Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: DaughterOfDawn    25/09/2012    4 recensioni
Ogni mille anni sulla terra compare un tipo particolare di anima per ottenere la quale sia i demoni che gli shinigami sono disposti a fare di tutto.
Kyler aveva una vita forse un po’ diversa da quella dei molti, ma comunque niente di particolare. Almeno fino a quando non si troverà coinvolto in una contesa tra la sua nuova guardia del corpo, un ragazzino dagli inquietanti occhi cremisi comparso dal nulla, e due tizi non meno strani, uno dai capelli rosso fuoco, scatenato e vestito quasi come una donna, l’altro moro, sempre gelido e controllato, che sembrano determinati a rapirlo. E la sua “guardia del corpo” sembra conoscere molto bene uno dei due, con il quale ha un certo conto in sospeso…
[Ambientata nei due anni che precedono l’inizio del manga. Possibile OOC (io ci provo a tenere i personaggi, ma non è detto che ci riesca!), shonen-ai (WillxGrell / OCxOC)].
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per l’ennesima volta Will si ritrovò a doversi scostare, ansimante. Gli pareva di aver combattuto per un’eternità, sebbene sapesse che al massimo poteva essere passata poco meno di un’ora dall’inizio dello scontro. Sentiva i graffi di cui era ricorperto il suo corpo bruciare come se fossero in fiamme a causa del veleno e la stanchezza dovuta a quei continui attacchi quasi senza tregua iniziava a farsi sentire. Sapeva che i suoi compagni non erano messi meglio. Grell, ogni volta che gli artigli di Gremory lo raggiungevano, sembrava quasi sul punto di svenire anche se si riprendeva subito e ricominciava a dare addosso al loro nemico come prima, sia a parole che con la sua death scyte. Zachary stava ancora soffrendo per la ferita che lo aveva trapassato da parte a parte e che non si era ancora del tutto rimarginata, ma, nonostante questo e la debolezza dovuta alla perdita continua di sangue, non si fermava neanche un attimo, nemmeno quando i colpi ricevuti gli toglievano il fiato e combatteva come l’indemoniato che era, quasi non sentisse più neanche il dolore.
Il loro avversario invece era messo molto meglio di loro, sebbene iniziasse a sua volta a dare qualche segno di stanchezza. I suoi colpi si erano fatti meno precisi, ma la potenza era sempre la stessa. Al taglio sul petto che gli aveva procurato il moro e che ancora sanguinava, si erano aggiunte altre ferite superficiali, sparse su tutto il suo corpo, ma nulla che potesse veramente indebolirlo al punto di dare loro una chance per chiudere quella battaglia.
Will lanciò una breve occhiata preoccupata al cielo. Stava albeggiando e ben presto quel posto si sarebbe riempito di umani. A quel punto sarebbero stati guai grossi. Dovevano chiudere il combattimento al più presto se volevano evitare di coinvolgere anche gente innocente. Perché poi spiegare e giustificare nel suo rapporto tutte quelle morti non previste sarebbe stato un vero problema. I suoi superiori di sicuro non avrebbero apprezzato. Scosse il capo, scacciando quelle riflessioni. Se davvero voleva chiudere la partita in fretta era meglio se continuava a combattere invece che perdersi nei suoi pensieri. Aveva recuperato un po’ il fiato, la pausa era finita.
Sollevò la falce e fece per tornare all’attacco, ma prima che potesse muovere anche solo un passo, Grell gli venne scaraventato addosso e i due finirono a terra con un tonfo.
“Sutcliff, che diamine?!” esclamò William, irritato, dandogli uno spintone per levarselo di dosso. “Spostasti, non abbiamo tempo da perdere!”.
“Scusa Will! Non l’ho mica fatto apposta!!” protestò il rosso, sorvolando per una volta sulla scortesia del suo superiore e alzandosi in fretta. “Però è stato carino da parte tua prendermi al volo ~ Hai attutito il colpo alla perfezione”.
“Non fraintendere, è stato un riflesso condizionato. Se avessi saputo che eri tu mi sarei spostato” rispose gelido il suo capo rimettendosi in piedi a sua volta. “E vedi di concentrarti invece di pensare a queste idiozie. Non è né il momento né il luogo adatto. E ora torn…”.
Ma ancora una volta non poté terminare perché Zack finì loro addosso con tanta violenza da rispedirli entrambi al suolo.
“Gremory! Dannato bastardo!” ringhiò il demone furente, senza neanche degnarli di uno sguardo. Era tanto preso dallo scontro che pareva aver registrato appena la loro presenza sotto di sé. “Ti ammazzo!”. E senza aggiungere altro ripartì alla carica.
“Ehi, Zack-chan! Razza di maleducato! Chiedi almeno scusa alla signorina!” esclamò il rosso offeso, saltando in piedi e seguendo la creatura infernale. “E anche tu, Gremory! Pagherai per aver spedito una signora a terra per due volte! E non ti perdono solo perché sono caduto addosso al mio Will in entrambi i casi!!”.
