Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: effe_95    13/09/2012    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salvami, ti salverò.



7. May I ?
Posso?

 
Le mani volavano leggere sua tasti bianchi e neri come se non avessero mai fatto altro in tutta la loro vita, la stanza era vuota, il corridoio anche, e Claudia poteva suonare quanto voleva lei, come voleva lei e quello che voleva lei.
Era rinchiusa dentro quella stanza da più di due ore, quel giorno non aveva lezione di pianoforte ma voleva suonare, suonare come una matta e rompere tutto, quello era il suo modo per odiare il mondo e mandarlo a quel paese.
Finita quella musica prese a suonarne immediatamente un’altra, una delle sue preferite che aveva imparato all’insaputa di Noemi, May I dei Trading Yesterday anche se non accompagnava mai il pezzo cantando, un po’ perché non ne era capace, un po’ perché le piaceva ascoltare solo la melodia.
<<  And there you stand, opened heart, opened doors, full of life with the world… >>  Eccoti li, cuore aperto, porte aperte, piena di vita con il mondo … Qualcuno aveva cominciato a cantare e Claudia si interruppe bruscamente. Appoggiato allo stipite della porta c’era Yulian con il viso ancora pieno di ferite.
<< Perché hai smesso? Avevo appena cominciato a cantare! >> Disse il biondo avanzando nella stanza, prese una sedia e si sistemò accanto a Claudia, che sedeva sullo sgabello nero.
<< Che ci fai qui? >> Chiese la rossa sbigottita, Yulian sorrise e le fece segno di farsi un po’ più in la.
<< L’altra volta sei venuta tu a spiarmi, adesso è il mio turno >> Dichiarò Yulian come se fosse la cosa più normale del mondo, Claudia fece spallucce e alzò gli occhi al cielo sorridendo.
<< Mi sembra giusto >> Rispose in fine.
<< Dai, risuona la canzone, la cantiamo insieme >> Claudia si girò a guardare Yulian, il ragazzo sorrideva con tutte le labbra rotte e la guardava raggiante, come se l’idea di cantare insieme lo mandasse su di giri, lei era terrorizzata, ma non se la sentiva di deludere quel sorriso, così prese a suonare e Yulian cominciò a cantare per lei.
<<  And there you stand, opened heart, opened doors, full of life with the world that’s wanting more, but I can see when the lights starts to fade, the day is done and you smile has gone away … >>  Eccoti li, cuore aperto, porte aperte, piena di vita con il mondo che ne vuole ancora, ma riesco a vedere quando le luci cominciano a diminuire, il giorno è finito e il tuo sorriso se n’è andato … A quel punto Yulian le fece capire molto bene che toccava a lei cantare, non poteva avere un attimo di esitazione.
<< Let me raise you up, let me be your love … >> Lasciami tenerti, lasciami essere il tuo amore… Le dita di Claudia volavano sicure sui tasti come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita, come se avesse aspettato quel momento da sempre, anche la sua voce non era uscita troppo male, non aveva stonato, era già un passo avanti.
<< May I hold you, as you fall to sleep ? When the world is closing in and you can’t breathe>>
Posso tenerti stretta, mentre ti addormenti? Quando il mondo è chiuso in se e tu non puoi respirare … Quello era il ritornello e la tonalità della canzone era alta, allora Claudia lo lasciò cantare a Yulian, il ragazzo la guardava pronunciando quelle parole e cantava sorridendo.
<< May I love you?  May I be your shield? When no one can be found, may I lay you down? >>
Posso amarti ? Posso essere il tuo scudo? Quando nessuno può essere trovato, posso adagiarti sul letto?  Claudia guardava solo i tasti bianchi, non riusciva più a reggere lo sguardo di Yulian ma continuava a suonare, lo lasciava cantare mentre lui cercava di dirle qualcosa con le parole.
<< All I want is to keep you safe from the cold … to give you all that your heart needs the most, let me raise you up, let me be your love! May I hold you as you fall to sleep ? When the world is closing in and you can’t breathe. May I love you?  May I be your shield? When no one can be found, may I lay you down? >> Tutto quello che voglio è tenerti al sicuro dal freddo, per darti tutto quello di cui hai bisogno, lasciami tenerti, lasciami essere il tuo amore! Posso tenerti stretta mentre ti addormenti? Quando il mondo è chiuso in se e tu non puoi respirare. Posso amarti? Posso essere il tuo scudo? Quando nessuno può essere trovato, posso adagiarti sul letto?  Yulian le fece un cenno con la testa per passarle il testimone, solo che quella era la parte della canzone che Claudia temeva di più, non solo per le parole che le scavavano nel cuore, ma anche per la tonalità, comunque ci provò lo stesso.
