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Autore: Role    26/10/2012    2 recensioni
C'era qualcosa però, si sentiva diverso.
Iniziò a tastarsi i capelli. Molto lunghi, troppo.
Questo gli fece sorgere un dubbio, e lentamente iniziò a toccare il suo petto.
Un seno, non grande, ma un seno si era aggiunto all'appello delle novità.
LEGGERISSIMI ACCENNI ALLA 7X05
Genere: Avventura, Generale, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - Altro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. New Companion in my Yeppash!

La chiamata proveniva da Londra, il venticinque agosto del duemilatredici per essere precisi.
Che fosse il suo destino finire sempre lì dopo rigenerata?
Teneramente accarezzò la cosole del TARDIS. 
Era strano sentire quella superficie familiare sotto quelle nuove e esili dita.
Percepì che il suo dito indice era leggermente meno sensibile al tatto degli altri: ci avrebbe fatto l'abitudine!
Fece attenzione ad impostare bene le coordinate, non voleva finire in quell'orribile medioevo !
Oh, questa rigenerazione detestava il medioevo! Avrebbe dovuto appuntarsi le novità prima o poi...
Fu interrotta da uno scossone che segnava l'atterraggio del TARDIS e afferrando il suo cacciavite sonico uscì fuori. Le dispiaceva lasciare Sexy da sola di già...e si, la riteneva ancora la cosa più sexy dell' universo -certo se  non si volevano contare i cleritpsiani della Frandeslonia-.
Uscì curiosa e osservò il luogo del suo atterraggio. Mmmh...Yeppash! Era piuttosto vicina a Trafalgar Square, forse avrebbe potuto fare un salto alla National Gallery!
No! meglio di no, se avesse voluto vedere la vergine delle roccie, sarebbe stato decisamente più facile tornare dal suo amico Leonardo. Già, alla fine si era pentita di aver fatto ritrarre la sua compagna dell' epoca sotto il nome di Monna Lisa, nessuno avrebbe immaginato che l'enigmatico ghigno lì dipinto non fosse altro che la conseguenza di una diarrea causata da un' indigestione di Hamburger nel ventesimo secolo.
Sovrappensiero e quasi dimentica della recente rigenerazione iniziò a camminare tra i pochi passanti. Era una Domenica pomeriggio e non vi era molta gente, se non un gruppo di turisti giapponesi intenti a fotografare un Double Decker. Improvvisamente iniziò a tossire energia rigenerativa e finì per inciampare su un'uomo con una spessa cartella di pelle da ufficio. Quest'ultimo non esitò a mandarla al diavolo, imprecando qualcosa sulla disoccupazione giovanile. Va bene, infondo,  quante volte in passato era stata scambiata per un ubriaca a cause delle sue domande sul periodo storico in cui si trovavano? Decise di ricontrollare sulla carta psichica da dove proveniva il segnale. L'appello era giunto da un'abitazione vicino Eccleston Square. Non le conveniva utilizzare il Tardis, poichè il regolatore Heimlick faceva ancora brutti scherzi e avrebbe potuto ritovarsi in Francia, e dannazione! Avrebbe dovuto ridare a Casanova il suo dannato pollo. Si avviò verso la fermata e aspettò che passasse il trentotto per la Victoria Station, e spacciandosi per un controllore giunse a destinazione. C'erano circa cento metri da percorrere, ma lei andava di fretta. Quando la carta psichica iniziò a produrre un bizzarro segnale acustico capì di essere arrivata. Era una normale casa, di una fila identica, nulla di particolarmente bizzarro in Inghilterra. Però, come aveva imparato in tanti anni di tempo e spazio, le cose normali sono le peggiori. Si avvicinò alla porta e bussò.
 Le venne ad aprire una ragazza sulla ventina con gli occhi segnati da profonde occhiaie. I capelli marrone topo le ricadevano sparpagliati da uno chignon tremendamente disordinato, e gli occhi marroni la scrutavano con diffidenza. Non sapendo cosa dire, il Dottore decise di provare con un approccio classico.
