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Autore: Linduz94    25/10/2012    2 recensioni
Hinata è una ragazza troppo timida, tanto che il suo problema rende persino insopportabili alcune situazioni.
... e se due uomini oscuri cambiassero questa situazione?
... se la sua vita cambiasse radicalmente da un giorno all'altro senza avere la possibilità di confidarsi con qualcuno?
... se avesse per la prima volta la possibilità di proteggere le persone a cui tiene?
forse finalmente troverà il suo posto nel mondo...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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GLI UOMINI IN NERO

Finalmente arrivò il giorno della famosa festa organizzata da Ino.
Mi trovavo davanti all’entrata della sala con Tenten.
Era appena arrivata di corsa perché si era addormentata dopo pranzo ed era in ritardo, però era riuscita a vestirsi nel modo giusto.
Aveva un bel vestito verde con legghins e ballerine bianche ai piedi, il suo modo di essere presentabile con il suo immancabile senso della sportività.
Io, invece, indossavo i miei soliti jeans e una maglia normale. Mi vergognavo troppo per vestirmi elegante.
Sempre colpa di quella stupida timidezza.
“Ehi Hinata devi dirmi cos’è successo!” Tenten mi tirò per un braccio prima di entrare.
Mi ero quasi scordata dell’episodio del giorno prima.
Con una smorfia le raccontai l’accaduto e attesi la sua risposta.
“Sei sicura che stessero seguendo proprio te??” era diventata subito seria.
Io annuii, però non ero del tutto sicura, in qualunque caso due uomini non si mettono a correre per strada senza un motivo.
“Allora la situazione è allarmante” mi scrutò un attimo.” Tu come ti senti?”
“Sono abbastanza tranquilla direi, ma non vorrei incontrarli di nuovo”
“Non preoccuparti non ti lascerò più da sola quando siamo a scuola te lo prometto”
Le sorrisi rincuorata.
“L’hai detto a tuo padre?”
Scossi la testa in segno di diniego.
“E perché non l’hai fatto?”
“Io….io non credo sia il caso. Non è successo niente in fondo…”
“Oh sei un caso disperato! Comunque sia se li vediamo anche domani girare attorno alla scuola glielo devi dire subito! Non possiamo aspettare che ti portino via prima di aprire bocca”
“Ma forse non vogliono proprio me, forse cercano solo una ragazza isolata”
“Può darsi ma allora dovremmo avvertire la scuola che li faccia allontanare, solo che fin’ora non ho mai sentito qualcuno parlare di gente scomparsa o importunata a scuola”.
“Già è vero”
“Beh ora non preoccupiamoci e pensiamo a divertirci” mi sorrise. “Vieni entriamo”
 
La stanza dove ci trovammo era grandissima, tutto era addobbato con festoni colorati e la musica era molto alta, Ino ci sapeva davvero fare.
Da un lato c’era un tavolino colmo di aperitivi, stuzzichini e bibite.
Disposte lungo le pareti c’erano una fila di sedie e divani.
Tenten si fiondò subito verso un gruppo di ragazze, tutte compagne di scuola, c’erano Sakura, Ino, Karin Matsuri, Temari e Rin, io la seguì con più calma.
Dopo un po’ di tempo che chiacchieravamo mi diressi verso il tavolo per prendere da bere a me e a Tenten, quando tornai mi fermai di botto.
Tenten si accorse subito del mio comportamento e si avvicinò preoccupata, mentre le altre ragazze ci guardavano curiose.
“Cosa succede?”mi chiese apprensiva.
Io senza parole indicai il lato opposto della sala con un dito tremante.
Rieccoli i capelli dorati che avevo sempre desiderato anche solo sfiorare e quel sorriso così radioso.
Il ragazzo che mi faceva battere il cuore all’impazzata era proprio lì, a chiacchierare con Shikamaru, Rock Lee e Sasuke.
Sembrava un sole luminoso che era apparso alla mia vista troppo improvvisamente e ne ero rimasta accecata.
“Oh è Naruto! Adesso capisco tutto” Tenten sorrise sorniona.
Naturalmente lei era sempre stata a conoscenza della mia cotta.
L’oggetto dei miei desideri aveva una maglia azzurra che risaltava il colore dei suoi occhi e jeans leggermente attillati.
