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Autore: Serena_Potter    23/09/2012    3 recensioni
Questa storia è già stata scritta da me, ma la piega che stava prendendo non mi piaceva affatto. Come avevo già scritto nell'avviso, questa sarà una revisione della storia, con personaggi nuovi ma creati dalla Rowling.
Dal primo capitolo:
«Senti Al, non è che hai parlato con la Evans, prima?» domandò James ad un tratto, fingendo indifferenza, ma nei suoi occhi si leggeva trepidazione.
Alice lo guardò comprensiva ed annuì.
«Ha.. detto qualcosa di me? Tipo, che so.. qualcosa oltre ai soliti insulti» scrollò le spalle, sconsolato, mentre Sirius accanto a lui sbuffava ripetutamente, rimediando diverse occhiatacce da parte di Remus.
«No James, mi spiace.. più che altro ha ripetuto che ti comporti da buffone» ammise, stringendosi nelle spalle, un po’ in difficoltà.
Spero di avervi incuriositi almeno un po', e anche che i lettori che mi seguivano continueranno a farlo!
Serena_Potter.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Un arrivo movimentato.


 

«Pensa come la prenderà la Evans quando vedrà il tuo adorato distintivo»
Sirius riusciva già ad immaginare l’urlo disumano vagamente somigliante ad un “NO!” con cui la loro Prefettina preferita li avrebbe deliziati giusto qualche minuto dopo. Tuttavia James non sembrava molto allettato all’idea, e Sirius riusciva anche a capire perché: avevano subito così tante ramanzine dalla Evans che avrebbero potuto superare per numero quelle della McGranitt.
Il binario 9 e ¾ era estremamente affollato, come ogni anno. Il vapore usciva dalla locomotiva dell’Hogwarts Express, urla e schiamazzi invadevano il luogo e, come ogni anno, un’infinità di ragazze salutavano James e Sirius con espressioni così smielate che entrambi si aspettavano di veder comparire dei cuoricini sui loro occhi e temevano seriamente di aver l’immediato bisogno di una dose d’insulina.
Ma d’altronde, per loro era comprensibile: insomma, chi non si sarebbe innamorato di due tali bellezze? Quale ragazza non sarebbe caduta ai loro piedi al primo sguardo? Quale essere umano sarebbe riuscito a non essere attratto da loro? Il loro egocentrismo elaborava simili elucubrazioni mentali di continuo, senza sosta.
«Oh Merlino! Non.. non vorrai dire che la Evans è l’altro Caposcuola?!»
« James, e io che ne so? Sto solo supponendo»
A Sirius sfuggì un ghigno davanti all’espressione terrorizzata del suo migliore amico. Avrebbero solo dovuto aspettare l’arrivo della Evans, che non si fece attendere molto. Una cascata di capelli rosso rubino si intravide da lontano e lei in pochi secondi fu davanti a loro, gli occhi di un verde che assomigliava vagamente al colore dell’Avada Kedavra. Spostò lo sguardo da Sirius a James e viceversa con un espressione sconcertata, come se non volesse credere a qualcosa che le era stato raccontato.
« Potter, dimmi che quello che mi ha appena detto Alice non è vero. Dimmi che Silente non è impazzito e non ha deciso di condannare la scuola ad un anno di totale follia per causa tua e dei tuoi amici. Dimmi, per favore, dimmelo, che non sei Caposcuola!»
La situazione avrebbe potuto essere per alcuni versi veramente preoccupante senza neanche considerare il tono minaccioso di Lily Evans e il fatto che i suoi capelli rosso fuoco sembravano volteggiarle intorno in una perfetta dimostrazione del proverbio “ha un diavolo per capello”, quindi se i due ragazzi avessero preso in considerazione anche questi due futili dettagli, probabilmente la situazione non sarebbe stata solo preoccupante, ma una vera catastrofe.
Tuttavia, il fatto che Silente avesse deciso di fare l’alternativo e gettare Hogwarts proprio nel mezzo di un tornado di nome “Malandrini” non era affatto colpa loro.
« Effettivamente, Evans, non credo di poterti dare questo dispiacere.. sono Caposcuola, sì, come puoi felicemente notare da questo magnifico distintivo »
Sirius ghignò, deciso a non perdersi lo spettacolo di un’altra delle sfuriate Evans VS Potter, probabilmente una delle migliori.
Ma nonostante i due ragazzi fossero d’accordo che l’orgoglio Grifondoro e Malandrino fosse una delle cose più importanti da preservare nella vita, entrambi in quel momento, davanti  all’espressione furiosa e pronta all’esplosione della Evans, capirono che se avessero voluto essere ancora vivi e vegeti una manciata di minuti dopo, avrebbero dovuto lasciar da parte l’orgoglio per un po’.
«COME TI E’ VENUTO IN MENTE DI ACCETTARE?! COME HAI ANCHE SOLO POTUTO PENSARE DI POTER ESSERE UN BRAVO CAPOSCUOLA?! TU SEI SEMPRE STATO UN PROBLEMA VIVENTE PER ME, ED ORA DOVREMO ANCHE LAVORARE INSIEME!»
Sirius sgranò impercettibilmente gli occhi, resosi conto della pesantezza delle parole della Evans, proprio mentre James sobbalzava appena, preso alla sprovvista.
«Quindi ti avverto, James Potter, prova solo ad ostacolare il mio lavoro di Caposcuola, o ad infastidirmi, o ad importunarmi o recare disturbo a me o a qualunque altra creatura vivente e giuro che questa volta riuscirò ad appenderti alla Torre di Astronomia, costi quel che costi!», concluse, e si fece strada tra la piccola folla attirata dalle sue urla, senza dare il tempo a James di replicare. In ogni caso il ragazzo non ne avrebbe avuto la forza, a giudicare dall’espressione abbattuta. Sirius se ne rese subito conto e gli passò un braccio attorno alle spalle, soffermandosi però per qualche secondo a cercare con lo sguardo la chioma rossa.
