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Autore: Evaney Alelyade Eve    26/09/2012    2 recensioni
Stiles rabbrividisce: negli occhi di Derek c'è uno strano riflesso, un bagliore rossastro che non sa definire, perchè non è quello che indica la sua imminente trasformazione in Alpha, è qualcos'altro, qualcosa che lui non conosce. Proprio mentre sta per chiedergli cosa diavolo gli prende, Derek lo afferra per le spalle e lo spinge all'indietro, finchè Stiles non è bloccato tra il licantropo e la sua adorata jeep....
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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MEANWHILE DEREK AND STILES.....

 

This life ain't the fairy tale we both thought it would be but I can see your smiling face as it's staring back at me I know we both see these changes now,
I know we both understand somehow.
Your arms feel like home

 

 


- Stiles. - lo salutò Derek, appena fu in prossimità della Jeep.
Era stato felice di avere una scusa plausibile per abbandonare quella dolorosa conversazione con  Peter. Non era piacevole ricordare così tanti dettagli, le minime cose che credevi di avere dimenticato ma che in realtà avevi solo messo da parte in un angolino nascosto della tua mente solo per evitare di prendere un po' di strozzalupo e farla finita.
- E-ehi. - rispose il ragazzino, accennando un sorrisetto. Sembrava stranamente sollevato nel vederlo, e Derek avvertì su di lui l'odore insistente di preoccupazione e timore che gli fecero arricciare il naso. Sapeva perchè Stiles non aveva fatto altro che camminare su e giù per la sua stanza, le chiavi della jeep in mano, cercando di capire se era il caso di raggiungerlo o restarsene a casa e lasciarlo da solo ad affrontare l'ennesimo anniversario della morte della sua famiglia. Poteva quasi immaginarlo borbottare contro di lui che non si era fatto sentire, contro la sua indecisione; poteva quasi vederlo mentre mandava i suoi dubbi al diavolo e, approfittando dell'assenza del padre, saliva nell'auto per andare da lui. Sapeva che il ragazzo non aveva fatto altro che temere di rivederlo nello stesso stato di circa un anno fa, quando Derek era stato travolto dai ricordi di quella tragica notte, non chiedendo altro che rimanere chiuso nella sua mente a rivivere all'infinito quell'orrore. Stiles l'aveva salvato da se stesso e lui si era arreso ed aveva lasciato che quel moccioso logorroico entrasse nella sua vita, più di quanto avrebbe mai permesso a chiunque altro.
- Che ci fai quì? - gli chiese, cercando di mantenere un tono distaccato, fingendo di non sapere la risposta.
- I-io..ecco io ero passato perchè...perchè ho sentito uno strano ululato e credevo fossi stato tu! - sbottò tutto d'un fiato, evitando il suo sguardo. Era chiaramente una bugia, e Derek sogghignò, sapendo che Stiles era consapevole di non essere riuscito ad ingannarlo, visto che le guance gli si erano colorate di rosso e il cuore aveva perso un battito. Fece un piccolo sbuffo.
- Eri preoccupato per me, Stiles? - gli chiese, permettendo ad un angolo delle sue labbra di alzarsi leggermente. Era passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che qualcuno si era preoccupato seriamente per lui.
- N-no! Che vai pensando?! - esclamò il ragazzino, ridacchiando nervoso - ho davvero.... - ma le parole gli morirono in gola quando gli si avvicinò, poggiando delicatamente la testa nell'incavo del suo collo, e spingendolo piano ad appoggiarsi alla jeep con la schiena. Derek non era tipo da quei gesti ma in quel momento, coperti dalla notte, da soli, con il profumo di Stiles che era sempre la cosa più bella che il suo olfatto avesse annusato, non gli importava granchè di sembrare strano. Non era come un anno fa, adesso aveva Stiles a cui aggrapparsi per sostenere il peso dei suoi ricordi, eppure anche adesso facevano un male cane, come se si stesse rotolando in un cimitero di vetri rotti. Ogni frammento gli si conficcava addosso, e, ogni frammento, era un ricordo, un suono, un odore, una risata, qualcosa, qualsiasi cosa. Entravano nella carne, superavano muscoli ed ossa, e penetravano così a fondo da arrivare al cuore, spezzandogli il respiro, facendolo tremare, lacerandogli l'anima.
