- HARRY POTTER -
RAGGI DI SPERANZA
Titolo: Raggi di Speranza (cap. XX, part
IV)
Autore: Mistress Lay
Categoria: Azione, Drammatico, Romantico
Sottocategoria: Slash, R
Personaggi: Harry Potter, Tom Riddle,
Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Pansy Parkinson, Millicent
Bulstrode, Blaise Zabini, Albus Silente, Voldemort, Nuovi Personaggi, un po'
tutti...
Pairing: ... ormai perfettamente
intuibili, o almeno, alcuni… ^^
Disclaimer: tutti i personaggi
appartengono a J.K. Rowling, tranne i personaggi nuovi, che escono fuori dalla
mia fantasia malata.. ^__^'''
· Due parole per iniziare (adoro tutti voi che non saltate
queste note! *.*):
Buona pasqua a tutti! ^^
Ve l’avevo promesso ed eccomi qui, tutta per voi, con un
capitolo tutto speciale, che molti di voi stavano aspettando con impazienza da
tantooooo tempo. XD
Mi rendo conto che questa fic si sta veramente tirando per
le lunghe e devo anche aggiungere che NON mi dispiace affatto. Forse alcuni di
voi sono contrari, ma che cosa ci posso fare, RdS, come continuo a ripetere con
l’orgoglio di mamma, è la mia primogenita e questa è una cosa che non scorderò
mai, quindi abbiate pietà di me e di questa fic. XD
Volevo comunque sfatare un ‘mito’ che si è creato: la
dichiarazione tra Tom e Harry NON deve essere vista come un preludio alla fine
o la fine stessa! NO! Assolutamente! Con la dichiarazione, sebbene si siano
comunque chiarite molte cose, apre la strada per nuovi misteri e nuovi
problemi.
Non è azzardato dire che RdS è appena a metà.
Lo so che detta così sembra una minaccia, ma… è un dato di
fatto.
Vi avvertito che questo sarebbe stato il capitolo delle
‘dichiarazioni’, ma se devo essere sincera non c’è spazio solo per le
dichiarazioni, tutt’altro, c’è anche il retrogusto amaro dell’amore non corrisposto.
Questo anche per farvi vedere che di tutte le coppie di cui ho fatto ‘studio’
poche saranno felici. Non è così facile come sembra.
Questa è anche una fic drammatica, vorrei ricordarvi.
Bene, dopo questi ‘allegri’ avvertimenti vi lascio alla
lettura del capitolo. Lasciatemelo dire, sono MOLTO agitata perché ho il
terrore che la dichiarazione non sia di vostro gradimento, deludendo le vostre
aspettative (lo so che alle persone a cui ne avevo parlato mi hanno sventolato
davanti il drappo rosso della fiducia spassionata, ma io sono io, quindi…).
Non fatevi remore a darmi addosso, vi ascolterò tutti
(soprattutto quando mi fate partecipe delle vostre speranze su questa fic! XD
Molte di quelle che voi chiamate ‘pazzie’, io le realizzo! XD Sempre a vostra disposizione
ai limiti del possibile!) e cercherò di migliorare questo che dovrebbe essere
uno dei capitoli clou dell’intera fic.
Io sono sempre qui, in attesa dei vostri pareri.
Approfitto inoltre per ringraziarvi ancora una volta: il
sapere che ci siete sempre mi riempie di gioia. Se davvero non ci foste questa
fic – come tutte le altre – avrebbero perso molto della loro verve se non
peggio.
Grazie! *Miss s’inchina* ·
Pl: Altair ha lasciato dietro di sé Harry e Tom, ormai
fermi intenzionati a chiarire le cose fra di loro, in Sala Grande la situazione
non sembra così idilliaca come sembra… delusioni e dichiarazioni inaspettate
dietro l’angolo!
..°*°...
CAPITOLO QUARANTACINQUESIMO
DI TUTTI I NOSTRI PERCHÉ
‘L’amore? Roba da
sciocchi sentimentali. Perché dovrebbe essere così importante?’
‘Perché a volte,
l’amore, può aiutare a farti sentire te stesso…’
(prequel
unknown – per voi almeno – by Mistress Lay)
..°*°..
Albus Silente si sentiva estremamente orgoglioso di sè
stesso, della sua idea e anche dei suoi studenti - non tutti, ma non si poteva
pretendere un miracolo, sarebbe stato troppo presuntuoso da parte sua - nei
confronti dei loro coetanei stranieri: avevano capito che le diversità non
dovevano essere un fattore estraniante ma solo un punto di inizio perchè
nonostante provenissero da paesi diversi e lontani tra di loro anche per
mentalità, ora la cosa importante e giusta da fare era unirsi.
Unirsi nella grande guerra odierna del Mondo Magico.
Una guerra che avrebbe riportati in auge antichi dolori e
rancori, che avrebbe incrementato l'odio che c'era stato tra persone così
diverse tra di loro, la cupa cappa di sospetto e diffidenza sarebbe tornata a
invadere e sommergere il cuore di tutte i maghi e streghe, era lo scotto della
guerra, quello che anticipava il duro clima che tutti avrebbero dovuto
affrontare.
Guardando la sala lì riunita si aveva come l'impressione
che ci fosse un'atmosfera di festa genuina, come se il divertimento fosse vero
e proprio e non una maschera dietro la quale nascondere odi e sussurri
all'aria.
Silente sorrise mentre Cristobal cominciava a pronunciare
frasi sconnesse sul soffitto stellato di Hogwarts per il troppo firewhisky
bevuto, beh, NON tutti facevano finta di divertirsi, c'era chi lo faceva
davvero e con gusto anche, considerato lo strano motivetto che aveva preso a
strimpellare con il flauto di Hamelin che si portava appresso.
- Sono bravo... hic... eh, Alb? - ridacchiò, non
accorgendosi che Silente era rimasto leggermente frastornato a causa del
continuo fischiare del tutto disconnesso del flauto nel suo orecchio.
- Un ottimo musicista, Cristobal - Silente non fece in
tempo a finire la frase che Rosita accorse, tutta affannata, mormorando in
spagnolo qualcosa al preside - Yo soy aquì para ir de marcha! - biascicò
contrariato poi, come preso da un attacco di sdoppiamento della personalità
domandò - Vuoi... sentire qualcosa, Rosita? -
Silente cercò di scostarsi per lasciare ai due la liberà di
litigare in pace - e cercare anche di sfuggire alle occhiate di risentimento di
Rosita su come mai non avesse fermato Cristobal prima che questi cedesse
all'alcool, Rosita assomigliava incredibilmente a Minerva, riflettè - e rivolse
la sua attenzione a Ivanova che sedeva computa a sorseggiare il suo champagne.
