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Autore: Morgan__    26/10/2012    3 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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15




La luna illuminava i tetti di Roma in quella notte priva di nuvole.
Le torce accese illuminavano le vie principali della città,rischiarando il percorso per le persone che affollavano le vie e le taverne notturne aperte da poche ore.
Ezio,come mi aveva detto,mi stava portando ad incontrare una persona esterna all'Ordine degli Assassini,ma amica di essa e della sua famiglia da moltissimi anni ormai.
Avevo cercato di strappargli qualche informazione in più,ma con un semplice sorriso sghembo aveva deviato ogni mia domanda,accendendo ancor di più la mia curiosità.
-Puoi darmi almeno un piccolissimo indizio?-chiesi per l'ennesima volta,con voce esasperata.
-Fammi pensare...-iniziò Ezio alzando il capo al cielo con fare pensieroso per poi tornare a guardarmi,-no!-esclamò con un sorriso.
Per tutta risposta a quell'ennesima negazione gli detti un leggero pugno contro il braccio per poi mormorare un “cattivo”,ottenendo per tutta risposta una sua sommessa risata divertita.
-Sei davvero esasperante.-commentai,portando lo sguardo sulla gente che ci circondava.
-Senti da che pulpito viene la predica.-replicò Ezio.
Ero pronta per dirgliene due o tre quando lui mi bloccò sul tempo avvertendomi che eravamo quasi arrivati.
Mi guardai attorno e scoprii che eravamo nei pressi di Castel Sant'Angelo.
Ezio mi fece svoltare per qualche via laterale per poi fermarsi di fronte ad un portone comune e bussare due o tre volte,dopo essersi assicurato che nessuno ci avesse seguito.
-Parola d'ordine?-chiese una voce giovane da dietro la massiccia porta.
-Sono io Salaì,fammi entrare.-
-Non è questa la parola d'ordine,permesso negato messere.-
Sentii Ezio sospirare per poi abbassare il capo:-In vino veritas.-
-Parola d'ordine esatta.-commentò la voce,prima di sentire il rumore del chiavistello girare nella toppa.
Dopo pochi secondi il portone si aprì ed un giovane biondo riccioluto e con abiti di buona mano ci fece cenno di entrare.
Ezio mi fece cenno di passare per prima,ed una volta entrati entrambi chiese di un certo Leonardo.
-Dove volete che sia?.-rispose semplicemente il ragazzo con un'alzata di spalle.
-Capisco. Salaì ti presento Giulia,Giulia ti presento Salaì. Fai attenzione alla scarsella.-mi si raccomandò Ezio con un sorriso divertito,prima di oltrepassarci.
-Non state a sentire le parole di quell'uomo. Ha rubato più soldi lui in un dì che io in una settimana!-esclamò costernato,prima di presentarsi con un sorriso,-il piacere è mio,buona donna. Mi chiamo Gian Giacomo Caprotti da Oreno,ma gli amici mi chiamano Salaì.-concluse con un leggero inchino.
Risposi alla sua presentazione con un sorriso sulle labbra,decidendo all'istante che,anche se un po' particolare,quel ragazzo mi piaceva.
Mi feci guidare fino all'interno di una stanza che faceva da studio per un probabile inventore.
Modellini di strani oggetti erano posati ovunque. In fondo alla sala,appesa al soffitto,vi stava uno strano marchingegno dotato di ali. Vi erano diversi fogli appesi ai muri in cui vi erano ritratti volti,vi erano progettate macchine strane,vi erano righe e righe di annotazioni. Mi soffermai in particolare sui ritratti di quelle che doveva essere parti del corpo umano.
Notai subito che,quei disegni,avevano qualcosa di particolare. Guardai la mia mano,paragonandola ad una disegnata su uno di quei fogli,e capii,quasi all'istante,che,per disegnare quella mano,l'artista aveva fatto una cosa proibita.
Aveva studiato dei cadaveri.
-Spero che per voi non sia un problema.-sentii mormorare alle mia spalle.
Mi voltai di scatto spaventata da quella interruzione dei miei pensieri e mi ritrovai di fronte un uomo di mezz'età,con la barba incolta e un sorriso caldo sulle labbra.
