Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: micia95    11/10/2012    2 recensioni
Antico Medioevo. Tomoeda è divisa in quattro regni pacifici, ma un re malvagio e assetato di potere cercherà di conquistarla tutta. L’ultima principessa in grado di fermarlo è scomparsa. Si riuscirà a ritrovarla prima che il mondo intero cada nel caos più completo?
Una classica storia fantasy, con amori, magia ed esseri magici.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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FIDARSI

Stavano ancora cavalcando. Shaoran dietro e Sakura davanti. Lui guardava fisso davanti a sè sbirciando di tanto in tanto la ragazza; lei si guardava intorno con aria sospetta e attenta e di tanto in tanto sbirciava il ragazzo dietro di sè. Quando i loro occhi si incontravano subito i due voltavano lo sguardo arrossendo leggermente.
“Sakura... Sakura, ti senti bene?” chise improvvisamente il ragazzo. La giovane infatti era pallida e piegata verso il collo del cavallo.
“Non... non molto...” gli rispose con voce fievole. Subito il ragazzo fermò il cavallo e scese aiutando Sakura a fare lo stesso e, posati i piedi a terra, la ragazza per poco non cadde.
“Mi viene da vomitare” disse poi la giovane. Shaoran la prese in braccio senza tanti complimenti e la stese sull’erba. Forse non era stata la mossa più saggia. Subito Sakura si alzò e si mise a quattro zampe con gli occhi chiusi.
“Hai... hai bisogno di qualcosa?” Shaoran era agitato, non gli era mai successo di dover aiutare qualcuno e, a dirla tutta, pensava che il malore di Sakura fosse dovuto a “problemi da ragazze” e lui non aveva la minima idea di che fare.
“Un... un panno bagnato” fu la risposa di Sakura che si mise seduta cominciando a respirare profondamente con il naso. Il ragazzo le portò velocemente il panno bagnato e cominciò a passarglilo delicatamente sulla fronte. La ragazza sorrise leggermente sentendo le mani tremolanti del giovane sulla sua fronte.
“Puoi appoggiarlo anche un po’ più forte” gli disse con la voce tornata normale.
“Oh... i-io pensavo...pensavo che avessi, che beh, avessi...” non riuscì mai a completare quella frase balbettante perchè Sakura rise. Non una rista di chi vuole prendere in giro ma una rista per allegerire la tensione e per togliere l’onere a Shaoran di completare quella frase imbarazzante.
“Si fa così” Sakura prese il panno bagnato e cominciò a passarlo con un po’ più di vigore del giovane prima sulla sua fronte, poi su qulla di Shaoran. Quella vicinanza lo portò a pensare nuovamente alla sensazione del corpo morbido e profumanto di Sakura tra le sue braccia. 
“Comunque grazie Shaoran” lo risveglò lei da quei ricordi decisamente poco casti.
“Figurati. Ti senti meglio?” il giovane si era scosso dall’imbarazzo iniziale, acuito dalla vicinanaza di Sakura e dai pensieri di poco prima.
“Sì. Adesso sì. Deve essere stato il cavallo.” Disse risoluta guardando Aliseo che brucava l’erba tranquillamente.
“Il cavallo?” chise Shaoran un po’ scettico.
“Tutto quell’andare su e giù mi ha fatto venire la nausea.”
“Vorrà dire che andremo più piano” rispose il ragazzo alzandosi e tendendo le mani a Sakura. Mente la ragazza si alzava con l’aiuto di Shaoran chiese “Non potremmo andare a piedi? Per un pochino almeno.” Lo guardò intensamente negli occhi. Lo stava pregando e Shaoran non se la sentì di dire di no a quelle due iridi verdi che lo fissavano con tale intensità.
“D’accordo, ma solo perchè anche Aliseo è stanco!”
“Grazie Shaoran!” esclamò la ragazza abbracciandolo. Il cuore di Shaoran cominciò a fare le capriole e il giovane sperò che Sakura non se ne accorgesse.
Partirono nuovamente verso sud.
“E’ mezzogiorno, ci fermiamo a mangaire?” chiese Sakura ore dopo. Shaoran si girò verso di lei e per poco non scoppiò a ridere: la ragazza aveva alzato le mani sopra la testa e unito i palmi per stirarsi la schiena e i muscoli indolenziti; poi aveva reclinato la testa all’indietro formulando la domanda. Shaoran pensò ancora una volta che non fosse solo buffa ma anche bellissima.