La scrutò per un istante, indeciso se interrompere o meno
le sue elucubrazioni, poi decise che l'espressione seccata di Krein era
decisamente più preoccupante: - La festa non è di tuo gradimento, Karl? -
Karl gli lanciò un'occhiata in tralice: - Zecondo te? - poi
si accorse si essersi reso fin troppo esplicitamente scortese quindi scrollò le
spalle - Non è così male -
Albus tornò a guardare la sala con un sorrisetto obliquo
sul volto.
..°*°...
Quando Blaise Zabini tornò al tavolo con Draco non potè
evitarsi di notare l’espressione lieta e un poco malinconica di Neville. Chissà
come mai si era illuminato e rabbuiato così in fretta nel vederli arrivare,
chissà perché ora abbassava lo sguardo, a disagio.
- L’ho trovato alla fine – esclamò sedendosi e trascinando
Draco a sedersi anche lui.
Millicent sorrise loro, facendo un cenno con il capo: -
Pansy è andata a ballare con Ron –
- Ron? – domandò Draco scettico. Millicent gli fece un
cenno di assenso e gli indicò dove fosse la ragazza con il suo accompagnatore,
eccoli, nel mezzo della pista, a ballare, sembravano sereni, Ron continuava ad
abbassare lo sguardo per controllare se i suoi passi fossero o meno corretti,
attento a non pestare i piedi della sua dama, ogni tanto alzava repentinamente
la testa e si guardava attorno, come per controllare se tutto andasse bene e
non ci fosse qualche idiota che cercasse di fare a Pansy qualche dispetto.
Pansy aveva un sorrisino sereno sul volto, come se si sentisse estremamente
sollevata, guardava Ron con sguardo carico di gratitudine.
- Le ha fatto un incantesimo? – domandò scioccato Draco –
Io lo prendo a calci finchè non sputa sangue! -
Millicent roteò gli occhi: - Non fingere di ignorare
l’evidenza! Se proprio lo vuoi sapere è stata proprio Pansy a spingere per
ballare. Dovresti esserne contento, considerato che Pans non voleva nemmeno
partecipare al ballo, invece, a quanto pare, contrariamente alle nostre
previsioni, non solo è venuta al ballo con Ron ma pure si è rifiutata di farsi
un incantesimo per camuffare il suo aspetto e in più ha preteso che Ron
l’accompagnasse a ballare… -
Draco si stizzì seccato, lanciando un’occhiata scettica
alla coppia improbabile, borbottando qualcosa che suonava vagamente come un
‘Proprio Weasley, accidenti?’ che fece sorridere Blaise al suo fianco.
Millicent cercò di spiegare a Draco che se Pansy era contenta così, perché
osteggiarla e così Blaise decise di rivolgersi a Neville che aveva un’aria
assolutamente affranta dipinta sul volto.
Che strano…
Era dalla prova nella Foresta che il grifondoro sembrava
essere particolarmente demoralizzato, chissà perché poi, e Blaise voleva
saperne il motivo, per aiutarlo, perché lo sentiva estremamente distante
ultimamente: - Neville? Tutto bene? Non ti diverti? –
Blaise gli aveva rivolto la parola! Blaise gli aveva
chiesto se andasse o meno tutto bene!
Neville sobbalzò, preso alla sprovvista: - Mh… no… si! Si,
va tutto bene! – biascicò.
Blaise gli rivolse uno sguardo molto scettico: - Sei
sicuro? Non hai esattamente un’espressione molto lieta… se me ne vuoi parlare
io sono qui, lo sai – sorrise dolcemente, mettendogli una mano sulla spalla e
stringendogliela con confidenza.
Neville arrossì all’istante: - Gr- grazie! Ma non ce n’è…
bisogno! Davvero! –
- E’ per Ron e Pansy? – domandò Blaise – Non sei d’accordo
o cose simili? -
- NO! – esclamò con veemenza Neville – Certo che NO! Non
c’entra! Sono felice che Ron e Pansy siano… felici, appunto… ma… - si mosse
sulla sedia a disagio – Non… non è per loro che sono… cioè, sarei infelice,
ipoteticamente parlando, perché io NON sono affatto infelice. Sono felice di
questo… ballo e mi sto divertendo molto! Davvero! – appena si accorse della
completa illogicità del suo discorso, cercò di rimediare dicendo qualcos’altro
ma Blaise cercò di rassicurarlo – Ehi, mica mangio! -
Sai, Blaise, dovrei confessarti una cosa… so che suona strano ma…
- Lo so – mormorò Neville, poi, raccolto ogni briciola di
coraggio che gli era rimasta gli chiese – Stai con Draco? -
- Stare? In che senso? -
L’espressione di Blaise era chiarissima però: sorpresa,
indicava chiaramente che tra lui e Draco non c’era alcuna relazione se non
quella di un affetto profondo e di amicizia. Forse l’aveva invitato al ballo
solo perché credeva che…
Già, perché lo aveva invitato al ballo?
- Perché sei venuto al ballo con lui? – domandò sempre a
bassa voce il Grifondoro.
Blaise scrollò le spalle: - Così. Aveva bisogno di un
salvagente da Ginny e poi… meglio tra amici che con qualche ragazzina che non
fa che fissarti come se avessi due teste, no? – ridacchiò.
Intendeva che la ragazzina in questione li doveva fissare
con incredulità perché era stata accompagnata al ballo da uno dei ragazzi più
belli della scuola o perché c’era ancora un residuo ben evidente del Rinnegato
di un anno prima?
Era questo che temeva?
- Blaise, sei uno dei ragazzi più ammirati della scuola… è
passato il tempo di quando vi additavamo come Rinnegati – sussurrò Neville con
tono di scusa.
- Lo so – sorrise Blaise. Certo che era proprio bello
quando sorrideva…
Neville rincominciò a respirare, allora Blaise non
cel’aveva con lui per il suo deplorevole comportamento dell’anno precedente,
forse lo intendeva come una piccola parentesi di scambio equivalente,
considerato che nemmeno Blaise si era comportato ineccepibilmente gli anni
scorsi. Inoltre Blaise non stava con Draco.
Certo, era ovvio, però chissà, qualche dubbio era pure
legittimo, no?
Se solo Neville fosse stato un po’ più rapido a invitare
Blaise forse quel piccolo siparietto di equivoci non si sarebbero verificati.
Meno male che doveva essere un Grifondoro…, si rimuoverò tra sé se sé.
Blaise, ti dovrei dire una cosa…
- Blaise io… -
- Blaise! – lo chiamò con tono urgente Draco – Blaise,
guarda chi c’è! – lo strattonò per la spalla, indicandogli la Fata Turchina che
era appena rientrata da quello che sembrava essere il Giardino d’Inverno, non
era accompagnata da Harry, vagava con la consueta eleganza e incostanza,
incuneandosi tra la folla come se fosse evanescente e scomparendo un secondo
dopo inghiottita dalla calca.
