Titolo raccolta: What should remain a secret
Titolo storia: Colours of love
Autore: Red Robin (Entrambi)
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot
Personaggi/Paring:
Roronoa Zoro, Sanji / ZoSan
Genere:
Sentimentale, Fluff, Vagamente
introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, Slice of life, What if?, Missing
Moment
Prompt scelto: 6
- Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
Elemento del Prompt Utilizzato:
Spiaggia
Beta: My Pride
Note: Oook, non so
come mi sia venuto fuori ma... questa sarà la prima fic delle 10 Shot del
Contest a cui partecipa:
Che altro dire? Non sono brava con le note se non a sproloquiare e a linkare le mie altre fic, ma quel persto ci sono le note finali <3
Probabilmente è meglio ritrovarsi alla fine della Shot, dato che purtroppo con i promt contest scrivo poco ultimamente, ed è già tanto se riuscirete a leggere sino alla fine... lasciatemi un commentino è il mio solo i Desiderio... chi leggerà capirà ^^^
Colours of
love
L’isola su cui eravamo sbarcati quel mattino non era molto
vasta.
La città occupava i tre quarti del terreno, attraversato da un
fiume utilizzato nei campi per irrigare, la vegetazione pullulava in ogni dove
e i cittadini erano molto socievoli, tanto da permetterci di fare i nostri
acquisti in tutta tranquillità.
Il che era un bene dopo l'ultime avvisaglie di Alabasta.
Avevo preso con me Chopper per aiutarmi a portare un carico
maggiore di spesa, essendo rimasti a corto di viveri, e lui, molto gentilmente,
aveva accettato. E fu proprio nel fare compere che c’imbattemmo in un volantino
variopinto affisso al muro, attirando la nostra attenzione al punto di farci
fermare incuriositi.
A lettere cubitali era scritto il nome dell’evento, “Yùwàng de shèngyàn1”, in un lingua che non avevo mai letto.
Anche il resto dei caratteri non era molto comprensibile, riuscivo a scorgere
giusto qualche lettera o qualche parola a me familiare senza darmi la
possibilità di saperne di più. E dovevamo aver certamente attirato l’attenzione
su di noi, se un anziano e la sua nipotina si fermarono per darci
spiegazioni.
-C’è scritto: Festa del
Desiderio2.- fu la prima cosa che mi disse l’uomo, lasciandomi ancora un po’
perplesso e al contempo con un velo di maggior curiosità, giacché volevo
conoscere quell’evento dal nome così pieno di speranza. -Non riesci a leggerlo
perché quella è l’antica lingua che insegnamo tutt’oggi ai nostri figli e ai
nipotini.- spiegò ancora, chinando il capo per sorridere alla bambina, che
ricambiò il gesto con enfasi. -È caduta in disuso a causa dei molti turisti che
ogni anno si presentano per esprimere i loro desideri mandandoli nel
cielo.-
A quel dire sia io che Chopper ci guardammo perplessi, ma ben
presto riportai l’attenzione del mio unico occhio visibile sul nostro
interlocutore. Sbattei velocemente le palpebre un paio di volte, afferrando poi
una sigaretta dal pacchetto di sigarette riposto nel taschino prima di
domandare: -Nel cielo? Com’è possibile fare una cosa del genere?-
L’uomo ridacchiò divertito, e io e Chopper ci scambiammo una
seconda rapida occhiata, capendoci sempre meno. -Vedi, figliolo, stasera ci sarà
una grande festa. Cibo a volontà, attrazioni di vario tipo,- Indicò una ruota
panoramica a cui non avevo ancora fatto caso, nonostante le grandi dimensioni.
-I fuochi d’artificio e infine il lancio
del desiderio. Possono partecipare solo le coppie con a fianco la persona
amata, al fine di augurarsi continuità nel rapporto o nella richiesta di un
nuovo amore. Basta chiedere qualcosa per far sì che accada.-
-Sembra divertente.- commentò Chopper, eccitato. -Ci sarà anche lo
zucchero filato?-
-Una montagna di dolci!- Stavolta fu la bambina a rispondere, e la
cosa non poté che farmi sorridere, soprattutto quando vidi gli occhi di Chopper
illuminarsi quanto quelli della piccola, mentre il suo nonno si accigliò senza
scomporsi.
-Sbaglio o il procione ha parlato?- domandò, e Chopper,
puntiglioso come sempre e non senza una nota irascibile nella voce, non mancò di
far notare che lui era una renna.