Mi chiesi a che cosa si riferisse,e quando lui portò lo sguardo sui suoi studi capii che era preoccupato del mio pensiero riguardo ai suoi metodi.
-Molti trovano questa pratica sacrilega ed eretica.-
-E voi come la trovate?-chiesi in risposta.
-Magari non è la più pura delle pratiche,ma la conoscenza richiede dei sacrifici.-rispose.
-Non vi sentite in colpa?-gli chiesi.
-Non ho paura di essere dannato per l'eternità,se è questo che volete sapere. Ormai ho scoperto abbastanza per sapere che molte cose che vengono dette non sono altro che frutto della mente dell'uomo. Ma se mi chiedete semplicemente se mi sento in colpa la risposta è no.
L'uomo ha bisogno di conoscere,senza una conoscenza in continua evoluzione rimarremo per sempre esseri ignoranti e bigotti,che seguono quello che gli viene detto di fare o quello che gli viene detto di pensare. Per alcuni la conoscenza è una disgrazia,per me è un qualcosa di impareggiabile.-rispose con enfasi l'uomo,cercando di farmi comprendere il suo amore per le sue ricerche.
-Sin da bambina mi è stato detto che alcune cose sono contro natura e contro Dio,e che non dovremmo provocare la sua ira. Ma capisco il vostro piacere nel scoprire nuove cose,e quindi non vi dovete preoccupare. E comunque da tempo ho smesso di seguire quello che certe persone dicono...in fondo sono parole pronunciate da uomini.-conclusi con un sorriso,per cercare di rassicurarlo.
-Leonardo,dov'è la nuova balestra per Francesco?-chiese Ezio riapparendo all'improvviso nella stanza.-Ho cercato dove tieni i progetti conclusi,ma non l'ho trovata.-
-Oh,si! Dovrei averla messa qui da qualche parte...-mormorò iniziando a cercare all'interno di un baule accostato contro ad un muro,-Eccola! L'ho progettata in modo che sia meno d'impaccio. Inoltre Francesco mi aveva detto che la precedente alcune volte non si chiudeva bene,stavolta dovrebbe essere apposto.-disse porgendo ad Ezio una polsiera con una piccola balestra ripiegata.
-Che strana.-commentai.
-Si,bè,non se ne vedono molte in giro!-esclamò Leonardo con un sorriso divertito,-Ah,che sbadato,non mi sono nemmeno presentato. Madonna,il mio nome è Leonardo da Vinci,al vostro servizio.-concluse portandosi una mano al petto ed inchinandosi leggermente.
-Leonardo da Vinci?-chiesi incredula. Leonardo da Vinci era un vero e proprio genio. A quanto avevo sentito si dedicava a vari campi,dalla pittura alla scienza,dalle invenzioni ai trattati e tutti i più importanti nobili della penisola lo volevano alla propria corte.-Dovevi dirmelo che avrei conosciuto un personaggio del suo calibro!-esclamai incredula rivolgendomi a Ezio che,per tutta risposta,mi fece uno dei suoi irritanti sorrisetti,-è un piacere conoscervi,io sono Giulia Colonna.-risposi con un lieve inchino.
-Giulia Colonna...-ripeté Leonardo,-quella che Cesare continua a cercare. Non mi ha mai detto però come mai.-mormorò pensieroso.
-E' anche per questo che siamo qui,Leonardo. Ci serve il tuo aiuto.-disse Ezio mentre riponeva l'arma all'interno di una sacca,-Giulia,se per te non ci sono problemi vorrei parlare con Leonardo dei tuoi doni e della Corona.-
-Va bene.-dissi con un cenno affermativo. Mi fidavo ciecamente di lui,quindi mi andava bene tutto quello che avrebbe fatto.
Ezio spiegò a Leonardo del frutto dell'eden della mia famiglia,delle mie doti,della mia nascita e di tutto il resto.
Ogni tanto sentivo lo sguardo di Leonardo posarsi su di me con interesse,per poi ritornare a seguire le parole di Ezio con concentrazione.
-Dovrei vedere la Corona,per poterla studiare. Cesare mi sta costringendo a studiare la Mela,anche se non sto facendo molti progressi,potrei studiare allo stesso tempo la Corona per paragonare i due frutti.-mormorò portandosi una mano al mento,ed iniziando ad accarezzarsi la barba.
