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Autore: Chara    16/10/2012    5 recensioni
C’era una volta… No, così non va proprio. C’era una cazzo di volta il rock. Sì, decisamente molto meglio. Il rock è sempre stato una ragione di vita, per coloro che ci credevano davvero. Era qualcosa che faceva vibrare il cuore e le ossa e ricordava alla gente che sapeva sentire non soltanto con le orecchie che si poteva essere fottutamente vivi anche solo ascoltando un suono. Eppure non era solo un suono, era pura anima, l’espressione più sincera di coloro che la lasciavano fluire dalle proprie mani. I musicisti consideravano i propri strumenti come una parte di loro, come un’estensione del proprio corpo, e nessuno sapeva meglio di essi quanto il rock n’ roll fosse uno stile di vita, una religione. Un motivo per continuare a fare ciò che facevano e per crederci ancora.
Beh, quasi nessuno. C’erano loro. Sì, loro… le groupie.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 6

 

- Mama take this badge from me

Axl era un coglione, ecco la verità. La sera prima aveva dovuto prendersi una pausa durante il concerto per colpa del suo mal di gola e sul pullman non smetteva un attimo di cantare senza riserva. Beh, in realtà stavano cantando tutti, e lui diceva che gli sarebbe bastato il riposo del giorno successivo per riprendersi completamente, ma Slash era un po’ preoccupato mentre suonava quella strana versione collettiva di Knockin’ on heaven’s door.

- I can’t use it anymore

Anche Izzy accompagnava le loro voci con la chitarra, ed era bellissima quell’atmosfera spensierata che si era venuta a creare. Persino Cooper, l’autista strano e sbandato, e Alan, l’insostituibile manager, cantavano insieme a loro e, per una volta da un bel pezzo di tempo, non avevano nessun pensiero negativo a tormentarli.

- It’s getting dark, too dark to see – continuavano senza sosta, ma quella canzone aveva il potere di tenerli tutti sulla stessa lunghezza d’onda, tutti come se stessero davvero bussando alle porte del paradiso – Feels like I’m knockin’ on heaven’s door

Jen se ne stava seduta al centro e teneva per mano le altre due groupie e tutte sorridevano beate, complice anche quel piccolo tesoretto di marijuana che gironzolava tra di loro. Angie diede un tiro quando fu il suo turno e soffiò il fumo direttamente nella bocca di Slash, che naturalmente ne approfittò per intrufolare la lingua tra i suoi denti.

Ma la giovane non aveva tempo, doveva cantare, così si allontanò ficcandogli in bocca la canna senza troppi complimenti.

- Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, hey, hey, hey, hey, yeah  – urlarono alzandosi in piedi e quasi si sbilanciarono all’indietro – Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

- Oh, knock-knock-knockin’ on heaven’s door, oh, oh yeah – risposero Axl, Alan e Duff, alzandosi in piedi a loro volta - Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, hey, hey yeah! -

Tutti e sei ricaddero malamente sui sedili a causa della brusca frenata di quella vecchia carcassa di autobus, e risero a crepapelle quasi coprendo le chitarre di Izzy e Slash.

Erano sicuri al cento per cento che i Cult, su quel pullman enorme e lucido là davanti a loro, non si stessero divertendo così tanto.

- Fammi fare un altro cazzo di tiro – ordinò Slash, non appena Duff gli rubò la canna dalle labbra.

- Mama put my guns in the ground – replicò il biondo, soffiandogli il fumo in faccia e guadagnandosi un vaffanculo ringhiato in mezzo ai denti, ma continuò insieme agli altri, infischiandosene bellamente – I can’t shoot them anymore

- That cold black cloud is comin’ down

Jen indicò il cielo, completamente ricoperto di nubi che molto presto avrebbero scaricato su tutti loro un temporale dei peggiori. Ah, quanto avrebbero voluto fermarsi per una notte dove capitava, ma purtroppo non erano loro a gestire il viaggio. Forse, però, una sosta per pisciare al di fuori della bottiglia gliel’avrebbero concessa.

- Feels like I’m knockin’ on heaven’s door

Slash continuava a suonare, ma cantò quelle parole e subito dopo posò il capo sulla spalla di Angie, la quale a sua volta si appoggiò alla testa riccioluta della rockstar. Entrambi, con gli occhi socchiusi e sotto il pieno controllo della marijuana, sembravano toccare il cielo con un dito. Beh, si poteva bussare alle porte del paradiso con un’unghia invece che con un pugno. L’unico inconveniente era che chi fosse stato dall’altra parte avrebbe dovuto aguzzare per bene le orecchie.

- Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, hey, hey, hey, hey, yeah  – urlarono di nuovo tutti insieme, e Axl non ebbe tempo di guardare male quella sottospecie di coppietta, perché Gilda e Jen lo presero per mano, formando con gli altri un cerchio largo tutto il bus, per cantare insieme anche quel secondo ritornello – Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

- Knock-knock-knockin’ on heaven’s door,  oh yeah. Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, hey, hey yeah! -

Mentre Slash si dava da fare con quel suo assolo spettacolare alla chitarra acustica, che nessuno di loro avrebbe mai creduto potesse suonare così meravigliosamente bene, approfittarono per far fare alla piccolo torcia un altro giro a tutti. Angie rimase per ultima, per poter di nuovo soffiare il fumo in bocca a Slash, ma questa volta non si sottrasse quando lui tentò di approfondire il contatto, mandando al diavolo la chitarra. Sorrise sulle sue labbra, sentendolo buttare fuori il fumo dal naso e solleticarle la pelle della guancia, e intrecciò la lingua con la sua attirandolo a sé per i capelli.

Partirono fischi e sghignazzate da tutte le parti quando si ribaltarono su un sedile, ma poi qualcuno fece notare che mancava la chitarra solista, e Slash dovette ricomporsi, seppure a fatica e decisamente malvolentieri.

Non poteva cambiare, lui era fatto così: qualsiasi tipo di alcol o droga, eroina a parte naturalmente, riuscivano a scatenare in lui una libidine così inarrestabile da interrompere qualsiasi cosa stesse facendo solamente per lasciarle libero sfogo.

- Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, hey, hey, hey, hey, yeah  – esplose Axl, e che si fottesse pure il mal di gola: lui voleva cantare. Quella canzone aveva sempre dato i brividi a tutti, per quello un sacco di gruppi provavano spesso ad inciderne una cover. Ma mancava qualcosa, mancava sempre qualcosa. E loro lo sapevano che quella sarebbe stata fottutamente giusta, e allora il rosso ci metteva tutto se stesso e così anche gli altri.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door – risposero le ragazze, in quello che poi sarebbe diventato un coro professionista in sala di incisione e nell’Illusion tour.

Steven, che fino a quel momento era stato occupato a suonare dei bonghi, rigorosamente rubati in un mercatino etnico su suggerimento di Slash, invocò dell’alcol a gran voce e Duff estrasse una bottiglia del caro zio Jack da sotto un sedile, e presto prese a girare allo stesso modo della canna.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, mmmh, oh yeah

Questa volta a Slash andò male, perché Angie non avrebbe potuto passarglielo direttamente dalla sua bocca. O meglio, certo che avrebbe potuto, ma si rifiutò. Insomma, già non avevano del ghiaccio, ma bere alcol a temperatura corporea era una delle cose più disgustose che mente umana avesse mai potuto concepire.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

I bonghi improvvisamente smisero di accompagnare le chitarre, perché Steve si era ritrovato con Gilda a cavalcioni e stavano regalando alla truppa una sottospecie di porno live.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, mh no, no, no, oh oh

Naturalmente, Jen non amava essere da meno e saltò al collo di Axl per il secondo spettacolino dal vivo nello spazio ristretto di un piccolo bus.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Slash sospirò, scuotendo il capo come se fosse proprio lui l’unico a poter salvare la situazione. Così mollò la chitarra in mano a Duff, un po’ anche per distoglierlo dalla visione della sua ragazza preferita intenta a darsi da fare con il rosso, e prese Angie per i fianchi. Se la tirò sulle gambe e le morse il labbro inferiore per provocarla un po’. Lei non si fece pregare e, intrecciando le dita ai suoi capelli per sollevargli il volto, intrufolò la lingua nella sua bocca per mostrare agli altri quattro come fosse un limone coi fiocchi.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, mh no, no, no, oh oh – Izzy, Duff, Alan e l’autista Cooper continuarono a cantare, mentre il biondo improvvisava qualche nota con la chitarra di Slash. Lui era il bassista della situazione, cazzo, era il riccio ad essere negligente.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, mh, no, no, no, oh yeah – il manager piombò addosso ai due musicisti e passò le braccia attorno alle loro spalle, continuando a cantare e ondeggiare insieme come dei meravigliosi idioti – Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door, ooooh yeah – Duff mandò al diavolo la chitarra, lanciandosi in braccio ad Alan come se fosse stato una leggiadra principessina e persino Izzy, in preda ad un raro e sconsiderato attacco di risate, piombò in braccio al biondo facendo cadere tutti e tre tutti aggrovigliati su un sedile. Al che, tutta quella gente che se ne stava beatamente a limonare si risvegliò e riprese a ridere e a cantare, e pazienza se le chitarre erano ormai abbandonate su qualche appoggio di gomma piuma.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door

Fuori aveva cominciato a piovere, le gocce cadevano con violenza immane sul tetto del bus e picchiettavano senza pietà contro i finestrini, coprendo quasi il ruggito del motore, che Cooper tirava al massimo senza preoccuparsi delle conseguenze. Non capitava raramente che si chiedessero come diavolo avrebbero fatto ad arrivare fino alla prossima città.

