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Autore: Ari_92    10/10/2012    14 recensioni
Klaine = eternity.
Una settimana di one-shots per non dimenticarcelo :)
Day 1: Cooper + Klaine_"Misunderstand"
Day 2: Roomates Klaine_"What I did for love"
Day 3: Heroes!Klaine_"Let's be adventurous!"
Day 4: Skank/Nerd Klaine_"Put on your glasses"
Day 5: Photographer/Model_"Collecting you"
Day 6: Dalton Klaine_"The list"
Day 7: Winter in New York_"I do"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Let’s be adventurous!
Rating: Arancione
Avvertimenti: Lime, demenziale (io sono demenziale.)
Prompt: Day three, Heroes!Klaine
Lunghezza: 3500 e passa parole
Note: Abbiate pietà di me. “Horeos” mi è costato ore seduta a fissare la famigerata pagina bianca di Word. Oh, giusto per cronaca: io e il lime/lemon o come si chiama ci guardiamo negli occhi e ridiamo l’una dell’altro. POV!Blaine
 
 


 
 
Klaine week; Day#3









 

Heroes!Klaine__”Let’s be adventurous!”

 


“...Kurt?”
“Mmh.”
Blaine si mordicchiò l’unghia del pollice, guardando di sottecchi il suo ragazzo da dietro il cuscino al quale era avvinghiato, in un angolino del divano.
Kurt era seduto al tavolo della cucina, intento a digitare velocemente sulla tastiera del portatile.
Probabilmente stava controllando per quella che sarebbe stata la cinquantesima volta l’indirizzo della festa a cui avevano intenzione di partecipare il giorno successivo: pignolo com’era non se ne sarebbe stupito affatto.
Sembrava così assorto in ciò che stava facendo che – se già all’inizio Blaine aveva avuto più di un ripensamento riguardo la proposta che era intenzionato di fargli – ora era quasi completamente scoraggiato.
 
E si sentiva un idiota, anche. Ma quella in fin dei conti non era una novità.
 
“Kurt?”
“Sto ascoltando.”
Mormorò tranquillamente lui, senza staccare gli occhi dallo schermo del computer.
“Beh, mi chiedevo- ”
“Sei sicuro che Sam ti abbia dato l’indirizzo giusto?”
“...E-Eh? Per cosa?” Kurt inarcò un sopracciglio, sollevando per un attimo lo sguardo.
“Per la festa, Blaine.” La festa. Sì.
“Oh. Oh, giusto. Sì, sono sicuro. E poi scusa, non ti ha chiamato anche Rachel per avvisarti?”
Kurt nascose uno sbadiglio dietro il palmo della mano, sfregandosi gli occhi con l’altra. Blaine pensò che era adorabile quando aveva sonno ancor prima di ricordare che, in effetti, dal suo punto di vista Kurt era adorabile anche quando sbucciava i mandarini.
 
“Lo so, ma più di un anno che per un motivo o per l’altro non riusciamo ad incontrarci tutti insieme. Voglio solo essere sicuro.” Blaine gli sorrise, stringendosi il cuscino al petto.
“Non preoccuparti.”
Passarono un lungo minuto in silenzio, se non per il ronzio proveniente dal televisore: abbastanza alto da coprire il rosicchiare delle unghie e il battere delle dita sulla tastiera, ma non sufficiente a far distinguere davvero le parole che i protagonisti di uno show non meglio identificato stavano blaterando.
Blaine fece un countdown mentale, ignorando deliberatamente la vocina nella sua testa che continuava a ricordargli quanto fosse stupida quell’idea.
 
“Kurt?”
Cosa?”
Okay, non poteva farlo spazientire; non visto e considerato quanto aveva intenzione di chiedergli.
“Io, uhm... pensavo. Non trovi che sia arrivato il momento per noi di essere un tantino... avventurosi?”
 
