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Autore: Gio07_w    25/10/2012    6 recensioni
Guarda dalla finestra la collina, luce fredda di novembre, sole pallido e alto, nebbia.
E su, sulla cima, l'albero degli impiccati.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: L'ombra dell'albero degli impiccati {A mezzanotte}
Fandom: Hunger games.
Rating: G.
Beta: /
Genere: Angst
Warning: One-shot
Words: 635
Summary: Guarda dalla finestra la collina, luce fredda di novembre, sole pallido e alto, nebbia.
E su, sulla cima, l'albero degli impiccati. 
Magari non è niente di nuovo, ma fatemi sapere che ne pensate.
Dedica: A voi, che siete stati colpiti come me da questa canzone.
 
 

 
Sfondano la porta e prelevano il suo amato per giustiziarlo. Non una parola. Lei urla, fino a  quando le pareti della gola non cominciano a bruciare, e il lamento le muore miseramente in bocca. 
Lo trascinano. Non una parola, ancora. 
E lui si lascia trascinare, sono colpevole, dicono i suoi occhi, ma a lei non importa.
Una piccola folla si raduna a guardare lo spettacolo. 
Fa a gomitate, le parole le si congelano in bocca. Urla. 
Un albero maestoso, spoglio, triste. La spessa corda che scende dal ramo più robusto cinge il collo del suo amato. Ogni altro lamento resta sospeso nel area, tutt'intorno, silenzio.  
Ora si agita, cade in ginocchio, smette di respirare, si prende la testa tra le mani, sviene. 
E sogna il suo amato cantare.
 
 
Verrai, verrai, 
all’albero verrai, 
cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise, o pare? 
Strani eventi qui si son verificati, 
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all’albero degli impiccati.
 
"L'albero degli impiccati" viene ora chiamato in città, il corpo di colui che altri tre uomini lì impiccò, è ancora appeso ai sui rami. 
Lei resta a letto, non si muove, non parla, non mangia, non beve. 
Non vive. 
Guarda dalla finestra la collina, luce fredda di novembre, sole pallido e alto, nebbia.
E su, sulla cima, l'albero degli impiccati. 
Giusto un'ombra lo delinea, lontano dalle case, ma visibile ai suoi occhi spenti e vuoti. 
Ancora una figura le sembra di scorgere, un' ombra inquietante, chiude gli occhi e la sente parlare.
Nella sua mente, ciò che resta del suo amato, canta. 
 
Verrai, verrai, 
all’albero verrai, 
là dove il morto implorò l’amor suo di scappare?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all’albero degli impiccati. 
 
Una mattina di Dicembre riprese improvvisamente a parlare, come se il lungo silenzio non fosse mai esistito. 
Uscì di casa, salutò coloro che erano preoccupati per lei assicurandoli che stava bene, ora.
Nonostante gli occhi gonfi, i capelli in disordine, le nocche delle dita arrossate e ferite per via dei pugni dati al terreno, alle mura, la gente credeva alle sue parole. 
Lasciava intendere di aver mangiato, di aver bevuto, ma non l'aveva fatto. 
Non ne aveva voglia, non ne sentiva il bisogno. 
Le bruciava la gola ogni volta che parlava, e le labbra screpolate erano difficili da tendere in un sorriso. 
Ma lo sforzo fisico era nullo a quello che doveva sopportare la sua mente. 
Nella sua testa, le parole della canzone del suo amato, rieccheggiavano, ancora, e lente.
 
Verrai, verrai, 
all’albero verrai, 
ove ti dissi “Corri se ci vuoi liberare”? 
Strani eventi qui si sono verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all’albero degli impiccati. 
 
Sorride ancora, mentre si dondola sulla sedia davanti al cammino, uno scialle scuro le copre le spalle. 
Il fuoco le tiene compagnia, ma continua a sentire freddo. 
Tra le mani stringe una corda, ruvida,intrecciata, fa scorrere davanti e indietro le sue dita bianche, lunghe e fredde. 
Ci fa un nodo, lo scioglie, ne fa un altro.
Le mani irritate, la pelle arrossata, va avanti da ore ma non lo farà ancora per molto. 
Una volta ogni tanto alza la testa e lancia uno sguardo all'orologio poi riprende, senza fermarsi davanti al dolore o alla stanchezza, non le importa. 
Un'ultimo sguardo all'orologio, poi alla finestra, all'ombra dell'albero lontano. 
E, accanto, un'altra ombra, ferma, l'aspetta. 
La strada è deserta, gelida, buia. Con le mani crea il suo cappio e il suo ultimo nodo. 
A mezzanotte, all'albero degli impiccati, rieccheggiano le note della canzone del suo amato. 
 
Verrai, verrai, 
all’albero verrai, 
di corda una collana, insieme a dondolare? 
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare 
se a mezzanotte ci incontrassimo
all’albero degli impiccati.
   
 
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