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Autore: Peeta97    01/10/2012    23 recensioni
I tributi creati dai lettori saranno costretti a lottare nell'arena. Saranno costretti a combattere, a massacrarsi l'un l'altro, ad amarsi, a dirsi addio.
Saranno costretti ad andare incontro al destino scelto per loro da Capitol City.
Storia eliminata e ora ripubblicata secondo regolamento.
Spero che la leggerete comunque!
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6: IL BAGNO DI SANGUE

Conti alla rovescia


10 secondi



Scandì nuovamente la voce metallica proveniente dalla piattaforma di lancio.

Tra dieci secondi esatti, ventiquattro nuovi tributi sarebbero entrati nell'arena. Molti sarebbero morti subito. Altri dopo poco. Uno solo sarebbe rimasto vivo.

Lorian, il nuovo capo stratega, osservava i tributi dalla camera di controllo. Li osservò indossare le proprie tute nere e la giacca bianca. Li osservò piangere e farsi forza, li osservò sorridere, rassicuranti. Osservò gli stilisti disperarsi, ridere, rincuorare, tutto nel patetico stile della capitale.

Lui, però, non era come loro, lui era uno stratega. Era al di sopra dell'idiozia di Capitol City.

5 secondi

Un nuovo avvertimento per tutti coloro che ancora non fossero entrati nella piattaforma. 

Tra 5 secondi, il mondo intero avrebbe visto ciò a cui Lorian aveva lavorato per 3 anni. Ci aveva messo un sacco di tempo a completare l'arena, ma, agli occhi di tutti, sarebbe stata sicuramente un successo. 

Magari non agli occhi dei tributi, però.

pensò crudelmente esibendo un sorrisetto sarcastico.

Davanti a lui, gli altri strateghi attendevano in religioso silenzio.

5, 4

Scandì la voce. Lorian lanciò uno sguardo a Beetl e a Fides, i suoi secondi. Uno sguardo che significava falli salire.

E così fecero. Le piattaforme iniziarono ad ascendere assieme ai tributi in esse contenuti. Insieme ai loro sogni, alle loro speranze.

Alle loro vite.

3, 2, 1...

 

 

"Che i trentottesimi Hunger Games abbiano inizio, miei cari telespettatori!"

 

 

Vedendo l'arena, tutti i tributi rimasero sbalorditi.

Non era affatto come se l'aspettavano: non era un bosco, non era un deserto, non era una tundra gelida. 

Probabilmente, era molto peggio.

Nel cielo non vi era alcuna traccia del sole. Era nero, cosparso da una miriade di stele che illuminavano di una luce spettrale l'ambiente circostante. Eppure, fino ad un attimo prima, fuori dall'arena, era giorno.

Il suolo tutto intorno a loro era bianco-grigiastro, cosparso di una sabbia molto fine. 

Poi, osservandosi alle spalle, i tributi capirono finalmente dove si trovavano. Infatti, l'intera arena era coperta da enormi crateri rocciosi, come se vi fosse avvenuto un bombardamento.

L'assenza del sole.

IL terreno bianco e grigio.

I crateri.

La deduzione logica fu immediata per tutti. Era la Luna. L'intera arena era non era altro che la ricostruzione del satellite terrestre. Alcuni ne furono terrorizzati, perché la non c'era acqua, non c'era cibo, non c'era niente. Ma, effettuando un ragionamento più razionale, capirono che era impossibile che gli strateghi li lasciassero tutti morire d'inedia e di sete. Non dopo essersi sforzati per creare un luogo del genere.
Si trovavano sull'orlo di un enorme cratere, intorno al quale erano distribuiti tutti e 24 i tributi. Più giù, al centro dell'enorme depressione, svettava la cornucopia, nera, invincibile, stracolma di oggetti.
Tutt'intorno c'erano una miriade di zainetti e oggetti più o meno grandi, che si inerpicavano sulle scoscese pareti del cratere.
Il conto alla rovescia apparve fluttuante nel cielo nero.
Adesso veniva il momento più importante: ora ogni tributo, dall'alto della propria pedana, avrebbe dovuto scegliere la propria mossa, decidere il proprio percorso.
E nel frattempo i secondi non avrebbero smesso di scorrere.
27
Deborah osservava il set di coltelli che sporgeva dall'esterno della cornucopia.
26
Kevin continuava a fissare insistentemente Harper, poche pedane più in la.
25
Lara aveva adocchiato un fioretto, vicinissimo a lei, e adesso stava prendendo lo slancio.
24
Joshua fissava la cerbottana alla base del corno dell'abbondanza. Sembrava avere già un dardo incoccato, pronto per essere usato. Pronto per lui.
 23

Alethea cercava lo sguardo di Damian, la pedana accanto.

22

Damian fissava con insistenza uno zaino vicino alla cornucopia, dal quale spuntavano, invitanti, molti cavi di rame e circuiti elettrici.

21

Lucy Hills, i muscoli tesi allo spasmo, si preparava a scattare, pronta a tutto pur di ottenere ciò che voleva.