«Prenditi una camomilla, Evans!» urlò dietro alla ragazza, dirigendosi con James a passo svelto sul treno e poi alla ricerca di uno scompartimento vuoto, ringhiando contro chiunque osasse posare lo sguardo sul suo migliore amico: non voleva pettegolezzi sul suo stato d’animo ancora prima di arrivare a scuola.
Una volta trovato uno scompartimento, Sirius aprì la porta scorrevole e James entrò come un fulmine, improvvisamente ogni traccia di tristezza sparita, sostituita da un’enorme dose di rabbia repressa.
«Si può sapere che accidenti ti ha preso, Jam?» sbottò Felpato, senza un minimo di delicatezza, chiudendo la porta ed appoggiandocisi con la schiena, proprio mentre James tirava un pugno al finestrino che tremò, sul punto di rompersi.
« Non capisco che accidenti le prende, diamine! Non è colpa mia se Silente mi ha nominato Caposcuola!» sibilò, furioso. Sirius aggrottò la fronte, confuso: di solito era lui quello soggetto ad attacchi di rabbia, James era sempre stato troppo solare, allegro ed ottimista per prendersela con un povero finestrino indifeso e sfogare la rabbia contro di esso.
« Andiamo Ramoso, è una donna, anche lei ha i suoi momenti no» commentò con noncuranza, come a dare poca importanza alla questione. « A te non interessa nulla di lei, o sbaglio? » aggiunse poi, inarcando un sopracciglio con fare scettico.
James restò in silenzio per qualche secondo, appoggiandosi con la schiena al finestrino ed osservando Sirius, davanti a lui, con espressione quasi confusa. Quest’ultimo aspettava con una buona dose di ansia mista a scetticismo la risposta, che tardava ad arrivare.
« Assolutamente nulla, figurati» concluse infine James, scrollando le spalle.
Sirius si concesse un sospiro di sollievo e si stravaccò comodamente su un intero sedile, subito imitato da James che non ebbe però il tempo di rilassarsi a causa di un Remus estremamente agitato che entrò come una furia nello scompartimento e lo prese per un braccio, rischiando di farlo cadere e sbraitando senza cercare neanche di contenersi.
«Devi andare nella carrozza dei Prefetti, MUOVITI!»
Ramoso aveva l’aria vagamente terrorizzata mentre cercava di aggrapparsi alla porta mimando un “NOOO” muto con le labbra, mentre Remus lo trascinava via. Peter, arrivato nello scompartimento insieme a Remus, osservò per qualche secondo i due ragazzi che correvano via, verso la carrozza dei Prefetti, poi si voltò verso Sirius, che rotolava dalle risate, quasi con le lacrime agli occhi.
«Sai che la Evans e Ramoso si uccideranno a vicenda, vero?» esordì Peter, sedendosi con aria sconsolata sul sedile. Sirius si bloccò improvvisamente e sgranò gli occhi, fissando Peter che inizialmente temette che l’amico avesse subito un grave shock.
« Grandioso, dovrò spiegare a Dorea e Charlus che una pazzoide ha ucciso loro figlio.. Pet, non è che ti andrebbe di farlo al posto mio?»
 
 
 
« Moony, per Merlino, ma devo partecipare per forza? «domandò per quella che immaginò essere la trentacinquesima volta, poiché Remus aveva appena sussurrato il suddetto numero.
« Sì James, devi per forza. » rispose ormai al limite della sopportazione, e James sbuffò, mentre Remus lo trascinava senza alcuna delicatezza nella carrozza dei Prefetti.
Nell’esatto momento in cui Ramoso mise piede lì dentro, poté notare diverse reazioni.
Le ragazze presenti nella carrozza esalarono sospiri senza staccare gli occhi da lui, che non poté fare a meno di passarsi la mano tra i capelli ed ammiccare loro.
Una Corvonero gli andò incontro e gli stampò un bacio sulla guancia, lasciando cadere qualcosa nella tasca dei suoi pantaloni. James le sorrise gentilmente, seguendo Remus lungo la carrozza e cercando di ricordare se avesse mai notato, conosciuto o considerato quella ragazza.
Un’altra reazione che non gli sfuggì fu lo sbuffo stizzito della Evans, in piedi a qualche metro da lui, le braccia incrociate al petto e l’espressione omicida. Evidentemente ce l’aveva ancora col ragazzo per aver commesso l’imperdonabile errore di aver ricevuto l’incarico di Caposcuola.
«Salve Evans!» la salutò tranquillamente, con un sorriso a trentadue denti, pienamente consapevole del fatto che questo l’avrebbe fatta infuriare ancora di più.
Come da copione, lei gli lanciò un’occhiata fulminante.
«E’ sempre un dispiacere vederti, Potter» sibilò con voce così carica d’odio che sembrava poter sputare veleno.
«Per me è sempre un piacere, invece»  commentò lui, sorridendo tranquillamente, per poi voltarsi dall’altra parte ed osservare, senza realmente vederle, tutte le persone presenti in quella carrozza. Non poteva assolutamente farle notare di essere ancora lievemente turbato per l’avvenimento di poco prima.
