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Autore: Finitem_    18/10/2012    12 recensioni
Ormai tutti sanno chi sono. Svenite al loro passaggio, urlate i loro nomi, ridete alle loro battute e cantate le loro canzoni...
Ma sapete davvero di chi state parlando? Conoscete davvero la loro storia e la loro vita? Sapete come tutto iniziò?
No, non sto parlando dei cinque classificati al terzo posto ad X Factor nel 2010.
Sto parlando dei cinque deficienti di Holmes Chapel, le cinque catastrofi della scuola, i cinque paglicci della compagnia.
Il mio passato, presente, e forse anche futuro.
Estratto dal 2° capitolo:
La partita era cominciata, e le pallonate fendevano l'aria come proiettili.
Una cannonata di Liam mi aveva sfiorato l'orecchio, facendomelo fischiare.
Niall era in prigione, e quindi mi era nemico, ma almeno aveva la sensibilità di lanciare la palla dalla parte opposta rispetto a dove mi trovavo.
Però poi Harry era stato preso, e Mr Styles la sensibilità non sa' nemmeno dov'è di casa, quindi mi ero ritrovata in costante pericolo, perchè anche se odio ammetterlo, Jennifer ha ragione: io ho paura della palla. Louis era incazzatissimo com me, gli avevo fatto perdere almeno due palle buone[...]
Paonazza, avevo deciso di nascondermi dietro a Zayn per il resto della partita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Go Kart! Volete sapere come Louis e Sammy si conobbero?
Era il giorno più afoso dell'estate tra la terza media e la prima liceo, e io e Harry eravamo a casa sua, spaparanzati sul pavimento freddo e ristoratore a guardare la marantona di "Jersey Shore" su MTV e a tirarci pop-corn.
Lo so, molto esaltante. Ma Niall era con sua madre in Irlanda, Liam in vacanza a Disneyland e Zayn con la sua famiglia in qualche località balneare gallese con un nome impronunciabile.
Verso le tre e mezza era suonato il campanello, coprendo momentaneamente gli insulti che JWOW stava vomitando, ubriaca, ad un povero barman indifeso.
Harry non si era neanche mosso.
"Geeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeemma!!!!" aveva urlato, a pieni polmoni, facendomi sobbalzare.
"Che c'è?!" aveva strillato sua sorella dal piano di sopra.
"Va' ad aprire!"
"Ma il caldo ti ha fuso il cervello?! Dovrei farmi 3 piani di scale soltanto perchè non hai voglia di alzarti e attraversare il salotto?!"
"Si"
"Scordatelo"
"Allora non apro"
"Facciamo che entro da sola, ok?" era intervenuta Sam facendo capolino in salotto. A volte mi ero sentita sola senza fratelli o sorelle, ora ringraziavo Dio di essere figlia unica.
"Cosa state facendo?" aveva chiesto la nuova arrivata con lo stesso tono di Isabella di Phineas e Ferb.
"Maratona Jersey Shore" avevo risposto, infilandomi in bocca un intero pugno di pop-corn.
"E se invece di guardare queste donne scarlatte che s'accapigliano, uscissimo un po'? A fare un giretto magari?"
"Mai madre non c'è, puoi anche essere volgare" aveva risposto Harry, senza staccare gli occhi dalla Tv.
"Allora, andiamo?" aveva insistito Sammy.
"Ma fa caaaaaaaldo" avevo sbadigliato io.
"Ma ci sono i goooooo kart" mi aveva fatto il verso lei.
"Ma non c'è ne freeeeeega" mi aveva spalleggiato Harry.
"Questo gioco fa caaaaaaaagare" aveva bonfochiato Gemma dal piano di sopra.
Sam aveva sbuffato imbronciata. Odiava essere contrariata, e quando lei faceva un piano doveva andare così senza alternativa. Purtroppo, faceva veramente caldo, in più avevo addosso una canottiera smangiata e dei pantaloncini bucati. Impensabile uscire così.
E poi faceva caldo.
"Bhe, allora vado da sola" aveva fatto, sconsolata, per poi uscire sbattendo la porta.
Aveva attraversato il paese in bici alle tre del pomeriggio, da sola, per andare ai Go Kart approdati recentemente in piazza.
Alle tre del pomeriggio. Fine Agosto. Che cosa posso dirvi? E' matta.