Knock-knock-knockin’ on heaven’s door – cantarono di nuovo, per l’ultima volta, e poi Axl si staccò dal gruppo per concludere in bellezza - Whoooa whoooa, whoooa oh yeeeah

Rimasero per un po’ in silenzio, godendosi quella sensazione soddisfatta che albergava nelle loro menti per merito delle varie sostanze stupefacenti, prima tra tutte la musica che aveva sempre un effetto superiore a qualsiasi altra robaccia.

- Chi rolla la prossima? – domandò Duff ad un certo punto, rompendo il silenzio – La voglio bella cicciona, una vera torcia olimpica! –

- La faccio io se mi fate pisciare in un bel cespuglio verde – propose Slash, sventolando in aria la mano – Mi sono rotto il cazzo di pisciare in bottiglia –

- Falla fuori dal finestrino, principessa – ciarlò Cooper dal suo posto alla guida – Se ci fermiamo non lo riprendo più quel pullman bello lucido. Questo gioiellino dell’età di mia nonna non supera le cento miglia orarie –

- Ma Coop, poi l’arnese prende freddo – si lagnò il chitarrista, seppellendo per un momento il volto nelle tette di Angie, come d’abitudine – Mi serve, sai… -

Angie si alzò, con un sospiro stressato e un’alzata di occhi al cielo, e raggiunse Cooper, piantandogli la scollatura proprio sotto il naso. Il pullman sbandò.

- Dai Coop, ti prego – si lamentò carezzandogli il volto – Voglio prendere un po’ d’aria –

- Andata – sospirò l’autista apprestandosi ad accostare, mentre guardava più nella maglietta della groupie che verso la strada – Ci aspetteranno –

Così, tra fischi e applausi per l’ottima opera di convincimento della giovane, scesero quasi rotolando per gli scalini. Peccato che Adler si fosse fossilizzato con la bottiglia di Jack in mano.

- Andiamo Steve, posa la scimmia e vieni a pisciare – urlò Duff, battendo i pugni sul vetro, proprio di fianco alla testa cotonata del batterista.

- Forza, Slash – lo incitò Steven quando finalmente riuscì a scendere, mentre più o meno ognuno di loro si appropriava di un cespuglio come se fossero ai cessi dell’autogrill – Scrollalo bene perché altrimenti Angie poi non vuole giocare –

- Spara meno cazzate, Steve – blaterò Angie, continuando a saltellare di qua e di là sotto la pioggia, esaltata per le canne ma anche per l’aria fresca che le sfiorava la pelle – Vorrei ricordati che Gilda è molto più schizzinosa di me –

- Ragazzi, messi così mi sembrate pronti per una gara a chi piscia più lontano – li sbeffeggiò Jen, l’unica a non essere scesa dal bus. Non aveva tutti i torti, d’altronde: i suoi capelli erano già abbastanza spettinati senza che si mettesse a prendere anche tutto quell’umido.

- Vieni a fare da giudice, allora – la punzecchiò Axl, voltandosi appena sopra la spalla.

- Fottiti – rispose piccata, alzando il medio.

- Ci pensa Angie, vero piccola? –

- Mettiti in fila – s’intromise Slash, alzando la patta.

- Mettetevi tutti in fila, mestruate, e salite su questa cazzo di scatola di lamiera – sbuffò la diretta interessata – Il minuto d’aria è passato –

Così, tra un insulto e l’altro, il viaggio riprese alla volta di Vancouver.

 

 

*



Buongiorno u.u
Ok, questo capitolo è spudoratamente inutile ma ce l'avevo in testa e dovevo per forza scriverlo. È terribilmente fluff ma anche terribilmente hippie, e credo che la loro vita ai tempi fosse piena di momenti inutili come questi. Poi le cose sono cambiate, quello è certo, ma adesso non siamo in quel periodo :)
Vi informo, così a caso, che mi frulla in testa una fanfic che sto progettando come One Shot e che poi diventerà di sicuro una cosa a due, tre capitoli. Mi conosco -.-
E poi ringrazio le care persone che mi seguono, recensiscono, leggono, fanno, disfano. E anche Lisa perché psicanalizza i miei personaggi e corregge le cazzate e tutto il resto. Non la citavo da un po', mi sembra giusto farle tante coccole ogni tanto u.u
Ho finito, tornerò presto muahahah (sempre se qualche essere umano sano di mente non riapra un manicomio apposta per me).

Giuggi 

   
 
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