Libri > Cronache del mondo emerso
Segui la storia  |       
Autore: Tactolien    10/10/2012    1 recensioni
Cosa succederebbe se due individui di un altro mondo piombassero nel Mondo Emerso?
Dopo "Il Potere Perduto" ecco un piccolo esperimento che mi frullava in testa già da un pò, con una storia che unisce i personaggi di Licia Troisi, con quelli di una mia storia originale. Spero che vi piaccia.
Per saperne di più... Cronache di Grimoire. Storie Originali Fantasy
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



"Non deve! Non deve trovarlo!" urlarono di nuovo le voci dei mezzelfi morti.

"Sciagura!".

"Il Tiranno non deve trovare il Lupo!".

"Uccidi l’Agnello. Così lui se ne andrà".

Nihal si svegliò di sovrassalto, respirò ansiosamente e si guardò intorno. Era ancora alla locanda dei due fratelli. Non si sorprese più di tanto quando si ritrovò gronda di sudore: capitava sempre durante di suoi incubi.

Si portò le mani agli occhi senza sapere cosa fare.

Come si permettevano quegli spettri informi di dirle una cosa del genere?! Uccidere l’Agnello!? Ne aveva già parlato con Ido e aveva subito deciso che non l’avrebbe mai fatto.

Ma ora c’era dell’altro.

"Che c’entra il Lupo col Tiranno?" si chiese.

Quella era solo la seconda volta che le sue voci parlavano dei due estranei del Mondo Emerso, ma ancora non erano state chiare.

Escluse che il Mago della Rocca sapesse già del Demone. In fin dei conti anch’egli proveniva da un altro mondo, e quindi perché interessarsene?.

"Ma certo!" sgranò gli occhi Nihal, digrignando i denti, dandosi della stupida per non averci pensato prima.

Ricordava chiaramente che durante i suoi racconti, Kina le aveva accennato che i Demoni erano esseri assai superiori ai comuni umani, in tutti gli aspetti: erano più forti, più veloci e la qualità della loro magia permetteva loro di lanciare incantesimi con la massima potenza e il minimo sforzo.

"Se il Tiranno dovesse riuscire a convincere questo Lupo ad unirsi a lui… non ci sarebbe modo di fermarlo. Il Mondo Emerso sarebbe condannato".

 

 
 

Dall’altra parte della stanza, Ido, con un occhio semiaperto, che fingeva di dormire, contempleva la sua allieva senza muoversi. Avrebbe tanto voluto aiutarla a capire cosa fare, visto che la situazione aveva cominciato a riguardarlo da vicino il giorno stesso in cui aveva preso Kina in casa con sé.

 

 

Ritornarono alla base circa tre giorni dopo, e l’accoglienza non fu esattamente delle migliori.

Non appena Vesa e Oarf atterrarono presso le mura, Nelgar, il responsabile della cittadella, avanzò a grandi falcate verso di loro, con un’aria tutt’altro che cordiale.

- Finalmente siete arrivati, ho indetto un’assemblea, ed è richiesta la vostra presenza- disse senza troppe cerimonie.

- Adesso non è proprio il momento per queste sciocchezze- sbuffò Ido, vagamente stanco e annoiato, smontando dalla groppa di Vesa.

Odiava le assemblee. E per giunta non aveva ancora toccato la sua pipa: tutto ciò che amava alla fine di una battaglia.

- Siamo appena tornati, e siamo anche pieni di feriti-.

Nelgar si voltò, aggrottando la fronte.

Era vero. Proprio dietro di loro si riuniva una sorta di triste corteo, fatto per lo più di uomini mezzi morti che a stento si reggevano sulle grucce, o aiutati da altri compagni. Poco più in là se ne vedevano altri trasportati su barelle improvvisate.

Ido aveva ragione: non era quello il momento per un’assemblea.

Ma non aveva scelta.

- Non perdete tempo a ripulirvi- continuò poi, dando loro le spalle - Sono stati convocati tutti i Cavalieri della base, più alcuni soldati e scudieri. Mancate solo voi-.

- Come mai tutto questa fretta?- chiese Nihal, parlando per la prima volta, dopo ore di silenzio - E’ una cosa grave? Il Tiranno ha fatto qualche mossa?-.

L’uomo la guardò, socchiudendo le palpebre a due fessure scrutatrici.