“Va bene, hai preferenze?” 
“Uhm... abbiamo frutta? Preferirei non mangiare carne...” Shaoran stava per chiedere il motivo di quella scelta ma, memore della promessa fatta all’inizio di quell’avventura, chiuse la bocca e le passò della frutta. Sakura gli sorrise e ancora una volta quel dolce sorriso gli fece galoppare il cuore più veloce di qualsiasi cavallo.
Stavano sciacquando i piatti e scherzando quando all’improvviso Sakura alzò di scatto la testa: “Hai sentito qualcosa?” 
“No, perchè?” 
“Solo suggestione” disse lei scutendo piano la testa e regalandogli un altro sorriso che il ragazzo non potè non ricambiare.
Ma Sakura aveva ragione, c’era qualcuno che li attaccò alle spalle.
“Sakura!” urlò Shaoran scostandosi appena in tempo mentre una spada si abbatteva dove si trovava un istante prima squarciandogli una parte del mantello. Anche Sakura fu veloce e riuscì ad evitare la lama che la stava attaccando; poi sferrò un calcio sotto il mento al suo aggressore e si alzò in piedi. Il ragazzo era rimasto per un attimo imbambolato a fissare la determinazione e la forza d’animo (nonchè la bravura) della ragazza. 
Il sibilo di un’altra spada gli arrivò all’orecchio e d’istinto si parò il viso con il fodero della propria spada. Rotolò su un fianco e balzò in piedi estraendo la propria spada e mettendosi in guardia. Di fronte a lui si ergeva un uomo muscoloso con indosso un’armatura di piastre di metallo e in testa portava un elmo con una sottile lamina che proteggeva il naso. Sopra all’armatura portava una tunica rosso fuoco con bordini d’oro, sozza di fango e sudore dell’uomo. All’altezza del petto era ricamato lo stemma del re di Kuma: un drago che tiene tra gli artigli il corpo di un uomo. Shaoran arricciò il naso a quella vista, sapeva che prima lo stemma era un drago che sorvolava un mare azzurro e quel cambio era dovuto alla natura crudele del re Hiirajizawa. Il disgusto e la riflessione di Shaoran durarono solo un battito di ciglia perchè il grosso uomo si lanciò incontro al giovane mulinando la spada. Shaoran parò il colpo con la sua lama; la cosa non gli risultò difficile dato tutti gli anni di allenamento. Il ragazzo fece un balzo all’indietro spostando la spada per colpire l’aggressore al ventre. Questo però schivò con facilità il colpo e partì nuovamente all’attacco. Ma Shaoran era pronto: gli anni di allenamento avevano lasciato un’impronta indelebile in lui e ormai si muoveva meccanicamente senza più pensare. Parava, schivava e attaccava. L’odore del sangue, il sudore, la fatica. Tutto si confondeva e allo steso tempo tutto era nitido e distinto dai suoi sensi. Era talmente concentrato da dimenticarsi di Sakura. Quando inavvertitamente le loro schiene si scontrarono, Sharan fu scosso da un brivido di paura: stava dando le spalle ad un potenziale avversario che avrebbe potuto infilzarlo da un momento all’altro! Con una veloce torsione del polso Shaoran fece cadere di mano la spada al primo avversario rompendogli il polso, poi si girò di scatto. Si ritrovò faccia a faccia con una Sakura sudata e un pugnale con il pomolo rosso in mano, pronta come lui ad attacarre o a difendersi dopo essersi liberata dall’uomo che la stava attacando poco prima. Si sorrisero consci del maliteso. Ma durò poco. Un altro uomo attaccò Shaoran mentre un suo commilitone faceva lo stesso con Sakura. I due si scagliarono sull’uomo che avevano davanti per tacito accordo. I due giovani sembravano avere la meglio quando al gruppo si unirono i due uomini messi fuori combattimento poco tempo prima. 
