Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Fuuma    13/05/2007    8 recensioni
Nuove piste per la pietra filosofale.
Una nuova storia tenuta nascosta ed ora venuta a galla.
Un passato che non vuole cancellarsi e brucia come acido nella memoria di un colonnello.
Un ragazzo di latta che ha perso la propria umanità.
E la colpa di essere peccatori in una terra abbandonata a sè stessa.
[seguito di Step by Step]
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Envy, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Titolo: Because of you
Serie: FullMetal Alchemist
Capitolo: 5 di ?
Rating: Nc-14
Pairing: RoyxEd, AlxEd (platonic)

Note: Err... Ok, effettivamente l'aggiornamento è stato un pochettino in ritardo^^... Speravo di riuscire a finire il capitolo seguente prima di pubblicarla... ma, come al solito, sono caduta in un dannato blocco e ora non riesco a sbrogliarmi=_=! Intanto posto questo poi spero di riuscire a farmi venire abbastanza ispirazione almeno per finire il sesto.

Uhm... accidenti ò_o... non sono riuscita a trattenermi dall'inserire anche cenni alla Elricest sebbene non mi piaccia... solo che... io amo l'incesto nelle fic quindi se posso e ne ho voglia lo devo ficcare>.< !


File#05
.†.Pay and Obtain!.†.

