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Autore: Lushia    18/09/2012    2 recensioni
La vita di una giovane Arina, costretta a crescere immersa nella vita quotidiana di una famiglia mafiosa, con i suoi problemi adolescenziali e le situazioni strane e nonsense che la circondano.
La sua allieva, una bambina di sette anni tutto pepe che non riesce a stare un attimo tranquilla assieme ai suoi amichetti.
Cosa è accaduto in passato e cosa accadrà?
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 9 - Vento e Tempesta

cover

La giovane Vongola era decisa a scoprire dove si trovasse il capo della Lhumor e quell'idea iniziò a tormentarla nei giorni che seguirono.

Quella sera, quando vide la sua migliore amica Arina che salutava in lacrime suo fratello gemello, era rimasta colpita e si era resa conto di quanto male avesse fatto quell'uomo che, dall'ombra di un'organizzazione, aveva fatto uccidere i genitori dei due, costringendoli a separarsi e a vivere due vite così difficili.
Nozomi sapeva cosa significava avere un padre e una madre a cui si voleva bene, da cui si poteva andare quando si era tristi o quando si avevano problemi. Sapere che qualcuno poteva non avere due persone così care su cui contare era un pensiero che la rattristava molto.
E pensare che, quasi un mese prima, avevano litigato a causa della sua gelosia nei suoi confronti.

"... Se papa vuole bene anche a lei che non ha più nessuno, Arina non sarà più triste..."
In quel momento, non le importava più che potesse portarle via suo padre, dopotutto Arina era sola mentre lei aveva ancora l'affetto dei genitori. La sua situazione era davvero troppo triste e Nozomi capiva che la cosa migliore da fare era volerle bene e non farla sentire sola.

Quando incrociò gli sguardi di Claudio e Fabio, quella mattinata di settembre, aveva già preso la sua decisione. I due erano da poco giunti a trovarla, in accordo con il suo piano, e stavano in attesa di ascoltare ciò che la piccola aveva ideato per arrivare alla soluzione.
Si trovavano nel cortile interno della magione ad osservare il cielo grigiastro, un cielo poco estivo ma che, nonostante tutto, continuava a trasmettere l'afa stagionale.

- Uhm... tuo padre è in casa? - chiese Claudio.
- Secondo ciò che ho sentito, dovrebbe essere uscito pochi minuti fa. -
- Oh... e noi cosa stiamo facendo, qui? - Fabio si guardava attorno, perplesso.
- Aspettiamo qualche altro minuto prima di andare a fare le nostre ricerche. -
- … Vuoi infilarti nello studio di tuo padre? E se ci beccano? - Il rosso la fissò con preoccupazione, mentre la brunetta si mordeva le labbra.
- I domestici potrebbero beccarci! - esclamò il bruno.
- Non ti preoccupare, loro non potrebbero dirmi nulla. -

Lasciarono trascorrere un altro paio di minuti prima che la piccola si alzasse dal bordo della fontana, dov'era seduta assieme agli altri due.
Si voltò infine verso i suoi amici con sguardo serio.
- … Nono... non essere così. - disse il rosso.
La bambina alzò un sopracciglio, perplessa.
- Così come? -
- Così come sei ora. Sembri... spenta. -
Si portò una mano al petto e poi al viso, pensierosa. Non capiva cosa lui stesse cercando di dirle.
- … è vero, Claudio ha ragione... sei strana, non sei Nono-chan... -
- Non... non è vero... io sono sempre io... -
- Non è che sei una persona diversa, ti stai comportando in un modo diverso... non come fai sempre... -
La piccola scosse il capo, stupita da quelle parole.
- Ma... cosa importa, ora? Dobbiamo trovare quell'uomo e portare giustizia! -
- Sì, lo capisco, ma... Sei troppo nervosa, troppo presa, troppo strana... -
Fabio si guardò i piedi, imbarazzato e non sapendo cosa dire.
Anche Nozomi restò in silenzio per qualche secondo ancora.
- Nono-chan, tu hai qualcosa di bellissimo che però non stai mostrando più da un po' e questo mi rattrista molto... -
- Qualcosa di... bellissimo? -
La bambina sembrò spaesata e il rosso annuì, alzandosi e avvicinandosi a lei.
- Tu hai un bellissimo sorriso, Nono. Io voglio vederlo, sempre. Sei bella quando sorridi, sembra che tutto brilli attorno a te. -
- Come un cielo!- esclamò Fabio.
I due si voltarono verso il ragazzino che aveva appena parlato, perplessi.
- … si, come un cielo, esatto. - Claudio annuì.
La Vongola arrossì, scostando lo sguardo per non incrociare quello dei due amici.
- Pe-però ora è meglio andare. -