Per Shaoran non era facile: indossava ancora la tunica che, sebbene mezza strappata, impediva movimenti fluidi e che poteva impigliarsi all’armatura dei nemici o che poteva far inciapare il giovane. Il ragazzo utilizzava una spada ad una mano e mezza e la grandezza impediva movimenti veloci e scattanti nel ristretto spazio formato dai due avversari da fronteggiare in cui Shaoran si trovava ad agire. In più il ragazzo cominciava a sentirsi stanco e spossato e il ritmo serrante dei colpi lo costringevano a indietreggiare. L’adrenalina che poco prima non gli aveva fatto percepire la stanchezza, ora si stava esaurendo e il ragazzo sentiva i muscoli tesi nello forzo di reggere in piedi lui e la sua arma. Con un enorme sforzo sia fisico sia di volontà, Shaoran riuscì a ferire alla spalla uno dei due aggressori, quello con il polso rotto che, nonostante l’impedimento, continuava ad essere un buon combattente. La ferita era ampia e profonda e in poco tempo avrebbe portato la morte all’uomo. Appena l’altro si voltò indietro per guardare il compagno in fin di vita, Shaoran ne approfittò e lo trafisse al ventre.
“Mai dare le spalle!” disse mentre vedeva la faccia dell’uomo farsi paonazza per il dolore. Shaoran estrasse la spada e la ripulì dal sangue sulla tunica del soldato morto. Poi si voltò e vide la sua compagna che combatteva. Era un concentarto di pura grazia, agilità e precisione. Uno spettacolo da mozzare il fiato. E qui vestiti da uomo le stavano maledettamente aderenti. Quasi trasalendo, Shaoran riportò la sua attenzione al presente.
Sakura aveva steso l’altro avversario con un colpo alla tempia da cui usciva ancora del sangue ed ora si trovava a fronteggiare un solo avversario. La vide sferrare un colpo con il pugnale diretto agli occhi. L’uomo parò, ma lasciò penzolare l’altra mano che subito Sakura recise. Shaoran potè leggere il disgusto sul volto della ragazza per quel gesto a cui era stata costretta per difendersi. L’uomo urlò guardando l’arto a terra poi si scagliò con violenza contro la ragazza. Lei saltò idetro e l’uomo sbilanciato in avanti tentava di riprendere l’equilibrio: ma era troppo tardi. Sakura gli diede una gomitata spezzandogli l’osso del collo. Vedendo l’uomo a terra ormai morto, la giovane chiuse gli occhi e prese un grosso respiro tremolante. Poi si avicinò all’altro uomo e raccolse un secondo pugnale che pulì sull’erba.
“Tutto bene?” chiese Shaoran andando incontro alla ragazza.
“Siamo degli assassini” fu la risposta di lei guaradando i cadaveri delgi uomini. “Magari avevano una moglie, dei figli da cui tornare. Siamo delle persone orribili” Sakura sembrava sull’orlo delle lacrime.
“Non dire sciocchezze! Abbiamo fatto quello che dovevamo” la redaurguì dolcemente Sahoran stringendola in un abbraccio che Sakura ricambiò. Con quel contatto a Shaoran sembrò di ristabilire l’ordine naturale delle cose; si sentiva perfetto, completo e compiuto stringendo semplicemente a sè Sakura e poggiando il capo sui capelli color miele di lei.
“Sarebbe meglio farsi un bagno, però devi promettermi che non verrai a sbriciare!” disse infine lei scherzando. Sahoran arrossì per quella battutta riguardante il loro primo incontro.
“Solo se tu prometti lo stesso” la prese in giro.
“Non ti fidi di me?” chiese Sakura tra il sorpreso e il risentito.
“Meglio essere certi...” disse lui lascindo la frase in sospeso e liberandola da quell’abbraccio per poi dirigersi verso Aliseo che se ne era sato buono durante tutto quel trambusto. Shaoran aveva sempre ammirato quel cavallo: era la tranquillità fatta ad animale! Sorrie al pensiero di tutte le loro avventure insieme.
“Mmmm...farò finta di crderti. Vado prima io!” Esclamò la ragazza prendendo dei nuovi vestiti e correndo verso l’altra sponda del fiume, teatro della lotta del pomeriggio.
