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Autore: TheDarkLady97    19/09/2012    3 recensioni
A casa dei Petrova, una delle famiglie più ricche della Bulgaria, vivevano due sorelle: Stella e Katerina.
Katerina, scacciata dalla Bulgaria dopo aver concepito una figlia, col passare dei secoli perde la speranza di ritrovare la sua sorellina dispersa la notte del massacro della sua famiglia.
In realtà una maledizione imprigionò Stella in un sonno lungo 500 anni, e al suo risveglio, all'età di 10 anni, non ha memoria alcuna del suo passato.
Vive con la famiglia Gilbert, figlia del terzo fratello di John e Grayson Gilbert.
Tornata a Mystic Falls da sua cugina Elena, conoscerà Damon Salvatore...e la sua vita cambierà per sempre...E Katherine? Riconoscerà la sua amata sorellina persa secoli prima? Quale segreto si cela dietro la maledizione del sonno eterno di Stella? E Klaus?
Quali piani avrà in serbo per la giovane Petrova?
Damon/Nuovo personaggio.
È la mia prima fanfic, commentate in tantii!!!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Nuovo personaggio | Coppie: Elena/Stefan
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciaoo!!! Ed eccomi qui…Sono arrivata finalmente al capitolo sette di questa storia!! Non pensavo ci sarei mai arrivata xDD Prima di lasciarvi vorrei ringraziare la mia Beta che è sempre così disponibile con me e vorrei ringraziare tutti voi che recensite e anche chi legge in silenzio e..tutti quelli che mi hanno tra le preferite/seguite/ricordate!! GRAZIE A TUTTI!! *--*
Ed ora, buona lettura!!
 
 
 

 
 
Capitolo 7
Disturbed Mind.

 
 
 
 
Era mattina e i raggi del sole filtravano da una finestra della Pensione Salvatore, andando a poggiarsi sul viso addormentato di Stella.
Quando la Gilbert di Miami percepì il loro calore, aprì dolcemente gli occhi guardandosi intorno spaesata.
Si trovava nella stanza di Stefan senza nemmeno sapere come ci fosse arrivata.
Quando cercò di alzarsi dal letto sentì delle fitte forti alla testa e un dolore lancinante alla gamba.
-Hey, hey…Non alzarti!! Devi riposare…-Stefan le si avvicinò velocemente, facendola ristendere nel letto.
-Stefan, cosa è successo?? L’ultima cosa che ricordo è che io ero in macchina, poi c’era un uomo…l’ho investito e, infine, il buio totale…-Disse la ragazza frastornata, sfiorandosi con una mano la fronte ancora intrisa di sangue.
-Non preoccuparti, ora stai bene!! Quando non ti ho più sentito parlare mi sono preoccupato e…ho chiamato Damon che ti ha portato in salvo…Hai dormito per tre giorni…-Spiegò il vampiro dagli occhi smeraldo.
-Ti prego, Stefan!! Non nominare mai più quel nome…Io lo detesto con tutto il cuore!! Tutto quello che voleva era il mio sangue e lo ha ottenuto…-Lo pregò lei iniziando a piangere senza sosta, stringendo forte le lenzuola oramai bagnate.
A quel gesto, Stefan la attirò a sé, stringendola in un abbraccio.
-Stella, non devi avere paura..Ci siamo io e Elena a proteggerti!! Non permetteremo che Damon ti faccia del male di nuovo….-Le sussurrò lui accarezzandole i capelli amorevolmente.
-Lo spero, Stefan!! Pensavo che la nostra storia potesse funzionare, ma… era tutta un’illusione!!-
-Shh..Basta soffrire, Stella!!-
-Stefan…devo andarmene da questa casa!! Non voglio stare sotto il suo stesso tetto…-
-Tranquilla, Stella…Dopo averti portata qui è scappato e..non si è visto in questi tre giorni!!-
Fiumi di lacrime caddero nuovamente sul viso di Stella, il suo cuore era a pezzi e nella sua mente era ritornata l’immagine di quel mostro che credeva di amare.
Dopo tutto quello che avevano passato in quegli ultimi giorni, quella era la cosa più brutta che le potesse capitare.
-Ora basta piangere, Stella!! Dimenticati di lui e cerca di riposare.. Io vado a chiamare Elena…-Concluse infine Stefan, alzandosi dal letto per poi scendere al piano di sotto dove lo aspettava Elena.
Una volta che Stefan fu al piano di sotto, Stella decise di alzarsi.
Appena si sedette sul bordo del letto, il dolore alla gamba si fece sentire, ma, senza esitare, si alzò in piedi camminando aggrappata alla parete dell’enorme camera di Stefan.
Raggiunta la porta, uscì dalla camera e si diresse nell’enorme corridoio dove vi erano tutte  le stanze da letto della pensione.
Camminava senza una meta, immersa nei suoi pensieri.
Si fermò davanti alla porta di una camera, precisamente davanti alla porta della camera di Damon.
Appena si sporse per osservarla all’interno, vide che tutti i mobili erano sottosopra e il letto disfatto.
Dava l’impressione che un tornado fosse passato di lì.
Dopo aver osservato quella stanza, ritornò nella stanza di Stefan.
 
