Stark Tower
In un’altra circostanza Thor, quasi sicuramente, avrebbe trovato
esilarante la faccia fra l’assonnato e il trasecolato con cui Tony Stark lo stava osservando e i suoi boxer a cuoricini. Gli era apparso in casa, in un lampo che aveva
illuminato tutta la casa a giorno, lo aveva sentito ululare in lontananza e per un momento aveva
temuto di vederselo arrivare addosso a propulsione con l’armatura infilata.
E invece, come qualsiasi essere umano svegliato nel cuore della notte, Tony si era presentato con
una mazza da baseball impugnata e Pepper alle spalle che faceva capolinea timorosa
stringendogli un lembo della maglietta.
-Scusami per l’ora.-
-DICO THOR SEI IMPAZZITO? VOLEVO FAR
MORIRE DI INFARTO ME, E PARTORIRE LEI?-
-Partorire?- Il Dio del Tuono sollevò le sopracciglia sorpreso intanto che
Tony si faceva leggermente di lato per mostrare quel ventre tondo che tirava la
stoffa della camicia da notte della sua fidanzata. Thor sentì gli angoli delle
labbra arricciarsi in un sorriso, prima che una domanda lo attraversasse.
Ma quanto tempo era passato dalla sua partenza?
Il tempo ad Asgard era relativo, era questo che permetteva
agli dei di vivere tanto a lungo, ma sulla terra,era tutto un altro paio di
maniche. Per quello che ne sapeva, quello che cresceva nel grembo di Pepper poteva essere il quarto figlio di Stark - In che anno…-
Thor non riuscì a finire la frase che vide Tony e Pepper chinare il capo quasi all’unisono e portare
gli occhi sul fagotto sanguinante che teneva fra le braccia. Anche lui lo
guardò intanto che Loki cercava di aprire gli occhi,
ma li chiudeva immediatamente abbagliato dalla luce dei faretti posti nei punti
strategici della stanza. Pepper si coprì la bocca con una mano e Stark, gli puntò addosso la mazza da baseball -Dimmi che non è chi penso.-
-Ho bisogno del tuo aiuto.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Siamo
nel 2013 e assolutamente no!- sbottò Tony intanto che camminava avanti
indietro come una tigre in gabbia - Non
ho intenzione di tenermi in casa un criminale di guerra ricercato da questo
mondo e quell’altro.- indicò con un cenno del pollice qualcosa oltre la sua
spalla destra intanto che Pepper , impacciata,
appoggiava una coperta sul corpo di un Loki ancora
privo di sensi.
Immediatamente, il dio, mandò un grido disperato e cercò di scansarla con le
mani legate, colpendola per togliersela di dosso. Fu Thor ad
assecondarlo, scostandogli la coltre dal torace intanto che Pepper
si allontanava sbalordita -Che gli è
successo?- chiese.
-Credo che abbia la cassa toracica
sfondata.-
-Poco.-
borbottò
Stark dal fondo della stanza.
Aveva le braccia incrociate al torace, quasi a nascondere la luce del reattore Arc, la cui luce come al solito filtrava attraverso la
stoffa della maglietta. Pepper lo osservò crucciata
per poi avvicinarsi di nuovo al dio, che
solo, aveva rischiato di distruggere la terra.
Aveva le sembianze di un ragazzo, ora che lo guardava da vicino, anche più giovane
di lei, con i capelli scarmigliati e la fronte spaziosa. Osservò le mani legati
assieme da uno strano legaccio che, nella penombra, sembrava brillare e poi si volse al dio del Tuono che
cercava di convincere Tony -Thor perché l’hai
portato qui?- chiese .
Thor si volse ad osservarla - Perché ho bisogno che…-
-No.- Pepper scosse il
capo - …Perché l’hai fatto scappare?-
Thor sfregò le labbra una contro l’altra osservando il volto contorto dalla
sofferenza del fratello - Io so che c’è
del buono in lui. - portò gli occhi verso Tony - … Sono cresciuto con lui. Ho giocato con lui. Lo conosco come me
stesso. E’ buono, ha un indole buona.-
Tony roteò lo sguardo al soffitto -Se è così buono, ha quasi distrutto Manhattan perché è caduto dal
seggiolone da piccolo allora?-
-Ti prego Tony.-
sussurrò Pepper.
L’uomo si grattò la testa esasperato. Per sua sfortuna non riusciva a dire di
no a Pepper, non se lo guardava con quel faccino
supplichevole. - Va bene.- si volse
per tornarsene in camera, pestando i
piedi con la stessa grazia di un rinoceronte lanciato all’attacco - Sarà da ridere dirlo agli altri.
Portiamolo nella camera degli ospiti.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Frammenti di immagini. Sussurri ovattati. Luce. Troppa luce. FA
MALE!
Loki strizzò gli occhi e volse il capito con un
gemito nella speranza di sottrarsi a
quella luce puntata in faccia che lo faceva rimpiangere il buio delle prigioni
di Asgard. Gemette sentendo gli occhi bruciare da
sotto le palpebre abbassate, non riusciva a capire cosa stava accadendo, ma c’era
qualcuno con lui.
Qualcuno che gli ungeva le ferite alle gambe con delicatezza e che ora glie le
copriva con bende morbide.
Aprì gli occhi, e nel diluvio di luce riuscì ad intravedere un uomo chino su di
lui.
Nello spazio di un battito di ciglia riuscì a cogliere un volto
concentrato, occhi scuri e capelli dello stesso colore, spettinati.
