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Autore: _BlueHeart    20/10/2012    4 recensioni
La storia parte dalla fine della 5° stagione. Blair racconta la sua vita che sembra essersi sgretolata. Impaurita e spaesata, ricade negli errori del passato incapace di andare avanti. Riuscirà a rialzarsi?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
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Ciao bella genteeeee ^-^
Eccomi qui con un nuovo capitoletto tutto per voi!



Lascia che riempia la mia anima e anneghi le mie paure…
Let it fill my soul and drown my fears

Due giorni fa, Georgina e Dan sono andati da Lily e quando sono tornati erano sconvolti dalla reazione avuta dalla donna. Hanno raccontato che ha detto di non volerne sapere niente, sua figlia sparisce di continuo e sicuramente sarà da qualche parte tra droga ed alcol. Non ci credevo.
Sarebbe tornata, diceva, e lei come ogni volta sarebbe stata costretta a prendersi cura di lei, ovvio è sua madre!
Sbigottita, lasciai perdere Lily e insieme agli altri mi preoccupai di cercare il vicino di treno di Serena. Nate riuscì a trovarlo e scoprimmo che era un ragazzo che lavorava per Damien, il suo spacciatore di fiducia. Georgina lo conosceva bene e così facemmo un salto da lui.
Ci disse che non sapeva nulla, soltanto che dopo un paio di telefonate e un paio di ragazzi andati a portarle delle cocaina, sembrava sparita, evaporata nel nulla.
I ragazzi di Damien dicevano che voleva divertirsi e a quanto pare dimenticare la vita reale. Non chiedeva i nomi , non li voleva sapere e poi si spingeva oltre, oltre il limite.
Uno di loro, il secondo che andò da lei ci disse che lì a San Francisco, era in compagnia di un ragazzo che corrispondeva alla descrizione fatta dal proprietario di quello strambo Bed & Breakfast!
Ero spazientita. Diceva che quando era andato da lei, questo tizio le faceva una sorta di corte spinta e forzata, ma visto come aveva trovato la nostra amica , non si meravigliò più di tanto.
In quei giorni ero tremendamente impegnata. Era ormai imminente la sfilata per la collezione finalmente terminata e fotografata. Ero agitata e troppo preoccupata, sentivo il peso delle cose come se mi abbattesse, sotterrasse.
-Venerdì sera, sarai fantastica! Ti va un trattamento massaggi prima del gran giorno?-
Sorrisi inevitabilmente al messaggio di Chuck! Non era male la sua idea, per niente. Immaginarmi distesa tra oli ed essenze era un bel pensiero che non volevo gettar via.
- Ci sto! Ci vediamo stasera all’Empire!-
Inviai il messaggio e lasciai trascorrere il tempo, niente doveva rovinare quest’evento.
***
Quel Venerdì , quella passerella, quegl’abiti tutto è come scolpito nella mia mente!
Entrai in quella sala a testa alta , ma con un fervore dentro davvero eccitante. Tutto era stato preparato alla perfezione, come avevo richiesto!
Le sedie disposte nel giusto ordine, le luci della giusta intensità, i fiori sui lati della sala insieme a leggii che ospitavano i cataloghi della collezione.
Tutto era perfetto, tanto da ricordarmi le sfilate di mia madre. Passai dietro le quinte, le parrucchiere e le truccatrici erano tutte indaffaratissime sulle modelle.
Tutto procedeva per il verso giusto, io mi facevo in quattro andando su e giù a controllare ogni addetto ai lavori. Sorseggiavo un drink, mentre sovrappensiero guardavo la gente diventare sempre di più, cercare i loro posti e sedersi chiacchierando divertita.
‘A che stai pensando?’ sobbalzai facendo traballare il bicchiere fra le mani. Era Chuck, la sua voce calda e cupa.
