Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: aoko_90    12/10/2012    5 recensioni
Il sole che entrava flebile dalla finestra iniziava ad illuminare l’ambiente circostante e ad asciugare l’umidità che la notte aveva portato nella stanza, i suoi occhi infastiditi dal tenue raggio che li colpiva si schiusero di malavoglia e fissarono l’orario sul display del cellulare, erano appena le 6 del mattino.
Una giornata iniziata male, una serie di coincidenze comportano degli imprevisti bizzarri, dove può portare tutto questo? Ovunque o forse dritti alla meta.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’atto finale


Una pozza di sangue si espande velocemente ed inesorabilmente sul pavimento dell’agenzia investigativa raggelando l’atmosfera e gli animi degli inermi spettatori.
Le pistole ancora fumanti ed immobili nelle mani del proprietario sono pronte a sparare un altro colpo. A strappare barbaramente un’altra vita e spegnere un altro battito o forse due.
Il bambino osservava ansante le due figure inermi al suolo.

“ Ora che le due ragazze sono andate.. chi vuole essere il prossimo?” chiese l’uomo beffardo ignorando il dolore che mestamente si diffondeva per l’abitacolo.

Nessuno trovò il coraggio di proferir parola. Conan provò inutilmente ad alzarsi da terra facendo pressione sulle gambe. Lanciò un gemito di dolore dovuto allo sforzo, forse la caduta doveva avergli provocato qualche frattura. Il lamento giunse alle orecchie del criminale.

“ Sai moccioso, pensavo proprio a te! Il prossimo sarai proprio tu.. e la gemella!” ghignò l’uomo divertito.

La diretta interessata posò i suoi occhi svuotati sull’uomo. Non replicò, non dimostrò né paura né titubanza. Sembrava pronta a tutto, ormai non aveva molto in cui credere e sperare. La situazione era degenerata, avrebbe accettato, affrontato e superato tutto ma non questo. Apriva la bocca solo per farle prendere aria. Aria? Sembrava inutile ormai persino essa.
Il detective la osservò,sperando che il suo sguardo fosse sufficiente a smuoverla. I suoi occhi dovevano portarla alla luce, non tutto era perduto. Il destino non era segnato. Non aveva ancora potuto controllare se le due sagome a terra fossero solo svenute.. o.. Non aveva il coraggio di pensarci, non potevano, non dovevano esserlo.
Le sue inutili speranze furono spente per la seconda volta dallo stesso spietato rumore sordo.
Chiuse gli occhi attendendo che il dolore gli pervadesse anima e corpo. Aspettava la fine come uno spettatore teatrale all’ultimo atto. Un’opera vista e rivista, che questa volta avrebbe provato sulla propria di pelle. Tra qualche ora l’effetto dell’anestetico avrebbe cessato e Kogoro si sarebbe destato dal suo sogno indotto. L’ispettore Megure sarebbe giunto all’agenzia in seguito alla chiamata straziante di un uomo derubato dei propri affetti. Al suo arrivo una strage si sarebbe parata, mostrandosi in tutta la sua ignobiltà. Una stanza derubata dalla sua dignità, madre di un orribile ed efferato delitto. Avrebbero trovato il nodo della matassa? Sciolto il mistero della loro morte? O le loro anime non avrebbero mai trovato pace? Avrebbero vagato per sempre ripensando a quello che un ingrato proiettile gli aveva derubato.
Qualcosa bloccò il fluire di quelli che dovevano essere i suoi ultimi pensieri. Il suo istinto di detective lo portò a riflettere, causa- effetto. Un unico sparo aveva tagliato l’aria, un unico gemito.
Aprì preoccupato gli occhi alla ricerca della finta Ran, ritrovandola nella stessa posizione di pochi attimi prima. Immobile come una statua di cera, perdeva a mano a mano colore, stringeva le mani in pugni ed irrigidiva corpo e cuore. Ma allora chi era la vittima prescelta? Non lei.. non lui..
Voltò lo sguardo in direzione di Lizard trovandolo disteso al suolo, su di lui non vi erano dubbi, la vita era stata strappata via dal suo corpo. Un unico proiettile dritto e mirato al cuore.
Ma la provenienza?
Un altro piccolo oggetto metallico entrò fulmineo nella piccola agenzia colpendo il secondo criminale.
Snake si accasciò al suolo biascicando.. “ Perché ci fa questo?”
Perché ci fa questo? Ma cosa voleva dire? pensò tra sé e sé il finto bambino.
Il finto Kogoro strappò via la maschera dal volto precipitandosi verso le ragazze ancora giacenti al suolo.
Si avvicinò alla karateca tirando un sospiro di sollievo, il proiettile l’aveva colpita di striscio, la ferita era superficiale. La paura unita al dolore dovevano averle fatto perdere i sensi. Lanciò uno sguardo rassicurante verso il detective dell’est che piano cercava di trascinarsi verso la ragazza.
Il detective dell’ovest spostò l’attenzione sulla sagoma accanto a Ran scoprendo con orrore la provenienza della pozza di sangue allargatasi sul pavimento. Si avvicinò in fretta alla ragazza controllandole il battito, era debole. La ferita all’addome era grave e profonda, poteva averle causato una qualche emorragia interna, per non parlare del grande quantitativo di sangue perso.
Spostò lo sguardo verso la finta Ran fredda ed immobile in quella posizione innaturale.
“ Kaito?! Cosa fai li impalato? Sbrigati! Chiama un ambulanza!” gli urlò contro Heiji cercando di riportare il ragazzo alla dura realtà.