I due annuirono e seguirono l'amica nell'edificio gigantesco in cui ancora non si sapevano orientare.
Attraversarono alcuni corridoi all'apparenza tutti uguali, seguendo senza fiatare la giovane che, finalmente, si fermò dinanzi ad una porta in legno che i bambini conoscevano benissimo.
La aprì lentamente, con circospezione.
- Ehi... sei sicura che non ci beccheranno? Tuo padre è uscito, vero? - chiese Fabio.
La bruna si voltò, osservando dapprima Fabio e poi la vetrata che dava sul cortile, di fronte alla porta dello studio del boss.
- Ecco... no... lui è uscito dieci minuti fa, lo so, quindi... è impossibile ci becchi, tranquilli. -
- Sembri essere nervosa... qualcosa ti preoccupa? - Claudio la osservò, perplesso.
- Ma no, solo un pensiero... ma ho detto che è uscito, no? Quindi non ci sono problemi! -
- Però non ne sei sicura... -
- E' solo... un fastidio, ecco. Io so che è uscito, l'ho visto, quindi è stupido pensarci su. Andiamo. -
Claudio e Fabio si guardarono negli occhi, scrollarono le spalle ed entrarono nella stanza.

La stanza era abbastanza grande, piena di scaffali e con tre enormi vetrate che davano all'ingresso della magione. Le pareti erano decorate da enormi dipinti e Claudio pensò che uno di quelli doveva essere il quadro dietro il quale erano finiti mesi prima ad origliare il padre di Nozomi. Alcuni scaffali pieni di libri e documenti decoravano le pareti laterali, mentre due divani rossastri si trovavano appoggiati ai due lati della porta. Al centro vi era un'enorme scrivania in legno scuro piena di documenti e fogli posizionati ai lati e alcuni di fronte alla comoda sedia, dove solitamente si sedeva il boss.
In un angolo della scrivania c'era una fotografia che rappresentava il padre di Nozomi quando era giovane, doveva avere più o meno sedici anni, assieme ai suoi guardiani e a Kyoko. Accanto a quella foto ce n'erano altre due, una raffigurava l'uomo con Kyoko vestita da sposa e nell'altra c'erano i due coniugi con in braccio una piccola Nozomi di poco più che due anni.

- Sbrighiamoci... non mi sento molto bene... -
Il rosso si avvicinò all'amica e la osservò, sembrava pallida e la sua preoccupazione cresceva sempre di più.
- Nono... dovresti dare ascolto al tuo istinto... forse è meglio andare via. -
- No, devo trovare quei documenti. -
Continuò nel suo lavoro, decisa a cercare tra i fogli aprendo cassetti a caso e notando che alcuni erano chiusi a chiave, mentre Fabio e Claudio cercavano tra i fogli sulla scrivania. Più passavano i secondi più la bambina sembrava calmarsi e riacquistare la tranquillità, cercando con più concentrazione e leggendo tra i fogli poggiati sugli scaffali adiacenti.
- Fabio guarda questi, io intanto vedrò se c'è qualcosa in questi block notes. - disse il rosso.
I tre scorrevano rapidamente gli sguardi sui fogli, abbastanza confusi per via dei termini non comprensibili da semplici bambini.
- Transazioni non autorizzate... compravendita di luoghi pubblici... riciclaggio di denaro sporco... - lesse il rosso.
- Uh? Perchè il denaro è sporco? - chiese Fabio, confuso.
- Boh, forse ci hanno fatto cadere sopra qualcosa! -
- Oh... -
All'improvviso Claudio trovò un fascicolo sotto una pila di documenti e chiamò l'amica, indicandoglielo.
- Sono foto... e ci sono degli appunti... - disse lui.
La piccola osservò le foto abbastanza sfocate, che ritraevano persone in lontananza che camminavano o parlavano con altri uomini in luoghi conosciuti della città.
Tra gli appunti spiccavano degli indirizzi, alcuni erano cancellati con una penna blu, altri erano cerchiati di rosso.
La lista era lunga e la bambina distribuì un paio di fogli a testa, cercando di trovare qualche indizio.
Dopo aver esaminato all'incirca tre fogli, Nozomi sentì il bambino bruno sbadigliare.
- Fabio... ma sei ancora al primo? Ma sei lento! - disse la piccola.
- Ehi, non sono bravo a leggere come voi! - replicò lui.
- Ma se sei anche più grande! - esclamò Claudio.
- Cosa centra? - Fabio sospirò.