Shaoran si trovò da solo con i suoi pensieri. Era mai possibile sentirsi come un ragazzino che sta crescendo? Sakura sembrava fargli rivivere quel periodo in cui si sentiva in preda agli ormoni  e non sapeva gestirli. Questo lo imbarazzava ma, al contempo, lo faceva sentire vivo e desideroso di averla sempre vicina. E invece in quel momento stava facendo il bagno. Sorrise ricordando il mometo in cui l’avea vista: la pelle chiara, la line della vita, quella della spina dorsale, la voglia... interrupe immediatamente quei pensieri perchè non lo aiutavano di certo a rallentare il battito cardiaco l’improvviso calore che sentiva. Se Sakura l’avesse scoperto, sarebbe stato molto, ma molto imbarazzante.

Quella sera decisero di fermarsi lì e tardare un giorno sulla tabella di marcia per tanti motivi: quando avevano finito di lavarsi e mettere ad asciugare i vestiti mancavano poche ore al tramonto, erano ancora stanchi dalla lotta di poche ore prima e Shaoran non si fidava ancora a far montare Sakura nuovamente su Aliseo, ma questo non glielo aveva detto.
Un fuoco tenue scoppiettava e proiettava ombre intorno alla coppia e sui loro corpi. Sakura e Shaoran sedevano di fronte: lui straiato a pancia in su con le braccia incrociate dietro la testa a fargli da cuscino guardando le stelle alternando pensieri a Sakura (a che cosa stava pensando la ragazza?), agli uomini che li avevano attaccati (perchè? Cercano lei? O me?), alla sua famiglia, alla sua casa e alla sua missione. La maggior parte di questi pensieri era angosciante o dolorosa, così si girava leggermente su un lato per poter guardare nella penombra la figura di Sakura. Lei si trovava dalla parte opposta rispetto a lui e teneva le gambe strette al petto, il mento appoggiato alle ginocchia, lo sguardo fisso sul fuoco. Le ombre che le danzavano sul volto le davano un aspetto ultraterreno. Ad un tratto alzò la testa e lo fissò negli occhi intensamente. A Shaoran mancò il respiro. Poi la guardò con la stessa intensità cercando di capire qualcosa –qualsiasi cosa- da quegli occhi. Sakura abbozzò un sorriso, poi si alzò, prese la coperta adagiata accanto a lei e si sedette davanti alle gambe del giovane, dando le spalle al fuoco. Subito il ragazzo si alzò a sedere continuando a fissarla.
“Perchè non me lo chiedi? So che muori dalla voglia di sapere perchè quei tizi mi inseguivano” disse improvvisamente Sakura sorprendendo Shaoran che si maledisse per aver fatto capire alla ragazza i suoi pensieri solo tramite quel contatto visivo di poco prima.
“Potrebbero benissimo stare cercando anche me” rispose lui tornando a sdraiarsi nella posizione di prima e alzando lo sguardo verso il cielo.
“Te?!” chiese Sakura sorpresa fissando Shaoran.
“Già.”
Rimasero in silenzio sentendo entrambi la curiosità che aleggiava nell’aria.
“Mi piacerebbe saperlo, comunque.” Disse poi Shaoran, trovando il coraggio da chissà dove per farle questa confssione. “Ma non te lo chiedo perchè ti ho fatto una promessa all’inizio del viaggio.” Continuò poi con un sorriso rivolto solo e soltanto a lei.
“E se... e se io volessi dirtelo?” disse a sorpresa Sakura lasciandolo di stucco.
“Non voglio obbligarti, voglio che ti fidi di me per dirmi una cosa del genere” disse il ragazzo risoluto fissandola negli occhi.
“Io mi fido di te Shaoran” gli disse con una sincerità che spiazzò il giovane e gli fece quasi pizzicare gli occhi. Si sedette a gambe incrociate di fronte a lei e con un gesto della mano la invitò a cominciare.