Gli occhi di Kurt si allargarono progressivamente, man mano che la consapevolezza prendeva poco alla volta piede in lui. Distolse definitivamente lo sguardo dal display luminoso che aveva davanti, chiudendo in un movimento un po’ goffo il computer.
Blaine sapeva benissimo che Kurt aveva interpretato correttamente le sue parole: erano più o meno le stesse che aveva usato per sondare sperimentalmente lo spinoso argomento-prima-volta in terza liceo, quando Kurt era ancora piuttosto intimidito da tutto ciò che riguardava il sesso e lui passava intere giornate ad inventare gli stratagemmi più fantasiosi per impedirsi di saltargli addosso.
 
Era trascorso diverso tempo da allora – ben quattro anni dal diploma di Kurt – e le cose erano cambiate.
Era naturale che fosse così: crescevano, imparavano a conoscersi e ad affrontare i cambiamenti della vita vera, fuori dalle quattro mura della scuola.
Tuttavia, nonostante il passare degli anni, ci sono cose che non cambiano mai. Una di queste era il modo impacciato con cui Blaine tentava di proporre qualcosa di diverso in camera da letto. Non che avesse mai suggerito niente di troppo fuori dagli schemi, ma puntualmente era terrorizzato all’idea di come avrebbe potuto reagire Kurt.
 
Era un ragazzo imprevedibile.
Meraviglioso, ma comunque imprevedibile.
 
“...Devo preoccuparmi?”
Chiese infatti, con aria seriamente ansiosa. Ed erano quelli i gloriosi momenti in cui Blaine non riusciva a decidere se aveva più voglia di coccolarlo o portarlo di peso in camera da letto.
“Cosa? No! Volevo solo chiederti una cosa.” Kurt si spostò un ciuffo di capelli dalla fronte, guardandolo direttamente negli occhi.
“Lo so. È per questo che mi sto preoccupando.” Beh, ora o mai più.
Tirò un profondo respiro, decidendosi a prenderla il più larga possibile. Era già abbastanza strano pensato nell’intimità del suo cervello: a stento riusciva ad immaginare come avrebbe potuto risultare assurdo detto ad alta voce.
 
“Domani abbiamo la festa di Halloween con le vecchie New Directions- ”
“...Se ti è venuta una nuova idea per il costume possiamo sempre aggiungerla alla lista.” Blaine scosse la testa: entrambi sapevano perfettamente che non era affatto quello il punto della situazione.
Altro profondo respiro: ne aveva un bisogno pressoché disperato.
“Rachel si è raccomandata di rimanere nel carattere dei personaggi da cui ci travestiremo per tutta la sera. Così sarà più divertente.” Kurt lo fissò in silenzio qualche lungo istante e sì, Blaine avrebbe pagato per sapere cosa gli frullava in testa.
 
“...Continua a sfuggirmi il succo di questo discorso.” Ammise alla fine, abbandonando definitivamente il tavolo della cucina per raggiungerlo sul divano, dove si lasciò cadere a gambe incrociate.
Blaine esitò qualche istante più del necessario, decidendosi a parlare solo dopo l’ennesimo sorriso incoraggiante – seppur ancora vagamente preoccupato – che gli rivolse il suo ragazzo.
 
“Possiamo... Potremmo rimanere nei personaggi anche una volta tornati a casa, domani sera.” Farfugliò in fretta, schivando il suo sguardo.
Ancora una volta, Kurt si prese il suo tempo per dire qualcosa – Blaine avrebbe potuto giurare di sentire l’aria intorno a loro farsi più elettrica di secondo in secondo, e non necessariamente in senso positivo. Magari era lui che si sentiva sul punto di andare a fuoco, cosa che sarebbe successa presto se Kurt non si fosse deciso ad aprire bocca.
 
“Mi- Mi stai proponendo quello che penso?”
Avrebbe solo voluto essere stato in grado di interpretare il suo tono di voce, apparentemente imperturbabile. Quel ragazzo l’avrebbe ucciso, prima o poi: ermetico a sprazzi, preda di attacchi motivi nelle altre occasioni.
“Suppongo di sì.” Kurt annuì, senza guardarlo in faccia.
“Wow.” Fece una risatina nervosa e Blaine era già tremendamente desideroso di poter riavvolgere il nastro e rimangiarsi ogni cosa.
 
“Sai, pensavo che quello che facciamo di solito ti piacesse...”
Gli servì qualche lungo, infinito istante per capacitarsi di quanto aveva appena sentito.
 