 
Nel frattempo, Stefan e Elena stavano parlando nel salotto di casa Salvatore.
-Elena, credo sia meglio andare da lei..Le farà piacere vederti! E dopo quello che le ha fatto Damon…ha bisogno di un po’ di gioia!-Disse Stefan avvicinandosi alla sua ragazza, sfiorandole la mano.
-Grazie, Stefan!! So, che potrò sempre contare su di te…-Rispose la castana alzandosi per poi salire al piano di sopra seguita dal vampiro.
Una volta saliti di sopra, raggiunsero Stella.
-Stella, come stai?-Le domandò Elena correndo ad abbracciarla.
-Sto bene, Elena…Le ferite corporee guariscono, sono quelle dell’anima che fanno male…-Rispose Stella sedendosi sul letto tristemente.
-Su, Stella…Adesso pensa solo a guarire le tue ferite…Fa vedere un po’!-Continuò la Gilbert di Mystic Falls avvicinandosi per controllare la gamba della cugina.
Quando le scoprì la gamba, rimase paralizzata nel vedere che tutti i graffi e le ferite profonde dapprima presenti erano scomparse.
Non capiva come questo fosse possibile finché un’idea le sfiorò la mente.
-Stefan, sei stato tu a guarirla? Le hai dato sangue di vampiro?-Gli chiese lei arrabbiata, ma allo stesso tempo curiosa.
-Ma, no Elena! Ti giuro che io non le ho dato niente…prima di venire da te la gamba era ricoperta di graffi e lividi e…non capisco proprio come sia potuta guarire in così poco tempo…-Rispose Stefan impaurito.
Quel mistero li aveva spaventati e sapevano che dovevano indagare più affondo per scoprire cosa ci fosse sotto.
Dopo aver rassicurato Stella, le due Gilbert fecero ritorno a casa.
Per tutto il giorno Stella non aveva proferito parola, non aveva toccato nemmeno un po’ di cibo e, per giunta, non aveva bevuto.
Calata la sera, si chiuse in camera sua con il suo adorato I-Pod e la sua amata musica.
Una volta stesa sul letto cliccò sul tasto “Play” e partì la canzone Far Away” di NickelBack.
Quella era proprio la canzone che non avrebbe voluto ascoltare visto che le ricordava moltissimo Damon, quel mostro che l’aveva solo usata per la sua brama di sangue.
Nel ripensare a lui, alcune lacrime le rigarono il volto.
 
