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Autore: soel95    04/10/2012    2 recensioni
E se in seguito ad un incidente, i sentimenti che Esmeralda prova per Phoebus cambiassero...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claude Frollo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aveva sgranato gli occhi sorpreso per quanto era avvenuto… il punto del braccio che Esmeralda gli aveva toccato era improvvisamente diventato più sensibile del normale, la pressione sanguigna stava aumentando vertiginosamente e con essa l’impossibilità di ragionare lucidamente; quella ragazza stava seriamente mettendo a dura prova le sue capacità di autocontrollo senza rendersi conto di cosa questo comportasse.
 
-Non è vero… voi state soffrendo…- quelle parole lo colpirono come una pugnalata dritta al cuore; non si sentiva in grado di sopportare quel tono di voce carico di preoccupazione
-Vi state sbagliando…-
-No invece…- ma perché non si decideva a lasciarlo solo? Per quale motivo doveva mettersi a discutere con lui proprio in quel momento… proprio ora che era così vicino al baratro? – Volete dirmi che cosa vi turba?- gli aveva parlato piano… la sua voce calda lo aveva fatto tremare raggiungendolo nel profondo.
 
Quando finalmente aveva sollevato lo sguardo per puntarlo su quello di Esmeralda, dentro di lui qualcosa si era rotto, era caduto trascinandolo nell’abisso… gli occhi erano sgranati mentre le pupille si erano ridotte a due fessure che la osservavano con insistenza e senza alcuna titubanza; tutta la passione così a lungo repressa, ora trovava sfogo attraverso i suoi gesti; come se il suo corpo non gli appartenesse più, si sollevò da terra rivelandosi in tutta la propria altezza e svelando in quello steso modo agli occhi della gitana, il proprio busto svestito che fremeva dal desiderio di contatto con il giovane corpo che gli si trovava dinnanzi. La vide sobbalzare per lo stupore ed un lieve rossore imporporarle le gote a causa dell’imbarazzo… ma nulla oramai avrebbe più avuto il potere di fermarlo ne di fargli ritrovare la calma che aveva a lungo cercato.
 
Avanzava lentamente verso di lei che automaticamente si muoveva in senso opposto al suo, spaventata da quell’aspetto nuovo del suo carattere che le si stava manifestando per la prima volta; Claude non percepiva neanche il contatto dei propri piedi con il freddo pavimento, l’unica cosa sulla quale la sua mente orai era concentrata era la figura di Esmeralda che si stava chiudendo da sola in trappola. Il suo cammino cessò quando riuscì ad imprigionarla tra la parete della stanza e le proprie braccia che, distese ai lati della sua testa, le impedivano ogni minima via di fuga.
 
-Che… che cosa vi prende?...- la vena di paura che incrinava la sua voce ora era ben udibile… eppure le orecchie dell’arcidiacono erano sorde ad ogni suono, i suoi occhi chiari ciechi ad ogni immagine che non fosse quella della giovane
-Non.. non ce la faccio più…- il suono roco che uscì dalla sua gola, così distante da quello melodioso che aveva di solito, pietrificò, se possibile, maggiormente la ragazza in quella situazione di impotenza.
 
Accadde tutto rapidamente; nell’istante in cui Claude vide le labbra della gitana socchiudersi per lo stupore, vi si fiondò sopra imprigionandole con le proprie in un gesto di tormento passione… la legò in un bacio carico di lussuria e disperazione che le fece tremare le ginocchia ma che incendiò l’arcidiacono di un fuoco oramai impossibile da controllare. Sebbene la ragazza tentasse di opporsi a quelle carezze che la scuotevano, a quel cercarsi di labbra che la faceva rabbrividire, con tutta se stessa, la forza di Frollo, per natura superiore alla sua, in quel momento appariva duplicata dal desiderio.
 
Le labbra dell’uomo frugavano il collo della giovane per imprimervi un marchio di fuoco… mordevano ed assaggiavano quella carne tenera e vellutata dalla quale non riusciva più a separarsi, ne sentiva una necessità impellente, come se si trattasse delle sua unica fonte di salvezza… gli sembrava di vivere del contatto con quella gola. Le sue mani si muovevano rapide lungo tutta la linea del corpo di Esmeralda nel tentativo di impararne la geografia attraverso il contatto; nonostante fosse la prima volta che toccava una donna… le sue mani, la sua carne… tutto se stesso, gli sembrava che non fossero stati creati che per quello, per godere di quella presenza angelica.
 
