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Autore: LittleGiuliet    01/10/2012    0 recensioni
Un milione di colori.
Una moltitudine di riflessioni.
Una sola luce, non basta per scindere i nostri destini.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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Vizi. Troppi vizi.
Tutta colpa tua. Avevo imparato a vivere una vita abitudinaria. La cicca la mattina, birretta delle sette, ciocca sabato sera.... il poker due volte alla settimana con gli altri.
 
E dire che sono solo un bambino.
 
Mi avevi trasformato, mi hai trasformato, in ciò che ora sono.
Ogni mio pensiero, modo di ragionare... era la conseguenza lampante del tuo passaggio nella mia vita.
Traccie indelebili di te... che ormai sono parte intrinseca della mia fragile personalità.
Io non sono e non sarò mai tutto questo.
 
Eravamo un pò come il giorno e la notte, due faccie differenti della stessa medaglia.
 
Ti ricordi quella sera al pub?
Ah... non so se sono già pronto a parlarne...
Eravamo tutti insieme ma io e te cominciammo già la serata a fare i deficenti per il locale, forse per il già alto livello alcolico che era nei nostri corpi.
Finchè ti baciasti con quella ragazza che parlava con noi al banco da un bel po'.
E io mi allontanai.
Non so ancora adesso dove stavo andando. 
Preso dalla disperazione credo, un pochino perchè non volevo rimanere solo a sentire di discorsi filosofici tra Xaldin e Xigbar, un pochino perchè mi sentivo abbandonato dall'unica persona con cui avevo confidenza, iniziai a vagare per le strade, sbronzo.
Sentire gli altri parlare di te mi faceva sentire strano. Non sapevo mai se prendere le tue difese oppure in accordo con loro insistere nell'insultarti.
Ma Laxrxene, lei... era diversa.
Cercava in tutto e per tutto di portarti via. Mi vedeva come una minaccia vera e propria.
Ogni occasione era buona per sondare il terreno... e farmi capire quanto mi odiava.
Il bello stava nel fatto che lo faceva in modo carino. Da povera stronza com'era.
Fumavamo una sigaretta fuori, tu eri andato in avanscoperta, maledetto quel giorno che ci dettero la missione insieme a lei...
Non te l'ho mai raccontato.
-Allora?Vi vedo sempre insieme voi due ragazzi... siete diventati veramente amici no?-
La guardai annuendo, distratto.
-Sai, lui è da un po' che non mi chiama o mi chiede di vederci... secondo te cosa vuol dire?-
Ero diventato lo psicologo di turno? Ma chissene frega.
-Vabbè lo so che voi ragazzi non parlate tanto tra di voi di queste cose, ma di sicuro qualcosina l'ha spifferato.-
Mi voltai dall'altra parte, facendo solamente una smorfia che faceva capire che non sapevo niente, che in verità voleva dire non ti dico niente.
Sfuffando mi diede uno scossone... avrei voluto dirle una cosa del tipo "ma mettiti le mani..." ma poi sono stato zitto, sibilando soltanto un -Ma basta.-
Mi guardò attonita, ti giuro, come offesa.
Buttò la cicca atterra, stizzita, e cominciò un discorso infinito di cui ricordo esattamente soltanto la prima parte.
-Ma chi ti credi di essere ragazzino? Sei soltanto l'ultimo arrivato nel nostro gruppo, e non capisco perchè Axel ti trovi così interessante! Non conti niente per nessuno, sicuramente ti sta soltanto usando...- Poi boh, ho perso il filo vermente ne avevo abbastanza...
Mi alzai dal muretto, poi vedendoti arrivare ti corsi vicino...
Stavo per mettermi a piangere, capisci 16 anni sono emotivi per tutti!
No dai... lo sai benissimo che non piansi... ma soltanto per non farmi vedere da te.
 
