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Autore: Rose_97    22/10/2012    6 recensioni
Dal testo:
"Oggi, io Peter Hale, vi racconterò la storia di come Cappuccetto rosso (con una parlantina un po’ più sviluppata del solito) e il Grande Lupo Cattivo (ahahahaha lui cattivo! Si come no!) si innamorarono."
Genere: Angst, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                        Alpha in città



«Due ragazzi che venivano da Los Angeles e una ragazza di non so quale città si erano appena inscritti nella nostra scuola, più precisamente nella nostra classe.
“Ragazzi, avete dei nuovi compagni . Loro sono Ethan e Aiden Claws e Annabeth Savoir . E da adesso fanno parte della vostra classe” testuali parole del preside .
 I primi due sembravano dei normali sedicenni con normali problemi. Bhe, posso dirvi non avevano niente di normale! Primo, non erano due sedicenni, bensì dei ventenni diplomati.
Secondo, avevano qualche problemino nel gestire artigli e canini durante le notti di luna piena.
Terzo, di sicuro avevano anche qualche problemino psicologico, dato che quando vennero a sapere che noi, in generale avevamo provocato la morte del Kanima, tentarono di torturarci prima e di ucciderci poi.
Comunque Annabeth era l’unica che sembrava normale. Si avvicinò al banco vuoto di fianco al mio e con un mezzo sorriso mi chiese
-Scusa, è libero questo posto?- era la prima ragazza che mi parlava per chiedermi se il posto era libero… di solito, infatti, se l’unico posto libero rimasto era di fianco a me… l’unico posto libero rimaneva quello di fianco a me. Non sono mai stato bravo con le ragazze.»
«E’ per quello che stai con me… o meglio, stai con me perché sono troppo…»
«Ok Mister modestia, falla finita e non mi interrompere, grazie. Stavo dicendo…  Annabeth si sedette vicino a me per la lezione di letteratura.
-Scusa se ti disturbo di nuovo, Stiles? Giusto?-
-Si, dimmi.- risposi cercando di non farmi sentire dalla professoressa.
-Potresti prestarmi il libro per la lezione?-
-Oh… si giusto! Certo… tieni.- le porsi il libro e tornai a vagare con la mente fino al termine della lezione-
-Grazie Stiles.-  mi restituì il libro e poi si alzò e uscì dalla classe dimenticando un  bigliettino con su scritto:
 
Ospedale di Beacon Hills
Stanza 221.
 
La prima cosa che mi chiesi fu perché mai una ragazza dovesse andare all’ospedale, subito dopo la domanda si tramutò in un’altra, ovvero cosa ci fosse nella stanza 221 dell’ospedale.
Mi accorsi che nell’aula non vi era più anima viva ed era meglio non far tardi alla lezione di Harris. Quello lì mi odiava! (la cosa è reciproca! Sia chiaro!) Entrai di corsa nell’aula di chimica, ma come al solito non feci in tempo ad entrare in aula che la voce del professore mi riprese.
-Signor Stilinski. Non si sieda lì, la voglio qui davanti, grazie.- e concludendo la frase  cominciò a spiegare i bilanciamenti, essendo un ripasso non ascoltai una sola parola dell’argomento. Ero talmente preso dal capire cosa potesse cercare una ragazza di sedici anni in un ospedale, che la chimica o la letteratura o qualsiasi altra materia,mi risultava noiosa e poco interessante.»
«Complimenti per l’attenzione Stiles!»
«Te l’assicuro, ti saprei ripetere tutto Peter. E tu smettila di ridere. Parlo con te, Derek! Altrimenti puoi scordarti ciò che ti ho promesso la scorsa sera. Sai di cosa sto parlando! …Comunque, mi ricordai di avere ancora io il bigliettino e che forse era meglio se lo restituivo alla proprietaria. Così alla fine delle due ore interminabili di chimica mi misi a cercare Annabeth per i corridoi, ma venni intercettato dai due gemelli, che mi fermarono con pochissima grazia. Venni praticamente appeso all’armadietto di non so chi.
-Ehi Stilinski! Dove possiamo trovare McCall?- mi chiesero.
-Cos… perché dovrei dirvi dove si trova Scott? E poi scusate, ma sono di fretta!- cercai di evitare di continuare la conversazione con scarsi risultati.