°part.1.°

L'Headquarter non aveva cambiato i suoi ritmi soltanto per lo stato di salute mutato di Edward Elric.
Si poteva dire anzi che, se il ragazzo stesse bene o no, non erano problemi che riguardassero l'esercito. Era giusto così, infondo chi era lui per poter pretendere tanta importanza?
Nessuno.
Appunto.
Anche nell'ufficio del colonnello Mustang non era cambiato nulla, lui continuava a badare alla noiosa burocrazia che lo teneva incollato alla sua poltrona e, nel frattempo, cercava di carpire informazioni sullo stato del FullMetal da chiunque entrasse dalla sua porta.
Effettivamente non si poteva dire che il colonnello non fosse toccato da quello che era successo ai fratelli Elric.
Tutt'altro.
Era turbato.
Dannatamente turbato.
- Roy ma che è successo a Edo-kun? -
Il sottotenente Havoc era entrato di corsa nel suo ufficio con una sigaretta tra le labbra ed un'espressione palesemente stupita.
Roy alzò gli occhi dalla scrivania, fulminando il biondo militare che si mostrò indeciso sull'avanzare ulteriormete nella stanza. Decise infine che poteva arrischiarsi e fece un passo in avanti.
- A-ehm... Colonnello... - iniziò mutando completamente il tono della voce, ora divenuto rispettoso e calmo - Che cosa è successo al FullMetal? -
Il Flame Alchemist fece spallucce.
- Non lo sai? -
Il brunetto non rispose.
- Non lo sai o non me lo vuoi dire? - insistette l'altro.
- Tu che dici? -
Chiaramente non glielo voleva dire.
Havoc buttò fuori una boccata di fumo masticando nervosamente la punta della Slim ferma tra i denti.
- Rompiscatole... - borbottò coraggiosamente mentre il colonnello aveva alzato pericolosamente la mano avvicinando il pollice ed il medio che strofinarono piano.
Non riuscì a schioccare le dita.
Prima che potesse anche solo provarci, un uragano attraversò la soglia della sua porta.
Ciuffi biondicci spuntavano dalla nuca e, soltanto grazie a quelli, e all'altezza ridotta, si era in grado di comprendere che si trattava del FullMetal Alchemist, per il resto il ragazzo era completamente e letteralmente bendato dalla testa ai piedi. Non camminava, saltellava, imbrigliato nel bendaggio, e sbraitava rabbioso.
- Colonnello del cazzo, che diamine ti è venuto in mente di conciarmi così?!? - urlò con quanto fiato aveva in gola.
Havoc trattenne una risata e Mustang si limitò a guardare la piccola mummia appena entrata.
Subito dietro di lui Alphonse Elric giunse correndo.
- Ah! Scusate, non sono riuscito a trattenerlo. - si giustificò con vari inchini - Nii-san, torna a letto per favore. -
- Ma quale letto! Io sto bene!!! E poi perchè cavolo mi hanno fatto diventare una mummia vivente, eh?!? Scommetto che l'idea è stata di quello lì, di quel cretino! -
Roy si alzò portandosi davanti alla scrivania.
Il piccolo alchimista non smetteva di gracchiare.
Era fastidioso e petulante come soltanto Edward Elric poteva riuscire ad essere.
- Vedo che ti sei ripreso bene. - affermò l'uomo dopo tanto silenzio, portando una mano al fianco del ragazzo, scivolando morbidamente sulle bende bianche che lo avvolgevano.
Il biondò smise subitamente di urlare, sentì le gote andare a fuoco. Era un bene che le bende gli coprissero anche la faccia o il colonnello avrebbe potuto facilmente ammirare il rossore che si accendeva sul suo viso.
- Che... - riprese con più calma - Che le è saltato in testa di conciarmi a questo modo? -
Un sorriso fu la risposta.
Dolce.
Spaventosamente dolce!
E allora Edward temette davvero per la propria vita...
Il superiore strinse più forte all'altezza del suo fianco, là dove era rimasta una delle estremità delle bende che tirò con un colpo secco verso di sè.
Un colpo solo ed il FullMetal ruotò su sè stesso meglio di una trottola, seguendo il senso del bendaggio, per poi incespicare sui propri piedi e cadere miseramente a terra con un tonfo sordo.
Havoc e Alphonse stentarono a credere ai loro occhi.
"Non può averlo fatto..." pensarono simultaneamente come se si fossero messi d'accordo.
"Non puà averlo fatto *davvero*."
