare la fiducia che gli shinigami gli stavano implicitamente concedendo. Avrebbe fatto di tutto per impedire a quel bastardo di toccare loro o Kyler.
Gremory ringhiò, indispettito. A quanto pare le due seccature avevano deciso di infastidirlo con tutti i mezzi che avevano a disposizione. Gli sarebbe toccato gestire lo scontro su tre fronti al tempo stesso. Un ghigno da squalo gli si aprì sul volto. Quella situazione incresciosa non sarebbe durata per molto. Doveva solo riuscire a mettere le mani sul suo caro Zack e poi si sarebbe potuto divertire sul serio.
“E sia, shinigami. Visto che ci tenete tanto a morire, fatevi pure avanti. Sono curioso di vedere quanto a lungo durerete” li invitò provocatorio spalancando le braccia. “Vi aspetto!”.
I due non se lo fecero ripetere e scattarono in avanti, le death scythe sollevate e pronte a colpire. Ma com’era successo per Zachary, anche i loro colpi andarono ripetutamente ad infrangersi sugli artigli affilati di Gremory, il quale riusciva invece a contrattaccare e un paio di volte arrivò a stracciare le giacche dei suoi due avversari.
Zack osservava i tre combattere, cercando uno spiraglio nella guardia del suo “superiore”, ma senza successo. Gremory faceva in modo che tra loro due ci fosse sempre uno dei degli shinigami sapendo che lui non avrebbe mai attaccato in quel caso perché avrebbe rischiato di colpirlo. Imprecò tra i denti, fremente di rabbia. Quel bastardo lo aveva tagliato fuori. E la cosa peggiore era che non capiva a che cosa mirasse. Stava solo giocando con i due dei della morte, lo si vedeva benissimo. I suoi colpi erano poco potenti e mai miravano ad essere letali, perdeva un sacco di occasioni per infilarsi nella loro guardia. Era come se stesse cercando di spazientirlo, in modo da deconcentrarlo. Doveva dedurre che era lui il vero bersaglio di quella messa in scena? O forse era un modo per prendere di sorpresa Will e Grell in modo da eliminarli in un colpo?
“Zack!”. La voce di Kyler lo distolse dai suoi pensieri. Il ragazzo aveva lasciato il suo rifugio dietro le casse e si era precipitato al suo fianco, la preoccupazione e la tensione dipinte sul volto.
“Kyler! Che diamine fai?! Torna immediatamente al riparo!” ordinò lui, lanciando uno sguardo preoccupato allo scontro. Ci mancava solo che l’umano rimanesse coinvolto. “È pericoloso!”.
“Stai bene?!” domandò il suo protetto, ignorandolo e studiando i graffi che ricoprivano il corpo del suo protettore. Alcuni di essi erano abbastanza profondi e sanguinavano abbondantemente. Lo afferrò per un braccio, gli occhi viola che scintillavano. “Dannazione, se non era per William quello ti avrebbe ammazzato! Mi hai fatto una promessa, ricordi?”.
“Certo che me lo ricordo! Sono un demone d’onore io!” esclamò la creatura infernale, scostandolo. “Non è il momento, Kyler. Ne parleremo quando sarà finita, va bene? Ora torna dietro le casse prima che Gremory decida di farci qualche brutto scherzo”.
“Ma io voglio aiutarti!” protestò Kyler con forza scuotendo il capo.
“Hai un’idea per caso?”.
“Non ancora, ma…”.
“E allora torna dov’eri e stai lontano!” tagliò corto Zachary, duro. “Mi saresti solo d’intralcio, quante volte te lo devo dire?!”.
“Sei ferito! Stai sanguinando e non poco!” gli fece notare il ragazzo, per nulla disposto ad arrendersi. Allungò una mano per pulire un rivolo di sangue che scendeva dalla guancia dell’altro. “Non puoi…”.
