Come ho già detto nella presentazione non ha pretese, è semplicemente un filino demenziale ;) ti lascio alla lettura, a meno che tu non abbia cambiato idea per via di quest'introduzione molto poco normale o.O
Andromeda si sedette stanca e stremata sul divano verde acido, si passò una mano fra i capelli e sospirò, sperando di potersi godere finalmente un po' di relax.
“ MAMMA!” si sentì una voce acuta e dall’aria arrabbiata. La donna sospirò preoccupata. Oh no, non poteva sopravvivere anche questo.. ma quando tornava Ted? Quando sarebbe andata a dormire, la bambina?
“Dimmi amore..?” chiese nervosamente alla bimba minuscola di 3 anni, con i capelli azzurri e un lecca-lecca alla mela in bocca, che le si parò davanti all'improvviso.
“Io voiio un flatellino” disse la piccola calciando con forza il pavimento e stringendo sia gli occhi, sia i pugnetti. La donna non riuscì a trattenere un mezzo sorriso nel sentire l’ennesimo capriccio.
“Non si può piccola... lo sai, la mamma non può più avere bambini...” tentò di giustificarsi Andromeda iniziando a sudare, nervosamente si passò una mano nei lunghi capelli color caramello. La bimbetta spalancò gli occhi che parvero grandi quasi quanto due galeoni, sembrava che le avessero comunicato che il cielo era in realtà rosso.
“Ma io... io lo voiio” ribadì Dora piegando la testa da un lato, si morse il labbro inferiore tentando di capire l’enorme ingiustizia che sembrava averla colpita.
“M-mi dispiace piccola." cercò di placarla sua madre con una certa tensione nella voce.
“Ma poi? Io come faccio a diveltilmi tutto il giolno, se non ciò un flatellino?” domandò la bimba succhiando più forte il lecca-lecca, con l’aria di una che pone un quesito fondamentale.
“Con chi...?” Andromeda sorrise, il volto le si distese per la prima volta dopo tutto il giorno, prese in braccio la figlia e se la posizionò a fianco. “Con chi, se non con il tuo fantasticosissimo cuginone?” le rispose con gli occhi scintillanti. Dora non si accovacciò accanto alla madre come lei avrebbe sperato, oh no, schizzò in piedi sul divano e si appese hai lunghi capelli castani, ma inciampò nella bacchetta di Andromeda e scivolò con il pannolone sul divano. Non abbandonò l’impresa e riprovò ad alzarsi, ma il cuscino molle del divano le impediva di rimanere in equilibrio, e di nuovo cadde comicamente. Andromeda intanto rideva come una pazza, sentendosi un po’ alleggerita dalla pesantissima giornata. E in quel momento, il campanello suonò.
“È Siliuuuuuuus!” si mise ad urlare sguaiatamente Dora, scendendo “abilmente” dal divano e correndo verso la porta, da cui entrò un sedicenne dal sorriso affascinante.
“Guardalo, il mio cugino preferito.” Lo salutò Andromeda, dal divano.
“Guardale, le mie ragazze!” esclamò il malandrino, prendendo al volo una piccola Dora che stava per inciampare in un peluche a forma di lupo.
“Come stai, terremoto?” le domandò stringendola affettuosamente, anche se un po’ goffamente.
“IO VOIIO UN FLATELLINO! Pelché la mamma non può falmelo? Dov'è che ne posso tlovalne uno?” strillò con quanto fiato aveva in gola Dora, con tanta passione che i capelli da azzurri diventarono rosa. Sul viso di Sirius si dipinse un’espressione assolutamente paralizzata, l’imbarazzo del ragazzo si trasformò ben presto in rossore, che provocò risate incontrollate da parte di Andromeda.