Furono
i caldi raggi del sole a svegliare Ellie, giocando a rincorrersi sulla sua
faccia. Non ebbe il tempo di pensare che di lì a poco sarebbero venuti a
svegliarla, come succedeva sempre, che la porta si spalancò di botto e non ebbe
bisogno di girarsi per sapere chi fosse. Un peso si scagliò contro le sue gambe
facendo sobbalzare il materasso, mentre una voce acuta le svegliava i timpani.
-Sveglia!
Oggi gita!-
-Will,
ma perché devi fare tutto questo casino?- domandò la sorella più rivolta a sé
stessa che al bambino, prendendo il cuscino e ficcandoci sotto la testa in modo
da tapparsi le orecchie. Sentì suo fratello tacere e fermarsi, prima di
sdraiarsi sopra la sua schiena e poggiarle la testa in mezzo alle scapole.
Rimasero così alcuni minuti prima che lei riemergesse da sotto il cuscino e i
loro occhi si incrociassero. Si sentivano i genitori al piano di sotto iniziare
a preparare gli zaini e i panini da prendere per il pranzo. Ellie si girò
permettendo a Will di andare alla sua sinistra. Sollevò le coperte e lo fece
venir sotto con lei: aveva i piedi gelati. Lo abbracciò da dietro e lasciò che
il fratello si acquietasse tra le sue braccia. Lui si accoccolò accanto a lei.
-Sei
contenta di essere qui?- le domandò, ed effettivamente pensò che da quando
erano arrivati non aveva parlato molto con lui.
-Sì,
sempre meglio che stare a casa.-
-Sì,
lo penso anche io. E poi c’è Andrew.- dopo un po’ si girò verso di lei.
-Lo
sai che oggi viene anche una collega della mamma?-
-E
tu come lo sai?-
-L’ho
sentita ieri sera parlare con papà. Lei e Andrew si conoscono. Magari stanno
insieme.- propose lui.
-O
magari sono semplici amici.- azzardò lei.
Poi
si sentì avvolgere dalle sue esili braccia e lei fece altrettanto,
scompigliandogli gentilmente i capelli e rimasero lì a dormicchiare per altri
quindici minuti prima che, per la seconda volta in quella giornata, la porta
venisse aperta.
-Ah,
ecco dov’eri!- esclamò la madre, notando Will e Ellie.
-Avanti
dormiglioni, si comincia!- esclamò tirando le tende, così che il sole inondasse
la stanza. Oltre il vetro si poteva vedere il cielo azzurro e i monti
soleggiati. La vita in montagna era già cominciata. Will scese dal letto
silenzioso e corse in punta di piedi in camera sua per andarsi a cambiare.
Mentre aspettava che suo fratello uscisse dal bagno Ellie si mise seduta,
guardando fuori dalla finestra il panorama che tante volte aveva visto e che
ogni volta le sembrava di guardare con occhi nuovi. E si chiese se fosse sempre
stato così quel paesaggio o se invece era cambiato e lei nemmeno se ne era
accorta. L’avrebbe rivisto anche il giorno dopo o quella sarebbe stata l’ultima
volta? Sospirò e si alzò per radunare i vestiti che avrebbe messo quel giorno.
Sotto si sentivano le voci allegre che si salutavano, probabilmente l’amica di
sua madre era già arrivata.
‘Ellie e Will’
Si
infilò i jeans, la polo a maniche corte, prese sotto braccio la felpa, scarpe
da ginnastica e lo zaino da riempire. Erano tutti radunati in salotto eccetto
sua madre.
-Oh
ciao, tu devi essere Ellie!- la salutò una donna giovane dai lunghi capelli
castano ramati, il suo sorriso era molto coriale e non potè fare a meno di
notare anche molto allegro.
-Io
sono Monica.- si presentò porgendole la mano.
-Piacere.-
rispose la ragazza ricambiando il sorriso.
-Ti
sei già fatto mettere i panini in borsa?- domandò al fratello in piedi tra lei
e Andrew.
-Sì.-
detto questo salutò con un cenno del capo Andrew e si diresse in cucina.
Mise
tre panini in borsa e raggiunse tutti gli altri. Sembrava che tutti avessero
qualcosa da dirsi, tra il conoscere la nuova venuta e le ultime domande per non
aver dimenticato niente.