“Non posso cosa? Andare avanti a combattere? Non lascio i due shinigami a vedersela con i miei problemi, va bene? Perché questo casino è solo colpa mia! Se io avessi ascoltato mio fratello adesso tu e loro non stareste rischiando la vita a causa dell’attacco di quel mostro!” esplose a quel punto il demone, esasperato. Capiva che Kyler fosse preoccupato per lui, ma se voleva rispettare il loro patto doveva tenerlo lontano da Gremory ad ogni costo. Sospirò. “Kyler…Sto bene” riprese con un tono un po’ più dolce. “Sono solo graffi. Non sono un umano, non scordarlo. Sono di gran lunga più resistente. La guarigione è un po’ lenta solo per via del veleno, ma non è nulla che io non possa sopportare”. Gli appoggiò le mani sulle spalle. “Non morirò, ok?”.
Il ragazzo con gli occhi viola annuì, anche se non senza tentennamenti. Si sentiva di nuovo inutile. Era mai possibile che non ci fosse qualcosa che potesse fare? “Zack, io…”.
“Zachary! Dietro di te!”.
I due si voltarono, presi alla sprovvista dall’urlo di avvertimento di William. Gremory aveva colpito Grell con un calcio, spedendolo lontano e, dopo aver tentato di aggredire anche il moro che però si era prontamente scansato ricevendo solo un graffio superficiale al braccio, si era scagliato nella direzione dei due ragazzi. Zack spinse prontamente Kyler di lato, schiavando l’attacco improvviso, ma nel farlo finì addosso al suo protetto che lo aveva istintivamente afferrato per il polso, trascinandolo a terra con sé. Ecco a cosa puntava il bastardo. Non si era sbagliato, era lui il suo vero bersaglio. Si era distratto un attimo di troppo.
La creatura infernale si voltò immediatamente a fronteggiare la minaccia, trovando il suo “capo” a pochi metri da loro, di nuovo impegnato con William che aveva approfittato dell’attimo di pausa per tornare alla carica. Scattò in piedi, furioso, non senza però lanciare un’occhiata al suo protetto per assicurarsi che stesse bene. L’altro demone aveva rischiato di colpire Kyler pur di arrivare a lui. L’avrebbe pagata cara. “Gremory!” gridò sollevando gli artigli. “Sono io il tuo avversario!”. E in un attimo si gettò tra i due combattenti.
Il suo “superiore” posò per un momento gli occhi su di lui, non aspettandosi una reazione così veloce, e questo permise a William di sfruttare la sua distrazione e di penetrare nella sua guardia. La lama della falce disegnò una linea in diagonale sul petto del demone, stracciando i vestiti e schizzando tutti e tre di sangue, mentre le pellicole dei cinematic record di Gremory si svolgevano proiettando immagini delle lande infernali e scene insanguinate tutto intorno. Quest’ultimo urlò di rabbia e anche di dolore, allontanandosi con un balzo dai due, un braccio stretto sulla ferita e l’espressione stravolta dall’odio. Come aveva osato quell’essere insignificante arrivare a sfregiarlo in quel modo? Ora l’avevano veramente fatto infuriare. Il tempo del gioco era finito, così come quello concesso alle loro miserevoli vite. I suoi occhi si spostarono velocemente dai suoi avversari a Kyler, che era rimasto a terra dove l’aveva lasciato Zachary. Un ghigno gli illuminò il viso. Perfetto.
Zachary capì al volo quello che stava per succedere e si mosse prima ancora che l’altro demone lo facesse e che William si sporgesse per afferrargli il braccio ed impedirgli di allontanarsi. In un secondo fu sopra il suo prottetto e l’attimo dopo il sangue tornò a spargersi nell’aria.