 
 
Nel frattempo…
Damon era scomparso da quando aveva riportato Stella a Mystic Falls.
Non aveva il coraggio di farsi vedere da suo fratello, da Elena e soprattutto dalla sua Stellina che, ora, lo odiava e avrebbe preferito vederlo morto che davanti agli occhi.
Non poteva credere di essere stato così stupido da perderla per un errore commesso a causa di Katherine e di una sbronza.
Non ne combinava una giusta e ora si sentiva terribilmente in colpa.
Lui non era mai stato così male per una ragazza come lo era ora; nemmeno quando soffriva per Katherine o per Elena.
In cuor suo sapeva che Stella era diversa, era speciale e nessun’altra l’avrebbe potuta sostituire.
Adesso avrebbe dovuto vivere un’eternità di rimpianti e di sensi di colpa che lo avrebbero divorato poco a poco.
Se ne stava steso in mezzo alla strada senza preoccuparsi che arrivasse un auto e lo investisse, tanto gli avrebbe fatto solo il solletico.
Era immobile a fissare il cielo stellato che gli ricordava quella notte; quella notte in cui lui e la sua Stellina si erano baciati sul tetto e lei gli aveva rivelato che quello era il suo posto preferito da piccola.
Una lacrima gli rigò il volto per la prima volta e quegli occhi di ghiaccio divennero lucidi.
Se fosse stato umano, in quell’istante, il cuore gli si sarebbe fermato per il troppo dolore.
Era immerso nei suoi pensieri quando si sentì un forte stridio dietro di lui dopodiché una voce lo fece voltare.
-Hey, sei ferito?? Stai bene??-Gli chiese una bionda inginocchiandosi accanto a lui.
-No, non sto affatto bene…-Rispose lui voltandosi verso la bionda per poi afferrarla e spingerla con forza sulla portiera dell’auto.
Quando la donna scorse il suo volte si accorse che era mostruoso, gli occhi erano iniettati di sangue e i canini fuoriuscivano dalle labbra, aguzzi come coltelli.
-Non aver paura…-Le sussurrò guardandola dritta negli occhi, facendo allargare le pupille per soggiogarla.
La bionda tremava di paura, ma, per colpa del soggiogamento, non riusciva a gridare o a fuggire.
La sua paura era rimasta intrappolata nella sua testa e non poteva uscire.
Il vampiro le accarezzò dolcemente la guancia guardandola con malinconia, togliendole poi una ciocca ribelle dal viso.
-Ti prego non uccidermi…-Aggiunse lei con voce calma.
-Vedi, tesoro…Io sono un vampiro e noi vampiri siamo degli esseri spregevoli! Devo ucciderti per forza…fa parte della mia natura…-Le spiegò lui sfiorandole le labbra carnose con le dita.
Dopo un po’, il moro scoprì il collo della bionda e avvicinò i denti per affondarli nella pelle rosea della ragazza, ma, quando stava per morderla, gli ritornò in mente il volto terrorizzato della sua Stellina e si fermò.
Pian piano, alleggerì la stretta sulla bionda che aprì gli occhi stupita.
-Tesoro, mi sono reso conto che non posso farti del male…C’è chi mi odierebbe se lo facessi! Sali in macchina e corri…Non fermarti fino a che non sei a casa, al sicuro…E una volta che sarai arrivata a casa ti dimenticherai di questo spiacevole incontro!-Concluse infine il vampiro soggiogandola per l’ultima volta.
Così la ragazza salì in auto e fece come le aveva ordinata il moro e, mentre lei si allontanava sempre di più, Damon riprese a camminare per la strada senza una meta da raggiungere.
 
 
 
