6 Bacio
Strawberry
era in ritardo, durante la notte non aveva quasi mai chiuso occhio.
Correva come
una forsennata per la strada che divideva l’appartamento di
casa sua dal
locale.
Fortunatamente
era arrivata appena in tempo, erano le otto e mezza spaccate, corse nel
camerino a cambiarsi e torno in sala giusto in tempo per
l’apertura del locale.
«Brava
sei
arrivata in orario, pensavo che non ci saresti riuscita.»
«Che
antipatico che sei Ryan. Dai iniziamo, stanno arrivando i primi
clienti.»
I due ragazzi
si misero subito al lavoro.
La mattinata
fu molto impegnativa e non ebbero molto modo di parlare, Ryan stava al
bar a
preparare caffè e cappuccini, mentre Strawberry correva qua
e là con i vassoi
carichi di dolci.
Ryan ogni
tanto si incantava a guardare Strawberry, la vedeva destreggiarsi tra i
tavoli
con il sorriso tra le labbra, era bellissima, non riusciva a staccargli
gli
occhi di dosso.
Era
attratto da lei come un ape al miele, non
ne sapeva il perché ma quella ragazza riusciva a fargli
provare sensazioni mai
provate prima.
Aveva notato
che anche Strawberry ogni tanto si voltava verso di lui e lo guardava
sorridendogli, e in quelle occasioni il
cuore gli martellava nel petto.
Il tempo
passò velocemente e si fecero le due del pomeriggio, adesso
nel caffè regnava
un po’ di calma.
«Sono
stanchissima e ho fame. Per fortuna tra poco arriveranno Mark e Lory a
darci il
cambio.»
«Tra
quanto
hai lezione?»
«Ho
lezione
alle tre e mezzo, quindi ho tutto il tempo per mangiare qualcosa in
santa
pace.»
«Senti
che
ne diresti di … »
«Arrivano,
Mark e Lory stanno arrivando.»
Strawberry
andò incontro a Mark e gli diede un bacio, anche Lory si
avvicinò a Ryan, che
era rimasto immobile da una parte e lo baciò.
«Amore,
come
è andata la mattinata? Spero che tu non abbia combinato
qualche disastro.»
«Ma
per chi
mi hai preso? Sono stata bravissima, dai diglielo purè tu
che non ho combinato
casini.»
«Confermo,
Strawberry è stata molto brava per essere il primo
giorno.»
«E tu
Ryan
ti sei comportato bene? Non avrai mica fatto il cascamorto con qualche
ragazza?»
«E
come
avrei potuto sono sempre stato al bar.»
«Tranquilla
Lory, Ryan è sempre rimasto al suo posto.»
«Meglio
così, sai quanto sia gelosa.»
«Adesso
finiamola con questi discorsi. Voi due avete già pranzato?
Altrimenti andate
purè in cucina a mangiare qualcosa così dopo noi
potremmo andarcene.»
«Io e
Lory
abbiamo mangiato qualcosa insieme prima di venire qui, quindi andate,
adesso ci
pensiamo noi. Strawberry ci vediamo stasera a casa ok?»
«Ok a
stasera amore.»
«Anche
noi
ci vediamo dopo a casa, ciao amore.»
Le due
coppie si salutarono. Mark e Lory si misero subito al lavoro mentre
Ryan e
Strawberry uscirono dal locale.
Camminavano
fianco a fianco verso l’università senza
scambiarsi una parola.
«Ryan
cosa
mi volevi dire prima?»
«Quando?»
«Prima.
Avevi iniziato a chiedermi una cosa ma ti ho interrotto
perché stavano
arrivando Mark e Lory.»
«Ah.
Ti
stavo chiedendo, visto che anch’io non ho lezione fino alle
quattro se ti
andava di mangiare qualcosa insieme a me.»
Strawberry
rimase un attimo imbarazzata e spiazzata, non si aspettava certo un
invito da
Ryan.
«Pensavo
di
prendere un panino e sedermi su una panchina, ma …»
La
delusione sul volto di Ryan era visibile
anche ad un cieco.
«Capisco.
Fai come se non ti avessi chiesto niente.»
«Ma
fammi
finire di parlare!!! La mia intenzione era di prendere un panino ma
sarei molto
felice di venire a pranzo insieme a te.»
«Davvero?
Dici sul serio? »
«Ma
certo.
Dove andiamo però? Io ancora non conosco bene questa
zona.»
«So io
dove
andare. È un po’ lontano da qui veramente, ma non
rimarrai delusa. Ti fidi di
me?»
«Si,
mi fido
di te.»
«Allora
dobbiamo correre …»
Ryan
afferrò
la mano di Strawberry e iniziò a correre in direzione della
fermata degli autobus,
salirono al volo su uno e si sedettero vicini.
Ancora
stretti con le mani, guardavano il panorama dai loro sedili in silenzio.
Dopo circa
dieci minuti Ryan si alzò.
«Eccoci
qua,
dobbiamo scendere siamo arrivati.»
Strawberry
si guardava intorno, non aveva idea di dove fosse.
«Dove
siamo?»
«Non
conosci
questa zona della città?»
«No.
Non
credo di esserci mai stata in vita mia. Ma dove che andremo a mangiare?
Non
vedo nessun ristorante nella zona.»