‘Quando ero una ragazzina, alle sfilate di mia madre ,me ne stavo sempre dietro questa tenda, ad osservare le persone, a giudicare i loro vestiti…con me c’era Serena.’ Sorrisi abbassando lo sguardo, sentendomi ridicola di desiderarlo ancora. ‘Sono sicuro che vorrebbe essere qui..’
Lo guardai negl’occhi e nervosa affermai ‘Che venisse, allora!’
‘Blair..’ le sue mani accarezzarono le mie spalle ‘E’ palese che ti manca, ma questa è la tua serata! Riesci a non pensarci per un po’?’ chiusi gli occhi e serrai le labbra , assecondando la sua richiesta stufata.‘Sei bellissima questa sera …’ la rigidità della mia espressione svanì , mi prese per i fianchi tirandomi a se, prese il cocktail dalle mie mani poggiandolo su un tavolino riservato al trucco. ‘ Tra un po’ sarai lì fuori a farti lodare… tutti sapranno quanto vale Blair Waldorf!’ Sorrisi e gli lasciai un candido bacio a fior di labbra.
Era incredibile come riuscisse a trasmettermi tanta forza e coraggio, era incredibile come riuscisse a farmi volare con poco più di un’espressione, poco più di un sorriso.
Respirai profondamente mentre lo vedevo prender posto fra la gente, la serata cominciava!
Ricontrollai per l’ennesima volta, tutte le modelle, tutti gli abiti , ogni dettaglio. Poi la musica partì e una alla volta le modelle cominciarono a sfilare.
Con me c’era Dorota ed io la pregai di non farmi guardare dietro la tenda per sbirciare le reazioni, potevo morire lo sentivo!
Dorota fece di tutto lottando contro il mio istinto, come al solito volevo avere il controllo della situazione, ma non era affatto facile. Sentimmo gli applausi e respirai profondamente sorridendo.
La sfilata andò avanti così . I modelli sembravano piacere molto, mi sentivo soddisfatta.
Alla fine della sfilata dovetti salire anche io sulla passerella, accompagnata dalle ultime due modelle sfilai anch’io. Presi fiato e sorridendo a tutti cominciai a parlare.
‘Avevo preparato un discorso, ma ovviamente ho dimenticato tutte le parole. Vorrei ringraziare tutti voi, per essere stati qui questa sera. Spero che la sfilata sia stata di vostro gradimento e che un giorno vi troverete ad indossare anche voi, uno dei miei abiti!
Ringrazio tutto lo staff, la mia favolosa stilista e tutti i sarti. Siete una bella squadra, è un piacere lavorare con voi’ guardai fra la folla incrociando lo sguardo di Chuck , poi quello di Nate alla sua destra, infine prestai attenzione alle prime file dove c’era Sahvanna, le rivolsi un sorriso smagliante che lei ricambiò commossa e appagata dalla reazione di tutti che continuavano a battere le mani.
Un uomo alto e robusto si avvicinò alla passerella, richiamò la mia attenzione e mi porse un mazzo di fiori bellissimo. Quei fiori avevano un’aria inquietante, per quanto belli. Guardai ancora Sahvanna e le chiesi al microfono ‘chi li manda?’ ma lei era stranita , mi indicò un banco ricco di fiori ‘Li hanno messi tutti lì’. Spalancai gli occhi e poi decisi di salutare un ultima volta prima di far spegnere le luci.
Gli applausi mi avvolsero e l’aria ad un tratto si presentava più calda, come affettuosa.
Pian piano le luci calarono e la gente cominciò ad andare in giro senza prestarmi più attenzione. Mi sentii in pace. Posai lo sguardo su quei fiori variopinti e notai fra i tanti petali un biglietto.
Quando l’aprii mi si gelò il sangue nelle vene. Tutto ritornò alla mia mente, tutto quello che momentaneamente aveva accantonato per permettermi di godere della serata.
 
Ma se anche dovessimo attendere altri DIECI ANNI prima di rivederci…
penserei a te ogni giorno.