*****

“Custodisci Pandora affinché non cada nelle mani sbagliate, donala solo quando un cuore puro avrà bisogno di essere salvato, non permettere che i suoi battiti si fermino.”

Le parole di sua madre le riecheggiavano nelle orecchie, le lacrime spingevano per scendere copiose sul volto mentre osservava il tutto da lontano. I suoi occhi.. erano così..spenti. Era come se con lui si stesse spegnendo anche lei. Strinse nella mano sinistra il piccolo ciondolo tra le mani, doveva fare la sua scelta ed al più presto..

*****

Dei passi risalivano le scale dell’agenzia.
Heiji si nascose dietro l’uscio per attendere l’ingrato ospite.
Una figura femminile fece il suo ingresso dirigendosi verso la finta Ran.
“ Akari? Sei stata tu a spararli vero?” chiese il bambino riconoscendo subito la donna.
Annuì con un cenno del capo per poi posare le sue mani sul volto di plastica della finta Ran sfilandolo delicatamente. Il volto del ragazzo era irrigidito e continuava a fissare instancabilmente la sagoma di Aoko che giaceva al suolo.
“ Kaito?” tentò di richiamarlo la donna alla realtà.
Akari ritorno indietro con gli anni.

Otto anni prima:

Un funerale. Un bambino osservava la fredda bara di legno intarlata con degli eleganti ricami. Per quanto elaborata, per quanto ricercato potesse essere il legno di cui era fatta, rimaneva sempre un freddo pezzo di tavola simbolo di vite spezzate. Portate via dal tempo, dalle malattie, da delle impure mani. Le lacrime scorrevano copiose sul volto di Akari pensando a quale vita fosse stata spezzata, la sua, quella del suo Toichi. Puntò il suo sguardo sul bambino che tanto assomigliava al padre, sembrava di cera, stringeva le mani in pugni ignorando il vano tentativo della madre di consolarlo. Il male e la sofferenza corrodevano quel piccolo corpo straziandolo di un dolore ingiusto per la sua dolce e tenera età. Improvvisamente i suoi occhi azzurri ebbero un guizzo di vita, una bambina dai lunghi capelli scuri gli si era accostata prendendolo per mano senza proferir parola. Il piccolo Kuroba sembrava rincuorato e rassicurato da quel tocco. Akari sorrise dietro la maschera alla vista della tenera scena.
Un uomo a lei sconosciuto dava l’estremo saluto al mago con delle parole a suo parere vuote e scarne.


“Un caro amico, nobil uomo, amato marito ed impeccabile padre lascia i suoi cari. Uno sfortunato incidente, mentre faceva ciò che più amava, incantare il pubblico..”

Uno sfortunato incidente? Lo beffeggiò tra sé e sé Akari, è stata la sua mano a portarcelo via non la sua passione. Guardò per l’ultima volta il freddo legno per poi promettere più a sé che all’uomo.
Proteggerò Kaito ad ogni costo!

