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Autore: Edelvais    04/10/2012    6 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Capitolo 33 - La scala per il paradiso 
 




Appena arrivati davanti al cinema Duncan parcheggiò la moto ed entrò insieme a Gwen.
L'aria  condizionata li investì come una folata di vento gelido e pungente, e, pronti per godersi il nuovo film della loro saga horror preferita, si diressero alla cassa acquistando i biglietti per poi entrare nella sala e sedersi in attesa dell'inizio della proiezione.
Il film riscosse un grande successo; entrambi lo apprezzarono molto e a differenza delle altre persone presenti, quando vi era una scena cruenta o particolarmente horror non si spaventavano affatto, cercando di indovinare chi della compagnia sarebbe morto per primo e sotto quali torture.
Uscirono dal cinema sorridenti, e Gwen pensò che quella era forse la serata più bella della sua vita… Fino a quel momento.
<< Gran bel film. >> Esordì la gotica una volta all'aria aperta.
<< Già >>, assentì Duncan << è quasi meglio del primo! >>
Il ragazzo le porse il casco, e tornarono a casa in moto. Ormai Gwen si era quasi abituata al veicolo del fidanzato, anche se aveva una certa paura quando quest'ultimo azzardava certe velocità e certe manovre pericolose. Parcheggiarono abbastanza lontano dalla casa della ragazza, poiché in quella via tutti i posti erano occupati dato che quella sera vi era una festa nel parco vicino a casa sua, quindi dovettero camminare per una manciata di minuti.
Una volta davanti al cancello della casa di Gwen, Duncan le sorrise, appoggiando una mano sulla sua guancia fredda e pallida.
<< Grazie della serata Duncan. Non credo di essere mai stata meglio. >> Confessò la ragazza incatenando i suoi occhi con quelli cristallini del punk.
<< No, sono io che devo ringraziare te. >>
Duncan avvicinò il suo viso a quello della ragazza e, esitando un momento, appoggiò le labbra sulle sue. Quel contato durò pochi istanti, ma ad entrambi pareva infinito ed etereo.
<< Ora vado, piccola, ci vediamo domani. >> Sussurrò Duncan.
<< Certo, non farmi aspettare! >> Gwen gli fece l'occhiolino, maliziosa.
<< Oh, puoi stare certa ce non lo farò. Ciao, Raggio di Luna. >>
Il punk le cinse la vita e le baciò la fronte, per poi dirigersi verso la sua moto.
Gwen lo guardò andarsene, osservando la sua figura alta camminare sul marciapiede finché il buio non lo inghiottì. La gotica frugò nella borsa in cerca delle chiavi, e nel momento in cui le tirò fuori vittoriosa, avvertì un movimento alle sue spalle.
Si voltò intimorita, ma non vide nessuno. Fu solo quando portò le chiavi alla serratura del cancello che una voce terribilmente vicina a lei la fece sussultare di terrore; due occhi neri e scuri come la notte la stavano fissando.
Al suo fianco, appoggiato al muretto, vi era un ragazzo non troppo alto ma ben piazzato, capelli completamente rasati e numerosi piercing sparsi nel viso.
<< Ciao, Gwen. >> Pronunciò quel nome sputando per terra.
La gotica si lasciò scivolare le chiavi dalla sua mano tremolante.
<< C-chi sei? >>
<< Pensavo mi avessi riconosciuto. >> Sogghignò. << Il nome Dukes ti dice qualcosa? Non mi dire che Duncan non ti ha mai detto niente a riguardo. >>
Appena Gwen sentì pronunciare la parola "Dukes" sentì un brivido percorrerle la schiena, e un forte impulso di gridare si impadronì di lei.
<< In ogni caso, sono qui per una cosa. >> La ragazza deglutì rumorosamente, mentre il delinquente le si avvicinava pericolosamente per poi appoggiare le mani sulle spalle di lei e spingerla violentemente contro il muretto. Gwen emise un gridolino di dolore.
<< Che cosa vuoi?! >>
<< Mi è stato chiesto di darti una bella lezioncina, Gwendolyne. >>
Gwen si irrigidì e mentre il criminale appoggiava le sue mani sui fianchi della ragazza, quest'ultima raccolse tutto il coraggio che poté e lo spinse via, liberandosi della sua presa.
Ancora più irritato e indignato, si riavvicinò rapidamente e la ragazza prima che potesse reagire ricevette uno schiaffo sulla guancia.
Gwen si massaggiò il punto colpito e con le lacrime agli occhi fissò il suo avversario, non sapendo come comportarsi.
<< Piccola insolente, lo sai chi sono io?! >> Sibilò e fece per alzare di nuovo la mano per colpirla un'altra volta che la sua mano fu bloccata improvvisamente. Gwen, che nel frattempo aveva incrociato le mani sopra la testa per difendersi, sollevò il capo e riaprì gli occhi, e con enorme sorpresa riconobbe subito la terza persona.
<< E tu lo sai chi sono io?! >> Gridò la voce adirata.
<< Duncan! >> Esclamò Gwen al limite della gioia.
