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Autore: By_Vale    12/05/2007    7 recensioni
Se Axel fosse un famoso scrittore, Riku un meraviglioso modello, cosa fareste se si innamorassero di due ragazzini maltrattati dalla loro famiglia adottiva?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Allora ^__^ prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato ^__^ GRAZIEEEEEEEEEE

Allora ^__^ prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato ^__^ GRAZIEEEEEEEEEE!!!!

Poi ringraziare ovviamente la MiTiCa Axel per il magnifico titolo di questo capitolo (ormai è compito suo ù_ù io non ci so fare… è già tanto ke scrivo XD) e in fine vi auguro buona lettura ^^

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TU SEI LA MIA SOLA FAMIGLIA
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CIAF! CIAF! CIAF! (dovrebbero essere degli schiaffi -_- n.d.IO)

-Ahi...m-mi fai male- urlò disperato Sora- b-basta... ti prego…- CIAF! CIAF!- t-ti scongiuro…- CIAF! CIAF! CIAF!- p-per favore- implorò infine in lacrime

-HAI CAPITO!!!! SE VEDO QUEI TIPI DINUOVO DIFRONTE A CASA MIA, TE LA SPACCO QUELLA FACCIA CHE TI RITROVI, SONO STATO CHIARO?!?!?!

-S-sì, scusa è stata colpa mia- ammise Sora anche se non era vero

Quando l’uomo alzò nuovamente la mano, intento a colpire per l’ennesima volta Sora…

-No, fermati zio!!! Non è stata colpa sua…-disse il ragazzino biondo gettandosi in lacrime davanti a Sora con le braccia spalancate, come a proteggerlo.

L’uomo prese per la gola il biondino

-E allora dimmi… di chi è la colpa?- disse con un filo di voce ma con egual fare terrorizzante di quando urlava.

Roxas deglutì difficilmente, data la presa alla sua gola, tanta era la paura.

-LASCIA STARE ROXAS!- disse Sora prendendolo e tirandolo verso di sé, liberandolo dalla presa violenta di quello che avrebbe dovuto essere suo padre

-Vattene!- ordino il brunetto a roxas

-Ma…-scoppiò in un pianto- n-non è colpa tua…è…è stata m-mia la colpa! Non è giusto che tu…

-Adesso vattene, qui me la vedo io

L’uomo li continuò a guardare tutto il tempo… stava per perdere la pazienza, allora Sora diede una spinta a Roxas affinché uscisse il più presto possibile, consapevole di quello che sarebbe successo dopo.

Appena Roxas uscì da quella maledetta casa, si posò alla porta subito dopo essersela chiusa alle spalle. Piangeva. Eppure sapeva quello che stava succedendo là dentro… sentiva in continuazione i gemiti e le urla di dolore di Sora eppure … non faceva niente per farli cessare. Anzi per salvare se stesso da quel crudele e doloroso trattamento l’aveva lasciato là dentro. Solo con quell’uomo che un tempo credevano il loro salvatore…

Non avevano colpa, loro volevano solo uscire da quel dannato orfanotrofio per avere una vita migliore… e invece? Invece erano stati spediti dritto all’inferno

Non era la prima volta che succedeva, anzi era diventata quasi routine.

Anche lui veniva picchiato, soprattutto da sua madre, ma mai quanto Sora. Lui lo proteggeva sempre e quando Roxas lo guardava il brunetto gli sorrideva per tirarlo su, come se non fosse successo niente. Si ricordava ancora quella volta in cui Sora gli disse “A me va bene così, basta che tu stia bene…tu sei tutto per me…il mio tesoro…la mia famiglia. Non avere paura, ci sono io a proteggerti…Roxas ti voglio bene”

E nonostante tutto sorrideva…già, un sorriso che mostrava solo a lui, ma nella quale celava rabbia e disprezzo per l’uomo e la donna che gli avevano comprati solo per avere degli schiavi a disposizione e per sfogarsi quando ne avevano voglia.

Il biondino rimase lì tutto il tempo, fino a quando non sentì un urlo più forte di tutti quelli di prima messi insieme, e tutto cessò. Il silenzio.

Sempre in lacrime se ne andò in giro per la città. Tutti lo fissavano e gli bisbigliavano alle spalle, ma nessuno che dicesse “Va tutto bene, ragazzino?” “Posso aiutarti?” “Ti sei perso?” non so, qualunque cosa sarebbe andata bene, ma niente. Il silenzio.