La Evans distribuì dei fogli a tutte le persone presenti, premurandosi di non degnare James di uno sguardo mentre gli consegnava il suo. A Ramoso sfuggì un lieve sorriso, perché nonostante non riuscisse assolutamente a capirla e nonostante lei lo odiasse con tutto il suo cuore, non poteva negare a se stesso che durante l’estate gli era mancata molto, ed a provarlo c’erano le molteplici lettere che le aveva spedito e a cui, puntualmente, non aveva ricevuto risposta.
«Allora, buongiorno a tutti. La professoressa McGranitt non è presente, ed ha incaricato me di svolgere il discorso iniziale. Bene, sta iniziando un nuovo anno scolastico e come sapete il lavoro dei Caposcuola e dei Prefetti quest’anno sarà impegnativo proprio come negli anni precedenti. Ci sono ovviamente due nuovi Prefetti e due nuovi Caposcuola per ogni Casata, quindi ora li presenterò» iniziò Lily, con voce pratica e sbrigativa. Prese un foglio dalla pila che teneva in mano e cominciò a leggere. «I nuovi Prefetti di Grifondoro sono Colton Walker e Amanda Pieterse», un ragazzino biondo si alzò in piedi e sorrise a tutti, presto imitato da Amanda, della quale si notava solo la cascata di capelli castani, ricci e lunghissimi. «Julia Garfield e Robert Jackson sono i nuovi Prefetti di Tassorosso», questa volta ad alzarsi furono due ragazzini pel di carota che si assomigliavano moltissimo. «I Prefetti di Corvonero sono Emily Wright e Justin Brown», Justin salutò velocemente tutti, visibilmente in imbarazzo, mentre Emily si alzò senza fretta e rivolse un sorriso smagliante e provocatorio a tutti i presenti. Lily, dopo averla guardata con fare scettico, riprese la lettura. «Infine, i Prefetti di Serpeverde sono Margarita Parkinson e Julian Nott», gli ultimi due ragazzi chiamati si alzano in piedi di malavoglia, senza accennare nessun sorriso.
«Bene, ed ora passiamo ai nuovi Caposcuola. Per Grifondoro saremo io e James Potter» pronunciò quest’ultimo nome a denti stretti, come se le costasse una fatica incredibile. James sorrise smagliante a tutti, ignorando il brusio contrariato che si alzò dai Serpeverde.
«Per Tassorosso, Helen Cox e Alan Smith» proseguì Lily, sorridendo ad Alan che aveva conosciuto lo scorso anno. I due salutarono gentilmente i presenti, poi si sedettero.
«Per Corvonero, Hannah Green e David Scott». Si alzarono due ragazzi dall’aria gentile e discreta, salutarono con un sorriso e tornarono al loro posto.
«Per Serpeverde invece, Eveline Greengrass  e Rabastan Lestrange» Lily lesse quest’ultimo nome con un sentimento di stupore malcelato, poi alzò gli occhi a guardare le due Serpi che si alzavano a loro volta per salutare tutti gli altri. Lestrange rivolse uno sguardo arrogante a tutti, mentre Eveline ghignò con fare superiore. Lily sentì James emettere un verso di disgusto e non poté fare a meno di sentirsi d’accordo con lui, quella volta. Lo sguardo le cadde sulla sagoma scura di Severus Piton, che guardava Rabastan Lestrange con un certo risentimento. Distolse lo sguardo e si schiarì la voce, riacquistando l’attenzione dei presenti.
«Bene, ora Potter si renderà finalmente utile e distribuirà gli orari delle ronde ad ognuno di voi, mentre io illustrerò qualche regola che la McGranitt si è raccomanda di ricordarvi» s’interruppe per posare tra le braccia di James diversi fogli, ciascuno contrassegnato con il nome del ragazzo o della ragazza a cui erano indirizzati. Il giovane Grifondoro fece il giro della stanza, dovendo molto spesso chiedere ad alta voce chi fosse chi, non conoscendo personalmente tutte le persone presenti nello scompartimento. Consegnò l’ultimo a Lily e tornò al proprio posto.
«Bene, come sapete il nostro incarico è quello di mantenere la calma nella scuola e di far rispettare le regole a tutti gli studenti, ciò significa che noi in primis dobbiamo seguirle alla lettera» lanciò un’occhiata ammonitrice a James che ridacchiò sottovoce. «Immagino che otto studenti per ogni Casata possano bastare per mantenere l’ordine a scuola, e sono sicura che collaboreremo tutti quanti» sorrise incoraggiante verso la gran parte delle persone nello scompartimento, ma si tradì gettando uno sguardo preoccupato ai nuovi Caposcuola di Serpeverde e anche a Piton. «Quindi, la professoressa McGranitt si raccomanda di svolgere al meglio il nostro lavoro. Ora, per quanto riguarda le riunioni, durante ognuna di esse comunicheremo il giorno della successiva, e per quanto riguarda le ronde se notate qualcosa di strano durante il vostro turno siete pregati di avvertire la professoressa McGranitt. Ci sono domande?»
Il Prefetto di Tassorosso del sesto anno alzò la mano e la Evans gli fece un cenno per incoraggiarlo a parlare.
«Come facciamo ad essere sicuri che l’odio tra te e James Potter non interferirà con il lavoro?»
James credé di poter vedere del fumo uscire dalle orecchie di Lily Evans e constatò che sarebbe stato discretamente preoccupante visto il colore dei capelli che sembrava mandarle a fuoco la testa.
«Sono abbastanza intelligente da capire che non si devono mai mischiare gli affari personali con il lavoro, se era questo a preoccuparti, oltre al fatto che Potter non è neanche un affare personale, quindi puoi stare tranquillo, niente interferirà col mio lavoro di Caposcuola, Macmillan!» sbottò la Evans, lasciando di stucco tutti i presenti nella carrozza ad eccezione di Remus Lupin che ormai ci era abituato.