“...Che cosa?! Kurt! Naturalmente quello che facciamo di solito mi piace! Lo amo, ti amo, dicevo solo se avevi voglia di provare qualcosa di nuovo, non dobbiamo farlo! Pensavo solo che avrebbe potuto essere- ”
“Okay.”
“...C-Come?” Kurt sorrise, arrossendo un po’.
“Ho detto che va bene. Insomma, lo so che ti piace quello che facciamo di solito. Suppongo che non ci sia niente di male a provare questa cosa dei... ruoli, per una volta.”
Blaine non riusciva nemmeno a credere alle sue orecchie. Aveva detto di sì.
Aveva detto di sì e lui si sentiva più esaltato di un bambino al luna-park.
O di sé stesso in un negozio di papillon.
 
“Grazie.” Kurt si morse la lingua per non sorridere.
“Per la cronaca sono tremendamente scettico su questa... cosa, e lo faccio solo perché ci tieni.”
“Perché sei il ragazzo più meraviglioso di tutto- ”
“Sì, sì. Ora: da cosa vogliamo vestirci?”
“Da una coppia famosa, naturalmente!”
 
Kurt impallidì, parlandogli molto lentamente.
“...Lo sai vero che è passato molto tempo da quando abbiamo fatto Snooki e The Situation, vero? E poi... Dio! Non posso immaginare qualcosa di sessuale nei loro panni...! Oddio che schif- ”
“Oh, no! Assolutamente no. Io... Pensavo ai supereroi.”
 
Kurt gli lanciò un’occhiata scettica.
In realtà, qualcosa che andava al di là dello scettico.
 
“...Supereroi?”
“Supereroi.”
Blaine poteva praticamente sentire il cervello del suo ragazzo lavorare freneticamente sotto il ciuffo ondulato che aveva in testa.
“L’unico supereroe che sopporto è Loki. E fidati, non c’è niente di erotico in Loki, men che meno nel suo cappello con le corna.” Blaine gli lanciò un’occhiata allusiva, sorridendo leggermente.
“Io non pensavo a Loki, in realtà.”
Kurt gli puntò un dito sul petto, guardandolo come se fosse sul punto di tirargli un ceffone.
“Blaine Anderson. Io non mi vestirò Catwoman neanche se mi preghi in turco.” Blaine non rispose: a dire il vero non aveva nemmeno considerato quell’ipotesi.
Al suo silenzio, Kurt sembrava ancor più fuori di sé.
 
Tu non ti vestirai da Catwoman! Non pensarci neanche-”
“Kurt! Dimentica Catwoman! Piuttosto... Uhm...”
“Capitan America porta le mutande sopra i pantaloni. Superman sarebbe squallido e Spiderman sarebbe ridicolo.” Continuò, enumerandoli sulla punta delle dita. Blaine gli prese le mani tra le sue, fermandolo.
“Kurt, Kurt, Kurt. Qual è la coppia di supereroi più famosa di sempre?” Chiese con un grande sorriso, ricevendo in cambio un’occhiata perplessa – l’ennesima della serata, in effetti.
 
“Vanno in giro in coppia adesso?” Blaine alzò gli occhi al cielo.
“Batman e Robin!”
Kurt era letteralmente a bocca aperta.
Lo fissava come se gli avesse appena confessato di avere una famiglia segreta in Cornovaglia, con tre bambini e un cane. Si voltò del tutto verso di lui, stringendosi le ginocchia al petto.
 
“...Fammi capire. Vuoi fare l’amore con me nei panni di Batman e Robin?” Era il momento della verità.
“Uhm... . Sì, più o meno l’idea era quest- ” Non fece nemmeno in tempo a finire la
frase che Kurt stava già ridendo a pieni polmoni, tanto che finì per affondare la testa direttamente nella spalla di Blaine, nel vano tentativo di sopprimere quell’imprevista ondata di ilarità.
 