L’altro shinigami rimase a terra a guardarli incredulo. E quella era la serietà e l’attenzione con cui i due affrontavano una simile battaglia? Il demone quasi non prestava attenzione ai suoi alleati, cosa fondamentale per far fruttare il loro lavoro di squadra, e Sutcliff non faceva altro che ripetere le sue solite idiozie. ‘Non ce la faremo mai se andiamo avanti così…’ si ritrovò a pensare sconsolato. Quando gli era stato consegnato il rapporto sulla missione aveva avuto un pessimo presentimento prima ancora di aprirlo. Dopo aver letto aveva creduto che quella sensazione fosse dovuta al fatto che si sarebbe trovato di nuovo Zachary tra i piedi, e in fondo non si era sbagliato visto che tutto quel caos ruotava intorno al demone, ma mai avrebbe immaginato che le cose sarebbero degenerate fino a quel punto. Prima la pessima notizia che Grell sarebbe stato il suo compagno in quell’incarico, poi lo scontro in cui quella peste demoniaca si era trasformata in un essere senza pietà che gli aveva fatto rischiare la pelle in combattimento, e dopo l’imprevisto con l’anima dell’umano. Infine la notizia del coinvolgimento di Gremory e l’arrivo di quest’ultimo. Se Grell non avesse fatto tanto l’idiota fin dall’inizio della missione rovinando ogni volta i suoi piani, se Kyler fosse stato un umano normale e adatto alla sua epoca e se Zack si fosse limitato a comportarsi da demone e ad eseguire gli ordini del suo mandante molto probabilmente tutto quello non sarebbe mai accaduto. E invece si era ritrovato con un sottoposto idiota che faceva rumore quando non doveva e si lasciava scappare i prigionieri, un ragazzino che lottava con tutti i mezzi possibili per la sua libertà e che si era affezionato a una creatura infernale e un demone ribelle con forti tendenze anticonvenzionali che faceva tutto di testa sua e che sembra quasi ricambiare l’affetto che il suo obiettivo gli portava. Insomma un disastro. E lui era lì, proprio nel mezzo di quel caos, unico ad aver mantenuto il suo ruolo e la sua compostezza. E per questo era responsabile di tutti i pazzi che lo circondavano. Possibile che toccava sempre a lui risolvere i guai degli altri?
Le sue riflessioni furono interrotte proprio dal terzo di quei “pazzi” che lo superò, diretto verso i tre che avevano ripreso a combattere. William fu preso alla sprovvista, ma si riprese abbastanza in fretta per riuscire ad afferrare il braccio di Kyler e a bloccarlo prima che fosse fuori dalla sua portata. Ci mancava solo che quel ragazzino tentasse un’altra delle sue bravate.
“Dove credi di andare, tu? Zachary ti ha detto di restare nascosto e per una volta sono d’accordo con lui” disse freddo lo shinigami, tirandolo indietro. “Hai già fatto abbastanza danni”.
“Zack ha detto che se avessi trovato un’idea buona per darvi una mano avrei potuto applicarla” ribatté il ragazzo, cercando di divincolarsi dalla sua presa ferrea. “Ed è quello che ho intenzione di fare! Quindi lasciami andare prima che sia troppo tardi”.
Il moro lo fissò incerto, allentando appena la presa. Poteva sentire chiaramente il potere dell’anima ardere all’interno del corpo dell’umano. Era una forza incredibile. Lo sapeva, glielo avevano detto ai corsi, ma farne esperienza diretta era tutta un’altra cosa. Ma sapeva anche che quella potenza sprigionata in quella fase di maturazione, del tutto incontrollata, era molto pericolosa. Stava degenerando fin troppo velocemente, se il moccioso avesse continuato a far scorrere l’energia in quel modo sarebbe arrivato al sovraccarico molto in fretta. Che aveva intenzione di fare? “Non posso permetterti di rischiare tutto per qualche bravata che tu ritieni intelligente” si obbligò a dire mantenendo il suo solito tono, nonostante il suo turbamento. “Devo portare la tua anima al comando, ricordati che io e Sutcliff siamo qui per questo”.
Kyler lo fissò, irritato. Non sarebbe stato quel tizio ad impedirgli di fare la sua parte. Possibile che non capisse che lui era la loro unica speranza in quel momento? Erano tutti stanchi e feriti, le loro energie erano agli sgoccioli. Serviva un’azione conclusiva e alla svelta, altrimenti avrebbero perso il combattimento. E Gremory avrebbe avuto campo libero con Zack. Non poteva permetterlo. “Non me ne frega niente di quello che pensi o che devi fare tu. Io faccio quello che voglio con la mia anima! E anche se volessi farmi ammazzare sarei libero di farlo” lo aggredì con decisione, dando un altro strattone e riuscendo così a liberarsi. “Quindi se sei deciso a fermarmi vedi di levarti dai piedi, shinigami. In caso contrario smettila con queste storie e dammi una mano a sistemare quel bastardo!”.
Lo shinigami rimase zitto per un attimo, senza parole. Mai si sarebbe aspettato un comportamento del genere da quel moccioso. Non avrebbe mai voluto ammetterlo ma in quel momento gli sembrva quasi un demone. In una situazione normale non gli avrebbe mai permesso di rivolgersi a lui con quel tono e con quell’atteggiamento, ma in quel momento le iridi viola del ragazzo sembravano fatte di fuoco liquido e lui sapeva che se si fosse opposto ulteriormente avrebbe corso il rischio di finire bruciato, come era accaduto a Zachary quando si era rifiutato di spiegare a Kyler la verità su quello che stava succedendo. E poi non poteva rischiare che il ragazzino si scatenesse senza un minimo di controllo. “E sia, umano. Quale sarebbe questa tua geniale idea?” si arrese, ma il suo tono rimase chiaramente scettico.
Il ragazzo parve calmarsi un poco, ma continuò comunque a fissarlo scontroso. “Devo dedurre che hai deciso di aiutarmi?” chiese cauto.
“Direi che ho poche alternative. Cercare di trattenerti peggiorerebbe le cose perché mi impedirebbe di tornare a combattere. In più così posso anche evitare che tu combini un altro guaio” fu la risposta fredda. “Muoviti a spiegare, non c’è molto tempo”.