-Lavori per Cesare?-chiesi riportandolo tra noi.
-Si,ma non per mio volere. Non vi dovete preoccupare,Giulia,sono sempre stato dalla parte degli Assassini.-disse prima di riprendere a borbottare tra se e se,-per quanto riguarda i vostri poteri dovrei parlare molto approfonditamente con voi,Giulia,e se riesco potrei aiutarvi con la questione dei ricordi. Non ne avete avuti altri ultimamente,vero?-chiese.
-Esatto.-risposi.
-E questo perché avete sviluppato l'altro,molto probabilmente le due cose sono collegate a qualche modo,non sono svincolati tra di loro,quindi come avete sviluppato uno dei due,concentrandovi nel non farvi prendere dalle emozioni,così dovete aver fermato temporaneamente anche l'altro. Ma allora cos'è che vi impedisce di svilupparlo?-si chiese ad alta voce,-Ahhhhhh...devo pensarci bene nei prossimi giorni. Sempre che Cesare mi lasci del tempo per me. Hai smosso un po' le acque con l'uccisione del Barone.-concluse rivolgendosi a Ezio che,avvicinandomisi,chiese come stessero andando le cose a Castel Sant'Angelo.
-I rapporti tra Cesare e il padre si sono ulteriormente inaspriti. Il Papa accusa il figlio della situazione in cui si è cacciato e del fatto che con l'assalto a Monteriggioni di tre anni fa ha minato a quello che stava costruendo. Magari Cesare è troppo orgoglioso,ma lo Spagnolo inizia a temerti veramente. Si dice che da quando hai ucciso il banchiere se ne sta rinchiuso nei suoi appartamenti privati e fa entrare solo in pochi. Se per nascondersi o per altri motivi,questo non lo so. So solo che si è fatto portare una dose generosa di cantarella. Qui le cose sono due,o si vuole uccidere,cosa assai improbabile,o sta architettando un omicidio.-concluse.
-Mmmmm...che voglia uccidere Cesare?-chiese pensieroso Ezio.
-E' vero che non sono mai andati molto d'accordo...ma uccidere il suo stesso figlio?-chiese incredulo Leonardo.
-I Borgia sono capaci di tutto.-risposi io alla sua domanda.
In quel momento mi tornarono in mente i miei nipoti ed Ezio doveva aver notato il mio cambio di umore,perché sentii una sua mano posarsi sulla mia schiena ed iniziare a salire e scendere lentamente. Sotto il suo tocco iniziai a rilassarmi.
-Giulia,io devo assentarmi per un po',ti dispiace se ti lascio un po' in compagnia di Leonardo e Salaì?-mi chiese con gentilezza.
-Certo,ho tante cose da chiedere a maestro da Vinci.-dissi con un sorriso rivolgendomi a lui.
-Leonardo,vi prego,chiamatemi Leonardo.-disse con un sorriso caldo.
-E voi chiamatemi pure Giulia. Penso che i formalismi siano inutili tra di noi.-dissi lanciando un'occhiata a Ezio.
Avevo capito che tra Ezio e Leonardo vi era una forte amicizia,saldatasi nel corso degli anni,quindi tra me e Leonardo non doveva esserci alcun tipo di distacco formale.
-Possiamo darci anche del tu,allora.-disse Leonardo allargando leggermente le braccia.
-Ovviamente.-risposi con un sorriso.
-Bene. Mi fa piacere che siate già diventati amici.-disse Ezio prima di rivolgersi al suo amico,-se non fosse per Salaì sarei un po' geloso.-commentò prima di abbassarsi su di me per darmi un leggero bacio sulle labbra,-tornerò appena posso. Promesso.-disse a fior di labbra,prima di incamminarsi fuori dalla sala.
Una volta che Ezio scomparve dalle nostre viste mi voltai verso Leonardo e,con sguardo curioso,gli chiesi:-Salaì?-
-Ehm...ecco...-mormorò imbarazzato Leonardo,portandosi una mano ai capelli.
Capii all'istante.
-Oh...-mormorai imbarazzata da quella nuova scoperta. Ma poi mi dissi che non era tanto importante,-bè,ti si confà.-ripresi con un sorriso.