A casa Gilbert, regnava il silenzio fin quando non suonò il campanello.
-Hey, come sta??-Chiese Stefan alla fidanzata, scrutandola con sguardo preoccupato.
-Come vuoi che stia…Appena siamo arrivate a casa si è chiusa nella stanza tutta il giorno, non ha mangiato e non ha bevuto…-Rispose Elena tristemente, salendo le scale seguita dal vampiro.
-Ecco, giudica tu!-Aggiunse la castana aprendo la porta della stanza della cugina facendo avvicinare Stefan che intravide la sagoma di Stella sdraiata sul grande letto matrimoniale, con le cuffie nelle orecchie e gli occhi gonfi  e pieni di lacrime.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto, i capelli ricci in disordine, il trucco sbavato e le coperte per terra, segno di un’eminente lotta con esse.
Dopo aver passato qualche minuto ad osservarla, Stefan si chiuse la porta alle spalle.
-Sta davvero malissimo!-Esclamò guardando Elena.
-Eh, già…E’ iniziato tutto per gioco e alla fine lei si è scottata…e parecchio!!-Rispose la Gilbert aggiustandosi una ciocca ribelle dal viso portandosela dietro all’orecchio.
-Dobbiamo cercare di farla mangiare altrimenti perderà tutte le forze e dimagrirà sempre di più…-Stefan scese al piano di sotto a velocità vampiresca raggiungendo la cucina per poi prendere qualcosa da mangiare e, subito dopo, ritornò al piano di sopra cercando di non svegliare Jenna che stava già dormendo.
Dopodiché entrò nella camera di Stella seguito da Elena.
Quando aprirono la porta trovarono Stella seduta davanti allo specchio che si pettinava i capelli mantenendo uno sguardo assente, sembrava ipnotizzata.
Stefan le si avvicinò poggiando il vassoio con il mangiare davanti a lei che non lo degnò di uno sguardo; Elena era davvero spaventata nel vedere la cugina in quella situazione.
-Stella, ti prego…devi mangiare qualcosa altrimenti ti indebolirai!-Cercò di persuaderla Stefan, poggiandole una mano sulla spalla, ma nemmeno questo gesto la smosse.
-Tesoro, so che stai soffrendo moltissimo per quello che ha fatto Damon, ma…-Elena non riuscì a finire la frase, che, al solo pronunciare il nome di Damon, Stella si voltò di scatto verso di lei urlando.
-NON OSARE PRONUNCIARE QUEL NOME! LASCIATEMI IN PACE..NON HO FAME!!-Stella guardò Elena furiosa e, la ragazza, scorse sul suo volto gli occhi ricolmi di sangue con delle venature rosse sotto, assomigliavano a quelli di un vampiro e questo li spaventò.
Subito dopo, la Gilbert di Miami si scaraventò contro Stefan che cadde sbattendo fortemente contro l’armadio che vi era nella stanza e subito dopo si gettò sulla finestra chiusa, spaccando il vetro per la troppa forza cadendo giù senza farsi male.
Non sembrava lei ed Elena era rimasta sconvolta dopo aver visto quella faccia mostruosa che solo un vampiro possedeva.
Dopo essersi ripresa, Elena corse verso la finestra per assicurarsi che Stella stesse bene e, quando si affacciò, la Gilbert di Miami la guardò furiosa per un’ultima volta prima di iniziare a correre lontano dall’abitazione per le strade di Mystic Falls illuminate solo da pochi lampioni e dalla luce della luna e delle stelle.
Subito dopo, Elena si avvicinò velocemente a Stefan che aveva un pezzo di legno appartenente all’armadio conficcato nel fianco.
Dopo aver contato fino a tre, lo estrasse velocemente facendo emettere un piccolo grido.
-Stefan, l’hai vista?? Era un mostro…Ma come è possibile che sia così se è umana?! Dobbiamo cercarla altrimenti potrebbe trovarsi nei guai…-Disse tutto d’un fiato la castana lasciandosi scappare una lacrima che subito Stefan le asciugò.
-Non preoccuparti, Elena! Risolveremo tutto…Non ho idea di come sia potuto accadere, ma sono sicuro di una cosa…Riusciremo a risolvere anche questo problema! D’altronde se siamo insieme ne usciamo sempre illesi…-Concluse infine il vampiro abbracciando la fidanzata con dolcezza, accarezzandole i capelli per rasserenarla.
Purtroppo, però, quello non era il loro unico problema; sentendo il rumore del vetro che andava in frantumi, Jenna si svegliò di soprassalto e si diresse verso la camera di Stella dalla quale era provenuto il rumore.
Quando spalancò la porta, vide Stefan e Elena abbracciati, la finestra rotta e la stanza in disordine come se fosse passato un uragano.
Ma la cosa che la spaventò fu il sangue che imbrattava il fianco di Stefan.
La ferita che si era procurato poco prima era molto profonda e, anche se era un vampiro, vi avrebbe messo almeno un’ora per guarire.
-AHHHH!!-Solo il suono di terrore fuoriuscì dalla bocca di Jenna che si portò una mano alla bocca mentre rimaneva immobile ad osservare i due ragazzi che, sentendola, si voltarono paralizzati verso di lei.
-Zia Jenna…-Elena riuscì solo a pronunciare quelle due parole dopodiché le si avvicinò tremante.
-Elena, Lui. Sangue. Finestra.Rotta…-Jenna non riusciva a parlare.
-Jenna, sta tranquilla…Non è successo niente, qualche idiota ha tirato un sasso che ha mandato in pezzi la finestra e del vetro mi è finito addosso per questo sto sanguinando, ma non è niente di grave…Per quanto riguarda la stanza…Beh, Stella si è arrabbiata con Elena e se l’è presa con la stanza!!-Spiegò Stefan con tono calmo, sorridendo ogni tanto.
Nel sentire quella spiegazione, Jenna si tranquillizzò e dopo un po’ ritornò a dormire, infondo era solo l’una del mattino.
Dopo essersi assicurati che Jenna stesse dormendo, uscirono fuori di casa per iniziare la ricerca della Gilbert.
 
