Il filo del destino
Si
era rifugiato sotto l’albero i pesco e si aggrappava al tronco come se fosse
stata un’ancora di salvataggio.
Armi da fuoco.
Qualcuno
aveva rubato la sua idea e se ne stava servendo mentre lui era bloccato là!
Per
la rabbia spazzò la terra con un calcio e nel farlo colpì dolorosamente una
radice che spuntava dal terreno.
:-Sai
che non è la cosa giusta da fare, non è vero?-:
Ancora,
di nuovo e come sempre quando era meno opportuno, ecco che spuntava la capra.
:-Lasciami
in pace, va bene?! Non voglio vedere nessuno!-:
:-No!
Adesso basta, Shen, mi devi ascoltare!-:
La
Divinatrice batté il bastone a terra tanto per sottolineare il concetto come se
avesse qualcosa di irrimediabilmente urgente da comunicargli.
:-Stai
sbagliando tutto, Shen. Tu non sei scappato dalla stanza per vergogna ma perché
il fatto che non sei tu ad usare quelle armi ti fa andare in bestia, non è
vero?-:
“Tanto
questa sa già tutto, perché dovrei perdere tempo a fare finta?”
:-E
va bene, dannata capra, hai vinto tu! Io vorrei solo tornare al comando del mio
esercito! Il panda e i suoi amici mi hanno ospitato e probabilmente si sono
trattenuti almeno cinquecento volte dallo strangolarmi per tutto quello che
hanno passato a causa mia, so che dovrei essere loro grato, ma in realtà
l’unica cosa che vorrei è avere almeno una delle mie lame così da ricambiare la
loro gentilezza con altrettanta cortesia, e sai che farei? Io per dimostrargli
tutta la mia gratitudine li ucciderei in fretta, senza farli soffrire-:
Dopo
aver sputato fuori tutto quanto si sentì decisamente meglio.
Shen
sospirò.
:-È
per quel messaggero che sei rimasta, non è vero? Tu sapevi che sarebbe
arrivato. E quella storia dei banditi con le armi da fuoco ha a che fare con me
e tu lo sai-:
:-Avrà
a che fare con te solo se tu deciderai che deve essere così-:
:-Ah,
quindi io posso anche decidere di far finta di niente e vivere in pace?-:
:-Non
ho detto neanche questo-:
:-E
allora quand’è che ti deciderai una buona volta a parlare chiaro? Se devi solo
farmi arrabbiare e farmi venire mal di testa puoi tornartene da dove sei
venuta!-:
:-Sembra
quasi che tu mi stia chiedendo di dirti cosa fare. Non posso farlo, Shen,
questo è il tuo destino ed io non posso decidere al posto tuo, posso solo
metterti in guardia quando sento avvicinarsi un pericolo-:
Shen
fece un sogghigno ironico.
:-Cos’è,
adesso vuoi farmi credere che vuoi proteggermi?-:
Se
ne pentì immediatamente perché la Divinatrice lo guardò di nuovo in quel modo
che lui odiava, come se lo compatisse profondamente.
:-Sì,
Shen, io sto cercando di proteggerti come ho sempre fatto da quando eri un
pulcino. Ero la tua tata, ricordi? E che a te piaccia o no continuerò ad
occuparmi di te-:
Lui
fece una smorfia infastidita.
:-Basta
così. Ora occupati di predire qualcosa e dimmi come potrebbe avere a che fare
con me il messaggero-:
:-Non
è così semplice, Shen. Ci sono delle armi da fuoco, quindi visto che tu che le
hai costruite per primo ne conosci anche i punti deboli credo che Master Shifu
ti chiederà di aiutare i suoi allievi che a loro volta aiutano quel villaggio.
Ed anche il villaggio sento che è legato al tuo destino, ma non chiedermi in
che modo perché questo proprio non lo so-:
“Pazienza,
del villaggio non mi interessa niente, delle armi da fuoco invece sì… chissà
che non mi riesca di assoldare questi banditi e fare di loro il primo nucleo
del mio nuovo esercito”
:-No,
Shen, no! Hai appena pensato una cosa che ti metterà in un mare di guai! Ma
perché non capisci? Da quando sei qui hai visto che c’è un modo diverso di
vivere, e lo hai anche apprezzato a momenti, anche se non lo ammetteresti
neanche sotto tortura. Perché vuoi percorrere un cammino che ti porterà alla
distruzione?-:
C’era
sincera preoccupazione nel tono della capra, cosa che turbò Shen più di quanto
avrebbe voluto ammettere.
