Quell’uomo si era attaccato alla sua gonna, l’aveva strattonata e poi era semplicemente morto.Morto.
Senza dire qualcosa,senza pronunciare la famosa ultima frase,era morto,e lei non aveva potuto fare nulla per evitarlo,l’aveva guardato ed aveva urlato,per poi andare a casa ed essere consolata dalla sua famiglia.Lei era stata consolata,lei era sta consolata,come se gli fosse successo qualcosa,come se avesse fatto qualcosa,ma era proprio questo il fatto che non l’aveva fatta smettere di pensare:non aveva fatto niente,era rimasta così sorpresa dal tutto che le sue ossa si erano congelate.Se fosse stata più attenta?Avrebbe potuto aiutarlo?Se avesse chiamato qualcuno?Avrebbe potuto salvarlo?
Se,se,se.Fatto sta che non aveva fatto niente e il rimorso era diventato come un tarlo che gli rodeva il cervello.Era uno sconosciuto ma questo non riusciva a lenire il senso di colpa,il pensiero che una vita si fosse spenta davanti ai suoi occhi,come se fosse stata una candela.
Il tutto scatenava in lei una catena irrefrenabile di pensieri:anche lei si sarebbe spenta così?Avrebbe visto,in futuro,la sua famiglia morire senza poter aiutare nessuno?Senza poter far niente?Era dunque la morte la fine di tutto?Perchè quell’uomo,in mezzo a tanta gente,aveva chiesto aiuto proprio a lei?E perchè lei non era stata in grado di darglielo?

Con questi pensieri,Agnese abbraciò il cuscino,sperando di essere una donna più forte con il sorgere del sole.