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Autore: Leliwen    09/10/2012    8 recensioni
Stiles reclinò per un istante la testa all'indietro, andando a posarla sulla spalla del licantropo, e respirò profondamente, ad occhi serrati e labbra dischiuse.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Capitolo V
Odore di sangue

Odore di sangue, sudore, pelo di lupo, saliva. Gli occhi assunsero una sfumatura scarlatta prima che il gomito di Isaac lo riportasse alla situazione attuale.

Lo sceriffo allargò gli occhi a quella vista.

Peter si frappose tra loro.

Scott si mise alle spalle dell'umano, cercando di attirare la sua attenzione.

"Signor Stilinski, ci sono alcune cose che... ancora non sa... ma dobbiamo sbrigarci a trovare Stiles prima..."

"Scott."

La voce di Derek, un ringhio a malapena trattenuto, bloccò il balbettio del ragazzo. Tutto il suo corpo gli urlava a gran voce di sbrigarsi, ma il suo ruolo di capo lo obbligava a istruire i suoi sottoposti e a dare ordini precisi nella speranza che, data la situazione, venissero ascoltati.

"Prendi lo sceriffo e seguite quel crinale cercando di non fare rumore: dovreste riuscire a rimanervi sottovento."

Bastò una sua occhiata e lo sceriffo evitò di protestare. Avrebbe dovuto dare spiegazioni, una marea di spiegazioni se ne fosse uscito vivo. Non che facesse particolare affidamento su quell'eventualità.

"Peter, prendi la macchina e segui il sentiero: fermati al vecchio cedro. Sai cosa fare."

La macchina era piena di tutto quello che poteva servire per fermare un lupo. Uno, non quattro.

Si tolse la giacca di pelle e la gettò sul cofano della macchina, senza preoccuparsi di metterla via, poi tornò a voltarsi verso gli altri.

"Isaac, ti voglio alle mie spalle."

Poi osservò i due licantropi più giovani e lo sceriffo, che ancora lo guardava male.

"Voi occupatevi di Stiles. Io e Peter penseremo agli Alfa."

Si voltò facendo segno ad Isaac di seguirlo. Stava per svanire oltre gli alberi, fuori dalla luce della luna, quando la voce di Scott lo fece girare.

"Ho avvertito Alison prima di venire qui."

Per un istante, nuovamente, l'ira rischiò di farlo trasformare, poi sentì la voce di Stiles dentro le orecchie sbeffeggiarli perché incapaci di chiedere aiuto, quando serviva, a chi poteva offrirlo. E si calmò.

"Viene suo padre?"

"Credo..."

Scott lo guardò come fosse stupito di essere ancora vivo e Derek non poté fare a meno di inclinare leggermente gli angoli delle labbra.

"Fa' in modo che nessuno di loro faccia del male al mio branco. Le conseguenze diverrebbero spiacevoli per tutti."

Non aspettò la replica: l'urgenza di raggiungere Stiles e salvarlo dal gruppo di Alfa s'era nuovamente impossessata di lui. Se quelli avevano osato morderlo, si disse, non si sarebbe limitato a cacciarli dalle sue terre.

     

La voce bassa dello sceriffo gli fece voltare la testa prima ancora che la mano callosa si chiudesse sul suo braccio.

"Scott, spiegami cosa sta succedendo e cosa c'entrano gli Hale con tutto questo."

Il ragazzo guardò gli occhi preoccupatissimi dell'uomo e inspirò profondamente, l'ansia che gli cresceva nel petto. Essere sottovento implicava sentire meglio tutti gli odori che provenivano dalla piccola radura dove s'era fermata la jeep di Stiles.

"Sceriffo, la prego, non ora..."

"Tu sai in che guai s'è cacciato mio figlio?"

Scott fece oscillare un poco la testa da una parte all'altra, quasi saltellando sul posto, prima di decidersi a rispondere.

"Ne ho una vaga idea. Senta, qualunque cosa vedrà stasera, rimanga calmo. Le spiegheremo tutto più tardi."

Si sentì un ruggito, in quel momento, seguito da altri a breve distanza, e lo sceriffo si portò la mano alla pistola.