Lei se ne sentì quasi intimidita. Non era mai capitato che Nelgar la guardasse così.

- Può essere- rispose infine - Di sicuro riguarda quella ragazza-.

La mezzelfo s’irrigidì, avvertendo già il sudore imperlarle fronte e schiena.

"Kina?!" pensò "Ma… non avranno mica scoperto che…!".

 


 

Il luogo scelto per la riunione era un’ampia sala per banchetti quasi mai usata. Dentro era già pieno, uomini di tutti i ranghi prendevano posto su comuni sedie di legno, chiedendosi il perché di quella novità.

Non poteva trattarsi di una riunione di guerra, quelle erano decisioni che si prendevano con i Maghi del Consiglio, e che i semplici soldati e scudieri non erano tenuti a sapere.

- Voi ne sapete qualcosa di tutto questo?- chiese Laio, che aveva tenuto un paio di sedie libere, in attesa del loro arrivo - Perché ci hanno chiamati qui?-

Ido non rispose, e neppure Nihal. Nessuno di loro aveva il coraggio di dirgli di Kina, ci sarebbe rimasto troppo male.

- Bene, ci siamo tutti. Vi prego, un po’ di silenzio- cominciò Nelgar, prendendo posto davanti a tutti.

Al suo fianco, un uomo che la ragazza riconobbe subito: Jhof, un fante della terza fila, lo incrociava spesso a mensa.

- Allora, signori. So bene che tutto ciò è alquanto insolito, ma prima di prendere qualunque decisione ho ritenuto indispensabile ascoltare il parere di tutti voi-.

- Decisione riguardo a cosa?- chiese un Cavaliere - Ancora non ho capito perché siamo qui-

- Bè…- sospirò il responsabile della cittadella, guardando a sottecchi Ido e Nihal - Naturalmente tutti voi sapete della presenza nella base di quella ragazza arrivata da poco, ed è proprio di lei di cui vorrei discutere-

- Di Kina?- fece un altro - Che cosa ha fatto?-.

Nihal chiuse gli occhi. Sapeva cosa stava per accadere.

- Niente, per quel che ne sappiamo. Ma non possiamo esserne certi-

- Continuo a non capire- ribattè il Cavaliere di prima - Ho visto quella ragazza più volte, e mi sembra un tenero agnellino. Non vedo proprio cosa…-

- Il fatto è che sto prendendo in seria considerazione l’idea che quell’agnellino, come la chiami tu, possa essere una spia del Tiranno, o simili-

- Questa è una menzogna!- saltò subito in piedi Laio, facendo sobbalzare la guardia accanto a lui - Come si permette anche solo di pensare una cosa del genere!?-

- Nelgar, ci rifletta bene- prese la parola Ido, senza scomporsi - L’accusa che stai alzando è molto grave, e potrebbe avere serie conseguenze-.

Era calmo in apparenza, come prima di una battaglia. Ma in fondo al cuore gli si era acceso un fuoco che doveva essere tenuto sotto controllo a tutti i costi.

Un fuoco di nome Debar. Gran combattente, e uomo d’onore.

Anche lui era stato accusato ingiustamente di tradimento. I suoi genitori vennero uccisi, e sua sorella violentata.

Il suo corpo non era mai stato ritrovato, e la sua morte pesava su molti uomini delle Terre Libere.

Lo gnomo non avrebbe mai permesso che accadesse di nuovo.

- Infatti, Ido. Non pensare che io abbia preso quest’accusa a cuor leggero, non fa piacere neanche a me-

- Accusa mossa da chi?- parlò finalmente Nihal.

Nelgar si voltò e fece avanzare Jhof, ancora dietro di lui.

- Io- cominciò, affrontando lo sguardo di Laio - Sono stato io a sollevare la questione-

- E lo ammette pure!- sbraitò lo scudiero - Tu non la conosci nemmeno!-

- Neanche tu, a conti fatti- lo ribeccò il soldato per nulla intimidito.

E perché avrebbe dovuto esserlo? Aveva già avuto a che fare con i Fammin, perciò un ragazzino infatuato non sarebbe stato un grosso problema per lui.

- Signori, vi prego di calmarvi- alzò la mano Nelgar - Siamo qui per discuterne civilmente-

- Non c’è niente da discutere, vi ho già detto tutto quello che ho sentito l’altro giorno. E’ chiaro quello che bisogna fare-.