Stiles fece un piccolo sospirò, prima di abbracciarlo, esattamente come un anno prima, la mano sottile e calda che giocava con i capelli corti sulla sua nuca. Aveva accettato il fatto che con Stiles potesse essere fragile ed umano quanto voleva, accettato il fatto che quel ragazzino potesse essere l'unico a dargli un po' di conforto quando tutto diventava semplicemente troppo. Stiles non parlava, si limitava ad abbracciarlo: persino uno logorroico come lui capiva che in quel momento le parole erano inutili e lasciava che  sentisse con il tatto, l'olfatto e l'istinto che lui ci sarebbe stato sempre a sostenerlo quando ne aveva bisogno, e diamine, lui ne aveva dannatamente bisogno. Lo abbracciò di rimando, stringendolo forte abbastanza da intrappolare il suo respiro, ma non così forte da fargli del male. Il fatto era che Stiles era diventato qualcosa di insostituibile, necessario ed assuefacente nella sua vita. Non era una droga, sarebbe stato un orribile paragone, era una colonna portante della sua vita, uno dei pochissimi punti di riferimento a cui poteva aggrapparsi quando si perdeva. Era fragile, debole ed umano eppure quando c'era un problema era sempre in prima linea, spalla a spalla con lui. Correva con i lupi, con l'Alpha, con tutte le sue forze e non si lamentava, non chiedeva di non ssere lasciato indietro, anzi Derek era convinto che in caso di necessità avrebbe lasciato che loro lo precedessero, lasciandolo da solo ad arrancare in un mondo di cui aveva paura e che allo stesso tempo lo affascinava. Derek sapeva anche che nonostante tutto il coraggio che dimostrava, Stiles non voleva essere lasciato indietro. Lo leggeva nei suoi occhi chiari quando combattevano e si sentiva impotente, o nell'odore di paura quando uno di loro si faceva male, ed era paura pura, qualcosa che faceva arrabbiare Derek e gli faceva desiderare di distruggere pezzo per pezzo il nemico del momento, perchè tutti quei sentimenti facevano male a Stiles, e in un modo strano, li sentiva chiaramente, come se fossero stati suoi. Lui e Stiles avevano sviluppato una sorta di empatia, di complicità che andava ben oltre la semplice amicizia, ma che non era amore. Due tipi come loro non potevano amare, l'amore era per i  ragazzini  immaturi, quelli che ancora credevano nelle favole. Due tipi sfortunati come loro potevano solo sostenersi a vicenda, nutrendosi del calore dei corpi, della compagnia, del sostegno e l'aiuto reciproco. Era qualcosa di indefinito ma a nessuno dei due dispiaceva, perchè in un modo strano, era tutto loro. Stiles aveva provato a dargli un nome, e se n'era venuto fuori con "Sterek" , ovvero l'unione dei loro nomi, e anche se lui l'aveva trovato davvero stupido ed infantile, aveva dovuto ammettere, almeno a se stesso, che in fondo non era poi così male.
- Derek, stai bene? - sussurrò Stiles perplesso, ad un certo punto, dopo quella che era parsa un'eternità.
"Stai bene?"  era davvero una bella domanda. In quel momento era attraversato da emozioni contrastanti: si sentiva bene, tra le braccia di Stiles, e in colpa, perchè si sentiva così quando in quelle ore tutto era andato in pezzi e lui avrebbe dovuto essere piegato su se stesso a gemere e lamentarsi per il dolore.
- Sì, solo....restiamo ancora così. - rispose in un labile sussurro, e quasi sentì gli ingranaggi del cervello di Stiles che cercavano di tradurre cosa avesse appena detto.
Inspirò forte l'odore di Stiles, si beò ancora una volta del suo calore rassicurante e poi si decise finalmente a lasciare quel rifugio  e portare lo sguardo nel suo, incontrandolo quasi subito, in paziente attesa che fosse lui a muoversi. Sospirò.
- Peter si è messo a parlare della mia famiglia. - confessò infine, sentendosi leggermente imbarazzato. Adesso che era con Stiles sentiva come se tutta la discussione avvenuta tra lui e suo zio fosse solo un ricordo lontano, un brutto ricordo, un momento spiacevole.
- Oh, woah...non dev'essere stato...insomma...- borbottò l'altro, cercando le parole giuste, cercando qualcosa da dire.
- Già, a volte dimentico che non sono stato l'unico a perdere tutto. - rispose amareggiato, guardando un punto indefinito alle spalle di Stiles, che delicatamente gli poggiò una mano sulla spalla, stringendo quel tanto che bastava a riappropriarsi del suo sguardo.
- Va tutto bene, Derek - e detto da lui sembrava così vero - adesso sai che facciamo? Ti porto a casa mia, ci mangiamo pancakes ripieni di cioccolato e ce ne stiamo in camera mia. Non m'importa se vuoi parlare o meno, aspetteremo il giorno insieme e ci lasceremo un'altra brutta nottata alle spalle. -
- Pancakes? Davvero? Non sono un bambino! - protestò Derek, seguendolo comunque, mentre saliva nel veicolo - Sembra che vuoi fare un brutto remake di Bridget Jones. -
- Ehi! Pensa che per colpa tua sarò io a ricoprirmi di ciccia e brufoli, e sul serio, ti sei visto Bridget Jones?!? - chiese incredulo, scoppiando a ridere. Derek sbuffò, scuotendo la testa.
- Mia sorella mi ha costretto a vedermelo quando era piccolo, sai tutte quelle cazzate adolescenziali sul primo amore ecc..- si giustificò con nonchalance, ricevendo in risposta un nuovo giro di risate. Ringhiò contrariato, mettendo il broncio.
- Mia madre mi preparava i pancakes quando ero triste. Ho imparato da lei, sai? - confessò, quasi per pareggiare i conti - e per tua informazione Bridget Jones non è poi così male come film. - aggiunse, mentre Derek alzava un sopracciglio, sconcertato.
- Lydia, non chiedere. - spiegò cupo, mordendosi un labbro.