20

Sasha Delphin teneva d'occhio la piccola Anthea, che, sulla propria pedana, pareva terrorizzata.

19

Venus Lanchanes  sorrideva, fissando il coltello, che, a pochi passi dalla sua pedana, sembrava brillare di luce propria.

18

Gabriel Hayes osservava Ribes con sospetto, chiedendosi, alla fine, da che parte sarebbe stata, se con loro o con i favoriti.

17

Hannah Malloy si preparava a scattare, cercando di reprimere la paura.

16

Harper Fletcher rispondeva allo sguardo di Kevin, anche se non così spavaldamente come avrebbe voluto.

15

Zoe Harris non degnò nemmeno di uno sguardo gli oggetti alla cornucopia. 

14

Andrew Chassymer cercava lo sguardo di Ken, che, però, sembrava non avere intenzione di rispondere al suo muto augurio.

13

Heather Aarons fissava con interesse il pugnale che gli strateghi le avevano messo proprio davanti ai piedi. Ottimo.

12

Ewan Bushell si preparava a scappare il più lontano possibile dalla cornucopia.

11

Anthea Grein, apparentemente terrorizzata, osservava con desiderio un piccolo zainetto arancione a pochi metri da lei.

10

Zanet Reever non aveva intenzione di scendere lungo le pareti del cratere per arrivare alla cornucopia. In altri casi lo avrebbe fatto, ma, così, sarebbe stato molto più esposto. Senza contare, poi, la difficoltà di risalire senza farsi ammazzare.

9

Alexis Lucifer si apprestava a seguire il consiglio che le aveva dato Lucy: voltarsi e scappare. Verso ovest.

8

Lloyd Forrester teneva gli occhi chiusi, pronto a correre non appena il fischio d'inizio fosse suonato.

7

Ribes Blynn fissava insistentemente la cornucopia, focalizzando le due sciabole che vedeva far capolino dall'interno del corno dell'abbondanza.

6

Liam Lusha osservava sconsolato una lancia neanche troppo lontana, sapendo che, se fosse sceso a prenderla, sarebbe morto sicuramente.

5

Alice fissava un arco dorato e splendente sul bordo della cornucopia. Sicuramente, se avesse provato a prenderla, ci sarebbe riuscita. Era molto veloce nella corsa, si trattava solo di decidere cosa fare. Se buttarsi e tentare o rinunciare in partenza.

4

Ken aveva adocchiato una katana dall'elegante fodero nero. L'avrebbe presa, l'avrebbe presa e sarebbe scappato.

3

Lorian, dalla camera di controllo, sorrise. Ora sarebbe iniziata la sua parte preferita. 24 tributi si sarebbero scannati a vicenda. Una buona metà sarebbe morta.

2

Tutti i tributi che non erano ancora pronti presero una decisione. Ancora un secondo.

1

Per un attimo, il tempo si fermò. L'intera nazione trattenne il fiato. Per un attimo solo, ci fu silenzio ovunque, in tutta Panem.

Poi, così come era arrivato, il silenzio scomparve e 24 tributi scattarono in contemporanea, accompagnati dal lugubre suono del fischio d'nizio.

Zoe si voltò e fuggì, sempre più ansiosa di allontanarsi da quel luogo che sarebbe facilmente potuto diventare la sua tomba.
Anche Alexis, seguendo il consiglio datole da Lucy, corse via, seguita a ruota da Zanet, che, per caso, aveva preso la sua stessa direzione.


***

Lorian bevve un altro sorso di champagne.
Per l'emozione, aveva la gola secca. Non appena il gong aveva suonato, un boato liberatoio aveva squassato la sala di comando. Finalmente, i Giochi. Finalmente tanti anni di lavoro avrebbero dato i propri frutti. Le bottiglie erano state stappate e il cibo era stato portato. Per qualche momento, anche loro, gli strateghi, si sarebbero potuti rilassare, si sarebbero potuti godere le cruente morti che loro annualmente contribuivano a causare.
Numerose pacche sulle spalle e grida di congratulazioni gli giunsero alle orecchie, ma lui non riusciva a smettere di fissare la cornucopia, al centro esatto del cratere lunare, quasi violaceo a causa del cielo soprastante. E, soprattutto, non riusciva a smettere di fissare il primo tributo che, correndo a perdifiato, era riuscito ad arrivarvi.
Un tributo davvero inaspettato. Un tributo che non era un favorito.
Quando indicò l'immagine sullo schermo, richiamando l'attenzione, nella sala scese il silenzio.
Perché il primo tributo ad essere arrivato alla cornucopia era Alice.