 
Intanto, Stella vagava per la città in balia della sua furia che l’avvolgeva come un mantello.
Correva ostinata attraversando la strada senza vedere, andando a sbattere addosso qualsiasi passante che si trovasse sulla sua strada.
Ma lei, questo, non importava.
Arrivò all’entrata del bosco, si fermò qualche istante a fissare gli alberi dopodiché si decise ad addentrarsi nella boscaglia immersa nell’oscurità.
Riprese a correre ad una velocità strabiliante e, ad ogni passo, andava a sbattere contro qualche albero provocandosi grosse ferite con varie schegge di legno conficcate nella pelle oramai ricoperta dal sangue.
Sentiva il dolore procuratole dalle dure cortecce dei tronchi, ma non le importava.
La cosa che importava era correre fino a che non si sarebbe sentita troppo stanca.
 
 
 
Damon aveva camminato per circa un’ora, ma non percepiva nessun segno di stanchezza nel suo corpo di non-morto.
Aveva sempre lo sguardo perso nel vuoto ed era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse di essersi addentrato nel bosco di Mystic Falls.
Il moro era arrivato al centro del bosco, si sedette qualche attimo su una roccia per pensare.
Non riusciva a capire perché fosse tornato a Mystic Falls se si era ripromesso di non mettervi più piede dopo avervi riportato Stella.
Quella città era come una calamita e lui ne era attratto più che mai; non poteva farne a meno.
Un misto di angoscia e tristezza si impossessò di lui che aveva solo un unico pensiero: La sua Stellina.
Non riusciva a cancellare quell’immagine dalla sua mente, adesso che l’aveva persa si era reso conto che l’amava più di quanto si aspettasse.
Era immerso nei suoi pensieri quando un rumore catturò la sua attenzione.
-Chi c’è?- Disse alzandosi dalla roccia, guardandosi intorno, ma nessuno rispose.
-Oh, avanti. Chiunque tu sia esci immediatamente allo scoperto altrimenti sarò costretto a tirati fuori io con le cattive…-Continuò il vampiro sorridendo ironicamente.
All’improvviso, udì un rumore dietro di sé, si voltò e quello che vide lo fece rimanere a bocca aperta.
Vi era la sagoma di una ragazza con i capelli sul volto, ricoperta dall’oscurità della notte.
Dopo qualche attimo di silenzio, la ragazza alzò leggermente il volto e poté intravedere nell’oscurità i suoi occhi rossi che luccicavano come brillanti e, subito dopo, si scagliò contro il moro che era immobile a fissarla.
Quando le arrivò addosso , con uno scatto, la immobilizzò trattenendola per la gola.
Il volto del moro si trasformò e la stringeva sempre con più forza.
D’un tratto la ragazza alzò la faccia guardandolo negli occhi e, istintivamente, il vampiro la lasciò cadere a terra guardandola con gli occhi sbarrati.
Non poteva credere che quel mostro che l’aveva attaccato potesse essere proprio la sua dolce Stellina.
Quella ragazza intrisa di sangue dalla testa ai piedi, mezza nuda, con lo sguardo di un vampiro e una forza sovrumana non poteva essere lei.