Roy ghignò sornione carezzandosi il mento con aria soddisfatta.
Edward, dapprima incredulo, ringhiò quando comprese cosa gli fosse accaduto e scattò in piedi con tutte le intenzioni di saltare addosso al colonnello e picchiarlo selvaggiamente.
- Ora non sei più una mummia vivente. - affermò candidamente l'uomo, credendo di avergli fatto un favore, ignaro di star rischiando molto più che la vita.
- Lei! -
Il biondo alchimista puntò l'indice contro di lui.
- Lei è... -
- Sì? - miagolò Roy.
- Un uomo morto!!! -
Non riuscì a saltargli addosso come avrebbe voluto; nel momento dello scatto, Alphonse fu più veloce e lo afferrò per la collottola impedendo uno scontro sanguinolento con il superiore.
- Lasciami Al! Lasciami! Devo ammazzare quell'idiota! Lo devo distruggere! Lo devo schiacciare!!! -
Roy rise divertito.
- Sarà difficile che un piccoletto come te riesca a schiacciarmi, FullMetal. -
- NON LE PERMETTO DI DARMI DEL PIDOCCHIO TALMENTE PICCOLO CHE NON FA NEMMENO VENIRE IL PRURITO! -
- Forse sarà il caso che io me ne vada... - mormorò Havoc indietreggiando prima di venir coinvolto dalla guerra di sguardi che il FullMetal Alchemist iniziò, col vano tentativo di arrostire il colonnello soltanto con un'occhiata.
- Nii-san, dai calmati ora. -
Si calmò.
Strano ma vero.
- Tsk, soltanto perchè ho qualcosa di importante da chiedere al colonnello. - borbottò mentre Alphonse lo lasciava libero e lui si ricomponeva.
Roy inarcò un sopracciglio.
Non era sicuro di voler sapere cos'avesse da dire il piccoletto biondo.
Il solo fatto che quei due fossero andati a cercar notizie nel luogo che lui gli aveva segnalato lo metteva a disagio e, sinceramente, non ne sapeva nemmeno il motivo.
Ricordava quel posto, era rimasto da qualche parte ad arrancare nella propria memoria finchè non era riaffiorato tra i propri ricordi collegato al nome di Charles Lengminton.
Ma il resto era buio pesto.
Il resto era il vuoto totale.
E così preferiva.
- Non dovresti invece pensare a riposare, FullMetal? - cercò di cambiare discorso - Quando tuo fratello ti ha portato qui. qualche ora fa, sembravi più morto che vivo. -
- Hn! Sto benissimo invece! -
- Eppure mi sembrava zoppicassi quando sei entrato. -
Edward boccheggiò.
Dunque se n'era accorto.
- Non... non è niente, è solo un graffio. - asserì con convinzione.
- A me non sembra. -
Il colonnello aveva abbassato lo sguardo corvino alla sua gamba, rimasta bendata dopo che gli erano state tolte le schegge di legno affondate nella pelle candida.
- Non sono affari suoi, ok? E la smetta di guardare la mia gamba! -
- Preferisci che ti guardi altrove? - domandò suadente Roy, alzando lentamente gli occhi, assaporando con la vista il corpo del ragazzo mentre lo risaliva: la gamba, le cosce, i fianchi, le braccia, il collo, la bocca... Si soffermò più a lungo su quella e la lingua inumidì lascivamente le labbra. Vide perfino il piccolo pomo d'adamo di Edward muoversi su e giù mentre deglutiva rumorosamente e finalmente lo guardò dritto negli occhi.
Il ragazzo era arrossito.
Oh, sì, era proprio arrossito!
Ne provò uno strano piacere.
- Pe... - balbettò il biondo - Pensi invece a ciò che devo chiederle! -
- Non ne ho voglia. -
- Eh? -
Entrambi i fratelli ci rimasero male.
- Ho detto che non ho voglia di ascoltarti. -
In realtà scappava.
Non voleva sentire.
Non voleva sapere.
- Non scherzi! - ordinò Edward serioso.
- Non sto scherzando. Ho del lavoro da fare e, a meno che tu non mi offra qualcosa che mi interessi in cambio dell'attenzione che dovrei prestarti, quella è la porta. - la indicò con un sorriso malizioso che piegava in due le labbra.
- Come sarebbe a dire qualcosa in cambio?! -
Roy si avvicinò al ragazzo.
Rimase in silenzio soltanto a fissarlo, per lungo tempo.
Il più piccolo era in completa soggezione di quello sguardo penetrante, avrebbe voluto saper leggere nel pensiero così da scoprire cosa stesse passando per la testa del suo superiore.
Sempre così strano.
Sempre così complicato.