Era saltata sul Kart rosso fuoco numero numero 10, si era infilata il caso e aveva iniziato a correre come una spericolata (ve l'ho detto che è matta)
Era stata lì tutto il pomeriggio, ed era risultata a parimerito sempre con lo stesso corridore e Kart, quello verde numero 24.
Alla fine era diventata una cosa personale, ma nessuno riusciva a superare l'altro.
Il giorno dopo Sam ci aveva ancora chiesto di accompagnarla, ma pioveva. Ma lei c'era andata lo stesso, e aveva gareggiato con Mr/Miss num 24 verde tutto il giorno, senza che nessuno dei due corridori vincesse.
Poi, durante il week-end la pista aveva chiuso, e lunedì io e Harry eravamo partiti per il mare.
Sammy si annoiava e passava tutto il suo tempo lì, a combattere guerre all'ultima curva con questo fantomatico Numero 24 Verde.
Ogni giorno, ogni gara finiva pari, e questo alla mia amica rodeva, dato il suo alto livello di competività.
I suoi messaggi erano pieni di rancore verso il numero 24 verde, e si allenava in vista delle loro mirabolanti sfide.
Una volta le avevo chiesto com'era questo numero 24 verde. Mi aspettavo dicesse "uno spilungone antipatico" "un vecchio fallito che nella vita non ha di meglio da fare" "un bimbo minchia sfigato" "una vaccona tacco 45" o "una panterona in decomposizione", ma lei mi aveva semplicemente detto che tutto ciò che sapeva era che lui o lei aveva due occhi. Azzurri.
L'ultima settimana prima del rientro a scuola la pista dei Go Kart aveva dato una festa di fine chiusura, in contemporanea con la sagra del paese.
Sammy era gasatissima, piena di adrenalina e determinazione. Era salita sul suo Kart e aveva avuto la certezza che avrebbe batturo il Go Kart verde numero 24, costi quel che costi. Oramai lo conosceva bene, come s'inclinava leggermente a sinistra ogni volta che stava per affrontare una curva, come incassava la testa tra le spalle nei rettilinei e quando perdeva velocità, come accendesse il motore appena prima del via...
Avevano fatto una gara pazzasca, si tallonavano così da vicino che avevano rovinato tutta la vernice dei Kart, e prima dell'ultima curva Sam aveva fatto una cosa un po' scorretta, ma molto efficace: aveva spinto il kart verde sul guardrail, e quando questo aveva rallentato per evitare l'impatto, lei lo aveva superato, lasciandoselo alle spalle.
Però l'altro conducente non si era lasciato scoraggiare, e aveva quasi recuperato tutto il distacco nel rettilineo finale, e gli ultimi metri erano stati una sfida appassionante, ma il Kart rosso di Sam aveva tagliato il traguardo 5 millesimi di secondo prima di quello verde.
La gara era finita, lei aveva vinto.
Era scesa dal veicolo (o scatola della morte, come la chiamavo io) e aveva alzato la visiera dal casco. Qualcuno le aveva toccato la spalla: un ragazzo altissimo, intento a sfilarsi i guanti appositi da kart, con un sorriso luminoso nonostante la sconfitta e due zaffiri blu al posto degli occhi.
"Bella gara" aveva detto, sereno, senza darsi pena nonostante non avesse vinto. Aveva una bella voce, con un'energia che scoppiettava le parole, come se stesse sempre sul punto di scoppiare a ridere.
"Senza rancore" aveva fatto lei, tendendo la mano. Si erano stretti le mani, e poi lei l'aveva azzardatamente invitato per un drink "Per tirarti su dopo la sconfitta", ma lui "Doveva proprio scappare".
Ora, ripensandoci, sembra proprio un mix tra Fast and Furious e Cenerentola al contrario.
Ovviamente quando eravamo tornati dal mare ci eravamo sorbiti tutto il resoconto della stagione del Kart. Il povero Niall, che viveva con lei 24 ore su 24 ormai citava parola per parola ogni gara.
E poi era arrivato il fatidico giorno: la prima liceo.
Mi ero vestita carina per non sembrare grassa o stupida, mi ero fatta strizzare in un abbraccio spezza ossa di mia madre che piangeva da dieci giorni, avevo fatto un servizio fotografico e ero uscita in giardino ad aspettare Harry, tirato a lucido, come diceva sua mamma, tanto che sembrava un paggetto tipo matrimonio.