Sakura prese un bel respiro pronta a raccontare tutto dall’inizio: “Non ricordo bene tutto, l’unica cosa di cui sono certa è che ho un buco, un vuoto di memoria fino ai cinque anni. La prima cosa che ricordo è che ero spaventata, nascosa in un carretto e piangevo –non ricordo neanche il perchè-. Quando il carretto si è fermato sono scesa, in lacrime. Mi guardavo intorno ed ero tremendamente spaventata: non avevo mai visto quel posto e non conoscevo nessuno. All’improvviso qualcuno mi ha messo una mano sulla spalla; mi sono girata e stavo per urlare. In realtà era solo una donna non più giovane ma non è possibile classificarla come anziana. Mi porse una mela e poi mi portò a casa da suo marito che era più anziano di lei. Erano una coppia che non aveva avuto figli e decisero di tenermi con loro. Si chiamavano Rika e Yoshiyuki. Vissi in quel villaggio per anni e imparai a non curarmi di ciò che non mi ricordavo e delle mie stranezze. Infatti sapevo più cose dei bambini della mia età e di conseguenza mi considerarono strana. Tutti tranne Tomoyo. Tomoyo viveva sola con la madre, era una bambina pacata, con lunghi capelli scuri. Diventammo presto amiche e non ci separammo più. Facevamo tutto insieme: giocavamo, ridevamo, imparammo anche a leggere –ci insegnò Rika.” 
Qui Sakura prese un altro bel respiro e Shaoran immaginò stesse per arrivare la parte dolorosa del racconto.
“Successe il giorno dopo il mio dodicesimo compleanno -la data coincideva con il giorno del mio arrivo al villaggio-; io e Tomoyo eravamo andate al fiumiciattolo fuori dal villaggio e tornammo verso sera: non ci eravamo accorte di quanto fosse tardi. Ero particolarmente felice perchè avevo trovato i fiori preferiti di Rika e ne avevo colto un bel mazzatto da regalarle. Quando arrivammo vedemmo la gente del villaggio che correva in modo disordinato e urlava spaventata. Ci spaventammo anche noi e cominciammo a correre ognuna verso la sua abitazione. Ma era troppo tardi: la casa in cui vivevo era stata la prima ad essere bruciata e Rika e Yoshiyuki non ce l’aveva fatta. Il villaggio finì quasi del tutto bruciato perchè non eravamo organizzati ad eventi del genere. Tutti gli abitanti del villaggio mi consideravano colpevole di quello che era successo: ero un mostro, la bambina strana, secondo loro per colpa mia la mia casa era stata bruciata da alcuni uomini del Re Hiirajizawa e volevano che me ne andassi per non avere più problemi con il re. Non avevano pensato minimamente che potessi essere spavenata e disperata per aver perso le uniche persone che mi volevano bene!”
Gli occhi di Sakura erano lucidi e l’unica cosa che Shaoran potè fare fu appoggiarle una mano sulla spalla per farle capire che lui era lì. Sakura si asciugò le lacrime e continuò a raccontare.
“La madre di Tomoyo, Sonomi, decise di prendersi cura di me e di andare in un’altro villaggio per ricominciare tutto da capo. Non so come, ci riuscimmo. Riuscimmo a farci una nuova vita e dei nuovi amici, questa volta facendo attenzione alle nostre “stranezze”. L’anno scorso scappai. Non pensare che lo feci perchè non mi trovavo bene, è che non ne potevo più di quella vita: non ce la facevo più a sembrare quella che non ero e avevo cominciato a sentirmi colpevole della morte dei miei genitori. Sono scappata per essere libera e non mi pento di questa scelta; mi mancano molto sia Tomoyo che Sonomi, ma non ero fatta per quello. Non le ho più viste da allora. Nel frattempo ho imparato a cavarmela da sola e ho deciso di combattere contro le ingiustizie di questo regno. Sono entarata a palazzo e ho scoperto che il Re vuole occupare tutti i Regni e autoproclamarsi Imperatore creando così un regno del terrore. Sto andando dal Re Touya per informarlo e chiedrgli di dichiarare guerra al Re di Kuma proponendogli una sfida tra paladini e io sarò la paladina del Regno di Aldelail; il Re Touya non potrà rifiutarsi.” Sakura finì il suo racconto decisa con Shaoran che la guardava a bocca aperta.
“Quindi... quindi le guardie ti stanno cercando per fermarti, per impedirti di raggiungere Mamiya?” chiese Shaoran.
“Oh, quello... non prorpio: ho rubato una pergamena con formule magiche, l’ho copiata e rimessa a al suo posto nella biblioteca di palazzo. Purtroppo che mi ha aiutato è stato ubriacato ed ha confessato tutto. Così sono sulle mie tracce da tre mesi e mezzo ormai” rispose Sakura quasi seccata e straiandosi sull’erba.