-Ha solo mangiato il frutto del Diavolo ‘Huma Huma’, non è così
avvincente.- spiegai, liquidando con poche parole quella discussione per tornare
a ben altre questioni. -Piuttosto, sono curioso di saperne di più di questo
desiderio.- dissi, pregustando già il momento in cui io e la mia adorata
Nami-swan avremmo potuto consolidare il nostro amore. Dovevo assolutamente scoprire come
fare!
-Oh! Ma è semplice.- disse lui, ridacchiando. -Ti basterà entrare
in un qualunque negozio e comprare una lanterna di carta per la festa, poi non
appena suonerà il ‘Gong’, sarà il momento giusto per accendere la candela al suo
interno e lanciarla entrambi in aria. Ma attenzione, se questa non volerà, cadrà
o prenderà fuoco, porterà sventura sugli amanti.- concluse con un avvertimento a
cui non feci caso, poiché ero troppo felice all’idea di poter chiedere alla mia
Nami-swan o a Robin-chwan di lanciare una luce duratura per il nostro eterno
amore!
Ringraziai quel gentilissimo vecchietto, che non mancò di
consigliarmi di non fumare non appena feci per accendere la mia irresistibile
sigaretta, prima di proseguire con la sua passeggiata, e così noi. Il resto
della mattinata trascorse piuttosto in fretta, e dopo aver portato alla nave ciò
che avevamo acquistato, ci eravamo riuniti tutti per il pranzo in una locanda.
Rufy come al solito non aveva fatto altro che creare panico al
nostro tavolo, in quello dei clienti e persino nelle portate che i camerieri
cercavano di servire loro a causa della sua ingordigia, facendo sì che la mia
bella navigatrice mettesse mano al portafogli più di una volta per qualche conto
extra prima di trascinare il Capitano lontano dal ristorante e dargli lei stessa
il “ben servito” a suon di pugni. Era semplicemente divina quando si arrabbiava.
La sera, poi, era arrivata piuttosto in fretta. Dopo esserci
preparati, eravamo tornati al villaggio per goderci la festa; c’era musica un
po’ ovunque, banchi di dolci, mercatini di vestiti, oggettini, ristoranti
all’aperto, giostre e molto altro. C’era praticamente da perdersi, in tutto
questo. La via era piena di cittadini e turisti, il chiacchiericcio era al
massimo e ben presto fummo divisi.
A dire il vero, fu Rufy il primo a separarsi da noi: prese con sé
Chopper e Usopp per dirigersi verso il cibo e i dolci, lasciandomi con Nami-swan
e Robin-Chwan. Il marimo era l’unico a mancare, essedo rimasto di guardia alla
Merry. Non che mi interessasse, anzi, il mio sogno si stava per avverare. Avevo
comprato quella lanterna per esprimere con loro il desiderio di rimanere sempre
assieme, e finalmente le mie preghiere sarebbero state esaudite. Però, prima
ancora che me ne potessi rendere conto, le mie muse mi avvertirono che si
sarebbero fatte un giro, lasciandomi da solo come un stoccafisso. Dunque non mi
restava che una possibilità... andare a caccia di donne! D’altronde avevo tutto
il tempo prima di far avverare i miei sogni, quindi morsi il filtro della mia
fidata sigaretta e mi mischiai nella folla.
Una, due, tre, quattro, cinque... più ragazze incontravo, meno
riuscivo a sentirmi a mio agio, il che era decisamente strano. Non avevo mai
avuto problemi a parlare con il gentil sesso, anzi, era piacevole. Eppure mi ero
ritrovato solo, chino sulla spiaggia che avevo raggiunto per evitare ogni
possibile contatto umano, pronto a rilassarmi e a dimenticare la festa che,
nonostante le innumerevoli attrazioni. non riusciva a
soddisfarmi.
Dinanzi a me stagliava la figura della Merry, con la polena tenuta
su da una grossolana riparazione di ferro. Con un braccio tra le ginocchia
piegate e tenute sui talloni, tracciai qualche disegno incomprensibile sui
granelli umidi e scuri. Avvicinai la mano sinistra per sfilare la sigaretta che
tenevo stretta tra le labbra per allontanarla, sbuffando via quel fumo
grigiastro nella notte. Prima di alzare il capo e vederla, quella luna così
grande e luminosa e quelle miriadi di stelle che risplendevano. Ma fu una in
particolare a cogliere la mia attenzione, la sua scia luminosa e quella presenza
fugace nel cielo, così solitaria e inconfondibile... una stella
cadente.