Blaise lasciò la presa sulla spalla di Neville, seguendo
con lo sguardo la ragazza: - Mi sembra da sola… -
- Vuoi un premio per averlo notato? – ribattè Draco.
- A chi vi riferite? – domandò curiosa Millicent.
- All’ultima fiamma di Blaise – cinguettò Draco – La Fata
Turchina! -
Blaise io…
Neville si appoggiò allo schienale della sua sedia,
sentendo il cuore infranto.
Certo, che cosa poteva pretendere…
A Blaise piacevano le ragazze e a giudicare da chi stava
seguendo con lo sguardo aveva anche parecchio buon gusto.
Che illuso che sono stato, pensò tra sé e sé
Neville, che illuso.
Si scusò con i presenti e cercò di svignarsela,
raggiungendo Seamus nel luogo da cui proveniva maggiormente il trambusto della
sala Grande.
Draco improvvisamente si oscurò in volto: - Che sta
succedendo a Pansy? -
..°*°...
Pansy si chiese come mai si sentisse così stranamente bene,
chi avrebbe mai immaginato che Ronald Bilius Weasley l'avrebbe invitata al
ballo natalizio e persino a ballare, anche solo un anno prima?
Molte cose erano cambiate quell'anno, molte cose impensate,
molte mai immaginate, molto che si stava ancora per compiere e ora se ne
stavano costruendo le basi, un futuro che non era così lontano ma invece era
vicino, attorno a loro.
Pansy conosceva la storia della sua esistenza, un tempo ne
aveva anche conosciuto il futuro.
Se fosse rimasta con i genitori un giorno sarebbe stata
marchiata da Voldemort, o forse non lo sarebbe stata ma sarebbe stata comunque
una sua fervente sostenitrice, appena conseguito il diploma si sarebbe sposata
con un ricco rampollo di una rispettabile famiglia, avrebbe condotto la sua
esistenza pallida, avrebbe avuto dei figli per continuare la stirpe e poi...
La stessa vecchia storia di sempre.
Ma Pansy si era ribellata a quella storia, l'aveva
combattuta, la stava combattendo tutt’ora: prima aveva collezionato una lauta
lista di insuccessi ma poi, quando le cose avevano cominciato ad ingranarsi
bene, c'era per lei anche una qualche soddisfazione.
Ormai il predestinato futuro a cui doveva andare incontro
si era dissolto come neve al sole e anche Pansy avesse voluto, non lo avrebbe
ricevuto indietro niente e le paure avevano avvinto a loro Pansy e le sue
insicurezze.
Aveva i suoi amici con lei, Draco, Millicent, Blaise,
Vincent e Gregory, però mancava anche qualcos'altro, qualcosa che le potesse
dare un briciolo di soddisfazione e fiato a cui tanto anelava...
Con il ritorno di Harry forse l'aveva raggiunto.
Sorrise, lasciandosi condurre dalla musica, felice di quel
breve istante di calma apparente a cui avrebbe dovuto dire addio ben presto,
quando la serata sarebbe finita e sarebbero rincominciate le vacanze natalizie.
Pansy sarebbe rimasta come il Natale precedente a Hogwarts, non che le
dispiacesse visto che metà della popolazione scolastica non ci sarebbe stata a
romperle le uova nel paniere, ma avrebbe comunque decretato la fine di quella
strana e piacevole serata.
- Stai imparando, Ron, complimenti. Hermione si lamenta
sempre della tua inconfutabile testardaggine a imparare le cose -
Ron fece una smorfia contrariato ma allo stesso tempo gli
si imporporarono le orecchie.
- E dire che la dovrò sopportare per dieci giorni nelle
vacanze... pensa, dieci giorni nei quali mi continuerà a rimproverare che non
studio abbastanza! -
- Hermione passerà le vacanze da te? -
- Certamente, assieme a Harry. Alla Tana - rispose con
tranquillità Ron. Lo disse anche con una punta di orgoglio, desiderando
aggiungere un 'come ai vecchi tempi', ma non lo disse, colto da un'improvvisa
illuminazione - Tu rimarrai qui? -
- E dove vuoi che vada? - ribattè seccata per l'ovvietà
della domanda la ragazza - A casa mia di certo non posso tornare... a meno che
non mi vuoi morta o torturata -
Ron si morse l'interno della guancia: come aveva fatto a
domandare una cosa così stupida? che cosa credeva, che Pansy, dopo il su
tradimento, sarebbe potuta tornare a casa oppure i suoi genitori le avrebbero
permesso di farsi dieci giorni di vacanza a Baden-Baden?
Doveva proprio fare queste gaffe?
Guardò il viso affilato di Pansy: non c'era boria a
disegnarle i suoi lineamenti, i suoi occhi scuri non lampeggiavano di una luce
superba e disgustata, le labbra non erano strette come se si trovasse si
trovasse nella situazione di essere denigrata e derisa.
No, il viso della ragazza era sorprendentemente sereno, gli
occhi scuri erano animati da una luce divertita, le labbra erano piegate in un
lieve sorriso. era questa la Pansy libera dal giogo famigliare e dalle
denigrazioni che aveva dovuto subire?
Improvvisamente Ron si sentì in colpa e contemporaneamente
si sentì animato da un'irresistibile desiderio di fare un piacere a Pansy, di
renderla un poco felice, come meritava.
- Puoi venire anche tu, sei vuoi - disse d'impeto Ron,
arrossendo subito dopo come se avesse detto chissà qualche blasfemia.
Pansy lo guardò un secondo, indecisa se intendere o meno il
suo suggerimento come un invito o interpretarlo come altro, ripiegò su
un'espressione perplessa: - Come? -
- Alla Tana - rispose infine Ron - Puoi venire a casa mia,
se vuoi -
Contrariamente alle aspettative del Grifondoro, la
ex-Serpeverde lo guardò male, come se fosse stata bersaglio di un'offesa
gravissima: - Mi prendi in giro? Se ti diverte così tanto prendermi in giro,
grazie, ma ne ho abbastanza delle tue buffonate! - esclamò furiosa, fermandosi
nel bel mezzo della pista e incrociando le braccia al petto - Non si scherza
su... -
- Non stavo scherzando! - ribattè Ron con veemenza -
Idiota, io ero serio! -
- Ma per favore! - replicò scettica Pansy - Vuoi farmi
credere che mi inviteresti a passare le vacanze natalizie da te? Per favore! -
ripetè - Non prendermi in giro, Weasley! -
Ecco, il suo bel momento rovinato.
La musica era ormai un bieco ricordo e la delusione
s’impossessò del cuore della ragazza.