Si sentiva invaso da un piacere nuovo e sconosciuto che con il passare del tempo diventava sempre più forte, sempre più intenso pervadendolo in ogni fibra del suo essere: più le sue labbra percorrevano il profilo di Esmeralda, più le sue lunghe dita affusolate si insinuavano tra i lacci che tenevano insieme le sue vesti, più le sue mani avvolgevano perfettamente ogni forma del suo corpo… più quell’intenso calore aumentava al punto di renderlo bollente, la lava che gli scorreva nelle vene non gli permetteva di pensare ad altro se non alle magnifiche sensazioni che quella figura gli stava facendo provare.
 
 
 
 
Era rimasta interdetta nell’istante stesso in cui aveva percepito le labbra dell’arcidiacono premere con violenza contro le proprie costringendole a schiudersi per intrappolarle in un bacio carico di passione;  non riusciva a capire cosa fosse avvenuto nell’animo di quell’uomo che si era sempre dimostrato cortese nei suoi confronti per spingerlo ad un gesto simile… che cosa si fosse mosso dentro di lui al punto tale da fargli perdere completamente il controllo.
 
Le immagini di quella terribile notte di pochi giorni prima si sovrapposero brutalmente a quanto le stava avvenendo in quella piccola stanza, bloccata alla la parete dal corpo robusto del prete che si tendeva fino allo spasimo contro il proprio ed un’ansia incontenibile la pervase; tentava con tutta se stessa di liberarsi da quella morsa che sebbene le impedisse ogni minimo movimento, non le trasmetteva le stesse sensazioni di pura bramosia che aveva avvertito con il capitano Chateapers… nonostante il gesto che Claude era sul punto di compiere, Esmeralda si era accorta che in lui vi era amore, un amore inimmaginabile e capace di essere tremendamente dolce.
 
Lo sentiva  vagare su tutto il corpo con un’ansia insana fino a soffermarsi sulle forme dei seni che si adattavano perfettamente alle coppe delle sue mani trasmettendole dei brividi nuovi… mai prima d’ora provati; se non fosse stato un gesto dettato unicamente dalla voluttà… probabilmente, in seguito a quanto il suo cuore stava iniziando a domandarsi ed a comprendere, sarebbe stato vissuto da entrambi con maggior trasporto e partecipazione. Ma nell’istante in cui lo sentì addentrarsi per territori proibiti, mai prima dall’ora violati, la sua mente riprese il sopravvento su quel flusso interminabile di pensieri che l’aveva confusa… iniziò a dimenarsi con maggiore convinzione contro di lui ed a colpirlo con tutta la forza che il suo corpo di ragazza le poteva conferire.
 
-Lasciatemi… lasciatemi vi prego…- la voce era rotta dai singulti del pianto che inevitabilmente le erano saliti alla gola – vi prego…- tentava di allontanarlo da se facendo pressione su quel petto che in precedenza l’aveva tanto turbata ma senza grandi risultati.
 
Fu solo quando le prime lacrime iniziarono a scenderle silenziose sulle gote arrossate dai numerosi baci e dalla preoccupazione, nell’istante in cui queste entrarono in contatto con le labbra socchiuse di Claude, che l‘arcidiacono si fermò, improvvisamente conscio dell’empietà che stava per commettere, allontanandosi a tentoni da lei.
 
 
 
 
Le parole di supplica erano arrivate come un suono soffuso alle sue orecchie… i gesti, i tentativi di Esmeralda di allontanarlo da se premendo contro il suo petto si erano rivelati vani al punto che quello stesso contatto non fece altro che infiammarlo ulteriormente; le sue mani, guidate da una forza sconosciuta, avevano raggiunto il mistero della ragazza, le sue labbra come quelle di un assetato, si beavano del contatto con quella pelle che aveva l’odore dei fiori di campo.
 