Kyler avvertì qualcosa di caldo e bagnato schizzargli il viso e subito dopo l’odore pungente raggiunse le sue narici, facendolo inorridire. Aveva sentito lo shinigami moro urlare qualcosa e immediatamente dopo il peso di Zack cadergli addosso. Poi il sangue sulla faccia e sui vestiti. Gli mancò il respiro. No. No, no, no. Sbatté le palpebre affannato cercando disperatamente di mettere a fuoco la scena. Avvertì le mani della sua guardia del corpo lasciare la presa sulle sue braccia e sopra di sé non ebbe più la giubba nera ma il cielo che preannunciava l’alba. Si mise a sedere di scatto, temendo di vedere ciò che sapeva essere successo. Davanti a lui Gremory era in piedi, l’espressione vittoriosa, e gli artigli tinti di cremisi. Dietro il demone i due dei della morte attoniti. Spostò lo sguardo alla sua sinistra. Zachary era accasciato al suo fianco in una pozza di sangue, le ferite aperte sia sul petto che sulla schiena, segno che era stato trapassato da parte a parte. Il ragazzo respinse a stento un’ondata di nausea che minacciò di farlo piegare in due.
“Zachary!” urlò disperato chinandosi sul suo protettore, le lacrime agli occhi. Era stato ferito per proteggere lui. Era solo colpa sua se era in quello stato, solo perché lui non aveva voluto starsene buono dietro quelle dannate casse. Cercò lo sguardo dell’altro. “Zack, di’ qualcosa, per favore! È colpa mia, è colpa mia!”.
Il demone alzò lentamente il capo che aveva tenuto chinato, fino ad incontrare gli occhi del ragazzo che congelò sul posto, mentre brividi di paura gli correvano lungo la schiena. Le iridi cremisi che si era trovato a fissare non erano quelle della creatura infernale che lo aveva trascinato in quella complicata avventura, ma erano diventati gelidi pozzi pieni di odio e assetati di sangue, gli stessi che aveva già intravisto alla sua villa prima che gli shinigami li separassero.
La creatura lo scansò e si rimise in piedi, incurante del sangue che continuava a perdere, spostando immediatamente lo sguardo su Gremory, il quale non seppe trattenere un sorrisetto compiaciuto.
“Ma bene, bene. Ora sì che ragioniamo” commentò quest’ultimo, divertito dall’espressione di orrore che si era dipinta sulla faccia di Will. “A quanto pare qui c’è qualcuno che conosce il mio segreto…Poco male, tanto morirete tutti. E non per mano mia! Ah, quando Zack tornerà in sé e vedrà che cosa ha fatto sarà completamente distrutto. E io potrò punirlo come si deve!”.
“Kyler, allontanati! Quello non è Zachary!” esclamò William, intuendo le intenzioni del loro nemico. “Ti ucciderà senza rimorsi se Gremory glielo ordinerà!”.
Quello gli sbarrò la strada con un braccio, impedendogli di avvicinarsi all’umano. “Buono, Spears. Ti conviene” lo minacciò gelido. Poi si rivolse al suo “sottoposto”: “Allora, Zack, perché non mi prendi quell’anima che ci serve tanto?”.
L’altro demone rimase a fissarlo per un attimo, poi tornò a guardare Kyler, ancora inginocchiato ai suoi piedi, sollevando gli artigli, pronto a colpire. Al ragazzo bastò uno sguardo per capire che il moro non aveva mentito. Chiunque fosse quell’essere non era lo Zack che conosceva e avrebbe eseguito gli ordini che gli venivano impartiti senza esitare. Quella creatura non conosceva la pietà, sarebbe rimasta sorda alle sue preghiere. Era una macchina per uccidere, priva di una volontà propria. I suoi occhi passarono dalle lame sospese su di lui agli occhi del demone. Non poteva credere che sarebbe finita così. E tutto solo per la sua imprudenza, perché aveva ceduto alla preoccupazione e all’istinto. In fondo se l’era cercata. Però quello che non poteva accettare era che poi anche gli altri tre avrebbero pagato cara quella sua bravata, come accadeva nella maggior parte dei casi. Non era giusto, non lo meritavano. Si costrinse a non distogliere lo sguardo anche se la tentazione di serrare gli occhi era forte. Avrebbe guardato in faccia la morte, per mantenere quel bricciolo di dignità che gli era rimasto, per dimostrare che neanche in quel momento estremo si sarebbe arreso.