***

La ragazza del 12 si gettò sull'arco dorato e lo strinse tra le braccia. Ce l'aveva fatta, ce l'aveva davvero fatta, alla fine. Aveva tentato, aveva optato per il tutto per tutto, ed era stata ricompensata. 
Non aveva mai corso così velocemente. Si era caracollatà giù per la scoscesa parete del cratere pompando i muscoli allo stremo, rischiando più volte di precipitare e rompersi una gamba, se non peggio.
Ma ora, l'arco era tra le sue mani. 
La ragazzina si concesse un sorriso, poi, sempre stringendo l'arma tra le mani, si mise a cercare il secondo oggetto sulla sua lista dei beni primari.
Solo allora si accorse della trappola.
C'era l'arco, quello ce l'aveva in mano. Si, ma nessuna freccia. 
Cercò ovunque, nel mucchio di armi ai suoi piedi, ma non c'era nessuna stramaledetta faretra dorata.
Aveva pensato di poter fuggire con la sua nuova arma, ma, senza nulla con cui difendersi, tutto ciò che le restava da fare era correre via. Quindi Alice si girò, decisa a tornarsene da dove era veuta.
Si voltò appena in tempo per vedere il dardo argenteo trapassarle l'occhio sinistro.
Il suo grido di dolore echeggiò per tutta l'arena, nonostante tutti i rumori circostanti prodotti dagli altri tributi, come per sancire il reale inizio dei Giochi.
La schiena di Alice si inarcò all'indietro e la testa sbattè contro il bordo metallico della cornucopia, aprendole una profonda ferita cremisi che le imbrattò i bellissimi capelli castani.
Poi si accasciò a terra.
Per la ragazza non esisteva più alcun colore.
Solo il rosso.
A  colpire Alice era stato Joshua Trill. Veloce come il vento, era arrivato in fretta e furia alla cornucopia, aveva afferrato la cerbottana e le aveva sparato. Come al solito, aveva fatto centro perfetto. Gli piaceva colpire le proprie vittime dritte nell'occhio sinistro, in modo che, anche se in maniera più macabra, anche loro divenissero un po' simili a lui.
Il ragazzo osservò disgustato il sangue sprizzare dall'orrido ammasso di carne pulsante che era diventato l'occhio di Alice. Poi, avendo sentito dei passi, si diresse verso il prossimo tributo.

***


Lorian osservò stupefatto l'ascesa e la disfatta di Alice. Sembrava davvero in grado di farcela. Peccato che loro non le avessero messo le frecce...
Tutti risero osservando il tributo del 2 che, poco lontano, le sparava il dardo. Molta gente applaudì quando la ragazzina cadde a terra. Lorian, invece, ne fu dispiaciuto.
Aveva puntato molti soldi, su di lei, che diamine!
Anche gli altri favoriti, nel frattempo, erano arrivati alla cornucopia. 
Deborah, quella dell'1, era salita sulla grande struttura di metallo portandosi dietro un set di coltelli, in modo da poter sia guardare le spalle ai propri compagni che uccidere chiunque, se ce ne fosse stato bisogno.
-Mossa molto astuta- commentò qualcuno.
Sasha, nel frattempo, aveva afferrato una lancia ed era corso via, e così anche Kevin, armato di machete.
Ormai, il vero bagno di sangue era iniziato, sancito dalla imminente morte di Alice, la cui vita, però, non si era ancora spenta del tutto.
Il chaos regnava sovrano, tanto che era impossibile seguire tutti gli scontri contemporaneamente. Ciò che si svolse alla base della cornucopia, però, lasciò stupiti tutti, strateghi compresi.
 

***

-Avanti, dammi le spade-
Lara Fatah, dentro la cornucopia, stava rovistando tra le casse e le cataste di legna, cercando di estrarre le sciabole tanto agognate da Ribes, la sua alleata.
-Un secondo, ci sto provando-
-Più in fretta, più in fretta! Deborah non ci potrà guardare le spalle per sempre- ripetè Ribes, osservando preoccupata gli altri tributi che, senza paura, stavano discendendo il crepaccio.
Dall'altra parte della cornucopia, probabilmente, giunse un grido di dolore: il grido di dolore di Kevin.
Finalmente, Lara riuscì a estrarre le lame, che vennero via con un sonoro "clac" dalla sbarra di metallo dietro la quale erano incastrate.
-Ecco, tieni- sbuffò la ragazza down. -Vedi almeno di ammazzarci qualcuno, con queste-.
Lara lanciò le spade a Ribes. E, nell'esatto istante in cui lo fece, capì di aver commesso un errore madornale. Forse, l'ultimo errore di tutta la sua vita.
Lo capì da come la ragazza mutò espressione. Passò rapidamente dalla determinazione tipica dei favoriti all'odio più totale. Odio che, come Lara ebbe modo di costatare, la ragazza stava rivolgendo a lei.
Fu un attimo. La ragazzina del 2 non ebbe il tempo di fare niente. Fu un attimo e si ritrovò entrambe le spade piantate nel ventre. -Stai tranquilla, vedrò di ucciderci qualcuno, con queste, stupida favorita- sibilò Ribes.
Quando estrasse le spade, la ragazza down rimase in piedi per un secondo, come un burattino dai fili in procinto di spezzarsi.
Poi cadde a terra, supina, cercando con le mani di impedire alle viscere di fuoriuscire dalla pancia. In un secondo, l'odore del suo sangue impregnò ogni cosa, mescolandosi col bianco suolo lunare.
Fu un attimo e Lara Fatah morì, soffocata dalla sua stessa emorragia, il ventre squarciato e il cuore in mille pezzi.
 