Nihal drizzò le orecchie. Sentito?.

- Ma si può sapere che cos’hai contro quella ragazza?- continuò Ido.

- Io personalmente niente. Ma se vedo una potenziale minaccia per noi e il nostro esercito è mio dovere intervenire. Visto che la tua allieva non l’aveva fatto prima-.

Tutti si voltarono a guardarla.

La mezzelfo s’irrigidì.

- Nihal, di cosa sta parlando?- chiese Nelgar, come se non lo sapesse, dandole la possibilità di spiegarsi.

- Sì, è vero. Ho parlato con Kina qualche giorno fa- rispose infine lei, dopo un attimo di silenzio, imponendosi calma e sicurezza di sé.

- E che cosa ti ha detto?-

- Una storia assurda, ecco cosa!- s’intromise Jhof, incapace di trattenersi - Ho sentito anche che tu le credevi, ma mi auguro che fosse solo una tattica per tenerla buona, e prendere provvedimenti in seguito-

- Non è una tattica. Io le credo davvero-

- Non dirai sul serio?!-

- Invece sì. Ci sono alcune circostanze che mi costringono a crederle-.

Fu solo per fortuna se nessuno chiese che genere di storia aveva raccontato Kina, o quali fossero le motivazioni di Nihal.

Non avrebbe soppertato l’idea di mettere tutti al corrente dei suoi incubi.

- In ogni caso non possiamo lasciare le cose come stanno. Le possibilità sono due: o quella Kina si tratta di una povera pazza che vede mostri ovunque, o non si tratta del tenero agnellino che vuol far credere-.

Un mormorio preoccupato si accese intorno a loro.

- Ma allora la cosa è seria-

- Che sia davvero una spia del Tiranno?-

- Secondo me faremmo meglio a ucciderla subito, e tanto basta-

- Tanto basta?!- ripetè un furioso Laio, scattando nuovamente in piedi con tanto impeto da rovesciare la sedia.

- Ma vi rendete conto di quello che state dicendo? Parlare della morte di una persona come se niente fosse. Kina non ha mai fatto niente di male!-

- E’ un’estranea, ragazzo, sveglia! E’ comparsa dal nulla e nessuno sa chi sia! Questo non ti dice niente?-.

Lo scudioro non seppe più cosa ribattere. Non aveva dubbi sull’innocenza della Maga, solo che non sapeva come dimostrarlo.

Abbassò lo sguardo.

Si vergognò nell’ammettere che nelle parole di Jhof c’era un po’ di verità.

Non sapeva davvero nulla di lei.

- A questo punto non ho molta scelta- sospirò infine Nelgar, possando gli occhi su tutti i presenti - Dovrò isolare Kina in prigione, finchè il Consiglio non deciderà che farne-.

Nihal lo guardò allibita.

Kina in prigione?! No, non l’avrebbe permesso. Lei non era una criminale. Era solo una ragazza che andava protetta.

- Suvvia, non esageriamo- prese l’iniziativa Ido, sorridendo rassicurante - D’accordo, esiste un mistero intorno a questa giovane, ma è anche vero che da quando è qui non è mai successo niente di strano-

- Ti stai arrampicando sugli specchi, Ido. Lo sai bene che gli uomini del Tiranno sanno come muoversi-

- Già, ma è anche vero che Kina vive sotto il mio tetto, e che me ne sarei accorto se si comportasse in modo strano-

- Mi dispiace, Ido, ma non possiamo correre rischi, soprattutto di questi tempi bui. Faremo un’indagine adeguata-.

Digrignando i denti, Laio stava già per ribattere energicamente, quando…

- Se questa è la vostra decisione, allora insisto affinchè sia io a dirglielo- si alzò in piedi Nihal, togliendosi una ciocca di capelli blu dalla fronte.

Molti la guardarono di sbieco.

Che stava dicendo? Se Kina era davvero una spia del Tiranno, allora bisognava imprigionarla subito, quando meno se lo aspettava.

- Kina è mia amica, ha il diritto di sapere quello che sta accadendo-

- Ma insomma, Ido!- esclamò Jhof, ancora sul pulpito - Dille qualcosa!-.

Lo gnomo non l’ascoltò nemmeno, troppo impegnato com’era a guardare la sua allieva. Sapevano entrambi che Kina non era il mostro che sospettavano gli altri, ma non c’era modo di spiegarlo a quella gente.

