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Autore: Tactolien    23/10/2012    1 recensioni
Cosa succederebbe se due individui di un altro mondo piombassero nel Mondo Emerso?
Dopo "Il Potere Perduto" ecco un piccolo esperimento che mi frullava in testa già da un pò, con una storia che unisce i personaggi di Licia Troisi, con quelli di una mia storia originale. Spero che vi piaccia.
Per saperne di più... Cronache di Grimoire. Storie Originali Fantasy
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le guardie della Rocca stentavano a credere ai loro occhi.

Mai avrebbero pensato di vedere una cosa simile.

Là, nella sala del trono, al cospetto del Tiranno, costantemente nascosto da un telo nero per celarne il volto… stava lo gnomo Dola, ferito nel corpo, e ancor più nell’animo. La spada a terra in segno di rispetto, e le bende sporche di sangue che gli fasciavano petto e spalle.

- Non hai idea di chi fosse?- chiese l’innaturale voce del Tiranno, dall’altra parte della cortina.

- No, mio Signore- rispose subito Dola, prostrato in ginocchio - Non ho mai visto niente del genere, prima. Ha abbattuto gran parte dei miei Fammin senza alcuna fatica-.

Ritenne preferibile non informarlo del fatto di aver mietuto lui stesso parecchie vittime tra il suo campo.

- Esattamente come ha fatto con te, a quanto vedo-.

S’irridigì, non gli era sfuggita quella nota ironica nella voce.

Intorno a lui, le guardie sembravano ridacchiare divertite.

Dola digrignò i denti, soffocando una smorfia di dolore alla clavicola. Sapeva perfettamente cosa stavano pensando.

"Guardatelo! Il grande condottiero messo in ridicolo dal primo estraneo che passa".

- Sicuramente non è una creatura del Consiglio- tornò a parlare il Mago - Hanno troppa etica per quel genere di lavoro-.

Lo gnomo annuì debolmente, nel capire il concetto: il Consiglio rabbrividiva solo all’idea della Magia Proibita, perciò figuriamoci se erano capaci di usarla per creare un mostro al pari di quelle del Tiranno.

- L’unica spiegazione plausibile è che non si tratti di un abitante del Mondo Emerso-

- Purtroppo, l’unico che avrebbe potuto dirci qualcosa al riguardo era il Generale Roland. Lo strano ragazzo sembrava avercela con lui-

- E’ morto?-

- No, ma è come se lo fosse: dopo l’attacco alla base, è completamente uscito di senno dalla paura. Urla e balbetta al primo scricchiolio che sente, e non si lascia avvicinare da nessuno-.

Il tendaggio nero rimase silenzioso per parecchi altri minuti, caricando l’ampia stanza di incertezza e tensione.

Dola cercò di muoversi il meno possibile, date le sue condizioni, ma era difficile in quella posizione scomoda.

- Sei riuscito a ferirlo almeno?- chiese all’improvviso Aster.

Lo gnomo chiuse gli occhi, incapace di rispondere per la vergogna.

- Ebbene?-

- No, mio Signore- sussurrò infine - Neanche un graffio-.

Fu l’incredulità. Le guardie presero a mormorare rumorosamente tra loro.

- Neanche un graffio?-

- Com’è possibile?-

- Che Dola non sia così forte come pensavamo?-.

A quell’ultima frase, il guerriero scattò a fulminarli con lo sguardo. Prese nota dei loro volti, li avrebbe uccisi tutti dal primo all’ultimo.

Riportò la sua attenzione sul Tiranno.

- Mio Signore… per quanto riguarda il mio drago…- si voltò appena a guardare la grande testa nera, poggiata alla sua sinistra.

Gli era stato consigliato di portarla con sè, come prova della sua storia. Il resto del corpo era stato dato alle fiamme affinchè non attirasse corvi e parassiti.

Era stato lo gnomo in persona, a farlo: non l’avrebbe mai permesso a nessun altro.

- E quello cos’è?- chiese ancora il Mago, dall’altra parte del velo.

- Cosa?-.

Se indicava qualcosa, Dola non riuscì a vederlo. Si guardò intorno, ma non v’era nulla di diverso.

- Quello-.

La spada del Generale, dal principio tremolò sul pavimento di cristallo nero, poi iniziò a sollevarsi a mezz’aria da sola, avanzando verso il trono. Un incantesimo di levitazione.

Appena superò il tendaggio nero, le piccole mani del Tiranno le si strinsero intorno.

La osservò attentamente.

Era ancora sporca di sangue e terra, Dola era partito per la Rocca subito dopo il fatto, senza prima pensare a ripulirla.

Meglio così.

Sull’elsa d’acciaio, decorata da fregi arabeschi dove stava il giuramento di fedeltà… erano incastrati quelli che sembravano chiaramente dei capelli recisi: l’unica volta in cui Dola era quasi riuscito a colpire l’essere misterioso.

- Mio Signore?- chiamò quello, perplesso.

- Avrai un nuovo drago- disse in fretta Aster - Ce ne sono di appena creati nelle stalle qui fuori. Scegli quello che vuoi-.

Non disse altro. Si voltò di spalle, congedando lo gnomo senza la minima spiegazione.

Tornò a contemplare la spada.

Fu con le sue dita più delicate che afferrò quei preziosi reperti, cercando di non perderli.

Erano solo tre fili neri, neanche tanto lunghi, ma sentiva provenire da loro una strana energia.

Quel Dola credeva di non aver combinato niente, invece gli aveva portato dell’ottimo materiale di studio su cui lavorare, e un testimone vivo che poteva dargli tutte le informazioni che voleva.

Roland era impazzito? Poco male. Almeno non avrebbe opposto resistenza quando gli avrebbe invaso la mente, ispezionando ogni suo ricordo.

 

  
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