Ripresero la lettura, mentre la brunetta leggeva con attenzione gli indirizzi e gli appunti accanto a ciascuno di essi.
- Come faremo a sapere qual'è quello giusto? - chiese il rosso.
In effetti nessuno ne aveva idea, potevano solo leggerli tutti e sperare che uno di loro risulti più sospetto degli altri.
O, almeno, lei sperava che andasse così.
- Ehi, che cosa vuol dire "Ob.Id. Consult. F.24"? - chiese Fabio.
- Eh? Dove l'hai letto? - Claudio si sporse verso di lui.
- Qua sopra! -
Il bambino mostrò il foglio ai due amici, indicando il punto in cui aveva letto quella strana nota.
- L'indirizzo... non so dove sia. - Claudio sembrava perplesso.
- Non lo ricordo nemmeno io... - la Vongola prese in mano il foglio e si appoggiò alla scrivania, osservando la nota. - Ob... forse è inglese? Object Id... solitamente lo dicono per indicare un oggetto con un numero unico... -
- Ehi ehi frena! Non ci capisco nulla di inglese... - spoegò Fabio.
- L'inglese è una lingua importante, dovresti studiarla anche tu! - disse lei.
- Ma se a stento sa parlare italiano! - esclamò Claudio.
I due scoppiarono a ridere.
- Ehi... non sono mica intelligente come voi due, eh... -
- Ma non è una questione di intelligenza! - il rosso cercò di calmarlo.
- Consultare F.24. - lesse la bambina, interrompendo i due. - Cos'è un F.24? -
- Un... documento? Una persona? - ipotizzò Claudio.
- Non sembra il nome di una persona. - disse Fabio.
- Un nome in codice? Un indirizzo? - Nozomi sembrò pensarci su.
- Non mi sembra un indirizzo. - il rosso osservò la scrivania per qualche istante. - ... una foto? -
La brunetta si voltò verso il fascicolo e lo riaprì, estraendo le foto che erano allegate. Ne girò una, in basso a destra c'era un numero.
- ... sono numerate... -
- ... vedi se c'è la 24! - le disse lui.

La piccola contò le foto fino alla 23, per poi fermarsi. La ventiquattresima foto ritraeva tre persone accanto ad una vettura nera, che sostava di fronte ad un edificio.
Un condominio con delle rigogliose piante all'ingresso.
- LO SAPEVO! -
I due amici alzarono lo sguardo con curiosità e la bambina mostrò loro la foto.
- Questo è vicino al supermercato dove sono andata con la mamma l'altra volta! -
- … Sai come arrivarci? - chiese Fabio.
- Sì, so esattamente dov'è! Ho visto degli uomini strani che entravano lì! -
- wow, quindi sospettavi che fossero della Lhumor? - Claudio osservò la foto con curiosità.
- Non esattamente... però mi davano fastidio... non so come posso spiegarmi... erano lì e qualcosa mi diceva che dovevo guardarli, perciò li ho osservati... -
- Ad ogni modo sbrighiamoci ad andare! - disse il rosso.
Gli altri due annuirono all'unisono.

I tre iniziarono a rimettere a posto i fogli, per evitare che Decimo scoprisse che avevano curiosato nella sua stanza. Stavano posizionando i fogli e le foto nel fascicolo quando una voce maschile non li interruppe.

