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Autore: shesbroken    17/10/2012    2 recensioni
«Chiama pure questo numero quando avrai ancora bisogno d'aiuto.
Potrò essere il tuo eroe tutte le volte che vorrai, piccola. Baci, Harry.»

Cap. 1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I can be your hero baby.'
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CAPITOLO 47 (penultimo capitolo)
Is here in your perfect eyes.

Tutto quello che sono, tutto quello che sono sempre stato
è qui nei tuoi occhi perfetti, che sono tutto quello che posso vedere
(Chasing Cars - Snow Patrol)

Non appena scesi dalla macchina, senza aspettare oltre corsi all'ospedale per poi chiede di Alex. Quando mi dissero che si trovava ancora in sala operatoria, iniziai a correre per l'ospedale cercando di trovarlo. I sensi di colpa si facevano sentire, insieme alla paura. Quando trovai i suoi genitori mi dissero che aveva avuto un incidente stradale e che i medici avevano detto che le sue condizioni erano critiche. Iniziai a sentire le gambe tremarmi, così mi sedetti cercando di non svenire. Se non gli avessi inviato quel messaggio, se avessi aspettato, probabilmente in quel momento sarebbe stato a casa a cantare White Christmas con la sua famiglia, e non su un letto d'ospedale a lottare tra la vita e la morte. Ovviamente i suoi genitori non sapevano niente di questa storia, ed era meglio così. Per loro ero la ragazza perfetta di loro figlio che gli aveva cambiato la vita, quella ragazza che l'avevo reso un vero uomo. Non potevano scoprire che quella stessa ragazza era la causa dell'incidente di loro figlio, mi avrebbero odiato a vita, anche se non avrebbero avuto tutti i torti. Mi sentivo un vero e proprio schifo.
Passarono un paio d'ore e non c'erano notizie positive. Nell'attesa mia mamma aveva chiamato Dana per dirle cos'era successo, e nel giro di qualche minuto lo vennero a sapere tutti quanti, anche Harry, che non esitò a venire in ospedale solo per me. Quando venni a conoscenza del suo arrivo, corsi all'entrata dell'ospedale con gli occhi rossi e gonfi per colpa del pianto, e non appena mi vide in quello stato, mi corse a sua volta incontro, avvolgendomi tra le sue braccia, senza preoccuparsi dei gossip che sarebbero girati nel giro di qualche ora. «E' tutta colpa mia!» Dissi tra i singhiozzi, mentre Styles cercava invano di rassicurarmi. «Ehi tu non centri niente, cosa stai dicendo?» Mi sussurrò all'orecchio, stringendomi ulteriormente a se. «E' colpa mia, se non gli avessi inviato quel messaggio a quest'ora starebbe bene.» Dissi stringendomi ad Harry. Avevo proprio bisogno di quella sensazione di protezione. Avevo bisogno di lui. «Tu non centri. Se era destino che doveva succedere, sarebbe successo prima o poi. Forza andiamo a berci qualcosa.» Mi disse avvolgendomi le spalle con un braccio, prima di recarci verso la macchinetta più vicina. Dopo essermi presa un te caldo, ci andammo a sedere prima che Harry iniziasse ad accarezzarmi la gamba nel tentativo di tranquillizzarmi. «Va meglio?» Mi chiese Harry mentre mi osservava sorseggiare la mia bevanda. «Un po', grazie per essere venuto.» Gli dissi evitando lo sguardo coi suoi occhi. Ero in uno stato pessimo. Gli occhi erano gonfi e rossi e il mascara mi stava colando lungo il viso, ero inguardabile. «Ehi, Alex si riprenderà e noi saremo liberi di stare insieme finalmente.» Mi sussurrò all'orecchio, affondando il volto tra i miei capelli, per poi stamparmi un bacio sulla fronte, prima di riavvolgermi le spalle con il suo braccio. Non ero più sola.
Presto arrivò anche Dana e il resto dei ragazzi, che non appena mi videro con Harry rimasero spiazzati. Eravamo stati tutti talmente impegnati nei preparativi per il Natale che non avevamo avuto il tempo di dargli la notizia. Loro sarebbero stati capaci di mantenere il segreto, così, Styles decise di parlare al mio posto, raccontandogli tutto quello che era successo, senza staccarsi neanche per un momento da me. Nonostante la situazione, era bello vedere che era tornato tutto come prima. «Quindi volete dirci che presto tornerete insieme?» Ci sussurrò Dana, non riuscendo a mantenere la gioia, che svanì non appena vidi comparire in fondo al corridoio la madre di Alex. Subito le corsi incontro, accompagnata dalle mie migliori amiche, che mi stringevano la mano. «Ci sono novità?» Le chiesi ansiosa di sapere. «I medici lo stanno portando nella sua stanza, ti va di vederlo?» Mi chiese con l'accenno di un sorriso, prima di recarmi insieme a lei da lui. Non appena entrai, mi si strinse il cuore nel vederlo su quel lettino d'ospedale, mentre mi sorrideva teneramente. «Ciao bella mora.» Mi disse mentre io lentamente mi avvicinavo a lui. Senza staccargli gli occhi di dosso, mi sedetti sulla seggiola che avevano messo vicino al letto, prima di prendergli gli mano con gli occhi ancora lucidi. «Mi dispiace così tanto.» Fui solo capace di dirgli, prima che lui iniziasse a parlare. «E' tornato Harry, vero?» Mi chiese con l'accenno di un sorriso triste. Come pensavo aveva capito tutto. «Alex..» «Lasciami parlare. Fin dall'inizio, sapevo benissimo che Harry avrebbe sempre occupato una parte molto importante nel tuo cuore, è colpa mia se ho pensato anche solo per un istante che qualcosa sarebbe cambiato. Avrei dovuto saperlo. Non voglio incolparti, anzi, la colpa è solo mia. Io volevo solo darti la felicità che ti avevo fatto mancare qualche mese fa. Non ti meritavi quello che ti ho fatto e forse il karma mi si è solo rivolto contro.» Mi disse a fatica, facendo qualche pausa di tanto in tanto. Riuscivo a vedere una vena di tristezza nei suoi occhi. «Comunque non avrei dovuto usarti in quel modo, è solo che credevo che sarei riuscita andare avanti. Che sarei riuscita a voltare pagina.» Dissi tra i singhiozzi, prima che Alex iniziasse ad accarezzarmi il volto segnato dalle lacrime. «Non potevi saperlo. Nessuno poteva saperlo. Abbiamo provato a far funzionare una storia che non avrebbe avuto futuro, pazienza. Non è morto nessuno.» Disse Alex improvvisando una risata roca, mentre io lo guardavo ancora distrutta. «Ricordati che ti vorrò sempre bene.» Dissi dopo averlo abbracciato per un momento. «E tu non dimenticarti mai che sei stato il mio miracolo.» Mi disse baciandomi la mano, prima che io uscissi da quella stanza, ritrovandomi faccia a faccia con sua madre. «Ha ragione sei stata il suo miracolo.» Mi disse la donna con l'accenno di un sorriso, prima di entrare insieme al marito, per andare a far visita al figlio. In men che non si dica, Harry mi venne incontro stringendomi tra le sue braccia, seguito dalle mie migliore amiche e dal resto dei ragazzi. «Ti amo.» Gli sussurrai all'orecchio. «Ti amo piccola». Mi disse a sua volta, per poi lasciare spazio agli altri. Il peggio era passato.
Non appena uscimmo dall'ospedale, tutti tornarono dalle loro rispettive famiglie, mentre io chiesi a mia madre se per quella notte sarei potuta rimanere a dormire da Harry, e dopo un po' di esitazione accettò senza aggiungere altro. Non appena arrivammo finalmente a casa, mi sdraiai sul divano senza dire nulla, per poi essere seguita da Harry che si sedette sul pavimento iniziando a guardarmi, o meglio, a fissarmi. «Che c'è?» Gli chiesi con l'accenno di un sorriso, mentre gli occhi incominciavano a farsi pesanti. «Volevo farti una domanda?» Mi chiese serio, iniziando a giocare con una ciocca dei miei capelli. Stavo incominciando a spaventarmi. «Cioè?» Gli chiesi curiosa di sapere cosa gli ronzasse in testa. «Cos'ho fatto per meritarti? Insomma sei bella, sexy, dolce, comprensiva , hai tutti i pregi di questo mondo. Io..» Disse, prima che io lo inzitissi con un lungo bacio. Mi erano mancate le sue labbra, le sue carezze, mi era mancato tutti di lui. «Proprio non riesci a capire quanto tu sia speciale, eh?» Gli chiesi staccandomi per un momento dalla sua bocca, facendolo sorridere teneramente. «Ti va una cioccolata?» Mi chiese, alzandosi, mentre io, ancora sdraiata sul divano, annuivo con l'accenno di un sorriso. Non appena sparì, mi strinsi forte al cuscino, e nel giro di qualche minuto, mi addormentai con quelle maledette farfalle nello stomaco che non la volevano smettere di farmi venire i brividi.