Shaoran stava pensado a tutto quello che aveva appreso dalla vita di Sakura e dopo l’iniziale sorpresa nel constatare che le possibilità di poter stare ancora con lei ora erano veramente pari a zero, decise di svelare anche il suo di segreto.
“Sakura... Sakura!” la chiamò più deciso che mai. “Anch’io voglio dirti perchè sto andando a Mamiya.”
“Non devi sentirti obbligato, a me non interessa”
“Ma io voglio dirtelo.” La giovane allora annuì, pronta a sentire la storia del ragazzo.
“Io... io non sono quello che sembra” cominciò titubante e sospirante. “Sai come si chiama l’erede al trono del regno di Chiaki?”
“Li Shaoran se non sbaglio” rispose sicura lei. Poi il ragazzo vide il lampo di comprensione negli occhi di Sakura.
“Tu... cioè voi...”
“Sì.” Un sorriso amaro gli si disegnò sulle labbra mentre Sakura lo guardava con occhi spalancati.
“Io... mi dispiace... non sapevo... se mi avessi...aveste... detto...” disse mentre cercava di alzarsi e darsi una sistemata.
“No! Sakura, ti prego, continua a darmi del tu e chiamarmi per nome. Continua a pensare che sia quel ragazzo che ti ha visto fare il bagno al lago, quello con cui hai ballato e quello con cui stai facendo un viggio” le disse tendendole una mano per fermarla.
“Io...” disse Sakura dubbiosa. “D’accordo, Shaoran” disse infine tornando a sedersi e prendendo la mano del giovane.
“Anch’io sono scappato” Il ragazzo vide un lampo sorpreso passare negli occhi dell’amica. “Non mi trovavo male, anzi, avevo tutto ciò che un ragazzo possa desiderare: l’affetto dei miei cari, un maestro rigido e severo per la mia formazione da erede al trono, una vita spensierata... tutto. Ma non ero libero. Lo scoprii quasi sei mesi fa: mia madre aveva combinato il mio matrimonio con la principessa del Regno di Aldelail quando ero un bambino. Non fui affatto contento: ho vista questa ragazza solo due volte e avevo due e tre anni! So solo il suo nome: è uguale al tuo.”
“Nella mia vita ho conosciuto altre sei Sakura, figurati! Penso ci abbiano dato il suo nome come omaggio o qualcosa del genere, bleh!” disse la ragazza facendo una smorfia che fece ridere Shaoran.
“Sì, beh, effettivamente ora mi chiedo quante persone ci siano al mondo con il mio nome!” rise il ragazzo, subito accompagnato dalla risata cristallina di lei.
“Comunque sei mesi fa dovevo partire per andare dalla principessa e passare con lei un anno prima di sposarci. Il matrimonio sarebbe stato celebrato un mese dopo il mio diciassettesimo compleanno. Ti sembrerà strano, ma la principessa è di qualche mese più vecchia di me!” esclamò Shaoran ridendo.
“Non si dice di una signora che è vecchia! Men che mai di una principessa!” I due continuarono a ridere un po’. Shaoran era contento che la tensione si fosse sciolta e vedere Sakura sorridere lo faceva sentire bene.
“Per farla breve io e la mia scorta siamo partiti, ma sono riuscito a fuggire poco dopo. Non perchè non voglia sposrami, cioè, in realtà non lo voglio, ma so che devo farlo; ma perchè volevo che almeno il mio desiderio di viaggiare e di catalogare fauna e flora in un unico libro fosse esaudito. Sono passato prima vicino alle montagne dell’ “Immobile”, poi sono venuto nel Regno di Kuma e mi stavo dirigendo verso il Regno di Aldelail quando ti ho incontrata. Quindi quei tipi di oggi pomeriggio avrebbero potuto cercare me per non farmi sposare la principessa per impedire così che i due Regni che il Re Hiirajizawa intende inglobare si uniscano contro di lui”. Finì di spiegare Shaoran ad una Sakura pensierosa.
Poco dopo la ragazza chiese: “Ci sei riuscito? A catalogare tutta la folra e la fauna?”
“Non tanto, ero preoccupato e non ho avuto tempo di farlo per benino. Però guarda.” Le disse alzandosi e andando a prendere un taccuino dalla bisaccia. Sakura lo aprì e vide la calligrafia ordinata del principe e i disegni fatti a mano da lui.