-Dormito
bene?- le domandò a brucia pelo Andrew che stava in piedi tra i divani con le
braccia incrociate. Ellie si girò a guardarlo.
-Sì
grazie. Tu?-
-Oh,
bene. Qui in montagna c’è un’atmosfera perfetta per riposare e meditare, non
trovi?-
-Sì,
sono d’accordo.- concordò la ragazza, in quel momento lo sguardo le si posò
sulla sua chitarra che il giorno prima aveva dimenticato di portare in camera,
lasciandola appoggiata vicino all’entrata. Così decise di portarsela dietro.
Ovviamente
il primo tratto di strada era da fare a cavallo. Dopo aver frequentato per
tanto tempo quelle montagne l’orizzonte della famiglia Potter si era allargato,
in cerca di altre valli e di altri luoghi fantastici da vedere e scoprire. Quel
giorno, dopo tanto tempo, avevano voglia di riscoprirli.
-Ellie
ci apri tu la strada?- domandò ad un certo punto James.
-Va
bene.- rispose la figlia maggiore, facendo allungare il passo al suo cavallo
per portarlo in testa. Monica non era molto esperta di cavalli, perciò aveva
legato le proprie briglie con una corda collegata alle briglie di Andrew, così
che il suo cavallo e quello dell’amico procedessero allo stesso passo. Mentre
il babysitter guardava alla natura con meraviglia e rispetto nella sua dignità,
Monica si stupiva e non poteva evitare di mostrarlo a tutti. Il suo viso era
come un libro aperto: il sorriso, gli occhi splendenti che si guardavano
attorno ad ammirare e a tenere a mente ogni minimo dettaglio di quello
spettacolo naturale. Spettacolo che loro Padre aveva creato per loro. Il suo
sguardo cadde sulle schiene dei due giovani, eretti nella postura, come se si
trovassero tranquillamente a casa loro. Il sentiero sul quale stavano
procedendo era ben segnato e ai lati cresceva una folta vegetazione che era
stata tagliata di recente per permettere ai viaggiatori di passare. La luce del
sole filtrava di rado tra il tetto di foglie sopra le loro teste, l’aria fredda
e umida. La donna angelo sollevò lo sguardo e riuscì ad intravedere uno
strapiombo di roccia grigia e marrone che dava sopra le loro teste, sparendo
nella foschia mattutina. I colori scuri erano talmente freddi e sinistri che
sentì un brivido percorrerla.
-Tutto
bene?- le chiese Andrew, notando il disagio improvviso dell’amica. Monica si
strinse nelle spalle e fece un mezzo sorriso, che lui conosceva bene.
-Conosci
bene queste zone Ellie?- domandò ad un certo punto. La ragazza non si voltò
nemmeno per risponderle, mentre i suoi occhi scrutavano la via dove all’altra
sembrava una via non ci fosse.
-Quando
ero più piccola andavo sempre alla scoperta di posti nuovi. E questo dove
stiamo andando l’ho scoperto io durante una delle nostre gite. Diciamo che.. mi
ero allontanata un po’ troppo.- disse voltandosi e facendole un dolce sorriso
furbetto, che riuscì a riaddolcire l’animo dell’angelo.
-Lo
abbiamo soprannominato “La valle dell’Eden”, vero Ellie?- si infilò nella
conversazione il giovane.
-Certo.-
concordò la sorella, fermandosi ad un certo punto.
Solo
in quel momento si accorserò che qualcosa era cambiato, la vegetazione era più
fitta e il sentiero curvava a sinistra di una parete di roccia che si erano
ritrovati improvvisamente davanti, coperta dall’edera. Fermarono le cavalcature
mentre la ragazza aguzzava l’udito.
-Da
che parte Ellie?- le domandò il padre.
-Di
qua.- rispose dopo alcuni istanti la ragazza, tirando le redini verso destra.
-Ma
così non usciamo dal sentiero?- domandò Andrew, non molto convinto delle
intenzioni della giovane. La ragazza si voltò a guardarlo sorridendo.
-Avanti
Andrew di che hai paura? Fidati di me una volta tanto.- gli disse.
