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Autore: mrsdianablack    28/09/2012    7 recensioni
I pensieri di Sirius, il giorno dell'arrivo di Harry a Grimmauld Place, le sue sensazioni e il suo rapporto con Remus.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sirius Black si chiuse la porta alle spalle e vi appoggiò la schiena, sospirando. Chiuse gli occhi e cercò di svuotare la mente da ogni pensiero.
Era solito rifugiarsi in quella stanza vecchia e polverosa, che era stata la sua camera da letto  quand’era ragazzo, nei momenti in cui l’atmosfera a Grimmauld Place si faceva pesante e voleva star solo.
Lì i rumori e il vociare confuso gli giungevano attutiti. Rimase immobile a lungo, respirando l’odore del suo passato, finchè non sentì la tensione accumulata abbandonarlo.
Aveva appena avuto l’ennesima discussione con Molly per quel che riguardava la gestione della casa e la cura di Harry. Secondo lei era inadeguato per entrambe le cose.
Sulla prima aveva avuto poco da ridire: non si era mai preoccupato delle faccende domestiche e di quel luogo pieno solo di  brutti ricordi gli importava anche meno.
Di Harry invece gli importava eccome e mal sopportava le critiche della signora Weasley che andavano dal considerarlo un padrino sconsiderato fino a non rappresentare la famiglia ideale per il ragazzo.
Possibile che quella strega insopportabile non si rendesse conto che lui stava facendo del suo meglio, considerata la situazione in cui si trovava?
Era forzatamente costretto a vivere in quel posto che odiava e da cui era fuggito quasi vent’anni prima e questo aumentava la sua frustrazione e sfavoriva una convivenza pacifica.
I litigi e le discussioni erano quasi all’ordine del giorno e l’unico che riuscisse a parlare con lui era Remus.
Nonostante questo però il loro rapporto non era chiaro. Gli aveva voluto bene quand’erano giovani, più di quanto ne avesse mai voluto a James, che era stato il suo migliore amico. Remus però era qualcosa di diverso; qualcosa che però non era mai diventato concreto.
Le circostanze li avevano allontanati irrimediabilmente. Durante i lunghi anni trascorsi ad Azkaban aveva spesso pensato a lui, quando non era troppo occupato a restare sano di mente.
Si era chiesto dove fosse finito, che cosa stesse facendo e si era sentito anche un po’ in colpa per averlo abbandonato.
Quando si erano ritrovati, due anni prima, era stato strano. Entrambi erano cambiati e ne portavano i segni. E non sapevano da che parte cominciare per ricostruire il loro rapporto.  
Aveva lasciato un giovane insicuro,  ma con un fascino discreto e aveva ritrovato un uomo invecchiato precocemente e altrettanto insicuro.
E lui…
Beh,  lui non era più il ragazzo dalla bellezza elegante di un tempo. Era un uomo magro e pallido, con la pelle rovinata e i capelli lunghi e disordinati.  Dubitava che chiunque, vedendolo, potesse anche solo giudicarlo carino.

Dopo qualche minuto il suono di passi leggeri e ovattati dalla moquette del corridoio lo riscosse dai suoi pensieri. Aprì gli occhi e si raddrizzò scostandosi dalla porta quel tanto che bastava al suo ospite per entrare senza difficoltà.
Lanciò un occhiata distratta ai poster scoloriti e invecchiati che erano ancora appesi alle pareti. I colori di Grifondoro erano una macchia vivace in mezzo al grigiore spento della stanza.
I passi del suo ospite indugiarono sulla soglia poi, quasi timidamente, la porta si aprì e il visitatore avanzò all’interno, fermandosi proprio dietro di lui.
Sirius sorrise.
“Ciao Rem.” Mormorò senza voltarsi. Anche senza guardarlo l’avrebbe riconosciuto. Il calore della sua presenza, unita a quel profumo inconfondibile che emanava da sempre bastavano a riempire la stanza.
E il suo cuore.
Remus abbozzò un sorriso. Quand’era rientrato e aveva trovato Molly in cucina che borbottava tra sé mentre preparava la cena aveva capito immediatamente cos’era successo.
 Così era venuto subito a cercarlo.
“Sapevo che ti avrei trovato qui.” Disse, con dolcezza.
“Hai incontrato Molly e ti ha informato di quanto inadeguato sono?” mormorò Sirius, con leggera ironia. Si voltò a guardare l’amico. Vide leggere cicatrici rosate rigargli il viso stanco.
Avrebbe voluto cancellarle con un bacio, ma non osava muoversi. Per un attimo desiderò ancora avere con lui l’intimità e la complicità di un tempo, anziché la fredda cortesia e la distanza che si era creata tra loro.
Remus scosse il capo.
“In realtà l’ho sentita borbottare da sola in cucina. Non era difficile capire con chi ce l’aveva.”
“Già.” affermò Sirius, con una scrollata di spalle. Lo guardò per un istante poi, con un sospiro, andò a sedersi sul letto, ancora sfatto da quella mattina.