Sperava vivamente che quello fosse solo un orribile incubo e che appena avesse aperto gli occhi quel mostro sarebbe scomparso e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Mentre lui la guardava con le lacrime agli occhi, lei si rialzò e si gettò nuovamente su di esso che non oppose resistenza.
-S-Stel-li-na…-Riuscì a dire solo il suo nome dopodiché si gettò a terra piegandosi dal dolore, sputando sangue dalla bocca.
Cercava in tutti i modi di capire cosa fosse successo alla sua amata, ma non riusciva proprio a capire, dall’odore del suo sangue capiva che era ancora umana, ma allo stesso tempo, aveva una forza sovrumana e si comportava come un vampiro.
Stella lo colpiva con tutta la forza che aveva; lo graffiava, gli dava pugni e calci.
Lui avrebbe potuto reagire, ma contro di lei non ce l’avrebbe mai fatta.
Dopo averlo picchiato e reso innocuo, si diresse verso un albero dal quale staccò un pezzo di legno appuntito poi raggiunse il moro che la guardava dolorosamente.
Lo afferrò per il colletto della giacca e lo sollevò trattenendolo per la gola, puntandogli il pezzo di legno allo stomaco.
-Stel-li-na…Ti p-prego…Questa…n-non…s-sei…tu!-Disse lui sforzandosi a parlare con l’intento di farla ragionare, ma senza riuscirci.
-Non parlare brutto bastardo!! Sei solo uno stronzo ipocrita che non sa fare altro che abbindolare le persone…DEVI MORIRE!!!-Rispose lei urlando con tutta la voce che aveva, premendo sempre di più il legno verso il suo stomaco, facendolo trasalire.
Sentiva il legno sfiorargli la pelle e sapeva che qualsiasi movimento sarebbe stato fatale.
Era calato il silenzio tra di loro, nessuna osava fiatare.
Si guardarono negli occhi e poté scrutare l’odio e la rabbia che Stella provava verso di lui e verso tutto quello che la circondava, ma la cosa che lo uccideva, era che tutto quello che le stava accadendo era colpa sua.
Rimasero per qualche attimo immobili e, dopo qualche minuto, arrivarono Stefan e Elena che li guardarono sbalorditi.
-Stella, abbassa quel pezzo di legno…-Disse Elena avvicinandosi lentamente alla cugina tenendo lo sguardo fisso sul pezzo di legno che la ragazza aveva in mano.
Stefan seguì la sua fidanzata e, Stella, vedendoli avvicinarsi, conficcò il pezzo di legno nello stomaco di Damon e subito dopo scappò lontano da loro.
I due si avvicinarono a Damon preoccupati e, dopo avergli sfilato il legno dallo stomaco, lo aiutarono ad alzarsi e fecero ritorno alla Pensione.
 
 
 
 
 

Fine 7° Capitolo!!
Angolo Autrice: Seraaaaaa a tutteee!! :3
Finalmente ho
 Concluso anche questo capitolo e spero davvero che vi sia piaciuto u.u Mi sono messa molto d’impegno e devo dire che mi sento molto soddisfatta :PP Non vedo l’ora di leggere  le vostre recensioni!!!
Baci.
TheDarkLady97 xx
 
PS: Perdonate gli eventuali orrori di ortografia xDD Ero talmente impaziente di aggiornare che non ho corretto u.u
 
 
 
 
 
 
 
  
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