<< All that’s made me, is all that trading just to have one moment with you … >> Tutto quello che mi ha dato, vale la pena di essere scambiato solo per avere un momento con te … Qui Yulian corse in suo aiuto e cantò con lei, coprendo la sua voce roca e bassa.
<< So I will let go all that I know, knowing that you’re here with me, for you love is changing me! >> Perciò lascerò perdere tutto quello che so, sapendo che tu sei qui con me, perché il tuo amore mi sta cambiando.
Claudia smise di cantare e Yulian finì la canzone per lei, quando anche lei terminò di suonare il ragazzo le sorrise facendosi male al labbro.
<< Sei brava >> Concluse il biondo morsicchiandosi la bocca, Claudia notò che stava sanguinando, allora prese un fazzolettino dal pacchetto che custodiva nella tasca dei pantaloni e con delicatezza lo portò sulla ferita, Yulian la lasciò fare senza lamentarsi nemmeno una volta.
<< Se ti faccio male me lo dici? >> Chiese lei concentrata sulla ferita, Yulian annuì con la testa e poi provò anche a parlare.
<< Se mi fai male non ti perdono >> Nel sentire quella frase Claudia smise di tamponargli la ferita, era abbastanza intelligente da poter capire che quelle parole non erano riferite a quello che stava facendo in quel momento, Yulian la guardava con i suoi intensi occhi azzurri e non sorrideva più.
<< Non ti perdono nemmeno io se ne fai a me >> Replicò la rossa abbassando il braccio.
<< право >> Pravo, Giusto …Disse Yulian bloccandole le mani, Claudia lasciò cadere il fazzolettino sporco di sangue per terra e fissò il ragazzo diritto negli occhi.
<< Le mani … >> Si lamentò continuando a guardarlo negli occhi, Yulian non allentò per nulla la presa, la fortificò facendole ancora più male.
<< Yulian, chi ti ha picchiato ? >> Chiese la rossa facendo cadere alcune ciocche di capelli sul viso, Yulian abbandonò la fronte su quella della ragazza e chiuse gli occhi.
<< Mi piace stare così, mi sento al sicuro >> Rispose il biondo eludendo la domanda, Claudia non si soffermò troppo sul fatto che non avesse risposto, tanto gliel’avrebbe chiesto di nuovo, ogni giorno, fino a quando lui non avrebbe ceduto.
<< Con me? Ti senti al sicuro? >> Domandò Claudia, Yulian aprì gli occhi e finalmente le lasciò andare le mani, erano tutte rosse e bruciavano, facevano male.
<< Vedi Claudia, io distruggo tutto quello che tocco, eppure pretendo che gli altri non distruggano me. Io ti farei male comunque, non importa quanto io desideri evitarlo, ti ferirò, tu piangerai e io non sarò capace di chiederti scusa >> Un lampo illuminò la stanza e subito dopo seguì anche un tuono prepotente, fuori pioveva di nuovo e il cielo si era scurito improvvisamente, Yulian si alzò dalla sedia e prese a camminare verso la porta per lasciare la stanza.
<< E quindi? >> Chiese Claudia alzandosi a sua volta, Yulian si girò a guardarla e sorrise con tristezza.
<< Quindi vorrei avere il coraggio di dirti che di me non puoi fidarti, che dovresti lasciarmi perdere, ma io non sono coraggioso, e sinceramente non vorrei nemmeno lasciarti andare>>
Yulian lasciò la stanza in fretta e Claudia rimase a guardarli, ferma davanti a quel pianoforte nero e lucido che adesso sembrava freddo e vuoto, non aveva più voglia di suonare.
 
Yulian raggiunse casa sua completamente zuppo, come al solito si era completamente dimenticato l’ombrello e nonostante la corsa l’acqua non l’aveva risparmiato.