"Ci mancavano i leoni di montagna."

Scott scosse la testa, ricominciando a percorrere il sentiero che li avrebbe condotti al crinale che gli aveva indicato Derek.

"Non sono leoni di montagna."

Disse, gli occhi che si tingevano d'oro e le zanne che iniziavano a spuntare tra i suoi denti.

"Sono lupi."

    

Isaac osservò Derek palesarsi. I quattro Alfa avevano gli occhi avidi, puntati su di lui.

Stiles, in mezzo a loro, era legato a due alberi per polsi e caviglie e osservava Derek con occhi sgranati. Era stato picchiato: non era sicuro, ma poteva quasi sentire le ecchimosi scurirsi sul suo corpo.

"Lasciatelo!"

Al ringhio di Derek gli altri risposero mostrando il proprio morso. La donna snudò gli artigli, ma non sembrò raccogliere la provocazione.

"Questo bocconcino è troppo interessante per cederlo tanto facilmente."

"Lui è con me!"

La voce melliflua della donna era irritante e fastidiosa, quella di Derek prometteva dolore, tantissimo dolore.

Isaac storse il naso per nulla felice: se quello fosse stato un branco normale, Derek gli avrebbe tenuto testa senza problemi. Ma così... forse poteva contrastarne due, ma tutti loro potevano al massimo tener testa ad un altro. Il quarto avrebbe avuto tutto il tempo per distruggerli tutti.

Lei, intanto, aveva fatto un passo avanti, ancheggiante.

"Sappiamo che è con te, ci è stato riferito da una fonte che aveva una gran voglia di parlare, non è così?"

Da dietro uno degli alberi che tratteneva Stiles uscì Gerard Argent, una mano al fianco e una luce esultante nello sguardo.

Isaac vide Derek riuscire a contenere la propria rabbia e ricominciò a respirare. Dietro, tra le ombre lunghe della luna, Scott e lo sceriffo stavano scendendo il crinale, lentamente, per non farsi sentire.

"Dato che avete lui, cosa volete da me?"

"Oh, ma lui non ci interessa. Se proprio dobbiamo tenerci un Beta con noi, sceglieremmo il tuo amichetto. Chi vorrebbe un vecchio rancoroso?"

Rideva, la donna, facendo ridere anche gli altri tre. Isaac si spostò appena, usando il momento di distrazione. Gerard non era felice di quelle prese in giro, ma la cosa non lo riguardava, almeno per il momento.

"Quindi che farete, lo lascerete andare o vi divertirete con lui come avete fatto con Erica e Boyd?"

Sapevano entrambi la risposta ma prendere tempo era tutto quello di cui, al momento, avevano bisogno.

"Non ci sarebbe gusto, non trovi? Lui non è tuo. Questo ragazzino invece... che ne dici di iniziare da lui?"

"Non provate a toccarlo!"

La terra quasi tremò per la forza del rombo che proveniva dal torace di Derek. La donna indietreggiò mentre uno dei tre si fece avanti, dondolando la testa. Evidentemente, lei era la mente e lui il braccio. Più o meno.

"Perché, altrimenti che farai? Ci attaccherai? Da solo? Non essere ridicolo."

"Perché volete me?"

Quello ridacchiò, in modo completamente diverso dalla risata della donna: la sua era più bassa, profonda, ma sicuramente folle.

Isaac aveva paura. Sentiva tutto il corpo percorso da brividi e, dando un'occhiata oltre gli alberi, vide come anche Scott aveva assunto la sua forma di Beta, pronto a scattare al minimo segnale di pericolo.

Stiles. Il loro obiettivo era solo Stiles.

L'Alfa ritornò serio, facendo un cenno con la mano.

"Perché sei un Hale. Certo, il piccino di casa e noi speravamo in qualcuno di un po' più... come dire... adulto, ma dopotutto vai bene anche tu."

Il corpo di Derek parve crescere, peli ispidi cosparsero il suo corpo e il muso si deformò completamente. La voce, che proveniva dalle profondità di quella cassa toracica, era gelida e potente.