"Posso aiutarti?" Disse gentilmente giocherellando con gli occhiali da saldatore.
"Come prego?" Rispose inquietata la ragazza. Il Dottore capì che forse non era la tecnica migliore.
"Ehm...volevo dire...io...ecco...sono la tua nuova vicina e volevo sapere se potevo esserti d'aiuto, visto che ho sentito dei rumori strani!" . Ok, stava inventando di sana pianta, ma avrebbe scommesso il suo cacciavite sonico che quella ragazza aveva dei problemi e, quasi certamente, non umani.
"Nuova vicina? Ma, Charlotte della porta accanto non ha traslocato e nemmeno Peter...".
Iniziò a fissarla con aria sospettosa, senza smettere di sembrare terrorizzata. Cavolo! Avrebbe potuto inventare qualcosa di più convincente!
"Emh...già...io comunque sono il Dottore...agente della polizia...sotto copertura". Mostrò la carta psichica decisamente contenta di poter mostrare un documento.
Non esistevano più le persone che credevano alle scuse? Andiamo! Tutti credono almeno una volta nella vita alla balla dei vicini che traslocano!
"Non capisco, sei un dottore o un' agente di polizia?". Osservò sempre più diffidente senza smettere di guardasi intorno, come se avesse paura.
"Io sono un' agente di polizia, e  il mio nome è il Dottore". Ok, come al solito era difficile da spiegare anche se si trattava solo di una copertura, però la ragazza sembrò placarsi un po alla vista del tesserino.
"In ogni caso, dovrei svolgere delle indagini su alcuni eventi sospetti avvenuti in questa zona. Per cominciare qual'è il suo nome?". Era davvero bizzarro vedere quelle due ragazze, che dimostavano -almeno esteriormente- la stessa età compertarsi in modo cosi formale.
"Erin. Erin Wright." Oh gran bel nome! Però non c'era tempo da perdere in convenevoli!
"Bene, potrei perquisire la sua abitazione?". Da dove usciva quel linguaggio serio? Stava decisamente iniziando a calarsi troppo nella parte!
"Non ha un mandato di perquisizione?". Oh era davvero intelligente!Però, yeppash! Aveva ancora in mano il tesserino e il Dottore aveva solo una carta psichica.
"Non è necessario...in questo caso." La ragazza sempre più dubbiosa era sul punto di sbatterle la porta in faccia. L'aliena osservò più attentamente le occhiaie della ragazza. Non erano normali occhiaie umane...Sembravano quasi...Oh no! Se non stava sbagliando, e oggettivamente era piuttosto raro che il Dottore sbagliasse, quelle erano l'inizio di uno dei peggiori modi di condannare un umano a morte! Non potevano permettersi di sprecare nemmeno un secondo!
"Senti Erin, so che ti sembrerà assurdo, e sei libera di non credermi. Io sono il Dottore, non sono una poliziotta, sono un' aliena,viaggio nel tempo e tu sei in pericolo di vita." 
Ora immaginate che una pazza dall' aria scarmigliata, inventi circa sei scuse diverse in un lasso di tempo di non più di quattro minuti per introdursi in casa vostra, la lasciereste entrare? Ecco ora potete immedesimarvi anche solo un  pochino in quello che provava Erin.
Quindi ovviamente il Dottore si vide sbattere in sfaccia la porta del quarantotto di Eccleston Square.
Le gambe iniziarono a tremargli, anche se cercava di convincersi che non fosse altro che uno dei postumi della rigenerazione, si rese conto che aveva paura. Non che fosse tipo da demordere cosi in fretta, però se pensava all' orribile destino di quella ragazza, anche lui poteva fare ben poco.