Leonardo emise una risatina divertita per poi commentare:-Bé,certe volte vorrei sbatterlo fuori dalla bottega,ma poi ritorno sempre sulle mie decisioni.-
-Già...non sai quanto ti capisco.-



Passai il resto della serata a parlare con Leonardo dei suoi studi,delle sue scoperte,dei Frutti dell'Eden,della situazione di Roma,dei miei poteri,di letteratura,di arte,di teologia e di molte altre cose.
Ascoltavo affascinata i suoi ragionamenti,lo osservavo disegnare i suoi progetti che poi cercava di spiegarmi in modo che anche io potessi comprendere le sue idee.
Parlare con lui fu davvero illuminante.
Lo sorpresi quando gli dissi degli studi che avevo compiuto sotto la guida di mio padre,dicendomi che conosceva poche donne che come me avevano studiato fin dalla tenera età. Sembrò compiaciuto di quella scoperta.
Parlammo così tanto che,quando Ezio tornò,mi sembrarono passati pochi minuti,quando invece erano trascorse più di due ore.
-Amico mio!-lo accolse Leonardo alzandosi e posando il carboncino con cui mi stava dimostrando una delle sue tecniche di pittura in modo molto approssimativo,giusto per darmi un accenno di quello che lui compiva nelle sue opere.
-Francesco ti ringrazia per la balestra nuova. Ha detto che è perfetta.-rispose Ezio al suo saluto avvicinandosi al tavolo a cui eravamo seduti io e Leonardo fino a qualche secondo prima,-che cos'è?-chiese curioso indicando lo schizzo.
-Ah,niente. Stavo mostrando a Giulia la prospettiva aerea.-spiegò Leonardo con un'alzata di spalle.
-Mi dispiace che i tuoi dipinti siano andati perduti a Monteriggioni,Leonardo. Giulia ne sarebbe rimasta colpita.-commentò Ezio,tornando ad osservare lo schizzo.
-Non preoccuparti,amico mio. Sai che tra un quadro ben fatto e uno dei miei progetti scientifici sceglierei sicuramente uno dei miei progetti.-disse Leonardo dandogli una leggera pacca sulla spalla per rincuorarlo.
-Tu dici così,ma sono sicuro che in futuro sarebbero stati molto apprezzati e ben custoditi. Ma ormai sono andati e non possiamo farci più niente.-concluse Ezio scuotendo leggermente il capo.
-Va bene così,Ezio. Davvero.-ribadì Leonardo con un accenno di sorriso.
Sentii Ezio sospirare per poi voltarsi verso di me:-E' ora di andare. Claudia ci sta aspettando.-
-E' stato un piacere Leonardo. Spero di potervi rivedere presto.-dissi con un sorriso alla sua direzione.
-Il piacere è stato mio,Giulia.-rispose con un sorriso caldo prima di abbracciarmi.
Lanciai un'occhiata a Ezio e lui sollevò gli occhi al cielo con un sorriso divertito.
Sciolto l'abbraccio uscimmo dalla casa ed incontrammo Salaì che stava rincasando.
-Dove sei stato?-gli chiese Ezio.
-Che domande,Messere. Dovreste saperlo.-rispose il ragazzo,prima di chiudersi il portone alle spalle,lasciandoci soli nella piccola via secondaria.
-Ahhhh,quel ragazzo mi farà perdere la pazienza prima o poi.-commentò Ezio.
A quelle parole sorrisi silenziosamente e,afferrandogli la mano che lui strinse prontamente,ci avviammo lungo la via.




***




-Claudia,questi dove vanno messi?-chiesi mostrandole il mazzo di rose bianche e rosse che tenevo in mano.
-Una metà al tavolino d'entrata,mentre prendi i petali dell'altra metà e cospargili sulle scale.-rispose mentre sistemava un altro mazzo di rose in un vaso posto tra due divanetti.
-Tua madre come sta?-chiesi avvicinandomi,una volta finito di sistemare i petali.-Ezio mi ha detto che ultimamente non sta tanto bene,che è peggiorata.-
Claudia sospirò a quella mia frase:-Lei dice che sta bene,ma ci siamo accorti che ha avuto una brutta ricaduta. Spero solo che si riprenda in fretta come l'ultima volta. Il problema è che non sappiamo di cosa si sia ammalata,nemmeno i medici hanno avuto una risposta. Sappiamo solo che questa malattia la sta pian piano consumando.-
-Mi dispiace.-mormorai posandole una mano sul braccio.