Guardò la porta del loro appartamento e sospirò, a Yulian non era mai piaciuta quella casa e non era mai piaciuto quel palazzo. Entrando abbandonò la felpa fradicia per terra e corse nella sua camera a prendere un cambio di vestiti, voleva solo farsi un bagno caldo e dormire.
Si infilò sotto la doccia e si lavò, una volta asciutto raccolse la felpa, i vestiti bagnati e li mise in lavatrice, proprio in quel momento tornò Iliana, Yulian si sporse dalla porta del bagno e sbirciò verso l’ingresso.
<< Yulian? Sei a casa? >> Iliana aveva la brutta abitudine di urlare per tutta la casa, Yulian avviò la macchina e uscì dal bagno per andare in cucina dalla sorella.
<< Sono qui >> Replicò entrando nella stanza, si avvicinò al frigorifero e prese l’acqua fresca.
<< Non vai ad allenarti? >> Domandò la bionda mettendosi seduta sullo sgabello accanto al muretto che divideva la cucina dal salotto, Iliana afferrò una mela verde e l’addentò.
<< Non mi va >> Rispose il ragazzo bevendo, Iliana abbandonò per un momento la mela sul bancone e prese dei quaderni dalla cartella.
<< Oggi sono stata da Francesco Scotti, mi ha aiutato a fare matematica, è davvero bravo. Grazie a lui ho preso un bel sei all’interrogazione di ieri >> Yulian si appoggiò con la schiena sul frigorifero e incrociò le braccia al petto.
<< Chi è questo Scotti? >> Chiese, mentre Iliana apriva con fatica un grande libro di greco.
<< Fa il terzo anno, è amico di una ragazza con dei capelli rossissimi, si chiama Claudia, la conosci? >> Nel sentire quel nome Yulian sollevò la testa di scatto e guardò la sorella, ma Iliana era troppo impegnata a tradurre qualcosa.
<< Si, la conosco, e conosco anche quel cretino del suo amico >> Iliana smise di scrivere e guardò il fratello, Yulian ricambiava il suo sguardo con sfida.
<< Perché vi odiate così tanto? >> Domandò lei riprendendo a morsicchiare la mela che aveva abbandonato sul bancone in mezzo ai libri.
<< Mah, è solo un bambino viziato >> Disse Yulian facendo un gesto della mano come a voler dire: “ chi se ne frega “, in quel preciso momento qualcuno aprì la porta di casa e sulla soglia del piccolo ingresso comparvero un uomo e una donna. Avevano entrambi i capelli biondo cenere, lui con gli occhi grigi e un pizzetto mal tagliato sul mento, lei con gli occhi azzurri e i capelli corti sotto l’orecchio.
Aleksandr e Katerina Ivanov spostarono i loro grandi occhi chiari sui due ragazzi in cucina.
Katerina sorrise in direzione dei figli, Iliana sorrise a sua volta, Aleksandr incrociò lo sguardo di Yulian che abbassò gli occhi.
<< Com’è andata oggi ragazzi?>> Domandò Katerina entrando in cucina, reggeva tra le mani le buste della spesa e le appoggiò proprio sul piano della cucina vicino al frigorifero.
<< Benissimo! >> Rispose Iliana, e prese a raccontare tutto con trasporto, Yulian se ne stava ancora appoggiato al frigorifero, mentre la madre rispondeva allegra alla figlia e il padre sistemava le sue cose del lavoro, aveva le orecchie che gli ronzavano.
<< E tu? >> Domandò Katerina rivolta al figlio, Yulian si girò a guardarla e la madre gli sorrise, detestava quel sorriso finto e rassegnato con tutto il suo cuore.
<< Hai perso la lingua ? >> Chiese Aleksandr sedendosi accanto ad Iliana, tra le mani stringeva dei fogli, Yulian si girò a guardare l’uomo, che ricambiò lo sguardo con freddezza.
<< Forse è stanco >> Replicò Katerina, poi sollevò una mano e accarezzò il figlio proprio dove aveva il livido, sotto lo zigomo, Yulian trasalì per il dolore e scostò la mano della madre in modo brusco, poi scappò nella sua stanza chiudendo la porta a chiave.
Quasi subito sentì dei colpi violenti sulla porta, Yulian si nascose in un angolo della stanza e portò le mani sulle orecchie, quei colpi erano terribili.
<< Apri questa porta! >> Aleksandr stava urlando, ma Yulian se ne stava nel suo angolino e non si muoveva.