Il giovane Tassorosso rimase in silenzio, incapace di proferire parola davanti alla mezza sfuriata della Evans.
«Sì Macmillan, mai dubitare della professionalità della Evans, o potresti ritrovarti in situazioni spiacevoli» commentò James con aria preoccupata, gettando un’occhiata a Lily Evans che non volle assolutamente raccogliere la sfida, così da dimostrare ciò che aveva appena detto al Tassorosso.
«Se non ci sono altre domande, potete andare. Ricordate di controllare il treno, i turni sono scritti sul foglio. Buon lavoro! » concluse la Evans, la cui voce sembrava a stento riuscire a controllare la rabbia che provava, che traboccava da ogni sillaba.
«A te, Liluccia!» esclamò James, senza altro scopo che quello di farla arrabbiare, mentre si avviava a passo svelto verso lo scompartimento dove Sirius e Peter stavano aspettando lui e Remus.
«Non chiamarmi Liluccia, Potter!» urlò lei e Ramoso scoppiò a ridere.
«Non credi che sarebbe ora che la finissi con queste provocazioni da bambini?» domandò con voce dura Remus, tornando allo scompartimento. James lo guardò con un sopracciglio inarcato, scrollando le spalle con fare indifferente.
«Se la lasciassi stare non uscirebbe mai con me» spiegò ingenuamente, senza quasi rendersi conto delle parole che pronunciava. Nella sua voce si distingueva a malapena un pizzico d’insicurezza e Remus credé di sentirlo sospirare quasi impercettibilmente, sconsolato.
«È  qui che sbagli, Jam. Sarebbe più probabile che lei uscisse con te se tu dimostrassi di essere maturo, invece di continuare ad assillarla» commentò con calma Moony, osservando James con la fronte lievemente aggrottata.
«Assolutamente vero, tranne per la minuscola sottigliezza che se lui maturasse un minimo io potrei smettere di detestarlo, ma sarebbe comunque lontano anni luce dal conquistarmi » s’intromise una voce da dietro di loro, e James sobbalzò, osservando la Evans superare entrambi a passo svelto.
«Per quanto ti ostini a negare l’evidenza, Evans, lo sappiamo tutti che muori dalla voglia di uscire con me!» esclamò dopo qualche secondo, ma lei non ribatté nulla, anzi entrò nel suo scompartimento senza degnarlo di uno sguardo.
James dopo un secondo d’esitazione scrollò le spalle ed entrò con Remus nel loro, dove Felpato e Codaliscia si stavano abbuffando dei dolci portati dalla Signora del Carrello. Nessuno dei quattro ragazzi riusciva a capacitarsi del fatto che dopo sei anni passati a fare avanti e indietro su quel treno, spendendo ogni volta galeoni su galeoni per dolci di tutti i tipi, non sapevano ancora come si chiamasse quella benedetta Signora del Carrello.
Con un sospiro melodrammatico Ramoso si buttò su Sirius che stava ancora stravaccato su un sedile intero, provocando le sue urla e imprecazioni.
«Porca Pluffa, James togliti!» esclamò scrollandosi il ragazzo di dosso e facendolo cadere a terra, dove rimase sdraiato per qualche secondo a ridere.
«Dai Sirius, ammettilo che ami quando ti abbraccio!» ghignò James alzandosi con un balzo agile ed afferrando una Gelatina Tuttigusti+1 dal pacchetto di Peter, che quasi non se ne accorse per via delle risate.
«Quelli non sono abbracci, ma tentativi di stupro!» ribatté l’altro, corrucciato.
«Che acidità, sembri la Evans!» sbuffò Ramoso, facendosi spazio tra Remus e Peter.
«L’acidità della Evans non ha paragoni, James, dovresti saperlo» fece Sirius con fare saggio.
«Sai una cosa? Forse hai ragione. Il che sarebbe davvero strano, considerando le dimensioni del tuo cervellino!» insinuò James, ghignando.
Sirius sgranò gli occhi, inizialmente offesissimo dall’insulto, ma pochi secondi dopo si buttò a peso morto su James, trascinandolo a terra e dando inizio ad una delle loro lotte quotidiane, precisamente la prima del loro ultimo anno scolastico.
Quando gli occhiali di James volarono attraverso lo scompartimento andando ad infilarsi nel pacchetto di Zuccotti di Zucca di Peter, Remus decise che era arrivato il momento di metter fine a quella sceneggiata.
«James, c’è Lily che ti sta guardando da dieci minuti. Non hai fatto una grande impressione su di lei» disse svogliatamente, attendendo la reazione di James che non tardò ad arrivare.
Il giovane si alzò di scatto – Remus non riuscì a capire come, essendo così intricato tra i vestiti di Sirius da non riuscire più a capire quali capelli fossero di chi – , recuperò gli occhiali, li inforcò e si girò come un fulmine verso la porta dello scompartimento, presupponendo di trovarla aperta su una Evans disgustata.
Il Licantropo del gruppo non poté far a meno di scoppiare a ridere davanti all’espressione mortificata che lasciava il posto ad una confusa ed infine ad una arrabbiata.
«Si può sapere perché ci casco sempre? Sono sette anni che mi freghi sempre con la stessa frase, diamine!» sbottò contrariato, lasciandosi cadere sul sedile di fronte a quello di Peter.
Sirius, che nel frattempo si era alzato da terra e ridacchiava senza ritegno, si sedette accanto a James e gli diede un giocoso pugno sulla spalla.
«Fratello, ti stai rammollendo! Questa fissazione per la Evans ti fa male, ed inoltre non mi hai fatto neanche un graffio!»