Aveva
uno sguardo così limpido che gli ricordò lo stagno della sera precedente, nelle
iridi le si rifletteva la foresta intera. Subito si accorse di quello che la
ragazza intendeva. Davanti ai loro occhi la vegetazione cambiò radicalmente,
aprendosi come non si sarebbero mai sognati. Sbucarono fuori in un ampio
semicerchio che dava su una cascada d’acqua dalla corrente forte e
spumeggiante. Gli alberi finivano in una spiaggia di sassi e pietre per poi
piombare direttamente nell’acqua. In quella zone il sole arrivava obliquo così
conferiva al panorama una colorazione rosa e violacea. Era uno spettacolo per
gli occhi. Monica rimase a bocca aperta.
-E’
stupendo.- disse.
-E
questo è niente. Vedrai quando saremo arrivati.- le disse la ragazza.
Fecero
avanzare i cavalli sulle pietre, almeno in quella zona potevano vedere dove
stavano andando. I due angeli venivano subito dietro l’allegra famigliola. Lily
e James si scambiavano fugaci parole per indicare un qualche particolare della
vegetazione o qualche animale che scappava poco prima che tutti potessero
avvistarlo.
-E’
meraviglioso Andrew non trovi? Come il Padre ci abbia dato tutto questo e
l’abbia messo a disposizione degli uomini.- disse Monica, con la sua voce colma
di gioia.
-Già,
peccato che non tutti sappiano coglierne la bellezza.- sospirò l’altro con un
sorriso triste.
-Beh,
mi sembra che loro l’abbiano colta.- disse riferita ai Potter.
-Oh
sì, loro l’hanno colta. Quello che mi chiedo io è per quanto ancora durerà
tutta questa felicità?-
-Tess
mi ha detto delle tue preoccupazioni. Non deve essere facile svolgere questo
tipo di incarico.-
-No,
non lo è. Il fatto è che questa volta quei ragazzi mi sono entrati dentro. Non
ricordo il tempo di legarmi, cogliere la bellezza che si nasconde dentro certe
persone.-
-E
tu l’hai trovata.- gli disse contenta per lui Monica.
-Sì,
l’ho trovata in due giovani ragazzi di cui una sta per morire e l’altro non so
se riuscirà a superare la perdita della sorella. Sono preoccupato Monica lo
confesso. E questo posto talmente bello e pieno della grazia di Dio mi sta
facendo preoccupare oltre ogni dire.-
-Non
abbatterti così Andrew. Non sei solo. Dio ti aiuterà. E aiuterà anche loro a
non perdersi.- Andrew sorrise anche se era ben lontano dal dimenticare le sue
preoccupazioni.
‘Valle’
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-Ma
era così lunga la strada?- domandò ad un certo punto Lily, dopo un’ora e mezza
di viaggio. Dall’inizio della fila si sentirono due risate differenti.
-Avanti
mamma non manca molto!- esclamò Will.
-Fai
presto tu a parlare giovanotto! Non sei vecchio come noi.- disse il padre
ridacchiando, mentre smontava da cavallo.
-Facciamo
una breve sosta.- dichiarò infine, con grande sollievo della moglie e dei suoi
due ospiti. Will smontò con un mezzo broncio, andando a giocare vicino all’acqua,
mentre Ellie beveva un sorso d’acqua. La ragazza si voltò e vide l’amica di sua
madre che si era leggermente isolata, si avvicinò e vide che aveva il sorriso
sulle labbra e gli occhi chiusi.
-Tutto
bene?- le domandò, confusa da quello strano comportamento.
-Oh
sì, grazie! È davvero un bel posto.- le rispose sorridendo la donna.
-Sai,
stavo ringraziando Dio per questo bellissimo panorama. Siamo fortunati a
poterne godere con gli occhi e con il cuore. C’è gente che purtroppo non sa
vedere la bellezza in quello che lo circonda.- disse rivolta verso l’acqua,
quando si voltò vide che Ellie fissava l’acqua che scorreva tra le pietre lì
accanto, immersa in qualche pensiero.
-Pensi
che sia strano?-
-No.
A dire il vero non avevo mai pensato di ringraziarlo. Ultimamente mi sto
accorgendo di dimenticarmi tante cose. O più che altro di farle senza pensarci.
Hai ragione, bisognerebbe proprio ringraziare qualcuno per questo posto.-
-Scommetto
che non ti è mai capitato di incontrare qualcuno strano come me.- esclamò ad un
certo punto Monica. Ellie sorrise.
