Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Walpurgisnacht    10/10/2012    1 recensioni
Immagini, pensieri, azioni, psicopatia ambientati prima, dopo e durante la saga che ha rapito tutti i vostri cuori... ehm, portafogli.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homura Akemi, Mami Tomoe, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Puellaception!'
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Titolo: Ficcatela dove penso io, la tua malnata parentesi.
Personaggi: Homura Akemi.
Collocazione: più o meno contemporanea all'ultimo capitolo de L'Orrore?.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: La Felicità è un Intermezzo fra Due Tragedie, orfana. Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“E così Takashi Kuroda scoprì che la felicità è solo una parentesi fra due tragedie”.
Chiudo il volume con una smorfia di irritazione.
Ultima, stupida frase di uno stupido libro.
E 'sto ciarpame è in cima a tutte le classifiche di vendite? Stiam messi proprio bene, eh.
È piatto, senza mordente, vuoto. E finisce con una frase che vorrebbe suonare epica e invece sembra l'urletto di agonia di un pappagallo.
Perché? Perché è una balla, ecco perché.
A parte che ho sempre odiato le frasi fatte, ma davvero non ha alcun senso dir così.
La mia esperienza parla chiaro in merito.
Homura Akemi, settantadue anni qualche settimana fa. Senza ombra di dubbio alcuno la persona ancora vivente che ha visto il maggior numero di tragedie, orrori e pazzia nel corso della propria vita. Scomodando anche eventi importanti come la Guerra dell'Atlantico o la Rivolta delle Casacche Insanguinate.
Sfido chiunque... lo ripeto, chiunque, a essere stato testimone di cose peggiori di quelle a cui ho assistito con questi miei occhi.
Su che basi mi arrogo tale, poco invidiabile primato?
No guarda, nulla di serio. Solo quel famoso mese che ho rivissuto per circa una cinquantina di volte. Ero tanto giovane e tanto scapestrata all'epoca.
Rivissuto?, sento mormorare dalle retrovie. Ah già, dimenticavo: io sono, o per meglio dire ero, una guerriera magica. Ridete, ridete. Non c'è nulla di divertente.
In cambio della mia anima e della mia energia emozionale ho ottenuto la mirabolante capacità di manipolare il tempo. Per cosa? Per salvare la persona a me più cara dall'ingiusto destino che le era caduto addosso tipo valanga.
In quei cinquanta mesi, perché tanti sono stati per il mio orologio personale, ne ho viste di ogni colore, di ogni forma e di ogni religione.
Biondine decapitate e divorate da una strega, gli esseri che ci era stato detto di combattere.
Tizie dai capelli azzurri che perdevano completamente la bussola e cominciavano una scatenata caccia all'uomo, dove con questa frase si intende “uccidere in maniera truculenta chiunque avesse l'immensa sfortuna di passare ad almeno trecento metri di distanza”.
Compagne che finivano con l'ammazzarsi fra di loro per le più ridicole delle motivazioni.
Follia, raccapriccio e terrore come se piovessero.
Arti staccati. Atti di cannibalismo. L'abisso dipinto sui volti di quattordicenni che si erano condannate con le proprie mani.
Un quadretto delizioso, sì. Non chiedetemi come possa non essere precipitata nel pozzo nero dell'isteria a mia volta, la risposta è tuttora un mistero persino per me. Penso di essere solo stata fortunata, alla fine. Fortunata e determinata.
Sì, ma perché ripetevi il mese per rivedere nuove scene da film horror?
Perché fallivo nell'obiettivo che mi ero prefissata, cioè salvare questa mia carissima amica... e al tempo pensavo fosse anche qualcosa di più. Ora, con la vecchiaia e le rughe e l'arteriosclerosi, ho fatto chiarezza nei miei sentimenti e ho capito come davvero stanno le cose.
Vabbè, non è importante. E sono solo fatti miei.
L'ho vista morire in così tante occasioni... quarantanove, per la precisione. Ogni singola volta finiva male: rimaneva uccisa nel combattimento finale con Walpurgisnacht, strega la cui venuta significava devastazione nel raggio di chilometri, oppure diventava a sua volta la strega definitiva, molto peggiore. Eggià, bello scherzetto vero? Le Puellae Magi sono destinate a questo: morte o trasformazione in strega. Ho poi scoperto che tutto il potere che manifestava con la sua parte oscura era dovuto al mio intromettermi nel flusso temporale, perché così facendo ho finito con l'intrecciare attorno a lei il destino di ogni diversa realtà che visitavo.
La gioia.
Capirete da voi, pertanto, perché posso fregiarmi di quel titolo. A mani basse.
Ma adesso sei felice, no?
Lo sono. Alla fine di tutte le mie peripezie ci sono riuscita. Madoka Kaname, questo è il suo nome, è viva e vegeta e non intrallazzata con contratti capestro, buffi animaletti bastardi e il nostro mondo di budella e depressione. Siamo diventate due pensionate gobbe, miopi e tarde ma l'abbiamo fatto assieme, in tranquillità.
L'ho salvata. È accanto a me, figurativamente parlando, in totale pace dei sensi. Non porta massi sulle spalle, non deve preoccuparsi di combattere e uccidere e morire, non ha nessuno di questi fastidi. Può dedicarsi alle attività consone alla nostra età: le parole crociate, il giardinaggio e l'osservare i cantieri commentando acidamente l'incompetenza degli operai.
Io credo a quanto dice il libro. Preparati al peggio.
Tu sogni, mio immaginario amico. Sono sicura di aver penato abbastanza e che niente si frapporrà ulteriormente fra lei e me. Non succederà. Te lo garantisco.
E da dove ti viene tutta questa sicumera, cara la mia attempata nonnina?
Semplice. Al primo accenno di maretta sono psicologicamente pronta a ucciderla personalmente.
Che cosa? Tu sei malata a dire così, lo sai?
Tutt'altro. So che è una soluzione estrema, ma vedila così: abbiamo trascorso fianco a fianco gli ultimi sessant'anni, primavera più primavera meno. Siamo anziane e la nostre vite stanno volgendo alla loro naturale conclusione. E so, per esperienza diretta, cosa vuol dire lasciare Madoka Kaname esposta a un qualsiasi tipo di rischio. Sarebbe un atto di pietà, contorto e non esattamente sano ma inevitabile. Non sono neanche più nelle condizioni, fisiche e mentali, per affrontare quello che ho affrontato in gioventù. Il mondo sarebbe in sua balia, dovesse succedere il peggio. E lei sarebbe la prima a soffrirne. Le farei quasi un piacere.
Io mi dissocio. Non voglio saper nulla di tutto questo schifo da psicopatica.
Fai pure. Non mi serve il tuo supporto, né lo voglio. Ho sempre combattuto da sola e continuerò a farlo finché avrò fiato in corpo, anche se conto che non sarà necessario.
Homura Akemi è un lupo solitario, lo è sempre stata e lo rimarrà.
   
 
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