***
 

Lorian osservò incuriosito il tradimento di Ribes. Vista la piega che avevano preso gli eventi, quella sarebbe stata sicuramente un'edizione più che memorabile. La prima favorita dei distretti poveri ammessa nei favoriti che li tradisce, ne ammazza uno e scappa. Da non credere, davvero incredibile.
Ribes, in quel momento, stava cercando di afferrare un rigonfio zaino violetto. Purtroppo, Deborah la bloccò. Il suo coltello si conficcò vincinissimo alla gamba della ragazza, che, saggiamente, decise di ripiegare e fuggire. Ad accompagnare la sua fuga furono le colorite imprecazioni di Deborah, che, come una furia, continuava a lanciare coltelli nella sua direzione, apostrofandola con parole come "traditrice" e "vigliacca".
Tutti gli strateghi, Lorian compreso, applaudirono, felici di quella rivalità tra donne che, sicuramente, avrebbe provocato molta altra violenza gratuita allo show.
Nel contempo, però, anche un altro favorito stava combattendo
E quel favorito era Kevin Mason.

***

Harper Fletcher aveva raggiunto la cornucopia insieme a molti altri tributi.
Ma, purtroppo per lui, Kevin non ce l'aveva a morte con gli altri tributi.
Il favorito del distretto 1 gli si gettò addosso urlando, con foga, mentre ovunque grida rumori di passi ottenebravano tutti i sensi. Per sua fortuna, Harper era appena riuscito ad afferrare una piccola spada dalla punta affusolata, con la quale, voltandosi, riuscì a parare malamente il primo affondo dell'avversario. A quel punto, cieco di rabbia, Kevin lasciò andare il machete e gli si gettò addosso. Erano entrambi campioni del corpo a corpo, entrambi forti e robusti, entrambi allenati.
Caddero a terra avvinghiati in un abbraccio mortale, ai piedi della cornucopia, rotolando fino ad andarci quasi a sbattere.
Cercavano entrambi di strangolarsi, ma con scarsi risultati. 
Harper capì che se avessero continuato così avrebbe avuto la peggio molto prima del suo avversario. Così decise di ricorrere ad altri mezzi. Piegò la testa di lato e addentò il lobo sinistro di Kevin.
L'urlo di dolore del ragazzo dell'1 si mescolò con quello di un altro tributo, probabilmente Ken, del 12.

Il sapore metallico del sangue invase la gola di Harper, che trattenne un conato di vomito e continuò a stringere, lacerare, sperando che il nemico allentasse la presa, in modo da permettergli di fare la sua mossa.

Purtroppo per Harper, non andò esattamente così.

Sentì il cozzare della propria testa contro il metallo ancor prima di avvertire il dolore.

Per un attimo, il resto del mondo vacillò, la faccia rubizza di Kevin si sdoppiò e tutto perse di significato. Poi Harper realizzò che cosa era successo.

L'aveva sbattuto contro la cornucopia. Kevin Mason aveva sbattuto la sua testa contro la cornucopia.

Evidentemente avevano rotolato tanto che adesso si trovava spalle al muro col corno dell'abbondanza.

Perfetto.

-Prendi questo, schifoso bastardo- sibilò Kevin, con astio.

La testa di Harper venne nuovamente abbattuta sulla piattaforma metallica. Stavolta, si udì un flebile rumore di ossa che si spezzavano. Harper perse la volontà di combattere quando sentì i propri capelli farsi caldi e appiccicosi. Immaginò i suoi bellissimi ricci color miele impregnarsi del rosso tipico del sangue.

-Hai visto? HAI VISTO CHI è IL PIù FORTE?- gridò Kevin, sbattendolo altre volte. Ormai era praticamente sopra di lui e stringeva entrambe le mani sul suo collo, con le quali continuava a picchiarlo sul corno dell'abbondanza.

-SONO. IO. IL. PIù. FORTE.- gridò di nuovo, sottolineando ogni parola con un colpo alla testa di Harper. Stavolta, il suo cranio cedette con un'orribile schianto. Schegge d'osso sanguinolente si sparsero ovunque, conficcandosi anche nella pelle del favorito, che si ritrovò le mani piene delle appiccicaticce cervella dell'avversario. 

Sbatté la testa del ragazzo sulla cornucopia un'ultima volta, poi si alzò, asciugandosi il sangue del nemico sulla divisa bianca e nera. Ormai, sopra al collo di Harper non c'era più una testa: c'era solo un ammasso di cervello e osso sanguinolento e raccapricciante, che, tuttavia, fece sorridere il favorito.

 

***

 

Lorian rimase estasiato dalla morte di Harper, così cruenta, perfetta.

Avrebbe sicuramente fatto impazzire i telespettatori.

Adesso, anche Lucy Hills e Hannah Malloy si erano armate ed erano pronte a combattere. La ragazza coi capelli di fuoco era corsa dietro a Lloyd Forrester, quella dai capelli rossicci a Gabriel Hayes, entrambi fuggiti dopo essersi accaparrati uno zaino.