-A
dire il vero no, però non ti direi strana forse.. originale.- risero entrambe.
-Ehi
Monica, lo vuoi vedere uno spettacolo?- le chiese con gli occhi aperti, quasi
le stesse confidando un segreto.
-Certo
che voglio vederlo.- concordò l’altra.
Stando
bene attente a non essere viste dagli altri si inoltrarono tra gli laberi e
iniziarono a inerpicarsi su un sentiero in salita molto ripido.
-Lo
sanno i tuoi che vai da queste parti?-
-Non
ti preoccupare. Ci sono venuta altre volte. I miei conoscono questo posto ma è
difficile raggiungerlo e sinceramente credo che Will sia ancora troppo giovane
per venirci, potrebbe cadere e farsi male.-
Avanzarono
per una decina di metri tutti in salita e quando si fermarono Monica non potè
evitare di prendere un profondo respiro, aveva il fiatone era stata una lunga
scalata.
-Guarda.-
le disse con fare cospiratorio, mentre con un braccio spostava i rami davanti a
sé.
La
visuale davanti a loro era davvero da mozzare il fiato.
In
confronto le cascate non erano niente. Da dove si trovavano loro avevano la
chiara percezione dell’altezza a cui si trovavano. Sotto di loro il panorama
era offuscato da un mare di nuvole bianche e grige, che parevano fumo, formando
onde. Le vette delle montagne più basse emergevano nere e blu come se fossero
scogli e sopra di loro il cielo non era più azzurro. C’era soltanto tanta luce
bianca, che faceva risplendere quel soffice tappeto bianco e illuminava i loro
sorrisi. A Monica pareva di essere tornata in paradiso. Pareva di essere
sospesi tra le nuvole e il cielo, come se fossero giunte in volo fino a lì.
-Ellie
è.. meraviglioso.- Monica non riusciva quasi più a parlare dalla forte emozione
che provava nel cuore.
-Sì
Monica, qui è dove inizia tutto.- disse la ragazza, come da lì fossero
originate le valli, le montagne e le cascate che avevano attraversato e visto.
‘Il cielo’
-Adesso
dobbiamo tornare.- interruppe ad un certo punto Ellie, richiudendo il passaggio
e avviandosi a scendere.
-Grazie
mille Ellie.-
-Di
cosa?- domandò la ragazza senza capire.
-Per
tutto questo. Questi posto sono bellissimi e tu.. tu hai un cuore grande.-
disse non appena la ragazza si voltò a guardarla, notando che le mancavano le
parole per rispondere.
-Grazie
per aver condiviso questi spettacoli con me.-
-Sarebbe
bello che tutti pensassero così di questi posti.-
Scesero
in silenzio, senza scambiarsi più una parola. La mente di Ellie concentrata
unicamente a mettere un piede davanti all’altro per non cadere, mentre la mente
di Monica rimuginava su quanto aveva visto, appreso, e sentito da Andrew.
Iniziava a capire come si sentiva il suo amico.
-Su
forza è ora di ripartire!- esclamò James non appena vide la figlia riapparire
tra gli alberi, non gli occorreva chiedere per sapere dove era stata, sapeva
bene come era fatta sua figlia. Rimontarono tutti suoi rispettivi cavalli e
ripresero il cammino. Ormai mancava poco all’arrivo.
-Sai,
mi risulta difficile credere che esista un posto ancora più bello dopo quello
che mi hai fatto vedere.- disse Monica ad un certo punto, dopo che lei e Andrew
erano passati davanti ai genitori dei ragazzi e si erano avvicinati ai loro
protetti. Vide la ragazza sorridere sotto i baffi mentre procedeva al passo,
senza far stancare troppo l’animale.
-Beh,
credici. Perché siamo quasi arrivati.- le rispose la ragazza, con una nota
d’orgoglio.