Invitarla a casa sua?
Perchè doveva prenderla in giro così?
Ron arrossì nuovamente, non per l'imbarazzo ma per il
disagio di essere stato incompreso: - Non ti stavo prendendo in giro! Lo vuoi
capire o no? - non si curò dei curiosi che gli lanciavano occhiatacce sospette
ma intercettò con lo sguardo Blaise, Millicent e Draco che venivano verso di
loro con un'espressione che non prometteva nulla di buono, preoccupati per il
repentino arresto dell'amica Pansy - Vuoi l'invito scritto per capirlo? E se
non vuoi venire nessuno ti mangia, Parkinson! Puoi continuare a nasconderti
dietro il tuo ritratto parlante nella sua sala comune quanto vuoi ma dovresti
cominciare a riconoscere un invito da un'offesa quando ne vedi una! -
Per tutta la durata della filippica Pansy rimase ferma, le
braccia ancora conserte al petto, non disse una parola ma progressivamente gli
occhi le si allargarono per la sorpresa e il rossore si fece largo tra le sue
gote pallide, rendendosi conto della sua figuraccia.
Blaise lo aveva appena raggiunto: - Che le hai fatto, Ron?
- affiancato da Millicent e Draco.
- Io? Niente! - gesticolò Ron - E' lei la paranoica! -
- Che diamine stai dicendo? - sbottò Millicent. Era già
abbastanza nervosa per i fatti suoi, ci si doveva mettere anche Ron a trattare
male Pansy. E dire che era stata lei a spingere il rosso Grifondoro a invitare
l'amica. Roba da matti.
- Che succede? - intervenne anche Hermione, notando che
l'amico stava litigando con la Parkinson aveva mandato Krum a prenderle una
mimosa mentre raggiungeva Ron e il piccolo drappello ex serpeverde.
Millicent le lanciò un'occhiata di tralice. Roba da matti
veramente.
- Ron ha offeso Pansy - ribattè sicuro Draco - E noi
uccideremo Ron - aggiunse tranquillamente.
Hermione s'interpose subito tra Draco e Ron: - Come? Ron,
che succede? -
- Ma niente! - esclamò Ron - E' tut... -
- Dicevi sul serio, allora? - chiese una vocina bassa,
tutti i contendenti si volsero verso Pansy, che sembrava straordinariamente
sorpresa oltre che imbarazzata.
- Uh? - domandò confuso Blaise.
- Certo che dicevo sul serio! - esclamò Ron gesticolando
come un pazzo.
- Cosa le hai detto? - chiese Millicent meravigliata.
- Perchè me lo hai chiesto? - continuò Pansy.
- Chiesto cosa? - si allarmò subito Draco.
Ron arrossì: - Mi andava ecco... -
Hermione gemette: - Ho come l'impressione di non averci capito
assolutamente niente -
- Pansy, ci puoi dare una spiegazione coerente? - domandò
esasperato Blaise.
Niente.
Sembrava che Pansy e Ron si fossero dimenticati degli amici
che li avevano attorniati, delle loro domande, della festa. C'era sorpresa e
gratitudine negli occhi della bruna uniti ad un tentennamento mentre Ron la
guardava a disagio.
- Sei sicuro che nessuno farà storie? - indagò Pansy.
- Pansy... Ron... potreste spiegare anche a noi... -
intervenne senza successo Draco.
- Figurati! - scrollò le spalle Ron, facendo acquistare un
caldo color scarlatto alle sue guance.
- Oh... allora ok -
- Ok? - domandò Ron.
- Ok? - domandarono confusi gli altri.
- Ok - confermò Pansy.
- Ok - riconfermò Ron.
Hermione si schiarì la gola: - Ron, Pansy, credo che una piccola
spiegazione potreste anche darcela ora che vi siete sorrisi vicendevolmente - a
quelle parole i due ragazzi si voltarono verso di loro, arrossendo.
- L'ho invitata alla Tana - spiegò concisamente Ron,
sperando che quella spiegazione potesse saziare gli animi curiosi degli amici.
- Alla Tana? – proruppe Hermione.
Millicent la guardò assente mentre Draco cercava di
convincere Pansy che era uscita fuori di testa: - Pansy, ti sei bevuta il
cervello? –
Blaise sospirò impaziente, agguantando Draco e Millicent
sotto braccio e spingendo Hermione di fronte a sé: - Siamo molto contenti per
te, Pans! Non fare caso a questi tre! Tornate pure a ballare, ciao! – e se li
trascinò via.
Pansy e Ron li guardarono un attimo interdetti mentre Draco
cercava di svincolarsi dalla presa di Blaise e Millicent cercava di calmare
Hermione, poi, quando si accorsero che la musica si era fatta più dolce, più
leggera, ripresero a ballare, entrambi con un leggero velo di imbarazzo ben
stampato sul volto.
- Sei sicuro che vada tutto bene? – domandò ancora Pansy.
- Mamma ne sarà felice, non preoccuparti… -
Pansy abbassò un attimo lo sguardo e quando lo risollevò
sorrise, felice, e Ron rispose di rimando con il cuore dieci volte più leggero.
Sperò vivamente che Harry non avesse avuto la sua stessa
idea di invitare qualcun altro.
Non avrebbe potuto sopportare Rice per dieci giorni di
fila.
..°*°...
- Perché ci hai trascinato via? – domandò offeso Draco,
sistemandosi il mantello non appena Blaise ebbe lasciato la presa – Devo
tornare da Pansy e… -
- Non essere ficcanaso, Draco – intervenne Millicent –
Oggettivamente rimanere qui a Hogwarts per le vacanze natalizie non è un vero e
proprio divertimento, mi stupisce solo che Ron l’abbia invitata -
Hermione scosse la testa, era sorpresa, chi avrebbe mai
immaginato che PROPRIO Ron avesse cercato di aiutare Pansy? Non si era per caso
persa un pezzo per strada? Ron e Pansy non si sopportavano vicendevolmente e
nel giro di due settimane eccoli andare d’amore e d’accordo e PERSINO Pansy
avrebbe trascorso il Natale a Casa Weasley.
Non che fosse contraria, solo suonava strano.
Blaise cercò di trascinare via Draco, tentando invano di
farlo ragionare e Hermione si ritrovò sola con Millicent. Lo registrò con un
lampo di avvertimento e subito i suoi occhi cercarono di svincolare allo
sguardo indagatore di Millicent e cercarono nei paraggi un possibile salvatore.
Viktor purtroppo era stato bloccato da alcuni ammiratori e
i suoi amici erano chissà dove, il più vicino era Dean ma era così preso a
baciare Daphne che Hermione ebbe l’impressione che anche se si fosse messa a
ballare la rumba vestita solo con un bikini non sarebbe mai riuscita a
conquistare l’attenzione dell’amico.