Ma prima che il colpo potesse calare sul ragazzo, una massa rossa si gettò addosso a Zachary, allontanadolo da lui sotto gli occhi stupiti dei presenti. I due si rotolorano per terra lottando e alla fine Grell si rialzò, trattenendo a stento immobilizzato a terra il demone che si dibatteva furiosamente.
“Grell!” esclamò il ragazzo mentre un’ondata di sollievo lo invadeva suo malgrado.
“E bravo, Sutcliff!” si lasciò sfuggire Will, sorpreso a sua volta da quel salvataggio all’ultimo momento. “Allora servi a qualcosa”.
“Vi eravate dimenticati di me, vero? Ma io sono venuta a salvarvi lo stesso perché sono una vera gentildonna!” ansimò il rosso assestando un calcio alla creatura ai suoi piedi che gli ringhiò contro in risposta. “Scusa, Zack-chan, ma non sei in te! Kyler, muoviti ad alzarti e a levarti di torno, qui l’atmosfera si è scaldata un po’ troppo per te!”. Poi si mise a gongolare, portandosi le mani giunte al petto, incurante degli occhi furiosi che lo incenerivano dal basso. “Will, sbaglio o mi hai fatto un complimento? Oh, è la prima volta, da quando abbiamo lasciato l’accademia ~”.
A quel punto Zachary, approfittando della su distrazione, lo afferrò per una gamba, strattonandolo tanto violentemente da fargli perdere l’equilibrio, e gli saltò sopra, deciso a fargliela pagare per averlo interrotto.
“Grell, attento!” gridò Kyler, ma invano perché lo shinigami era già di nuovo a terra dove cercava a fatica di tenere gli artigli di Zachary lontani dal suo corpo.
“Sutcliff, razza di idiota!” esclamò William, facendo per corrergli in soccorso, ma nuovamente la strada gli venne sbarrata da Gremory.
“Non volevi essere il mio avversario, Spears?” lo prese in giro quello con un ghigno canzonatorio. “Sono qui tutto per te adesso! E nessuno ci disturberà perché il mio caro Zack si prenderà cura degli altri due!”.
Il moro strinse con forza l’impugnatura della falce, ma fu costretto a rinunciare. Il demone non l’avrebbe lasciato passare per nessuna ragione. Lanciò una veloce occhiata preoccupata al suo sottoposto. Lui aveva provato a combattere contro Zachary quando era in quello stato e sapeva che era un avversario temibile. Non gli importava di ferirsi, ma solo di liberarsi del suo nemico.
“Non…Non preoccuparti per me, Will!” gli gridò Grell, con il fiatone. Il rosso aveva notato il suo sguardo e anche intuito i suoi pensieri. Non poteva permettere che Will rischiasse ancora di più solo perché doveva badare anche a quello che faceva lui. Non voleva essere un dannato peso. Se la sarebbe cavata visto che aveva combinato l’ennesimo guaio a causa della sua leggerezza fuori luogo. In qualche modo avrebbe sistemato le cose. “Ci penso io a questa peste impazzita! Tu occupati di quel bastardo cafone! Concialo per le feste anche per me e Zack-chan!”.
William non poté trattenere un’espressione stupita a quelle parole, ma recuperò immediatamete la sua impassibilità. Quell’idiota aveva ragione. Doveva pensare a chi aveva davanti visto che neanche lui era in una bella situazione al momento. Quindi si vedeva costretto ad abbandonare gli altri almeno temporaneamente. Sperò solo che Sutcliff riuscisse davvero a resistere o trovasse il modo di riportare il moccioso in sé, anche se non aveva molte speranze al riguardo. Tornò a guardare Gremory che gli sorrideva provocatorio. Se fosse riuscito a liberarsi di lui o a sfuggire alla sua guardia, sarebbe potuto correre in loro aiuto, ma per ora doveva solo concentrarsi sul suo scontro. E soprattutto cercare di non morire nel mentre.