Quando si fece pomeriggio inoltrato, Roxas tornò a casa, se la si può definire così.

Appena suonò il campanello, la porta si aprì subito, ma quello che trovò non fu esattamente quello che si usa dire un “caloroso benvenuto”.

-Sbrigati! Sei in ritardo! Vai a prendere quel bastardello di tuo cugino e andate a lavorare!!- disse l’uomo, ancora più incazzato di come l’aveva lasciato- il tempo è denaro e il denaro è mio! Allora? Sei ancora qui?! MUOVITI!!!!!

-S-si…- disse il biondino, distogliendo il proprio sguardo dal suddetto zio e incentrandolo sulle punte dei piedi mentre si avviava, ma fu fermato bruscamente

-Lo sai che non sopporto le gente che non mi guarda in faccia, quando mi parla,EH?!- lo prose nuovamente per la gola- vedi di fare presto o a Sora, la prossima volta, glielo stacco quel braccio, CHIARO?!

-Si- rispose guardandolo dritto negli occhi, impaurito ma allo stesso tempo deciso

L’uomo lasciò la presa e lo buttò a terra.

Roxas si alzò subito e si diresse alle scale in fretta e furia. Quando si trovò al piano superiore, entrò in quella che sarebbe dovuta essere la loro camera da letto, ma in realtà era solo uno sgabuzzino con un tappeto di salvataggio e un armadietto dei medicinali , pieno zeppo data la situazione. Ovviamente era tutto a loro spese.

Facevano già diversi lavori per colpa della sete di denaro di cui era malato non solo il padre, ma anche la madre adottiva. Se volevano mangiare, cosa che facevano di rado, dovevano trovarsi un altro lavoro alternativo a quelli già prestabiliti dalla “loro famiglia”.

Bè , sempre meglio che rimanere a casa.

Quando entrò nella camera da letto, vide Sora intento a fasciarsi la spalla che…

-SORA!!!- urlò il ragazzino leggermente traumatizzato

Sora si girò

-Oh, ben tornato!-disse sorridendo- non è che potresti aiutarmi con sta roba?- chiese mostrando le fasce con cui stava trafficando e con la quale non era riuscito a cavarne niente- non hai idea di come sia difficile!- poi vedendo che l’altro non si muoveva di un millimetro aggiunse- per favore –facendo gli occhioni dolci

-C-cosa ti è successo l-là?- chiese indicando la spalla destra di Sora

-Niente- rispose Sora, sempre sorridendogli- dai aiutami, sennò facciamo tardi a lavoro- disse ora in tono calmo, come se quello da consolare fosse Roxas e non lui

-Come puoi dire che non è niente?!!- indicando nuovamente la spalla dell’infortunato- C-cos’è quella roba là?- disse incredulo

-Calmati Rox, è solo un livido- disse sempre con fare calmo, come se fosse insensibile al dolore

-Ah,sì?! Un livido?! Come fai a chiedermi di stare calmo vedendo mio cugino, con un livido che parte dal collo e finisce giusto poco prima del gomito, coprendogli praticamente metà schiena?!!!!!!!!!!- urlò infine, ma più per sfogarsi con Sora era per sfogarsi con se stesso, perché si sentiva in colpa di averlo lasciato solo- è tutta colpa mia…- disse cadendo sulle ginocchia – perdonami… ti prego, perdonami- iniziò a lacrimare- non sarebbe successo se…

-Calmati Rox, non è successo niente di grave, calmati…- disse sora iniziando a preoccuparsi

-E allora c-come mi spieghi q-quello?… deve averti fatto tanto male…-disse cercando di fermare i singhiozzi, avendo ovviamente effetto contrario- e t-tu e-eri solo… e-e io ti ho lasciato s-solo

-Mi è uscita la spalla…- Roxas stava per soffocarsi pur di non farsi sentire più di quanto non aveva già fatto. Sora non sapeva come comportarsi. Sembrava che ogni cosa che diceva ferisse il ragazzo di fronte a lui. Come dire … si sentiva un po’ a disagio-… m-ma solo per un attimo, ora è tornata a posto, vedi? Il male è passato- poi, con voce sicura e ironica, cercò di spronare Roxas dal senso di colpa in cui era avvolto. Lui non aveva nessuna colpa, ma non lo voleva capire-Ehi! Ma cosa credi?! Io ho la pelle dura!!!- poi guardandosi il braccio- e adesso anche nera!!! Eh eh eh