Un triste sorriso si dipinse sulle sue labbra. Stava per riprendere a parlare quando la porta si aprì ed Ezio fece la sua comparsa all'interno della Rosa in Fiore.
-Chi non muore si rivede fratello!-esclamò con tono divertito Claudia,celando all'istante tutta la sua tristezza e preoccupazione.
-Ho la pellaccia dura.-rispose divertito avvicinandosi.
-Tutto a posto?-chiesi,mentre Ezio mi afferrava la mano sinistra e vi posava un rapido bacio.
-Si,sono venuto per chiederti se volevi accompagnarmi dalla Volpe.-
-Come mai questa proposta?-chiesi incuriosita.
-Non eri tu che mi chiedevi di renderti più partecipe alle mie missioni?-mi chiese alzando un sopracciglio.
-Si,-dissi semplicemente,-come mai devi andare da Volpe?-chiesi,allora.
-Devo incontrarmi con Pietro Bembo,l'amante di Lucrezia. Ma mi servono le informazioni dei ladri della Volpe per poterlo trovare,ergo,andiamo alla taverna La Volpe Addormentata.-spiegò velocemente.
Lo guardai per qualche secondo,decidendo se andare con lui o meno. Non volevo diventare un peso,nel caso fosse accaduto qualche imprevisto,ma alla fine decidetti di seguirlo.
-Non ti dispiace,vero?-chiesi rivolgendomi a Claudia.
-No,vai pure. Basta che fai attenzione.-rispose sorridendomi.
L'abbracciai velocemente e poi,insieme a Ezio,uscii dalla Rosa in Fiore.
Al suo fischio un cavallo provvisto di varie sacche sui fianchi ci si avvicinò e nel giro di qualche secondo entrambi eravamo in sella.
Partimmo al galoppo e ci dirigemmo verso La Volpe Addormentata.



N
on appena intravedemmo la taverna Ezio fermò il cavallo e scese,per poi voltarsi a guardarmi.
-Cosa ti ho detto quando mi chiedesti di seguirmi?-mi chiese all'improvviso.
-Di fare tutto quello che mi avresti ordinato.-risposi prontamente.
-Dimentichi qualcosa?-mi chiese alzando un sopracciglio.
-Senza discutere.-risposi dopo qualche secondo di silenzio.
-Brava.-commentò aiutandomi a scendere.
Appena mi ritrovai con i piedi per terra venni travolta dal suo bacio e sentii le sue braccia che mi circondavano.
Ebbi appena il tempo di capire quello che stava accadendo che le sue labbra si staccarono dalle mie.
Lo guardai leggermente spaesata e non appena notai il suo sguardo divertito mi sentii andare in fiamme dall'imbarazzo e dall'irritazione.
Gli piaceva prendermi alla sprovvista.
Bè,non era detto che anche io non potessi farlo,quindi gli afferrai il viso con entrambe le mani e lo baciai.
Gli circondai il collo mentre sentivo le sue mani posarsi sulla mia schiena e iniziare a scendere. All'improvviso sentii qualcosa solleticarmi la pelle lasciata scoperta dalla scollatura dell'abito che indossavo quel giorno e quando capii cosa fosse la fonte di quella sensazione venni percorsa da un brivido lungo la schiena,che niente aveva a che fare col freddo o altro.
A quella consapevolezza mi staccai dalle sue labbra,annaspando leggermente in cerca di fiato che fino ad allora dovevo aver,involontariamente,trattenuto.
Ezio,d'altro canto,sembrava perfettamente a suo agio e,anzi,sfoggiava il suo sorriso malandrino.
-Direi uno a zero per me.-disse.
Gli lanciai un'occhiataccia e senza dire una parola mi diressi verso la taverna.
Sentii la sua lieve risata e,in quel momento,decisi che avrei avuto la rivincita. Sarei riuscita a spiazzarlo!
Come fare,però?
Sapevo perfettamente che Ezio aveva avuto diverse amanti,anche troppe per i miei gusti,e che quindi in quel campo era un professionista consumato,ma volevo giocare alla sua pari,in quella competizione che si era,silenziosamente,aperta tra di noi.