Chissà quali erano i reali pensieri di un uomo come Roy Mustang.
Lui scivolò accanto al fratello minore passando un braccio intorno alle possenti spalle, come se fossero amici di vecchia data.
- Puoi lasciarci soli, vero? -
Doveva essere una domanda?
Suonò invece come un ordine.
Alphonse annuì perplesso uscendo dall'ufficio, mentre la porta si richiudeva dietro di sè.
Edward e Roy rimasero soli.
Chissà perchè questo ebbe il potere di preoccupare il piccolo alchimista.
- Che cosa ha in mente? - domandò trovando il coraggio di parlare dopo molto.
Roy tornò a fissare il ragazzo.
Soltanto il ragazzo.
Come se in quel momento il mondo fosse racchiuso in pozze dorate che a loro volta lo fissavano.
Poggiò un ginocchio in terra, la mano che sfiorava il pavimento lucido, l'altro braccio alla coscia per sorreggersi in equilibrio.
Che diamine aveva intenzione di fare?
Perchè se ne stava in quella posizione?
Perchè aveva preso tra le dita la mano di Edward?
- FullMetal. - chiamò piano, con voce roca e suadente.
Nemmeno il sibilo del Serpente che ingannò Eva nel giardino dell'Eden sarebbe parso così intrigante.
- Co... cosa c'è...? - fece il più piccolo in risposta, rosso fino alle punte delle orecchie mentre sentiva il respiro caldo di Roy scivolare sul dorso della sua mano.
- Devo spiegartelo più esplicitamente o stai iniziando a capire? -
- Eh? -
- Touka Kouka. -
Il cuore martellava impazzito nel petto del più piccolo.
- E' la tua filosofia di vita, no? -
Stava per scoppiare.
- Dare qualcosa per ricevere qualcos'altro in cambio del medesimo valore. -
Di lì a poco il suo cuore sarebbe davvero esploso.
- Touka Kouka, giusto? -
Avvicinò di più le labbra al dorso della mano che rumoreggiò metallica nei suoi movimenti.
Non c'era più il guanto a celare quella mano.
Chissà dov'era finito.
E le labbra del colonnello sembrarono così calde a contatto con l'acciaio del suo arto quando vi posò un bacio senza staccare il contatto visivo dal suo viso. Che avvampò. Una mela matura. Un sole rosso all'imbrunire. Un enorme peperone gigante. Era questo che sembrava la sua faccia mentre se ne stava lì impalato a subire quell'elegante baciamano ed affogare lo sguardo in iridi dannatamente eccitanti.
Il cervello gli andò in tilt.
Pensò ad un sacco di cose in un istante solo.
Alle labbra del colonnello. A che sapore potessero avere.
Alla sua voce che suadente mormorava il suo nome anche se non l'aveva mai fatto.
Alle sue mani che lo toccavano ovunque e, Dio, quanti pensieri può formulare una mente così giovane in così poco tempo?!
Scosse il capo strattonando il braccio.
- Che diavolo le prende?! - urlò con voce troppo acuta, tanto che ebbe l'impressione che ad aver urlato fosse stata una gallina.
Roy si alzò piano spolverando i pantaloni.
- Ti stavo dando una dimostrazione visto che sembri non capire. -
Ma che... che cavolo di risposta era quella?!
- E che centra quello... quello che ha appena fatto, con il Touka Kouka?! -
- Uff, non puoi essere così stupido, FullMetal. -
- Che?!? Io non sono affatto stupido, è lei che è ambiguo! -
- Ambiguo dici? -
Forse non avrebbe dovuto dirlo.
Ma la testolina bionda del FullMetal Alchemist si era già mossa per confermare le proprie parole.
- Allora cercherò di essere meno ambiguo. -
Fu veloce.
Scattò come un predatore ad afferrare la spalla di Edward in una morsa che gli fece perfino male e lo spinse contro la scrivania, facendolo semidistendere sulla superficie di legno.
- Che... che sta facendo?! -
La mano di Roy scorse alla coscia di Edward, carezzandola lascivamente al di sopra della stoffa dei pantaloni. Piano, dannatamente piano.
- Sto facendo quello che mi hai detto tu. - sussurrò piegandosi al suo orecchio, leccandone il lobo.
- La smetta! Io non ho detto niente del genere! La smetta subito razza di maniaco! -
Forse pensava che fosse un gioco.
Forse pensava che Roy Mustang scherzasse.
Forse...
Oh, povero stupido bambino.