L’aveva promesso a lui, a se stessa, a quel bambino.. ma aveva fallito miserabilmente.
Gli aveva salvato la vita? No!
Lei sapeva cosa significava vivere con la consapevolezza di aver perso l’amore. Alzarsi la mattina cosciente che il telefono non suonerà, certa di non udire la sua voce, di non riempirsi dei suoi sorrisi. E’ una sicurezza che ti deturpa l’anima, la svuota, la violenta giorno per giorno. Un dolore che il tempo non rimargina ma acuisce. Sapeva cosa stava provando, infondo, lo aveva provato lei stessa sulla sua pelle.
Accarezzò per l’ennesima volta il viso del ragazzo, cercando di trasmettergli un po’ del suo calore.
Ma esattamente come allora, ignorava il suo gesto materno come aveva ignorato quello della madre 8 anni prima. Esattamente come allora, l’unico tocco che l’avrebbe destato da quel tunnel senza uscita era quella ragazza.
La osservò. Respirava a fatica, il suo volto diveniva sempre più pallido, sembrava esalare gli ultimi respiri. L’ultima volta in cui espirava ed inspirava, seppur con non poca fatica, aria. L’ultima volta che quell’esile cuore palpitava. L’ultima volta in cui quel corpo poteva definirsi caldo e vivo.
“Kaito l’ambulanza arriverà a momenti, la salveremo sta tranquillo!” tentò di scuoterlo Heiji.
Conan e Akari si lanciarono un’occhiata in tralice consapevoli della menzogna insita nelle parole del detective dell’ovest. L’ospedale era distante, l’ambulanza ci avrebbe impiegato almeno mezzora ad arrivare, la ferita di Aoko era profonda e solo la mano di un chirurgo avrebbe potuto arginarla, le probabilità di salvarla erano scarse.
Per l’ennesima volta in quella triste sera una figura varcò la soglia dell’agenzia, la sua figura era celata da un lungo velo nero dal quale si intravedevano dei lunghi capelli rossi.
Dalla sua mano destra pendeva una collana adornata da un prezioso gioiello.
“ Pandora..” esclamò stupefatta Akari.

Custodisci Pandora affinché non cada nelle mani sbagliate, donala solo quando un cuore puro avrà bisogno di essere salvato, non permettere che i suoi battiti si fermino. Furono queste le sue parole ed io grazie a questa pietra ne salverò due di cuori..” annunciò la ragazza con tono perentorio.

“ Cosa vuoi dire?”
Per la prima volta Kaito sembrò ritornare alla realtà, il suo respiro alla regolarità ed il suo cuore seppur timorosamente a battere ravvivato di nuova speranza.
“ La sostanza contenuta all’interno di Pandora ha proprietà curative miracolose, non so se sarà in grado di salvarla ma è la sua ultima speranza..”

*****

Tre ore più tardi

Le autovetture della polizia sfrecciavano a sirene spiegate per le strade di Tokyo.
La loro meta era un edificio sontuoso situato in una strada secondaria del quartiere di Beika.
L’inquilino dell’immobile spostò delicatamente la tenda, sorridendo, un riso amaro e nervoso.
“ Mi hai tradito Akari, lo sapevo che per lui avresti fatto questo ed altro, ma se non posso averti..tanto vale finirla qui..”
Sfilò la maschera portando alla luce le sue iridi azzurre e glaciali contornate da un segno unico ed inconfondibile. Il ragno, quel ragno ormai privo di ragnatele ed esche.
Il rumore della porta sfondata lo portò a voltare lo sguardo verso il panciuto uomo dal chiaro impermeabile.
“ Lei è il signor Gunter Von Goldberg II?” ruppe il silenzio l’uomo.
Spider alzò le braccia in segno di resa. Questa era la fine dell’organizzazione.

*****

Uno strano rumore atono e ripetuto ritmicamente le infastidiva le orecchie. Un forte odore di disinfettante le provocava non poco fastidio. Qualcosa di caldo era posato sulla sua mano destra, da quanto tempo non avrebbe saputo dirlo. Aveva una voglia immensa di riaprire gli occhi, ma le forze glielo impedivano beffeggiandosi di lei. Aveva perso la condizione del tempo, non ricordava nemmeno lei da quanto tempo stesse tentando di destarsi. Uno sparo, un forte dolore all’addome, il buio. Questi erano gli ultimi nitidi ricordi, tentava di scacciarli via, invano.
Iniziava a sentire delle voci come un piacevole sottofondo, a poco a poco riuscì a captare persino i loro discorsi. Si abbandonò ad un nuovo tipo di spionaggio, curiosa di conoscere i suoi pensieri.