Avrei parlato con le ragazze della Rosa in Fiore.
Ma appena mi venne in mente quella frase mi dissi che era meglio lasciar perdere.
Sbuffai infastidita dalla mia ritirata,ma non potei rimuginare oltre tra i miei pensieri perché la porta della taverna si aprì sotto la mano di Ezio che mi fece cenno di entrare per prima.
Gli lanciai nuovamente un'occhiataccia e lui,per tutta risposta,alzò gli occhi al cielo e scosse la testa divertito.
Appena entrammo Volpe ci venne incontro.
-Buongiorno.-ci dette il benvenuto.
-Buongiorno a voi.-risposi con un sorriso,decisa ad ignorare Ezio.
-E' ora di fare una visitina all'amante di Lucrezia,Pietro.-disse Ezio,dopo averlo salutato con un cenno del capo.
-Ho già chiesto ai miei uomini di trovarlo.-rispose Volpe.
-Molto bene.-commentò Ezio dandogli una pacca sulla spalla,per poi rigirarsi per andare a parlare con i ladri,ma la voce di Volpe lo richiamò.
-Ezio,se posso...-lasciò in sospeso la frase.
-Cosa c'è?-chiese incuriosito.
-Qualcuno ha avvisato Rodrigo di stare lontano dal castello.-continuò Volpe dandoci le spalle.
Oh...ecco che tornava la questione Machiavelli,pensai all'istante.
-Machiavelli?-chiesi.
Per tutta risposta Volpe si voltò verso di noi e alzò leggermente le braccia.
-Ne hai le prove?-chiese di rimando Ezio.
-No.-rispose abbassando le braccia con fare deluso.
-Non dobbiamo farci dividere da semplici sospetti.-gli ricordò avvicinandosi.
All'improvviso la porta della taverna si spalancò e un ladro con il fiato corto ci informò che i Borgia avevano scoperto dove si trovavano le loro spie.
-Chi gliel'ha detto?-chiese Volpe.
-Messer Machiavelli ci aveva chiesto delle nostre ricerche su Pietro. E comunque sta arrivando un drappello di guardie.-disse il ladro.
A quella frase Ezio e la Volpe si guardarono e allora Volpe chiese:-Ezio?-
Sapevo che silenziosamente gli stava chiedendo se ora gli credesse o no.
Ma lui non rispose e si diresse verso l'uscita della taverna.
Mi affrettai a raggiungerlo,ma lui si voltò verso di me e mi disse di rimanere dentro e che sarebbe venuto a riprendermi non appena si sarebbero sistemate le cose lì fuori.
-Fai attenzione.-mormorai.
-Sempre.-rispose posandomi un lieve bacio sulle labbra,per poi uscire.
-Anche tu.-dissi a Volpe mentre mi passava accanto.
-Non preoccuparti,Giulia. Non morirò oggi.-mi disse con un sorriso rassicurante.
Passarono vari minuti in cui sentii il cozzare di spade e le urla dei caduti,poi all'improvviso si fece il silenzio.
Dopo qualche secondo Ezio entrò nella taverna,l'abito macchiato da un po' di sangue e una spada ancora impugnata nella mano.
-Andiamo,dobbiamo salvare le spie.-disse rifoderandola.
In fretta ci dirigemmo fuori dalla taverna e raggiungemmo Volpe che ci stava aspettando con due cavalli sellati.



M
ezz'ora dopo avevamo quasi tutte le informazioni necessarie per scongiurare il complotto ordito ai danni di Pietro che,quella notte,secondo il piano di Cesare doveva morire durante una rappresentazione.
Non appena sentii chi avrebbe compiuto l'assassinio mi sentii invadere dalla rabbia:Micheletto.
Ezio sapeva che cosa aveva fatto quell'uomo,glielo avevo raccontato,quindi mi disse che Micheletto avrebbe pagato e questo,in qualche modo,mi tranquillizzò. Ormai sapevo perfettamente di cosa era capace,quindi se mi assicurava che avrebbe pagato io gli avrei creduto.
Ci ritrovammo all'ultimo punto d'incontro con le spie della Volpe per ricevere le ultime informazioni.