Iniziò a fare il giro dell'isolato, quel tipo di case era sempre fornito di un giardinetto solitamente ben curato. Ed infatti la sua teoria non fu smentita e per sua grande fortuna, che questa rigenerazione fosse un po troppo pigra?, la porta sul retro era aperta.
Entrò vagamente consolata dal disordine dell'appartamento che sembrava vissuto.
Erin accucciata in un angolo piangeva disperatamente.
"Erin, ti prego, ascoltami. Conosco i tuoi sintomi: Non riesci a dormire,vero? e hai continue visioni. Di preciso non so cosa vedi, è soggettivo. Però so che nella tua testa senti delle voci che non riesci a contrastare. Non nasconderle con me. Posso aiutarti."
Se c'era una cosa che il Dottore non riusciva a sopportare, anche dal più cattivo dell'universo, erano le lacrime. Però nel suo caso erano positive, significavano che stava contrastando la forza che opprimeva le sue emozioni. Si avvicinò alla ragazza, che presa dalla disperazione non oppose resistenza e le osservò la nuca.
Un grosso aggeggio simile ad un chip era impiantato sotto la pelle e emetteva diverse lucine. Il Dottore era tentato dal mettersi a piangere, ma non avrebbe di certo migliorato la situzione.
"Senti sò che è complicato, però devi consentirmi di entrare nella tua mente, purtroppo quello che ti è stato inserito dentro è un'incubatrice di Xstescato. Mi spiego meglio, lì dentro ci sono delle piccole uova che quando rilasciate risucchieranno ogni tipo di emozione o sensazione dentro di te e tu non sarai che...un guscio vuoto. Devo capire a che punto sei e se posso salvarti". Forse era stato troppo diretta, però Erin smise di piangere e la fissò.
"Cosa devo fare?" Disse tremante.
Il Dottore si pose davanti a lei, le mise le dita sulle tempie e chiuse gli occhi inizianzo l' analisi dei suoi ricordi.
L'esplorazione di una mente umana era estremamente complicata. Tutto vagava senza un ordine. Angoscie, paure e desideri. Il Dottore, se possibile, voleva evitare la visione dei  ricordi personali di Erin. Odiava conoscere le persone in quel modo e non con la parola. Si diresse verso i ricordi recenti che affollavano il pensiero presente. Per un attimo pensò di aver sbagliato ricordo. C'era una bambina ferita che arrancava ferita ad un piede. Ella lasciava una scia di sangue lungo un sentiero coperto di neve. Poi la scia si trasformò in un piccolo esercito di cuccioli di Xstescato che lentamente davanti ai suoi occhi sbranarono la bambina. Doveva essere una delle visioni che aveva assillato la ragazza in quei giorni. Poteva aver viaggiato per novecento anni e aver visto tanto orrore, ma quella visione la turbò. Decise di continuare, ma solo per il bene di Erin. I sogni si fecero sempre più frequenti e sempre più cruenti. Si sentì un' intrusa in quell' antro di recondito terrore. Tutto nella sua mente raffigurava morte e disperazione e quasi sempre includevano il rosso sangue, colore delle squame degli Xstecati. Osservò il giorno in cui un alieno era venuto ad impiantare l'incubatrice e vide i giorni di tortura che si erano susseguiti. Stava per abbandonare l'esplorazione quando vide un ricordo che attirò la sua attenzione. C'era lei, o meglio, lui .
All'epoca Erin non era altro che una bambina e il Dottore ricordava perfettamente quel giorno. Era alla sua nona rigenerazione ed aveva fatto evacuare i bambini di una scuola elementare. C'erano dei Cyberman nelle fondamenta. Finse che ci fosse un incendio e tutti quei ragazzini scapparono. Tranne una. Era rimasta seduta tranquilla al suo banco lisciandosi il grembiulino come stesse aspettando. Il Dottore non aveva tempo da perdere però si fermò.
" Ragazzina, non hai sentito l'allarme? Forza! Raggiungi i tuoi amici fuori". Disse incoraggiante, mentre era osservato da due enormi occhi marroni.