Ma l'attenzione di tutti non era rivolta a loro, né più ormai a Kevin Mason o Ribes Blynn.

Tutti i riflettori, ormai, erano puntati su Damian e Alethea.

 

***

 

I ragazzi correvano, mano nella mano. Erano arrivati nei pressi della cornucopia abbastanza in fretta, facendo attenzione a non cadere per la ripida discesa lungo il  cratere. Ora, puntavano con decisione lo zainetto giallo contenente i cavi elettrici. Ma, purtroppo per loro, anche un altro tributo lo puntava.
Venus Lanchanes stringeva nella mano destra un coltello dalla lama fin troppo affilata. Correva, rapida e decisa, verso lo stesso obbiettivo dei tributi del 3, sorridendo come suo solito con inquietante naturalezza, viste le circostanze.
Quando Damian la vide, lasciò la mano di Alethea e le si gettò addosso, pronto a difendere l'amante con la propria vita, cercando di schermarsi il viso dalle coltellate agitando convulsamente le braccia. Venus, però, non fu così scontata da tentare un affondo diretto. Semplicemente protese la mano libera ed assestò al rivale un sonoro spintone. Damian, che non si aspettava una mossa del genere, perse l'equilibrio e cadde a terra, supino.
Alethea vide l'amato steso e venus con il coltello alzato, pronta a sferrare il colpo decisivo. Lo vide e non poté fare a meno di intervenire. Aveva promesso a Damian che non lo avrebbe fatto. Ma, in fondo, che senso aveva sopravvivere, se il suo compagno moriva?
Così la ragazza del 3 si gettò sulla ragazza del 5 e le afferrò i polsi, facendola cadere a terra. Lottarono per qualche secondo, avvinghiate, urlanti e doloranti. Poi il coltello di Venus si conficcò in profondità nella gola di Alethea.
Quando tentò di dire qualcosa, dalla bocca della ragazza non scaturì altro che un gorgogliante getto di sangue, che andò a imbrattare il viso della nemica, che le stava sopra, stringendo ancora il manico del coltello tra le mani tremanti.
Seguirono pochi strazianti secondi durante i quali Venus osservò la vita andarsene dal corpo dell'avversaria, soffocata dal suo stesso sangue.

***

Lorian sorrise osservando la coppia di amanti del Distretto 3 venire così brutalmente eliminata in partenza.
Peccato, però, la ragazza era davvero bella. Sarebbe stato molto meglio se fosse morto quell'altro... Marcus forse? O Damian?
Il ragazzo privato della sua bella urlò come un maiale sgozzato, abbracciando lo zaino giallo come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
-E' proprio un deficente- sussurrò Lorian a Fides, che annuì, concentrata sulle immagini che, rapide, si susseguivano sullo schermo.
Il ragazzo, alla fine, riuscì a rialzarsi, e, approfittando della momentanea distrazione di Venus, a fuggire, inerpicandosi sul ripido pendio che lo avrebbe condotto in salvo. Grazie ad un utile primo piano, tutta Panem potè constatare che stava singhiozzando pesantemente. 
Questo provocò nuovamente l'ilarità degli strateghi, che stapparono altro vino e si ingozzarono degli affettati portati da alcune senza voce.
Nel frattempo, osservò Lorian, un altro tributo stava morendo.

***

Subito dopo la caduta di Alice, Ken era arrivato alla cornucopia. In un attimo, aveva afferrato una catana e una cintura piena di accette per Andrew. Lui, il suo alleato, era rimasto più indietro, occupato da una buca perigliosa sul suo versante del cratere.
Purtroppo, Ken non era stato silenzioso come avrebbe voluto. Uscendo dal corno, infatti, si era trovato davanti un Joshua Trill sorridente. 
Solo che il suo sorriso non aveva niente di umano.
Il ragazzo del 2 gli si era scagliato contro con tutte le sue forze. Privo di alcuna arma utile, Ken non aveva trovato altra difesa se non la Katana, ancora nell'elegante guaina nera, che aveva frapposto tra lui e il favorito.
Joshua aveva afferrato la spada per il fodero con entrambe le mani, e, così, aveva iniziato a contendersela con Ken, che, all'altra parte della lama, lottava per la propria vita. Il favorito era rimasto davvero sorpreso dalla forza del ragazzo orientale. Si era aspettato il solito tributo deboluccio del Distretto 12, ma, invece, non era andata come previsto. Tuttavia, non sarebbe stato sconfitto, in ogni caso.
Così, semplicemente, il ragazzo del 2 portò la mano all'elsa della spada, che sporgeva fuori dal fodero, e, con un secco movimento del braccio che gli provocò quasi uno strappo muscolare, riuscì ad estrarre la katana, nonostante la pressione del nemico sulla custodia. 
Quando Ken realizzò che la sua unica arma era in mano al nemico, che in quello stesso istante la stava roteando sopra la propria testa, il suo primo e unico pensiero non andò a se stesso e alla morte imminente. Andò a Andrew.
-Ken?- chiamò il suo alleato, ormai qualche decina di metri più in la.
Il ragazzo orientale non rispose. Il ragazzo orientale non tentò di schivare il colpo di spada che gli stava arrivando addosso. Semplicemente, il ragazzo orientale fece l'ultima cosa che sentiva di dover fare. Afferrò la cintura con le sei accette e la lanciò in direzione del suo alleato, che le afferrò al volo. 
Poi, il colpo di Joshua si abbatté su di lui.
Per un secondo, a Ken sembrò che nulla fosse cambiato, a parte quella piccola linea di sangue che gli colava sulla fronte e la lama improvvisamente cremisi del favorito che aveva davanti. 
Poi, una buona metà del suo cranio rotolò sul terreno.
Il sangue schizzò ovunque e il cervello, quasi completamente intero, rotolò accanto alla cornucopia. Ken rimase in piedi ancora per un secondo, con fare marziale, come al solito. Poi semplicemente cadde a terra, morto.