James si voltò verso di lui e un sorriso divertito si dipinse sul suo volto.
«Vorrei farti notare il livido enorme che ti ritrovi sullo zigomo, ma sfortunatamente non ho uno specchio»
Proprio in quel momento, evitando così a Sirius la possibilità di avventarsi nuovamente su James, Frank Paciock entrò nello scompartimento seguito dalla piccola Alice Prewett, sua fidanzata ormai da due lunghi anni.
«Ci si rivede, finalmente!» esclamò Frank con un grande sorriso, andando a sedersi accanto a Remus. Alice si sedette sulle sue gambe, rivolgendo ai ragazzi un sorriso dolce e forse un po’ timido.
«Frank, Alice!» esclamarono James e Sirius quasi all’unisono, mentre Remus li salutò con meno esuberanza e Peter rivolse loro solo un timido cenno e un sorriso gentile.
«Come state?» domandò Alice gentilmente, spostando lo sguardo su ognuno dei Malandrini.
«Non posso lamentarmi, dopo un’intera estate di relax» rispose Sirius, stiracchiando le braccia come a dimostrazione delle sue parole.
«Sì, alla grande!» aggiunse James, con il suo solito sorriso smagliante.
«Non c’è male, già» rispose poi Remus, che aveva un’aria piuttosto sana nonostante l’ultima Luna Piena fosse passata da poco.
«E tu, Peter?» chiese Alice rivolgendosi al più timido dei Malandrini, che arrossì di botto e lasciò vagare lo sguardo nello scompartimento, per non incrociarlo con quello della ragazza.
«Io sto.. sto bene, sì, grazie» rispose, accennando un sorrisetto nervoso.
«Il buon vecchio Frank come ha passato le vacanze, eh?» domandò James, allungandosi sul sedile per dare una pacca sulla spalla all’amico.
«Io ed Alice siamo stati al mare, ad agosto»
La ragazza sorrise dolcemente ed annuì. «Sì, siamo stati davvero bene. Augusta ci ha messo a disposizione una casetta davvero molto carina al mare e siamo rimasti lì per un mese, è stato rilassante» annuì lanciando uno sguardo amorevole a Frank. Sirius riuscì con un certo sforzo a trattenere una smorfia davanti a quelle dimostrazioni d’affetto.
Alice era la ragazza più dolce che conoscessero, e probabilmente aveva il carattere più diverso da quello di Sirius di chiunque altro al mondo.
«E bravi! Quindi la cara Augusta non ti ha terrorizzato troppo quest’anno, eh, Al?» chiese Remus, che aveva conosciuto la mamma di Frank due estati prima.
Alice scoppiò a ridere e scosse la testa.
«No, è stata davvero molto carina! A modo suo, è ovvio» aggiunse poi, osservando Frank di sottecchi forse temendo che si fosse offeso, ma il ragazzo pareva essere totalmente d’accordo.
«Senti Al, non è che hai parlato con la Evans, prima?» domandò James ad un tratto, fingendo indifferenza, ma nei suoi occhi si leggeva trepidazione.
Alice lo guardò comprensiva ed annuì.
«Ha.. detto qualcosa di me? Tipo, che so.. qualcosa oltre ai soliti insulti» scrollò le spalle, sconsolato, mentre Sirius accanto a lui sbuffava ripetutamente, rimediando diverse occhiatacce da parte di Remus.
«No James, mi spiace.. più che altro ha ripetuto che ti comporti da buffone» ammise, stringendosi nelle spalle, un po’ in difficoltà. Le dispiaceva davvero tanto di dover comunicare a James notizie che l’avrebbero fatto star male, nonostante non lo desse poi molto a vedere. Gli unici che non si erano accorti della cotta che James aveva per Lily Evans erano solo la stessa Lily e Sirius, mentre Ramoso si limitava a negarlo persino a sé stesso.
Dopo qualche secondo di silenzio Sirius si premurò di portare la conversazione su argomenti meno pesanti, e l’allegria tornò ad occupare lo scompartimento.
Tuttavia, negli occhi di James, si poteva ancora notare un’ombra di tristezza.
 
 
Per Remus era sempre una gioia incredibile vedere le mura e le torri del castello che tutti lì amavano incondizionatamente, e quasi non riusciva a credere di aver passato sei anni ad Hogwarts quando non avrebbe mai creduto di poterla neanche guardare da lontano. Sarebbe stato eternamente grato a Silente per avergli concesso il magnifico privilegio di studiare ad Hogwarts, e non credeva che sarebbe mai riuscito a mostrargli tutta la sua riconoscenza.
Ma la cosa che lo rendeva più felice di ogni altra era guardare i suoi migliori amici ridere, scherzare e divertirsi dentro quella carrozza che li stava conducendo verso l’ultimo anno ad Hogwarts e rendersi conto che loro ci sarebbero stati per sempre, quando non credeva che nessuno sarebbe rimasto accanto a lui, soprattutto conoscendo la maledizione che lo tormentava da quando aveva solamente otto anni.
«Moony, ti sei addormentato?»
La risata di James esplose, risvegliando il ragazzo dai suoi pensieri. Alice era salita nella carrozza con le sue amiche, ed ora anche Sirius e Peter scoppiarono a ridere a causa di una battuta di Frank.
«No, figurati.. stavo pensando.. secondo voi ci sarà la torta al cioccolato al banchetto?» domandò Remus, inventando la prima scusa plausibile. Si affrettò a scendere dalla carrozza quando quest’ultima si fermò dolcemente e si avviò con gli amici verso la scuola, tra la folla che correva sotto una leggera pioggia.
«Naturale! Credo di amare quegli Elfi» commentò Sirius, probabilmente già pregustando il banchetto.
