Addio
a un amore
Sei
morta. Fino a due giorni fa passeggiavamo
insieme, nel nostro parco, e ora sei distesa in una fossa, scavata
poche ore fa
per te.
Il
nostro parco… ci siamo conosciuti lì, ricordi?
Pioveva,
quel giorno, e tu eri completamente bagnata. Non c’ho pensato
due volte, ti ho
portato a casa mia. Le urla di mia madre quando ti ha visto in camera
mia… ma
subito le hai fatto simpatia. Così come a mio padre.
Io
invece ti amavo. Non sto esagerando; mi è bastato
guardare i tuoi occhi, per innamorarmi, e scommetto che anche per te
è stato
così. All’inizio eri fredda con me, non ti fidavi
e mi vedevi come una
minaccia, ma nel giro di qualche settimana eravamo diventati una cosa
sola.
Mio
padre sta dicendo qualcosa su di te. Non so
niente della tua famiglia, quando ti ho trovata eri sola al mondo.
Piano piano
siamo diventati noi la tua famiglia, e come noi abbiamo riversato il
nostro
amore su di te, tu ci hai altrettanto amato.
Ma
il nostro amore era diverso. Era più complesso,
più completo, più… più
tutto. Ogni minuto senza di te era una tortura, ogni
minuto con te era più dolce. Poi, le notti passate
abbracciati nel letto
insieme… mia madre si arrabbiava sempre per il pelo, era
dappertutto, ma non mi
avrebbe mai impedito di dormire con te.
“Vuoi
dire qualcosa, tesoro?” mi chiede mia madre.
Mi
asciugo le lacrime e faccio segno di no. Mio
padre allora riempie la fossa di terra, e nel giro di qualche minuto ti
ricopre
completamente di terra.
Prima
di riempire completamente la buca, metto
dentro un nastro azzurro, il tuo preferito. Poi mio padre incastra una
lastra
sul terreno:
BIANCA
2006
– 2012
Al
labrador migliore al mondo, che non potrà mai essere
sostituito.