-Sei agitato… hai paura. Non sai quanto mi diverte vederti agitato. Cerchi in tutti i modi di mascherare tale emozione che riesci solo ad accentuarne la presenza. Ahahahahaha- si divertì a sbeffeggiarmi Ethan. (era la mente dei due.)
-Si, ma non siamo qui per prenderlo in giro. Ora dicci dove possiamo trovare Scott McCall!-
Il colore degli occhi da azzurro si tramutò in rosso sangue: era sicuramente un Alpha. Tutto diventò molto più chiaro, ma dovevo uscire da quella situazione o ci avrei lasciato la pelle, e io ci tengo alla mia pelle. La adoro, non potrei vivere senza. Sarebbe una tortura e io…»
«Stiles, smettila di parlare a vanvera o divento veramente un pazzo psicopatico e ti torturo fino allo sfinimento. E stai pur certo che neanche Derek riuscirebbe a fermarmi!»
«Scusa… scusa! Per fortuna nei paraggi passava Isaac che si fermò e mi salvò da quella situazione.
- Stiles, vieni ti devo far vedere una cosa. - mi disse, così me ne andai di fretta senza girarmi a guardare i due gemelli che fino a pochi secondi prima mi stavano facendo il terzo grado.
-Allora cosa mi dovevi far vedere?- Chiesi al licantropo che continuava a camminare per i corridoi della scuola senza meta.
-Niente. Lo sai che il tuo battito si sentiva ad almeno 20 chilometri di distanza. Per non parlare dell’odore che emani, è pungente, troppo pungente. Devi imparare a nascondere queste tipo di emozioni. Dopo andrai da Peter e ti farai insegnare. Ora devo andare, ho lezione. Stai attento.-
E dopo queste raccomandazioni entrò in un’aula dove stava per incominciare una nuova lezione. Mi accorsi che dovevo ancora restituire il bigliettino ad Annabeth così la cercai. Naturalmente non la trovai nei corridoi, per cui andai in aula, sperando di trovarla lì.
E come al solito la mia sfortuna era pari al mio sarcasmo, perchè dovetti aspettare la fine della lezione, quindi anche dell’intera giornata scolastica, prima di rimettermi a cercarla. Decisi che l’avrei aspettata fuori da scuola. L’ora di matematica passo più lenta delle altre e non appena suonò la campanella corsi via dalla classe più veloce di voi licantropi (non sto scherzando! Dovevate vedermi).
-Ehi Stiles!- Venni chiamato da Scott.
-Scusa Scott, non ora. Devo andare-
E senza girarmi uscii dalla porta principale della scuola e aspettai. Neanche due minuti dopo venni investito da una massa di ragazzi che se ne tornavano a casa. Vidi la ragazza scendere gli scalini e fermarsi pochi secondi sull’ultimo con un’aria confusa. Guardai nella direzione in cui guardava anche lei, per capire cosa la turbasse.
Aggrottai le sopracciglia alla vista della Camaro nera di Derek parcheggiata davanti alla scuola. Il proprietario dell’auto si dirigeva verso la ragazza, sembravano conoscersi molto bene infatti dopo pochi minuti passati a chiacchierare i due salirono in macchina e partirono. Decisi di seguirli, quindi corsi alla mia adoratissima Jeep e partii. Cercando di non farmi notare da Derek  continuai a seguirli.»
«Ah ma quindi sei tu quell’idiota che è andato a sbattere contro il cartello stradale?»
«Ma che… si ero io. Smettila di ridere! Guarda che smetto di raccontare e me ne vado!»
«Ok scusa, giuro che la smetto. Ahahahahhaah scusa, adesso la smetto.»
«Ti sento! Smettila o vado a prendere l’aconito che tengo in macchina e ti faccio fuori! Ok! Posso continuare? Si? Grazie! Continuai a seguirli finché non andai, come ha detto Derek, a sbattere contro un cartello stradale. Per fortuna si erano fermati davanti ad una pizzeria per pranzare (wow! Allora anche i lupi mannari hanno bisogno di cibo, non vi vedo mai mangiare!). In effetti anche io avevo fame quindi aspettai che entrassero nella pizzeria e poi li seguii dentro (però entrai dal retro del locale) senza farmi notare. Mi sedetti esattamente un tavolo dietro di loro così da poterli “spiare” meglio.
-Allora… dove sei stata in questi sei anni?- Domandò l’Alpha alla ragazza.