La notte trascorse così come Stiles l'aveva programmata: pancakes fino a scoppiare, e dopo erano rimasti tutta la notte nel letto del ragazzo, stesi l'uno accanto all'altro, in silenzio, troppo presi a divorarsi le labbra a vicenda. Derek si sentiva come un qualsiasi ragazzo normale, il lupo dentro di lui ronfava quieto, lasciando che la sua parte umana si godesse quel momento così normale, così alieno alla sua vita. Stiles era l'unico con cui poteva essere qualcosa che in passato gli era stato negato. Togliere l'armatura per una notte al mese era qualcosa di piacevole: allentava la tensione, lo rilassava e lo rendeva pronto ad affrontare qualsiasi cosa la luce del giorno gli avesse riservato, luce che, quando scacciò le ombre notturne, filtrando timidamente attraverso la finestra di casa Stilinski, trovò l'umano e il suo Alpha profondamente addormentati.


                                                                                                                  

 

 

 

 

 

 

Note autrice:
....
So che avevo detto che RedLines era conclusa ma....*punta il dito contro Kae* èstatatuttacolpasuachemihachiestocosastavanofacendoStileseDerek!
*prende fiato* Ecco, l'ho detto u.u
Con questa è seriamente finita, e spero, sinceramente, di non aver buttato 8 capitoli al vento!
Kae non so se ti aspettavi qualcosa di più allegro ma eravamo in un tema un po'..triste e così ;___; *le offre un pancakes*
Che dovevo dire? Ah, sì! Il riferimento a ciò che è successo un anno fa, è al primo capitolo di RedLines! E se siete arrivate fin quì, l'avevate già capito ma ci tenevo a dirlo!
Se trovate il finale un po' idiota os contato o OOC vi capisco, però avevo voglia di pancakes e...e nulla! Spero che Derek non mi uccida per aver sgamato la piccola mania che ha per Bridget Jones! U_U
Devo dirvi altro?
...
No, nient'altro! Alla prossima, e spero che *continuereteoiniziereteavenerarmi* continuerete a seguirmi ^_^ *regala pancakes a forma di lupo*

Ev

 


 

   
 
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