- S
 
 
‘Serena!’Esclamai sottovoce. Chuck mi osservava e si avvicinò notando la mia espressione preoccupata. Feci leva con la mano sulla sua spalla e saltai giù dalla passerella.
‘Che succede Blair?’ lasciai fra le sue mani i fiori, il biglietto e il microfono e cominciai a correre verso l’uscita. Sperai con tutta me stessa che non fosse già troppo lontana. Appena fuori la struttura cominciai ad urlare il suo nome mentre correvo disperata. Ma non sembrava esserci traccia di lei.
Sentivo urlare Chuck e Nate il mio nome , ma ero troppo lontana per vederli.
Un braccio mi circondò la vita, una mano finì davanti alla mia bocca zittendomi. Era lei, lo sapevo… mi tranquillizzai immediatamente grazie al suo tocco salvifico.
‘Non urlare!’ mi disse ad un orecchio, mi trascinò in una via secondaria, dietro il locale. Non c’era nessuno, ma lei si infilò dietro un cancello di un magazzino tirandomi con se.
Ci ritrovammo faccia a faccia , così improvvisamente su due piedi senza preavviso. Un momento intenso che non dimenticherò mai.
Era dimagrita , palesemente stanca. E ancora portava indumenti tutti neri ma questa volta non era in tuta. Aveva un vestitino accollato, svasato sui fianchi che arrivava a metà coscia.
Entrambe eravamo a corto di fiato, ma lei visibilmente agitata cominciò a parlare a raffica.
‘Dì a Nate 18Marzo2011 Spectator e non chiamare la polizia’ scossi la testa, che cavolo voleva dire? Perché avrei dovuto chiamare la polizia?Lei mi prese il viso fra le mani e improvvisamente nonostante la sua pelle fosse così fredde riuscì ad infondermi calore. ‘ Controlla i fiori… io devo andar via da qui!’ I suoi occhi sembravano spenti, la sua voce tremava ed io avrei voluto dirgli così tante cose, almeno per riuscire a capire qualcosa, ma lei non mi diede nemmeno il tempo di parlare.
Desideravo abbracciarla, capire perché non c’era più luce nei suoi occhi.
‘Blair…Blair..Blair dove sei?’ Era Chuck che mi cercava.
Serena ripeté il gesto fatto pochi secondi prima, mi zittì con una mano sulle labbra. ‘Non rispondere…’ Era ansiosa e i suoi occhi viaggiavano da destra a sinistra e viceversa. Tolse la mano dal mio viso e mi guardò cercando complicità!
Sentimmo i passi di Chuck farsi sempre più lontani.
‘Devo andare… aspetta un po’ prima di venir fuori…’
‘Ma…’
‘Ti prego non intrattenermi mi metti nei guai ’
Si volse di spalle e fece per andar via, ne approfittai per dirgli un’ultima cosa ‘dimmi almeno che non è grave..’ implorai riferendomi a questa situazione , si girò ancora verso di me, facendo muovere i suoi capelli biondi ‘ non posso, mi dispiace…’ le sue parole mi fecero agitare ancora di più. L’affanno divenne maggiore, il fiato cominciava a sembrarmi sempre troppo poco, le gambe non mi sorreggevano. Mi lasciai scivolare contro il muro e affondai la testa fra le ginocchia.
Qualche tempo dopo risentii una voce che mi chiamava, questa volta era Nate ‘Blair… dove sei finita?’ Mi alzai e aprii quel cancello. Ma rimasi immobile di fronte a loro con la mano sinistra ancora salda sul ferro. ‘Blair…’ mi vennero incontro insieme, Chuck mi cinse la vita con un braccio. Appoggiai la testa sul suo petto e finalmente scoppiai in lacrime, liberandomi. ‘Era qui… mi ha pregato di non intrattenerla…’ la mia voce tremava ed anche il mio corpo, Chuck mi strinse più forte, poi mi allontanò poggiandomi una mano sul viso.