Mi girai di scatto perché sembrava aver guardato nella mia direzione.
“I….io devo uscire!” dissi improvvisamente. Feci per voltarmi ma la mia amica mi trattenne.
“Eh no! Non puoi andartene proprio ora che si sta avvicinando”
“S-s… si… si sta avvicinando???” ero paonazza.
“Eh si sta venendo proprio verso di noi, è quasi arrivato”
“N… no…. Io… io devo andarmene” il cuore batteva all’impazzata.
“Hinata datti una calmata sei diventata quasi viola!” ora la ragazza sembrava preoccupata.
“Ehilà ragazze come state?”
Eccola quella voce, così calda, così alta di tono. Il mio cuore perse un colpo.
“Ciao Naruto! Io sto bene grazie ma Hinata non ha una bella cera, scusaci davvero”
Tenten mi portò subito via e di questo le fui molto grata, non ero in grado di affrontare una conversazione con il ragazzo che ammiravo più al mondo.
Fece un cenno alle altre perché non si preoccupassero e poi ci allontanammo.
Uscimmo all’aria un po’ più fresca.
“Ma si può sapere che ti è preso?”
Sospirai nel tentativo di far passare più aria nei polmoni.
“Non riesco ad affrontare un’interrogazione scolastica figurati se riesco ad affrontare il ragazzo che mi piace da una vita!” l’avevo quasi urlato.
Sembrava proprio che ne avessi abbastanza di quel mio ‘problema’.
“Si ma non posso portarti via ogni volta che lui si avvicina. Penserà che tu lo detesti e finirai per non poterlo mai conoscere davvero”
“Lo so” mugugnai. Ero davvero frustrata mi stavano quasi per venire le lacrime agli occhi dal nervoso, non volevo farmi veder così.
La porta si aprì di colpo e Sakura si avvicinò subito a noi.
“Ehi ragazze, ho visto che vi siete allontanate appena è arrivato Naruto, vi ha detto per caso qualcosa di sgarbato? Perché se è così vado lì e lo riduco in poltiglia!”
Tenten rise alla reazione della ragazza mentre io ero ancora troppo scossa per reagire.
Era tipico di lei essere protettiva nei confronti delle sue amiche. Oltretutto lei era vicina di casa di Naruto e lo conosceva fin da quando erano bambini, il suo rapporto con lui era simile a quello di due fratelli litigiosi dato il loro carattere forte molto simile.
“Tranquilla Sakura, lui è stato molto gentile, è solo che Hinata aveva bisogno di una boccata d’aria” intervenne pronta Tenten.
“Mmh in effetti non hai una bella cera, Hinata”
“B…beh va tutto bene, devo solo riprendermi un po’” cercai di fare il sorriso più convincente che mi riusciva.
Sakura mi guardò truce per qualche secondo e poi mi sorrise allegra.
“Forza bellezza! Devi riprenderti altrimenti di là ti perderai una gran bella festa! E magari anche l’occasione di conoscere qualche bel ragazzo!”
Arrossii di botto pensando con chi avrei voluto parlare, ma poi il ricordo del quasi mezzo svenimento avuto lì dentro mi riportò la tristezza.
“Ten io torno dentro ad informare le altre che è tutto a posto, ok?”
Tenten le fece un cenno di assenso e poi tornò a guardare me quando Sakura sparì dentro la sala.
Sapevo quanto lei preferisse essere con l’amica in quel momento. Tenten adorava le feste. Le piaceva ballare e scatenarsi in pista, era anche un’ottima ballerina, e stare lì fuori non era certo il suo divertimento migliore, però lo faceva lo stesso e non mostrava alcun segno di fastidio.
Mi venne quasi da piangere nel vedere quanto l’amica tenesse a me.
“Tu torna pure dentro” Tenten mi guardò, poi fece un senso di diniego.
“Non se ne parla sto qui con te” mi sorrise dolce.
“Davvero non preoccuparti, mi sento già meglio e poi ho bisogno di pensare un po’” stavo cercando delle scuse era ovvio, ma non volevo si perdesse la festa per colpa mia. “Ti raggiungerò subito” e sfoggiai il mio sorriso migliore, quello che riservavo solo a lei, quello che mi sorgeva spontaneo solo in sua compagnia, ma non mi riuscì come avrei voluto.