«Siamo in due» gli diede manforte James, con un sorrisone.
La pioggia si fece sempre più fitta e i cinque si affrettarono ad entrare nella Sala d’Ingresso, accalcandosi alle porte della Sala Grande con la massa di studenti.
Quando la porta centrale si aprì, tutti si diressero, più o meno tranquillamente, ai tavoli delle rispettive Casate di appartenenza. L’ingresso di James e Sirius venne accolto in diversi modi: praticamente tutte le ragazze presenti in Sala emisero urletti striduli e presero a sussurrare tra di loro, mentre i ragazzi che conoscevano i due egocentrici li salutarono agitando le braccia. Notando che il percorso verso il tavolo di Grifondoro sembrava durare più del previsto, Remus li spinse poco delicatamente verso di esso, mentre Peter li seguiva da dietro. Si sedettero agli ultimi posti rimasti, a un paio di metri di distanza da Lily e le sue amiche. Inutile dire che la Rossa, non appena notò di non essere a distanza di sicurezza da James, si irritò subito moltissimo. Remus, per l’ennesima volta, riuscì a capirla.
Dopo qualche minuto fece la sua entrata in scena la McGranitt, con al seguito un gruppo di bambini dall’aria confusa, che si guardavano intorno e sgranavano gli occhi meravigliati dalla magnificenza della Sala. La professoressa salì i gradini che portavano alla tavolata dei professori e si posizionò dietro lo sgabello di legno, sul quale era posizionato il Cappello Parlante, e spiegò ai nuovi arrivati in cosa consistesse la fantasmagorica prova dello Smistamento che quasi tutti avevano immaginato diversa da quella reale.
Dopodiché srotolò una lunga lista e cominciò a leggere i nomi.
<< Smith Anne >> chiamò la McGranitt, e una bambina dall’aria spaventata si sedette sullo sgabello. La professoressa le posò il Cappello Parlante in testa e quello scivolò a coprirle gli occhi. Pochi secondi dopo, lo squarcio nella stoffa si aprì.
<< TASSOROSSO! >>
Dal tavolo dei Tassorosso si levarono urla di felicità e applausi, poi di nuovo il silenzio e la scena si ripeté per tutti gli altri bambini.
A fine Smistamento, Grifondoro aveva ottenuto diciotto bambini, tra maschi e femmine, tutti dall’aria felice.
«Andiamo, sto morendo di fame!» borbottò James, lanciando occhiate verso il tavolo dei professori.
Silente si alzò e allargò le braccia come a stringerli tutti in un grande abbraccio.
«Benvenuti tutti a questo nuovo anno ad Hogwarts. So bene che siete affamati, quindi vi lascio al banchetto. Buon appetito!» esclamò bonariamente, sedendosi mentre tutta la Sala scoppiava in un applauso scrosciante.
I tavoli si riempirono di cibo e il chiacchiericcio nella Sala aumentò di volume.
«Ehi! Ehi, Evans!» urlò James, sbracciandosi in direzione di Lily ed attirando l’attenzione dei bambini del primo anno. Tutti gli altri erano ormai abituati ai tentativi del baldo giovane di attaccare bottone con la Evans.
Lei alzò svogliatamente lo sguardo, inarcando un sopracciglio.
«Che vuoi?!»
«Esci con me?»
«Sogna!»
«Tu sei il mio sogno, amore mio!»
Fu decisamente un miracolo che gli occhi di Lily non avessero mandato lampi e non avessero incenerito James all’istante, perché la ragazza sembrava decisamente sul punto di prendere la bacchetta e ridurre il ragazzo ad un mucchietto di polvere.
«Amore mio?! Potter, non azzardarti mai più a chiamarmi così, o giuro che ti Schianto!»
La minaccia sembrò avere l’effetto desiderato, perché James si limitò a ridacchiare e a farle l’occhiolino, il che fu un netto miglioramento. I bambini spostavano lo sguardo da Lily e James e viceversa, spaventati da lei e confusi dallo strano scambio di battute.
«State insieme?» domandò una ragazzina dai capelli biondi, indicando i due ragazzi in questione. Lily quasi si strozzò con le patate al forno, mentre James trattenne a stento una risata.
«Non ancora piccolina!» commentò quindi, lanciando un’occhiata a Lily che lo fulminò con lo sguardo.
«No cara, non stiamo insieme, anzi, non staremo mai insieme» sbottò senza alcuna delicatezza verso la bambina che preferì restare in silenzio davanti all’irritabilità della Evans.
«Tu la ami?» domandò invece un bambino riccio, dai profondi occhi neri. James tossì convulsamente, e Remus e Peter si affrettarono a battergli qualche colpo sulla schiena. Sirius scoppiò a ridere rumorosamente, accasciandosi sul tavolo in preda a forti convulsioni dovuti alle risa e alla tosse.
«N-no, cioè.. no, non credo.. no, no» il borbottio sconnesso del ragazzo si spense ben presto, e James non osò alzare lo sguardo verso Sirius che si era bloccato nel bel mezzo della risata, nel sentire il titubanza del migliore amico, che invece cercò lo sguardo di Lily, nervosamente. Lei aveva lo sguardo fisso sul piatto, mentre le amiche attorno a lei se la ridevano bellamente.
Una volta finiti i dolci i resti di cibo sparirono improvvisamente e i piatti tornarono brillanti. Silente si alzò e il chiacchiericcio si spense immediatamente, mentre la scolaresca si voltava verso il Preside, che guardò tutti con espressione seria, così seria che fu impossibile fraintendere l’argomento del discorso che stava per tenere.