Kaito studiava la figura che giaceva nel letto. Nonostante le parole rassicuranti del dottore sentiva che la sua ansia si sarebbe placata solo al suo risveglio. Ripensò alle parole di Ran una volta chieste le dovute spiegazioni. Le ragazze non sarebbero mai e poi mai dovute essere li.. eppure per un motivo o per un altro ci erano arrivate. La karateka aveva raccontato di aver incontrato Kazuha e Yukiko al supermercato che avevano tentato in ogni modo di portarla a villa Kudo e proprio tanta insistenza l’aveva insospettita. Una volta fuori dal supermercato con la scusa di dover passare in lavanderia e con la falsa promessa di raggiungerle al più presto le aveva abbandonate incontrando per puro caso un’adirata Aoko. La ragazza le aveva raccontato del malsano scherzo dell’ “amico” e della sua reazione con non poco imbarazzo. Insieme avevano riflettuto sul da farsi, giungendo alla brillante soluzione di dirigersi all’agenzia in cerca dei due mascalzoni, ovvero Kaito e Shinichi. Il resto lo avevano vissuto sulla loro pelle ed ancora era troppo presto per ripensarci su.
Il rumore della maniglia destò il ragazzo dal suo silenzioso resoconto.
Conan varcò la soglia della porta dell’ospedale accompagnato da Ran.
“ Kaito cosa dicono i dottori?”
Il ragazzo sorrise.
“ Sue testuali parole: La ragazza è salva per miracolo, una strana sostanza rilevata nel suo sangue ha frenato le gravi emorragie interne strappandola a morte certa. Cosa le avete somministrato? Questo potrebbe essere un grande passo per la medicina.”
Conan osservò il ragazzo con sguardo curioso.
“ E tu cosa hai fatto?”
“ Gli ho dato il liquido avanzato sotto il consenso di Akako, la volontà di quella donna sarà portata a termine, milioni di cuori verranno salvati. Akari che fine ha fatto?” chiese il ladro notando l’assenza della donna.
Il finto bambino abbassò lo sguardo al suolo.
“ Questa sera è venuta per porre fine a tutto. Ha consegnato l’organizzazione nelle mani della polizia, condannando anche se stessa..ho chiamato l’ispettore Megure come Shinichi Kudo, Ran gli ha consegnato le prove fornite da Akari.. sono stati arrestati. Tutti.”
“ Anche il capo?” ribatté Kaito.
“ Il capo era Spider..” rispose il detective dell’est.
“ Spider? Ma non era morto?” chiese sbigottito il ragazzo.
“ No.. era stato un piano ideato da Akari. Spider amava Akari e quando lei ha chiesto salva la tua vita hanno ideato un piano nella speranza di spaventarci e di portarci a rinunciare all’organizzazione. Fallito il loro tentativo pur di salvarti ha tradito Spider dall’interno portandolo alla rovina in questa sera. Sai che giorno è?”
“ Oggi sono 9 anni dalla scomparsa di mio padre.” Concluse il ragazzo abbassando lo sguardo per celare il lucido che i suoi occhi trapelavano.
Il detective dell’est si avvicinò a Ran che nel frattempo si era accostata al letto di Aoko. Alzando lo sguardò notò il velo che copriva il volto dell’amico al pensiero del padre e tentò di smorzare l’atmosfera.
“ Kaito cosa ti ha chiesto quella ragazza quando ha voluto parlare in privato?”
“ Ti riferisci ad Akako?” chiese Kaito stampando un ghigno sul suo volto.
“ E’ così che si chiama quindi?” chiese dubbioso l'altro cercando di capire l’espressione dipinta sul volto del suo interlocutore.
“ Si, è così che si  chiama. Mi ha posto una condizione, un’unica richiesta per la vita di Aoko..”
“ E quale sarebbe?” chiesero all’unisono Ran e Conan.
“ Io dovrò continuare ad essere Kaito Kid!” concluse allegramente il ragazzo.
“ Cooosaaa?” sbottarono due voci in coro.
La seconda voce attirò l’attenzione dei presenti.
“ Aoko ma da quanto sei sveglia e stai origliando?” chiese scioccato il ladro.
“ Abbastanza da aver sentito tutto! Ma come puoi aver accettato una simile condizione Kaito?” sbottò la ragazza carica di nuove forze.
“ La richiesta di Akako è semplice e giusta. La leggenda di Pandora deve continuare ad esistere, se si scoprisse la verità molto probabilmente uomini avidi e senza scrupoli cercherebbero di rubare la nuova sostanza scoperta, il mondo della medicina sarebbe intaccato dal male..mentre finché Kaito Kid solcherà i cieli continueranno a credere nell’esistenza di Pandora. Tra i due mali quello minore è sicuramente il furto dei gioielli no? Oltretutto così la volontà di quella donna sarà tutelata, il suo dono salverà delle vite.” Concluse Shinichi.
Kaito annuì sorridendogli in segno di ringraziamento.
“ Ma se l’organizzazione è stata sconfitta tutto questo a cosa serve?” chiese timorosamente Ran.
“ Il male non è solo in quell’organizzazione, uomini come Spider purtroppo nasceranno sempre..basta pensare alla mia di situazione no?” ribatté tranquillo Shinichi.
Kaito continuava a fissare Aoko.
“ Kaito perché continui a fissarmi?” chiese la ragazza vistosamente rossa in viso.
“ Lo sai che origliare è maleducazione?” rispose il ragazzo presentando la sua inimitabile poker face.
“ Certo! Esattamente come tu sai che rubare è un reato!”
I presenti si guardarono sbalorditi per poi riempire la stanza delle loro risate.