Che fosse veramente la notte dei desideri? Non era importante,
anzi, venne semplicemente spontaneo chiedere un piccolo aiutino e far sì che la
mia serata divenisse un po’ meno triste. Insomma, avevo bisogno di compagnia!
Qualunque tipo di compagnia!
-Ohi, ricciolo, che cavolo ci fai qui?- e fu proprio quella voce a
farmene pentire. Era mai possibile che, in una intera città in festa, l’unica
persona disponibile per avverare il mio piccolo desiderio senza pretese fosse
quello stupido marimo? Insomma, la spiaggia era vasta, le navi in porto non
mancavano, c’era appena un lieve venticello, fresco al punto giusto, per
quanto piccole onde increspassero
il mare e il rumore dell’acqua fosse a malapena percettibile al contatto con la
sabbia.
Mi accorsi solo in un secondo momento, nonostante il buio non
fosse così scuro da non permettermi di vedere oltre il mio naso, che la figura
dello spadaccino si tagliava ancora sulla Merry, precisamente seduto sul
parapetto. Eppure, nonostante mi sentii più sollevato, non potei evitare di
mettermi sulla difensiva
-Fatti gli affari tuoi, non lo vedi? Mi sto prendendo una pausa.-
fu l’unica risposta che diedi, e probabilmente non parve piacere a quello scemo,
tanto che lo vidi saltar giù e toccare il terreno.
Rimasi a osservarlo giusto un attimo, prima che lui cominciasse a
camminare nella mia direzione con tale lentezza da darmi il tempo per capire la
situazione. Quello che realmente mi faceva sentir sollevato era dato dal fatto
che non sembrava voler litigare.
Una volta raggiuntomi, lo osservai dal basso verso l’alto,
seguendo i suoi movimenti sino a che non si sedette accanto a me; allungò
persino una mano per invitarmi a fare lo stesso, spingendomi indietro. -Non eri
con gli altri?- chiese.
-Rufy, Usopp e Chopper si sono allontanati quasi subito per dei
dolci e della carne.- spiegai con un’alzata di spalle, intento ad accomodarmi
sul terreno umido e a scrollarmi qualche granello che si era appiccicato alle
maniche del vestito, avendo frenato la mia caduta con le
braccia.
-E allora perché non sei con le ragazze, cuoco pervertito?-
domandò ancora, e stavolta mi alterai.
-Ohi, se volevi litigare potevi rimanere sulla Merry.- gli feci
dunque notare, ma una sua lieve risata mi fece irritare nuovamente. -Che cavolo
hai da ridere così tanto?!-
-Nulla, pensavo solo... che come al solito ti hanno scaricato.- mi
prese in giro, cosa che mi riuscì a farmi infuriare e non solo. Mi alzai
istintivamente per tirargli un calcio che purtroppo bloccò prontamente con un
braccio, lasciandomi con un gamba a mezz’aria. Nonostante quella scomoda posa,
non potei evitarmi di guardarlo negli occhi, e prima che potessi rendermene
conto mi persi in essi.
Certo, sapevo bene quale fosse il loro colore, eppure... vidi una
strana luce in essi che mi portò a specchiarmi e a perdermi. D’un tratto erano
così limpidi e profondi, avevo dinanzi a me un mondo chiamato purtroppo
“Marimo”; tutto ciò durò pochi secondi, anche se sembrò passare un’eternità. Non
che non mi fosse piaciuto, ma quello era Zoro! Un uomo e anche uno stupido,
nonché mio rivale... però il mio cuore batteva stranamente frenetico e con una
nuova euforia.
A richiamare la nostra attenzione fu un fischio assordante, una
scia luminosa che esplose in cielo e lo rese pieno di colori, facendo sì che i granelli di sabbia e il
mare assumessero varie tonalità. Quello era il botto d’apertura dello spettacolo
pirotecnico che si sarebbe tenuto, e infine, a chiudere la serata, il tanto
atteso ‘lancio dei desideri’; era tutto il giorno che lo attendevo, non avevo
tempo da perdere con un uomo come quello. Quindi ripresi possesso della mia
gamba e feci per andarmene, ma la mia giacca venne
trattenuta.
-Dove vai? Non vuoi guardarli?- mi chiese quello stupido. Come se
io potessi guardare qualcosa di tanto bello in compagnia di un uomo, poi. Ma la
bocca fu più veloce del pensiero.