‘Che stai dicendo Blair?’ spostai lo sguardo da Chuck a Nate ‘c’era Serena…’ dissi frenando le lacrime e i singhiozzi ‘mi ha detto di dirti 18Marzo2011 Spectator…’ Nate spalancò gli occhi meravigliato , guardò Chuck e d’un tratto apparse agitato e debole.
‘Cosa vuol dire Nathaniel?’ il biondino sembrava stupito, scuoteva la testa ‘non lo so, lei lavorava allo Spectator in quel periodo… devo leggere gli articoli di quell’edizione del giornale…’ la sua voce era tanto agitata e Nate perse tutta la sua compostezza.
Quella notte fu lunga, trascorsa interamente nello studio del mio amico.
Me ne stavo seduta sulle gambe di Chuck mentre lui mi cingeva con le braccia la vita. Fra le mani quel bigliettino trovato fra i fiori che rigiravo di continuo.
‘Aspettate!’ Esclamò ad un tratto Nate, mentre noi ovviamente stanchi non proferivamo più parola.
‘Guardate qui…’ ci disse indicando il suo computer. Ci sporgemmo verso di lui.
‘Ecco questi sono gli articoli di quell’edizione , qualcosa l’ha scritto anche Serena…’ Nate faceva andare su e giù la pagina, facendo scorrere i titoli più di una volta. Poi d’un tratto si voltò verso di me e prese a guardare il bigliettino che avevo fra le mani ghiacciate.
‘Oh mio dio!’ La sua voce oscillava, e noi cominciammo ad agitarci.
‘Ti ha scritto 10 anni, in maiuscolo!’ io annuii rileggendo per l’ennesima volta quel biglietto, ma non capendo cosa stesse dicendo. Lui aprì un articolo che era stato firmato Serena Van der Woodsen, e lesse ‘Ho 15 anni e una figlia di 5.
 Darcey Miller è una ragazzina del Canada, trasferitasi nell’Upper East Side, circa cinque anni fa, quando scappando da una tragedia si era ritrovata a dover scegliere quale quartiere di New York sarebbe stata la sua nuova casa.
Darcey è una ragazzina sveglia e solare, mi si siede accanto e mi racconta la sua vicenda con estrema naturalezza.

Aveva poco più di dieci anni quando una sera d’Aprile fui trascinata in un camper da un gruppo di ragazzi poco più grandi di lei. Avevano 13 anni, erano nella scuola di mio fratello.
La ragazzina era tranquilla li conosceva bene lei e non si spaventò per niente nemmeno quando la luce si spense e la mano di un adulto le sfiorò la spalla. Pensavo fosse Matt è grande e grosso quelragazzo!Ma non era lui. I ragazzi fuggirono via , non sa come , non sa perché e un uomo dalla corporatura robusta abusò di lei, di una ragazzina di 10 anni.
Mentre racconta Darcey è sconvolta, ma si sforza di apparire tranquilla. Le offro un bicchiere d’acqua e le dico che se vuole possiamo finirla qui, non l’avrei pubblicato. Ma lei scatta in piedi.
No, la gente deve sapere quanto male può fare l’uomo, tanto ormai l’hanno arrestato!
Con fatica completai quell’intervista.
Darcey rimase incinta e adesso ha una bimba di 5 anni.
A volte penso di essere la persona più sfortunata del mondo. A 11 anni imploravo mia madre di restare in camera mia perché avevo paura del buio, incoscientemente non mi rendevo conto che c’era già qualcuno che pronunciava la mia stessa parola per avere protezione, qualcuno che già mi chiamava mamma. Mi dice. Ma poi mi rendo conto che c’è gente che subisce ancor di più, sai?
Sono madrina di un’associazione contro la prostituzione infantile.