“E sia, demone. Sarai tu il mio avversario” disse con il suo solito tono gelido, ma dentro di sé fremeva. “Eseguirò i miei ordini”.
“Oh, staremo a vedere, Spears” rise l’altro, cattivo. “Chissà, magari ti dimostrerai un interessante riscaldamento. Anche se comunque dovrò trattarti come tale. Il mio vero giocattolo ora è alle prese con il tuo sottoposto. E sono impaziente di gustarmelo”. Scattò in avanti. “Quindi vedete di morire entrambi in fretta!”.
Il duello tra i due riprese furioso e l’aria si riempì del suono del metallo che cozzava con una violenza tale da sprigionare scintille. Will si ritrovò ansimante e coperto di graffi già dopo pochi minuti. Il veleno di cui erano cosparse le unghie del suo avversario gli bruciava la carne. Quella creatura infernale era l’avversario più forte che avesse mai affrontato. Rapido, potente, preciso. E la sua guardia pareva non avere punti deboli. Scansò un colpo e contrattaccò subito, ma gli artigli di Gremory bloccarono la lama della sua falce. Ma non per questo avrebbe demorso. Lo aveva già ferito e lo avrebbe fatto di nuovo. E questa volta non sarebbe stata un semplice graffio superficiale. Doveva mirare ai punti vitali.

Nel frattempo Kyler, invece di andare a nascondersi come gli era stato detto, si era a sua volta gettato su Zachary, tentando senza successo di staccarlo da Grell, sebbene avesse ottenuto di distogliere dallo shinigami l’attenzione della creatura, che ora si dibatteva per liberarsi dalla sua presa incerta ma disperata. Era giunto il momento che anche lui facesse qualcosa per aiutare i suoi compagni. E per di più se Zack aveva perso il controllo era per colpa sua e per questo doveva assolutamente rimediare prima che lo scontro venisse irrimediabilmente compromesso. Lo aveva circondato da dietro con le braccia e aveva affondato le dita nella casacca intrisa di sangue. Il suo viso era premuto sulla schiena del suo protettore e il liquido cremisi continuava a spruzzarlo dalle ferite ancora aperte, costringendolo a una lotta interna contro la nausea che gli aveva azzannato la bocca dello stomaco.
“Kyler, ascoltami! Dagli uno strattone quando ti dico io!” esclamò ad un tratto Grell da sotto di loro. Lui si sporse da dietro il corpo di Zack per fargli vedere che aveva sentito. Non aveva più fiato neanche per parlare. “Pronto? Uno…Due…Tre…Adesso!”.
Il ragazzo fece come gli era stato detto, tirando il demone con tutte le forze che gli erano rimaste, staccandolo così un poco dal dio della morte che, approfittando del maggior spazio disponibile, piantò senza troppi complimenti i piedi nello stomaco del loro avversario e, facendo leva, riuscì finalmente a scrollarselo di dosso.
Zachary per l’equilibrio e cadde nuovamene a terra insieme a Kyler. I due si ritrovarono a fissarsi, ansimanti, viola nel cremisi, vicini come erano stati in numerose situazioni in quei giorni. Qualcosa si mosse nello sguardo del demone, forse un barlume di coscienza, rapidissimo ma non tanto da sfuggire all’umano che prese coraggio e lo afferrò per le spalle.
“Zack, lo so che sei lì. Ti prego, torna in te! Abbiamo un patto!” esclamò scuotendolo leggermente. “Non lasciare che Gremory ti controlli!”.
L’altro si liberò con violenza dalla sua presa, scostandosi, un’espressione indecifrabile sul volto, ma non fece nulla per aggredirlo. La luce gelida dei suoi occhi tremava, quasi vacillasse. Grell, che si era avvicinato per bloccarlo di nuovo dopo aver recuperato la sua arma, si fermò, interdetto. Sembrava quasi che la creatura infernale stesse ascoltando. Forse avevano una possibilità di farla tornare in sé senza dover combattere. In fondo alla villa era stato proprio l’umano a risvegliarla dalla sua trance. Poteva farlo di nuovo.