Monica
ed Andrew si scambiarono uno sguardo complice. E fu così, non passò molto che
la ragazza fece inoltrare i cavalli fra gli alberi e per alcuni minuti non si
vide niente se no la foresta buia dalle folte chiome verde scuro. Poi, questi
terminarono e sbucarono ai piedi di una valle verdeggiante. Davanti a loro, a
dividere le due sponde rigogliose, vi era un vero e proprio fiume che veniva
riempito da alcune cascate sul fondo della valle, alte e strette che precipitavano
tutte in quel corso d’acqua. Tutt’intorno c’erano alberi, erba, fiori e
cespugli, persino l’aria sembrava più fresca e più pura. Sopra di loro il cielo
era di un azzurro così chiaro. Monica sorrise e per l’ennesima volta ringraziò
Dio per quel miracolo. Legarono gli animali vicino agli alberi e lasciarono gli
zaini ai piedi di una quercia, mentre loro si perdevano a passeggiare e ad
ammirare il panorama. Lily si inginocchiò sulla riva e con le mani a coppa
bevve l’acqua del fiume. Will si mise a correre in tutte le direzioni e James
si fermò in piedi ad osservare quel paradiso. Andrew era ancora in piedi vicino
al suo cavallo senza sapere bene cosa fare, intento ad osservare quello che
facevano gli altri.
-Andrew
non è bellissimo?- gli chiese Monica andandogli vicino.
-Hai
ragione. È davvero bello. Sai quest’incarico è una continua sorpresa.-
-Lo
penso anche io.- sorrisero entrambi mentre i loro sguardi si posavano sui due
giovani intenti a schizzarsi addosso l’acqua.
Erano
quasi le undici e mezza e la fame iniziava a farsi sentire dopo tutto quel
camminare.
Perciò
Lily iniziò a tirar fuori la tovaglia e a metterla per terra, in modo che tutti
potessero sedersi all’asciutto, e tirò fuori anche le bottiglie di acqua che
aveva messo in uno zaino apposta. Monica le si fece vicino.
-Posso
darti una mano?-
-Oh
Monica! No, tranquilla. Tanto è già tutto pronto.- rispose la donna.
-Ti
devo ringraziare per questo invito. È un posto davvero bello!-
-Sì,
lo è. Lo abbiamo scoperto quattro anni fa sai, durante un’escursione Ellie si
era allontanata ma prima che ci accorgessimo che mancava l’abbiamo sentita
chiamarci dall’interno del bosco. Quando l’abbiamo raggiunta siamo rimasti a
bocca aperta. Ci siamo detti che non avremmo mai detto a nessuno di questo posto,
sarebbe stato il nostro posto segreto.- disse sorridendo, prima di riprendere a
sistemare le cibarie sulla tovaglia –Ovviamente ci sarà qualcun altro che
conosce questo posto. Non siamo gli unici a frequentare queste zone.- aggiunse
con una nota di rammarico.
-Beh,
è bello condividere le gioie con gli altri, non trovi?-
-Monica
il problema della civiltà umana sai qual è? Che vogliamo creare e migliorare. E
per l’amor del cielo fa comodo anche a me, malgrado quanto sto per dirti! Un
posto come questo ha bisogno di essere migliorato?- era una domanda retorica,
ma il significato era chiarissimo.
-No,
non ce n’è bisogno.- ammise Monica.
-Esatto.
Ma se tu verrai tra cinquant’anni di sicuro non esisterà più. È inevitabile. Ma
adesso non rattristiamoci, siamo venuti qui per divertirci!- esclamò facendo
tornare all’angelo il buon umore. Monica sorrise.
-Sai
tu e tua figlia avete lo stesso talento.-
-Davvero?-
Monica annuì.
-Tutte
e due sapete come far tornare il sorriso alle persone.- Lily non potè fare a
meno di sorridere di gratitudine per quel complimento. Per lei entrambi i suoi
figli erano speciali.
‘La valle’
Mangiarono
tutti insieme, scambiandosi battute e ricordi divertenti. Fu la prima volta che
Andrew sentì James parlare così tanto. La prima volta che aveva passato un po’
di tempo con lui era stata la sera che aveva cenato a casa Potter e Ellie si
era sentita male. Da quel momento aveva capito che a tutti e quattro i
componenti di quella famiglia piaceva divertirsi e passare del tempo insieme.