Sospirò rassegnata.
“Ok ma non puoi nasconderti sempre da lui Hinata”, pensavo di averla ingannata ma ovviamente non era così.
Poco dopo ero sola, fuori all’aria fresca di fine ottobre.
Sospirai di nuovo e mi sedetti su una panchina lì di fianco.
Non volevo tornare dentro sarebbe stato troppo per me incontrarlo di nuovo e magari dovergli dare delle spiegazioni, lo ammiravo troppo.
Ogni tanto la porta si apriva facendo uscire note della musica che si ballava dentro.
A lui piaceva ballare, non era molto bravo in realtà ma io mi divertivo un sacco a guardarlo.
Era un tipo pieno di energia, magari non molto intuitivo ma era un sole a tutti gli effetti, il mio sole personale.
Una coppia di fidanzatini mi passò affianco ed entrò nella sala-discoteca.
Lo conoscevo da quando andavo alle elementari.
All’inizio pensavo fosse un bulletto, uno di quelli che fanno confusione di continuo e danno fastidio agli altri, per quello non lo consideravo molto.
Poi, un giorno, stavo piangendo perché la maestra mi aveva sgridata, non ricordo bene il motivo, mi ricordo solo che appena uscita dal bagno lo incontrai e lui mi porse un fazzoletto con un ampio sorriso.
Un sorriso che rivalutai subito e che anche ora mi faceva battere il cuore all’impazzata.
La porta si aprì di nuovo e sentii le note di una canzone molto conosciuta.
Quel sorriso che tanto mi aveva rincuorato quel giorno era diventato un po’ il filo conduttore della mia vita, ogni volta che avevo l’occasione di vederlo il mio cuore sembrava allargarsi.
“Posso sedermi?”
Sobbalzai, quella voce.
Mi volsi temendo di sapere chi fosse. Il sorriso dei miei pensieri si ripresentò.
“S-si” risposi quasi meccanicamente e nel frattempo il mio cuore si riscaldava.
“Grazie” si accomodò al mio fianco.
Nella mia testa nel frattempo c’era il caos totale.
Era troppo vicino, potevo quasi sfiorarlo, e nell’aria sentivo il suo buonissimo profumo così dolce ma anche fresco.
Avrei voluto fermare il tempo e restare così, con lui al mio fianco, mi sarebbe bastato.
Non avevo più voce, mi sembrava davvero di essermi bloccata, continuavo solo a pensare a quanto fossi vicina a lui.
“Allora come stai? Prima sembravi davvero ammalata, o forse hai bevuto un po’ troppo?”
Pensava che io fossi un’alcolizzata? Come poteva pensare una cosa simile? Avevo sempre dato questa impressione?
“Ch..che? No no i..io non bevo quasi mai” balbettai quasi istintivamente.
“Allora ti sentivi male?”
“P…più o m...meno” Finalmente ripresi il controllo dei miei pensieri.
Non l’aveva proprio capito che il problema era lui.
“E adesso come stai?” si preoccupava per me?
“I..insomma”
“Dai devi stare meglio!” la sua voce era sempre più alta del normale.” Non puoi perderti una festa così bella!”
Mentre si metteva le mani dietro alla testa e mi rivolgeva quel suo sorriso favoloso diventai tutta rossa come un pomodoro. Lui sembrò accorgersene.
“Ehi che c’è? Ti senti male di nuovo?”
Si stava avvicinando pericolosamente al mio viso. Riuscivo a vedere tutte le meravigliose sfumature dei suoi occhi. Sentivo il cuore battere forte. Era davvero troppo vicino.
“Hinata, va tutto bene?” le sue sopracciglia si incurvarono preoccupate.
No, non va affatto bene.
Poi fu tutto buio.
 
Aprii gli occhi lentamente, sopra di me c’era il viso preoccupato di Tenten.
“Hinata! Stai meglio?”
Mi alzai lentamente a sedere. Ero stata distesa nella panchina dov’ero seduta prima con Naruto.
Oddio Naruto!
“Cos’è successo?”
“Sei svenuta a quanto pare e Naruto e venuto a chiamarmi” mi stava sventolando un foglio davanti per farmi aria.
“E adesso lui dov’è?”
“E’ andato dentro a prendere un po’ di acqua, era un po’ preoccupato”.