- Non ci avevi detto che saresti andata al ballo con Krum –
esordì Millicent con voce falsamente distaccata. E quel ‘ci’ in realtà era un
‘mi’ sfacciato, lo aveva sottolineato perché quando lei l’aveva invitata
Hermione aveva declinato l’invito dicendole con un sorriso di scusa che ci
sarebbe dovuta andare con qualcun altro. Un qualcun altro misterioso che
Millicent non aveva mai desiderato conoscere.
E poi eccola entrare in sala Grande al braccio di Viktor
Krum, come quel giorno di un lontano quarto anno.
Si era sentita gelosa?
Forse sì, ma avrebbe cercato di non ammetterlo nemmeno a sé
stessa.
Hermione si schiarì la gola: - Ehm… già. Viktor era un
ospite speciale e così doveva rimanere in incognito… -
- Certo -
Uno spiacevole silenzio scese tra di loro.
- Hermione? -
- Sì? -
- Lui non ti piace, vero? -
Hermione rimase qualche secondo senza parola prima di
domandare: - Perché? –
- Curiosità -
- Millicent, non credo che siano affari tuoi – replicò
concisa la Grifondoro come se la domanda della ex Serpeverde l’avesse
infastidita particolarmente.
In realtà le aveva risposto così duramente anche per
blandire sé stessa: non poteva pensare a Millicent! Se non in termini di
‘amica’!
Era una ragazza, santo cielo! Una ragazza!
- Era solo semplice curiosità – ribattè in tono freddo
Millicent.
- La curiosità tienila per te, grazie – e le voltò le
spalle, allontanandosi.
Millicent… che cosa ci sta succedendo?
..°*°...
Tom e Harry guardarono le decine di piccole fatine
ammantate di luce che danzavano come ballerine allegre attorno a loro, a tratti
curiose, a tratti felice per qualche loro strana ragione particolare, a tratti
si riunivano in capannelli a confabulare con la loro lingua sussurrata
sconosciuta per poi ridacchiare con la loro voce da campanellino e svolazzare
qua e là.
Altair se n'era appena andata e ora i due ragazzi stavano
ancora metabolizzando quello che aveva detto loro, erano trascorsi quanto?
dieci minuti? Erano a pensare ora, e in quel breve lasso di tempo il Giardino
d'inverno si era riempito di adorabili fatine lucenti cha sbattevano le loro
alucce, uscivano da cespugli, dalla Foresta Proibita, dalla Sala Grande come un
unico grande sciame che si prendeva e poi si disperdeva in mille direzioni
differenti.
Ora erano lì, a svolazzare, una ventina di loro, con le
loro alucce instancabili dai colori pastello e i loro abitini lucenti, i due
ragazzi non le vedevano bene in volto ma dovevano essere bellissime, dai
lineamenti perfetti che ricordavamo le fiabe elfiche.
Tom si era appoggiato ad un albero con le braccia conserte
e il suo pensiero era volato a Theodore Nott, morto sotto qualche centimetro di
neve, ucciso al limitar della Foresta Proibita qualche ora prima.
Non provava rimorso, per niente. E perchè poi avrebbe
dovuto provarlo?
Se lo meritava, aveva cercato di uccidere Harry e per sua
sfortuna non solo era riuscito a sfuggire ma pure era ancora vivo dopo
l'incontro con Voldemort.
Allora dillo che volevi essere ucciso da me...
Tom pensò anche al suo alter ego adulto, a Voldemort,
lontano in un luogo chissà dove a tessere i suoi intrighi e le sue trame
oscure.
Ora gli rimandava indietro un mangiamorte.
Harry non di DEVE toccare.
Mai.
Harry lanciò un'occhiata a Tom di tralice, curioso di
sapere quali pensieri stessero attraversando la sua mente: stava pensando alle
parole di Altair? A quella serata? Lo stava pensando?
Chissà...
Si schiarì la gola, indeciso su cosa dire per rompere quel
cupo silenzio che si era venuto a creare da quando Altair li aveva lasciati
pronunciando quelle ultime, lapidarie parole di avvertimento.
Nemmeno il tentativo di Harry di spezzare la tensione che
si era venuta a creare distolse Tom dai suoi pensieri, anzi, pareva che non si
fosse nemmeno accorto di quello che aveva fatto Harry.
Stava fissando una piccola fatina che emanava un bagliore
dorato, la fissava ma non la vedeva realmente, era appoggiato al tronco
dell'albero con noncurata eleganza e disinvoltura, una gamba era appoggiata
contro questi. Le timide fate svolazzavano attorno a lui, curiose e nel
contempo timorose di avvicinarsi ulteriormente a quello strano e tenebroso
essere umano.
Una fatina gli volò più vicino, impavida, ma subito Tom la
scacciò via con uno schiaffo all'aria, la fatina corse immediatamente a
nascondersi dietro le sue compagne: - Stupidi insetti! - grugnì Tom con
disprezzo.
Harry non riuscì a trattenersi e rise, divertito: - Lo sai
che le fatine sembrano trovare molto affascinanti gli umani puri di cuore? -
era ancora seduto sulla panchina, nella stessa posizione di prima.
- Evidentemente sono strabiche. A rigor di logica
dovrebbero svolazzare tutte attorno a te - Tom non lo stava guardando quindi
non poteva sapere che effettivamente la maggior parte delle fatine erano
attorno a Harry, tutte felice e interessante a quel giovane dagli occhi
smeraldo che non accennava a scacciarle via, una persino si era adagiata sulla
sua spalla e stava muovendo vezzosamente le gambe avanti e indietro,
ridacchiando.
Tom non vide nemmeno Harry mordersi il labbro, combattendo
contro il desiderio di replicare all'affermazione del serpeverde dicendo 'Lo
sai che anche l'amore è una forza pura?'.
Una fatina gli volò accanto al viso, Harry rimase un attimo
interdetto quando questa gli svolazzò proprio di fronte agli occhi ma poi le
sorrise dolcemente, si perse qualche istante nella contemplazione dei
lineamenti perfetti della fatina: un ovale perfetto del visino, orecchie
elfiche, lunghissimi capelli violetti raccolti in due trecce, le alucce che
sbattevano a velocità sorprendente.
La piccola figura splendente allungò una manina e gli toccò
il viso, proprio sopra la bocca e lì vi rimase fin quando non giunse Tom che,
non appena vista la scena, si era staccato nervosamente dall'albero e, con
poche falcate, rapidamente aveva raggiunto Harry, scacciò malamamente la fatina
e tutte le altre compagne che erano attorno al Grifondoro: - Andatevene! -
- Tom! Stava solo provando a fare amicizia! - esclamò
Harry.
