Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: IlQuokkaDaWonderland    19/10/2012    7 recensioni
-ATTENZIONE SPOILER DA CoLS-
Oneshot dedicata ad Alec, il quale, nonostante i suoi errori, rimarrà il mio personaggio preferito per sempre.
Pensava solo al fatto che la pioggia avrebbe nascosto le lacrime che avevano iniziato a scendere, non appena si era reso conto che non c’era nulla da fare, se non tornare a casa.
Non sarebbe mai riuscito a passare all’appartamento per prendere le sue cose.
Non sarebbe mai riuscito a guardare la stanza da letto con gli stessi occhi o accarezzare il Presidente Miao con lo stesso tocco.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
malec3

Attenzione:

Nel caso non fosse super chiaro...CONTIENE SPOILER grandi e grossi come le noci di cocco di Rafiki. Quindi, vi prego, non leggete, se non avete terminato CoLS o non lamentatevi dopo, io l'avviso l'ho messo ^-^

P.S. Si ringrazia lo staff di EFPEditing (Yuko per il banner e Hilary per la recensione).





Dedicata a Wilma, nella quale ho scoperto una grande amica.

Dedicata a Kuro, perché è la "mia" Magnus.

Dedicata a Aika, per farle gli auguri e

a Yuko che è stata così gentile da darci un'occhiata. 



Adam Lambert - Underneath

Le sue parole riecheggiavano ancora nelle orecchie, nella testa e nel cuore. 
L’unica azione che, forse, l’avrebbe fatto stare meglio - uccidere colei da cui tutto era iniziato - non aveva avuto la possibilità di portarla a compimento, perché qualcuno ci aveva già pensato.

Quando era finalmente uscito dai tunnel della metro, si era accorto che fuori stava piovendo, ma non aveva fatto nulla per coprirsi. Pensava solo al fatto che la pioggia avrebbe nascosto le lacrime che avevano iniziato a scendere, non appena si era reso conto che non c’era nulla da fare se non tornare a casa.

Non sarebbe mai riuscito a passare all’appartamento per prendere le sue cose.

Non sarebbe mai riuscito a guardare la stanza da letto con gli stessi occhi o accarezzare il Presidente Miao con lo stesso tocco.

Si odiava. Mentre sgomitava tra la gente che andava a lavorare, senza preoccuparsi che si accorgessero di lui e delle sue rune, si accorse dell’odio che provava verso se stesso.
Si odiava per tutto. Per essere stato così idiota da innamorarsi di uno stregone di ottocento anni che aveva vissuto tante di quelle esperienze diverse che lui nemmeno in tutta la sua vita da cacciatore avrebbe visto.
Si odiava per il proprio aspetto, così innocente, per la propria stupidità, per essersi fidato di quella vampira da cui lui l’aveva allontanato in tutti i modi, per aver solo pensato di poter vivere assieme a lui per sempre o per tutto quello che sarebbe rimasto della sua breve vita di cacciatore.

Magnus….

Aveva sbagliato tutto, di nuovo. Mai che fosse riuscito a fare qualcosa di giusto.
Aveva creduto di essere innamorato del proprio parabatai, quando sapeva benissimo che, se anche fosse stato vero, non avrebbero potuto fare nulla, la legge lo avrebbe impedito. 

Quando aveva capito cos’era il vero amore, quando aveva trovato Magnus, non era riuscito a lasciarsi andare, rischiando di perderlo più di una volta.
Erano riusciti a stare insieme, nonostante tutto. Lui era stato paziente. Lo aveva aspettato. Lo aveva cullato, quando la morte di Max lo aveva perseguitato per notti intere. Lo aveva allontanato dai brutti ricordi, facendolo viaggiare come lui mai aveva fatto.
Lo aveva amato.

E lui? Come lo aveva ricambiato? Lo aveva tradito. Aveva cercato, no, aveva pensato di accorciargli la vita, acciecato dalla gelosia, forse, dalla poca fiducia che gli era rimasta per quel passato mai scoperto, ritrovato in parte in lei e in un nome dal volto sfumato, ma dai tratti così simili ai suoi.

Il dolore di quei ricordi lo colpì ancora e ancora, come un pugnalata. 

Si era sentito improvvisamente una nullità, nel momento stesso in cui l’aveva vista, quando l’aveva sentita nominare quel Will. Come poteva anche solo competere con lei? E con un ricordo così vivido per Magnus?
Avrebbe potuto uccidere lei, gettarla al sole cocente di mezzogiorno, ma non avrebbe potuto uccidere un ricordo.