Chi era? Lo conosceva. Ma non era un Asgardiano.
-Ti fa male?- gli chiese l’uomo .
-Male?-
-Ti fa male se ti tocco qui?-
Loki non sentiva nulla, non aveva idea di dove lo
stesse toccando.
-Thor, ma quanto sedativo gli hai iniettato? Questo
non ci capisce una mazza!-
Thor sollevò lo sguardo al soffitto pensoso e Tony si spalmò una mano sulla
faccia. Si volse verso Loki, e chinandosi di nuovo su di lui, gli infilò le
mani sotto le braccia, e lo sollevò con
la stessa facilità con ui avrebbe tirato su un
bambino.
-ARGHAAAAA!- L’urlo
di dolore da parte del dio fu immediato e assordante.
Thor si avvicinò immediatamente al fratello, ma si bloccò dopo il secondo
passo. Perché doveva ammettere che nonostante il continuo borbottare, Stark era molto delicato e che i gemiti di dolore che i Loki si lasciava sfuggire e quell’ultimo grido, erano
frutto delle torture a cui era stato sottoposto e non della sua incuria a
trattarlo. Tony lo fece appoggiare al guanciale e gli schiaffeggiò
delicatamente il viso -Sorgi e brilla
raggio di sole.
Loki
socchiuse gli occhi per un momento.
Un lampo azzurro fra le palpebre arrossate.
-Avanti ragazzone…- lo incoraggiò Tony
- …Svegliati .-
Loki aprì di nuovo gli occhi, e stavolta parve
mettere a fuoco il viso dell’uomo che lo teneva seduto a forza. Mandò infatti
in avanti il capo e un espressione sbalordita gli passò per il viso pallido e
sudaticcio.
-Credo
che mi abbia riconosciuto.- ridacchiò Tony.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era
una vera fortuna, pensò Thor, che Bruce Banner in quei mesi avesse sviluppato un siero che teneva a bada Hulk molto meglio di quanto fosse mai successo in passato, perché
aveva la vaga sensazione che al posto dell’espressione infastidita di
Banner si sarebbe ritrovato a tenere
testa ad un Hulk con gli occhi sanguinanti.
-Mi dispiace.- balbettò il dio del
Tuono alla volta dell’uomo che si stava ossessivamente stropicciando gli occhi - Non pensavo di comparirti proprio
davanti.-
Bruce sollevò il viso dalle mani e Thor si ritrovò a venire fissato da due
occhi neri lievemente arrossati. Uscire
dal bagno e ritrovarsi ad un soffio da un fulmine che ti scoppia davanti non
era affatto piacevole. - E’ un piacere
vederti Thor.-
Fortunatamente il suo controllo su Hulk, fosse ormai a prova di bomba.
-Ho bisogno di una mano.-
esclamò il dio senza troppi giri di parole.
-Davvero?-
- Mi manda Stark.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ancora mezzo tramortito dal viaggio intercontinentale fatto in
meno di mezzo secondo, Bruce posò lo sguardo sull’uomo avvolto in quattro
coperte che giaceva nella camera degli ospiti di casa Stark.
Lo fissò, girò attorno al letto – prima in senso orario e poi antiorario – e alla
fine guardò Tony -Quanto hai bevuto?-
-Non tanto come credi.-
-Io quello …- Bruce indicò Loki che socchiuse gli
occhi -…Non lo tocco nemmeno con un
bastone. Per me può crepare dov’è!- fece per andarsene, ma dopo tre passi si ritrovò ad impattare contro l’ampio torace
di Thor. Arretrò sbilanciato e portò lo sguardo in quello chiaro del dio - Thor non puoi chiedermi di curare tuo
fratello.-
-Ti
prego.- mormorò Thor.
-No.No.No.-
Bruce pareva un bimbo capriccioso.
-Bruce…- Tony
si avvicinò - …Io non ne so molto di medicina, tu invece…-
Bruce lanciò uno sguardo adirato a Tony che si fermò, no meglio
non tirare troppo la corda. Se lo facevano incazzare seriamente, avrebbe potuto
decidere di slegare Hulk volontariamente per
mazzolarli per bene.
-Non forzatelo.- disse
una voce affaticata alle spalle di Banner che volse il capo e portò lo sguardo
verso il letto - Ha tutte le ragioni di
questo mondo a volermi morto.-
Loki si sollevò a sedere puntellandosi con un gomito
e poi facendo forza sui reni, era ancora legato
con quel laccio che pareva splendere nella penombra e Tony lo vide
fissarlo crucciato prima di riportarlo lo sguardo su di loro.
Anzi, più che a loro, su Banner che lo fissava da sopra una spalla.
-Non
sei l’unico, dottore, ad avere un mostro in corpo.-
Bruce aggrottò la fronte - Che vuoi dire?-
Loki stirò le labbra in un sorriso - Nulla.-
Eppure quella voce la sentiva. Quella
vocina che lo scherniva e lo derideva per tutto il tempo. Morse con forza l’interno
di una guancia e spostò lo sguardo da Bruce, a Tony -Grazie.- bisbigliò per poi
passare al fratello - Grazie.-
-Bruce.- chiamò Tony sorpreso - Credo che sia lui quello ubriaco fra
tutti noi.-
FINE CAPITOLO.
Un
grazie di cuore a chi ha letto,
commentato e recensito questa mia. E’ la
prima fic sull’universo Marvel che scrivo, quindi se
sparo boiate, siate indulgenti, sorridete e annuite bonariamente. xD