-Sì.-
-Allora siediti con me.- m’invitò nuovamente, ma con più grazia. E
forse fu per quel motivo che mi ritrovai di nuovo seduto sulla sabbia umida di
mia spontanea volontà, e prima che potessi rendermene conto una delle braccia
possenti di quello stupido mi cinse le spalle in un caldo abbraccio - non così
spiacevole, tra l’altro - che mi diede da pensare. Che Zoro fosse realmente
interessato a me? Nonostante il solo pensiero mi fece inorridire, non potei
evitarmi di sentire il calore affluire sulle mie guance e provare piacere in
ciò. No, non era una cosa normale, noi due ci odiavamo, litigavamo... e poi
eravamo due uomini! Mi limitai però a posare la testa sulla sua spalla e a
godermi i fuochi in tutta tranquillità, osservando quei giochi di luce cambiare
di volta in volta e acquisire nuove forme. Ogni colore che illuminava la zona
circostante mi dava modo di vedere sempre più, e osservare così il viso
rilassato e il sorriso del marimo.
Quel dolce momento di quiete, però, sembrò durare solo qualche
attimo. Fu così breve da pentirmi quando il silenzio della notte ci rese
stranamente complici e sintonizzò i nostri animi, lasciando che Zoro mi
trascinasse a sé; ma quel tacere creò al contempo una strana atmosfera
imbarazzata che ci rese incapaci di conversare, neppure litigare sembrava una
buona idea per comunicare... ma eccolo! Quel ‘Gong’, il suono che avevo atteso
per tutto il giorno, suonò proprio quand’ero accanto all’ultima persona con cui
avrei voluto trovarmi. E parve pensare lo stesso anche lui, perché senza fiatare
si scostò da me e mi diede le spalle, incurvandosi, e io mi irritai. Di certo
non glielo avrei mai detto, però.
-Stupido marimo... mi devo sbrigare a cercare Nami, per colpa tua
ho fatto tardi.- riuscii solo a dire, mentre nel mio più profondo io cercavo di
scrollarmi di dosso quella strana sensazione di piacere che avevo provato in sua
compagnia. Ma la sua risposta mi lasciò più che
spiazzato.
-Aspetta un attimo, stupido cuoco, sto cercando di fare qualcosa
di carino per te.- stavolta il calore, ne ero certo, mi fece avvampare fin sopra
le orecchie nonostante il tono burbero con cui mi disse quelle esatte parole. Ma
non potevo, non dovevo accettarlo, lui era il maledetto marimo. Lo stesso marimo
che si voltò nuovamente verso di me per mostrarmi un pezzo di carta ben piegato
dal colore roseo. Era uno scherzo?
-Che cavolo è? Mi prendi in giro?- chiesi, ma lui sembrò
innervosirsi. Probabilmente era serio e ciò mi spaventò un
pochino.
-È una lanterna rosa3, brutto idiota.
A te cosa sembra?- m’informò. -Dammi l’accendino, per una volta dovresti usarlo
per qualcosa di buono.
-O-ohi! Ma sei impazzito? Quando l’hai comprata? Non sai che solo
le coppie posso lanciare una lanterna nel cielo?-
-Non importa quando l’ho comprata, voglio lanciarla ora con te. Ho anche scelto il colore
più adatto, perché racchiude un po’ tutto. Non puoi non essere d’accordo.-
asserì lui in tono serio, allungando un mano per incitarmi a tirar fuori
l’accendino, che gli porsi con un po’ di
riluttanza.
-Perché il rosa?- chiesi.
-Perché, non va bene? Mi sembra che tu indossi sempre questo
stupido colore.- rispose con calma estrema mentre apriva il
coperchietto.
-Non era questo quello che intendevo!- m’irritai. -E poi, perché
proprio io?-
-Invece di parlare, perché non mi aiuti?- domandò in risposta,
riuscendo a rendermi più nervoso. Ma non aiutarlo non mi sembrò una scelta da
prendere in considerazione; dentro di me sapevo di volerlo, difatti afferrai
l’oggetto e lo tenni fermo mentre lui accese la fiamma per dar fuoco alla
lanterna.
Lentamente, vidi la carta gonfiarsi e il colore roseo si rifletté
sui nostri volti; le mani di Zoro si posarono sulle mie e, alzando lentamente le
braccia, tirammo su la lanterna, lasciandola andare in un secondo momento con
gesti gentili, al fine di non romperla. Era lì. Davanti ai nostri occhi quando
si librò in aria con semplicità estrema, e forse fu quello il vero significato
del desiderio. Era sentirsi felici con qualcuno.
-Sai,- Le mie riflessioni vennero interrotte dalla voce di Zoro.