***

Lorian e gli altri strateghi brindarono all'ennesima morte e trangugiarono altro prosciutto del Distretto 10.
Nessuno si sarebbe ricordato della morte di Ken, questo era poco ma sicuro, pensò Lorian soddisfatto di se stesso e dei suoi compagni.
Nel frattempo, il ragazzo del 7 -Lawrence? No, no, Andrew- aveva afferrato al volo la cintura con le accette lancatagli dal ragazzo del 12. Anche lui, come Damian, aveva gridato, disperato, vedendo morire il proprio alleato. Ora, però, si trovava a dover fronteggiare un nemico assai più pericoloso: Deborah Devis, ancora sulla cornucopia, lo aveva colpito alla spalla con un coltello da lancio,  penetrato piuttosto in profondità. Bene o male, però, il ragazzo era riuscito a fuggire, approfittando della distrazione dell'avversaria.
Deborah, infatti, era rimasta ad osservare, allibita, Sasha, che correva come un forsennato verso la piccola Anthea, che, cercando di prendere uno zainetto a pochi metri da lei, era capitombolata giù fin quasi alla cornucopia.
Lorian sorrise, contento. Finalmente anche il tributo del 4 avrebbe ucciso qualcuno. Sembrava davvero promettente, quello, proprio come la sua compagna, che, purtroppo, aveva fatto un mezzo buco nell'acqua, inseguendo Gabriel: difatti era riuscita a colpirlo con un pugnale, ma non ad ucciderlo.
In ogni caso, il ragazzo del 4 adesso si trovava proprio di fronte alla bambina del 9.
Il silenzio scese nella sala, tutti erano in attesa.

***

-Va via, va via!- 
Sasha gridò con quanto fiato aveva in corpo, senza preoccuparsi del fatto che chiunque potesse sentirlo.
-Cosa?- chiese la ragazzina, sbigottita, rialzandosi da terra e stringendosi sempre più forte allo zaino arancione che l'aveva quasi uccisa.
-Vattene via, Anthea, non ho intenzione di ucciderti. Ricordati sempre del ciondolo. Ora va, ti prego, va!- ora Sasha stava quasi piangendo. La morte di Anthea al bagno di sangue, infatti, avrebbe significato la sua sconfitta in partenza. E Sasha non voleva essere sconfitto, non in questo campo.
-Va bene, Sasha. Scusa, avrei dovuto ascoltarti. Grazie- sussurrò la bambina, poi si voltò e fuggì verso la parete del crepaccio.
Sasha tirò un sospiro di sollievo e si voltò, felice perché nessuno, in quella baraonda, aveva prestato attenzione alla sua scenetta.
Purtroppo per lui, Deborah Davis aveva visto tutto. Un favorito che non riesce a uccidere una ragazzina. Non era credibile. Non era possibile, non era concepibile. Un favorito che non riusciva a uccidere una ragazzina indifesa era un peso morto. E Deborah odiava i pesi morti.
Il coltello fischiò nell'aria per qualché secondo, per poi conficcarsi nella gamba destra del ragazzo del 4, che, colto di sorpresa dal gesto di Deborah, non riuscì nemmeno a pensare di schivarlo. Sasha gridò, più per rabbia che per il dolore, al quale era abbastanza abituato.
Tentò di alzarsi e fuggire, ma il coltello, lanciato con molta precisione, gli impediva di muoversi con la solita velocità. La seconda lama lo colpì alla schiena, mentre cercava di allontanarsi, carponi. Il terzo ed ultimo pugnale lo colpì al collo e lo impalò al terreno.
L'ultima immagine che i suoi occhi riuscirono a registrare fu Anthea che, sulla cima del cratere, piangeva. 
Le ultime parole che le sue labbra riuscicono a pronunciare furono:- Scappa! Va via! vinci per me!-
Poi il buio eterno appesantì le sue palpebre e Sasha delphin morì.