- ... cosa state facendo? -
I due bambini sussultarono e si voltarono velocemente verso l'entrata.
Un uomo alto, dalla chioma corvina e con occhi nocciola, li stava fissando con fermezza sull'uscio.
La piccola scese rapidamente dalla sedia e girò attorno alla scrivania, fino a ritrovarsi di fronte all'uomo che la stava fissando.
- … C-ciao, zio Takeshi... -
- Nozo-chan, cosa state facendo qui? -
- … nulla, stavamo solo vedendo una cosa... ma ho rimesso tutto a posto. -
- Lo sai che non puoi entrare, Tsuna te l'aveva detto. -
- Davvero, non ho toccato nulla. Credimi... - la brunetta scostò lo sguardo, imbarazzata per essere stata nuovamente colta in flagrante.
- Anche se non hai toccato nulla, non saresti dovuta entrare qui. Sai che tuo padre si arrabbierà. -
- Ti prego, zio Takeshi, non dire nulla a papa! -
L'uomo scosse il capo con sguardo severo, senza interrompere il contatto visivo con la bambina.
- Lo so che sei un guardiano di papa, non ho il diritto di chiederti nulla... ma ti prego! Fallo per me! Ti prometto che non ho fatto nulla di male!. -
L'uomo si avvicinò alla piccola, che aveva iniziato ad agitarsi, si inginocchiò e si portò di fronte a lei.
- No, Nozo-chan. Anche se sono un guardiano di Tsuna è mio dovere proteggere la famiglia ed ogni suo membro. -
- No... ma io non c'entro nulla, non sono il tuo boss... non hai doveri verso di me... -
- Questo è assolutamente irrilevante poichè, ripeto, anche tu fai parte della famiglia. - spiegò lui - Sei la figlia di Tsuna, Nozo-chan, ma anche se fossi stata una domestica avrei comunque agito in egual modo. Ogni membro della famiglia è prezioso, proprio perchè siamo una famiglia. - abbozzò un sorriso - Per cui non vedo perchè non possa proteggerti, esattamente come proteggiamo tuo padre. -
- Ma... non c'è nessun pericolo, non c'è bisogno che mi proteggi... io davvero non ho fatto nulla... -
- Devo assicurarmi che tu non faccia avventatezze. Non dovevi entrare qui, sai bene che Tsuna si arrabbierà molto e non sarò io a mantenere il segreto. -
- Ti prego! Papa si arrabbierà, non voglio che... -

- Allora non saresti dovuta entrare. -

La bambina alzò lo sguardo oltre quello del guardiano della pioggia e incontrò gli occhi severi e freddi di suo padre, il quale la stava guardando con fermezza.
Il suo cuore sussultò come se fosse successo l'irreparabile. Forse avrebbe davvero dovuto dare ascolto al suo istinto, lasciando perdere il piano.
- … E' stata una fortuna che mi sia dimenticato dei documenti. Non mi sarei mai aspettato che tentassi nuovamente di fare sciocchezze. -
Nozomi deglutì, non riusciva a dire nulla.
- Ti avevo detto di non ficcare il naso nelle cose degli adulti, mi sembrava di essere stato chiaro. -
- … papa... ascoltami... io... non voglio veder soffrire Arina... -
- Così agendo la farai soffrire di più. -
- No! Non è così! Nozo-chan vuole solo fare qualcosa di utile per Arina e per papa! Perchè non posso aiutarti? -
- Perchè sei una bambina. Non c'è bisogno che ti preoccupi di queste cose, te l'avevo già detto, Nozomi. -
- Ma... papa non capisce! Io voglio davvero fare qualcosa! -
- Nozomi, basta. Non aggravare la tua situazione. Ti ho detto che non c'è bisogno che tu faccia nulla, ti avevo vietato di entrare in questa stanza e mi hai disobbedito, di nuovo. -
- Ma... ma io- si morse il labbro inferiore, spaventata. Suo padre l'aveva fulminata con lo sguardo.
Non l'aveva mai visto così arrabbiato.
L'uomo osservò i due amichetti della figlia, alquanto sconvolti e spaventati, per poi voltarsi verso uno dei suoi guardiani che l'aveva appena affiancato. Un uomo dalla chioma scura che i due conoscevano bene.
- Lambo, accompagna Claudio e Fabio a casa. -
- Uff, va bene. -
- Yamamoto, per favore, porta Nozomi nella sua stanza. -
Pronunciò quella frase lentamente e marcando ogni parola.
Takeshi si alzò e portò una mano sulla spalla della bambina spaventata, che stava ancora osservando suo padre.
- Ti è vietato lasciare quest'ala dell'edificio per tutta la prossima settimana. Spero di essere stato chiaro, stavolta. -
La pioggia trascinò via la bambina dallo sguardo sconvolto.