La bambina fece cenno di no e continuò ad aspettare. Il Dottore  fece un sospiro, quella rigenerazione non era affatto capace di avere a che fare con una bambina.
"Vuoi dirmi che succede?" Chiese accucciandosi affianco a lei.
"Dai, Fidati di me. Io sono il Dottore." Fu contento che la bambina non avesse fatto domande e pazientemente attese la risposta.
"Se resto quì raggiungerò la mia mamma". Il Dottore stava per replicare su quanto fosse stupida quella teoria, però poi si intenerì.
Le spiegò che la sua mamma avrebbe decisamente preferito vederla andare a scuola e vivere una vita lunga e felice, poi le disse di correre fuori dall' edificio e la bambina obbedì, cosi lui pote tornare a combattere i suoi nemici. Evidentemente quel ricordo era rimasto profondamente radicato in Erin.
Riemerse dai ricordi della ragazza per trovarsi davanti degli occhi languidi cosi simili a quelli che aveva visto cosi tanti anni prima.
"Allora...può fare qualcosa?". Il Dottore fece un grosso sospiro. Nessuno dovrebbe mai avere il compito di comunicare una cosa simile.
"Io...mi dispiace tanto...mi dispiace cosi  tanto".
"Davvero? cosa ti dispiace, dolcezza?" Quella voce poteva appartenere ad un' unica persona.
Si girò per osservare River fasciata in un vestito da sera blu che le ammiccava per nulla triste.
" River! Ma, come...?" Osservò stupidamente.
"Manipolatore vortex. Non credevo che questa rigenerazione fosse cosi tarda". Disse ridacchiando e sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori. Fu in quel momento che il Dottore notò il giovane dai capelli biondi che stava ridendo come un matto della situazione.
"E chi è il tuo amico? Non stai cercando di rimpiazzarmi per colpa di questa mia nuova forma?" Disse il Dottore ironico. Poteva anche sbagliarsi, ma la presenza di River lì, cosi allegra, significava che forse avrebbero potuto salvare Erin. La dottoressa Song si avvicinò al marito, o forse avrebbe dovuto dire moglie?, e le stampò un bacio sulle labbra.
"Non scherzare dolcezza, lui è solo un compagno di viaggio, infondo se dovessi essere gelosa di tutti i tuoi figli del tempo..." Non finì la frase per dare un'altro bacio al Dottore e lanciare un' occhiata divertita ad Erin.
Il Dottore se ne accorse e provò a fare qualche domanda, ma la risposta che le diede River era ovvia.
"Spoiler!" tipico.
"Scusate se interrompo la riunione di famiglia ma..." Il giovane biondo indicò Erin che era svenuta a terra. Il Dottore si avvicinò e la prese in braccio, notando cosi che il bozzo sul suo collo era cresciuto a dismisura.
"Tu sai cosa fare, vero?" Chiese disperata alla moglie che in tutta risposta aprì la borsetta.
"Sono quì solo per darti questo." Le lanciò un cacciavite sonico nuovo. Questo a differenza dei precedenti non aveva solo un'interfaccia psichica ma era pieno di pulsanti di vari colori e di una luce rossa sulla punta.
"Mi dispiace dolcezza, ora devo andare o destabilizzerò la linea temporale di Erin." Erin? il Dottore non ricordava di averle detto il nome. Gli venne un sospetto.
"River, non è che per caso io e lei passeremo molto tempo assieme?"
Questa volta fu il giovane biondo a rispondere prima di sparire.
"Spoiler!"
Bene ora era piuttosto motivata. Forse sarebbe riuscita a salvarla. In effetti ora che ci pensava, avendo un nuovo cacciavite sonico con la funzione della manipolazione temporale ristretta...era rischioso, ma pur sempre l'unico modo.