Il punk mollò la presa sul polso del componente dei Dukes e gli sferrò un pugno nello stomaco, facendolo piegare in due. Poi gli afferrò il braccio e glielo torse dietro la schiena, avvicinandosi al suo orecchio. << Cosa sei venuto a fare qui? Parla! >>
Il ragazza piagnucolò dal dolore. << Me l'hanno ordinato! >>
<< Chi?! >>
<< C-Courtney! >>
Al sentir nominare la sua ex, Duncan lo lasciò andare con una smorfia.
<< Non ti azzardare più a toccare la mia ragazza, hai capito?! E ora sparisci, idiota. >>
Il ragazzo corse via con una velocità impressionante, inciampando su sé stesso dalla fretta.
Duncan si avvicinò a Gwen, la quale gli saltò al collo, scoppiando in lacrime. Il punk le circondò i fianchi con le braccia, stringendola a sé.
<< Non sono riuscita a difendermi, se non ci fossi stato tu… >>
<< Non ci pensare, ora sono qui. >> Le sussurrò dolcemente.
Quando si sciolsero dalla stretta Duncan le asciugò le lacrime.
<< Courtney… me lo sarei dovuto aspettare. >>
<< Non la credevo capace di questo. >>
<< Oh, è parecchio vendicativa, questo è sicuro, ma nemmeno io pensavo che sarebbe arrivata a tanto. E non mi sbaglierei se dicessi che c'è anche lo zampino di Trent. Probabilmente è stato obbligato a seguirla nel suo piano. >>
<< Trent, come ti sei ridotto… >> Mormorò Gwen pensando al suo ex in balia di Courtney.
<< Piuttosto, tu stai bene? Sei ferita? >> Domandò Duncan preoccupato.
<< Si, sto bene. Per fortuna sei arrivato in tempo. >>
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. << C'è Sophie in casa con te? >>
Gwen scosse la testa. << E' partita per lavoro, tornerà domani sera. Perché? >>
<< I Dukes non mollano così facilmente, probabilmente hanno mandato il novellino della banda e non mi sento tranquillo a lasciarti sola. >>
<< Potresti dormire a casa mia stanotte. >> Sorrise maliziosa.
<< Mmh, proposta allettante direi… D'accordo, accetto se proprio insisti. >> Le fece l'occhiolino circondandole le spalle con un braccio. Gwen aprì il cancello e insieme entrarono dentro casa.
<< Dunque… Che ore sono? >> Domandò la ragazza.
<< Circa mezzanotte. >>
<< Direi che abbiamo tempo. >> Lo sguardo di Gwen era carico di malizia.
Duncan la fissò meravigliato.
<< Gwen, io non voglio costringerti… cioè, non pensavo che tu volessi... insomma… >>
Balbettò completamente spiazzato dall'affermazione della ragazza. << Ti sei già ripresa da quello che è successo? >>
Gwen annuì sorridendo. << Ora ci sei tu con me, sono molto più tranquilla nonostante ci sia il rischio che continuino a darmi fastidio. >>
<< Piccola, non si tratta solo di darti fastidio, se non fossi intervenuto io probabilmente quel cretino ti avrebbe picchiata. >>
La ragazza sospirò. << Era quello che mi aspettavo. Ma la prossima volta saprò come difendermi… Ma ora basta discutere di queste cose, dai, vieni di sopra! >>
 Prese il fidanzato per mano e lo trascinò in camera sua, al secondo piano.
<< Non badare al disordine… >> Disse non appena varcarono la soglia della stanza.
<< Ehi, ti ricordo che stai parlando con un nemico dell'ordine! >> Rise lui.
La camera della gotica era abbastanza grande, con un letto matrimoniale al centro, mentre le pareti erano decorate con una miriade di poster di cantanti, gruppi musicali e vi erano persino dei quadri disegnati da lei. Attaccato alla parete invece vi era un piccolo armadio e alla sua destra, nell'angolino, un basso elettrico.
Nonostante i gusti macabri e tetri della ragazza, dalla sua camera nessuno avrebbe mai concluso che appartenesse ad una dark.
<< E questo? >> Esclamò Duncan indicando il basso.
<< Oh, è da molto tempo che non lo uso, ma alcuni anni fa lo sapevo suonare discretamente. >>
<< Mi sorprendi sempre di più, Raggio di Luna. >> Le sussurrò ad un orecchio prendendola per i fianchi. La mano di lui si portò dietro la nuca di Gwen accompagnando la testa di lei fino ad intrecciare le labbra con le sue, e alla ragazza sembrò non dispiacere. L’altra mano del punk scivolò sotto la maglietta della gotica, mentre le sottili braccia di lei si attorcigliarono attorno al collo di lui che la fece distendere nel letto. E quella sera non dissero più nulla, perché ogni carezza, sospiro o sguardo avevano essi stessi la forza di mille parole dette gridando. Così, insieme, raggiunsero il paradiso.Si addormentarono distesi l’uno accanto all’altra, quando perfino i loro occhi si stancarono di incontrarsi. 












Nota dell'autrice

Buonasera carissimi lettori, e perdonate l'immensissimo ritardo nell'aggiornare, purtroppo però l'ispirazione era andata a quel paese, inoltre non ho avuto molto tempo per scrivere. Comunque da questo capitolo in poi riprenderò ad aggiornare regolarmente, è una promessa :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Grazie a tutti quelli che mi seguono! ^^


Ed.






 

   
 
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