L’unica cosa che aveva desiderato era che Magnus gli dicesse chi era, da dove veniva, niente che lui non avesse fatto. Ma lui non aveva voluto.

“È finita.” Quella frase lo aveva colpito come un colpo di una spada angelica. Avrebbe forse preferito una ferita mortale a quel dolore che gli squarciava il petto. Perché quel dolore non si poteva curare. Perché nulla lo avrebbe fatto sentire meglio. Perché un iratze non avrebbe avuto effetto.

Avrebbe voluto poter tornare indietro, a Vienna magari, costringere Magnus a restare con lui, a non tornare. O magari rifiutare la proposta di Camille da subito, senza farsi abbindolare dalle sue parole, risultate così vane, così false. 

Lei che era sembrata quasi un'amica.

Avrebbe voluto svegliarsi la mattina dopo, ancora tra le sue braccia, al caldo, con le fusa del Presidente Miao, e sì, perché no, farsi chiamare “Sweet pea”*. Avrebbe voluto che Magnus gli dicesse che era stato un incubo, che non c’era stata nessuna Camille.
Ma non era possibile. E non sarebbe stato più possibile.
Per lui aveva sbagliato.

Perdonami…Ti prego, perdonami. Ti amo. Abbracciami. Dimmi che mi ami, che mi perdoni, che possiamo ancora stare insieme.

Non l’avrebbe mai fatto. Non lo voleva più nemmeno vedere, non lo avrebbe perdonato.

Entrò all’Istituto, sperando di non incrociare nessuno. 

Si specchiò, mentre saliva e vide un ragazzino, nemmeno un uomo, con gli occhi gonfi di pianto, spalancati, le guance rigate, i capelli zuppi di pioggia, così come lo erano i suoi vestiti.
Sentì la rabbia ribollire.
Lanciò un urlo e colpì con violenza quello specchio, mandandolo in frantumi.

Alexander Gideon Lightwood.

Continuò a correre, fuori dall’ascensore.

Te l’avevo detto.

Forse qualcuno lo aveva chiamato, ma non gli importava.

Manipolatrice.

Voleva farsi del male, male fisico. Si accorse, con grande stupore, di aver appena compreso Jace.

Non doveva essere una tua scelta.

Jace. Forse, lui avrebbe capito. Ma non voleva vederlo.

Aku cinta kamu. **

La sua stanza. Non propriamente ordinata.

Non cambierà niente.

La sciarpa azzurra. Prendendola tra le mani, sentì il suo odore. Ricordò il giorno in cui l’aveva portata la prima volta. Quando era stato da Camille. Quella prima volta. Il suo primo sbaglio.

È finita.

Nell’ombra della sua stanza, provò con tutte le sue forze a squarciarla. Non ci riuscì e le lacrime di frustrazione tornarono a pungergli gli occhi.

Ho sbagliato tutto. Magnus, ti prego…Perdonami.

 

 

*Sweet Pea: Fiorellino (nella traduzione italiana)
**Aku cinta kamu: Ti amo (In Indonesiano)


*Nella tana della Lepre*

Ok, momento di sconforto per le fan del Malec tra tre, due, uno...*Offre fazzolettini e cioccolatini*

La canzone non è mia eh, ma di Adam Lambert e serve solo come accompagnamento.

Dunque, sì, mi è costata molta più fatica di quanto pensiate, nonstante la "lunghezza", quindi abbiate pietà, se siete arrivate fino in fondo ^^ Ci ho messo quasi due mesi a scriverla ç_ç Sì, avevo letto il libro in originale e, credetemi, è molto meglio u.u

Non sono dalla parte di nessuno, ma non uccidetemi Alec per quello che ha combinato, vi prego.
Sono una fan, super fan, di Alec, ma in questo momento lo sto maledicendo pure io...

Un'ultima cosa: non ho idea di come riesca a cavarsela con Maureen, quindi passateci sopra. Cioè, lasciate perdere, ecco ç_ç

Detto ciò, se vi è piaciuta, lasciatemi qualche parola, mi farebbe piacere ** Se non vi va, fa niente, magari non avete ancora letto CoLS..

Baci e cupcake :*

 

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: IlQuokkaDaWonderland