La prese in braccio e la portò nel giardino dietro la casa e puntò il cacciavite al suo collo velocizzando la schiusa delle uova aliene e si fermò esattamente un minuto prima dell' evento. Bene, ora aveva un minuto per pensare a come disfarsi della flotta di Xstescati che sarebbero arrivati lì a breve. Yeppash!
Quando vide l'astronave avvicinarsi, aveva già un piano ben delineato nella sua mente. Non si sorprese nel vedere che avevano fatto scendere solamente un ambasciatore. Bene! La stavano sottovalutando.
"Per quanto enunciato nel proclama Ombra, Articolo nove e paragrafo sette. Chiedo la liberazione di questo essere umano dalla prole Xstescata." Affermò le parole con solennità, ottenedì cosi come risposta delle sonore risate. Che se consideriamo le tre lingue dell'alieno suonavano alquanto inquietanti.
"Va bene, credo che non mi lasciate altra scelta." Odiava anche solo il minacciare di usare la violenza, ma non aveva altre possibilità
"In questa schiusa c'è un Xstesctato che diventerà il vostro capo. Se utilizzo il mio dispositivo di accelerazione temporale quest'umana morirà all'istante, e lo Xstecato diventerà così forte da distruggere la vostra intera razza. Se invece asportate questa capsula dal corpo di questa ragazza e la inserite in un'incubatrice artificiale, il vostro capo nascerà ugualmente, ma non cosi forte da distruggervi." L'alieno provò ad attaccare il dottore, ma quest'ultimo schivò gli artigli e puntò il cacciavite sonico.
" Tre, Due...". Si senti davvero sollevata quando la nave madre ordinò di asportare l'incubatrice e l'alieno con la sua affilatissima lingua eseguì l'ordine.
"Ricorda solo una cosa: Se verrò a sapere, e sono certa che verrei a saperlo, che avete impiantato quel dispositivo in un'altro essere umano. Lo stesso destino prima descritto si realizzerà, senza alcuna esitazione."
L' astronave richiamò a se l'ambasciatore. 
C'è l'aveva fatta.
 
Poche ore dopo Erin si risvegliò malamente coperta su una delle poltrone del TARDIS.
"Cosa è successo? Dove mi trovo?!" Il Dottore fece Capolino dalla parte inferiore della console.
"Sta tranquilla, è tutto finito, sei salva"
"Ma-a l'alieno e la nave spaziale...". Il Dottore ridacchiò.
"Si, è tutto vero". La ragazza si alzò e corse fuori, rendendosi improvvisamente conto che quella da cui era uscita era una cabina telefonica della polizia. Come ormai si era abituato a vedere, l'aliena si gustò lo spettacolo della ragazza che si accorgeva di trovarsi in un luogo più grande all'interno.
"Hai detto...che viaggi nel tempo e nello spazio?" Disse all'improvviso.
"Beh, si. Se vorrai venire con me sarò felicissima, però ricordati... che dopo...nulla sarà più come prima". La ragazza ci pensò, e il Dottore si scoprì a temere un rifiuto.
"Bè diciamo...solo una vacanza?"
"Solo una vacanza, in giro per l' universo."
La ragazza rise e il Dottore iniziò ad affaccendarsi intorno ai comandi del Tardis.
Sapeva esattamente dove portarla!
Yeppash!
 
 
 
Angolo autrice
Eccoci qui al primo vero e proprio capitolo^ ^, vi ringrazio tantissimo per le recensioni!
Inizio col precisare che aggiornerò ogni (massimo) due settime e che quando ritarderò il capitolo sarà più lungo XDD
La storia sarà composta come una serie, quindi di 13 capitoli (strutturati come episodi) e di un prologo e un'epilogo.
Dedico questo capitolo alla mia dolce e adorabile (ma anche no XDD) "compagna" di viaggi nel tempo, che ha in parte ispirato Erin, ovvero Maf.
                                                                                       Alla prossima, Reika.
  
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