“Kurt...?”
“Blaine, è un’idea terribile- ”
“No, se rimaniamo nella parte tutto il tempo.”
“Oh, Dio...” Kurt si calmò quanto era necessario a rendere comprensibile ciò che diceva, senza smettere di sorridere.
“Okay, okay. Come vuoi tu, anche se continuo ad essere convinto che sarà un fiasco totale.” Blaine roteò gli occhi e annuì, sporgendosi per lasciargli un dolce bacio a fior di labbra.
“Da domani pomeriggio, per tutta la festa e per tutta la sera, tu sei Batman e io sono Robin.”
 
E quella volta, per qualche strana angolazione tra Terra, Giove e Marte, Kurt riuscì ad evitare di ridergli in faccia.
 
 

***

 
 
La festa era stata strepitosa.
 
Finn era decisamente nato per stare nei panni di Frankenstein, anche se Blaine non era ancora del tutto sicuro se per Santana fosse stato giusto vestirsi da diavolessa: dopotutto non si era dovuta impegnare nemmeno la metà degli altri in quanto ad interpretazione.
In ogni caso, proprio come era stato concordato in origine, nessuno era uscito dal personaggio che impersonava: era stata proprio quella la parte divertente.
Per lui e Kurt, avrebbe continuato ad esserlo.
 
Blaine era semplicemente convinto di aver avuto l’idea del millennio, niente avrebbe potuto persuaderlo del contrario.
Si sistemò il papillon davanti allo specchio della loro camera da letto – sì, si era preso la libertà di applicare una discutibile licenza poetica al suo travestimento – e attese pazientemente che il suo ragazzo lo raggiungesse dal soggiorno dove era rimasto a piazzare tutti i regali e pensierini che si erano scambiati con gli altri alla festa.
 
Blaine non si rese conto di essere nervoso fino a quando lui non entrò nella stanza.
Ed era strano, perché era più o meno da quando erano due adolescenti alle prime armi che non era più nervoso in quel campo. Probabilmente si sentiva in quel modo perché Kurt in primis sembrava estremamente agitato nonostante facesse di tutto per nasconderlo, anche grazie alla maschera nera che gli copriva buona parte del viso. Accessorio che – per quanto accattivante – Blaine era intenzionato a rimuovere al più presto.
 
Bene: era il momento di provarci sul serio. Fece un profondo respiro e si calò completamente nel personaggio – da qualche parte dei pressi di Hollywood, Cooper era fiero di lui.
 
“Ciao.” Esclamò con un sorriso rilassato, muovendosi in direzione del suo ragazzo. Kurt sembrava indeciso.
“Va tutto bene?”
“Io, uhm... Stiamo già recitando, o...?” Blaine si fece cadere le braccia lungo i fianchi e lasciò momentaneamente perdere il suo ruolo, rivolgendo a Kurt un’occhiata stizzita.
 
“Ma sì!”
“Okay, scusa! Ci sono.” Il moro abbozzò un sorriso rassicurante, sperando che tornasse ad immedesimarsi alla svelta. Beata ingenuità.
“Aspetta un momento.”
Cosa c’è adesso?” Kurt si portò le mani sui fianchi, come faceva ogni volta che era in procinto di iniziare un discorso serio e/o potenzialmente infinito.
 
“In che rapporti sarebbero Batman e Robin? Stanno insieme, sono amici, o altro? Perché non è semplice immedesimarsi senza sapere- ”
“Okay, okay. Mettiamo che sono amici...”
“Siamo amici.” Ripeté Kurt, a quanto pareva sinceramente interessato.
“...Sì. E poi- ”
“E poi?” Blaine invocò mentalmente ogni Santo del Paradiso, in cui peraltro non credeva.
“Tu... Lasciati sedurre, okay?”
 
Quando Kurt scoppiò a ridergli in faccia – ancora – Blaine era indeciso se unirsi a lui o prendere a testate il muro.
 
Kurt!”
“Scusa, scusa. È che indossi la calzamaglia. Non credi che sia un tantino irrealistico che io mi faccia affascinare da un ragazzo in calzamaglia- ”
“Ma non sei tu, sei Batman!”
“A Batman piacciono i ragazzi in calzamaglia?”
Blaine lo afferrò per le spalle, guardandolo dritto negli occhi.
“Kurt Hummel. Calati in quel benedettissimo personaggio.”
 
