EVANESCENTE
(LUIGI XIV DI FRANCIA)
Louise
passeggia al mio fianco, con
quel passo strano che mi ha incantato fin dall'istante in cui ho posato
gli
occhi su di lei. E'un angelo di fattezze terrene, del tutto diverso
dalle dame
che finora sono entrate nel mio letto.
Lei
è naturalmente gentile e sono lieto
di averla al mio fianco.
La
corte mormora ma io non me ne curo.
Criticano
la sua zoppia ed i suoi
silenzi, del tutto inadatti alla posizione che ricopre...ma non mi
interessano
le loro lamentele. Il tempo della Fronda è finito e loro
nemmeno se ne rendono
conto. Non hanno più quel potere che i miei antenati, per
molto tempo, hanno
temuto.
Sono
deboli e non se ne accorgono.
Non
comprendono che il mio volere è
legge. Se io voglio che questa fanciulla, Louise, sia la mia amante,
così
sarà...e nessuno, più di lei, merita le
attenzioni del re. E'bella e pacata,
priva di ogni forma di vizio, a differenza delle nipoti del cardinale
Mazzarino
e di molte altre che hanno preceduto la sua venuta.
Non
ha ambizioni e si dedica alla mia
persona in un modo così disinteressato da stupirmi ogni
volta. Lei non vede in
me solo il re, la fonte di tutte le sue fortune.
No,
con lei, forse, posso essere un
nuovo Luigi.
Non
il figlio.
Non
il consorte.
Non
il sovrano.
Solo
Luigi.
Rimanere
accanto a Louise è per me, di
grande conforto. Ella è ben diversa dalla sposa di mio
fratello. Non è
passionale come Enrichetta ma, stare con lei, con la sua purezza
d'animo,
immacolata malgrado sia ormai una presenza fissa nel mio letto,
risveglia in
me, costantemente, la passione.
E'così
senza macchia da sorprendermi
ogni volta.
Non
mi fa nessuna richiesta, né domanda
alcunché per sé stessa. Non si comporta come una
nobile di Versailles e, stando
al suo fianco, mi sento un uomo diverso. Louise è la mia
pace.
Con
i suoi silenzi, i suoi modi
sommessi e pacati, mi allontana dal tedio che talvolta mi suscita il
cicaleccio
della corte e dal peso che il mio matrimonio, a volte, mi suscita.
Maria
Teresa, mia moglie, non ha pecche
rilevanti, a parte un aspetto poco attraente ed
un'incapacità innata, in grado
di mettere a dura prova la mia pazienza.
Eppure,
è proprio questa sua goffaggine
ad impedirmi di odiarla.
Non
ha mai obiettato alle mie
decisioni, come fa, del resto, Louise.
Louise...Louise.
Darei
la luna per lei, potrebbe avere
tutto, eppure si ostina a perseverare in un rigore così
ferreo e monacale da
incendiare ogni fibra del mio corpo...e lei non se ne rende conto.
Non
ho mai incontrato una creatura così
umile.
A
volte, mi è difficile comprenderla.
Vorrei
donarle tutto, potrei offrirle
il Mondo...ma quando lo faccio, lei abbassa lo sguardo, balbettando
qualcosa,
con quella sua voce flautata che mi intenerisce, anziché
irritarmi...e non
capisco come faccia.
Mi
chiedo cosa si nasconda dietro
questo angelo, dietro quei capelli biondi dai riflessi d'argento e
dagli occhi
così innocenti, così delicati da farmi temere per
le mie stesse azioni.
Ho
il timore di romperla.
Lei
non è come i nobili di Versailles e
vorrei fare di più per la sua felicità ma non so
come raggiungerla.
Il
muro della sua timidezza mi
impedisce di passare oltre.
L'etichetta
mi sbarra il cammino al suo
cuore.
Come
posso raggiungerti, Louise?
Sono
il re di Francia, l'astro di
questa reggia, eppure mi sento impotente di fronte a questa tua
innocenza.
E'qualcosa
che mi affascina e mi
spaventa.
Insieme
a voi, sono più Luigi di quanto
lo sia mai stato in tutta la mia vita e questo per me è un
privilegio ed un
onore.
Io,
il re di Francia, con la vostra
evanescente figura al mio fianco, sono un semplice uomo.
Luigi,
Luigi e nient'altro.
Secondo
capitolo della Challenge indetta da Mia90. Questa
volta tocca al Re Sole. Non darò spiegazioni
perché non penso sia il caso, se
vi saranno delle domande, risponderò più che
volentieri.