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Autore: anonima K Fowl    12/10/2012    2 recensioni
Cosa succederebbe se, in una mattina cominciata come le altre, Artemis scoprisse della scomparsa di Beckett e Myles?
Aiutato da Spinella Tappo, Artemis dovrà scoprire dove si trovano i fratelli e riportarli a casa sani e salvi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai la fanfiction sta per concludersi (l'ultimo capitolo sarà il ventesimo, credo). Chi l'avrebbe mai detto? Se sono riuscita ad arrivare fin qui, sul traguardo, è solo grazie al sostegno trassmessomi da chi ha scritto recensioni sulla storia, oltre che a chi segue la mia storia, e tanto più a chi l'ha messa nelle "preferite" e nelle "ricordate". Grazie davvero!! :D

AKF



Capitolo 17 – Gioco

 

La voce proseguì: - Nessuno provi ad utilizzare un’arma. Se l’elfa o l’umano che sono con te oseranno anche solo spostare di qualche millimetro le armi che tengono in mano io premerò il pulsante che comanda la mia e tu potrai dire addio ai tuoi fratellini.
I tre rimasero impietriti al loro posto.
Gem, ormai era chiaro chi stava parlando, continuò il discorsetto.
  - Rinfoderate le armi, da bravi.
 
Il tono canzonatorio di quella voce fece infuriare Leale.
Non gli succedeva spesso di farsi travolgere dalle emozioni, cosa assai sconsigliabile per una guardia del corpo che doveva essere capace di ragionare a mente fredda in ogni momento, ma la vista dei due bambini indifesi, legati dopo essere stati rapiti, della famiglia Fowl…
Perse le staffe.
Stava per gridare qualcosa, o forse stava per sparare a tutto ciò che lo circondava con la Sig Sauer, quando Artemis gli poggiò una mano sul braccio e strinse.
Leale si voltò controvoglia verso il suo protetto.
Artemis stava scuotendo quasi impercettibilmente la testa.
Trapassandolo da parte a parte lo sguardo penetrante gli sussurrò:

 - Rinfodera la Sig Sauer con movimenti lenti e misurati. Lo so che è difficile, credimi. È quasi impossibile impedirsi di fare qualcosa ma… dobbiamo trattenerci. Per il bene di Beckett e Myles.
 
Artemis sapeva che l’unico bersaglio a cui Spinella o Leale avrebbero potuto mirare era quel grosso fucile puntato sui due gemelli. Ma sapeva anche che per prendere una mira decente, che avesse anche solo una misera possibilità di far smettere di funzionare quel grosso arnese, ci voleva almeno qualche secondo. Qualche secondo per posizionarsi, per valutare la distanza, premere il grilletto…
Qualche secondo di troppo, che avrebbe permesso a Gem Koboi di sparare.
Fortunatamente però Artemis capito il punto debole del folletto. Lo aveva capito sin dal primo istante.
Era la teatralità. La mania di fare le cose in grande. Se lo avessero assecondato in quel suo piano folle reagendo come di certo lui si aspettava gli avrebbero fatto solo un favore.
Invece dovevano coglierlo di sorpresa con una calma glaciale, essere superiori a lui e dimostrarglielo in modo chiaro.
Se non potevano fermarlo, dovevano fargli cambiare idea sui suoi progetti. Era l’unica soluzione.
E poiché Gem non era uno che si gettava anni di rancore alle spalle, non lo avrebbero convinto a lasciare liberi i gemelli e smetterla con quella follia.
Invece avrebbero rovinato la sua vendetta, non gli avrebbero dato motivo di godere di quello spettacolino che aveva deciso di inscenare.
Avrebbero fatto in modo che Gem si convincesse che l’unico modo per gustarsi appieno la “meritata” vendetta fosse quella di rimandarla riprogettandola a dovere.
Ma prima di tentare nell’impresa, che Artemis riteneva avere non troppe probabilità di successo, avrebbe tentato un'altra cosa.
Era il momento di vedere se aveva qualche capacità come attore.
Mormorò a Leale e a Spinella:

 - Lasciate fare a me, voi assecondatemi.
Aspettò che gli amici avessero rinfoderato le rispettive armi, quindi senza darlo a vedere mise la mano in tasca.
Tastò il proprio cellulare fino a premere il bottone che cercava.
Quello della chiamata simulata.*
La sua era impostata per partire dopo quaranta secondi.
Mentalmente, iniziò a contare.
Intanto che gli amici rinfoderavano le rispettive armi, la voce ricominciò a uscire dagli altoparlanti:
 - Ottimo, allora. Ci siamo capiti subito. Ti propongo un affare... Un gioco, per così dire. – ogni parola era ben scandita, quasi venisse valutata e soppesata prima di essere pronunciata.
 - Un gioco? Sì, perché no? – Artemis alzò le spalle.
Trentaquattro, trentatré, trentadue…
 - Infatti: on è una magnifica idea? – la voce di Gem possedeva ora un’inflessione che ad Artemis parve irritata. Irritata dalla calma indifferente che aveva dimostrato poco prima.
 - Ti lascerò una scelta. Hai trenta secondi per decidere chi tra i tuoi amici morirà per primo: chiunque sceglierai dovrà stare fermo mentre lo punterò con il mio gioiellino.- Lo sguardo di Artemis scattò verso il grosso fucile.
Venti, diciannove, diciotto…
 - Se non sceglierai entro il giusto tempo, o non verranno rispettate le regole, io premerò il pulsante giusto ed entrambi i tuoi fratellini se ne andranno per sempre. Ciao ciao.
Ah, ovviamente tu non puoi offrirti volontario. –
Gem si concesse una piccola risata maligna, quindi iniziò a scandire:
 - Trenta, ventinove, ventotto -. Otto, sette, sei…
 
Spinella era agghiacciata. Il conto alla rovescia le ricordava orribilmente la morte di Julius Tubero.
Le vennero le lacrime agli occhi.
 
Leale sapeva cosa doveva fare. Era preparato a questo momento. Una buona guardia del corpo doveva dare la vita per i suoi protetti, senza esitare.




*Per chi non lo sappia, la chiamata simulata permette di ricevere una “falsa chiamata” sul cellulare: squilla la suoneria finche tu non rispondi, ma in realtà non c’è nessuno che ha telefonato.
  
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