***

-Quel ragazzo doveva avere proprio poco sale in zucca- ridacchiò Beetl.
-Già, sacrificarsi per una ragazzina? Che idiota, avrebbe potuto vincere- commentò Lorian. Qualcuno -probabilmente qualcuno che aveva puntato tutto sul favorito- imprecò, gli altri risdacchiarono e applaudirono, sempre più ebbri.
Ormai alla cornucopia non rimanevano che i favoriti.
Ma c'erano altri due tributi, ancora sulla cima del cratere, che si erano avvicinati troppo. Troppo perché non iniziasse lo scontro.
L'attenzione di tutti si volse verso quei tributi dello stesso distretto, che, inevitabilmente, sarebbero stati costretti a combattere.
 

***

Fischiato l'inizio, Heather Aarons, Distretto 8,  era scesa dalla pedana e aveva raccolto il coltello, poi aveva fatto dietrofront ed era fuggita. Purtoppo, aveva fatto la stessa cosa anche Ewan Bushell, il suo compagno. 
Si erano incrociati a metà strada tra le loro pedane, la prima armata, il secondo no. Venivano dallo stesso distretto, ma non si conoscevano. O meglio, lui conosceva lei di fama: Heather, la figlia dell'ubriacone, del nullafacente. Chi non la conosceva? 
Ad Heather, d'altro canto, era già capitato altre volte di vedere "il bello" del distretto, anche prima dell'estrazione. 
Correvano talmente forte che quasi si scontrarono. Per un secondo, entrambi i ragazzi diffidenti si squadrarono.
Poi lui tentò di voltarsi e fuggire. Sapeva che sarebbe stato inutile affrontare la ragazza a viso aperto, aveva visto com'era brava con i coltelli. Per Heather, invece, l'intera scena si riduceva a una domanda: 
Heather, puoi?
Era una domanda sola, ma racchiudeva in se un sacco di altre domande: Heather, puoi ucciderlo? Heather, riusciai a guardare la vita che abbandona il suo corpo? Heather, riuscirai più a dormire la notte? Heather, vale la pena ucciderlo? Heather, vale la pena VIVERE?
HEATHER, PUOI?
La ragazza dell'8 afferrò il suo compagno di Distretto per i capelli, senza lasciargli il tempo di scappare. Gli piegò la testa all'indietro e, con un rapido movimento del braccio destro, gli aprì la gola da un orecchio all'altro. Nemmeno il tempo di sentire dolore, e Ewan Bushell era morto, solo un rauco borbottio a sancire la sua fine.
E, finalmente, Heather Aarons ebbe la sua risposta.
Si.
POTEVA.

***

Gli strateghi, ormai quasi completamente ubricachi, risero ancora, esaltati da quella spece di fratricidio, da quella battaglai "distretto contro distretto".
In realtà, la ragazza-folletto li aveva sorpresi tutti, con quella freddezza nell'uccidere.
 