“Tu distrai Gremory in modo che mi possa avvicinare senza che lui mi veda. E dovresti anche impedire a Zack o a Grell di fermarmi” disse Kyler, sostenendo il suo sguardo. Non era neanche minimamente sicuro che la sua idea avrebbe funzionato ma sapeva che se avesse tentennato Will avrebbe colto al volo l’occasione per convincerlo a essere razionale e a rinunciare alla follia che aveva pensato. Leggeva chiaramente nello sguardo dello shinigami cosa pensava di quel suo intervento fuori programma, ma non poteva permettersi di farsi scoraggiare. E poi ormai sentiva la necessità irrinunciabile di liberare quelle fiamme che gli divampavano dentro, bruciandolo con una lentezza estenuante. Gli pareva di avere la febbre e ogni minuto che passava la forza smisurata del potere che si portava dentro cresceva a scapito delle sue energie vitali. Se avesse aspettato oltre avrebbe perso coscienza di sé e chissà cosa sarebbe successo. Quando aveva deciso di provare a richiamare quella forza non aveva pensato che lo avrebbe consumato così velocemente. Alla villa non si era accorto di essa fino a quando non aveva visto i polsi di Zachary sanguinare, mentre in quel momento sentiva già di essere vicino al limite. Com’era possibile? Qualcosa doveva essere cambiato, probabilmente la sua anima aveva raggiunto un altro stadio di maturazione. “Al resto ci penso io. Tu fai solo quello che ti ho chiesto”.
“E sia” acconsentì William contrariato dopo un attimo. Aveva un pessimo presentimento, ma non c’era più tempo per pensare. “Sappi che in una situazione normale non ti avrei mai permesso di fare una cosa del genere. Se mai dovessi diventare un mio sottoposto, non pensare neanche che te lo faccia rifare, chiaro? Ma questa è un’emergenza. Sta’ attento, umano. La tua anima è preziosa per tutti noi”.
Il ragazzo con gli occhi viola annuì. “Grazie della fiducia” mormorò.
“Non è fiducia. Devo portare a termine la missione” lo corresse lo shinigami, prima di tornare a concentrare la sua attenzione sul combattimeno. Avrebbe accontentato quel pazzo, anche se non era certo che fosse la scelta giusta. E soprattutto non sarebbe stato facile. Avrebbe dovuto portare tutta l’attenzione di Gremory su di sé di nuovo e la cosa non gli piaceva per nulla. Doveva stare attento a calcolare bene i tempi di azione.
L’occasione giusta per permettergli di intervenire nello scontro arrivò quasi subito. Gremory era riuscito spezzare la guardia di Zack e ad assestargli un colpo sulla ferita non ancora rimarginata che lo aveva finalmente costretto a cessare i suoi assalti e ora si stava dedicando a Grell. William si affrettò a parare gli artigli che, dopo una finta, avevano rischiato di raggiungere il corpo di quest’ultimo e spinse il demone lontano con la falce. Quello gli rivolse un’occhiata infastidita che prometteva vendetta immediata. Per lo shinigami era la chance perfetta. Nessuno sembrava essersi accorto che Kyler si era avvicinato. Il suo sottoposto era troppo preso ad adorare lui perché lo aveva salvato, Zack stava ancora cercando di riprendersi e aveva occhi solo per il suo “capo” e l’altro demone era concentrato su di lui. Ora doveva solamente fare in modo che il suo avversario si trovasse a dare le spalle all’umano.
Gremory partì alla carica senza preavviso, costringendolo ad arretrare. I suoi attacchi si stavano facendo via via più violenti. Anche lui voleva sbrigarsi a chiudere quello scontro. Era una perdita di tempo prezioso. Will scartò in diagonale di lato per schivare le lame avvelenate che lo avevano minacciato ancora e contrattaccò senza perdere tempo. Il demone respinse la falce, ma fu costretto a voltarsi perché lo shinigami si era spostato ancora per cercare di attaccarlo sul fianco opposto che era rimasto scoperto per un attimo. Che illuso. Sperava di coglierlo impreparato. Ma non aveva possibilità. Si vedeva chiaramente che le forze iniziavano a mancargli, nonostante lui tenesse duro. Nel giro di poco avrebbe fatto un piccolo passo falso e lui lo avrebbe finito. Gli sarebbe bastato stancarlo ancora di più. Sollevò gli artigli. Era giunto il momento di fare piazza pulita di quelle seccature.
Il moro quasi finì a terra per la violenza del colpo che si abbatté su di lui. La falce rischiò di sfuggirgli dalle mani sudate, ma lui strinse la presa sul manico appena in tempo. Ma non terminò lì perché a quell’attacco ne seguì un altro e un altro ancora. Gremory aveva deciso di spezzarlo per primo a quanto pareva. Bene, almeno era caduto nella trappola. Però Kyler doveva muoversi, non sarebbe resistito ancora a lungo. Il suo sguardo incrociò quello del ragazzo che gi fece un cenno con il capo. Lui capì al volo. Finalmente si era deciso. Respinse l’ennesimo assalto del suo nemico e poi gli si gettò addosso.
Kyler, non appena vide che il moro aveva afferrato il suo segnale, si costrinse a mettere da parte tutti suoi tentennamenti e si lanciò a sua volta verso Gremory. William aveva scelto di rischiare la vita per aiutarlo e lui non poteva fallire. Non avrebbe retto un altro episodio come quello di poco prima. Questa volta non avrebbe permesso che qualcuno si facesse male per proteggerlo. E poi quella era un’occasione unica: se avesse fallito il loro nemico avrebbe potuto intuire a che cosa mirava e gli sarebbe stato impossibile ripetere l’attacco. Lui non aveva altre armi e non era in grado di resistere agli assalti come gli altri tre. Per non parlare del fatto che ormai stava davvero per perdere il controllo. Tutto il suo corpo scottava e la vista aveva iniziato ad annebbiarsi, mentre nella sua testa i pensieri si confondevano e si attutivano come se avesse la febbre altissima. Doveva scaricare quell’energia. E se lo avesse fatto addosso a Gremory di sicuro l’effetto sortito sarebbe stato quello desiderato.
Ma, quando fu a pochi passi dal suo obiettivo, Grell, troppo preoccupato per il suo supeirore per accorgersi di lui, si lanciò sul loro avversario tagliandogli la strada e ottenendo di finire a terra insieme agli altri due.