“Ascolta il tuo umano, Zack-chan! Andiamo, non dirmi che ti sei rassegnato ad essere un tirapiedi di quel cafone! Nel caso non te lo fossi scrodato, quello ti vuole ammazzare!” fece a sua volta, indicando Gremory e William che combattevano. “Che razza di guardia del corpo sei?! Hai aggredito il tuo protetto! E poi mi pareva di aver capito che volevi salvare Kyler da tutti e ridargli la libertà”.
Zachary si voltò verso il rosso sollevando gli artigli ringhiando, mentre un’espressione di fastidio e di quello che pareva dolore gli si dipingeva sul volto. Ma ancora una volta non diede nessun segno di voler attaccare, anche se mantenne la guardia alzata.
“Zachary Michaelis! Metti giù quegli artigli e ascoltami almeno per una volta!” esplose Kyler, esasperato. Era stanco come non lo era mai stato in vita sua. Ogni fibra del corpo gli doleva per i colpi che aveva preso e per la lotta di poco prima, gli occhi gli bruciavano per lo sforzo di trattenere le lacrime e lo stomaco gli si rivoltava. Era coperto di sangue e aveva i vestiti stracciati. Il suo unico desiderio era stendersi e svenire, ma lui continuava a combattere per restare cosciente. Non poteva abbandonare i suoi compagni, non poteva lasciare che Zachary affrontasse Gremory da solo. Avevano un accordo, un patto che al suo protettore stava costanto la vita. Lo doveva onorare, lo voleva onorare. Avanzò verso il demone fino a che non fu ad un passo da lui. “Zack” mormorò allungando una mano verso di lui e affondando nuovamente i propri occhi nei suoi. Vedeva l’odio tentennare dentro quello sguardo confuso e combattuto, come se perdesse convinzione a ogni parola che lui diceva. “Ricordi che cosa aveva detto tuo fratello? Tieniti stretta la tua vita e soprattutto la tua volontà. Ora abbiamo capito a che cosa si riferiva. Credo che sia il caso di dargli retta per una volta, non sei d’accordo?”.
Zachary rimase immobile a fissarlo per qualche secondo, ma poi si sporse in avanti e afferrò le sue dita tremanti stringendole, mentre tutto il gelo che aveva negli occhi evaporava per lasciar posto alla solita luce inquietante ma a suo modo rassicurante. “Credo che tu abbia ragione…Come mio fratello, lui ha sempre ragione” riuscì a dire accennando un sorrisetto. Poi tutto d’un tratto si irrigidì e cadde in ginocchio, le membra scosse da violente convulsioni. Il sangue ricominciò ad uscire a fiotti dalle ferite che avevano pian piano iniziato a rimarginarsi e le cicatrici che gli aveva lasciato Gremory anni prima iniziarono a rigurgitare uno strano liquido nero.
“Zack!” urlò il ragazzo con gli occhi viola, chinandosi immediatamente su di lui, mentre il sollievo che aveva invaso il suo volto per un attimo si trasformava in terrore. “Che ti prende?!”.
“Sta avendo una reazione di rigetto di qualche tipo” rispose Grell accorrendo in fretta al suo fianco. “Probabilmente nei confronti di qualsiasi cosa gli abbia fatto Gremory per costringerlo ad eseguire i suoi ordini. C’è poco che noi possiamo fare. Deve cavarsela da solo e cercare di non ricadere nello stato in cui era prima”. Si alzò sotto lo sguardo perso e impaurito del ragazzo. “Tu sta’ qui con lui, io devo andare ad aiutare Will”. Gli poggiò una mano sulla spalla, con un’espressione insolitamente gentile e forse un po’ forzata, ma comunque incoraggiante. “Aiutalo ad uscire, Kyler. Sei l’unico che può farlo. Mi raccomando. E non dubitare, puoi davvero!”.