Al mio risveglio, mi ritrovai abbracciata ad Harry, nel suo caldo e confortante letto. La neve fuori dalla finestra non voleva proprio smettere di scendere, e per l'ennesima volta mi chiesi se stessi sognando. Insomma, non mi sembrava ancora vero di ritrovarmi tra le braccia della superstar. Fortunatamente, quella mattina fui la prima a svegliarmi, così dopo essere riuscita a sgattaiolare fuori dal suo letto, iniziai a cercare nell'armadio una tuta comoda da mettere. Quando la trovai, me la misi addosso e subito riuscii a sentire il profumo di Harry sulla mia pelle. Senza farmi sentire mi intrufolai nel bagno e dopo essermi data una lavata alla faccia, mi levai gli ultimi resti di trucco per rimanere in versione acqua e sapone. Certo non era il mio aspetto migliore, ma sempre meglio di prima.
Quando tornai in camera, trovai il riccio con gli occhi ancora mezzi addormentati, che si ravvivarono non appena mi vide uscire dal bagno. «Ehi ma è la mia tuta.» Disse sorridendo, prima che io mi buttassi letteralmente su di lui. «Già, solo che è un po' larga per me.» Dissi stampandogli un bacio sulle labbra mentre lui non la smetteva di guardarmi col sorriso stampato in faccia. «Lo vedo.» Disse per poi iniziarmi a baciare molto lentamente, mentre con la mano saliva e scendeva lungo la mia schiena. Io d'altro canto, posai le mie mani sul volto. Sarebbe stata l'occasione perfetta per farlo, ma immediatamente mi ricordai di Alex, così mi staccai da Harry per un istante, per poi accasciarmi di fianco a lui. «Vuoi che ti accompagni in ospedale?» Disse accarezzandomi i capelli, riuscendo a capire cosa c'era che non andava. Come potevo non amarlo? «Prima dovrei passare a casa.» Sussurrai prima che Harry mi stampasse un bacio sulla fronte. Non avrei abbandonato Alex nel momento del bisogno.

   
 
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