Il ragazzo si bloccò sul posto incredulo davanti a quell’imprevisto che aveva mandato a monte la sua strategia. Se il rosso avesse aspettato solo qualche secondo di più lui sarebbe riuscito a raggiungere Gremory, ma invece aveva scelto il momento peggiore per intervenire. ‘Dannazione!’ pensò il ragazzo ansimante, allontanandosi un poco, mentre a terra i tre lottavano tra loro per rialzarsi. ‘Ci è mancato un pelo! Che sfortuna!’. Si voltò avvertendo una sensazione ormai familiare e si accorse di avere lo sguardo di Zachary puntato addosso. Non gli servirono parole. Il demone aveva capito da sé cosa voleva fare e in un attimo gli fu accanto.
“Kyler, ce la fai a resistere ancora un po’?” gli domandò in fretta.
Lui annuì debolmente. “Ci…Ci posso provare” disse non senza sforzo.
La creatura infernale lo squadrò per un attimo, poi tese le braccia verso di lui. “Stringimi i polsi come hai fatto quando eravamo alla villa” gli ordinò perentorio.
Lui sgranò gli occhi. “Cosa?! Ma sei scemo?!” esclamò, incredulo. “Ma se lo faccio ti brucerai! Non posso…Non voglio che tu ti faccia male per…”.
“Kyler, se tu svieni abbiamo perso. Definitivamente” lo interruppe Zack mortalmente serio. “Se inizi a scaricare un po’ di energia dovresti durare il tempo necessario. Ti dirò io quando attacare Gremory. Hai detto che ti fidi di me. È giunto il momento di dimostrarmelo”.
Il ragazzo esitò, ma alla fine cedette e fece come gli era stato detto, seppur riluttante. Con quel suo gesto voleva proteggere la sua guardia del corpo e invece si era ritrovato a fargli del male personalmente. Ma Zack aveva ragione, era necessario. E poi era sempre meglio di quello che avrebbe potuto fargli Gremory. “Sei un masochista” borbottò tra i denti, sforzandosi di controllare il flusso di energia che premeva per lasciare il suo corpo. Dovette ammettere che sentiva già gli effetti di quella trovata. La sua mente era un poco più ludica, me il prezzo era il sangue che aveva iniziato a gocciolargli tra le dita.
“Può darsi” fece Zack forzando un ghigno, che però si trasformò in una smorfia di dolore. Si sforzò di ignorare la sua pelle che andava a fuoco e sbirciò con la coda dell’occhio lo scontro in corso. Gli shinigami erano in grave difficoltà, ma avrebbero dovuto tenere duro ancora per un po’. Gli serviva più tempo, Gremory doveva pensare di avere tutti in pugno. E quando avrebbe abbassato la guardia lui lo avrebbe fregato. “Guardano in faccia, ok? Non pensare a quello che mi stai facendo. Se vai in panico finisce che mi ammazzi. E non mollarmi finché non te lo dico”.
Kyler annuì di nuovo, troppo impegnato a fare come gli era stato detto per parlare. Sentiva che la situazione era delicata. Non doveva distrarsi per nessun motivo.
Nel frattempo Gremory si dibatteva per scrollarsi di dosso i due shinigami che avevano tutta l’intenzione di tenerlo immobilizzato al suolo. Il rosso gli era arrivato addosso a peso morto prendendolo di sorpresa e ora lottava per impedirgli di alzarsi, mentre il moro tentava di bloccargli le braccia, cercando al tempo stesso di tenere lontani gli artigli da sé. Il demone ruggì, più furioso che mai. Quello era il peggiore affronto che avesse mai ricevuto, lui, Gremory, trattenuto su un pavimento sporco da due esseri insignificanti. Evidentemente non avevano ancora capito con chi avevano a che fare. Diede uno strattone violento, trascinando William con sé e sbattendolo di lato in modo che non gli fosse più sopra, riuscendo anche a liberare un braccio. Ora lo avrebbe spiegato loro in un modo che non si sarebbero mai dimenticati. Afferrò Grell per la collottola e se lo staccò di dosso con la forza aiutandosi con le gambe. Poi saltò in piedi stagliandosi minaccioso sopra i suoi due avversari ancora a terra.
“Avete passato ogni limite, shinigami” ringhiò con gli occhi che fiammeggiavano. Assestò un calcio nello stomaco a Grell facendolo piegare in due. “Vi farò sputare tutto il sangue che avete in corpo!”. Il suo sguardo cadde sul moro. “E tu sarai il primo, visto che hai osato sfidarmi apertamente. Rimpiangerai la tua arroganza!”.
William non riuscì a muoversi, sentendosi incatenato da quelle iridi cremisi, diviso tra disgusto e attrattiva. Ora capiva perché Zachary era caduto così facilmente vittima di quella creatura. Il suo sguardo era paralizzante ed ipnotico anche per lui. Aveva sbattuto la testa contro il pavimento quando Gremory lo aveva spinto di lato e aveva ancora la vista annebbiata per il dolore improvviso e la stanchezza. Sarebbe davvero finita così? Soccombeva a uno di quegli esseri schifosi che odiava tanto? Non riusciva a crederci.
Vide gli artigli sollevarsi e calare verso il suo petto, ma a metà strada si fermarono bruscamente. Grell, in un atto disperato, aveva afferrato il loro avversario per le gambe, sbilanciandolo ed impedendogli di portare l’attacco a compimento. Il demone distolse lo sguardo per dirigerlo verso l’altro shinigami e Will si sentì libero dalle catene che lo avevano immobilizzato. Immediatamente rotolò su un fianco e afferrò la sua falce che era caduta poco distante da loro, giusto in tempo per bloccare le lame di Gremory dirette sul rosso.