«Come sapete tutti, nel mondo magico infuria una guerra che peggiora di giorno in giorno. Mi rincresce dirlo ma temo che nessun posto, neanche Hogwarts, sia più sicuro. Dobbiamo restare tutti uniti per fronteggiare la più grande guerra magica a memoria d’uomo. Se resteremo uniti, nulla potrà sconfiggerci» disse con tono serio, e i Malandrini si scambiarono un’occhiata e un mezzo sorriso. Niente li avrebbe mai divisi, quella era una delle poche certezze che avevano nella loro vita.
«Non ho intenzione di tediarvi e di spaventarvi con discorsi eccessivamente pesanti, non ce n’è bisogno. Auguro a tutti voi una buona notte e un buon anno scolastico!»
Detto questo, Silente si voltò e la Sala si riempì del grattare delle panche, mentre una massa indefinita di studenti si riversò fuori dalla Sala Grande, diretta verso i dormitori.
«Da questa parte, voi del primo anno!» esclamò Lily attirando l’attenzione di James che stava per andarsene con gli amici. La osservò per qualche secondo, titubante, poi si voltò verso gli altri.
«Vi raggiungo fra poco, il dovere mi chiama» esclamò ridendo. Loro annuirono e risero a loro volta, dirigendosi fuori dalla Sala Grande. James raggiunse in pochi secondi Lily, e la affiancò davanti alla fila ordinata di studenti.
«Ehi Evans» esordì, passandosi una mano tra i capelli.
«Potter» disse lei, secca, lanciandogli un’occhiataccia. I due bambini, la biondina e il ricciolino, li osservavano interessati.
«Come te la passi?» domandò James, osservandola con la coda dell’occhio.
«Magnificamente, grazie» commentò Lily con un pizzico di sarcasmo, aumentando il passo e facendo un cenno agli studenti dietro di lei. «Seguitemi, prego, veloci!» esclamò, accompagnando l’ordine con un sorriso gentile, in modo da non spaventarli prematuramente.
«A questo punto è buona educazione porre a tua volta la domanda» disse James, lanciandole un’occhiata penetrante.
«Non vedo il motivo, visto che non mi interessa affatto sapere come te la passi» ribatté Lily acidamente e James per il resto del percorso fino alla Sala Comune rimase in silenzio, troppo demoralizzato per aggiungere alcunché, provocando un grande stupore nella Evans che ogni tanto gli lanciò occhiate quasi confuse.
Una volta oltrepassato il buco del ritratto, Lily, James e i primini si fecero spazio tra la folla che si era fermata a chiacchierare nella Sala, arrivando ai piedi delle scale a chiocciola che conducevano ai Dormitori.
«Ragazze, il vostro Dormitorio è la prima porta a destra, per i ragazzi la prima a sinistra!» esclamò Lily, indicando prima il dormitorio femminile e poi quello maschile. I bambini annuirono, impegnati nell’osservare la stravagante Sala interamente in rosso ed oro che li circondava.
«Piccoli, direi che è ora di andare a dormire, domani sarà una giornata faticosa, ve lo assicuro! Buonanotte a tutti!» concluse James con voce gentile e con un gran sorriso, dopo aver notato un paio di bambine che sbadigliavano, probabilmente provate dal lungo viaggio. I bambini diedero la buonanotte ai due Capiscuola e si diressero verso i rispettivi dormitori, chiacchierando concitati tra di loro.
Lily rivolse una breve occhiata a James, indecisa se dire qualcosa o meno. Infine decise di rimanere in silenzio e si diresse a passo svelto verso le sue amiche, che si erano sedute sulle poltrone davanti al camino. Ramoso aprì la bocca per chiamarla ma lei era già sparita tra la piccola folla, lasciandolo solo e anche parecchio deluso.
 
Quella sera stessa, nel dormitorio dei Malandrini regnava il caos. L’arrivo ad Hogwarts era sempre accompagnato dalla consueta confusione della sistemazione della stanza e dei bagagli.
Il perfetto ordine che avevano trovato i quattro una volta entrati nel dormitorio – e che piaceva tanto a Remus – pochi minuti dopo era solo un ricordo.
I bauli si trovavano già ai piedi dei quattro letti. Sopra quello di James era posata con estrema cura la scopa da corsa del giovane, una nuovissima e splendente Nimbus 1000, la migliore sul mercato. Gli Elfi che l’avevano portata nel dormitorio assieme al baule conoscevano la passione di James per il Quidditch e la sua scopa, così se ne prendevano cura tutti gli anni come fosse un tesoro di inestimabile valore.
«Ah, bentornati a casa Malandrini!» esclamò Remus entrando nella stanza ed inspirando profondamente, come a voler imprimersi nella memoria l’odore accogliente dei dormitori.
«Lunastorta, hai ancora qualche Cioccorana?» chiese Peter, che si era fiondato sul suo baule, l’aveva aperto e ne aveva estratto la busta dei dolci, che aveva trovato tristemente vuota.
«Sì, ma non esagerare» lo avvertì Lupin con fare minaccioso, estraendo dal suo vecchio baule la propria busta dei dolci e posandola con delicatezza sul letto di Peter.
«Allora, amici! L’ultimo anno sta per iniziare!» esordì James, togliendosi le scarpe e lanciandole in aria senza alcuna delicatezza, incurante di chi o cosa avrebbero potuto colpire. «Dobbiamo lasciare il segno! Tutti si ricorderanno dei Malandrini e le nostre imprese verranno tramandate da padre in figlio!» esclamò, dopo essere salito sul letto. Si aggrappò con un braccio ad un’asta del letto a baldacchino, e Remus pensò fosse una pessima imitazione del cartone animato babbano Tarzan. «Resteremo nella storia! Chi è con me?» alzò progressivamente il tono di voce, arrivando a concludere la frase urlando a squarciagola.