Roxas, che non ci trovava niente da ridere, si alzò finalmente in piedi, gli si avvicinò e prese in mano le fasce che aveva Sora attorcigliate su tutto il corpo fuorché la spalla infortunata

-Dai stai fermo che ti fascio, sennò ti faccio male- lo avvertì Roxas con tono triste

-OK!- gli rispose invece sora con un sorriso a 42 denti

Non appena il biondino finì di medicare Sora, si diressero a lavoro con un quarto d’ora di ritardo…

Dalle 5 del pomeriggio alle 10 di sera lavoravano in una pizzeria non distante da casa loro. A volte lavoravano come lavapiatti, a volte come camerieri

Il capo della pizzeria non era cattivo, come molte delle persone che conoscevano, anzi era una brava persona … solo che quando si trattava di lavoro, guai a sgarrare di un minuto , sennò si incavolava da matti.

Dopo la ramanzina di mezzora…

-Avete capito?! Per questa volta chiudo un occhio, ma alla prossima vi licenzio!

-Sì, ci scusi- dissero in coro- non succederà mai più!

Fecero un lieve inchino e iniziarono subito a pulire il locale, ad apparecchiare i tavoli e a mettere in ordine le sedie, ognuna al proprio posto.

Si fecero le 6 e mezza e iniziarono ad arrivare i primi clienti.

Roxas prendeva le ordinazioni, mentre Sora era nel retro a lavare i piatti.

Quando il locale fu nuovamente vuoto, il capo chiamò a raccolta i due ragazzini.

-Sentite, è da un po’ che vi osservo… che cosa avete al collo?- disse perplesso- è una malattia?- chiese, poi guardò il brunetto- soprattutto tu, Sora, sicuro che state bene?

-No, no, si sta sbagliando- fece una breve pausa- è… è che abbiamo mangiato una cosa e abbiamo avuto una reazione allergica- rispose sora

-Sicuri? A me sembrano lividi- aspirando ora alla gola di Roxas

-No. Vede noi non siamo allergici a niente, tranne che a questa cosa… quindi la reazione allergica è stata eccessiva- disse Rox , reggendo il gioco del cugino

-Ah, ho capito. E… che cos’è questa cosa di cui siete tanto allergici?

Si fermarono un attimo per fissarsi negli occhi, ma senza concluderne niente.

-Kiwi- -Banana- dissero contemporaneamente e poi si fissarono di nuovo in faccia

Il capo li guardò stranito.

-C-cioè- disse Sora con foga- è alla frutta che siamo allergici- precisò con un sorrisetto

-Ma non avevate detto che era solo una cosa- chiese il capo con aria interrogativa

-Sì, la frutta è una cosa, che contiene altre cose al suo interno tra cui il kiwi e la banana- disse Roxas esasperato che, al contrario di Sora, sapeva fingere molto male, fortuna che il capo era talmente tonto che ci sarebbe cascato

-OK- disse il capo sorridendo- allora niente di infettivo per i miei clienti?!

-No, direi di no- rispose Sora, mettendo fine a quella stupida ed inutile conversazione

Quando il capo andò un po’ più in là a pulire il bancone, entrambi fecero un sospiro di sollievo e tornarono nella cucina del ristorante

I segni di Sora, lo sappiamo benissimo come se li è fatti. Con le fasciature che avevano a disposizione, Roxas non era riuscito a coprire il collo del brunetto

Già, Roxas… ma come se li era fatti Roxas?!

-Rox…

-Si?

-Tu come…-disse osservandogli attentamente il collo- quel bastardo ti ha fatto qualcosa?!- chiese agitandosi e con i pugni stretti alle mani. No, non voleva che il suo adorato cuginetto venisse picchiato da quel lurido…

-No, no. Niente di grave…è solo che ha una morsa ferrea- disse massaggiandosi il collo e sorridendo faticosamente, giusto per tirare su di morale Sora…

ma quest’ultimo abbassò lo sguardo…

-Avevamo fatto un patto. Non avrebbe dovuto nemmeno toccarti con un dito- disse con un filo di voce che però al biondino non sfuggì

Quando Roxas stava per chiedere spiegazioni, Sora si girò e tornò al suo lavoro e il biondino venne chiamato dal capo perché erano arrivati nuovi clienti
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Commentate >_
Un saluto a Caska e Ally^^... purtroppo sono troppo impegnate x starmi dietro XD Ciaoooooooooooo!!!

  
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