“Però, sei bravo!” 
“Grazie” rispose imbarazzato il giovane.
“Quando ho scoperto di dovermi sposare mi è sembrato che il mondo mi crollasse addosso per la seconda volta” ri ritrovò a confessare il ragazzo osservando Sakura che guardava il taccuino. La ragazza si voltò guardandolo incuriosito. Shaoran era certo che si stesse domandando perchè “seconda volta”, ma che al contempo avesse paura a chiedergli perchè pensava di essere troppo sfacciata.
“La prima è stata quando è morto mio padre” disse poi guardandola negli occhi. Sakura lo guardò più intensamente di prima con i bei occhi verdi spalancati e velati di lacrime per il giovane principe. Il ragazzo sapeva che non avrebbe pianto. La giovane poggiò a terra il taccuino e gli fece una carezza sulla guancia con il dorso della mano. Il cuore di Shaoran cominciò a martellare nel petto e a fare le capriole per quel semplice contatto. Una persona qualunque gli avrebbe fatto le condoglianze ma non Sakura; lei sapeva che cosa si provava a perdere qualcuno che hai amato con tutto te stesso, niente potrà mai cancellare quel dolore.
“Si sta facendo tardi, è meglio andare a letto. Meglio fare dei turni di guardia, non posso permettere che tu non sposi la principessa, è brutto da dire, lo so, ma serve per evitare che il Re Hiirajizawa diventi Imperatore.”
“Lo so Sakura. E’ meglio che faccia io il primo turno di guardia.”
“No! Lo farò io, tu sei...”
“Sono solo Shaoran, Sakura. Facendo il primo turno di guardia, comunque, domani mattina sarò più sveglio e non rischierò di addormentarmi in sella facendoci finire sfracellati a terra!” quel velato ed ironico commento alla quasi totale incapacità di Sakura di stare su un cavallo, fece sorridere entrambi.
“Allora buona notte principe Shaoran” conluse Sakura lasciandogli un leggero bacio sulla guancia dove fino ad un attimo prima c’era stata la sua mano. L’appellativo “principe” era la piccola vendetta di Sakura all’ironia di poco prima e questo Shaoran lo sapeva bene.
“B-buona notte Sakura” riuscì a rispondere il ragazzo dopo l’imbarazzo iniziale.
Il giovane erede al trono del Regno di Chiaki si addormentò con il sorriso sulle labbra al pensiero che la propria pelle fosse stata toccata dalla bocca morbida e delicata della sua bella compagna di viaggio. Ma lo stesso pensiero era amaro perchè il principe ora aveva un motivo in più per odiare quel matrimonio combinato con una sconosciuta principessa.
“Mi sono proprio innamorato, sai papà?”

 

 

First. Mi dispiace se ho aggiornato così tardi! Questa storiasi sta rivelando più impegnativa del previsto e la scuola non facilita ceerto la concentrazione per scriverla, però comunque spero che questo capitolo non faccia così schifo come fa a me e mi sono decisa a pubblicarlo solo perchè è una settimana che lo revisiono.
Second. Questo sì che è un capitolo ricco! Abbiamo scoperto un sacco di cose sulla vita dei nostri protagonisti e sono stati aggiunti nomi di molti personaggi della storia originale. In più li abbiamo visti combattere attraverso gli occhi di Shaoran. Spero che la descrizione dello scontro sia venuta bene, perchè ho solo letto descrizioni simili e spero anche che non sia stato tutto troppo cruento. E oddio! Ci sono parti in cui è talmente melenso! Fatemi sapere.
Un ultimo appunto @ KuroCyou: abbiamo scoperto chi sono i personaggi... Shaoran proprio non le lo immaginavi, eh? ;)
E uno @ ScheggiaRossa: grazie per aspettarmi sempre! Anche quando non mi faccio vedere per un bel po'
P.s. Devo dire la verità: mi sento un po’ in imbarazzo ad aver scritto “certi” pensieri di Shaoran, non so proprio se siano verosimili (non posso entare nella testa di un ragazzo fortunatamente!) ed è la prima volta che scrivo qualcosa di così “sopra le righe” se mi permettete questa espressione.

  
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