- No! Quella ci stava provando e basta! - Tom si rese
subito conto quanto la frase potesse apparire equivoca quindi cercò di salvarsi in corner - Le fate
possono essere molto vendicative - sbuffò, accorgendosi di quanto fosse fiacca
quella giustificazione, odiando sentirsi così a disagio.
Harry tentò di nascondere il suo sorriso: - Posso
immaginare - e si beccò un'occhiataccia da Tom che si scostò da lui e tornò al
suo posto, appoggiato all'albero di prima. Harry lo osservò qualche istante, lo
ammirò, ammirò quella sua espressione pensosa e misteriosa, il suo sguardo
enigmatico e determinato… lo amava.
Per la prima volta Harry desiderò poter esprimere i suoi
sentimenti, dire a Tom quello che provava per lui: chissà, forse erano state
proprio le parole di Altair a farlo sentire così impaziente di rivelare a Tom
quello che sentiva.
Inoltre era chiaro che tra le parole di Altair c’era ben
altro che un semplice invito al chiarimento: non l’aveva detto chiaramente ma
era ovvio che temeva che la guerra che ben presto sarebbe scoppiata con tutta
la sua potenza distruttiva li avrebbe lasciati ancor più timorosi l’uno di
fronte all’altro. Le guerre avevano il potere di rovinare i rapporti e
sgretolare i nuclei sociali.
Si alzò dalla panchina, andando verso Tom con passo
misurato e traballante: come poterglielo dire?
Come rivelargli i propri sentimenti?
Non era facile, non era facile per davvero.
E dire che nemmeno Tom lo stava guardando: gli sarebbe
sembrata un’impresa invalicabile qualora Tom lo avesse fissato con i suoi occhi
neri. Sì, perché Tom era tornato al suo vero aspetto: il seducente vampiro
biondo Lestat era tramontato per far spazio al ritorno del bel Tom Riddle.
Quante cose erano cambiate da quando lo aveva incontrato
per la prima volta tra le pagine del suo stesso diario a interloquire con lui,
così affabile e disponibile, desideroso di aiutare Harry e di fargli conoscere
la verità sulla Camera dei Segreti, un adolescente e bello e dotato.
Tom.
Una delle persone che conosceva meglio al mondo, Tom che
era uno dei pochi che lo comprendeva, pur con il suo carattere scostante, pur
con la sua aggressività e il suo senso soffocante di protezione. Il Tom che
amava.
Le fatine cominciarono a svolazzare attorno a loro,
improvvisando una danza, alcune tenendosi per mano, altre posizionandosi sui
rami dell’albero cui era appoggiato Tom per avere una visuale più accessibile
alla scena, si tennero comunque a debita distanza per paura che Tom potesse
nuovamente scacciarle-
- Che diavolo hanno? – bofonchiò Tom.
- Lo sentono – rispose Harry, ormai a pochi passi da Tom.
Quelle due parole gli erano uscite spontanee, incontrollabili.
- Sentono cosa? -
‘Quello che provo per te’ Harry arrossì ma non
rispose, abbassò lo sguardo, sentendosi in imbarazzo e si arrestò a pochi passi
dall’altro ragazzo.
- Sentono cosa? –
ripetè Tom, Harry cominciò a guardare altrove perché gli occhi di Tom erano
bellissimi e magnetici, avrebbe finito per imporporarsi e davvero non voleva
diventare un idiota balbettante, non ora, non con Tom.
No, aveva paura a dire ad alta voce quello che provava,
quello che avvertiva dal profondo del suo cuore. Come esternare in modo giusto
i suoi sentimenti?
Forse era meglio tacere, non rovinare l’atmosfera che si
era venuta a creare fra di loro. I suoi sentimenti potevano anche aspettare.
Ancora un po’ almeno.
Sentì un rumore in avvicinamento e poi due dita gli
sollevarono il mento e lo costrinsero a voltare il capo verso il viso di Tom
che ripetè per la terza volta: - Sentono cosa? – ma non era lo stesso tono con
cui aveva posto la domanda le precedenti volte.
Non era una voce venata dall’incomprensione o dalla
curiosità, no, era più bassa, tecnicamente meno udibile, ma perfettamente
percepibile da Harry. Era una voce calda, piena di sollecitudine e Harry vi si
perse dentro qualche secondo, come una preda affascinata dalla bellezza dei
sonagli del serpente che aveva di fronte.
Harry arrossì ancora una volta e cercò di tergiversare ma
lo sguardo di Tom lo convinse a rimanere fermo.
Gli stava sorridendo, gli stava rivolgendo un sorriso pieno
di calore e affetto, così pieno di amore che Harry per un istante se ne
sentì sommerso.
- Sentono questo? – domandò e si chinò su Harry, fece
aderire le loro labbra con un tocco leggero come ali di farfalla, fuggevole,
prima di ritrarsi subito senza dare la possibilità ad Harry di poter assaporare
il suo sapore o la felicità del momento.
Tom lo guardò intensamente negli occhi, con le due dita
ancora a tenere il mento di Harry, lo guardò sgranare gli occhi, lo vide
accennare un sorriso, e Tom fu indeciso si tuffarsi nell’esplorazione della
bocca di Harry o no.
Era un invito troppo allettante: Harry lì, così vicino, con
le labbra socchiuse e l’espressione calma.
Tom desiderò intensamente baciarlo ancora e ancora,
assaporare veramente il suo sapore, sentire il suo calore, amarlo come
meritava.
Desiderava posare nuovamente le labbra su quelle di Harry
ma questa volta non voleva solo toccarle lievemente, voleva approfondire il
bacio, voleva baciarlo passionalmente con non solo il cuore gli suggeriva ma
anche il suo corpo, voleva trasmettergli tutta la forza del suo amore e della
sua passione assieme, del suo desiderio affettivo e anche del suo desiderio
fisico.
Voleva riversagli addosso come un torrente tutto quello che
provava, tutti quei piccoli gesti nel quale lo voleva coinvolgere che in
passato si era azzardato solo a pensare e rimpiangere, desiderava stringerlo a
sé e tra le sue braccia baciarlo ancora e ancora, sentire il battito del suo
cuore farsi forsennato, veloce almeno quanto il suo.
Lo voleva sentire il sapore della sua bocca, il suo
profumo, la sensazione di pelle contro pelle nuda…
Però Harry era fermo.
Non aveva fatto nulla per sottrarsi al fuggevole contatto
delle labbra di Tom o liberare il viso dalla presa delle sue dita. Fissava Tom
con uno sguardo indescrivibile, che poteva significare tutto o niente.
