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Autore: kimsherd    18/10/2012    0 recensioni
La storia di un ragazzo che scopre di essere un demone e che dovrà abbandonare ogni traccia di umanità dalla sua vita, ma forse c'è qualcosa per cui vale la pena lasciare tutto.
Genere: Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Lonely Boy

C’era una volta un ragazzo di 18 anni, un normale ragazzo che viveva una normale vita con la sua normale famiglia. Aveva solo la madre, ma non per questo sentiva la mancanza di un padre. Anzi, sapere che il padre aveva abbandonato sua mamma lo rendeva più restio a conoscere il proprio genitore, ma al suo diciottesimo compleanno, il normale ragazzo dovette ricredersi.
Suo padre venne a fargli visita senza preavviso, raccontandogli incredibili storie di demoni, patti antichi di secoli e una maledizione che si portava avanti di generazione in generazione.
 
Sarebbe l’inizio di una storia bellissima, una storia da raccontare ad un normale bambino che sta per coricarsi nel suo letto per attendere l’inizio di un’altra giornata normale, ma purtroppo questa non è una semplice storia. È la mia storia.
E non è divertente come quando la si racconta ad un bambino.
 
Ricordo precisamente quel giorno, il giorno in cui tutto cambiò. Non c’è bisogno di raccontare ciò che disse mio padre, non è importante.
Ciò che è veramente importante furono le mie emozioni. Mi sentii così perso, così solo. Avevo sempre pensato di essere una persona normale, un normale ragazzo che sarebbe andato a scuola, si sarebbe trovato un buon lavoro, si sarebbe sposato, avrebbe avuto figli e poi sarebbe morto con i nipoti intorno al letto. Non era un grande progetto di vita, ma era normale. Era umano.
Era tutto ciò che chiedevo.
Invece me lo portarono via. Mi privarono di tutta la mia umanità, buttandomi in un mondo fatto di patti e demoni.
 
Avevo paura. Ne ho anche adesso. Ho paura di vivere per sempre, ho paura di dover continuare all’infinito questo ciclo di uccisioni senza senso, ho paura di perdere le mie emozioni, le mie paure e le mie speranze. Ho paura che, un giorno, smetterò di essere umano.
 
Mio padre mi lasciò senza possibilità di scelta e io mi aggrappai a qualsiasi cosa pur di non impazzire, ma la prima cosa che riuscii a fare concretamente fu quella di lasciare tutto. Non potevo vedere mia madre invecchiare e poi morire mentre io rimanevo sempre giovane.
Promisi a me stesso che avrei trovato qualcosa per cui vivere, qualcosa che avrebbe reso quell’eterna vita meno spaventosa. Non mi sarei arreso senza lottare.
 
Avevo solo 18 anni quando lo vidi per la prima volta. Mi sentivo ancora umano, ero ancora umano. Lui invece non lo era più. Aveva la mia stessa età, o così credevo. Forse fisicamente era vero, ma nei suoi occhi c’era qualcosa che nessun ragazzo normale avrebbe mai avuto. C’era il vuoto. Il vuoto di centinaia di anni passati da soli. Lo stesso vuoto che vedevo nel mio futuro.
 
Mi faceva paura. Quel vuoto, mi faceva paura. Non volevo stare con loro, non volevo stare lì. Volevo solo andarmene, volevo trovare qualcosa che mi avrebbe allontanato da quel vuoto.
Poi lui sorrise. Sorrise come per scusarsi e i suoi occhi, per un secondo, si riempirono di mille emozioni. Era il sorriso più bello che avessi mai visto.
E forse fu per rivedere quel sorriso che rimasi.

 

   
 
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