E, per una volta, Kurt sembrò prenderlo sul serio.
Chiuse per un momento gli occhi e – quando li riaprì, qualche istante dopo – sfoggiava un leggero sorriso, vagamente malizioso. A Blaine bastò quello per rievocare tutti i suoi propositi di mandare a monte all’esperimento. E inoltre di punto in bianco era abbastanza sicuro di amare quel gioco.
 
“Ciao.”
“Hai avuto molto da fare oggi?” Kurt gli passò accanto, facendogli scorrere con ostentata casualità l’indice su un fianco, per poi sedersi sul bordo del materasso.
Oh sì, lo amava davvero.
 
“Sono distrutto, Robin. È stata una giornata così stressante...”
Blaine sorrise tra sé e sé, avvicinandosi al letto con studiata lentezza. Kurt lo guardava dal basso in alto attraverso le ciglia, come se non avesse davvero la minima idea di cosa aspettarsi in quel momento da lui.
Aveva dimenticato quanto Kurt potesse essere bravo a recitare, – o almeno di questo era convinto lui – non aveva dimenticato quanto riuscisse ad essere dannatamente sexy senza neppure provarci.
 
“E così sei stanco.” Constatò, ora direttamente in piedi di fronte a lui.
Gli appoggiò entrambe le mani sulle spalle, abbassandosi lentamente fino a trovarsi in ginocchio tra le sue gambe. Kurt deglutì visibilmente. E per un breve, magico momento Blaine fu addirittura convinto che fosse a causa di ciò che aveva appena fatto. Naturalmente, stava cercando di trattenere una risata che arrivò all’incirca mezzo secondo più tardi.
 
“Non c’è verso che questa cosa funzioni, non è vero?”
“Cosa? No, uhm... Okay, scusa. È colpa del fatto che cerchi di essere sexy, ma non è umanamente possibile con la roba che indossi.” Gli fece notare e davvero, Blaine non era sicuro di essere nella posizione migliore per sostenere una conversazione, letteralmente.
 
“Kurt...”
“No, hai ragione. Continua, io cerco di... Vai, vai.”
Sbatté più volte le palpebre prima di tornare a guardarlo, di nuovo con gli occhi intensi di poco prima.
Blaine avrebbe voluto ridere per quanto poco dovesse sforzarsi Kurt per averlo ai suoi piedi – letteralmente –... mentre lui era solo un demente in calzamaglia.
Tutto quello che si proponeva di fare e quel punto era farlo ricredere: gli avrebbe tolto ogni ragione per ridersela, o quantomeno ci avrebbe provato.
Sfoggiò una delle sue migliori espressioni seducenti – in particolare il famoso sorriso-da-Dalton che Kurt citava sempre, rievocando il loro primo incontro – ben consapevole dell’effetto che aveva su di lui.
 
“Posso provare a farti rilassare. Cosa ne dici?”
Fece salire le mani lungo il suo collo fino ai contorni della maschera, che sfilò in un movimento fluido. Aveva le guance arrossate e gli occhi leggermente umidi, ed era bellissimo. Blaine non avrebbe mai smesso di pensarlo, di questo era completamente sicuro.
 
“C-Cosa vuoi dire?” Domandò, fingendosi sinceramente stupito dalla sua ultima affermazione e sì, a quanto pareva era definitivamente entrato nel personaggio. Blaine continuò a sorridergli dolcemente e allungò la testa verso l’alto, mentre gli afferrava la nuca con le mani in modo da avvicinare le loro labbra.
Kurt oppose un po’ di resistenza, fermandosi a un soffio dal bacio che aveva intenzione di dargli.
“Che stai facendo?” In tutta risposta Blaine annullò la breve distanza che ancora li separava, facendo incontrare le loro bocche socchiuse. Saltò a pié pari tutte le provocazioni che erano soliti concedersi con i primi baci: gli separò direttamente le labbra con la lingua e trovò all’istante la sua, mentre rispondeva con impeto a quel contatto profondo e improvviso, e sì, magari non era proprio nel personaggio gettare la spugna così facilmente, ma per quanto lo riguardava era felice di lasciar correre.
 