-Il rosa simboleggia l’amicizia e l’affetto.- mi disse, e sentii dalla sua voce
che dopo tutto anche lui era un po’ a disagio. -E anche l’amore.-
Lo aveva detto. Lui mi aveva detto ciò che più temevo e che al
contempo, senza che me ne rendessi conto, capii per la prima volta di provare
anche io. Già, probabilmente era proprio vero, e forse in quell’assurda sera
dovevo darmi una mossa anche io.
-Sai, stupido spadaccino, credo che resterò qui. D’altronde
abbiamo un’altra lanterna.- gli dissi, e vidi un ghigno - che si sarebbe potuto
benissimo chiamare sorriso - dipingersi sul suo
volto.
-Cuoco pervertito, ne ero certo che ne avresti comprata una.
Sicuramente per quella strega di Nami.- replicò, facendomi infervorare
nuovamente.
-Non insultare la mia Nami-Swan!- strillai, e al contempo tirai
fuori dal vestito una lanterna rossa3 che fece allargare la
smorfia del marimo.
-Avevo ragione a dire che sei un pervertito. Scommetto che l’hai
presa pensando al sesso.- affermò, e non potei che
negare.
-Tsk, dovresti essere l’ultimo a parlare, con questi pensieri. È
per la felicità.- D’altro canto non avevo fatto che direi la verità... in parte.
Insieme accendemmo nuovamente la lanterna, ma stavolta con più
scioltezza, forse dovuta al fatto che indirettamente avevamo confessato il
nostro desiderio più nascosto. E senza mezzi termini o parole superflue eravamo
diventati noi due. Illuminammo quel
colore rossastro che, davanti ai nostri occhi, sembrò rappresentare il fuoco che
ardeva dentro di noi e suggellare un patto più duraturo e stabile. Ancora una
volta le mani di Zoro mi sfiorarono, ma stavolta rimase dietro di me per cingere
completamente il mio corpo con entrambe le braccia.
Rimasi un po’ spiazzato da quella reazione, ma quando una mano si
allungò fino al mio viso per afferrarmi il mento e farmi voltare di lato, non
ebbi tempo né per spaventarmi, né per altro. Sentì solo le sue labbra sulle mie,
e quella passione che solitamente ci animava si accese in un nuovo tipo di
battaglia, mentre le nostre lingue si carezzavano.
Le lanterne avevano fatto il loro dovere, anche grazie a quella
spiaggia e alla sua quiete.
1
E’
cinese ( ????? )
Lett: Festa del Desiderio, come
tradotto nella fic stessa ^^^
2
Chiedo perdono ma non esiste nessuna ‘Festa del Desiderio’, se c’è
è il Tanabata (festa delle Stelle, chiamata anche festa del Desiderio). La fic però non ripercorre
le sue usanze, sono tutte di pura fantasia, ovviamente la mia
<3
3
Ogni colore delle lanterne dei cieli poi ha il suo
significato:
Rossa:
simboleggia la passione, la gioia e anche la fortuna;
Verde:
simboleggia la crescita e l’equilibrio;
Arancio:
cambiamento ed evoluzione;
Rosa: sfera
affettiva, bontà, amore e amicizia;
Viola:
rappresenta l’indipendenza, la creatività, il mistero e la magia. Lanciare una
lampada volante viola è di buon auspicio per migliorare la carriera lavorativa o
per trovarne una nuova.
Azzurra:
indica la calma, la fiducia e l’immortalità. Scegliete di lanciare una lampada
volante azzurra per esprimere desideri sulla guarigione fisica e
mentale.
Bianca:
simboleggia la purezza, la forza e la giustizia. Una lanterna dei cieli bianca,
che è quella più diffusa, viene fatta volare per rendere propizio un nuovo o un
passaggio verso qualcosa di nuovo.
Oooooooooook.... odio le shot, di solito se devo scriverne una mi
limito ad arrivare alle 4 pagine ç___ç Ma non sono abituata a partecipare ad un
contest, né a seguire un prompt D:
Quindi perdono per ‘sta schifezza corta
corta ç__ç, spero di migliorare, ho altri 9 prompt da usare XDD
A tutti
coloro che attendono le ‘Long’, non temete v.v
“The secret of his love” è quasi
finito, mi mancano almeno 2 paginette <3, poi dovemmo rimetterci tutti alla
mia beta affinché si muova v.v
Per il resto linciatemi sperando di aver fatto tuto sommato un
pochino breccia nei vostri cuori, se non con la fic, facendovi pena <3 ^^^
Dona
l’8% alla causa pro recensioni
Farai felice un milione di
scrittori
E me
XD!