-Sono stata mandata prima a New York per completare le medie e poi a Boston per iniziare le superiori, ma sono riuscita a risparmiarmi Boston e sono tornata qui. E’ cambiata molto da quando sono partita… la città intendo. E tu? So che non sei rimasto qui dopo l’incendio, dove sei andato? Se posso saperlo. –
La risposta di Annabeth mi stupì. Era sicura di se, forse non sapeva della vera natura dell’uomo che si trovava davanti. Infatti la prima cosa che pensai fu che Derek non avesse intenzione di morderla per trasformarla in un beta del suo branco.
-Dopo l’incendio sono andato a vivere per un po’ a Washington e poi sono tornato dopo aver saputo della morte di Laura.- rispose Derek iniziando a rattristarsi al pensiero della sorella.
-Mi dispiace per Laura. Se l’avessi saputo prima…- Vidi che gli occhi della ragazza si erano arrossati e le lacrime iniziavano a solcarle il viso. –Scusa. Torno subito…- Annabeth si alzò e se ne andò in bagno. Dopo pochi secondi vidi Derek alzarsi e dirigersi verso di me, allora mi nascosi bene dietro al foglio dei menù facendo finta di leggere il foglio. L’Alpha si sedette, mi strappò di mano il foglio e con un movimento veloce della mano agguantò il colletto della mia maglietta e mi tirò verso di se.
-Cosa ci fai qui Stiles?- ringhiò l’uomo con un mezzo sorrisetto stampato sulla bocca.
-Cosa ci faccio io qui? Eeeeeh ordino… una pizza! Che coincidenza eh?! Anche tu qui per ordinare una pizza?- cercai di sembrare tranquillo (con scarsi risultati).
-Stiles, mi stavi seguendo vero?- i suoi occhi verdi divennero rosso scarlatto.
- Cosa? Io? Nooo, assolutamente no! Come ti saltano in mente certe idee, io proprio non lo so!- Cercai di mentire senza farmi scoprire.
-Stiles te lo chiedo un’altra volta, che cosa ci fai qui?!- disse tirandomi verso di lui, fino ad avere neanche 2 centimetri di distanza l’uno dall’altro.
-Io… certo che hai una concezione di spazio vitale abbastanza strana. Ti sarei grato se mi lasciassi stare.- provai a concludere il discorso.
-Ne parliamo un’altra volta!-
E quando stava per tornare al suo tavolo lo fermai per un braccio.
-Aspetta un attimo. Non la vuoi mordere vero? E’ appena arrivata qui e non credo che sia un buon modo di dare il benvenuto ad una nuova ragazza.- speravo che la risposta fosse un “No, non la voglio mordere”.
-Stai pure certo che non sono qui per morderla. Non ce ne bisogno.- E concludendo la frase se ne tornò al tavolo dove era seduto prima. Così continuai ad origliare la loro conversazione: volevo saperne di più.
-Va meglio?- Chiese preoccupato alla ragazza.
-Mmh… certo. Comunque le pizze stanno arrivando, prima sono andata ad ordinarle. Intendo dopo essere andata in bagno. Ho saputo che Kate Argent è morta. E’stata uccisa qualche mese fa giusto?- domandò con aria curiosa Annabeth.
-Già. E Peter è stato ricoverato in ospedale in seguito all’incendio che quella piromane ha appiccato.-
-Assassina. Era un’assassina. Non una piromane.  Meglio se mangiamo. Tra poco devo andare a vedere una cosa in ospedale, mi accompagni?-
-Ok allora sbrighiamoci.-
Finirono di mangiare la pizza e andarono in ospedale. Decisi di seguirli fino all’ospedale, ma appena arrivati davanti all’ingresso si fermarono e mi accorsi che Annabeth stava cercando qualcosa nella sua borsa. Mi ricordai all’improvviso che non le avevo ancora restituito il bigliettino. Quindi tornai alla macchina e poi andai a casa, il biglietto lo avrei restituito il giorno dopo a scuola.
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve, sono tornata con un nuovo capitolo.
Allora che ve ne pare di questo nuovo capitolo? Spero vi piaccia. Comunque ci tengo a ringraziare le 6 persone che hanno recensito il capitolo precedente e spero che recensirete anche questo capitolo :)
Ci tengo a dire che in questo capitolo Peter (che io amo!) non si è visto molto, ma volevo dare più spazio al nostro tenebroso Alpha  e ai suoi commenti. Povero Stiles che se lo deve subire XD
Bho, baci. Ci vediamo(?) al prossimo capitolo.
Rose_97
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