«Andremo
là,
in quel parco. All’interno c’e un lago con un
piccolo ristorantino sulla riva, è
bello e ci si mangia molto bene.»
Ryan
afferrò
nuovamente la mano di Strawberry e si incamminarono dentro.
Il parco era
stupendo, tutto era molto curato. C’erano fiori da per tutto
che emanavano un
odore meraviglioso.
Arrivarono
al locale, non c’era quasi nessuno a parte un paio di coppie
di innamorati,
Strawberry pensò che anche loro potevano dare la stessa
impressione a gli occhi
degl’altri.
Durante il
pranzo ridevano e parlavano dei loro interessi.
«Strawberry
si è fatto tardi se non andiamo arriverai tardi a
lezione.»
«È
vero, si
è fatto tardi. E solo che …»
Le parole
morirono nella bocca di Strawberry che in imbarazzo non sapeva come
continuare.
«Solo
che …
Cosa?»
«Solo
che
non mi va di tornare. Vorrei rimanere qui un altro po’. Se
per te non è un problema.»
Ryan non
credeva alle sue orecchie, rimase lì imbambolato senza dire
una parola.
«Ryan
ho
detto qualcosa che non và? Se vuoi possiamo tornare
indietro.»
«No
rimaniamo, sono felice di passare del tempo insieme a te.»
Insieme
uscirono dal ristorante e andarono a fare una passeggiata.
Era un
pomeriggio di sole, camminavano,
parlavano e ridevano spensierati.
Passeggiando
Strawberry notò una cosa.
«Guarda
Ryan, laggiù affittano delle barche. Ti va di farci un
giro?»
«Certo
andiamo.»
Si
avvicinarono al piccolo molo e presero una barca.
«È
veramente
stupendo. Grazie per la bellissima giornata. Scommetto che tu e Lory
veniate
qui spesso.»
«A
dire la
verità non c’e l’ho mai
portata.»
«Scusami
non
volevo essere inopportuna.»
«Non
ti devi
scusare di niente. Sai quando voglio stare da solo vengo qui. Solamente
qui
riesco a pensare. A casa ci sono sempre Kyle e Lory che mi chiedono se
c’e
qualcosa che non va, non mi danno tregua.»
«Lo
faranno
perché ti vogliono bene, non credi.»
«Si lo
so,
però alcune volte sono asfissianti . Da quando i miei
genitori sono morti non
passa giorno che non mi chiedano come và o come
sto.»
Strawberry
rimase senza parole.
«Ryan
non
sapevo dei tuoi genitori, mi dispiace.»
«Ormai
sono
passati due anni, non ti preoccupare.»
«E
cosi quando
vuoi stare da solo vieni qui, da solo.»
«Si.»
«Facciamo
così, se vuoi quando se giù di morale chiamami e
verremo qui insieme, va bene?»
«Ok ti
chiamerò. Siamo arrivati dobbiamo scendere.»
I due
ragazzi scesero dalla barca e si incamminarono verso la fermata degli
autobus.
Ryan era
rimasto sorpreso dalla richiesta di Strawberry, l’idea di
passare nuovamente
del tempo con lei lo eccitava.
Ma come
diavolo era riuscita in così poco tempo a entrargli cosi
nell’anima e nel
cuore.
Salirono
sopra la corriera che li avrebbe riportati a casa e alla loro solita
vita.
Arrivati a
destinazione era arrivato il momento dei saluti.
«Strawberry
grazie per la bellissima giornata, mi sono divertito tanto insieme a
te.»
«Anch’io
sono stata bene. Penso che sarebbe meglio non dire agl’altri
dove siamo stati
oggi, non vorrei che si dovessero preoccupare inutilmente.»
«Va
bene.
Teniamo per noi questo piccolo segreto. Allora ci vediamo domani
mattina al
locale.»
«Si a
domani. Ciao.»
«Ciao.»
Ryan e
Strawberry si salutarono così senza scambiarsi altre parole,
ma dentro di loro
strani pensieri si stavano facendo strada.
Ryan era
ancora meravigliato da come lei riuscisse a farlo parlare e ridere con
tranquillità, e Strawberry si meravigliava di come stava
bene anche con un
altro ragazzo al suo fianco.
Strawberry
si voltò a guardare Ryan che se ne andava e senti una strana
stretta al cuore.
Anche Ryan
si voltò in quell’istante, e appena vide che
Strawberry lo guardava andar via
senza riflettere ne pensarci su si mise a correre nella sua direzione.
«Ryan
dimmi
ti sei dimenticato qualcosa?»
«Si.
Mi sono
scordato di fare questo.»
E detto
questo Ryan prese Strawberry tra le braccia e la baciò.
Fu un bacio
dolce e tenero ma anche molto carico di passione.
Quando si
staccarono l’uno dall’altra si guardarono fissi
negl’occhi per diverso tempo,
fu Ryan il primo a parlare.
«Scusami
ma
non potevo reggere dell’altro, e da quando ti ho conosciuta
che volevo
baciarti.»
«Anch’io
lo
desideravo. Non so perché, ma non riesco a non
pensarti.»
«Forse
è
meglio se ne riparliamo domani con calma, che ne dici?»
«Si,
parliamone domani a mente fredda è meglio.»
«A
domani?»
«Si. A
domani.»
E detto
questo si salutarono nuovamente, ma questa volta con un bacio.