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Autore: Swamplie    03/10/2012    7 recensioni
“Baciami” ripetei asciugandomi il volto dalle lacrime con il dorso della mano.
“Non credo che possa aiutarci... forse è meglio di no, Tonks.” Lo vidi un po’ a disagio.
“Solo un bacio. Poi ti prometto che farò di tutto per allontanarmi da te.”
Ninfadora Tonks e Remus Lupin sono i protagonisti di questo racconto. Riuscirà Tonks a convincere Remus che possono davvero stare insieme?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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SOLO UN BACIO, REMUS
 
Erano le 23.30. Non riuscivo a dormire. Come tante altre notti, d’altronde. Tutti i membri dell’Ordine dormivano a Grimmauld Place, c’era un via vai incredibile. Ci eravamo tutti trasferiti a casa di mio cugino, sarebbe stato più sicuro che tornare a casa tutte le sere. Si andava a letto presto, alle 22.30 le luci erano già spente. E la sveglia era alle 6.
Odiavo non riuscire a dormire, perché nel letto, la sera, i pensieri inevitabilmente prendevano una rotta poco sicura. Remus mi appariva davanti agli occhi, come se si trovasse nella mia stanza in carne e ossa. E mi facevo male. Mi facevo male cominciando a immaginare noi due, noi due che ci baciavamo, noi due a letto insieme. Per delle stupide ragioni tutto questo restava solo nella mia mente.
Era solo uno stupido.
Quella sera, poi, durante l’ennesima riunione della settimana, tutto mi era crollato di nuovo addosso. Lui non mi aiutava per niente. Per tutta la serata continuava a guardami e fissarmi. E io non potevo resistergli, non riuscivo. Potevo farcela quando lui non c’era. Ma se quegli occhi scuri incontravano i miei, tutto lo sforzo per dimenticarli svaniva in un attimo. Durante quella riunione tutto era scoppiato di nuovo dentro di me. Leggeri brividi mi percorrevano la schiena ogni volta che incrociavo i suoi occhi. E non potevo fare a meno di voltarmi verso di lui, era una calamita che mi attirava con una forza troppo forte.
Ero stesa a pancia in su e guardavo le travi del soffitto. Poi mi apparvero davanti agli occhi due figure. Un uomo e una donna. Io e Remus.
Ma Merlino, levati dalla testa! Vattene, sparisci! Non ti voglio, mi fai male!
Cominciai a piangere e a dare pugni sul cuscino. Era tutto inutile naturalmente. Lanciai il cuscino contro la porta e con le lacrime che continuavano a rigarmi il viso presi a dare pugni sul muro. Sarebbe stato più efficace.
“Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio. Ti odio.” Ripetevo ogni volta che colpivo la pietra della parete. Le nocche stavano cominciando a sanguinare. E le lacrime continuavano a scendere. Stavo meglio. Di pochissimo, ma mi faceva sentire meglio.
“Ti amo troppo.” Conclusi buttandomi di nuovo sul letto, le lacrime scendevano.
                                                                                                        