*****

 Un mese dopo

Ran ed Aoko si dirigevano a passo spedito verso la stazione, erano in ritardo, ma non un ritardo qualsiasi, ma di quelli tremendi.

*****

Kazuha aspettava sulla soglia della stazione spazientita, l’ultima volta che aveva visto le sue amiche, una era in ospedale e l’altra alle prese con l’ispettore Nakamori nel vano tentativo di inventare una scusa plausibile per le condizioni della figlia. Il risultato finale era stato.
“ Due clienti di mio padre, rivali tra loro, sono impazziti ed hanno iniziato a sparare all’impazzata colpendo a caso.”
Per quanto assurda e bizzarra il povero ispettore ci aveva creduto ed aveva archiviato il caso.
La ragazza del Kansai intravide da lontano le due figure che frettolosamente la stavano raggiungendo.
Forse il loro fiatone, i loro volti sfiniti..o la gioia di rivederle dopo tanto tempo le fecero smontare la rabbia. Non appena le ragazze le si pararono davanti una Kazuha al settimo cielo saltò al collo delle amiche salutandole. Dopo minuti che parvero anni le ragazze sciolsero l’abbraccio.
“ Ma cosa diavolo?” esclamò Kazuha guardando sbalordita alle spalle delle amiche.
Quest’ultime si voltarono all’istante.
Tre 17anni le avevano appena raggiunte.
“ Shinichiii?” domandò senza fiato Ran.
“ Heiji che fine avevi fatto?” sbraitò Kazuha visibilmente preoccupata per il mutismo delle ultime due settimane.
“ Bakaito?!” esclamò Aoko.
“ Hai detto bene Ran, Shinichi e non più Conan.” Affermò sorridente il detective.
Le tre ragazze sgranarono gli occhi udendo la notizia.
“ Perché bakaito?” chiese risentito il ladro.
“ Perché suonava bene!” rispose una sorridente Aoko.
Il gruppo  osservando la strana coppia scoppio in una fragorosa risata.
Quelle due settimane di assenza avevano fruttato il ritorno di Shinichi Kudo. Ma questa era un’altra storia
.


Ragazze sono riuscita a finire di scrivere l'ultimo chap!
Bene bene..questa storia così giunge al termine..
Ora è tutto chiaro?
Il capo era Spider innamorato di Akari,
quest'ultima pur di mantenere la sua promessa fornisce le prove contro l'organizzazione..
Pandora con le sue proprietà curative riesce a salvare Aoko..
e la figura che nessuno capiva chi fosse era Akako..!
Detto questo il finale vi piace? Dopo tutto sembra che i tre siano spariti misteriosamente per due settimane..
ed al loro ritorno..abbiamo Shinichi? ma come è successo..come vi ho detto questa è un'altra storia..
che non so se scriverò mai..
Tra studio ed il resto credo che non scriverò per ora..xD
I lettori esultano! xD
Ora ringrazio coloro che mi hanno seguito sin dall'inizio sperando di non avervi delusi!
Blacky, Pad, Shana, Shin e Ran amore! :D grazie!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito a saltelli, coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Sperando che almeno all'ultimo chap potrò sapere i vostri pareri!
Alla prossima,
Un bacione
  
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