Anne (la mamma di Harry) ci aveva caricato in macchina, poi eravamo passati a prendere Niall e Sammy ed eravamo partiti alla volta del liceo. Quando ci penso ho ancora paura.
Ovviamente non c'era parcheggio, e ovviamente il semaforo rosso e il vigile che ci controllava. Poi la mamma di Harry aveva avuto una specie di crisi emotiva (aveva abbracciato il paggetto nuziale per 20 minuti buoni singhiozzando isterica "Il Mio bambino!!!" mentre Harry la calmava con "Così mi consumi mamma!"). Una volta arrivate in classe ci eravamo fiondati ai primi banchi (prima e unica volta nella vita) troppo intimoriti dai prof per guardarci attorno, avevamo solo colto il sorriso a stento trattenuto di Liam e Zayn che scuoteva la testa, rassegnato alla nostra imbecillità.
Il prof aveva iniziato l'appello.
"Styles!"
"Presente" aveva mormorato Harry. Per la prima volta in vita sua non faceva il buffone, da quanto era teso.
"Thompson!"
"Presente!"
"Tomlinson!"
"Ehilà!"
A quel saluto così inusuale  avevamo tutti voltato la testa. Seduto all'ultimo banco in fondo c'era un ragazzo con un sorriso strafottente a trentadue denti, ciuffo castano chiaro, maglietta a maniche corte a righe e un paio di occhi blu.
Sam mi aveva infilato le unghie nel braccio "E' lui!!! E' Mr Kart verde numero 24!!!"
Il professore intanto continuava a parlare con lui "Spero che ripetere l'anno ti serva a maturare e a crescere un po'. Sii d'esempio ai tuoi compagni, dal momento che sei più vecchio, e impegnati e dai il massimo in tutto quello che fai, e vedrai che non te ne pentirai!"
Lui aveva sorriso furbamente " Maturare e crescere sono due parole non cotemplate nel mio vocabolario signore".
Poi aveva visto Sam "Ehilà, Kart rosso numero 10"
Si era alzato, e l'aveva raggiunta al primo banco, mentre il professore ignaro scriveva il suo nome alla lavagna.
"Che ne dici di arrivare a chiamarci per nome? Io sono Louis Tommlinson"
"Samantha Gerrard" si era presentata Sam.
"Io sono suo fratello Niall" era intervenuto l'irlandese con allegria.
"Fratellastro"
"Fa' lo stesso"
"Io sono Styles. Harry Styles"
"Come Bond, James Bond" aveva risposto Louis Tommlinson.
"Io sono Emma. Solo Emma" avevo detto, stringendoli la mano.
"Piacere solo Emma"
"E loro sono Liam" l'interpellato aveva salutato con la mano dalla seconda fila " E Zayn" cenno di saluto.
"Bhe, bella gente, è un piacere fare la vostra conoscenza. Che ne dite di farci un drink dopo scuola, la vostra amica saetta me ne deve uno e poi conosco..."
"TOMLINSON! E' IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA! TORNI IMMEDIATAMENTE AL SUO POSTO SE NON VUOLE SUBITO UNA NOTA DISCIPLINARE!!!!"
Galeotto fu la pista dei Kart e quel drink, che si trasformò in una Coca cola presa dalle macchinette della scuola, e bevuta seduti sui marciapiedi di città godendosi gli ultimi raggi di sole.




Angolo Autrice:
Buongiooooooooonno!!!
Finalmente iniziamo a entrare nelle dinamiche relazionali del gruppo! (oddio, parlo come la mia prof di psicologia lol)
Scopriamo così come nasce l'amicizia tra Louis e Sammy, e nei prossimi capitoli vi annuncio che ne saprete di più sul torbido passato di Liam, Harry, Niall e Zayn *S'inchina alla immaginaria ovazione*
Se avete qualche suggerimento o qualche scena che volete suggerirmi di scrivere, non siate timidi e scrivetemi :)
Grazie anche a tutte le lettrici silenziose e a quelle più rumorose, come Niallerina e HaZzA 4eVer (si scrive così? loool) che mi tengono compagnia con le loro bellissime recensioni =)
E soprattutto grazie a happenin,  a cui è dedicata questa ff...se non ci fossi dovrebbero inventarti =)

Ps: (poi vi giuro che me ne vado) se volete chiacchierare su Twitter io sono una Rac_Hazza, altrimenti se avete solo Fb mandatemi il link e vi aggiungerò :)
Kiss





  
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