Qualche minuto dopo sentii bussare alla porta. E prima che potessi dire qualcosa Remus entro in camera e si chiuse la porta alle spalle. Alla sua vista il mio cuore perse un battito e all’altezza dello stomaco si fece sentire un familiare formicolio. Ma perché diamine deve farmi quest’effetto??
“Che è successo? Ho sentito dei colpi, venivano da qui?” Cominciò lui, rimanendo accanto alla porta. Il suo tono di voce era calmo.
Cercai di asciugare velocemente col dorso della mano le lacrime e di tentai di muovere le labbra per un sorriso, ma quello che ne uscì fu probabilmente una smorfia.
“Non ti preoccupare, non è successo niente” risposi, evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo.
“Sei sicura? Hai pianto.” Alzai gli occhi sul suo viso. Pessima mossa. Stava sorridendo. Quel sorriso così maledettamente perfetto. Come faceva ad essere sempre così calmo e così serio, anche con quel sorriso sul volto? Le lacrime premevano violentemente per farsi strada, ma le ricacciai dentro.
“Si, ma non è successo nulla.” Dissi, alzandomi dal letto e tentando di nuovo di sorridere. “Davvero, non preoccuparti”
“Tonks, stai sanguinando” Si avvicinò a me e mi prese le mani. A quel contatto i brividi lungo la schiena ritornarono a farsi sentire. “Che hai fatto?”
“Niente ti ho detto.” Replicai allontanandomi da lui e voltandomi di spalle.
“Posso aiutarti io se c’è qualcosa che non va” continuò lui con quel tono dannatamente calmo, che però non mi aiutò per niente.
“No!” risposi, girandomi verso di lui di scatto. “Non puoi fare niente! Tu non capisci. Non puoi aiutarmi! Anzi si, puoi farlo. Non fare niente! Se non fai niente mi aiuti! Non ti preoccupare di me e non ti avvicinare!” Ormai con le lacrime era una battaglia persa. Le lasciai scivolare sulle guance e continuai a fissarlo negli occhi.
“Sei tu quel qualcosa che non va! Come fai a non rendertene conto? Come fai a non vedere come sto realmente? Vuoi davvero aiutarmi? Bene, non mi parlare, non mi considerare e soprattutto non mi guardare come hai fatto stasera! Io... io non ce la faccio! Non riesco a dimenticarmi di te se fai così! Perché non lo capisci? Perché per te tutto è sempre più facile?”
“Tonks non dire così. Credimi, anche per me è difficilissimo. Io...”
“Io ti amo. E non capisci neanche questo. Tu hai detto che non possiamo stare insieme. Io l’ho accettato anche se ancora non capisco quale sia il perché. Ora, se vuoi che io dimentichi tutta questa storia, che cancelli tutto ciò che provo per te, per favore, fa come se io non esistessi. Non mi guardare e lasciami in pace.”
Stavo quasi urlando, le braccia agitate nell’aria. E le lacrime che scendevano. Mi serviva quello sfogo, era meglio di un muro da prendere a pugni. Lui era lì, la sua espressione indecifrabile, gli occhi scuri.
Perché sei così bello?
“Dora non piangere per favore. Anche io ti amo e...”
“Non dire che mi ami!! Non ti credo! Non è vero! Non starei qui a piangere per te altrimenti! Non lo capisci davvero, allora?”. Gridavo come mai avevo fatto. Probabilmente tutti erano attaccati con l’orecchio alla porta e si chiedevano cosa stesse succedendo. Ma non m’importava per niente. Avrei continuato a urlare.
“Scusa davvero. Hai ragione tu. Sono uno stupido e non voglio che tu stia male. Me ne vado. Buonanotte Dora” e si voltò per tornare in camera sua.
Non poteva finire così però. Forse non volevo che se ne andasse, ma non potevo trattenerlo lì.
“Baciami”
Non riuscii a trattenermi. Stava veramente finendo tutto e non mi meritavo che finisse in quel modo. Lui si girò un po’ sorpreso.
“Che cosa?”
“Baciami” ripetei asciugandomi il volto dalle lacrime con il dorso della mano.
“Non credo che possa aiutarci... forse è meglio di no, Tonks.” Lo vidi un po’ a disagio.
“Solo un bacio. Poi ti prometto che farò di tutto per allontanarmi da te.”
“Peggiorerebbe la situazione”
“Che c’è, hai paura di non resistere e fermarti ad un solo bacio?” dissi cercando di farlo sorridere. E ci riuscii, ma continuò a tenere gli occhi bassi.
“Si, anche quello.”
“Allora ti fermo io. Un solo bacio e poi mi allontano.” Feci un passo verso di lui. “Cercherò di farmelo bastare” aggiunsi sottovoce più a me che a lui.