Gemette, mordendosi a sangue la lingua, quando le dita affusolate del colonnello lo risalirono, sfiorandolo in una toccata e fuga tra le gambe, e le sue mani si attanagliarono alle spalle di Roy per spingerlo via con quanta forza avesse in corpo.
E quanta forza può avere un ragazzino così piccolo?
In realtà molta.
Il corpo di Edward era un fascio di muscoli e, se quello non fosse stato Roy Mustang, sarebbe quasi sicuramente riuscito a spingerlo in terra.
Peccato per lui allora, perchè in pochi istanti l'uomo aveva già afferrato con la mano libera i polsi del ragazzo costringendoglieli sopra la schiena, ora del tutto poggiata alla scrivania.
Sorrise.
E, Dio!, che sorriso!
Se Edward non desiderò sparire in quel sorriso fu soltanto per paura di separarsi da suo fratello Alphonse e perchè, dopotutto, il suo maledetto orgoglio era ancora lì a tampinarlo e ad obbligarlo a scalciare ed agitarsi.
Il Flame Alchemist trattenne una risata divertita.
- Dovresti essere più gentile con chi vuole aiutarti, FullMetal. -
La mano tornata alla coscia, le labbra umide premute contro il collo.
Gettò il capo indietro trattenendo un altro gemito, strattonando con forza i polsi.
- Fanculo! Mi lasci subito! - ordinò a denti stretti.
- Perchè? Non vuoi sentire cosa ho da raccontarti? -
Spalancò gli occhi.
- Cosa? -
- Sul Canarian. -
- Lei è un... -
Roy ridacchiò alzando il viso per specchiare gli occhi nelle iridi di fuoco e oro di Edward.
- Sì, lo so, ma tienilo per te, rischi di rovinare l'atmosfera. - lo schernì.
- ...dannato stronzo... -
- Uff, mai che mi ascolti, eh? -
Alzò gli occhi al soffitto per poi avvicinare ancora di più il volto a quello del ragazzo.
Respirandogli in faccia, con le labbra quasi a contatto con le sue e la voce che carezzava le guance arrossate del più piccolo.
Non lo baciò; si lasciò desiderare perchè non c'è nulla di più agognato di qualcosa che vorresti ma sai che ti disprezzerai una volta ottenuto. Come il Peccato.
E sulle labbra del FullMetal Alchemist il Flame Alchemist sussurrò.
- Ogni cosa ha un prezzo. Il punto è: quanto sei disposto a pagare per ottenerla, FullMetal? -
A quelle parole Edward sembrò soccombere.
C'era qualcosa che lui doveva ottenere a tutti i costi.
Non per sè stesso.
Per suo fratello.
E quanto, quanto, quanto! era disposto a pagare?
Una volta, superficialmente, avrebbe risposto ogni cosa.
Ma quando ci si trova davanti ad una decisione da prendere, tutto assume un significato diverso...
Per questo, con un ultimo sforzo, si liberò finalmente della mano del colonnello che bloccava i suoi polsi e lo spinse con violenza, facendolo cadere malamente in terra e rialzandosi di corsa in piedi, sistemandosi velocemente per non essere in una posizione di svantaggio quando l'altro si fosse rialzato.
Non accadde.
Roy, ora seduto in terra, si passò una mano tra i capelli ma non si rialzò.
Si limitò a guardarlo da quella posizione.
- Lei è un fottuto bastardo! - urlò invece Edward, la rabbia che ricolorava i suoi occhi di oro - Non mi serve il suo aiuto! Farò da solo! -
Disprezzo nello sguardo.
Odio nella voce.
Rabbia a bruciare nelle vene.
- Fai pure. - affermò l'altro con un bel sorriso accondiscendente.
Edward raggiunse la porta aprendola con troppa foga, tanto che quella sbattè contro il muro rischiando di scardinarsi.
- Se ne vada all'inferno! -
E se ne andò, seguito da sguardi stupiti dei militari che lo avevano sentito e visto uscire dall'ufficio del colonnello Mustang e seguito da Alphonse che gli corse dietro chiedendogli che cosa fosse successo.
Nessuno ebbe il fegato di andare a controllare cosa ne fosse stato di Roy.
Se ne stava lì.
Seduto in terra.
Le gambe piegate su cui aveva poggiato i gomiti e la mancina tra i capelli.
Abbandonò il capo all'indietro.
Sorrise.
Ma, per qualche oscuro motivo, non si sentì di dire che fosse pienamente soddisfatto di sè stesso, sebbene avesse ottenuto ciò che voleva.
Il FullMetal non gli avrebbe più rivolto domande riguardo Charles Lengminton ed il suo passato.
Probabilmente anzi non gli avrebbe nemmeno più rivolto la parola.