"Allora... venite a prendermi!"

                  

Scott aveva sentito brividi freddi accapponargli la pelle, il respiro farsi più corto, la paura prevalere su tutto il resto, anche sulla volontà di recuperare Stiles. Da lontano aveva visto Isaac muoversi circospetto, cercando di tenere costantemente sott'occhio i quattro Alfa: i suoi occhi erano color topazio e il volto stava per assumere la forma finale.

Sapeva, anche in quel momento, di non avere un aspetto migliore. E infatti, o sceriffo sussurrò il proprio sconcerto, talmente piano che persino a lui fu difficile sentirlo.

"Non è il momento, sceriffo."

La voce gli era uscita così bassa da nascondersi tra i borbottii della notte.

Gli Alfa, intanto, si tenevano testa.

"Cosa siete?"

Aveva ansimato il signor Stilinski e Scott, nascondendosi dietro un albero per raggiungere Stiles, gli aveva sussurrato la verità.

Poi Gerard Argent si era fatto vedere e Scott si era dovuto mordere la lingua per impedirsi di urlare tutta la sua frustrazione: aveva fatto di tutto per non farlo mordere da Derek e ora quel bastardo era stato comunque morso da un altro licantropo.

"Anche il preside della scuola c'entra col rapimento di Stiles?"

"E' stato lui a picchiarlo dopo la partita di Lacrosse. Voleva diventare un licantropo. E ora è stato morso."

"E mio figlio?"

"Da qui non ne posso essere sicuro."

L'urlo di Derek li aveva colti entrambi di sorpresa: uno degli Alfa si stava avvicinando a Stiles e quel ringhio era riuscito a bloccare il movimento e a distogliere completamente l'attenzione dal ragazzo. Il corpo di Scott mutò immediatamente al sentire quell'urlo. Non era solo un avvertimento, era un urlo di guerra.

Fece segno allo sceriffo di fare silenzio, grato alla poca luce del sottobosco che impediva la visione completa delle sue attuali fattezze, e insieme scesero verso i due alberi. Isaac nel frattempo si avvicinava per distrarre gli Alfa permettendogli di liberare Stiles. Una missione suicida, come quella di Derek.

Erano quasi arrivati a destinazione senza essere visti quando Derek si trasformò completamente.

Lo sceriffo guadagnò parecchi metri, ignorando quello che accadeva per concentrarsi unicamente su suo figlio e sull'evitare di fare rumore, ma Scott si fermò, per un momento dimentico degli ordini.

Avrebbe voluto seguire Derek. 

Ma poi la voce di Stiles lo riscosse.

"Non farti ferire!"

Stava urlando a squarciagola, tendendosi in avanti. Uno degli alfa fece un passo indietro, caricando il manrovescio e Scott fece appena in tempo a balzare sopra allo sceriffo Stilinski, appiattendosi nel sottobosco.

"E' il tuo sangue che vogliono!!!"

Sangue.

Un rivolo scuro dal labbro spezzato e un livido che presto gli avrebbe occupato tutta la parte destra del volto.

Uno degli Alfa finì contro un albero, abbattendolo. Quello che aveva colpito Stiles  fece un ghigno sadico poi si voltò verso lo scontro. Per la prima volta, Scott sperò che gli Argent arrivassero in fretta.

           

Suo nipote aveva aperto le danze. Era tempo di fare la sua parte.

Maneggiare lo strozzalupo non era mai stato piacevole e in quel momento avrebbe preferito di gran lunga starsene a casa sua, un film o un libro, un bicchiere di scotch e il caminetto acceso. Era l'età che si faceva sentire, sicuramente.

Aprì il cofano della macchina, sganciò il coperchio di una valigetta chiusa ermeticamente e ne estrasse una boccetta sigillata. La aprì e vi immerse, l'una dopo l'altra, tutte le frecce della propria balestra. La nausea lo colpì immediatamente. Gli occhi iniziarono a baluginare di azzurro, mentre preparava i dardi. Sarebbero stati sufficienti per uno solo di quelle faine.