:-Non
darti tutta questa pena per me: io non sono più sotto la tua custodia da molto
tempo, tata-:
Le
rispose.
:-Questo
lo so, ma io ti voglio ancora bene, per questo ti devo avvertire. Se non
cambierai andrai incontro ad una brutta fine, e ne hai già avuto la prova una
prima volta quando ci hai quasi lasciato le penne a causa della tua stessa
arma, e adesso che il destino ti ha voluto regalare una seconda possibilità ti
prego, non ci sputare sopra! In te c’è qualcosa di buono, io lo so, ma dovrai
essere tu a dimostrarlo-:
:-Piantala!
In me non c’è niente di buono! Quello che voi chiamate bontà è solo debolezza
ed io non sarò mai debole!-:
Urlò
Shen quasi spaventato.
Di
fronte a lui la Divinatrice scosse la testa rassegnata.
:-Mi
dispiace, Shen, io non posso fare di più per te. Posso dirti solo che entro
l’alba di domani tu avrai fatto una scelta importante e se vorrai conoscere le
sue possibili conseguenze… bè, sai dove trovarmi-:
La
Divinatrice si girò e se ne andò, non prima di avergli lanciato un ultimo
sguardo addolorato.
*
Era
l’alba, bella e di un rosa pallido, che lo avvolgeva nell’aria fresca di
rugiada.
Shen
non era rientrato nella sua stanza per la notte e quando la stanchezza aveva
avuto la meglio si era appisolato contro il tronco del pesco, con il risultato
che al risveglio aveva tutto un fianco indolenzito.
:-Hai
scelto una sistemazione un po’ scomoda, sei sicuro di stare bene?-:
“E
adesso chi altro…? Ah, certo, il ratto”
:-Avevo
bisogno di riflettere-:
Gli
rispose semplicemente, e non era neanche una bugia.
:-Capisco.
Bene, allora credo di doverti dare un altro argomento di riflessione-:
“Stai
a vedere che la capra ha di nuovo ragione e questo vuole davvero chiedermi di
lavorare con loro”
Diviso
tra curiosità e stizza gli fece cenno di continuare.
:-Shen,
tu sai che ieri sera abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da un villaggio
che sta dall’altra parte delle montagne. Sono stati attaccati da banditi che
usano armi da fuoco. Io volevo chiederti se tu saresti disposto ad aiutarci-:
Shen
lo ascoltò e non rimase per niente sorpreso.
:-Magari
hai pensato che siccome anche io ho costruito quel tipo di armi ne conosco i
punti deboli-:
Shifu
lo guardò palesemente sconcertato.
:-Sì,
è esattamente così. So che è un impegno grave ma credimi, te lo sto chiedendo
come favore, ci servirebbe davvero tanto il tuo aiuto-:
:-Non
avete già il panda miracoloso? Ha affrontato e sconfitto un’intera flotta da solo,
non credo che dopo questo saranno un problema un paio di banditi-:
Shifu
lo guardò con un’espressione indecifrabile e si prese qualche secondo prima di
rispondere.
:-Quello
che ha fatto Po è stato straordinario, ma è stata ugualmente una cosa molto,
molto pericolosa, ed io non voglio vedere mai più uno dei miei allievi esposto
ad un rischio così grande, è per questo che vorrei trovare un modo di
neutralizzare quelle armi prima che possano essere di nuovo usate su qualcuno-:
Shen
distolse lo sguardo imbarazzato.
:-Sì,
lo capisco. Allora io… io andrò con loro-:
Non
lasciò al maestro il tempo di replicare e scappò subito a cercare la
Divinatrice.
*
La
trovò che già lo aspettava all’entrata del Palazzo.
:-E
così hai fatto la tua scelta. Vieni, vediamo insieme cosa ti aspetta-:
Shen
la seguì nella sua stanza e scoprì che aveva già preparato la ciotola.
Si
sottopose al solito rito della stoffa e della piuma ed aspettò che il fumo gli
mostrasse di nuovo il suo futuro.
Stavolta
non si materializzò nessuna figura, invece dalle ceneri saliva un suono sommesso
simile ad un pianto.