Ormai in una valle di lacrime, fissavo un punto non preciso senza riuscire a batter ciglio. Associare quella storia a Serena era come impazzire. ‘ Non riesco a continuare , ho bisogno d’aria…’ disse Nate interrompendo la lettura. Si alzò dalla scrivania e si allontanò verso una finestra che faticò ad aprire a causa dall’agitazione. Chuck sembrava immobilizzato. I pugni serrati, la mascella anche, mentre io ormai non riuscivo più a parlare.
‘Hai detto che ti ha detto di controllare i fiori…’ Chuck parlò fra i denti, io mi voltai a guardarlo immobile ed accennai un con la testa. ‘Che fiori erano?’ mi chiese. Chiusi gli occhi e cercai di rivedere quel magnifico ed inquietante mazzo di fiori ‘Ortensie…Garofani bianchi…Gigli gialli.’ Mi lasciò un bacio delicato sulla fronte poi mi fece alzare prendendo posto davanti al computer.
Cercò i nomi dei fiori che gli avevo appena nominato. Cercava il loro significato simbolico!
‘Ortensia = freddezza, voglia di fuggire;’ parlò guardandomi assicurandosi che lo stessi seguendo.
‘Garofano bianco = sdegno;’ continuò prendendomi una mano che giaceva sulle mie gambe seminude. Risposi al suo gesto stringendogliela lentamente. ‘Giglio giallo = inquietudine.’ Un’altra lacrima seguì le precedenti , percorrendo lo stesso tragitto. ‘Non so che pensare Blair…’ disse alzando le spalle. Eppure quell’articolo non aveva riposto in noi alcun dubbio, come d’istinto tutti eravamo convinti che quello fosse l’articolo che ci voleva far leggere Serena, e purtroppo non ci sbagliammo. Qualche minuto dopo arrivò Nate con una tazza fumante e un plaid.
‘Tieni Blair ti farà bene , sei gelata…’ mi porse una tazza con una tisana calmante e mi poggiò il plaid sulle gambe. ‘Grazie Nate…’ lui mi sorrise forzato mentre Chuck aveva ripreso a stringermi a se.
Quella notte fu così lunga che non ricordo dove e quando mi addormentai.
Ricordo il viso gonfio di Nate e la rabbia di Chuck. Ricordo che piangevo a dirotto, ma silenziosamente come se il mio pianto potesse disturbare. E nel dormiveglia ricordo soltanto poche parole di Chuck ‘la troveremo presto, te lo prometto.’
***

Un posto incantato. Mi apparve davanti come un sentiero delineato da alberi di ciliegio. Una nebbia salmone sembrava avvolgermi e trascinarmi passo, dopo passo. L’atmosfera di quel luogo ti mozzava il fiato. Interamente ricoperto di fiori, quel luogo apparve magico ai miei sensi. Orchidee selvatiche si intrecciavano fra loro disegnando un percorso che tendevo a seguire. Tanti Gigli gialli fiorivano dall’asfalto ad ogni mio passo. Garofani candidi, bianchi come la neve cadevano ai miei piedi per una folata di vento. Da quei petali bianchi alzai gl’occhi, non c’erano più i fiori. Ora di fronte a me c’era Melissa. I suoi capelli si confondevano in mezzo a tanti colori. Il suo viso turbato mi trasmise inquietudine. Mi prese per mano e insieme attraversammo un tunnel variopinto. Ecco, lì fuori improvvisamente la scena cambiò. Tutto era grigio, scuro, opaco. Improvvisamente una lapide, quel volto, quel nome.
 
‘Nooooooooooo!’ Urlai sobbalzando sul letto. Mi misi una mano alla fronte , forse avevo la febbre.
‘Che film era? Sciarada?’ La voce di Chuck mi fece nuovamente trasalire. ‘Nessun film purtroppo…’ si venne a stendere accanto a me. ‘Ti va di parlarne?’ Scossi la testa decisa, volevo togliermi quella scena dalla mente.
Chuck mi prese il viso fra le mani e poi con un braccio mi trascinò sul suo petto. ‘E’ per Serena vero?’ Strinsi la sua maglia, sussultando per aver toccato il tasto giusto al momento sbagliato.