Sirius si alzò con uno scatto dal letto su quale si era gettato a peso morto, alzò il pugno in aria ed urlò a sua volta «Io ci sto!» e batté il cinque a James, che saltò nuovamente a terra e passò un braccio sulla spalla di Sirius.
«E voi? Ci state?» chiese agli altri due.
Peter si alzò dal letto e ingoiò la Cioccorana che stava masticando, prima di trotterellare dagli amici e battere loro il cinque. «Certo che ci sto!» esclamò, sorridendo felice. Gli brillavano gli occhi, ancora una volta non riusciva a credere di essere in compagnia dei tre ragazzi più ammirati della scuola, e per giunta di essere il loro migliore amico.
Tutti e tre alzarono lo sguardo su Remus, in piedi davanti a loro, che sembrava combattere una battaglia interiore tra il Prefetto e Lunastorta.
Dopo diversi secondi di tensione, durante i quali James, Sirius e Peter lo fissavano con tanto d’occhi, pregando che la sua parte irrazionale prendesse il sopravvento, Remus annuì.
«Sì, ci sto. Ovvio che ci sto!» esclamò, mandando mentalmente al diavolo il buonsenso ed andando ad unirsi all’abbraccio di gruppo a cui avevano dato inizio James e Sirius, urlando e ridendo.
«Hogwarts si ricorderà di noi, amici miei!» urlò Sirius, e gli altri si mostrarono rumorosamente d’accordo.
Per diversi minuti giocarono come bambini, spintonandosi e ridendo, le menti più confuse ed inebriate di felicità di quanto avrebbero potuto essere dopo una bottiglia di Whisky Incendiario.
La loro ilarità si placò un po’ quando un gufo venne a picchiettare alla loro finestra. Proveniva dalla torre dei dormitori femminili, che si scorgeva appena nel buio.
James andò ad aprire e il gufo ripartì subito dopo aver lasciato cadere a terra la lettera, alla volta della Guferia. Il giovane si chinò a raccoglierla. Sul retro c’era scritto, in una calligrafia disordinata ma evidentemente femminile, «per i Malandrini». James la girò e urlò agli altri, che avevano ripreso a giocare tra di loro, di starlo a sentire.
«È passata la mezzanotte, scalmanati, state disturbando la quiete pubblica! James, Lily minaccia di ucciderti domani se non la lasciate dormire, e non chiedermi perché se la prende solo con te. Remus, ti credevamo più responsabile, ci hai molto deluse, sì!
Andate a dormire! Bacino della buonanotte a tutti!
Marlene.
» lesse James con qualche difficoltà, a causa delle risate che lo bloccavano ad ogni frase.
Anche gli altri tre scoppiarono a ridere rumorosamente, poi James ricordò la minaccia di Lily e zittì tutti, terrorizzato.
«Meglio se andiamo a dormire» sghignazzò Sirius, sfilandosi la divisa.
Gli altri furono d’accordo e lo imitarono. Cinque minuti dopo erano sotto le coperte, e l’unica luce accesa era quella sul comodino di James.
«Dite che Lily mi ucciderebbe sul serio?» domandò quest’ultimo dopo qualche attimo di silenzio.
La reazione fu immediata. Tre cuscini lo raggiunsero da tre parti diverse della stanza e James si protesse con le braccia, ridendo. «Okay, ho afferrato! Buonanotte!» concluse e spense la lampada con un colpo di bacchetta, mentre tutti gli altri mugugnavano a loro volta la buonanotte.


Angolo Autrice:
Okay, questa è la rivisitazione di Ever fancied someone you know you shouldn't?, e spero vi piaccia.
Ho deciso di attenermi ancor di più alla storia, immettendo personaggi già presentati dalla Rowling ma dei quali non si conosce ad esempio l'età, la Casa di appartenenza eccetera.
Ovvero: Marlene McKinnon. Rivestirà un ruolo fondamentale nella storia, probabilmente sarà la sostituta di Lisbeth Jenson e Sophie Ranson, che ho deciso di eliminare. Per quanto riguarda Sophie, credo che prima o poi pubblicherò una fanfiction su lei e Sirius, ma non ne sono ancora sicura. Di certo pubblicherò una one-shot con il flashback che nella versione precedente di questa storia aveva vissuto, quello della morte della madre raccontata a Sirius.
Poi c'è Hestia Jones, che ho deciso di mettere tra i Tassorosso. Non so se sarà molto presente finché frequenteranno Hogwarts, ma dopo avrà sicuramente un ruolo più importante.
Amelia Bones, che ho inserito tra i Corvonero, avrà probabilmente un ruolo marginale.
Dorcas Meadowes: una delle Grifondoro per eccellenza, avrà un ruolo importante.
Kingsley Shacklebolt: ho deciso che frequenterà il sesto anno in Grifondoro. Avrà un ruolo marginale, probabilmente verrà solo citato inizialmente, ma una volta uscito da Hogwarts avrà un ruolo più importante.
Ci saranno anche le sorelle Black, Molly e Arthur, tutti già usciti da Hogwarts.
In ogni caso per quanto riguarda l'importanza che avrà ognuno dei nuovi personaggi, non assicuro che sarà esattamente come ho appena scritto, magari cambierò qualcosa.
Spero di riuscire a correggere il prossimo capitolo entro domenica prossima, durante la quale spero di pubblicarlo!
Un bacio a tutti e spero che questo primo capitolo vi piaccia!
Con affetto,

Serena_Potter.


   
 
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