Amicizia? Lealtà? No...no.
Tra noi è tutto diverso. Non ci sono regole, e nemmeno steriotipi.
Il giorno prima non possiamo vederci, il giorno dopo non riusciamo a separarci.
Non sono mancati i litigi certo.
Sono stato stupido anch'io.
Ah...forse non te l'ho mai raccontata la verità, di quella volta in cui scappai via e ti lasciai solo con gli altri...
Avevo paura, era un nemico davvero tosto, e non ero in grado.
E tu lo sapevi... sapevi tutto.
Soltanto guardandomi la mattina dopo avevi capito.
Mi son beccato il pugno. Una sgridata colossale.
Nonostante sostenessi che avevo detto soltanto e non che la verità, e pure in modo convincente tu... lo sapevi.
-Porca troia smettila perchè ti meno finchè non sanguini da tutti i pori della tua faccia.-
Ti guardai stizzito dopo la ventesima volta che continuavo a mentire.
Non avrei mai ammesso la verità. MAI.
-E' inutile che continui a fare quell'espressione da scocciato, codardo!-
Quando volevi insultarmi seriamente non usavi espressioni volgari come solito ma termini normali e questo mi faceva ancora più male.
-TE LO GIUROOOO!-
Ti alzasti indicando la porta.-Ti prendo la testa e te la sbatto finchè non si rompe.-
-Che pauuuura.-
Non avrei dovuto dirlo.
Nel giro di mezzo decimo di secondo finii a terra con le tue lame in bella vista.
Avevi un espressione da brividi.
Rimasi in silenzio in piedi per un minuto di fronte a me, fissandomi.
-E' istinto dell'uomo scappare di fronte al pericolo. E' decisamente normale scappare quando si teme per la propria incolumità. - Facesti una breve pausa con tanto di espressione solenne stampata.
- Ora... perchè cazzo non vuoi ammettere che hai preferito fuggire e salvare la tua pellaccia, invece che rimanere li a crepare per aiutare quattro imbecilli?-
Mi misi a sedere da disteso che ero.
Ma basta non potevamo accantonare sto discorso?  Dovevi per forza averla vinta anche stavolta?
 
Beh...
-Come ragionamento filerebbe liscio se io fossi nel torto, ma io non lo sono, perciò, non ha senso tutto questo.-
Ricevetti una ciabatta in testa come risposta, e andando via mi beccai anche una parte di nuovi insulti in diretta.
Sentii pure il: -Chi cazzo se ne frega del migliore amico che muoia!!-
 
 
Non ci parlammo per ben due settimane.
Poi, andai a comprare le sigarette in centro con quel mezzo gay di Zexion.
E ti vidi.
Ci stavi provando con quella dei giornali.
Un'altra...ahah.
-Sai...magari domani sera dopo cena ti carico e poi ci facciamo un filmino... ti piacciono i fumetti della Marvel? Devo ancora vedermi il nuovo che hanno fatto su Thor, deve essere pazzesco!-
Lei sorrise ma non aveva benchè minima idea di cosa stavi parlando.
-Alle ragazze come lei non piacciono certe cose forse è meglio che la porti a vedere un film d'amore...-
Ti girasti spiazzato sentendo la mia voce.
Mi presi per la maglia e mi portasti fuori, da dietro vidi la ragazza che indicandomi mi annuiva mettendosi la mano davanti alla bocca.
-Beh adesso mi rovini pure i piani?Che ci fai con quell'omosessuale?-
Zexion gli diede una pacca uscendo dal negozio. -Ehi! Omosessuale sarai tu!-
Lo guardammo entrambi, aveva comprato le Vogue un altra volta. Era proprio gay.
-Quella tipa non ne sa un mazza di fumetti, li vende solo mica li legge...-
-Una volta non ero io che ti davo lezioni su come rimorchiare? Forse lo stare con mister sensibilità ti ha aperto le strade della mente femminile o che?-
Zexion sbotto aprendo le braccia. -Dai che rottura che seiiiii!-
-No semplicemente si vedeva dalla faccia che non le interessano, ma tu non hai potuto notarlo visto che le stavi fissando le tette tutto il tempo!-
 Ridesti tirandomi un ceffone sulla spalla. -Enormi eh?-
Improvvisamente tornammo amici?
 
No, l'amicizia non era mai andata via.
Era solo che tu in realtà, sotto la faccia da duro eri molto più sensibile di me.
Io riuscivo a passare sopra ogni insoddisfazione, tu non potevi ignorarla.
Usavi eccessi e autolesionismo per coprire questo grande bisogno di affetto.
In realtà sei proprio come me.
Ti senti ancora troppo vuoto dentro per sentirti vivo, ma persin stufo di questa vita.
 
Tornammo in castello, facendocene su un paio.
Non parlammo molto, stavamo solo distesi ad ascoltare qualche canzone nuova che avevi appena scaricato.
Il fumo era denso, come acqua.
Non riuscivo a muovermi ma sentivo il mio corpo viaggiare, la mia mente sbattuta dalle onde del mare.
 
Sempre insieme, qualsiasi cosa accada ti ho promesso poi.
"Non scapperò più nel momento del bisogno, te lo giuro."
 
Eppure, a volte ero quasi soffocato da te.
Cercavo di scappare da questo rapporto, nascondendomi in scuse.
Ma appena ti mandavo via, rimanevo ore a pensare se avevo fatto bene, se ci saresti rimasto male...
Per poi scoprire che anche se non ci vedevamo per settimane il nostro rapporto rimaneva sempre lo stesso.
 
Ci addormentammo silenziosamente... ascoltando il rumore del vento tra le persiane... 
  
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