<< Apri questa porta e va a chiedere scusa a tua madre, prima che la butti giù e te ne faccia pentire! >> All’improvviso il livido sotto lo zigomo, il labbro inferiore spaccato, la ferita sul sopracciglio e tutti gli altri lividi sul suo corpo presero a fargli male, malissimo, tutti in una volta.
<< Yulian! >> Tuonò la voce dell’uomo, con una sola spallata Aleksandr aprì la porta.  Yulian sollevò lo sguardo sul padre che avanzava verso di lui e si rese conto di avere ancora le mani sulle orecchie, Aleksandr puntò gli occhi freddi e glaciali sul figlio, sollevò una mano per colpirlo e Yulian si strinse ancora per proteggere la faccia, quello schiaffo però, non arrivò mai.
<< Non lo toccare! >> Yulian sollevò gli occhi e vide la madre pararsi davanti a lui per impedire ad Aleksandr di colpirlo.
<< Levati di mezzo Katerina! >>
<< Basta! Il ragazzo non mi ha affatto mancato di rispetto, lascialo stare, non vedi che sta male?! >> Aleksandr scoccò un’ occhiata torrida a Katerina e Yulian ma lasciò ugualmente la stanza, la donna fece un bel sospiro di sollievo e si chinò verso il figlio.
Yulian si era portato le mani sul viso, odiava quell’uomo con tutto il suo cuore, ma aveva paura di lui e non riusciva a reagire, in quel momento aveva un disperato bisogno di stringere le mani di Claudia, voleva condividere con lei quel dolore e lasciargliene un po’ per sopportarne meglio il peso.
<< Bambino mio è tutto finito, non preoccuparti >> Disse la donna spostando le mani dal volto del figlio, Yulian stava piangendo e tramava, Katerina lo strinse in un abbraccio disperato e lui affondò la testa nel petto materno, aveva già compiuto diciotto anni, ma in quel momento si sentiva come un bambino piccolo.
<< Grazie maman >> Mormorò stretto alla madre, sarebbe passata ancora una volta.
 
 Francesco era steso sul suo letto e reggeva tra le mani un vecchio libro di greco, doveva assolutamente ripetere i comparativi irregolari se voleva scamparla all’interrogazione, era una cosa che avrebbe dovuto fare anni prima, ma lui non aveva mai avuto una grande passione per il greco. Aprì il libro sospirando come un dannato, e una fotografia gli scivolò sulla faccia, il moro si tirò su e si mise seduto sul letto prendendo la foto tra le mani, quando la guardò gli si gelò il cuore.
La ragazza incorniciata in quel pezzo di carta sorrideva lievemente, aveva il naso pieno zeppo di lentiggini con la punta in su, la pelle era chiara, gli occhi erano azzurri e avevano un taglio davvero particolare, mentre i capelli rossicci le ricadevano sulle spalle in ciocche disordinate e la frangetta le ricopriva completamente la fronte.
Francesco guardò quella fotografia senza sorridere, un tempo l’avrebbe fatto. Agneszka era davvero molto bella in quella foto, Francesco ricordava molto bene di non aver trovato il coraggio di gettarla e nemmeno in quel momento avrebbe voluto farlo, girò il pezzo di carta e lesse quello che le aveva scritto Agneszka.
 
“ Ti amo cucciolo!
Ricordati sempre di me “
 
Francesco scagliò la fotografia lontano, non voleva più leggere quelle cavolate.
<< Che bugiarda! >> Esclamò rivolto alla ragazza, poi si alzò di scatto dal letto e prese il cellulare, chiamò l’unica persona che credeva non avrebbe mai chiamato.
<< Pronto? >> La voce di Iliana risuonò squillante nel cellulare, Francesco si accorse che adesso non gli dava più fastidio e che Iliana lo faceva sorridere sempre.
<< Sono Francesco >> Disse lui con il sorriso sulle labbra, Iliana trattene il respiro, sorpresa.
<< Ciao! >> Esclamò contenta, Francesco rise.
<< Come stai? >>
<< Bene! Come mai mi hai chiamata? >> Diretta al punto, Francesco si morse il labbro inferiore, aveva davvero perso la bussola, ma voleva fare quella cosa a tutti i costi.