Ero svenuta davanti a lui, davanti al ragazzo più bello del mondo.
Che imbarazzo, avrà pensato che sono una debole.
“Io..Forse.. E’ meglio se me ne vado a casa”
“Cosa? Hina, sei sicura?”
“Si, scusami, io… devo andare”
Mi alzai velocemente.
“Forse è per colpa di quello che è successo in questi giorni, forse sei un po’ stressata”
“Si, può essere” anche se non ne ero troppo convinta.
Ero svenuta per la vicinanza di quel viso così bello, ed ora mi vergognavo troppo per farmi vedere da lui.
Cosa gli avrei detto? Come avrei spiegato il mio comportamento?
Tenten mi abbracciò forte.
“Vuoi che ti accompagni a casa?”
“No no tranquilla non abito molto distante in fondo e poi in bici respirerò un po’ di aria fresca”
“Ok” sembrava comunque preoccupata.
“Stai tranquilla” cercai di fare il sorriso più sincero che mi riusciva” Ah e ringrazia anche Naruto”
“Ok, lo farò” continuava ad osservarmi attenta.
“Ciao ciao”
Mi avviai svelta, avevo il terrore di rincontrarlo.
La mia bici era distante dalla sala discoteca così mi tranquillizzai un poco, almeno lì non avrei avuto il terrore di poterlo vedere.
La mettevo sempre in un posto appartato dove nessuno l’avrebbe rubata, era una specie di vicolo stretto tra due case.
Estrassi la chiave del lucchetto della bici dalla borsa e mi chinai per aprirlo, così non mi accorsi di avere qualcuno alle spalle.
Sentii una mano premermi la bocca in modo che non potessi urlare mentre un altro braccio mi avvinghiò così  che non potessi scappare e mi voltò.
Mi ritrovai davanti a uno degli uomini in nero di ieri, mentre l’altro era quello che mi teneva ferma.
Spalancai gli occhi dal terrore.
Non li avevo visti nei dintorni, come avevano fatto a seguirmi e che cosa volevano?
Quello di fronte a me si avvicinò, dal berretto nero che portava spuntavano ciocche di un colore bianco quasi argenteo, il che mi sembrava strano dato che il suo viso era giovanissimo e aveva un ghigno inquietante.
Quando fu a mezzo metro di distanza da me si tolse gli occhiali da sole e rimasi raggelata.
I suoi occhi erano di un colore rossastro, leggermente tendente al viola, ma non era il colore a spaventarmi tanto quanto l’espressione glaciale. Sembravano gli occhi di un assassino.
“Buongiorno” rabbrividii, la sua voce era suadente. “Scusami per i modi bruschi ma non possiamo permetterci di farci scoprire”.
Perché parlava così? Che cosa voleva da me?
“So a cosa stai pensando.
Che cosa vogliono da me? Cosa stanno facendo? Ecc ecc.
Ora avrai tutte le risposte, non preoccuparti dolcezza” la sua bocca si curvò in un ghigno malvagio.
“Ti abbiamo cercata, ti abbiamo pedinata e ora ti abbiamo braccata perché dobbiamo sperimentare una cosa su di te.
“Vedi, tu sei una dei pochi fortunati al mondo che hanno la possibilità di poter testare un nuovo farmaco che abbiamo scoperto recentemente. Si tratta di un siero che risveglia alcune caratteristiche sopite nel corpo del soggetto scelto” dicendo questo estrasse da una tasca del cappotto una siringa.
A quella vista cominciai a divincolarmi ma la stretta dell’uomo alle mie spalle era troppo forte, forse era il doppio di me.
Nel frattempo l’altro si era avvicinato e mi aveva alzato una manica della giacca.
Ero nel panico totale.
Appena il liquido fu scomparso all’interno del mio corpo l’uomo che mi teneva ferma mi lasciò andare.
A quel punto cercai di scappare lontano di lì ma il mio corpo non rispondeva.
Poi venne il dolore.
Sembrava che ogni singola cellula stesse bruciando, provai ad urlare ma nessun suono uscì dalla mia bocca spalancata.
Poi le mie ginocchia cedettero e mi ritrovai a terra.
L’uomo dagli occhi cremisi mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio.