Sbuffò fumo con la pipa, e alla fine si alzò anch’egli, dicendo…

- Come ho detto… la ragazza sospetta è ospite a casa mia, e concordo con Nihal. Perciò mi prenderò io ogni responsabilità, se qualcosa dovesse accadere-.

Scioccati, tutti mormorarono tra loro. Avevano sempre considerato Ido come un uomo di buon senso, mentre ora si esponeva in modo così avventato.

- Grazie, Ido- scosse però la testa, la mezzelfo - Ma lei è una questione che riguarda solo me. Non sarai tu a pagarne le conseguenze-.

Si rivolse poi a tutto l’uditorio. Sguainò la spada e la piantò a terra.

- Se dovessi aver sbagliato la mia valutazione, e Kina giudicata colpevole… avete la mia parola che provederò io stessa a sistemarla una volta per tutte-.

- Nihal…- ansimò Laio, sgranando gli occhi, incredulo.

Giustiziare Kina!? Gli sembrava impossibile.

- Troppo comodo, io dico!- continuò Jhof, sovrastando tutte altre voci della sala - Non basta che sia tu a calare la spada sul collo della ragazza! Nelgar, mi auguro che tu sia d’accordo al riguardo-.

Il responsabile della cittadella annuì silenziosamente, sapeva bene a cosa si stava riferendo.

Sospirò, ed esitò un attimo prima di parlare.

- Nihal, tu sei un ottimo guerriero, e un futuro Cavaliere di Drago, ma spero che tu capisca che ci saranno delle conseguenze per questo. Per averci esposto al pericolo-.

La ragazza chiuse gli occhi senza dire una parola.

Probabilmente le avrebbero tolto il titolo di "Apprendista Cavaliere" e allontanata dall’esercito delle Terre Libere. O magari messa in prigione con l’accusa di tradimento.

"Già lo vedo Raven che festeggia per avermi cacciato con disonore" pensò "Lui e il suo stupido cane".

- Per amor del cielo, signori- allargò le braccia Ido, per sdrammatizzare - Un po’ di ottimismo. In fondo la ragazza non è ancora stata giudicata colpevole-

- Tutto questo è assurdo- si portò le mani al viso, Laio, come a volersi svegliare da un brutto sogno - Non sta succedendo davvero-.

 

 
 

Seduta sul letto, ancora vestita della sua armatura, Nihal osservava attentamente la straniera dai capelli castano-ramati, che dormiva dall’altro lato della stanza, con aria serena e per nulla preoccupata.

Laio le aveva detto che già dormiva all’inizio della riunione. Ma chi glielo assicurava?.

I Maghi e le spie erano abili a nascondere i loro movimenti.

Sospirò sconsolata.

A parte le sue bizzarre origini non c’era niente in lei che facesse pensare a un serio pericolo.

Chiuse gli occhi e scosse violentemente la testa. Non doveva pensare certe stupidaggini: il pericolo c’era, ed era reale. O lei, o il Lupo. O tutti e due insieme.

Strinse convulsamente l’elsa della spada, senza neanche accorgersene.

Era stata molto impulsiva, per non dire stupida, a esporsi così tanto per Kina.

O meglio… per un’estranea della quale non sapeva niente, per usare le parole di Jhof.

Si alzò in piedi senza far rumore. Una parte di lei sapeva già quello che doveva fare.

Ripensò a Livon, a Fen, al suo popolo, all’anno infernale passato in Accademia.

Si piazzò davanti al letto della Maga, che sembrava non accorgersi di niente.

"Mi dispiace, Kina. Ma non posso permettermi di mandare all’aria tutto ciò per cui ho lavorato".

Sguainò lentamente la spada.

Forse fu per il sibilo provocato dal fodero, o forse per il semplice sentirsi asservati, ma fu proprio in quel momento che, quasi con un sussulto, Kina aprì gli occhi.

- Mmm… Ciao- borbottò sfregandosi le guance assonnate - Sei tornata-.

Solo allora si rese conto di quell’arma in pugno, e di quello sguardo freddo sul volto dell’amica. Gli occhi ridotti a due fessure violacee, e le labbra tirate in una linea dritta.

- Nihal, che succede?- si alzò a sedere - Cosa fai con quella?-.

"Uccidila! Uccidila!".