Sorrise di nuovo.
“Baciami” ripetei, tornando di nuovo seria.
“...”
“Remus...” un altro passo.
“...”
“Per favore...” ancora un altro passo.
“Remus, uno solo...” Finalmente alzò lo sguardo e mi ritrovai quegli occhi scuri dritti nei miei, le labbra a pochissimi centimetri. Forse un solo bacio non mi basta...
La distanza tra noi, anche se eravamo vicini, mi sembrò chilometrica. Mi sembrò di avvicinarmi a lui all'infinito e non incontrarlo mai. Ma quando poi finalmente le nostre labbra si incontrarono mi parve di morire di felicità. Ok, sarebbe stato solo un bacio, ma era il miglior modo di finire quella storia.
Fu un bacio lento inizialmente: assaporavo le sue labbra come se fossero il dolce più gustoso mai assaggiato. Poi provai a premere piano con la lingua. Era solo un bacio e l'avrei fatto come si deve! Lui non oppose resistenza e schiuse le labbra. M'invase all'improvviso un'ondata di piacere incredibile. Leggeri brividi lungo lo spina dorsale e un solletico all'altezza dello stomaco mi colpirono contemporaneamente.
Mi prese le mani e intrecciò le dita con le mie. Provai un leggero dolore quando le sue mani toccarono le ferite sulle nocche. Ma tutto il piacere che stavo provando in quei momenti lo cancellarono completamente. Merlino, quanto amavo quell'uomo. Mi sarebbe bastato solo un bacio? Mi doveva bastare. Dovevo cercare di non farmi prendere troppo da quegli attimi di paradiso o non ne sarei più uscita.
Poggiai le mani sulle sue spalle e malvolentieri lo allontanai.
"Remus, se continuiamo non credo di riuscire più a fermarmi" sussurrai, pentita di aver lasciato le sue labbra.
"Solo un altro" e ritornò violentemente su di me prima che potessi dire altro.
Sentii subito la sua lingua e fu un bacio molto più passionale e intenso. Sicuramente non sarei riuscita a fermarmi. Baciarlo era una cosa così meravigliosa che mi sembrava irreale. Portai le mani all’altezza del suo viso e gli accarezzai le cicatrici, continuandolo a baciare. Quelle cicatrici, quella pelle ruvida mi fecero rendere conto che era davvero lui. Chiusi gli occhi e sentii le sue labbra spostarsi lentamente sul mio collo. In quel momento pensai seriamente che mi sarei sciolta tra le sue braccia. Le gambe non mi reggevano più e fui costretta ad aggrapparmi alle sue spalle. Piegai la testa di lato perché potesse essere più comodo. Forse stavo morendo perché quello era il paradiso. Di colpo fui invasa da un'ondata di desiderio in tutto il corpo. Era fortissima. Volevo di più.
"Re... Remus" tentai di dire. "Remus... io... non riesco più a resisterti.  Fermati."
“Non posso fermarmi” sussurrò lui al mio orecchio. Stavo impazzendo di desiderio, ma doveva smettere. Poi sarebbe stato durissimo non pensarci.
“Non possiamo continuare” mi sforzai di dire mentre lui infilava la mani sotto il maglione.
“Che strano, prima ero sempre io a dire queste parole.” Mi bloccai un attimo. Lui lentamente mi sfilava il maglione.
“Vuol dire che ora non lo pensi più?”
“No.”
“Davvero?” Non credevo a ciò che sentivo.
Si allontanò qualche centimetro.
“Davvero. Senti, sono stato uno stupido che solo ora ha aperto gli occhi. Ti chiedo scusa. Voglio stare con te. Se vuoi poi ti faccio tutto il discorso di scuse. Ora vorrei fare altro.” Sorrise. Si avvicinò di nuovo e mi sussurrò all’orecchio mentre sentivo che i miei capelli diventavano rosa, il rosa più bello che avessi mai avuto.  “Dimmi che posso continuare, perché non sono in grado di fermarmi.”
“Non voglio che ti fermi” risposi sorridendo.
Posò le mani sui miei fianchi e mi portò lentamente verso il letto. Mi ritrovai stesa su di lui con un’incredibile voglia di spogliarlo e toccarlo.
Non aspettai altro tempo. Infilai le mani sotto il suo maglione e glielo levai. Lui mi prese i polsi e mi avvicinò a sé. Mi soffiò sulle labbra:
“Ti amo Dora”
“Ora ti credo. Ti amo Remus.”
 

 



Bè questo è il mio racconto :)
La coppia RemusTonks è una delle mie preferite, insieme sono perfetti.

Grazie per averlo letto. Mi farebbero piacere dei commenti, anche negativi naturalmente. Mi aiuteranno ;)

Swamplie
    









   
   
 

  
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