Ma si sa, al società fa tutto per occupare la gente e per la famiglia rimane il
tempo che rimane. I due angeli furono quelli che passarono la maggior parte del
tempo ad ascoltare. Will interveniva ogni tanto con la sua vocina squillante
per sottolienare qualche particolare comico o qualche ricordo che si erano
dimenticati di aggiungere. Ellie trovò molti paragoni divertenti con aneddoti
che erano stati raccontati o avevano vissuto lei e la sua famiglia. Monica
quasi quasi invidiò Andrew per aver avuto un incarico con così delle belle
persone, ma era ovvio che ogni cosa ha i suoi lati negativi. Ma era pur vero
che a lei come a lui erano capitati molti casi in cui la gente non sapeva
ridere o aveva semplicemente dimenticato come farlo, e trovarsi d’improvviso
davanti ad una famiglia del genere e dover dare un aiuto diverso dal solito
aiuto che erano abituati a portare, rendeva quel compito ancor più difficile di
quanto già non fosse.
Finito
di pranzare Ellie si alzò e andò a prendere la sua chitarra, ci impiegò poco ad
accordarla mentre Will andava a sedersi in parte a lei. James e Lily iniziarono
a mettere via le cose mentre Monica ed Andrew si avvicinavano un poco, anche se
il babysitter preferì rimanere un po’ a distanza.
-E’
da molto che suoni?- le domandò Monica.
-Un
po’ di anni, ma non sono chissà che specialità. Diciamo che è qualcosina.-
-Al
Signore fa sempre piacere sentire la musica che esce dalla nostra bocca.
Specialmente se è per far opere buone e se sono inni di lode a Lui.- Ellie
rise.
-Cosa
c’è?-
-Niente
è che.. tu pensi molto solo a Lui.- disse la ragazza, senza cattiveria.
-Beh,
io ho offerto tutta la mia vita a Lui. Quello che faccio lo faccio per far
piacere a Lui ed io sono contenta.-
-Sì,
questo è importante. Se tu non fossi contenta, sarebbero azioni vuote.- disse
ad un certo punto la ragazza, prima di far scivolare le dita sulle corde, come
se fossero vecchi amici che si conoscono da sempre. Muovendosi abilmente, così
che gli accordi diventassero un suono melodioso, fondendosi con il canto degli uccelli,
dell’acqua gorgogliante e del vento leggero. All’inizio fu solo musica, poi le
parole diventarono musica, uscendo con naturalezza come se non facessero altro
nella vita.
- (For as long as I shall live, I'll testify,
testify All my life, I'll testify)
For as long as I shall live
I will testify to love
I'll be a witness in the silences
When words are not enough
(Every breath I take, give thanks and testify, testify)
With every breath I take
I will give thanks to God above
For as long as I shall live
I will testify.-
Will ogni tanto accompagnava la sorella ripetendo alcuni pezzi
come controcanto. Insieme formavano una dolce melodia, ben assortita, quasi le
loro voci fossero fatte apposta per unirsi insieme. A Monica ricordava tanto
una canzone che a lei piaceva molto e che aveva sentito un po’ di tempo fa. Lei
non era capace a cantare, eppure la musica risuonava dentro di lei come un’eco,
facendole vibrare le corde del cuore. Andrew ascoltava appoggiato con una
spalla ad un albero e un lieve sorriso si era formato sul suo volto senza più
lasciarlo, riflettendosi attraverso gli occhi.
-E’ bellissima.- disse Monica che iniziava già ad avere le lacrime
agli occhi.
-Sono contenta che ti piaccia.- disse Ellie rivolgendole un
sorriso.
-L’hai scritta tu?-
-Mi piacerebbe, ma no. L’ho trovata un po’ di tempo fa e mi sono
ripromessa che l’avrei imparata a cantare e suonare. La suonerò alla festa che
si terrà fra un mese, sperando che vada tutto bene.-
-Andrà bene di certo.- la incoraggiò Monica.
Poi ad un certo punto la musica cessò di colpo, quasi anche gli
uccelli avessero smesso di cinguettare. Tutti i suoni risucchiati verso
l’interno di un vortice. Per un minuti Ellie non fu più in grado di respirare,
annaspando in cerca di aria, faticosamente. Monica rimase paralizzata al
panico, abbracciando Will spaventato e tenendolo di poco distante dalla
sorella, mentre Andrew si era precipitato subito in parte a lei. La chitarra
tra le mani che non la reggevano più venne spostata, il capo sorretto dal
braccio dell’Angelo della Morte sotto la sua testa, mentre l’altra mano era
posata al centro del suo torace. Gli occhi della ragazza lo guardavano
spaventati e dilatati, alternando lo sguardo tra lui e il cielo limpido sopra
la sua testa.