+++

Non si era fermato e non aveva fiatato finchè non furono al sicuro nella stanza di un bilocale, piccolo e caldo. La loro casa.
- Nii-san... ma che cos'è successo con il colonnello? - aveva continuato a domandargli Alphonse, senza mai ottenere risposta.
Questa volta il ragazzo gli regalò uno sguardo furioso ed il fratello raggelò.
- Che si fotta quel bastardo di merda! - berciò alzando le braccia al soffitto e urlando con quanto fiato aveva in gola.
Era furioso.
Disgustato.
Oltraggiato.
Ma anche... schifosamente... amareggiato...
Si lasciò cadere sul pavimento con le gambe incrociate. Per un momento sembrò sciogliersi come burro sotto lo sguardo di Alphonse.
Si era sbagliato naturalmente.
I ragazzi umani non si sciolgono.
Suo fratello no di certo.
Sospirò paziente, sedendosi accanto ad Edward che borbottò qualcosa.
- Eh? - chiese non avendo sentito.
- Dovremo cercare un altro modo per scoprire cosa si cela in quel posto... -
- Ah. -
Alphonse per primo non avrebbe saputo dire cosa leggere in quel semplice "Ah.".
Delusione? Ma non era deluso. Suo fratello stava facendo tutto il possibile e, se non potevano chiedere al colonnello, doveva esserci un buon motivo.
Tristezza? Forse, ma sarebbe parso fin troppo riduttivo.
C'era così tanto altro che non riusciva a capirlo bene nemmeno lui.
Così sorrise, anche se quell'ammasso di ferraglia che era diventato il suo corpo, non avrebbe mai risposto ad un tale sollecito e su quel volto rigido non sarebbe mai apparso un sorriso.
Però sorrise ugualmente.
Per suo fratello.
Perchè era felice per il semplice fatto che lui era lì e che erano insieme.
E di questo doveva ringraziare Edward, giusto? Era stato lui a dare in cambio un braccio, ricomprando la sua anima dall'inferno.
- Ah! - si alzò di scatto - Ho dimenticato di prendere da mangiare! - esclamò ricordandolo solo in quel momento.
- Vado fuori a comprarti qualcosa, Nii-san! -
Il tono gentile e allegro, perchè questo era Alphonse: il bambino più gentile e più allegro del mondo. Il bambino non più tale...
Si avvicinò alla porta con l'intento di aprirla.
Edward non aveva detto niente, non era neppure sicuro che lo avesse sentito sebbene fosse lì vicino a lui.
Era immerso nei suoi pensieri, trascinato in chissà quali macchinazioni.
Fece per uscire ma un braccio caldo ed uno d'acciaio si cinsero alla sua vita.
Suo fratello l'aveva abbracciato ed ora poggiava il capo alla sua schiena.
Se avesse avuto occhi li avrebbe spalancati sorpreso.
- Al... - mormorò la voce di Edward - Tu sei l'unica cosa che conta... -
Se avesse avuto lacrime le avrebbe perse vedendole scorrere sulle proprie guance ma, aimè, non aveva più neppure delle guance od un viso che fosse umano.
- Non c'è nient'altro più importante di te. Soltanto tu. -
Era in momenti come quello che suo fratello gli sembrava grande.
Tanto.
E la sua voce assumeva una sfumatura matura e dolce allo stesso tempo, e straziata e disperata, eppure piena di un affetto che sembrava impossibile da contenere.
E lui, Alphonse, lo amava così tanto.
Troppo.
- Nii-san... - mormorò.
Una pacca più o meno forte raggiunse la sua schiena di metallo ed Edward Elric si era già staccato da lui, sorrideva sfrontato strofinandosi il naso con l'indice, cercando di cancellare l'imbarazzo in cui, evidentemente, era caduto.
- Ora però sto morendo di fame! - esclamò cambiando completamente tono - Prendi una doppia razione questa volta, eh? -
Alphonse sospirò.
- Sììì e ti porterò anche una bottiglia di latte così finalmente crescerai di qualche centimetro! - chiocciò con vocetta allegra.
- Che cosa?!? No! No! Te lo vieto categoricamente!!! E poi io non ho bisogno di crescere, sono già altissimo così!!! -
- Err... -
- Err, cosa?!? -
Il fratello minore ridacchiò senza rispondere ed Edward diede in escandescenza.
Era tornato ad essere il solito Edward infantile e rompitimpani.