Remus si sedette accanto a lui e indugiò per qualche secondo ad osservare il profilo dell’amico.
Nonostante tutto quello che doveva avere passato lo trovava ancora attraente.
Ricordava con triste malinconia il profondo sentimento che li legava un tempo. Ora era tutto diverso;  loro erano cresciuti e non era affatto sicuro che si potesse recuperare qualcosa.
Inoltre c’era quell’ affetto nascente che provava per Tonks che lo confondeva e lo rendeva ancora più insicuro di quanto lo fosse mai stato.
A volte avrebbe solo desiderato rifugiarsi nell’abbraccio rassicurante di Sirius e dimenticare tutto il resto. Poi si rendeva conto di non essere più un ragazzo, ma un uomo con delle responsabilità.
“Ci sono novità?” domandò Sirius, dopo un po’, lo sguardo fisso in un punto indefinito di fronte a sé.
Remus annuì automaticamente, rendendosi conto solo dopo che l’altro non lo stava nemmeno guardando.
Sapeva a cosa si riferiva. Era venuto a cercarlo anche per questo.
Non si era nemmeno curato di fermarsi e avvisare Molly: riteneva che Sirius avesse il diritto di sapere tutto prima di lei.
“Sì.” Mormorò, studiando bene le parole. Non c’era un modo migliore per dirglielo, ma era anche consapevole di come lui avrebbe reagito.
“È  per stasera.” Aggiunse.
Il cuore di Sirius fece un balzo. Stavano per andare a prendere Harry. Entro poche ore l’avrebbe rivisto, così avrebbe dimostrato alla signora Weasley che si sbagliava, che lui poteva essere la famiglia di cui il ragazzo aveva bisogno.
Si voltò verso Remus, che lo stava ancora guardando.
“Pensi che…”
“No.” Lo interruppe subito l’amico, intuendo il suo pensiero. Gli appoggiò la mano sul braccio, stringendo lievemente. “Andrò io, insieme a Tonks, Moody, Kinsgley e pochi altri. Silente ritiene che sia meglio che tu lo aspetti qui.”
Il lampo di gioia e di speranza che aveva intravisto sul viso di Sirius svanì immediatamente, lasciando il posto alla solita espressione corrucciata e delusa che gli vedeva ormai da un mese a questa parte.
Remus si morse il labbro, trattenendosi dal dire che sì, poteva venire anche lui, solo per vedere di nuovo quella felicità nei suoi occhi.
Inconsapevolmente iniziò a carezzargli il dorso della mano con le dita, con movimenti lenti e circolari. Se ricordava bene quel gesto aveva sempre avuto il potere di calmarlo, quand’era nervoso.
Sirius parve non farci caso, ma non si mosse, né allontanò la mano.
“Già, certo.”
“Sirius…”
“No non ti preoccupare. Tanto lo vedrò dopo no?”
Remus annuì incerto e improvvisamente si sentì a disagio. Non si era accorto che lui fosse così vicino, tanto da sentire il suo respiro sul viso ma allo stesso tempo non voleva scostarsi, anzi.
“Mi trovi carino?” gli chiese Sirius all’improvviso, una luce strana negli occhi grigi e cupi.
“Cosa…?”
“Mi trovi ancora carino?”ripetè, e allungò una mano ad accarezzargli il viso. Le dita scivolarono lievi sulle sue cicatrici. Il suo odore lo avvolgeva, inebriandolo. Doveva mancare poco alla luna piena, o forse era appena trascorsa.
Poi senza preavviso poggiò le labbra sulle sue, in un bacio che all’inizio fu timido e leggero, nel timore forse di venire rifiutato ma non avvenne, anzi, sentì Remus ricambiarlo con un intensità inaspettata, che lasciò entrambi senza fiato, quando si staccarono.
Sirius appoggiò la fronte contro quella dell’amico, socchiudendo gli occhi.
“Non ce ne saranno altri, vero?” sussurrò, con un tono vagamente malinconico.
“Perché dici questo?”
“Ho visto come la guardi. Mia cugina, intendo.”
Remus non riuscì a nascondere la sua sorpresa.
“Come hai fatto ad accorgertene?” chiese.
Sirius fece un sorriso triste.
“Ti conosco bene.” Si staccò da lui, allontanandosi un po’. Fece per alzarsi ma l’altro lo bloccò, costringendolo quasi a riavvicinarsi.
“Ascoltami. Ricordo bene com’eravamo, quindici anni fa. Ricordo la nostra complicità e il sentimento che ci legava.”
“Rem, non credo che…”
“No lasciami finire.”
“Non è questo il momento.”
“Non sarà mai il momento, Sirius. Per favore, lasciami finire.” Sembrava che quel bacio gli avesse sbloccato qualcosa dentro. Tutta l’insicurezza e la timidezza che lo caratterizzavano erano svanite.
L’altro annuì, e lo lasciò parlare.
“So cos’è successo in questi anni e come gli eventi ci hanno cambiato. Non sono sicuro che quello che c’è stato tra noi possa esserci di nuovo, e non so come si metteranno le cose con Tonks. È vero, sento qualcosa per lei, ma è presto dire cosa. E poi guardami, come potrei piacerle?”
“A me piaci.”
Remus sorrise.
“Sì, lo so. Ed è per questo che voglio dirti che comunque vadano le cose, io ci sarò per te, sempre.”
Sirius sorrise a sua volta, anche se gli occhi erano diventati lucidi per l’emozione. Finalmente l’ombra che ancora li separava sembrava essersi dissolta.
“Grazie.” Mormorò e lo abbracciò stretto, come quella volta alla Stamberga Strillante. Poi lo lasciò andare. Si alzò in piedi e Remus con lui.
“Forza ora, vai. C’è Harry da andare a prendere.” Disse e lo spinse verso l’uscita.
Aveva l’amicizia ritrovata di Remus e l’affetto di Harry: tutto sarebbe andato bene. 
   
 
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