Lui annuì, sconvolto ma deciso, e lasciò che l’altro si allontanasse prima di tornare a posare la sua attenzione sul suo protettore. “Zack, coraggio. Devi venire a risolvere il casino che hai combinato e a difendere la mia libertà!” disse piano, ma con forza. “Sai che io mi fido di te…”.
Gli occhi del demone restarono serrati in una smorfia di dolore. Stava provando di nuovo le stesse sensazioni che aveva sofferto quando il suo “capo” aveva disegnato sul suo corpo quelle ferite. Il gelo, l’assenza totale della realtà circostante, la morte dei sensi. Il freddo e il silenzio cercavano di infrangere la sua volontà, promettendo in cambio la cessazione di quel dolore tanto intenso da risultare insopportabile, impensabile. Non riusicva a capire che cosa gli stava succedendo. Le parole di Kyler gli erano arrivate a mala pena, come un’eco confusa e tremante, indecifrabile. Ma lui sapeva cosa volevano dire. Doveva reagire e combattere contro quelle tenebre decise ad inglobarlo ed annullarlo. A capire che cosa fossero ci avrebbe pensato in seguito, anche se aveva già un terribile sospetto. Ora doveva solo svegliarsi. Là fuori, nella realtà, c’era chi stava combattendo la sua battaglia, che stava correndo pericoli che non avrebbe dovuto correre. Non poteva cedere a Gremory, non poteva soccombere. Aveva promesso di vincere quella guerra e dimostrare che poteva fare tutto quello che gli pareva, che anche lui era libero. Stava iniziando a capire perché Kyler tenesse così tanto a quella libertà che non era solo una parola astratta e falsa, ma una forza che nasceva da dentro come un torrente in piena. Lui l’aveva quasi dimenticata anche se inconciamente aveva sempre combattuto per riaverla. E non era solo la possibilità di non avere ostacoli davanti a sé, ma era quella boccata di aria fresca che mancava nel buio in cui il suo “superiore” l’aveva lentamente e costantemente soffocato. Era arrivato al limite della sopportazione. Era ora di recidere quel legame.
Con uno sforzo terribile lottò contro il fusso nero che lo stava avviluppando e si obbligò ad aprire gli occhi. All’inizio non cambiò nulla e il panico lo prese per un istante, ma poi l’oscurità iniziò a svanire e il mondo riprese colore. Si tirò a sedere di scatto, tossendo come se fosse stato sul punto di affogare. L’aria salmastra e appicciosa del porto gli spalancò i polmoni e gli sembrò quasi di essere rinato. Le sue ferite avevano smesso di sanguinare e si stavano chiundendo in fretta, e anche il liquido nero aveva smesso di uscire dalle cicatrici. Era di nuovo padrone di sé. Il suo sguardo incontrò quello scosse ma sollevato del suo protetto che gli sorrise, tremante.
“Zack! Sei…tutto intero? Mi hai fatto davvero paura, demone da strapazzo!” balbettò quest’ultimo, ansioso, gettandogli le braccia al collo, troppo felice per badare al suo orgoglio che altrimenti glielo avrebbe impedito. “Come ti senti?”.
“Sono a pezzi, ma sono vivo” rispose il demone cercando di riprendere fiato. Poi un ghigno canzonatorio gli solcò il volto sporco di sangue e fango. “Però, che accoglienza. Ti sei proprio affezionato al tuo tentatore, vedo!”.
La frecciatina ebbe l’effetto di far tornare l’umano in sé, il quale si affrettò a scostarsi, avvampando. “Sì, sei proprio tu. Il solito antipatico provocatore” borbottò, guardando altrove. “Però almeno sei tu. Per questa volta te la passo, ma sappi che è solo perché mi hai fatto spaventare a morte e sono ancora scosso! Tu e le tue bravate! Sei un idiota, non avresti dovuto farmi da scudo!”. Gli tirò un pugno sulla spalla, attento ad evitare i punti in cui la carne era lesa. “Guarda cos’hai combinato! Quello di Gremory era un trucco per riuscire a ferirti! Non voleva veramente attaccarmi!”.