Quello parve impazzire di rabbia davanti a quell’ennesima resistenza. Le squame che aveva sulla pelle si estesero ancora di più invadendogli anche parte dell’altra metà del viso. La creatura infernale afferrò con una mano il manico della falce e la strappò alla presa dello shinigami con un solo gesto e lanciandola lontano, mentre con l’altra lo afferrava per la giacca lacerata e lo buttava a terra con tanta forza da creare un piccolo cratere sotto di lui. Poi si liberò a calci dalla presa del rosso e gli piantò un piede nel petto. Il suono secco delle costole che si spezzavano rimbombò nell’aria seguito da un grido di dolore.
Gremory non perse tempo ad infierire e, deciso a mantenere quanto detto prima, tornò verso William che cercava a fatica di sollevarsi. Barcollava e il sangue gli colava dalla nuca che aveva sbattuto per la seconda volta. E, cosa peggiore, non aveva la più pallida idea di dove fossero i suoi occhiali. Ma di nuovo Grell gli sbarrò la strada, ansimante e tremante.
“Non ti lascerò toccare Will!” urlò con tutto il fiato che gli era rimasto. “Dovrai vedertela con me, bastardo che non sei altro!”.
“Ma che sottoposto fedele. Devi tenere davvero molto al tuo capo per giurare di difenderlo ferito e disarmato come sei” commentò Gremory divertito. “È inutile, non hai speranze. È meglio che abbassi la cresta!”. E senza perdere un attimo affondò gli artigli nel petto già martoriato dello shinigami che non ebbe il tempo di spostarsi per eviatare il colpo.
“Sutcliff!” urlò William, sentendo il sangue schizzargli in faccia. Le sue mani annasparono tutto intorno alla ricerca degli occhiali. “Dannazione!”.
Grell cadde in ginocchio e una fontana di sangue gli uscì dalla bocca e dalla ferita appena inferta, ma nonostante ciò tentò nuovamente di rialzarsi e si piazzò ancora una volta davanti a Gremory. “Ti…Ti ho detto…che…non…toccherai William!” balbettò deciso. “Prima…mi devi…uccidere. E devi uccidere…anche…i miei sentimenti, bastardo!”.
“Sutcliff, non fare l’idiota! Spostati, lui vuole prima me!” esclamò il moro, l’agitazione ora ben presente nella voce. Non poteva credere a quello che vedeva. Quel cretino voleva davvero morire. E la cosa peggiore era che voleva morire per lui. Non poteva permetterlo. Si guardò intorno disperatamente, alla ricerca di un soluzione. Doveva fermare quel bastardo prima che Sutcliff si facesse uccidere. Ma come? Come? Le sue dita incontrarono qualcosa e lui sobbalzò. Forse così poteva andare.
“Faresti meglio ad ascoltare il tuo capo, ma credo che dirtelo sia fiato sprecato. Come ti pare allora. Sei testardo, te lo concedo” fece Gremory. Doveva ammettere che era impressionato. Aveva sempre pensato che gli unici che potessero assumere comportamenti tanto inutili e stupidi fossero gli umani, ma ora sapeva che potevano farlo sia gli shinigami che i demoni. Sempre che Zack potesse essere eletto a rappresentante della loro razza. “Sarò magnanimo, ti accontento. Morirai per primo. Ma non temere, vi rivedrete in un attimo nell’aldilà!”.
Grell si preparò a ricevere il colpo di grazia, ma all’ultimo avvertì una mano afferrarlo e tirarlo indietro. Le gambe gli cedettero e lui si ritrovò a terra, mentre un altro conato di sangue gli usciva dalle labbra. Quando alzò lo sguardo vide Will in piedi davanti a lui, con i vestiti stracciati e senza occhiali, che brandiva la sua motosega.
“Come ti ho già detto, demone, il tuo avversario sono io” ansimò il moro, la voce tremante ma carica di una decisione ferrea. “Prenditela con me!”.
Gremory scoppiò a ridere. “Siete patetici” disse, feroce. “Cosa credere di fare conciati in questo modo? Mi state implorando di uccidervi!”.
“Secondo me non hai capito proprio niente, Gremory! Ti lamenti che io non ti ascolto ma poi tu stesso non segui i tuoi insegnamenti!”. La voce di Zachary li fece sobbalzare entrambi, ma prima che uno di loro potesse anche solo voltarsi, il demone aveva spinto William da parte e aveva bloccato gli artigli del suo “capo” con i propri. “Mi dici sempre di stare concentrato eppure tu ti sei perso nella tua furia e ti sei dimenticato del tuo avversario principale. Ti sei dimenticato di me” lo canzonò con un ghigno vittorioso stampato sul volto. “E ora pagerai caro questo tuo errore!”.
Gremory lo fissò incredulo, ma la sua attenzione fu ben presto catturata da altro. Kyler lo aveva afferrato da dietro e aveva affondato le unghie nel taglio che aveva sul petto. Poteva sentire l’energia della sua anima avvolgere l’aria circostante.
Il ghigno sul volto di Zack si allargò. “Sorpresa, Gremory” ridacchiò.
L’altro demone inorridì intuendo cosa stava per succedere, ma non ebbe il tempo di dire nulla perché a quel punto il fuoco che aveva avvolto l’anima del ragazzo si riversò su di lui, avvolgendolo in un vortice di energia infuocata. La creatura urlò cercando di liberarsi dalla presa dell’umano, ma senza risucirvi. Quando scatenavano i loro poteri i portatori erano quasi invincibili, anche se fosse stato al massimo della forma avrebbe avuto problemi a sconfiggerlo o anche solo a tenergli testa. Però avevano un difetto. La loro forza si esauriva in fretta, sebbene non abbastanza da non essere devastante.
E così accadde. Nel giro di poco il flusso di potere svanì improvvisamente come si era sprigionato e Kyler sentì la coscienza lasciarlo, ma non prima di avvertire Zachary che lo afferrava prontamente da dietro per non farlo cadere.