“Da questo momento in poi la tua vita cambierà, ma non preoccuparti, noi torneremo; quella di oggi era solo una parte del farmaco, era la parte che preparerà il tuo corpo per il resto. Quando torneremo ti unirai a noi fino a quel momento però tutto dovrà restare segreto, non potrai dire niente a nessuno altrimenti ti uccideremo” si scostò da me. “Bene abbiamo finito qui, andiamo”
L’altro tizio lo seguì. Riuscii a scorgere appena che aveva il viso celato da una maschera, ma non vidi i suoi occhi.
Ero troppo presa dal dolore per concentrarmi su di loro.
Si allontanarono silenziosi com’erano venuti, mentre io, a terra, ero scossa da violenti spasmi.
 
Non so quanto tempo passò, forse minuti o forse ore, l’unica cosa che ricordo di quel dolore è che finì di colpo.
Mi alzai lentamente, nel timore che lo strazio ricominciasse, e con passi misurati mi diressi verso la bici.
Che diavolo mi avevano fatto?
Non mi avevano avvelenata o almeno l’effetto del veleno non si era ancora fatto sentire però mi sentivo diversa.
C’era qualcosa di strano nel modo in cui mi muovevo che continuava a sfuggirmi.
Che conseguenze aveva portato quel farmaco?
Quando fui a casa rimasi imbambolata un secondo, la corsa in bici non mi aveva spossata, il mio respiro era normale come se mi fossi appena alzata dal letto.
Appena entrata mi precipitai in bagno e osservai il mio viso allo specchio. Sembrava tutto normale, a parte l’espressione sconvolta che avevo in viso.
Osservai anche il resto del mio corpo. A quanto pare avevo ancora due gambe e due braccia e almeno con i vestiti addosso non sembrava cambiato nulla.
Dopo un’accurata osservazione mi diressi in cucina e aprii un’anta della credenza.
Mi ritrovai con la piccola porta in mano. Si era tolta dai cardini.
Rimasi ad osservarla stupita poi la appoggiai con delicatezza sopra il tavolo.
Possibile che fosse stata agganciata male?
Presi allora un bicchiere ma si ruppe subito, eppure non mi sembrava di averlo schiacciato troppo.
Alcune schegge mi graffiarono e andai subito a lavarmi.
Perché tutto quello che toccavo sembrava fatto di plastilina?
Forse ero talmente scossa da non badare a quello che facevo.
Chiusi il rubinetto con un colpo secco e per poco non mi rimase il pezzo in mano.
A quel punto un pensiero mi sfiorò leggero la mente.
E se..?
Andai in salotto e mi diressi verso i divani. Per me erano sempre troppo pesanti quando pulivo e dovevamo metterci io e Neji per spostarli.
Mi accucciai dietro al più vicino e ci infilai una mano sotto. Con lentezza provai ad alzarlo.
Sembrava pesare come una sediolina di plastica per bambini.
Mi guardai stupita mentre tenevo un pesantissimo divano con una sola mano.
Lo mollai giù di botto e questo fece un gran rumore.
Mi tremavano le mani. Che cos’ero diventata?
Mi accucciai per terra e avvicinai le gambe al petto.
Calma, dovevo restare calma.
Dovevo solo stendermi un po’ e poi mi sarei accorta che tutte quelle cose strane erano solo frutto della mia mente stanca.
Avevo sempre avuto una fantasia molto vivace ma questo era davvero troppo.
Forse avevo avuto le allucinazioni, forse me ne stavo rannicchiata in un angolo del salotto solo per un’immagine della mia testa causata dallo stress.
Si, doveva per forza essere così.
Mi alzai lentamente e mi allontanai dal divano continuando a guardarlo.
Feci un giro tutto attorno e lo guardai con attenzione.
Mi sembrava tutto in ordine, era il solito, pesante divano di casa mia.
Mi riavvicinai con più cautela.
Chinandomi passai una mano sotto ad un bracciolo e deglutii.
Sarebbe andata bene, avrei provato ad alzarlo e avrei constatato che era un normalissimo divano molto pesante.
Feci forza e chiusi gli occhi, ma non ci fu la resistenza che mi aspettavo.
Riaprii gli occhi di scatto e cacciai un urlo facendo cadere di colpo il divano che stava in bilico sulla mia mano.