Erano in camera.
La luce si era spenta da tempo e la notte li aveva avvolti in un gelido sudario nero.
Non dormivano.
Alphonse non lo faceva ormai da anni.
Si limitava a rifugiare la propria mente nell'oscurità ed ascoltare i rumori della notte, scivolando con la fantasia nei giorni persi della propria infanzia. Masochisticamente. Quei giorni non sarebbero più tornati. E non perchè lui e suo fratello fossero cambiati, ma perchè erano *troppo* cambiati.
Nulla sarebbe mai tornato come prima.
Forse nemmeno il suo corpo...
Forse nemmeno suo fratello... e questo lo rattristava ancor più di non avere membra fatte di carne e ossa.
D'altra parte nemmeno Edward dormiva.
Gli occhi vigilavano nel buio ed il corpo, sdraiato sotto le coperte che seguivano perfettamente la siloutte del suo corpo minuto, non si era mai mosso. Le labbra invece... oh, quelle le torturava in continuazione mordicchiando il labbro inferiore nervosamente, finchè non sbottò annoiato dal suo stesso stato mentale.
Era confuso accidenti!
Alphonse sobbalzò quando lo sentì scattare in piedi.
Luminescense bianche si affacciarono ai buchi vuoti dell'elmo.
Lo vide voltarsi verso di lui e tirare con forza il lenzuolo per estrarlo dal letto, trascinandoselo dietro quando si alzò e lo raggiunse.
- Non riesco a dormire. - borbottò tra l'imbarazzato e l'imbronciato.
- Ah... Sì... Ehm... - non sapeva cosa dire negli istanti in cui Edward impiegò per formulare la sua frase.
- Posso dormire con te, Al? -
Sarebbe arrossito.
Ma non potè farlo.
Si limitò allora ad annuire stupidamente, più e più volte, balbettando.
- Pe... pe... però io... io non sono molto comodo... -
Edward fece spallucce e si accomodò in silenzio sulle gambe dell'armatura.
Era fredda.
Era di metallo.
Ma era suo fratello e tanto bastava.
- Notte Al. -
Alphonse sorrise, la mano posata a mezz'aria con l'intenzione di accarezzare i biondissimi capelli di suo fratello.
Ma non la abbassò.
- Notte nii-san... - bisbigliò invece, mentre l'alchimista muoveva un occhietto a fissare la mano ferma a qualche centimetro sopra di sè.
Bè? Perchè era lassù?
Sospirò pesantemente afferrandola con dita fatte di carne e pelle, calde, che profumavano di vita, a differenza di quelle di Alphonse e lo obbligò a posarla sul suo capo.
Ecco. Ora andava meglio.
Annuì soddisfatto.
Un'esplosione di felicità si fece largo nell'anima del fratello minore che rimase a carezzare quella testolina per tutta la notte, anche dopo che l'altro si fu addormentato.
- Daisuki desu, nii-san... -
Daisuki desu.
Mi piaci, fratello.
Daisuki desu.
Ti voglio bene, fratello.
Daisuki desu.
Ti amo, fratello.

†PAY AND OBTAIN! part.1 END†


-Phrasebook-

Touka Kouka = Equal exchange


-Thanks to-

Kei_saiyu, Yumi, Sessho, Sango79, Fede, Duffy, Setsuka. Grazie mille gente*////*!

X Sessho: Taisa è giapponese, tradotto in italiano significa Colonnello^^. Per questo a volte lo chiamo così o lo uso nelle mie fic, anche perchè Taisa ha un suono che mi piace di più di Colonnello, forse perchè ho sempre preferito il doppiaggio giapponese di FMA a quello italiano, quindi ci ho fatto l'abitudine ò_o!

   
 
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