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Autore: MayBane    04/10/2012    4 recensioni
Ispirato e dedicato a una persona che per me significa davvero tanto, scritta con il cuore in mano per una persona, buona lettura:
"Si tenevano la mano camminando per il viale alberato.
Quella era l'immagine della perfezione, Laura ne era certa.
Non avrebbe mai messo fine quegli istanti.
Erano ricordi dolorosi di una felicità liquida."
Buona lettura, May.
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken.
 

....Hai mai amato tanto da fermare il tempo....

....c'è una vita intera in un momento....

....per cercarti ho attraversato il mondo e poi tu hai trovato me....

 

 

Laura avrebbe davvero voluto delle briglie per aggiogare il tempo,

una prigione per impedirgli la fuga.

il tempo correva incurante di quel dolore sordo che la prendeva.

Stringeva la mano della ragazza al suo fianco;

tentava di memorizzarne ogni minimo dettaglio.

Il taglietto non guarito sul pollice,

il callo venutole per suonare la chitarra,

il piccolo neo sull'indice.

Osservava i capelli castani dell'amica, i ricci sembrano giocare con il vento.

E gli occhi guardavano tutti  con cipiglio altero.

 

"non è chissà poi quanto bella! "  "una come lei spaventa qualsiasi ragazzo!"

 

In tanti l'avevano detto, Laura stessa l'aveva più volte confermato;

Eppure ora Viola le pareva proprio bella. 

Laura avrebbe voluto fermare in quel preciso momento il tempo,

ora che erano vicine, ora che erano in armonia.

Si tenevano la mano camminando per il viale alberato.

Quella era l'immagine della perfezione, Laura ne era certa.

Non avrebbe mai messo fine  quegli istanti.

Erano ricordi dolorosi di una felicità liquida.

Laura strinse la mano di Viola, come se  potesse scomparire al primo sbuffo di vento.

Laura odiava le persone, e non era solo un modo gentile per dire che non aveva amici;

Lei le odiava davvero, le davano un fastidio  che rasentava quasi la repulsione.

Eppure amava il contatto umano. 

Viola era esattamente il suo opposto. Amava stare con la gente, era amica di tutti,

sempre socievole, ma appena la toccavi pareva che desiderasse la tua morte.

Una stretta di mano andava bene, camminare vicine anche, tenersi per mano a mala pena tollerabile, ma andare a  braccetto era quanto meno in pensabile, figurarsi un abbraccio.

Eppure si erano trovate, quasi per caso. O forse per semplice volere del fato.

Al suo fianco Laura si sentiva al posto giusto.

Come se l'universo avesse preso a ruotare nella direzione corretta.

Era un sensazione talmente strana, ma così tremendamente piacevole.

 

****

 

Si erano sdraiate sull'erba del loro parchetto preferito.

Non un rumore s'udiva. Solo il vento si divertiva a scuoter le foglie,

creando un fruscio simile al sussurro degli innamorati.

Stese su due asciugamani le ragazze s'ignoravano, ognuna persa nei sui pensieri.

L'erba da tempo non curata solleticava le loro gambe nude e le loro mani ancora intrecciate, che fuoruscivano dal ruvido tessuto.

Una farfalla si posa sul naso di Viola, ed è uno scoppio di risate.

Laura imprime anche questo nella mente; La risata di Viola le piace da morire.

Laura si appoggia sui gomiti, soffia in direzione di Viola e la farfalla fugge.

Poi si piega un poco e fa incontrare le loro bocche.

Un bacio casto che con uno stuzzichio di lingue va ad approfondirsi.

Non è un bacio perfetto come quelli dei film:

Che durano ore e sembra che vogliano mangiarsi a vicenda.

E' semplice, dura un frazione di secondo, tanto che sembra un sogno,

è delicato, ma molto voluto. E Viola sa di cioccolata, Laura appunterà anche questo.

 

****

 

Laura tenta di trattenere le lacrime, si era promessa di evitare quella scena pietosa.

Si trovava in aeroporto, era circondata da davvero troppa gente,

l'attacco di panico era lì, acquattato dietro l'angolo, le pareva quasi di scorgerlo.

Ma doveva salutare Viola.    

Aveva imprecato a lungo quando aveva saputo che Viola si sarebbe trasferita, e non in una città vicina, ma in un'altra regione, dal nord delle marche al sud della Puglia.

Era fottutamente lontano, ma poi l'aveva accettato, si era voluta godere quei giorni.

Ma le lacrime non cessavano di scendere.....

 

****

 

Era partita su quel fottuto aereo da così poco tempo, solo due sere dopo avevano annunciato la caduta, un problema interno, e l'aereo che s'immerge nel mare.

Pochi sopravvissuti, e tra questi c'è Viola.

Ma non è più lei. E' solo un fantoccio, non si è ripresa dallo shock della caduta.

Viola sedeva su una poltroncina bianca dell'ospedale, Laura si avvicina cauta.

Non v'è più niente di quel che aveva amato.

I suoi ricci con i quali le piaceva giocare a causa di un taglio sul capo erano stati tagliati,

Le mani, un tempo agili e scattanti  ora tremano come uccellini spauriti.

E negli occhi verdi che aveva tanto amato non  v'è più nulla.

Sono vuoti.

Dalle labbra violacee proviene un rantolo, due parole che distruggono un cuore.

 

"chi sei ? "

 

****

 

Viola si muove incerta nella camera d'ospedale, quasi temesse che le gambe le cedano,

prende in braccio una chitarra di legno chiaro e la mano si muove insicura a pizzicare le corde,

da esse proviene un rantolo strano, sistema i corti ricci biondi dietro alle orecchie e ritenta;

afferra il ritmo, una melodia lontana, sulla quale una voce conosciuta  coreggia soave.

 

****

 

Del loro amore non v'è che un brandello,

dell'antica pace solo il ricordo

ma sottopelle qualcosa si muove

e l'amore forse può ancora sbocciare.....





Salve!
Noticine dell'autrie: La storia inizialmente doveva chiamarsi Fiore D'ortiche, poi ha subito una modifica....
                                   secondo, il finale, anche se non sembra molto, è un finale aperto, se fatte un   
                                    controllino potete notarlo ;)
                                  e poi......non so più che dire, spero che la lettura vi sia piaiuta.


Saluti May

   
 
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