Blaine gli strinse il labbro inferiore tra i denti, cosa che fece sibilare a Kurt un gemito morbido direttamente nella sua bocca. Affondò le unghie nella stoffa sottile del suo costume da Robin, tirandolo verso di sé.
Blaine si allontanò proprio in quel momento.
 
“No, Blaine...” Protestò, mentre lui lo fulminava con lo sguardo. Non c’era verso.
Blaine?”
“Oh merd- Robin. Sì, Robin. Questo non deve più succedere. Perché l’hai fatto?” Blaine si strinse innocentemente nelle spalle, spingendo Kurt di nuovo verso l’alto, in modo che fosse seduto normalmente sul bordo del letto.
“Te l’ho detto. Meriti di rilassarti un po’...” Mormorò, agganciando i pollici all’elastico dei suoi pantaloni scuri – anch’essi tremendamente simili a una calzamaglia, con la differenza che se glielo avesse fatto notare probabilmente non gli avrebbe più rivolto la parola per un mese.
Con la sua collaborazione riuscì ad abbassargli qualunque cosa fosse quell’indumento fino alle caviglie, insieme ai boxer. Blaine sorrise tra sé e sé, notando che Kurt sembrava aver improvvisamente perso buona parte della sua voglia di fare lo spiritoso.
 
Tanto per rincarare la dose strinse le mani attorno alle sue ginocchia e le separò lascivamente, senza perdere nemmeno per un attimo il contatto visivo con lui: Kurt aveva cominciato a boccheggiare con le labbra socchiuse, apparentemente incapace di pronunciare una sola parola. Blaine fece scorrere le proprie dita lungo le sue cosce, fermandosi in corrispondenza dei fianchi che gli cinse possessivamente, come non faceva mai se non in momenti del genere, il più delle volte senza nemmeno rendersene consciamente conto.
Kurt gli coprì le mani con le sue – l’aveva sempre fatto, sin dai tempi della loro prima volta – stringendo abbastanza forte da renderlo quasi doloroso, nel modo più piacevole che potesse immaginare. Il moro si fece più avanti tra le sue gambe, lasciandogli una pigra scia di baci sulla parte interna delle cosce e facendolo tremare da capo a piedi.
 
“Blaine... Ti prego,” Gemette a bassa voce, in quel moto di impazienza che Blaine aveva avuto tutto il tempo di imparare a riconoscere. Sapeva perfettamente cosa piaceva a Kurt: aveva imparato a conoscere ogni arma a sua disposizione per farlo impazzire, al punto che non aveva più segreti ai suoi occhi e sapeva che valeva lo stesso per lui.
Non si sarebbe mai stancato di ripercorrere gli stessi itinerari di sempre sulla sua pelle, né di vederlo sorridere, di sentirgli sussurrare che lo amava o del semplice modo in cui le loro mani si cercavano sempre ed inevitabilmente quando erano uno tra le braccia dell’altro.
 
Non poté davvero evitare di sorridere.
 
“Sì, Kurt.” Non lo torturò oltre: un istante più tardi aveva raggiunto la sua erezione e la stava cingendo tra le labbra, avvolgendola con calma, con le dita ancora strette sulla vita del suo ragazzo. Kurt abbandonò le sue mani per passargli tutte le dita tra i capelli, approfittandone anche per slacciargli la maschera che-
 
Oh.
La maschera.
 
Blaine in tutta sincerità – ed era abbastanza imbarazzante ammetterlo visto che l’idea era stata sua – aveva completamente dimenticato la faccenda dei ruoli. Si chiese se non avrebbe dovuto allontanarsi e ricordarglielo ma poi lui urlò il suo nome, strattonandogli i capelli.
 
Oh beh, al diavolo Batman e Robin.
 
Dopo un attimo di esitazione riprese a vorticare la lingua su di lui, tenendogli i fianchi più fermi possibile in modo che non si spingesse con troppa foga in avanti.
Finì per lasciarsi stordire dai gemiti incontrollati del suo ragazzo a tal punto che a mala pena si rese conto di quando lui lo prese saldamente per le spalle, facendolo alzare senza troppi complimenti dal pavimento su cui era accovacciato.
 