A quel punto il demone riportò gli occhi sul suo superiore, lo sguardo minaccioso, stringendo a sé il ragazzo svenuto con fare quasi protettivo. Gremory era ancora in piedi, i vestiti bruciati e il corpo coperto di ustioni e di sangue. Le squame erano scomparse, così come gli artigli, e lui ansimava pesantemente, gli occhi annebbiati dal dolore.
“Per questa volta hai vinto tu, Zachary. Ma sappi che non finisce qui!” ringhiò furioso ma impotente. Doveva ritirarsi, le sue ferite erano troppo gravi. Non poteva rischiare. “Tornerò e la prossima volta pagherai, voi tutti pagherete! Vi farò pentire di aver giocato con il fuoco eterno e di aver scatenato l’ira degli Inferi!”. Una nuovola di fumo nero lo avvolse e quando si dirardò lui era scomparso, lasciando dietro di sé solo una pozza di sangue.
William si guardò prontamente intorno, cercando di capire se fosse ancora lì. Non percepiva più la sua presenza. Avevano vinto?
“Tranquillo, Willy, è tornato all’Inferno a leccarsi le ferite. Rilassati” gli disse Zack avvicinandosi. Si era caricato Kyler in spalla e gli stava tendendo qualcosa. “È finita. Almeno per ora”.
“Ma tornerà, vero?” chiese lo shinigami afferrando i propri occhiali e ignorando il nomignolo. “E la prossima volta sarà peggio”.
“Non è un problema tuo, Will. Lo ammazzerò la prossima volta” fece il demone. “Ora devi pensare a Grell. Riportalo nel tuo mondo. Ha bisogno di cure mediche urgenti. E anche tu devi darti una controllata. Con il veleno di Gremory non si scherza”.
“Io sto bene. E Sutcliff se la caverà anche se restiamo qui” lo contraddisse il moro, sorprendendolo. “Non possiamo tornare nel mondo degli shinigami”. Gli diede le spalle per andare a chinarsi sul suo sottoposto e controllare il suo stato. Era una brutta ferita e lui era svenuto, ma non sembrava mortale. Certo, quell’idiota sarebbe dovuto stare a riposo per un paio di settimane come minimo, ma ce la poteva fare. Ce l’avrebbe fatta, per forza. “Dobbiamo completare la missione. E ora anche io ho un conto in sospeso con Gremory. Quindi dobbiamo restare con voi”. Sollevò Grell tenendolo in braccio. Avrebbe preferito evitare certe pose, ma metterlo in spalla significava rischiare di aggravare la ferita. “Ti ho sentito parlare di una nave. Fai strada, moccioso infernale?”.
Zachary lo guardo, incredulo. Will e Grell sarebbero rimasti con loro nonostante quello che avevano appena passato, dopo aver visto chi era il suo nemico. La missione era una scusa, lo aveva capito immediatamente. Certo, William voleva liberarsi di Gremory per quello che aveva fatto a Grell, ma aveva come l’impressione che lo shinigami fosse rimasto anche per lui. Quel pensiero lo lasciò con una sensazione strana, che non aveva mai provato. Lui aveva sempre pensato agli shinigami come una sorta di gioco, come gli umani, erano un po’ di sale per il suo divertimento. Ma quel giorno i suoi tre compagni gli avevano dimostrato che lui si sbagliava, che c’era molto di più. Avevano tutti rischiato la vita per aiutarlo senza pretendere nulla in cambio e questo era qualcosa che lui come creatura infernale faceva fatica a concepire. Abbassò lo sguardo.
“William…”. Esitò, sentendosi imbarazzato e anche un po’ umiliato. Lui, un demone, che diceva certe cose ad un dio della morte. Assurdo. Avvampò. “Grazie di tutto” borbottò. “E scusa. Per oggi…e per quello che è successo durante il nostro primo incontro. Ho fatto uno scherzo di troppo quella volta. Però se dovessi tornare indietro a quel giorno sappi che lo rifarei perché è stato uno spasso”. Si voltò per impedire che l’altro vedesse la sua espressione. “Muoviamoci, prima che la nave ci lasci a terra”.
A quelle parole fu William a rimanere spiazzato. Non aveva dubbi che Zachary avesse capito cosa poteva stare sotto le sue parole di poco prima, ma si era aspettato una presa in giro o una risata, e di certo non un ringraziamento e addirittura delle scuse per quello che era successo non solo quel giorno ma anche decenni prima. Certo, il demone non si era dimostrato del tutto pentito a giudicare dalla sua penultima affermazione, ma il solo fatto che si fosse scusato era abbastanza. Forse in quel lasso di tempo Zachary era davvero maturato un po’. E di certo quello che gli aveva fatto Gremory lo aveva in qualche modo cambiato.
Il dio della morte si affrettò ad affiancare il demone che si era incamminato verso il molo dove sapeva essere ormeggiata la nave.
“Zachary Michaelis” esordì. “Primo. Giuro che, se riferisci a qualcuno quello che ho detto prima, dopo che avremo sistemato Gremory, ammazzerò te. Ci penserò io a spiegare a Sutcliff come mai siamo ancora con voi, sono stato chiaro?”.
“Cristallino, Willy” rispose l’altro, riprendendo il suo tono canzonatorio. “Poi? Qual è il secondo punto del contratto per salvare la tua reputazione?”.
“Secondo” disse lui senza raccogliere la provocazione. “Sappi che anche se hai chiesto scusa, il nostro affare non è risolto. Te la devo ancora far pagare per l’umiliazione che sono stato costretto a subire. Quindi guardati le spalle”.
“Oh, mi minacci anche? Lo farò, lo faccio sempre. Sai, lavorando per Gremory questo tipo di cose sono stato costretto ad impararle!” rise Zack, anche se con una punta di amarezza. “Altro?”.