:-Hai
scelto un cammino difficile, che ti porterà dolore ma che ti darà la
possibilità di pagare un debito che ti pesa addosso da troppo tempo. Mi
dispiace, ma se sceglierai di seguire questa strada dovrai essere pronto a
rischiare la tua vita-:
In
quel momento Shen si accorse che il lamento somigliava in modo impressionante
alla sua voce.
:-Basta
così!-:
Esclamò
turbato.
In
risposta il fumo rifluì tutto sul fondo della ciotola, poi in un secondo creò
in aria la figura di un pavone dalle ali spiegate che si dissolse in una
cascata di scintille.
Abbassò
lo sguardo sulla Divinatrice e la sua espressione non lo rassicurò per niente.
:-È
un rischio enorme, Shen, puoi sempre ripensarci-:
:-I
rischi non mi spaventano, e poi ne ho già corsi tanti. Ormai ho deciso che
andrò, e scommetto quello che vuoi che tu lo sapevi già che avrei deciso così-:
La
Divinatrice fece un sorriso enigmatico.
:-E
va bene, lo ammetto, sapevo che non saresti stato capace di stare ad aspettare,
e adesso che siamo a questo punto credo che sia il momento di darti questi-:
Dal
fagotto che si era portata la Divinatrice prese un involto più piccolo e lo
consegnò a Shen.
:-È
pesante, che ci hai messo dentro?-:
Chiese
lui.
Gli
era sembrato di sentire un familiare suono metallico.
:-Sono
cose che ho conservato per un po’ di tempo in attesa che venissero di nuovo
utilizzate. Aprilo solo dopo che sarò partita io, fidati, ho un buon motivo per
chiederti di fare così-:
Shen
fece un mezzo sogghigno, poi improvvisamente ridivenne serio.
:-Divinatrice,
dimmi la verità, ci rivedremo?-:
Lei
lo guardò con un misto di tenerezza e preoccupazione.
:-Non
lo so, Shen, non lo so… ma probabilmente sì, se tu farai la cosa giusta-:
:-La
cosa giusta? E qual è la cosa giusta?-:
:-Non
è a me che devi chiederlo, chiedilo a te stesso. Il tuo cuore conosce già la
risposta-:
Shen
decise di rinunciare prima che con quegli enigmi gli venisse un serio mal di
testa.
*
Più
tardi, di sera, nella sua stanza Shen stava meditando se aprire l’involto o no.
La
Divinatrice era partita, o meglio era sparita senza neanche salutarlo, quindi
tecnicamente aveva il permesso di aprire quella cosa, ma d’altra parte aveva
imparato a sue spese che la capra e tutto quello che aveva a che fare con lei
era portatore di sciagure, almeno per lui, quindi quel fagotto lo preoccupava
alquanto.
Alla
fine si decise a sciogliere i nodi e quello che aveva davanti lo lasciò senza fiato.
I suoi speroni.
Tutte le sue lame da lancio.
Una veste di seta bianca.
Si
cambiò in fretta e la indossò.
Quella
veste gli ricordò tutto quello che era: un principe, un guerriero, uno che
aveva sfidato il destino e che era pronto a sfidarlo ancora.
“Io
sono Lord Shen della città dei Gong, e combatterò per riprendermi ciò che è
mio!”
Poi
lo sguardo gli cadde su un biglietto che doveva essere sfuggito dalle sue cose.
Era
della Divinatrice.
“Ho pensato che ti servissero
queste cose perché qualunque cosa accada è importante che tu sia te stesso.
Ps: Non volermene per lo strappo…
stavo solo controllando la qualità della stoffa”
Shen
si sentì gelare dal terrore.
“Oh,
no! Vuoi vedere che…?”
Controllò
rapidamente i bordi della sua preziosa veste di seta.
Sì,
in un angolo c’era uno strappo a forma di morso.
____________________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio dell’autore
Ragazzi,
questo è il capitolo più lungo che ho mai prodotto! Nove pagine e un rigo! Più
che altro è lungo perché è pieno di dialoghi da fare invidia a Platone XD
Poi
volevo ringraziare ovviamente e come sempre chi ha aggiunto la storia alle
preferite, seguite o ricordate… ragazzi, ma quanti siete?!
Non
importa, vi voglio bene tutti =)
Makoto