-Ellie? Ellie che succede?- domandò Lily avvicinandosi alla figlia
dalla parte opposta rispetto ad Andrew.
-Ellie!- la chiamò il padre avvicinandosi anch’esso. Nessuno più
parlava, quasi avessero anche loro paura di respirare. Andrew sentiva una
leggera presa sui suoi avambracci, le dita erano ghiacciate.
-Forza Ellie! Coraggio! Non mollare! Non ora!- la incitò lui a
mezza voce, guardandola quasi stesse cercando di comunicarle tutta la sua
forza, che lui sapeva, lui capiva. Poi la sentì rilassarsi tra le sue braccia,
chiudere gli occhi esausta. La presa si fece leggermente più salda.
-Acqua.- bisbigliò ad un certo punto.
James corse subito a prendere una borraccia e Lily fece passare
una mano sulla fronte della figlia, lo sguardo preoccupato.
-Ellie tesoro, stai bene?- le domandò.
-Cos’è successo?- giunse la voce timida e spaventata di Will,
ancora tra le braccia di Monica. Ellie aprì leggermente gli occhi.
-Sto bene. Sto bene. Ho avuto solo un attimo di mancamento. Adesso
va bene.- cercò di rassicurarli Ellie.
-Sicura di star bene?- domandò Lily.
-Ecco l’acqua.- disse James.
Ellie afferrò la borraccia, tirandosi a sedere con l’aiuto di
Andrew che ancora la teneva, e bevve l’acqua. Si asciugò la bocca con un
braccio. E annuì.
-Sì, tranquilla mamma. Capita ogni tanto. Può capitare quando si è
stanchi.-
-Ti è capitato ancora?- domandò il padre.
-Sì, una o due volte.-
-Tesoro, non è normale che capiti.- le fece notare la madre.
-Mamma sto bene. E’ durato pochi secondi. Se dovesse peggiorare te
lo prometto che andremo dal dottore.- la rassicurò con fermezza la figlia.
-D’accordo.- si arrese la madre, anche se sul suo volto si vedeva
ancora la preoccupazione e l’incertezza. Ma ormai sua figlia era grande e lei
doveva imparare a fidarsi di lei e delle sue scelte. Ellie guardò per alcuni
istanti la superficie cristallina brillare come piccoli diamanti al sole in
alcuni tratti. Riprese la chitarra e dopo aver ringraziato Andrew riprese a
suonare. Per un po’ la malinconia sembrò penetrare in quel posto, dopo quel
canto assunse un che di consolatorio e il dolore venne lenito e coperto. Will
si era sdraiato vicino alle gambe della sorella, rannicchiandosi in posizione
fetale rivolto verso di lei. I due genitori stavano vicino ai cavalli: Lily
seduta per terra con un libro in mano e James passeggiava lungo la riva
adocchiando piante, fiori e pesci. Monica e Andrew se ne stavano in disparte
vicino agli alberi, dietro i ragazzi, distanti alcuni metri, lo sguardo teso e
preoccupato.
-Andrew cosa le è successo?- domandò Monica con voce scossa.
-Era uno dei suoi attacchi. La prima volta le è capitato quando è
venuta da me a cena. È peggiorata. E ieri era molto stanca.-
-Ma la sua famiglia non si accorge che non sta bene?- domandò
Monica, senza cattiveria.
-Si fidano di lei e lei è sempre stata bene, non ha mai avuto di
questi problemi se non quando era piccola, perciò loro non pensano a una
ritorsione degli eventi. E lei non ha la minima intenzione di far notare alcun
che ne di dirglielo. In un certo senso si sta lasciando morire.- concluse lui
con amarezza.
-Non è giusto.- replicò amaramente Monica.
Sentì il suo amico sospirare accanto a lei.
La giornata proseguì senza intoppi, facendo piccoli giochi,
canticchiando canzoni in compagnia e facendo una buona merenda a base di pane,
burro e marmellata.