‘La troveremo Blair, è questione di poco tempo ormai…’ Mi alzai su un gomito per guardarlo negl’occhi. ‘Quando ti sei addormentata stanotte… io e Nate abbiamo contatto il miglior investigatore di New York, devi stare tranquilla, gli abbiamo offerto una cifra poco ragionevole e con tutte le cose che sappiamo, non dovrebbe essere per lui un lavoro troppo difficile.’
Accarezzai il suo viso ‘ la paura di perderla davvero mi sta facendo impazzire!’ esclamai sincera.
‘Lo so… ce la faremo e presto potrai riabbracciarla!’ Affermò convinto. Mi diede un bacio sulle labbra rassicurandomi e insieme scivolammo ancora sotto le coperte.
Il suo tocco mi tranquillizzò e poco dopo ero già nuovamente pronta a combattere.
Quella mattina aspettammo ansiosi una telefonata di Nate, per delle novità. Quando il telefono squillò fu come un miraggio, un raggio di sole fra le tenebre.
Ci disse che c’erano delle possibilità che Serena fosse vittima di un’associazione per prostituzione o peggio per la vendita all’estero. Georgina era sconvolta quanto me, Dan sembrava ipnotizzato da qualcosa, ma non saprei dire di cosa si trattasse.
Soltanto la sera ci arrivò un indirizzo approssimativo di un luogo fuori città.
Non era affatto sicuro che fosse lì, ma era una possibilità da non escludere.
‘Domani mattina, andremo lì… non possiamo chiamare la polizia, dobbiamo essere prudenti!’ Chuck e Nate cercarono di organizzare un piano che ci permettesse di trovare Serena, ma non ci riuscirono. Ci demmo soltanto delle direttive. Una volta lì dovevamo mantenere la calma in qualsiasi caso e siccome non sapevamo cosa ci attendesse, decidemmo soltanto di stare in allerta, di memorizzare i nostri numeri nelle chiamate rapide e di aiutarci qualora qualcuno di noi ne avesse bisogno.
 
Un posto incantato. Mi apparve davanti come un sentiero delineato da alberi di ciliegio. Una nebbia salmone sembrava avvolgermi e trascinarmi passo, dopo passo. L’atmosfera di quel luogo ti mozzava il fiato. Interamente ricoperto di fiori, quel luogo apparve magico ai miei sensi. Orchidee selvatiche si intrecciavano fra loro disegnando un percorso che tendevo a seguire. Tanti Gigli gialli fiorivano dall’asfalto ad ogni mio passo. Garofani candidi, bianchi come la neve cadevano ai miei piedi per una folata di vento. Da quei petali bianchi alzai gl’occhi, non c’erano più i fiori. Ora di fronte a me c’era Melissa. I suoi capelli si confondevano in mezzo a tanti colori. Il suo viso sorridente mi trasmise tranquillità. Mi prese per mano e insieme attraversammo un tunnel variopinto. Ecco, lì fuori improvvisamente la scena cambiò. Tutto era grigio, scuro, opaco. Improvvisamente una lapide. ‘Blair, Blair…’ mi voltai verso quella voce fin troppo conosciuta. Bella come il sole, i capelli sciolti, un vestito lungo color oro e un sorriso raggiante ‘che ci fai qui…? torniamo a casa!’ mi prese per mano e insieme corremmo.
‘Mi raccomando mi trovi al confine.’ 


Beh com'è? Spero che vi sia piaciuto ^-^
La frase del biglietto di Serena è del libro 'Quello che non ci siamo detti' e la foto l'ho montata io XD
Aspetto le vostre considerazioni... <3
PS. Ieri hanno finito di registrare l'ultima scena , dell'ultimo episodio, dell'ultima stagione di Gossip Girl! Bonjour tristesse :(
xoxo Raffy240

  
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