“Sì. Terzo, mentre siamo in viaggio dobbiamo risolvere la questione dell’anima del ragazzo. Tanto credo che con quelle ferite a Gremory ci vorranno almeno due o tre settimane per riprendersi del tutto. L’energia di quelle anime continua a corrodere anche a giorni di distanza da quando si è sprigionata”. William lanciò uno sguardo significativo ai polsi di Zachary. “Hai avuto una pessima idea a far scaricare Kyler su di te. Però se non l’avessi fatto il ragazzo sarebbe svenuto e chissà dove saremmo. Quindi, quarto punto, vedi di non fare il cretino e di curarti anche tu”.
“Oh, Willy! Sei preccupato per me? Che carino!”. La creatura infernale gli rivolse un sorrisetto provocatorio, anche se dentro di sé avvertì di nuovo quello strano sentimento. Che diamine gli prendeva?! Si affrettò a spostare le sue riflessioni su altro. Will aveva detto che dovevano risolvere la questione dell’anima di Kyler. Nello stato in cui erano di certo non avrebbero potuto combattere per decidere a chi sarebbe andata e poi dovevano risparmiare energie per il prossimo scontro con Gremory. Un dubbio lo colpì. Che William volesse provare a risolvere la questione a parole?
“Non ho finito, demone” lo riprese l’altro, iniziando a sentirsi vagamente irritato da quelle prese in giro. “Quinto punto. Non chiamarmi Willy”.
“Ok…Willy” fece lui con un tono da angioletto che non gli si addiceva per nulla.
“Zachary…Ringrazia solo che ho le mani occupate perché altrimenti ti farei a pezzi”.
“Ok, ok, scusa, Will. È che pigliarti per il culo mi viene spontaneo”.
“Vedi di controllarti se ci tiene alla tua salute. Potrei decidere di saldare il nostro conto prima che Gremory si faccia vivo con noi”.
“Non so se ti conviene. Sono utile in battaglia”.
“Ora che so cosa aspettarmi posso anche fare a meno di te. Uno che si fa trapassare da parte a parte perché è caduto nel tranello più ovvio del mondo non può essere così indispensabile in battaglia. Cosa credi di essere?”.
“Non potevo rischiare di che venisse fatto del male a Kyler. È il mio lavoro proteggerlo. Non credo di essere nulla, se non quello che sono: un diavolo di guardia del corpo!”.
A quell’uscita William non ribatté ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo, segnando la fine della loro conversazione.

Il capitano fissò a metà tra lo scettico e il preoccupato lo strano ragazzino con i capelli blu elettrico che aveva davanti. Non era la prima volta che lo vedeva, era venuto la sera prima a prenotare due cabine sulla sua nave su commissione del figlio del conte Bysse. A quanto diceva era la sua guardia personale. Lui aveva acconsentito volentieri, aveva preparato le cabine e gli abiti che gli erano stati richiesti, non poteva certo rifiutare un nobile e soprattutto tutto il denaro che gli era stato dato come acconto, ma ora che si era ritrovato davanti quelle quattro figure con i vestiti stracciati e insanguinati, stava iniziando a ripensarci. Il figlio del conte era svenuto e quello vestito di rosso, uomo o donna che fosse, oltre ad essere privo di sensi, sembrava anche ferito gravemente. L’unica cosa che lo tratteneva dal cacciarli via erano quegli occhi cremisi, pieni di minacciose promesse, che non lo lasciavano neanche per un attimo.
“Signori, la mia è una nave di tutto rispetto…Se vi vedessero in questo stato piet…ehm, poco consono alla vostra posizione, insomma, siate ragionevoli…” balbettò, incerto. “Pensate a…”.
“Vuole forse lasciarci a terra, capitano Norton?” domandò candidamente Zachary, ma dal suo tono si capiva che non avrebbe accettato una risposta negativa. “Mi ascolti, la prego. Abbiamo appena avuto un pessimo…incontro con dei tipi poco raccomandabili e il mio signorino e…la signorina che accompagna l’altro signore qui presente stanno male. Hanno biosgno di un posto tranquillo al più presto. Non vorrà lasciarci nei guai spero?”.
“No, certo che no. Con una signorina ferita poi…Solo che…Non è che poi quei tizi…” fece Norton senza sapere neanche lui dove andare a parare. “Insomma, non voglio conseguenze”.
“Non ne avrà, capitano. Glielo posso assicurare. Siamo coperti di sangue perché dovevamo assicurarci che quei tizi non disturbassero più nessuno”. Sul volto del demone si materializzò un sorriso inquientante. “Capisce cosa intendo, capitano?”.
L’uomo degluttì davanti alla sua espressione. Quel ragazzino era perturbante. Così giovane eppure così vissuto. Però quell’ultima notizia lo aveva tranquillizzato. Poteva accoglierli a bordo senza pericolo. O almeno sperava di poterlo fare. “Se le cose stanno così, allora non dovrebbero esserci problemi” si arrese cercando di riprendersi. “Ma la signorina non ha bisogno di una camera per sé? Dovrei riuscire a procurarla se mi date…”.
“Non c’è bisogno, capitano” lo interruppe nuovamente Zack voltandosi verso Will con un sorriso da squalo. “L’uomo che la accompagna è suo marito ~”.
Lo shinigami lo fulminò con lo sguardo, incredulo. Dannata peste infernale! Che andava in giro a dire? Già il fatto che avesse spacciato Grell per una donna non gli era andato a genio, ma capiva che serviva per convincere il capitano. Quell’ultima uscita invece era solo uno dei suoi pessimi scherzi. E la cosa peggiore era che lui non poteva negare o sarebbe saltata tutta la copertura. Quel demone da strapazzo avrebbe pagato anche per quella sua ultima trovata. Doveva solo aspettare che fossero soli.
“Oh, se è così il problema non si pone. Seguitemi, vi accompagno alle vostre cabine” annunciò il capitano, contento di essere sul punto di liberarsi di quello strano gurppetto. “C’è da camminare un po’, ma vi assicuro che sono isolate come mi avete chiesto”.