<< Ti ho chiamato per invitarti ad uscire >> Esclamò tutto d'un fiato, sperò che Iliana avesse capito per non doverlo ripetere due volte.
<< Davvero? Dove? >> Rispose la bionda su di giri, era davvero allegra quella sera.
<< Incontriamoci davanti al parco per le otto di sera, poi decidiamo insieme ok? Insomma, per te non è un problema, hai già fatto i compiti vero? >>
<< Si, li ho fatti, allora a dopo >> Iliana agganciò e Francesco rimase per mezz’ora fermo sul letto con il cellulare tra le mani, poi si accorse che l’orologio segnalava le 19: 35 e saltò su tuffandosi nella doccia.
 
Era in ritardo, in ritardo di dieci minuti. Svoltò l’angolo come un tornado sicuro che Iliana se ne fosse già andata e invece era lì, seduta su una panchina con la sciarpa stretta attorno alla bocca.
<< Scusami per il ritardo >> Disse Francesco con il fiatone, Iliana sollevò lo sguardo, tra le mani violacee stringeva due tazze di caffè, una gliela porse.
<< Credo si sia fatto un po’ freddo >> Disse mortificata, Francesco prese il bicchierino con cautela per non rovesciare tutto a terra e rivolse un sorriso all’amica.
<< Non fa niente. Allora, dove si va? >> Domandò bevendo il caffè gelato in un sorso solo, Iliana si alzò dalla panchina e strofinò le mani sui jeans stretti.
<< Mangiamo? Io ho fame >> Francesco spostò gli occhi sulle mani fredde della ragazza, si sfilò i guanti e glieli passò.
<< Lo so, sono un po’ grandi, ma almeno ti terranno al caldo no? >> Iliana non se lo fece ripete due volte, infilò immediatamente i guanti e subito le mani si scaldarono.
<< Tu non sentirai freddo, così? >> Domandò rivolta al moro, Francesco sorrise e alzò gli occhi al cielo.
<< Che domande fai? Ovviamente sentirò freddo, ma posso farcela, preferisco che sia tu a scaldarti, ok? >> Iliana annuì e con estrema naturalezza prese la mano di Francesco con la sua e iniziarono a camminare diretti verso il centro della città, dove potevano trovare un qualsiasi posto caldo per mangiare mangiare. Alla fine optarono per un pub mezzo vuoto.
Dentro faceva quasi caldo, e nell’aria risuonava una musica un po’ malinconica, Iliana scelse di sedersi nel tavolo più appartato di tutta la sala, quello incastonato tra il muro e una parete di legno, a Francesco non dispiacque quella scelta.
Arrivò quasi subito un cameriere a chiedere le ordinazioni, Iliana prese due panini enormi, le patatine fritte e da bere la coca cola, poi obbligò Francesco a prendere lo stesso.
<< Mangi come un maiale! Sei sicura di essere femmina? >> Le chiese il ragazzo quando il cameriere se ne fu andato, Iliana sorrise e portò le mani intrecciate sotto il mento.
<< Vuoi costatare di persona? >> Chiese sistemandosi una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi dietro l’orecchio, Francesco arrossì e scosse la testa.
<< Quanto pesi? >> Chiese per cambiare discorso, Iliana rise e alzò gli occhi al cielo, lei stava solo scherzando.
<< Cinquanta chili, sono alta un metro e settantacinque e sono segno cancro, tu? >>
 << Settantasette chili, altro un metro e settantanove, segno capricorno >> Iliana si accigliò e una piccola ruga le si formò tra le sopracciglia sottili, Francesco trovò carino quel dettaglio.
<< Devo controllare se cancro e capricorno vanno d’accordo >> Il moro lasciò cadere le braccia e spalancò la bocca, era convinto che lei stesse pensando a qualcosa di serio, che quell’espressione di prima contenesse un pensiero profondo, non una cavolata.
<< Che c’è? >> Chiese Iliana, Francesco scosse il capo e sorrise.
<< Niente, stavo solo pensando al fatto che sei davvero imprudente >> La bionda si accigliò di nuovo.
<< почему ? >> Pochemu? Perché?
<< Perché sei fidanzata, non dovresti uscire con altri ragazzi! >> La rimproverò Francesco, Iliana abbassò gli occhi mortificati e in quel preciso momento arrivò il cameriere con l’ordinazione, lasciò tutto sul tavolo e poi se ne andò.