"Uccidi l’Agnello!".

"Il Tiranno non deve trovare né lei, né il Lupo!".

Urlavano le voci nella sua testa.

Nihal non si mosse. Immobile come una statua di marmo.

Kina era proprio lì, davanti a lei, all’altezza giusta. Sarebbe stato un colpo facile.

- Nihal?-.

Si riscosse, come da un sogno.

- Oh, scusami, non volevo svegliarti-

- Che stavi facendo?-.

S’irrigidì. E adesso?.

Si guardò intorno, alla disperata ricerca di una scusa plausibile.

- Io… io stavo… stavo-.

Kina la guardò perplessa.

- Stavo… cercando uno straccio per ripulire questa cosa- disse in fretta, afferrando una pezzuola proprio vicino alla testiera del letto della Maga, cominciando poi a strofinarla sulla lama nera.

- E’ tutta sporca, sono appena tornata dalla battaglia- allargò le braccia per mostrarle com’era vestita.

- A quest’ora di notte?- chiese semplicemente l’altra.

- Sì, certo, anche a quest’ora-.

Restarono a chiacchierare ancora per un’altra oretta, ridacchiando e raccontandosi le giornate passate, quando erano rimaste separate.

- Laio mi è rimasto vicino tutto il tempo, è stato davvero molto gentile-

- Mi fa piacere- annuì Nihal, capendo subito che quella dello scudiero non era semplice gentilezza, ma protezione vera e propria, date le malelingue che circolavano.

- Noi invece abbiamo riguadagnato un altro pezzo di Mondo Emerso. Erano mesi che non succedeva. E’ stata una buona vittoria, abbiamo ucciso parecchi Fammin- aggiunse la guerriera, chiedendosi se dovesse parlarle subito della riunione, oppure no.

- Nihal…- cantilenò Kina, prima di addormentarsi - Sono contenta che tu stia bene-.

L’altra fece per rispondere, ma lei aveva chiuso gli occhi.

Sospirò.

Era la cosa giusta da fare?.

Fuori dalla porta, Ido non aveva smesso di ascoltarle un secondo.

Sì. Se la sua allieva aveva deciso di proteggere quella ragazza… lui non sarebbe stato da meno.

 

 
 

- Che vuol dire che è meglio che io non esca?- chiese quella mattina, Kina, quando si propose di accompagnare Laio a raccogliere erbe mediche.

- Nihal non te l’ha ancora detto?- la guardò lo scudiero, con una certa agitazione.

- Detto cosa?-

- Che vogliono metterti in…-

- Laio!!- sbottò la voce di Ido, dietro di loro - Non spetta a te dirglielo, lo sai-.

- Dirmi che cosa? Insomma cosa sta succedendo?- non se n’era accorta, ma aveva alzato la voce. C’era come una sorta di tono esasperato.

Tutto era cominciato pochi giorni fa. Esattamente alla partenza di Ido e Nihal per il fronte.

Inspiegabilmente…tutti gli abitanti della cittadella, che sembravano essersi finalmente abituati a lei, avevano ripreso a guardarla con sospetto sempre maggiore. La scansavano quando la vedevano arrivare, e borbottavano alle sue spalle senza che ne capisse il perché.

C’era solo Laio a darle sostegno e a trattarla con gentilezza.

Ormai aveva imparato che lui era lo scudiero di tutti, e tutti si fidavano di lui. Quindi per forza doveva sapere cosa stava accadendo.

- Laio, se devi dirmi qualcosa, lo sai che io sono sempre…-

- Non è lui che deve dirti qualcosa- entrò nella stanza Nihal, l’espressione seria, e l’immancabile spada al fianco - Sono io che devo-.

 


 

Si spostarono a parlare da sole nella loro camera, comodamente sedute sui rispettivi letti, alla penombra delle imposte socchiuse. Laio e Ido, fuori di casa.

- La faccenda di cui ti devo parlare è piuttosto grave. Avrei dovuto farlo ieri sera, e non aspettare oggi-

- Ti ascolto- annuì la ragazza, sempre più perplessa.

- Ci hanno ascoltate- cominciò infine Nihal, tutto d’un fiato.

- Cosa?-

- Quando abbiamo parlato di te e della tua provenienza. Ci hanno ascoltate-

- Quindi mi aiuteranno a tornare indietro?- chiese entusiasta l’altra - Stanno cercando un Mago esperto?-.