Il ladro ci stava attendendo appoggiato alla parete di una delle case diroccate che circondavano la rovina di un vecchio tempietto che,appena ci individuò,si avvicinò.
-Dov'è Pietro?-chiese Volpe.
-Non saprei dirlo. Ma Micheletto aspetta alla porta a est delle Terme di Traiano. Ha in mente di far travestire i suoi uomini per far sembrare il tutto un incidente.-
Con un cenno della mano di Volpe il ladro si dileguò in fretta.
-Sarà lui a condurmi dall'amante di Lucrezia.-commentò Ezio.
Volpe rimase in silenzio per qualche secondo,perso tra i suoi pensieri,poi si voltò verso Ezio e disse:-Ezio,Machiavelli ci ha tradito. Vorremmo entrambi che non fosse così,ma è evidente. Adesso fa ciò che va fatto.-concluse.
-Volpe...-iniziai,ma con un cenno della mano mi fece cenno di non proseguire.
-No,Giulia.-mormorò voltandosi,-se non lo fai tu,-continuò rivolgendosi a Ezio,-lo faccio io.-concluse per poi sparire dalle nostre viste.
-Senza i ladri della Volpe,dovrò ricorrere alle mie reclute.-mormorò Ezio.
-Ezio?-lo chiamai preoccupata dalla decisione di Volpe. Dentro di me sentivo che stava per commettere una sciocchezza.
-Andrà tutto bene,Giulia. Vedrai.-
Senza più dire una parola,ognuno perso tra i suoi pensieri,ci dirigemmo,in sella ad un cavallo trovato nei paraggi,verso il luogo in cui sapevamo ci sarebbe stato Micheletto.
Non appena localizzammo il gruppo di persone,di cui faceva parte anche Cesare,ci nascondemmo dietro la parete diroccata di una casa in rovina,e aspettammo di vedere cosa sarebbe accaduto.
Insieme a Cesare e Micheletto,vi era un uomo con le mani legate e gli occhi bendati. Gli abiti pregiati mi indicava che si trattava di un nobile,o comunque di un uomo ricco.
Mi chiesi chi fosse.
-Vi prego...io non ho fatto nulla.-mormorò l'uomo legato. Non sembrava spaventato dalla situazione. O comunque,se aveva paura,non lo dava a vedere.
-Francesco Troche,amico mio.-iniziò Cesare,-ti mentirei mai? Tu hai rivelato a tuo fratello i miei piani di guerra per la Romagna,e lui ha contattato l'ambasciatore di Venezia.-
-Non è colpa mia,io sono vostro servitore e alleato.-cercò di discolparsi l'uomo. Il suo tono,seppur lieve,era deciso.
-Pretendi che ignori ciò che hai fatto solo in base alla nostra amicizia?-chiese Cesare avvicinandoglisi.
-Lo chiedo,non lo pretendo.-mormorò il fratello di Egidio.
-Se vogliamo unificare l'Italia,ogni istituzione deve finire sotto il mio controllo. E se la Chiesa non si mette in riga,non mi resterà che annientarla.-mormorò Cesare infastidito.
-Ma sapete che lavoro per voi,non per il Papa.-rispose Francesco.
-Ah!-esclamò Cesare,quasi sbeffeggiandolo,- Ne sei sicuro,Troche?-gli chiese circondandogli il volto con le mani,-ormai ho soltanto un modo per saperlo con certezza.-concluse,facendo un cenno a Micheletto.
-Volete uccidere me? Il vostro amico più fedele!-
-Naturalmente no.-rispose il Valentino lanciando un'occhiata al suo macellaio.
-Mi lasciate andare?,-chiese l'uomo,mentre Cesare si allontanava e Micheletto si metteva alle sue spalle con una corda tra le mani,-grazie Cesare,non ve ne pentire...-ma non riuscì a concludere la frase perché la corda gli circondò il collo e con la forza il macellaio di Cesare lo stava pian piano soffocando.
Una volta che il cadavere del fratello di Egidio crollò a terra Cesare ordinò alle guardie di dare e Micheletto i costumi di scena.
-Lucrezia è mia,-lo sentii dire,-e di nessun altro.-
Lo vidi voltarsi verso Micheletto e intimargli di assicurarsi che non venisse commesso alcun errore.
-Obbedisco,Cesare.-rispose semplicemente Micheletto con un cenno del capo.