***
 

Ormai, alla cornucopia rimanevano solo i favoriti. Deborah saltò giù dall'enorme struttura metallica e osservò il terreno ai suoi piedi. 
Tutto il sangue versato stava convergendo verso il centro del cratere, inzuppando la sabbia e il terreno circostante. Da dove era lei, si affondava nel liquindo vermiglio fino alle caviglie.
-Uaoh, adesso capisco perché lo chiamano "bagno di sangue"- disse Hannah avanzandio a fatica nel terreno melmoso.
Deborah constatò con amarezza che il loro gruppo si era considerevolmente ridotto: ormai rimanevano solo Kevin, Joshua, Hannah, Lucy e lei. Ribes aveva tradito e Sasha era morto da idiota.
-Fatemi controllare cosa c'è qua- ringhiò con rabbia dirigendosi verso la bocca della cornucopia.
All'interno, vi erano numerose casse contententi acqua e cibo a lunga conservazione, nonche medicinali, armi, fiammiferi e combustibili. Ma la cosa che era presente in maggior quantità era, sicuramente, la legna: c'erano centinaia di ciocchi ammassati in fondo. Ma certo: sulla luna non c'erano alberi. Non si poteva accendere nessun fuoco.
-Siamo decisamente al sicuro- disse uscendo dal corno dell'abbondanza ed esibendo un sorriso tirato.
-Fortunatamente- disse Kevin. Deborah evitò il suo sguardo e si rivolse al resto del gruppo:- Siamo rimasti in pochi, purtroppo. Dovevamo essere di più. Ma ci dovremo far bastare noi stessi-
-Certo, se tu non avessi ucciso Sasha-
si azzardò a dire Hannah.
La ragazza dell'1 la fulminò con lo sguardo, mettendola a tacere.
Improvvisamente, un gemito mise tutti all'erta. Non era stato niente più che un singhiozzo isolato, ma tutti lo avevano avvertito. Proveniva dal retro della cornucopia. 
Quando vi si recarono, i favoriti ci trovarono Alice. Era riuscita a trascinarsi per metà del corno dell'abbondanza. Aveva il corpo pieno di sangue e un enorme orbita vuota piena di sangue laddove un tempo c'era stato l'occhio sinistro. La ferita alla testa che si era fatta sbattendo contro la cornucopia continuava a sanguinare copiosamente. Tutti i favoriti tranne Lucy  risero vedendo quella scena così orribilmente pietosa.
-Oh, guarda chi c'è qua? Pensavo fossi morta, distretto 12- disse Deborah, con voce atteggiata a falsa pietà.
Vedendo Joshua estrarre un coltello, Alice cominciò a piangere e gridare ancora più forte, cercando in tutti i modi di sottrarsi ad altro dolore, di trascinarsi nel fango impregnato del suo stesso sangue. Ma fu tutto inutile. 
Tra le risate generali, il ragazzo del 2 le piantò il coltello nella gola e recise molto lentamente, assaporando ogni momento del dolore della ragazzina.
-Basta- disse a un certo punto Lucy: -uccidila e basta-
-Perché mai dovrei farlo?-
-Perché è un essere umano, come te, Joshua-
-Lei non è come me- rispose il ragazzo, che, in ogni caso, pose fine alle sofferenze della quindicenne con un taglio secco.
Superato il passatempo di Alice, tutti i cadaveri furono recuperati da un hovercraft.
-Bene- disse Deborah: -ora vediamo di organizzarci. Che si fa adesso?
-Si va a caccia? propose Joshua.
-No- rispose Lucy, calma.
-No?- chese Deborah, stupita. Di solito, i favoriti andavano sempre a caccia, il primo giorno.
-No. Dentro a questo cratere, siamo molto protetti da attacchi esterni. Chiunque provasse ad attaccarci sarebbe molto vulnerabile mentre scende la parete di roccia. Ma, se ce ne andiamo noi, chiunque potrebbe raggiungere la cornucopia: immagina se esistesse un altra alleanza, grande come la nostra: non è affatto da escludere. Se quella attaccasse la cornucopia, anche se laciassimo qualcuno di guardia, quel qualcuno morirebbe e per noi sarebbe molto difficile riconquistare il territorio perso-
Gli altri favoriti annuirono, sorpresi dall'acume della ragazzina. Non sapevano, però, qual'era il vero motivo per il quale Lucy stava scoraggiando i suoi compagni: la ragazza del 4 temeva per Alexis. Era abbastanza certa che fosse sopravvissuta, ma non poteva garantire che si sarebbe salvata se tutti i favoriti fossero andati a caccia contemporaneamente.
-Bene. Allora niente caccia- disse Deborah anticipando la risposta di tutti -Ora pensiamo alle tende-
-Se volete, posso pensarci io-

disse una voce. Venus Lanchanes apparve sulla cima del cratere. Discese ad ampi balzi ed atterrò agilmente sul sanguinolento suolo lunare.
-Che vuoi, Distretto 5?- sghignazzò Deborah mostrando un coltello.
-Voglio unirmi a voi. Ho sentito che vi mancano favoriti- rispose la ragazza mostrando come prova della sua buona fede il coltello insanguinato con il quale aveva ucciso Alethea.
Uno ad uno, i favoriti annuirono, fino ad arrivare a Deborah.
-Va bene. Ma se provi a tradirci come ha fatto quella schifosa di Ribes io...-
-Non vi tradirò-
rispose Venus. E da come sorrise, da come parlò, sembrava davvero pensarlo.

***

Lorian osservò con interesse l'unione di Venus ai favoriti.
7 tributi erano morti, quel giorno. Almeno altri 2 erano moribondi o in procinto di perdere la vita.
Finalmente nell'arena, pensò Lorian. 
Finalmente, il conto alla rovescia che avrebbe portato a un vincitore era iniziato. 

-7


Ok, e qui ci vuole il discorso. 
Primo, mi dispiace per tutti i tributi morti, mi dispiace tantissimo. Forse non mi crederete, ma ho sofferto anch'io nell'ucciderli.
A ogni modo, erano tutti estratti a caso, perché, durante il bagno di sangue, tutti hanno la stessa probabilità di morire.
Mi scuso anche per la crudezza delle morti, ma, sinceramente, non ho voluto alleviarle, perché facendolo sarei andato contro lo spirito degli Hunger Games, ovvero quello di mostrare la morte e la guerra per quello che è.
Bene, ho deciso le morti con Beetlejeuse, il mio secondo stratega, quindi un pochino prendetevela anche con lui.
Per i mentori dei morti, mi spiace ancora: riguardo ai vostri soldi (quelli donati dagli sponsor) potete distribuirli agli altri tributi.
Comunque, i vostri tirbuti non saranno dimenticati: aprirò una racconta di ministorie che parleranno singolarmente delle vostre povere creature.
Spero che, in ogni caso, il capitolo vi soddisfi (ho messo anche in nuovo banner) e spero che i mentori dei tributi morti non smetteranno di seguire la storia solo perché la loro creatura non c'è più. Perché loro, tutti loro vivranno sempre nei nostri cuori.

Ok, questo discorso sembra più una veglia funebre xD è che questo capitolo mi mette tantissima tristezza TT.TT
Bene, spero di avervi soddisfatto, se volete spiegazioni o delucidazioni non esitate a contattarmi ;)

Ciao,
Peeta97




 


 






 

  
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