Come potevano definirsi lupi degli individui egoisti che sacrificano il branco per la loro sete di potere? Le immagini della sua famiglia gli invasero gli occhi – lo strozzalupo stava facendo effetto anche su di lui – il ricordo di Laura e di quello che ere successo quella notte gli fece snudare le zanne: non voleva ucciderla, ma la coscienza, in quei giorni, era appena presente e la sola cosa che lo muoveva era istinto e vendetta.

Si nascose, il corpo quasi interamente mutato, e osservò Derek combattere contro due Alfa e tenergli testa. Un bestione era vicino a Stilinski e un altro osservava divertito il combattimento. McCall e lo sceriffo avevano ormai quasi raggiunto il ragazzo legato e Isaac, dall'altro lato, era pronto a scattare.

Sparò il primo dardo, conficcandolo nel corpo del bestione. Poi altri due, prima che il quarto Alfa non iniziasse a correre nella sua direzione e Isaac si lanciasse contro il bestione.

Peter indietreggiò, un ghigno a stirargli le labbra, e l'Alfa stramazzò a terra. Sotto di lui lo strozzalupo disegnava il segno della vendetta.

Tenendolo d'occhio si allontanò da quel corpo di lupo per correre poi verso Isaac. Nonostante tutto, erano ancora gli Alfa ad essere in vantaggio.

      

Quando arrivarono alle sue spalle gli venne quasi un infarto. Suo padre estrasse un coltello e iniziò a tagliare le corde mentre Scotto lo reggeva e si dava da fare coi suoi artigli.

L'Alfa che era stato colpito dai tre dardi diede una spinta poderosa ad Isaac che stava lottando contro di lui e si avventò contro Scott mentre lui franava sul padre.

Gli occhi di Stiles tornarono ai tre lupi che si stavano combattendo ferocemente al centro della radura. A una prima occhiata sembravano tutti uguali, ma Stiles era convinto di riuscire a distinguere chiaramente Derek e non aveva dubbi su chi, dei due rimasti, fosse la donna.

Lui e suo padre si alzarono e indietreggiarono – Stiles aveva una caviglia slogata – mentre Scott veniva scaraventato lontano e Isaac cercava di ripartire all'attacco.

La piccola radura rimbombava del ringhiare dei lupi.

Suo padre lo aveva afferrato per un braccio e lo stava tirando verso la macchina quando Gerard si piantò d'avanti a loro.

La pistola dello sceriffo fece fuoco prima ancora di poter capire cosa l'altro volesse.

Non colpì un punto vitale ma il vecchio Argent s'accasciò a terra.

"Questo, è per aver picchiato mio figlio."

Gerard si risollevò piano, la capacità curative dei mannari erano state probabilmente attivate, anche se ancora non aveva passato la notte. Lentamente, la ferita stava guarendo. Il vecchio si gettò sullo sceriffo e Stiles fu costretto ad appoggiarsi ad un albero.

Si guardò indietro spaventato.

Peter aveva raggiunto Scott e Isaac e stava cercando di tenere uno dei lupi occupato. Le ferite che si erano aperte sui corpi dei più piccoli faticavano ai richiudersi com'era avvenuto per quelle di Erica e Boyd.

Derek era in svantaggio e, nonostante gli tenesse ancora testa, iniziava a perder terreno.

Ringraziando il cielo non vedeva il quarto Alfa, ma comunque non erano abbastanza forti.

Altri due colpi d'arma da fuoco.

Stiles voltò la testa di scatto verso suo padre, spaventato a morte.




Quant'è difficile raccontare uno scontro? Ve lo dico io, TANTO! Spero vi sia piaciuto perché l'avrò riscritto più o meno dieci volte =_="
Ad ogni modo! Grazie per i meravigliosi commenti che mi lasciate, sono un carburante davvero efficace! Il capitolo VI è finito, il VII lo devo ancora cominciare: spero, per la prossima settimana, di riuscire a terminarlo così da poter pubblicare, nonostante l'agenda della RealLife sia un po' troppo fitta...
Un bacio a tutti, che siano lettori o recensori. Grazie del tempo che dedicate a questa storia.
Alla prossima
Leli
  
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