Poi sorrise, un sorriso luminoso, uno di quei sorrisi che
Tom tanto amava perché gli faceva ricordare che la vita era meravigliosa e
Harry era un miracolo per la sua esistenza: - Sì, lo sentono – rispose Harry.
Si sentiva quasi ubriaco, la testa era estremamente
leggera, la mente vorticante, le gambe molli, il peso dell’emozione gli cadde
addosso come un macigno, il cuore cominciò a battere così forte che quasi sentì
un dolore fisico.
Era felice.
Tom sospirò mentalmente di sollievo per la reazione di
Harry, la sua insofferenza sarebbe stata troppo per lui, le fatine cominciarono
a svolazzare attorno a loro con eccessivo entusiasmo, tutte contente.
Harry gettò le braccia attorno al collo di Tom, forte, con
impeto mentre le alucce delle fatine sbattevano più velocemente.
Il cuore di entrambi batteva all’impazzata, i loro volti
erano vicinissimi, separati solo da pochi centimetri, Harry che era mezzo
aggrappato a Tom e Tom che stringeva Harry a sé, il calore dei loro corpi e il
profumo della loro pelle fece capire ad entrambi che non si trattava di un
sogno – in particolare a Tom – e poi si baciarono.
Il tempo si fermò, il mondo scomparve, tutto si risolse in
una sensazione: il loro bacio.
Non era solo uno scontro di lingue, un accarezzarsi di
labbra, uno sfiorarsi di pelle, era qualcosa di più profondo, di più arcano e
di più naturale, era una forza primordiale che li attirava ad essere uniti, e
quando si staccarono la magia del momento di propagò attorno a loro,
rivestendoli dell’aura fatata dell’amore e della felicità.
Tempo, impallidisci di fronte al miracolo dell’amore, tutto
il mio universo è qui, qui, e nessuno me lo potrà toccare.
Si sorrisero, entrambi con le guance rosse, le fatine si
avvicinarono ma Tom lanciò loro rapide e ben precise occhiate incenerenti che
le fece indietreggiare.
Harry sbuffò divertito: - La smetti di molestarle? –
- LORO stanno importunando me! – replicò infastidito ma poi
sorrise maliziosamente e lo strinse ancora un po’ di più a sé – Ma se mi baci
le lascerò stare -
- Sono un Grifondoro, non vale che tu giochi sul mio onore
cavalleresco… - s’imbronciò Harry nascondendo una punta di divertimento.
Tom non resistette e prima che Harry potesse aggiungere
altro tornò a baciarlo e lo spinse contro il tronco al quale lui stesso si era
appoggiato poco fa, il bacio si fece più esigente ma non perse la sua dolcezza,
gli accarezzava intanto le guance come se fosse una magnifica bambola di
porcellana perfetta, con amore e adorazione estrema, quasi come se fosse in
venerazione.
Ti amo.
Quando si
staccarono per riprendere fiato Tom appoggiò la sua fronte contro quella di
Harry, sorridendogli – un sorriso che avrebbe rivolto solo e sempre a lui solo,
la luce della sua esistenza -, i loro nasi si sfioravano e i loro respiri si
confondevano.
Fu Harry a dirlo.
- Ti amo, Tom Riddle –
La sua voce era ferma, non c’era alcuna inflessione di
tentennamento, un lieve rossore gli tinse nuovamente le guance, i suoi occhi
erano brillanti, estatici, felici. Una felicità che era contagiosa, una
felicità particolare, aveva trovato il coraggio di rivelare a Tom quello che
sentiva, quello che provava, gli aveva detto che lo amava e tutto era perfetto.
Tom sentì il suo alter ego serpeverde sparire poco a poco
dentro quel cuore pulsante rinato pieno di amore.
Era questa quindi quella felicità definitiva e completa che
portava l’amore?
Perché avere tra le braccia Harry, sentirlo suo, era il
miracolo della vita, la più bella cosa della sua vita. Non c’era posto per
l’onore serpeverde, non c’era posto per il suo orgoglio personale, per una
volta non pensò né a questo né a quell’altro, il suo cuore, la sua mente, ogni
cellula del suo essere era impegnata a illuminarsi di una luce nuova, una luce
quasi divina.
Harry… Harry gli aveva detto che lo amava.
Eccola la misteriosa forza di cui precedentemente era
privo, quella forza che aveva permesso ad Harry di sfuggire alla maledizione
senza perdono di Voldemort… si rese conto solo in quel momento quanto fosse
potente.
Un conto era pensarlo, ammetterlo a sé stesso, un conto era
esserne partecipe, esserne pieno non solo del proprio sentimento ma anche
dell’accettore di tale amore.
Harry… finalmente era suo.
Suo.
- Ah sì? – ghignò Tom, si avvicinò ulteriormente in modo
che i loro due corpi aderissero perfettamente, con le braccia lo intrappolava
contro il tronco dell’albero. Harry non sembrava per niente contrario, anzi,
non avvertiva la superficie dura e aspra dietro di lui, adorava essere lì, in
balia di Tom che incombeva dall’alto, bello come non mai.
Ti amo, Tom. So che
sembra impossibile.
- Sì. Sì. Sì. Non mi credi? Perché se non mi credi io… -
Ma Tom non lo lasciò finire, ardeva dal desiderio di
baciarlo ancora un volta, e poi ancora, ancora, sentirlo veramente suo, anima e
corpo, così vicino a lui, così… suo. Suo.
- Taci e baciami, Potter -
- Ma… -
- Baciami -
Le loro labbra si unirono ancora una volta, un tocco
delicato a cui Harry rispose con un lieve sorriso, prima di stringersi a Tom e
avvicinarlo ancora di più a lui.
Tom non gli aveva detto ‘ti amo’, ma questo era superfluo
ora.
Perché l’amore di Tom era lì, tra di loro, ardente e
infuocato, e Harry lo avvertiva.
Non c’era spazio per altre parole, la rassicurazione di
essere amato l’aveva.
Ti amo, Harry, ti amo, ti amo, ti amo.
FINE QUARANTACINQUESTIMO CAPITOLO
CONTINUA…
Mistress Lay
*
Notes: Dal momento che ho detto tutto quello che dovevo dire
nelle note a inizio capitolo passo direttamente a chiedervi un’impressione su
questo! >.< Fatemi sapere!
Grazie a tutti coloro che leggono e che recensiscono!
Soprattutto chi recensisce e mi riempie di gioia!
Mimi88, haley, millie, grazie! Bax bax!
elecam28, ecco, ora mi aspetto tutti i
pomodori possibili e inimmaginabili! >.< Credo che questa portata
principale sia stata un po’ scialba, tu che mi dici? O.o Bax tesoro!
Nox, gli amici servono a questo ed altro… o no? XD Bax bax!
alicesimone, non spiacerti troppo per Draco,
fidati! ^.- Il momento in cui si scoprirà la vera identità di Tom non è molto
vicino ma nemmeno così lontano… eheh Bax bax!
