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Autore: BlackKay97    21/10/2012    4 recensioni
[Storia scritta a quattro mani]
Quarant'anni terrestri dopo la Grande Guerra contro l'Ingannatore nuovi eroi sono chiamati a combattere contro una nuova minaccia.
Il compito è più arduo del previsto, infatti, dopo un lunghissimo periodo di pace gli abitanti della Scacchiera hanno dimenticato o vogliono ignorare il passato, ma la nuova Guerra sta cominciando più spietata di prima.
(Robin Round)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Faceva abbastanza caldo, per essere alle porte dell’inverno. Il sole non aveva ancora paura a mostrarsi, prima di ritirarsi dietro le nubi invernali. In California, fortunatamente, il freddo non si faceva mai sentire tanto, nemmeno nei mesi solitamente più rigidi.
Il pullman fermò al capolinea, come al solito con qualche minuto di ritardo. L’ultima passeggera sul mezzo scese con un saltello, allontanandosi per la strada, canticchiando “Like a G6” in tempo con la musica che ascoltava con gli auricolari. Si sistemò la borsa con i libri di scuola sulla spalla, mentre si infilava in una delle tante vie di Los Angeles, avviandosi verso casa.
Arrivò in fretta ad una bella casa, abbastanza grande. Dopotutto erano in sette in famiglia. Prese la chiave dalla tasca dei jeans ed entrò.
- Ehi, sono a casa! – esclamò, per farsi sentire. Non c’era nessuno in corridoio. I suoi genitori erano al lavoro, ma si aspettava che almeno qualcuno dei suoi quattro fratelli si degnasse di risponderle. Sbuffò, appoggiando la borsa su una sedia nell’ingresso.
- Grazie dell’accoglienza ragazzi! – fece, entrando nel soggiorno. Come prevedibile, suo fratello maggiore Jace stava leggendo uno dei suoi manga d’azione, probabilmente l’ennesimo numero di Death Note o Blue Exorcist, i suoi preferiti, ascoltando la musica negli auricolari a tutto volume. Lei gli si avvicinò di soppiatto alle spalle, assestandogli un micidiale schiocco sul retro della testa. Quello scatto a sedere, e si voltò togliendosi le cuffie e squadrandola seccato: - Bel modo di salutare, Ivy, grazie tante! -
- Colpa mia, J, se non ascolti quando uno si annuncia? -
Lui ripose il fumetto, chiudendolo con un segnalibro e si alzò, stiracchiandosi: - Certo è che tu non ti sprechi con i modi cordiali, dovresti prendere esempio da Céline. – la prese in giro, facendo un mezzo giro su se stesso, a imitare la loro sorella minore quando indossava i suoi amati vestiti eleganti.
- Ma per carità... – alzò gli occhi al cielo la ragazza, soffocando una risata. Stette un attimo in silenzio, poi chiese: - A proposito, dove sono tutti? -
- Céline è in giro con una sua amica, mentre Eric e Kirk sono alla festa di compleanno dei quel loro compagno di classe... come si chiamava... – cercò di ricordare.
- James. – completò la frase Ivy, ricordandosi dell’enorme entusiasmo dei gemelli al riguardo.
- Lui, appunto. – annuì Jace, controllando l’orologio. – E io adesso devo andare. -
- E perché? - gli chiese la sorella, un po’ delusa. Dopotutto J era l’unica persona della sua famiglia con cui si sentiva davvero bene.
- Esco con Kat. – spiegò con un sorriso malizioso. – A proposito, come sto? – domandò. Lei osservò la sua figura con un sorriso: suo fratello, molto alto, biondo e con gli occhi azzurri era davvero un bel ragazzo, lo dimostravano le sue innumerevoli fidanzate. – Benissimo. – ribatté lei, alzando gli occhi al cielo.
- Allora vado. Ci vediamo dopo, tappa. – la prese in giro, scompigliandole i lunghi capelli biondi mentre usciva. Lei gli fece una linguaccia, tanto per via del fatto che aveva di nuovo messo in risalto la differenza tra le loro stature. Ahimè, era alta poco più di un metro e cinquanta.
Una volta sola salì le scale ed andò in camera sua. Si buttò sul letto lanciando la cartella in un angolo. Che rottura la scuola! pensò tra sé e sé.
Si sfregò un orecchio infastidita: lo sentiva pulsare un incessante tum-tum-tum-tum nella sua testa. Sfregò con più insistenza, ma quello, anziché scomparire, si accentuò. Fu allora che si rese conto che quello strano battito proveniva dallo strano soprammobile ottagonale di cui era entrata in possesso qualche anno prima.
Si avvicinò incuriosita e per nulla spaventata. Passò le dita sull’oggetto rapita: non si era mai accorta di quanto fosse bello, velato da un fascino magnetico. Di colpo alcune tessere sulla sommità ruotarono, probabilmente in seguito a qualcosa che la ragazza doveva aver toccato. Sulle tessere erano collocate alcune pedine.
Una in particolare la colpì: sembrava nuova rispetto alle altre figure consunte. Raffigurava un uomo con le braccia incrociate e che stringeva due pugnali gemelli. Lo sguardo serio, determinato, spietato.
Lei sorrise e, volendo ammirare quel figuro più da vicino, fece per prenderlo.
Come lo toccò il mondo prese a vorticare nell’oscurità. Una voce le riecheggiò in testa:- Li uccideremo. Tutti! -
Ivy annaspò:- Cosa? Chi? -
- Ora sei il Cacciatore, piccola, e non devi più temere nulla... - la rincuorò quella voce calda ed allo stesso tempo spigolosa.
Un istante dopo non era più in camera sua. Non era più a casa sua. Non era più nel suo mondo.

Angolo autrici Kay
Ciao, sta sera ci sono solo io, Kay! Scusate se il capitolo è corto! Si allungheranno, promesso!
Well... BASTA EROI! Iscrizioni al gruppo “eroi” terminate! Adesso i cattivi, al massimo ci scrivete via messaggio privato e ci dite che volete siano cattivi che poi, con un colpo di scena, diventano buoni! Ma, BASTA EROI! Ne abbiamo troppi! ^^ Grazie.
   
 
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