“Non si poteva essere sicuri. E io non potevo rischiare che ti facesse del male” fu la risposta a disagio. “Se tu stai bene ne è valsa la pena”.
Kyler lo fissò incredulo, mentre tutte le obiezioni che aveva preparato gli morivano in gola. Aveva sentito bene? Un sorrisetto gli si aprì sul volto. Forse, nonostante tutto, non era l’unico ad essersi affezionato allora.
Il demone gli rifilò un’occhiataccia imbarazzata. “Non farti strane idee. Abbiamo un patto. Io mi riferivo a quello” si schermì, alzandosi, non senza sforzo. Ma i suoi movimenti tornarono presto ad essere saldi dopo un iniziale tentennamento. Il suo corpo aveva bisogno di riposo, ma lui ancora non poteva concederselo. Doveva resistere ancora per un po’. “Ora vado a dare una mano agli shinigami. Io e Gremory dobbiamo chiudere il nostro conto”.
“Ovvio, il patto” fece lui con una punta di sarcasmo canzonatorio che gli costò un’altra occhiata assassina. Poi tornò serio, gli occhi che brillavano agitati. “Sta’ attento questa volta”.
“Tranquillo, non mi faccio mai fregare due volte” lo rassicurò la creatura infernale, voltandosi. “Aspettami, che poi andiamo in America a festeggiare. Siamo ancora in tempo per prendere quella nave!”. E senza aggiungere altro si affrettò verso i tre combattenti.
Kyler rimase a guardarlo, il freddo del pavimento che gli penetrava oltre la stoffa dei suoi vestiti. Non voleva che combattesse ancora per lui. Non poteva rischiare che l’episodio appena sventato si ripetesse. Era ora che quello scontro finisse e doveva essere lui a chiuderlo visto che i suoi compagni non sembravano in grado di farlo. Forse non avrebbero vinto la guerra ma al momento gli bastava concludere la battaglia e portarli tutti in salvo. Si mise a sua volta in piedi, sentendosi ardere, e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. L’idea lo terrorizzava ma non aveva altre alternative. Ora era abbastanza sconvolto per poter realizzare la sua idea. Era ora di tentare un colpo di testa che sicuramente gli altri non avrebbero apprezzato e che per questo lui aveva deciso di tenere per sé. Ma il risultato valeva il rischio.

---------------------------

Ciao a tutti!
Sì, sono ancora viva e sì, ci ho messo molto più tempo di quello che avevo annunciato. Ma questa è veramente stata l’estate più impegnata della mia vita. Non ho mai avuto così poco tempo libero durante le vacanze. Spero che possiate perdonarmi!! Oramai immagino abbiate capito che con le scadenze di scrittura ho qualche problema...Però vedrò di farmi perdonare. Non dico come perché se no rischio di non riuscire a farlo, ma giuro che ci proverò!
Comunque, ecco qui il capitolo dieci, meglio tardi che mai. Mi ero preoccupata di non avere abbastanza materiale per descrivere lo scontro e invece ne ho avuto fin troppo e vi lascio senza dirvi come andrà a finire! Be’, potete provare ad immaginarvelo. Tutto dipende da quanto vi fidate di Kyler. Avrà finalmente finito di fare solo la vittima? Speriamo, perché qui c’è davvero bisogno di una mano!! Anche per l
’Autrice, già che ci siamo, che ha una paura matta di iniziare a scrivere stupidate...
Vi lascio, non me la sento di tormentarvi dopo averi fatto aspettare tanto! Spero che il capitolo abbia rimediato un po’ all’attesa!
Alla prossima ^^
Mystic
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: DaughterOfDawn