-Ah,si.-riprese andandosene,-gettate il cadavere di Francesco nel Tevere.-
Una volta che Cesare scomparve Micheletto si fece portare un cavallo sul quale caricò tutti i costumi scenografici.
Lo sentii impartire qualche ordine mentre si issava sul cavallo,pronto a partire.
Osservai la sua figura. Portava gli stessi abiti scuri della notte in cui massacrò la famiglia di mio fratello. A vedere quegli abiti sentii lo stomaco attorcigliarsi e una leggera nausea si fece strada in me. Non volevo più soffermarmi sulla sua oscura figura,un uomo capace di uccidere anche un bambino se Cesare l'avesse ordinato,ma i miei occhi non volevano staccarsi da lui.
-Devo seguirlo.-mormorò Ezio alle mie spalle.
La sua voce mi fece deviare lo sguardo dall'uomo.
-Bisognerà dirlo a Egidio.-mormorai riferendomi al cadavere di Francesco,che in quel momento veniva trascinato per i piedi da una guardia.
-Giulia,ora le cose potrebbero farsi più complicate. Sei sicura di voler seguirmi?-mi chiese Ezio,afferrandomi per una spalla e facendomi voltare,-sia ben chiaro che,qualunque cosa accada,tu dovrai stare a debita distanza e non intervenire mai. Se ti vedo agire in qualche modo senza una mia parola al riguardo,giuro che ti rinchiudo in una stanza e butto via la chiave. Ho deciso che ti avrei portato con me,non che avresti partecipato alla missione come l'altra notte!-
Lo guardai per qualche secondo in silenzio:-Tu cosa vorresti?-gli chiesi infine.
-Che domande? Vorrei saperti al sicuro,ovviamente. Ma so quanto sei testarda,diamine è una delle tue doti migliori e che amo di più,quindi sarebbe inutile costringerti a fare qualcosa. Per mia sfortuna.-concluse.
Sorrisi alla sua risposta.
-Mi conosci bene.-commentai.
-Anche troppo.-rispose con un sorriso,-e va bene,-riprese poco dopo,-hai sentito dove verrà svolta la rappresentazione. Tu dirigiti direttamente al Colosseo e resta in attesa del mio arrivo.-disse prima di richiamare il cavallo che stava brucando poco lontano da noi.
Non appena il destriero si avvicinò Ezio mi aiuto a salire,dopo di che mi afferrò la mano destra voltandola verso l'alto,-ti troverò io.-mormorò,prima di darmi un lieve bacio sul polso scoperto.
Dopo di che si diresse nella direzione presa da Micheletto qualche secondo prima e,nel giro di un minuto,sparì dalla mia visuale.
Lanciai,per la prima volta dopo anni,una preghiera verso il cielo,e spronai il cavallo in direzione del Colosseo.




Angolo Autrice:
Buongiorno a tutte!
Finalmente sono riuscita ad aggiornare!
Scusate il ritardo,ma in questi mesi sono stata davvero,davvero occupata! Spero che il prossimo aggiornamento non richieda troppo tempo XD Credo che riuscirò ad aggiornare in tempi più ragionevoli,d'ora in poi!
Allora,del capitolo in sé per sé non so che dire,solo che non sono mai totalmente soddisfatta del mio lavoro,mi dico sempre che posso fare di meglio,ma non mi sembra giusto di lasciarvi ancora senza un aggiornamento,quindi,eccolo qui. In fondo non penso di aver aggiornato una totale schifezza xD
Ho letto che in molte attendete la scena hot tra Ezio e Giulia e vi posso dire che non dovrete attendere molto ;) Certo,non voglio che facciano dirty dancing subito,però ci siamo quasi,tra qualche capitolo. Comunque nel frattempo non preoccupatevi,accadrà qualcosa su quel fronte ;) Insomma,si devono scaldare prima xD
Tornando a noi,spero che riteniate questo un capitolo buono e che vi abbia preso abbastanza da aver finito la pagina!
In ultimo,ringrazio chi mi segue e chi continuerà a seguirmi! Le lettrici silenziose,sia quelle che commentano e mettono nei preferiti,seguite,ricordate la mia storia!
Grazie!
Per ora è tutto,
bazi,
Morgan

  
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