Corsi subito a sedermi nuovamente contro il muro, stringendo il più forte possibile le gambe davanti al petto.
Non avevo appena alzato un divano con una mano sola, non avevo appena alz….
Sentii delle voci all’esterno e sapevo che erano mio padre e probabilmente alcuni ospiti.
Stava entrando in casa e io ero troppo sconvolta per affrontarlo.
Mi alzai di scatto e mi sedetti svelta sul divano nel modo più composto e tranquillo che mi riusciva.
Nel frattempo loro avevano raggiunto la porta di casa e stavano per entrare.
Che cosa avrei detto?
Improvvisamente mi ricordai delle ultime parole pronunciate dagli strani tizi.
Quando torneremo ti unirai a noi; fino a quel momento però tutto dovrà restare segreto, non potrai dire niente a nessuno altrimenti ti uccideremo.
Non potevo dire niente ai miei familiari.
Non potevo dire niente nemmeno ad Tenten.
Qualcosa in quel farmaco aveva cambiato le mie capacità e tutto doveva restare un segreto; ma fino a che punto ero cambiata?
Solo la mia forza e resistenza fisica avevano subito quella metamorfosi?
Dovevo restare calma almeno per qualche istante, almeno per il tempo necessario a inventare una scusa e riuscire a raggirare mio padre.
Ma cosa avrei potuto dirgli?
Mi alzai di scatto dal divano e corsi nel bagno al piano superiore, appena in tempo prima che entrassero in casa.
Accesi l’acqua della doccia e chiusi la porta a chiave.
Fortunatamente il rumore dell’acqua copriva il mio ansito.
Mi appoggiai al lavandino ma mi scostai subito quando sentii il mobile gemere. Dovevo stare attenta.
Tutto il mio corpo sembrava il triplo più pericoloso.
Mio padre ci avrebbe messo un po’ per accogliere gli ospiti, quindi io avevo tutto il tempo necessario per cercare di ritrovare la calma e rendermi presentabile.
Feci qualche respiro profondo. Dovevo starmene buona, non avrebbe dovuto essere difficile per me.
Dopo la doccia mi dedicai ad asciugare i capelli.
Durante l’operazione mi guardai a lungo allo specchio.
Ero sempre la solita ragazzina e anche la mia espressione sembrava essere un po’ più tranquilla rispetto a prima, asciugarmi i capelli mi aveva sempre aiutata a schiarirmi le idee.
Ricapitolando, due tizi mi avevano seguita per somministrarmi un siero che, come aveva detto il rosso, avrebbe risvegliato delle capacità, e ora mi ritrovavo a riuscire ad alzare cose pesanti e fare sforzi fisici senza affaticarmi.
Senza contare il fatto che tutto quello che toccavo era in serio pericolo si poteva dire che la cosa era abbastanza positiva.
Ma dovevo stare attenta a non farmi scoprire.
Poco dopo mi rintanai in camera mia e lasciai perdere lo studio.
Con tutte le cose che mi giravano per la testa non sarei riuscita ad aprire un libro senza perdermi nei miei pensieri.
Oltretutto cominciai a pensare anche a Naruto e alla figuraccia che avevo fatto quel pomeriggio.
Cosa gli avrei detto la prossima volta che l’avrei visto?
Forse era meglio evitarlo totalmente, in fondo con lui non avrei mai avuto speranze.
Lui era troppo diverso da me, così sicuro di sé, così vivace, sembrava un’esplosione di colori, io invece con la mia timidezza e il mio silenzio non avevo nessun colore.
Di certo non ero il suo tipo, però mi aveva fatto piacere in fondo averlo vicino quel pomeriggio, anche se per poco, anche se poi avevo rovinato tutto con il mio comportamento, mi erano bastati quei pochi istanti per essere felice, per sentirmi più leggera.
Stare con lui mi faceva sempre quest’effetto; era come sentirsi a casa.
Lentamente, senza accorgermene, sprofondai nel sonno, continuando a fantasticare su ipotetici dialoghi che avrei potuto affrontare con lui senza la mia dannata timidezza ad intralciarmi.











Ed ecco il secondo capitoloo!!!
spero sia di vostro gradimento e spero di riuscire a pubblicarne presto un altro!
Holaaaa :)
Linduz94
  
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