“Molto bene, capitano. Lei è proprio bravo nel suo lavoro, lo riferirò al signorino quando si sarà ripreso. E sarà ricompensato a dovere, ovviamente” rispose la creatura infernale soddisfatta avviandosi con Kyler in spalla di fianco a William. “Sono sicuro che non ci farà mancare nulla e che il soggiorno sulla vostra nave sarà ottimo”.
“Mi occuperò personalmente di voi. Può starne sicuro, signor…?” fece Norton, evitando però di incrociare lo sguardo del demone.
“Michaelis. Zachary Michaelis. Mi perdoni, non mi sono presentato come si deve quando sono venuto da voi” si scusò lui con un sorriso cortese. “Ero di fretta”.
“Oh, non si preoccupi. La capisco, con il suo lavoro avrà di certo un sacco di problemi”.
“Esatto, ha centrato il punto, capitano”.
Il resto del tragitto lo fecero in silenzio. L’uomo li condusse per i corridoi poco illuminati quasi fino a poppa. Non aveva mentito, le cabine che erano state assegnale loro erano lontano sia da quelle degli altri passeggeri sia dagli alloggi dell’equipaggio. Il locale più vicino era la stiva, ma si trovava su un altro livello. Avrebbero avuto tutta la privacy di cui avevano bisogno.
Il capitano si congedò in fretta dopo aver consegnato loro le chiavi e sparì tra le mura di metallo. Nel giro di pochi minuti apparve un marinaio che consegnò loro tutti gli strumenti necessari per prestare le cure mediche di cui avevano bisogno e poi se ne andò a sua volta. William si chiuse nella cabina assegnata a lui e Grell per occuparsi delle ferite di quest’ultimo, mentre Zachary, dopo essersi fasciato i polsi in modo da non sporcare in giro, cambiò i vestiti a Kyler e lo mise a letto avendo cura di coprirlo bene. Il ragazzo aveva fatto fin troppi sforzi in quelle ore, doveva riposare.
Il demone si affacciò all’oblò e osservò l’enorme corpo della nave mettersi in moto e lasciare lentamente il porto. Non poteva quasi credere di essere riuscito a sconfiggere Gremory. Certo, aveva ricevuto aiuti molto consistenti, ma si era reso conto lui stesso di avergli dato molto più filo da torcere delle volte precedenti. Aveva una speranza di riuscire a liberarsi definitivamente di lui. Anzi, più di una. Kyler aveva ragione, non doveva fare per forza tutto da solo. Aveva lui e anche i due shinigami al suo fianco. Ridacchiò. Mai si sarebbe aspettato di avere due dei della morte al suo fianco. E per di più uno di loro era William. No, era troppo assurdo. E per questo avrebbero vinto di sicuro.

---------------------------------------------

Ciao a tutti!! ^^
Sorpresi di vedermi così presto?? Ho deciso che dovevo farmi perdonare per avervi fatto aspettare così tanto l’ultima volta e quindi mi imposta di darmi sul serio una mossa per questo capitolo. Spero che sia stata una sorpresa gradita!
Zack: Lo sarà se manterrai questo ritmo…cosa di cui tutti dubitiamo a ragione.
Mystic: *lo fulmina con lo sguardo* Che è? Sei tornato a rompere? Ti preferivo quando eri impegnato con il combattimento, almeno ero tranquilla!
Zack: Ma non posso sempre combattere, se no la storia diventa noiosa, no? E anche tu ti annoi senza me che rompo le scatole ~
Mystic: questo è tutto da vedere…Comunque sia. La parte di combattimento per ora, come ha detto la peste qui presente….
Zack: Ehi, non cominciare anche tu a chiarmarmi in quel modo!
Mystic: *lo ignora* …è finita almeno per adesso e si apre lo spazio di alcuni capitoli che si concentreranno sulle relazioni tra i personaggi. Inoltre vi svelerò già dal prossimo uno dei misteri della storia…
Zack: Quello che è successo tra me e Will? *speranzoso* Comunque era ora che ti muovessi a metterci a posto, qui non si capisce più nulla.
Mystic: Grrrr…Mi stai innervosendo! *gli tira dietro il mouse* Io sono l’Autrice e io decido come vanno le cose!! Comunque, no, non è la parte tra te e Will, sono le tue cicatrici strane, idiota!
Zack: *tra sé e sé* Che ragazza violenta… *coff!* Ah, che noia!
Mystic: Per te forse! Ma ora lasciami lavorare! Allora…C’è poco da dire, direi che il capitolo dice tutto da sé. La gente qui ha dimostrato una certa tendenza al sacrificio (Zack e Grell in primis), ma alla fine a qualcosa è servito. Kyler ha fatto la sua bravata e gli è andata bene, quindi dovrei aver accontentato anche chi sperava che non la facesse xD
Zack: Sono rimasto impressionato positivamente dal gesto…
Mystic: Che hai detto?
Zack: Niente! >///<
Mystic: 0.0” Va be’…Ringraziamenti! Allora un abbraccio speciale e un bacio a Rebychan, BeaLovesOscarinobello e marzia ds che hanno commentato lo scorso capitolo rendendomi la ragazza più felice del mondo >.< Un grazie anche a chi legge/segue/preferisce/ricorda anche senza commentare. Mi fa piacere comunque sapere che c’è gente che si interessa alle mie pazzie ^^
Zack: Non diventare logorroica, chiudi. Tanto sono sempre le stesse storie…
Mystic: *lo afferra per la collottola* Ma va’…a quel paese! *lo butta fuori* Perdonate il ritorno di queste scenette patetiche, ma non riesco a tenerlo lontano dalla tastiera -.-“
Cercherò di essere veloce anche con il prossimo aggiornamento! Alla prossima!
Vostra Mystic
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: DaughterOfDawn