Lo catapultò sul letto insieme a lui, e si adoperò subito per togliergli di dosso il famigerato costume da Robin. Inoltre approfittò del momento per baciarlo con inaspettata dolcezza, la stessa che prima non aveva avuto lo spazio che erano soliti riservarle a causa di quella stupidissima idea dei supereroi.
Che poi davvero, come aveva fatto a macchinare una tale idiozia?
Kurt si separò da lui con un ultimo, impalpabile sfioramento di labbra, allontanandosi quando bastava per poterlo guardare negli occhi.
 
“Ti amo.” Blaine sorrise, accarezzandogli un lato del viso.
“Anch’io ti am- ”
“Oh, merda!”
 
Esclamò Kurt, scattando a sedere sul materasso talmente in fretta da rischiare di cadere all’indietro.
“...Kurt?”
“Scusa! Sono completamente uscito dal personaggio, e... Mi dispiace di aver rovinato tutto fin dall’inizio...”
“Kurt.”
“È che quando sono insieme a te non riesco a fare finta di essere qualcun altro, perché... Non lo so. Mi fai dimenticare tutto il resto, temo.”
Sembrava davvero mortificato, tanto che non lo stava neppure guardando negli occhi. Blaine si lasciò scappare un sorriso, scuotendo leggermente la testa.
 
“Amore, non me ne importa niente di Batman e Robin, okay? E nel caso non lo avessi notato anch’io mi sono perso per strada con la storia dei ruoli. Dall’inizio.”
Era indeciso se credergli o meno, questo era evidente.
 
“...Sei sicuro?”
“Certo. Inoltre, sono felice di avere ancora questo effetto su di de dopo tutto questo tempo.” Sottolineò, ancora gongolante per le parole che Kurt aveva usato poco prima. Lui gli rivolse un sorriso timido decidendosi solo alla fine ad aggiungere qualcosa, con talmente tanta titubanza che Blaine fece quasi fatica a sentirlo.
 
“Sicuro sicuro? Perché... Beh, capisco che dopo tanti anni insieme avresti voluto- ” Blaine sgranò gli occhi, stringendo istintivamente le mani che ancora teneva tra le sue.
“Non pensare nemmeno per un secondo che abbia smesso di trovare stimolante fare l’amore con te, perché sarebbe la più grande assurdità dell’universo dopo io che dico addio al gel per capelli.
Kurt, non potrebbe mai succedere, dico davvero. ...E adesso per piacere possiamo riprendere da dove ci siamo interrotti? Fare un discorso serio con te mezzo nudo non è così semplice.”
Kurt roteò scherzosamente gli occhi e allungò il collo, baciandolo sulla punta del naso.
 
“Vuoi che torniamo ad essere Batman e Robin? Io non prometto niente, però.”
“Penso che Kurt e Blaine siano più che sufficienti.”
Il sorriso di Kurt si ampliò, mentre lo spingeva delicatamente sul materasso, premendosi contro di lui.
 
“Uh. Perciò niente superpoteri?” Blaine ridacchiò sottovoce, ammiccando al ragazzo sopra di lui.
 
“...Dipende da cosa intendi per superpoteri.”
“Sei un cretino.”
“Anche tu.”
“Ti amo.”
“Ti amo.”
 

***

 
 
 
 
 
 
 

 






 
 
...Vi chiedo di compatirmi, oh nobili anime coraggiose giunte fin qui.
Non avete idea di quanto fossi in crisi per questo prompt, sul serio. Dire che è demenziale sarebbe un complimento, quindi non mi pronuncio e basta, confidando nella vostra clemenza :’)
Anyway, domani finalmente giungerà a noi un po’ di sano POV!Kurt, con Skank/Nerd!
Spero di risentirvi anche lì, nonostante dopo il prompt di oggi non oso sperare che mi sopporterete ancora x’D
Grazie mille alle 14 persone (QUATTORDICI *-*!!) che hanno recensito la scorsa Shot, siete adorabili come la Klaine :’)
Alla prossima, courage <3 
  
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