RICA, che onore averti qui! *.* Non posso crederci che
segui questa fic, mi riempi di gioia immensa! ^//^ Spero che ti sia piaciuta!
Bax bax!
Moony*, mio carissimo Moony, come fai a sopportare tutte
le mie idee strampalate? Ti ricordi quando ti avevo fatto leggere la
dichiarazione, ormai un anno fa? -.- Davvero ami PdO? Anche io l’adoro, è stata
una delle mie prime fic in cui mi sono imoenbgata con tutta me stessa! ^^ E poi
adoravo Will Kilvaney (ma dai! Non si nota, vero? ^^)! Bax bax!
Stè_Wormy, ma certo! ^^ Lo sai come sono
fatta, no? Bax bax!
Mistica, moglie! *.* Che… cosa… ne pensi… *me con voce
tremante* O.o Talento? ^///^ Sei troppo gentile, veramente troppo gentile…
spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto… Bax bax, tvtb!
James_Prongs, dai! Qualche parola in turco la so anche io! ^^ (tutto
grazie al college, cosa credi! XD) Bax bax e grazie! XD
Kira, sis, ti prego, dimmi che cosa ne pensi! O.o Ho
veramente terrore che non sia di tuo gradimento! Ç.ç
Sì sì, Emilia e Phineas assieme sono tutto un programma e…
Phil, eh, che ci vuoi fare, noi due siamo di parte! ^^ Bax bax!
Selene_90, ^//^ onoratissima che ti
piaccia a tal punto! Spero che questo capitolo ti piaccia! .___. Per PdT, forse
la prossima settimana, comunque è questione di poco, pochissimo! XD Bax bax!
Metis, grazie per aver letto le note iniziali! ^^ E
grazie anche per la promessa di leggere questo cap nonostante la festività! °.°
Spero proprio che ti sia piaciuto… fammi sapere! ^^ Bax bax!
ysal pax, tesoro mio, la tua fiducia mi
lascia senza parole! °.° Voglio ASSOLUTAMENTE sapere se questo capitolo ti è o
meno piaciuto! ^^ Bax bax!
HP Mary, come prometto io mantengo! ^^ Visto? Che cosa ne
pensi?? °.° Luigi… eh, vedrai che cos’ha in mente! ^^ Bax bax!
Potere ai Panda, Cristobal è l’anima della
festa! *.* Anche a me sta moltissimo simpatico! Accidenti, Mc/Rosita non
mel’aveva mai chiesto nessuno! XD Ma la Luigi/Pgilius, a quanto pare sra
riscotendo parecchio successo… eh, chissà, come ho detto sono ai vostri ordini
per quanto mi è possibile! ^.- Phineas/Emilia… in effetti più opposti di così!
XD
Non ho ben capito cos’hai detto nelle ultime frasi perché
la parte tra <> è cancellata… comunque… mi devo preoccupare?? Aiuto! °.°
Bax bax e fammi sapere!
Wichita Kid, ti ringrazio per la
precisazione! ^^ Bax bax!
adsharta, non ti preoccupare! ^^ Grazie
per il tuo commento… scusa se non sono ancora riuscita a mandarti la mail
promessa ma sono un po’ incasinata al momento, cercherò di rimediare stasera!
^^ Sì, ormai Tom e Harry cel’hanno fatta, sembra incredibile, ma alla fine
anche loro… u.u Phineas e Emilia sono nati proprio come allegro intermezzo di
litigi… *.* sono troppo forti! XD Bax bax e fammi sapere che ne pensi!
Chase, oh, fai proprio bene a tenerli d’occhio quei due
perché ne combineranno delle belle! u.u Spero mi farai sapere anche tu che cosa
ne pensi… Bax bax! ^^
Captain, beh, non è che proprio non succedesse niente di
rilevante! XD Anche tu per la coppia Luigi/Philius, accidenti, sta riscotendo
un sacco di sostenitori! XD Quasi mi spavento… XD fammi sapere! Bax bax!
Baby, lo spero proprio mia cara, lo spero proprio! O.o Bax bax!
MORFEa, ma no, mia cara Je, non potrei mai volerti morta!
XD Lo so che ha dello strano avere due capitolo di RdS in meno di quattro
giorni… accidenti, mi sono stupita anche io, ma avevo promesso che per il mio
anniversario di entrata nel sito avrei fatto qualcosa, quindi, che cosa se non
un nuovo capitolo di RdS? ^^ E poi tutti sono più buoni a Pasqua… no, forse no…
bah.. XD
Un bacio… solo? ^^ Eheheh, spero che ti sia piaciuto, fammi
sapere se ne sei rimasta delusa che così decido come suicidarmi nel minor tempo
possibile! O.ç Comunque ha ragione Tom, su, Harry, lasciati un p’ andare…
eheheh… XD Bax bax, grazie come sempre della tua presenza! *.*
Elanor, mia carissima Elly, ho letto le TRE recensioni che
mi hai lasciato ieri sera e che dire… sono felicissima! Spero soltanto di non
averti deluso con questo capitolo! ç.ç Farò harakiri se fosse così! (e allora
prepara la satana! NdTom) Appena potrò cercherò di infilarci qualche titolo
botanico, così, giusto per far contenta Emilia… (ho contato, sono ben SEI
titoli botanici… accidenti… ndLay) NO, DRACO NON PROVA NIENTE PER GINNY!
ASSOLUTAMENTE NIENTE! NIENTEEEEEEE! (non c’è bisogno di essere così veementi!
@.@ ndDraco mezzo sordo) (Lay con il fiatone) Era sarcastico, sì, era
sarcastico! (ok, ho capito… ndElly) A proposito di Draco… ma sai che hai quasi
azzeccato! *.* (NON NEI CONFRONTI DI GINNY!!!) Il conte di Cagliostro era un ‘medico’
accusato di essere uno stregone e un alchimista: visse per un certo periodo a Parigi,
ebbe anche qualche rapporto con Casanova, e fu imprigionato con l’accusa di essere
un eretico e un truffatore a San Leo, dove io sono stata in gita e dove ho visto
un suo esperimento che NON si poteva dimenticare! O.o Sa i che la scenetta Luigi/Phil
mel’hai fatta venire in mente tu con la tua scorsa recensione? ^^ Ah, per Jen… ehm…
sorpresa! (e lo sarà davvero! ^^ almeno spero! -.-) Bax bax e fammi sapere che ne
pensi! O.o
ragazza interrotta, grazie comunque per avermelo scritto!
^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Bax bax!
*Miss si torce le mani*
Vero, che mi dite che cosa ne pensate? ç.ç
ML