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Autore: Blue_Bones    06/10/2012    6 recensioni
[Dopo l'ultima puntata della seconda stagione] Stiles si sentiva inutile, sapeva di dover dimenticare la cotta per Lydia. Rifletteva sul fatto che era l'unico a non avere nulla di speciale e si sentiva immensamente solo. [Sterek]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '« If you say one word...'
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Hurricane




The Perk of Being a Wallflower.

Quando Stiles si svegliò il suo corpo era riverso verso il soffitto. Il soffitto non era grigio e non c'era traccia di muffe e ragnatele. Si sentiva intorpidito e dolorante, ma avrebbe dovuto essere peggio. Era in un ospedale, era all'ospedale. Si ritrovò a sperare che fosse una puntata di Scrubs, ma qualcosa gli diceva che non era così. Tentò di muovere il collo e il successo dell'azione lo colse leggermente impreparato. Si era aspettato di vedere Scott, o suo padre, pronti a chiedergli che diavolo gli fosse accaduto. Di certo non immaginava di vedere una sedia di legno, che doveva essere scomodissima, occupata da Derek Hale, addormentato. I graffi sulla sua pelle erano guariti, probabilmente prima dell'intervento medico. Quello che Stiles non capiva era come mai fossero liberi, ma Derek gli rispose lasciandolo a bocca aperta « Ci stavano testando, era un avviso. Vogliono battersi con l'Alpha, con me. Vogliono il mio potere, ma forse hanno notato che è ancora troppo debole. » Stiles aprì la bocca « E io cosa c'entro in tutto questo? Si può sapere? No, perché potevano prendere Isaac, Boyd e Erica... Poteva finirci di mezzo Scott e le cose potevano anche avere quasi senso... Ma io che diavolo centro? » Derek lo guardò come se la risposta fosse evidente « Sei l'anello debole del branco, Stiles. » Il ragazzo provò ad obbiettare che no, lui non faceva parte del branco, ma Derek glie lo impedì « Hai addosso il nostro odore, sei sempre in mezzo ai piedi e sai tutto su di noi. Sei parte del branco Stiles. »

Fu dimesso pochi giorni dopo. Aveva un braccio ingessato e diverse escoriazioni che ci avrebbero messo un po' a guarire, ma il rischio di infezioni era stato debellato e il dolore era tenuto sotto controllo. Anche quel giorno fu Derek ad andarlo a prendere, con il suo cipiglio corrucciato e l'aria di chi non dorme da giorni. Non aveva detto una parola. Non aveva risposto alle sue numerose domande. Suo padre era fuori città per un convegno sulla sicurezza ed era passato troppo poco tempo perché si preoccupasse del figlio, inoltre, Stiles aveva spiegato la situazione alla madre di Scott e la donna aveva compreso che non era il caso di allertare lo sceriffo, ma lo aveva pregato di fare attenzione. Stiles poteva capire la sua apprensione, ma le aveva fatto intendere che lui non era come Scott. La cosa sembrava non averla rassicurata. I suoi occhi si erano velati di preoccupazione e aveva insistito affinché trovasse qualcuno che stesse sempre con lui. Così Scott ed Allison avevano passato diversi pomeriggi all'ospedale, passandogli appunti e spiegando lezioni. Lydia era passata a trovarlo, senza Jackson e gli aveva portato un palloncino che lo aveva fatto sorridere. Isaac era andato a salutarlo un pomeriggio assieme a Scott, con cui sembrava aver stretto parecchia amicizia. Poi c'era Derek. Arrivava sempre quando il turno delle visite era finito, ma riusciva ad entrare senza farsi beccare. Gli teneva compagnia a modo suo, in silenzio, con gli occhi ostinatamente distanti, ma velati da un senso di colpa, quasi impercettibile. Lo ammoniva con lo sguardo quando si agitava troppo, ma non replicava quando lui iniziava i suoi monologhi. Qualche volta aveva dato segni di impazienza, ma non aveva detto una parola, limitandosi a tentare di nascondere il nervosismo. Lo fissava con lo sguardo verde per ore, le prime volte Stiles rimaneva sveglio, con gli occhi sgranati e un sacco di discorsi sullo stalking, fino a quando le palpebre si facevano troppo pesanti e le parole confuse, nella sua mente. Dopo un paio di giorni ci aveva fatto l'abitudine. Era una fortuna che avesse convinto la madre di Scott a farlo uscire prima. Suo padre sarebbe tornato a casa e non trovarlo nemmeno quel giorno sarebbe stato troppo.

Quando lo sceriffo Stilinski aprì la porta, quella sera, lo guardò come se avesse visto un fantasma « Cosa ti è successo, Stiles? » Disse, passandosi una mano sul volto, esasperato « Hey, papà... » Lo accolse il figlio « la cena è pronta. » Sorrise, ma l'espressione del padre gli faceva intendere che non sarebbe passato sopra un braccio ingessato e graffi sul volto, così fece l'unica cosa in cui era davvero migliorato in quel periodo « Oh, questo? » Disse alzando il braccio come se non fosse nulla d'importante « Sono andato a fare una passeggiata nel bosco e sono inciampato in una radice! » Lo sceriffo lo guardò come se si sentisse preso in giro, fece per dire qualcosa. Poi valutò che si stava pur sempre parlando di Stiles e lasciò cadere l'argomento. A quel punto, però, gli sorse spontanea un altra domanda « Ah, e chi ti ha aiutato a cucinare? » La faccia scioccata impedì a Stiles di inventarsi qualcosa per tempo, ma suo padre non parve accorgersene « Scott? » Chiese, spostando di nuovo lo sguardo verso il figlio che tentava di dissimulare il sollievo « Oh, sì certo... Scott. Sai doveva portare la cena a sua madre che oggi ha il turno di notte, così ha preparato qualcosa anche per noi. In effetti gli ho prestato la cucina così che non dovesse mollare in giro pentole, sai com'è Scott, non si sarebbe nemmeno ricordato di avercele prestate. » Forse sarebbe stato meglio chiudere la bocca « Oh, le tue chiacchiere non mi sono mancate affatto. » Disse suo padre, rilassandosi. Stiles si accorse di non aver ripreso fiato, ma quando si rese conto delle parole dell'uomo, esclamò « Hey! » e lo seguì « Questo è ingiusto da parte tua. Profondamente sgradevole. Sei mio padre! » riattaccò, gesticolò con l'unica mano libera.

Fuori dalla finestra Derek osservava la scena, l'espressione indecifrabile e le spalle tese che si scioglievano lentamente. Solo quando si fu assicurato che tutto fosse tornato alla normalità entrò in macchina e partì alla volta del nuovo rifugio del branco.

* * *

Io ve lo avevo detto che sarebbe stata un'agonia. Non sono capace con le long. D'ora in poi scriverò OS di 25 pagine e le dividerò  una volta finite u.u A scanso di equivoci, ribadisco che i titoli non hanno senso. Spero che questo capitolo, un po' più leggero dei precedenti, vi sia piaciuto! Il prossimo è l'ultimo. Tra l'uni e tutto credo di poterlo postare entro le due settimane, ma voi dovete spendere un po' di tempo a commentarlo! R&R!
   
 
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