All’improvviso però… qualcosa dal sapore salato, in contrasto con la dolcezza della pelle della ragazza, gli scivolò lungo la gola richiamando la sua attenzione; in quel momento infine comprese ciò che guidato dagli istinti stava per compiere… ritrovando improvvisamente la lucidità, si allontanò di scatto dalla figura della giovane che, ormai libera dalla sua morsa, si accasciò su se stessa mentre con il vuoto negli occhi lo osservava. Indietreggiò inorridito da se stesso, il capo improvvisamente troppo pesante, ben saldo tra le mani, il corpo ancora scosso dai fremiti… ma nell’anima il nero dell’inferno nel quale era sprofondato.
 
Non riusciva a capacitarsi del suo gesto, o meglio, non riusciva a giustificarsi per quanto era stato sul punto di commettere… non riusciva a perdonarsi quell’atto folle; aveva rovinato tutto… quel rapporto che si stava creando a fatica tra loro due, ora era certo fosse stato irrimediabilmente compromesso e con esso ogni possibilità per il futuro. L’aveva tradita… aveva tradito la sua fiducia. Le aveva assicurato che sarebbe stata al sicuro e che nessuno le avrebbe mai fatto del male… ma aveva mentito; si era sentito un’ipocrita nell’istante in cui quelle parole erano fuoriuscite dalle sue labbra poiché nel profondo, egli sapeva bene, che la prima persona della quale Esmeralda avrebbe dovuto avvedersi, era proprio lui.
 
-Pe…perdonatemi… io non…- gli erano salite le lacrime agli occhi, quelle stesse lacrime che poco prima lo avevano risvegliato dallo stato di incoscienza nel quale era sprofondato, ed ora camminava lentamente… si trascinava, quasi in ginocchio, verso la ragazza con il braccio teso; assomigliava ad un pellegrino in viaggio che cerca un perdono superiore ma nel caso di Claude, la sua benedizione coincideva col la sua condanna – io… io non volevo… davvero… io…- continuava a parlare con voce rotta dai singulti come per convincersi che quanto stava dicendo era la verità, che lui non l’avrebbe mai voluta se non consenziente… che non le avrebbe mai fatto del male; eppure la vide, nell’istante in cui la sua mano fu in procinto di sfiorarla, ritrarsi terrorizzata appiattendosi maggiormente contro la parete.
 
Gli si straziò il cuore alla consapevolezza che ora più che mai, ai suoi occhi era diventato un mostro… quello stesso mostro dalla quale l’aveva salvata solo pochi giorni prima e nel quale si era inevitabilmente trasformato, soffocato dal desiderio di trovare un po’ di pace… un po’ di sollievo dopo tanto tormento. Eppure… con tutto se stesso sperava che non fosse ancora finita, che non tutto fosse perduto e che Esmeralda potesse comprendere che quanto aveva fatto era in realtà il frutto di un amore troppo a lungo represso e costretto, che mai… le avrebbe usato violenza se non avesse perso il senno in quell’attimo di follia; lo sperava… anche quando la vide evitarlo chiudendo gli occhi rapidamente in un movimento convulsivo, anche quando la sentì singhiozzare terrorizzata… continuava a sperare.
 
Era spossato, provato nel corpo ma soprattutto nello spirito. Il suo cuore ferito, spaccato a metà, non faceva che sanguinare… la mente gli scoppiava mentre cercava sollievo per tutte le sofferenze che aveva dovuto sopportare; Esmeralda lo aveva respinto e questo non aveva fatto altro che infliggergli un’ulteriore dolore… eppure la comprendeva per questo. Sarebbe stato più semplice odiarla… più semplice ed anche meno doloroso, l’avrebbe odiata per averlo spinto in quel baratro dal quale non riusciva più ad uscire, l’avrebbe  odiata per averlo trasformato in un uomo incapace di controllarsi… l’avrebbe odiata; ma sia il suo cuore che la sua mente sapevano bene, che tutto questo non era possibile,  che i sentimenti che albergavano nel suo cuore non potevano essere tanto facilmente cancellati.
 
-Perdonatemi… davvero… - la mano precedentemente allungata, rivolta verso quella figura angelica, percorreva ora lievemente il suo profilo, sfiorandola appena; infine, vinto dalla stanchezza, crollò sotto il peso del proprio corpo e riversando il capo sulla spalla della giovane, proruppe in un pianto silenzioso mentre percepiva una mano tremante ed insicura, accarezzargli i capelli con infinita dolcezza.
  
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