La mezzelfo chiuse gli occhi.

- No, non stanno cercando un Mago. Il fatto è che non ti credono-.

Kina si fece immediatamente seria.

- Non mi… ma allora cos’hanno detto?-.

Nihal contò fino a dieci prima di parlare. Doveva riuscire a darle la notizia in modo calmo, e senza spaventarla.

Si pentì di essersi allontanata da Ido e Laio.

- Vedi loro… hanno paura-

- Di me?- chiese la Maga, sinceramente sorpresa, nonché confusa.

- Non sanno chi sei, o da dove vieni-

- Certo che lo sanno!- esclamò, quasi gridando - Io sono Kina! Maga di Grimoire!-

- Loro non credono a Grimoire. Credono che tu sia una spia del Tiranno-.

Nihal trattenne il respiro. Non avrebbe dovuto essere così brusca, ma non sapeva che altro fare, e ora Kina la fissava allucinata, senza riuscire a proferire una parola.

- Hanno deciso di trattenerti in osservazione, fino alla fine dell’indagine su di te-.

La ragazza dai capelli castano-ramati non disse nulla. Rimase lì, immobile, con lo sguardo incollato al vuoto.

Accusata di essere una spia.

Ironico, non c’era che dire. O forse solo sfortuna, dato che le era già capitata una cosa simile in passato. Anche se doveva ammettere che la sua nuova amica era stata molto cortese nell’aver usato le parole "trattenerti in osservazione" invece di "rinchiuderti in prigione".

- Non devi avere paura per questo, si tratta solo di una precauzione- continuò a parlare la guerriera, per rassicurarla - Appena capiranno che non c’è niente da temere ti rilasceranno subito-.

- Mi faranno… qualcosa?- borbottò l’altra, stringendosi le braccia, perdendosi in spiacevoli ricordi.

- No! Assolutamente- esclamò subito Nihal, quasi scattando in piedi - Io non lo permetterò mai!-.

Tra le tante cose che detestava… la tortura era sicuramente la più riprovevole.

- Ma tu mi credi, vero Nihal?- alzò lo sguardo Kina, con le lacrime agli occhi - Mi credi se ti dico che vengo da un posto di nome Grimoire!-

- Sì, ti credo. Non chiedermi perché, ma è così-.

Dopo aver cercato di confortarla, dicendole che tutto sarebbe andato per il meglio, e che avrebbe potuto contare sull’appoggio suo, di Ido e Laio, prese un respiro profondo, e finalmente fece "quella" domanda.

- Sai dirmi… se qualcuno del tuo mondo può averti seguita fin qui?-.

La Maga scosse la testa - No, è impossibile. La mia caduta nel Mondo Emerso è stato un incidente, i miei amici non hanno la possibilità di sapere dove sono. Ero sola quand’è successo-

- Nemmeno i Demoni?-

- Cosa?-

- Ecco, vedi… secondo le mie fonti, potresti essere inseguita da qualcuno che vorrebbe farti del male-

- Farmi del male?- fece eco l’altra - E chi?-.

- Speravo me lo dicessi tu. Hai qualche nemico nel tuo mondo che potrebbe volerti morta?-

- Un sacco di gente?- fu la risposta - Io e un mio amico abbiamo avuto a che fare con un sacco di Demoni che vorrebbero farcela pagare-.

La mezzelfo annuì, forse c’era vicina.

- Dunque è possibile che tra loro ci sia anche un Demone Lupo?-

- Lupo?-

- Sì, o comunque qualcuno che si fa chiamare così. Tu, per esempio, sei conosciuta come l’Agnello-

- L’Agnello?- sorrise la Maga, divertita nonostante tutto - Perché?-

- Lascia perdere il perché! Hai un Demone Lupo alle costole, sì, o no?-.

Kina ci pensò su qualche minuto, con aria concentrata e assorta, ma poi scosse la testa, dicendo…

- Mi dispiace, ma l’unico Lupo che conosco è…- s’interruppe subito all’improvviso cambiamento d’espressione dell’amica, che si faceva sempre più seria e preoccupata.

- Nihal, che c’è?-

- Kina!- e le puntò in dito al petto.

Il Cristallo Benedetto che portava sempre al collo… ora brillava.

 

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cronache del mondo emerso / Vai alla pagina dell'autore: Tactolien