*** 


Dopo la partenza di Luca, avvenuta qualche giorno prima, la bionda ragazzina voleva assolutamente svagarsi un po' per dimenticare la tristezza provocata dalla separazione con il gemello.
Aveva deciso di fare una sorpresa al suo ragazzo, Alessandro, andandolo a trovare a casa sua.
Ricordò che la sua abitazione si trovava nei pressi del supermercato Demerito, che prendeva il nome dalla famiglia di Alessandro. Quello stesso edificio le fu indicato da un commesso e lei se lo ricordava benissimo, perciò si diresse verso il palazzo con passo svelto e con tanta voglia di vedere il ragazzo che amava.
Ridacchiò quando, fermatasi davanti alla vetrina di una pasticceria, decise di prendere dei dolcetti da mangiare con lui. Sapeva che gli piacevano le cose dolci, glielo aveva detto durante uno dei loro appuntamenti.
Uscì dal negozio pochi istanti dopo con una bustina in mano e tanta euforia. Cercava in tutti i modi di non voler apparire triste e desiderava che quella giornata fosse speciale per entrambi.
Sentiva il suo cuore palpitare quando varcò il portone e salì i gradini che portavano al pianerottolo dell'abitazione.
Quando arrivò all'appartamento, bussò.
Attese qualche secondo, poi bussò ancora.
E ancora.

Dopo un paio di minuti si accovacciò sulle scale, sospirando.
Possibile che proprio in quel momento non ci fosse nessuno in casa?
La giovane estrasse il suo cellulare e tentò di contattarlo, non le importava più di fargli una sorpresa purchè fosse riuscita a vederlo.
Purtroppo non riusciva a mettersi in contatto con lui e ogni minuto che provava a chiamarlo si innervosiva sempre di più.
Era ormai afflitta e demotivata e non sapeva più cosa fare.
Attese qualche altro minuto, riprovando a chiamare Alessandro al cellulare, finchè non decise di alzarsi e di incamminarsi lentamente verso casa, osservando il suolo con tristezza e portando ancora in mano la busta con i dolci che aveva acquistato poco prima.

-… dove sei? - alzò lo sguardo e fissò l'orizzonte. Il sole era alto, era quasi ora di pranzo. - … perchè non mi chiami? Perchè hai il cellulare spento? -
Alcuni dubbi e preoccupazioni balenarono nella sua mente, ma tentò di scacciarli scuotendo il capo. Probabilmente era solo fuori con la madre e magari potevano anche essere a casa di parenti. Non poteva spaventarsi per così poco.

Il telefonino squillò e la ragazza sussultò per lo spavento, prendendolo rapidamente e notando, con suo estremo dispiacere, che il nome Sonia lampeggiava con arroganza.
- ...pronto. -
- Arina! Dove sei?!! E' tutto a posto?!! - il tono agitato dell'amica lasciò confusa la bionda.
- … Sonia... certo che sto bene, ma tu cos'hai? -
- come cosa ho?!?!? Ma non lo sai quello che è successo?! -
- … no... cos'è successo? -
- Al telegiornale hanno appena parlato di un'incidente sull'autostrada! Alcune macchine sono state coinvolte in un tamponamento a catena e dicono ci siano feriti gravi!! -
- … Oddio... qui fuori dici? Ma io sto bene... cioè, non ho la patente nè ho una macchina, stai tranquilla... -
- Ma no, scema! Non parlo di te! -
Un dubbio si insinuò dentro di lei e il suo cuore iniziò a palpitare rapidamente.
- Hanno nominato alcune persone importanti ch'erano lì! C'erano i Demerito del supermercato, il proprietario, sua sorella Veronica e il nipote Alessandro!! -

Arina lasciò cadere la busta di dolci per terra, sconvolta.

"NO!"

   
 
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