<< Tiene, questi due sono tuoi >> Disse Francesco porgendole i due panini, Iliana li prese con lentezza.
<< Lo so che non dovrei uscire con altri ragazzi, di solito non lo faccio, ma tu mi piaci >> Mormorò sistemandosi il vassoio, Francesco rimase con il panino a mezz’aria. Iliana era stata chiara, aperta, adesso doveva esserlo anche lui.
<< Anche tu mi piaci Iliana, altrimenti non ti avrei invitato ad uscire, però dovresti fare chiarezza nel tuo cuore >> Disse il moro abbassando il panino, Iliana sorseggiò un po’ di coca cola e poi tornò a guardarlo.
<< Anche tu dovresti dimenticare la ragazza per cui piangevi … prima di stare con me >>
Nel sentire quella frase Francesco saltò, ripensò alla fotografia che aveva scagliato lontano nella sua camera e al fatto che l’aveva solo scagliata, non gettata.
<< Queste … queste sono cavolate! Io non devo dimenticare proprio nessuno, l’ho già fatto da un pezzo, sei tu quella fidanzata! >>
<< Ma l’amore è un’altra cosa >> Francesco non seppe rispondere dopo quell’affermazione, prese a mangiare il suo panino in silenzio, e Iliana lo imitò un attimo dopo.
Quando ebbero finito di mangiare Francesco chiamò il cameriere e pagò il conto, Iliana era così distratta che non fece nemmeno in tempo a protestare.
Fuori era buio e faceva freddo, però quel giorno non aveva piovuto nemmeno una volta.
Francesco e Iliana presero a camminare e lui, dopo ore, ruppe di nuovo il silenzio.
<< Dove abiti? Ti accompagno a casa >> Le domandò.
<< Davanti al parco, più o meno >> Rispose Iliana, si era infilata di nuovo i guanti di Francesco perché aveva freddo alle mani.
<< Allora non è lontano da casa mia, non sarà un problema >> I due raggiunsero subito il parco, Iliana non era felice di quella serata, Francesco nemmeno e stava peggio di prima. Aveva sperato che con Iliana sarebbe riuscito a dimenticare le cose brutte anche solo per un po’, ma le cose brutte andavano affrontate anche con lei, soprattutto con lei.
<< Puoi anche lasciarmi qui, devo solo attraversare la strada, quel portone giallo è del mio palazzo >> Rispose la ragazza, Francesco annuì e le sorrise sforzandosi di essere contento anche solo un po’, Iliana si sfilò i guanti e glieli porse, Francesco non li prese.
<< Tienili, così avrai una scusa in più per tornare da me >> Questo era tutto quello che poteva dirle in quel momento.
Iliana li strinse forte al cuore e li infilò di nuovo, poi prese tra il mani il volto di Francesco.
<<Just close your eyes, you’ll be all right >>  Chiudi solo i tuoi occhi, starai bene …
Dopo avergli cantato quel piccolo verso di canzone lo baciò sulle labbra e andò via, lasciando Francesco da solo davanti al parco con il cuore pieno di sentimenti.
Chiudi solo i tuoi occhi, starai bene…
 





Effe_95
 Salve a tutti :D
Ho postato questo capitolo il primo giorno di scuola, sono stanca e anche un po’ stressata, quest’anno in classe ne siamo trentacinque e i professori parlano già dell’esame di maturità, anche se io sono al quarto anno, abbiamo cominciato bene insomma.
Allora, ho da dire un po’ di cose, la canzone che cantano Yulian e Claudia si chiana “May I “ ed è dei Trading Yesterday, credo che ormai abbiate capito si tratti del mio gruppo preferito, ascoltatela perché è bellissima, e poi, se dovesse interessarvi, io la voce di Yulian la immagino proprio come quella del cantante.
Ovviamente Yulian e Iliana parlano in russo tra di loro, e così anche con la loro famiglia.
Per quanto riguarda la strofa cantata da Iliana alla fine del capitolo, è tratta da una canzone che si chiama “ Safe and Sound “ è di Taylor Swift e dei The Civil Wars, ci tengo molto a questa canzone, la citerò altre volte, anche perché è la canzone di Francesco e Iliana.
Scusatemi se sono stata troppo lunga, grazie mille ancora.
A presto.
  

 
  
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: effe_95