Mentre tornavano il sole iniziò a calare, erano quasi le sette. Il
cielo si era striato di arancio e le ombre si erano allungate sull’erba. Il
viaggio di ritorno era parso come sempre più breve dell’andata. Iniziavano ad
intravedersi le prime stelle in cielo. Quando arrivarono a casa Will corse
sulla cima della collina di fronte, ad ammirare quel sole rosso che tramontava
dietro le vette delle montagne lontane, Ellie lo raggiunse con la luce che le
si rispecchiava negli occhi dandole un po’ di fastidio.
-E’ bellissimo Ellie non trovi?- le chiese Will.
-Sì è bellissimo.- confermò lei sorridendogli e posandogli una
mano sulla spalla.
-Will forza vai a farti la doccia!- urlò la madre dall’uscio della
casa.
Ellie rimase là ancora un po’ a contemplare il panorama, poi
rientrò in casa a sistemare la sua roba. Mancavano ancora la doccia e la cena
prima di finire quella lunga giornata.
Si sentiva leggermente stanca anche se stava meglio del giorno
prima.
Accarezzò la custodia della chitarra appoggiata in parte al letto
senza sapere nemmeno lei esattamente cosa fare, cosa dire, cosa pensare. Le
voci di sotto dei genitori e di Monica che parlavano animatamente. Will era
andato a dormire già da un’oretta. E lei si era ritirando dicendo che era
stanca. Lily le aveva detto di prendere giù un farmaco ma lei non l’aveva preso
dicendo che stava bene, come dire al proprio genitore che quel farmaco non
avrebbe sortito alcun effetto contro il suo male. Aprì il libro in cui il
giorno prima aveva infilato la sua lettera per poi richiuderlo subito e lasciarsi
crollare sulla sedia di fronte alla scrivania con un sospiro stanco ed
abbattuto. Fuori dalla finestra era tutto buio, non si vedeva più nemmeno il
prifolo delle montagne. Ad un certo punto la porta si aprì facendola
sobbalzare. Andrew stava sulla soglia, strano che non avesse bussato non era da
lui.
-Andrew, ti serve qualcosa?- le chiese gentile come sempre.
-A dire il vero no.- rispose lui serio con le mani nelle tasche,
la porta chiusa dietro di sé.
-Tu come stai?- le chiese ad un certo punto, uno sguardo
preoccupato in volto troppo preoccupato, tanto che la mise in agitazione.
-Oh io.. sto bene. Sono solo un po’ stanca, tutto qui.- lo vide
fare un sorriso tirato che durò pochi secondi. Le si avvicinò di un paio di
passi.
-A dire il vero non mi riferivo solo a questo pomeriggio, ma in
generale. Come ti senti?- la guardò dritta negli occhi e per un attimo si sentì
esattamente come quel pomeriggio. Dovette farsi forza e conficcarsi le unghie
nei palmi delle mani per non farsi riempire gli occhi di lacrime. Le ci volle
un attimo prima di rispondere. Fece un sorriso cercando di farlo risultare il
più reale possibile.
-Va meglio. Devo dire che sto bene sai, poteva andare peggio.-
disse annuendo, quasi stesse persino cercando di convincere se stessa.
-Non mentirmi Ellie.- sussurrò lui, deluso e amareggiato.
-Andrew che ti prende? Io sto bene, ho superato quella fase di
malessere che c’è stata quella volta. Ti ringrazio di preoccuparti per me
davvero, ma adesso va meglio.- disse lei, cercando di rassicurarlo, si alzò.
-Questo non è vero. Sappiamo benissimo che il dolore per la
separazione di Zanna non se n’è andato sebbene tu eviti di pensarci, e sappiamo
entrambi che non stai bene.- insistette lui. Lei lo guardò nel panico.
-Andrew io non so di cosa tu stia parlando.-
-Oh sì invece, tu lo sai. E lo so anche io.- Andrew non sapeva se
essere arrabbiato con lei o terribilmente addolorato, avrebbe avuto voglia di
proteggerla e urlare la verità ai quattro venti, ma non spettava a lui farlo.
-Andrew.- lo chiamò lei, mentre la voce le si riempiva di amara
tristezza e di lacrime.
-Tu non sai.. –
-Che stai male?- la interruppe lui serio ma al contempo risultando
dolce. Le sorrise compassionevole, mentre faceva ancora un passo verso di lei,
accarezzandole una guancia. Lei lo guardò con gli occhi velati di lacrime.
-Che stai morendo?-